CAPITOLO
V:
ROBSON
DE SOUZA - ROBINHO
Avendolo
sentito la sera prima, si stupì profondamente nel vedere che lo
chiamava di nuovo.
Corrugando
la fronte rispose con voce assonnata e confuso, magari sognava.
-
Thiago, porca puttana, ma che cazzo di ore sono? - chiese rauco.
Lo
sentì esitare dall’altra parte del telefono per poi rispondere con una
vocetta mortificata… e lo credeva bene, era il minimo…
-
Ehm… sono le sette… - Robinho imprecò a denti stretti facendo un paio
di giri su sé stesso sul letto, quindi grugnendo ancora un po’, si
passò le mani sul viso e strofinandoselo, mormorò:
-
Che cazzo hai a quest’ora? Siamo stati mezz’ora ieri sera! -
Lo
sentì esitare, quindi capì che doveva essere importante, non era da lui
infatti fare la lagna, anzi. Razionale e controllato com’era c’era da
stupirsi se eludeva un discorso.
-
Oh porca di quella puttana, Thiago, mi hai chiamato tu! O parli o
riattacco e dormo! - Sua moglie che dormiva accanto si rigirò nel letto
lamentandosi.
-
No no, aspetta! - Così Roby rimase impaziente in attesa. Era più la
curiosità in effetti… ormai il sonno era andato a farsi benedire!
-
Allora, chi è morto? - Fece abbassando la voce. Per sentire Thiago così
incerto doveva essere morto qualcuno sicuramente. Poi ci pensò meglio e
sperò che in quel caso per lo meno fosse anche agitato, oltre che
incerto.
-
Sta… stanotte è successa una cosa che… bè, non avevo messo in
previsione! - Non era effettivamente una sciocchezza, dopotutto.
Roby
si tirò su a sedere improvviso non credendoci e cominciando a capire di
cosa poteva trattarsi, si trascinò così com’era, nudo e crudo, fino
alla cucina alla ricerca di un caffè che lo riattivasse come si doveva,
oltretutto prevedeva una lunga chiacchierata e non voleva svegliare sua
moglie.
-
Con chi hai scopato? No, aspetta, non dirmelo che indovino! Kevin,
vero? - silenzio dall’altra parte, poi una risposta ovvia:
-
Genio! Dormivo con lui, non era mica difficile intuirlo! - Provò a
smontare la sua fierezza esagerate ma senza risultati, infatti il
connazionale, mentre teneva il cellulare con la spalla contro
l’orecchio, con le mani trafficava con la macchinetta del caffè ed al
contempo ghignava come un idiota, convinto della propria genialità:
-
Un cazzo! Ci sono arrivato perché con lui tutta la squadra ci
scoperebbe! Per lo meno la parte bi e omo… - Si corresse poi. In molti
comunque. Specie perché di questi molti erano sposati o fidanzati e una
fetta davvero piccola era fedele alla rispettiva dolce signora; un
mondo completamente a parte, sostanzialmente.
Thiago
sospirò indeciso se sentirsi meglio per questa sua sparata comunque
veritiera oppure no.
-
Allora visto che sai tutto mi spieghi perché prima mi ha chiesto di
Alex e Barbara facendomi perfettamente intendere che sarebbe stato
contento se si fossero lasciati e poi si è praticamente masturbato
fissandomi sfacciato per chiedermi implicitamente di dargli
letteralmente una mano e magari anche la bocca? - Quando si agitava
diventava non proprio volgare ma esplicito senza usare linguaggi
sporchi ed era talmente divertente che Roby per poco non fece cadere
l’apparecchio dalla spalla per ridere.
-
Ci sei? - chiese poi Thiago seccato.
Dopo
aver messo la caffettiera sul fuoco ed aver ripreso il telefonino,
rispose appoggiandosi al tavolino.
-
Sì, sì, continua pure, ti ascolto… - Aveva un ghigno costante ben
stampato sul viso e non riusciva a fare a meno di immaginarsi la scena
con un risultato a dir poco evidente nelle zone basse. Cosa che avrebbe
ignorato fino a che non sarebbe stato troppo d’impaccio!
