CAPITOLO VI:
ALEXANDRE, THIAGO E ROBINHO

ale thy rob

Alexandre e Robinho si scambiarono uno sguardo significativo e quando il primo chiese al secondo se fosse pronto, questi sospirò e si schiaffeggiò con forza le guance, quindi lo lasciò andare ad aprire mentre cercava disperatamente un modo per apparire lo sbruffone di sempre.
Mica facile, quando usavi una maschera del genere!
Quando Alex e Thiago comparvero in soggiorno, il primo aveva un’espressione stranissima mentre il secondo era immerso nei propri pensieri. Roby si drizzò subito sul divano e fissando ammonitore Alex gli lanciò fulmini e saette per indicargli di controllare la sua faccia, onde evitare che l’altro gli chiedesse pure cosa avesse. L’amico parve capire, stranamente, e si riscosse tornando a sorridere.
- Allora, come va dopo il disastro di ieri? - Chiese per buttare il discorso su un campo neutro.
Thiago sgranò gli occhi preso alla sprovvista e non capendo cosa intendesse di preciso, chiese:
- Cosa intendi? - Naturalmente il suo pensiero era decisamente altrove…
Roby rise rumorosamente e alzandosi si diresse al piano bar per prendere da bere e farsi degli aperitivi abbastanza forti da reggere quella tensione assurda.
- La partita? - Fece Alexandre accomodandosi nella sua famosa poltrona comoda, vide Thiago fare altrettanto sul divano accanto a dove prima era stato Roby e sospirando rispose stringendosi nelle spalle:
- Mah, ti dirò… pensavo mi pesasse di più ma sono consapevole del motivo per cui è successo, quindi sono certo che il mister troverà il modo per… - Ma Roby, consegnando un bicchiere a testa e sedendogli accanto, lo interruppe allegro e accattivante:
- Sì, certo, come se non lo so perché ti è passata la mosceria per la sconfitta! -
Thiago si girò di scatto a guardarlo, il bicchiere alle labbra, il volto deliziosamente rosso.
Roby se lo godette… adorava quella sua aria da bravo ragazzo che ha fatto porcherie tutta la notte e che non sa come affrontare la situazione al presente… se però quelle porcherie magari le avesse fatte con lui…
Alex finse di non sapere niente, nonostante avesse intuito vagamente qualcosa, quindi chiedendo con candore cosa fosse successo riprese l’attenzione di Thiago che comunque rimase con una di quelle strane espressioni indefinibili.
Una specie di capolavoro, in effetti…
- Parla di stanotte… sai, ero in camera con Kevin e… - Ma non servì aggiungesse altro perché Roby fece da portavoce prominente:
- Gli ha prestato la bocca che casualmente è finita sul suo cazzo! Ma poi almeno ha ricambiato? - Roby e la volgarità andavano di pari passo e sebbene Alex arrossì al sentirlo parlare così, come sempre, Thiago non si scompose e fissandolo come se fosse il solito idiota, rispose tranquillo:
- Certo! - Roby alzò un sopracciglio incredulo:
- Davvero? -
- Sì! Non l’avrei detto nemmeno io onestamente ma è così! Meglio, no? - Thiago pensò di potersi risparmiare i dettagli ma Roby forse credeva alla teoria del trauma, quindi mettendosi da solo il dito nella piaga come un perfetto imbecille, chiese sfacciato:
- Dettagli specifici e sporchi! Racconta subito per bene! - Thiago tornò a fissarlo con occhi sgranati, chiedendosi se fosse serio, poi capì che era vero. Voleva davvero sapere tutto, era da lui in effetti… alla fine sospirò e notando che Alex era come sempre impressionato da quei racconti erotici comunque narrati con diplomazia e senza linguaggi inappropriati o spinti, si lasciò andare sentendosi come sempre meglio.
Parlare con loro era comunque rilassante, poteva dire di tutto senza il minimo freno che poi si sentiva libero e soprattutto più chiaro. Sapeva che parlarne gli faceva bene, alla fine, per cui non opponeva grossa resistenza. Anche se in tutta onestà non capiva perché mai Roby insistesse sempre per avere tutti quei dettagli. Ogni santa volta era così.
Omise naturalmente di dirgli delle mire di Kevin e passò