-
No, ma dimmi tu, visto che capisci sempre tutto, no? Tu e lui avete un
che di simile… siete entrambi egocentrici e pieni di voi stessi… nonché
dipendenti dal sesso… che cosa gli è passato per la mente? Perché prima
mi parla di Alex e poi mi seduce? -
Roby
parve non aver minimamente bisogno di pensarci e straordinariamente
attivo fin dal primo mattino, rispose di slancio con sicurezza:
-
Perché vuole divertirsi! Aveva bisogno di svuotare le palle e tu sei
così carino che ci ha provato. Gli è andata bene perché tu a queste
cose sei più che disponibile, tutto lì! - ‘Illuminante come sempre‘,
sapeva che Thiago lo stava pensando…
Al
suo silenzio capì che ci doveva essere rimasto male e abbassando il
tono, cercò di essere meno spavaldo. Aveva parlato di slancio senza
riflettere e sicuramente era stato troppo diretto. Sapeva che Thiago
aveva dei sentimenti ed un cuore, a sua differenza, e che essere
disposto a prestarsi fisicamente a del sano piacere fine a sé stesso
non significava non provare niente. Anzi.
-
Ti piace? - Chiese quindi a bruciapelo continuando a non attivare la
parte relativa al filtraggio… non ci riusciva proprio a valutare cosa
dire e cosa no, figurarsi poi il come!
Thiago
però lo conosceva e sospirando, rispose come se probabilmente avesse
pensato a quello per tutta la notte.
-
No, non proprio, non credo. Non ci ho mai pensato seriamente. Cioè,
come hai detto prima, Kevin è un bel ragazzo e tutti sarebbero disposti
a stare con lui, io non facevo certo eccezione, ho solo colto
un’occasione… ma sapere che punta comunque ad Alex e che tu sei stato
solo uno… svuota palle… non è molto edificante! - Roby arricciò il naso
cercando di capire che diavolo intendesse con ‘edificante’, poi con
l’immensa ed insana voglia di averlo lì con lui per stritolarselo un
po’ poiché immaginava la sua aria amareggiata e la cosa non gli piaceva
per niente, cercò di migliorare un po’ il tiro.
-
Dai, non è detto che sia come dico io, sai… cioè, per me sarebbe stato
così ma magari per lui è diverso, che cazzo ne so. Cioè non dico che
per me tu saresti uno svuota palle, cazzo, anzi! Saresti un trofeo.
Oddio, non nel senso negativo del termine, nel senso vittoria! Ma
insomma, intendevo che se avessi la fissa per uno e mi trovassi
eccitato ed avessi uno tanto carino e disponibile davanti… bè, me lo
farei… ma io, io non sono Kevin, lo sai no? Dai, non fissarti su sta
cosa! - In agitazione perché sapeva di aver fatto una cazzata a cercare
di tirarlo su, si maledì andando a chiudere il gas.
Era
la cosa peggiore del mondo buttare in pantano il proprio migliore amico!
Possibile
che non pensasse mai prima di parlare?
E
dire che di solito fra i tre quello che trovava le parole giuste per
consolare qualcuno era… bè, proprio Thiago!
-
Thy? - Chiamò abbreviando il nome come solo lui a volte faceva,
allungando deliziosamente la i finale.
-
Mmm? - Fece l’altro in evidente bassa marea.
-
Ti piace veramente, Kevin? - tornò a chiederglielo sapendo che prima
non era stato proprio sincero, ora lo percepiva chiaramente.
Alla
fine anche lui dovette ammetterlo, ma lo stava dicendo per la prima
volta anche a sé stesso, lì, in quel momento.
-
Immagino di sì… ma credo sia una cosa superficiale. O intermedia. O
insomma, non so, ma è presto per dire ‘sono preso’ o cose simili,
capisci? -
-
Sì, certo… - Ed era verissimo, visto che ora a sentirlo così gli si
chiudeva lo stomaco anche all’odore del caffè che improvvisamente lo
nauseava.
Abbandonando
la moka nel ripiano, scosse il capo e si passò una mano sul viso e poi
sulla testa, sopra i capelli rasati corti, infine strinse gli occhi
come a darsi dell’imbecille cronico e premette la fronte contro il
frigorifero.
-
Ora stiamo per salire in pullman, ne riparliamo quando torno, oggi sei
libero o hai fisioterapia? -
Roby
fece fatica a connettere e a fare mente locale, quindi guardando l’ora
ed il giorno sul calendario che era cerchiato di rosso come molti altri
della settimana, annuì:
-
Sì, in mattinata. - Ma pur cercasse di mantenersi allegro come al
solito, si rese conto di essere stato strano. Peccato che probabilmente
Thiago non se ne era accorto troppo preso a pensare a Kevin.
-
Pranziamo insieme? - all’idea di pranzare da solo con lui tornò a
provare un insano conato di vomito, quindi cercando come un matto una
soluzione accettabile si trovò il viso di Alex affiorargli alla mente e
lo colse al volo:
-
Facciamo da Alex? -
-
Ottimo, l’avverti tu? -
-
Sì, sì, certo… -
-
Ci vediamo là allora… -
Salutò
un’ultima volta senza la forza di dire qualcosa per tirarlo su, quindi
chiuse la comunicazione e tornò a sbattere la fronte contro il frigo e
ad insultarsi.
-
Sono il coglione più grande della storia! Innamorarmi del mio migliore
amico e far da confessionale a lui e a tutte le sue mille storie e non
storie! Che cazzo mi salta in mente? - Poi proseguì da solo,
mentalmente rendendosi conto che sua moglie si sarebbe svegliata a
momenti per portare il piccolo all‘asilo.
Non
era certo qualcosa che si programmava o controllava. E poi lui le
strade sbagliate non le sbagliava mai!
Sorrise
amaramente a quel pensiero sgrammaticato e fregandosene cercò il bagno,
il caffè dimenticato.
Almeno
qualche volta avrebbe potuto evitare di spingerlo fra le braccia di
questo o di quello ed incitarlo, no?
Che
poi era sposato ed aveva due figli, non poteva accontentarsi invece che
soddisfare per forza la sua parte attratta dagli uomini?
Certamente
lui doveva stare zitto visto che non era da meno, ma era diverso, loro
due lo erano, avevano tutt’altri caratteri. Roby infatti si riteneva
uno stronzo, per questo poteva farlo, Thiago non lo era, perché doveva
andare col mondo maschile?
A
parte tutto questo, in ogni caso come poteva rovinare tutto
consapevole come la morte che lui per Thiago era solo uno dei suoi due
migliori amici?
Ricordò
improvvisamente le riunioni in nazionale quando c’erano tutti quelli
che contavano per lui ed erano tutti insieme, si rivide i caldi visi di
Dinho e Ricky in partivolare e sospirò appoggiandosi al vetro. Alex e
Thiago anche, ovviamente… ma loro li aveva in squadra, era diverso.
“Cazzo,
come avrei bisogno di parlare con Ricky!”
Pensò
infatti incerto se chiamarlo o meno.
L’acqua
che l’abbracciava scorrendogli su tutto il corpo gli riportò un
briciolo di quella che chiamava sensatezza.
Sapeva
perfettamente quanto Ricky stesso fosse legato a loro, chiamarlo per
parlargli di quegli stupidi problemi di cuore sarebbe stato da bastardi
e non perché forse poteva averne anche lui, era sicuro che con Cris
andasse tutto bene, semplicemente sapeva che poi se la sarebbe presa a
cuore anche lui. Ricky era uno che si prendeva tutto a cuore, per
questo mancava nel gruppo.
No,
si disse. Non sarebbe stato giusto chiamarlo per vomitargli addosso dei
problemi comunque irrisolvibili.
Specie
se Thiago perdeva la testa per un altro. Poi si corresse. Un altro che
a sua volta sembrava interessato ad Alex!
-
Che giri del cazzo! - Borbottò non avendo comunque un quadro completo
della situazione.
Sì,
perché non sapeva che a quello che lui aveva visto, mancava anche
Zlatan col quale Alex sembrava aver cominciato un vago ed incerto
indefinito qualcosa che magari sarebbe potuto diventare presto ben
definito.
Un
intreccio davvero complicato, non c’era che dire.
Riuscì
ad arrivare prima di Thiago e ne fu soddisfatto. Era perfino andato
prima a fisioterapia.
Quando
giunse da Alexandre, il ragazzo non era stato avvertito visto che Roby
aveva la testa altrove, ma non si stupì più di tanto nel vederlo lì.
-
Allora stai meglio, se torni a rompermi l’anima! - Disse ridacchiando.
In realtà gli era mancato molto, specie per il discorso Zlatan che
aveva dovuto affrontare con Antonio che in realtà poi l’aveva solo
incasinato di più.
Bè,
di certo Roby avrebbe fatto anche di peggio!
-
Pranziamo qua, sta per arrivare anche Thiago! - Disse avvertendolo.
Alex non si stupì molto nemmeno di quello, specie perché era evidente
che il suo amico aveva qualcosa.
Roby
sapeva perfettamente che venendo lì Alex se ne sarebbe accorto subito,
specie perché non era ingenuo come sembrava, non per quanto riguardava
i suoi amici…
-
Che succede? - Chiese subito a bruciapelo sapendo che comunque era lì
per dirglielo.
L’ospite
si fermò e lo fissò sospirando, quindi con la tensione che ormai era
alle stelle si buttò nel divano come se non avesse più forze.
Alexandre
lo seguì con lo sguardo e lo raggiunse, ma non si sedette da
nessun’altra parte, rimase fermo in piedi davanti a lui come se sapesse
che lì sarebbe stato il posto giusto.
A
portata di braccia.
-
Come lo vedi uno innamorato del proprio migliore amico che finisce per
fare da confessionale alla sua probabilmente prima cotta seria per un
altro? -
Alexandre
non esitò un istante, perché sapeva talmente bene chi erano i soggetti
tanto quanto che era tutto vero e non uno dei suoi soliti scherzi.
Era
da molto che non lo vedeva così serio…
-
Un classico. - Rispose altrettanto serio. Roby apprezzò il tono da non
presa in giro ma soprattutto la sincerità. Era davvero un classico.
Si
appoggiò con la schiena e lasciò cadere la testa all’indietro quindi si
prese il viso fra le mani e disse con un filo di voce:
-
Un classico di merda! -
-
Immagino che il migliore amico non sia io! - Aggiunse calmo e delicato
Alexandre, con un’insospettabile dote che ormai loro definivano ‘alla
Ricky’!
-
In quel caso avrei detto ‘che sta con un’altra’. - Logico quanto Thiago
di solito. Oddio, non che lui non fosse invece altrettanto impegnato
-sposato- con una donna, ma qua i problemi erano altri.
Alexandre
si guardò dal dirgli proprio ora del suo particolare dialogo con
Zlatan, quindi rimase in attesa di quello che poco dopo venne.
Roby
infatti si tolse le mani dalla faccia e lo guardò ancora dritto sul
divano, rigido e teso, pronto a scoppiare.
-
Pensi sempre che queste merdate succedono nei film di serie Z. Quei
polpettoni romantici fottuti che tutti detestano ma che tutti
puntualmente guardano pensando ‘queste cose succedono giusto nei film!’
perché, cazzo, è troppo classico, troppo banale, troppo ovvio.
Ed
invece ti ci trovi dentro e ti dai del coglione perché sei stato troppo
ingenuo e stupido. Come cazzo si fa ad innamorarsi del proprio migliore
amico? Ti dici ‘lui è gay, qualche speranza ce l’hai!’ ed invece lo
senti raccontarti delle sue avventure più o meno serie. Ti dici ‘bè,
sono cose passeggere, scopate che non contano, quando si deciderà a
fare sul serio le cose cambieranno.’ E aspetti. E sai quando capisci
che è tardi? Quando ti rendi conto di essere solo un amico. Un grande
amico e niente di più. E sai quando capisci questo, invece? Quando lui
ti chiama tutto amareggiato o agitato per confidarsi con te e dirti che
sta per succedere qualcosa. È lì, dannazione, che capisci che quella
cosa questa volta è quella giusta, perché lui è diverso. E capisci che
ti considera un amico perché ne parla a te. Ed è tardi perché ormai tu
per lui sei solo un amico e basta. Oh, che testa di cazzo che sono! -
Concluse a denti stretti colpendosi le cosce coi pugni e chiudendo gli
occhi che ora gli bruciavano.
Fu
lì che Alexandre capì che era arrivato il momento di muovere quel passo
che rimaneva fra loro e sistemandosi fra le sue gambe, tese le braccia
nelle quali l’amico si rifugiò come se fosse una calda coperta in piena
tempesta di neve.
Roby
gli cinse la vita e nascose il viso contro il suo ventre, all’altezza
in cui arrivava visto che si trovava seduto e l‘altro era invece in
piedi.
Sentì
le sue mani ristoratrici carezzargli la testa e poi la schiena, quindi
stringerlo a sé e intimarlo di togliergli il respiro, se voleva, che
quello lo poteva reggere. E che forse era tutto qua quello che poteva
fare, perché le parole giuste per quelle cose decisamente non riusciva
a trovarle, non era veramente Ricardo, lui, ma almeno un abbraccio
caldo ad un amico in crisi, quello sì.
Quello
poteva farlo.
Magari
solo quello, ma non avrebbe esitato, glielo avrebbe dato senza riserve.
E
Roby in quell’abbraccio vi annegò nella speranza di morire per non
rivedere Thiago e non sentirlo parlare di Kevin e di come facesse bene
certe cose!
Ma
rimase vivo, dannatamente vivo, fino al suono del campanello.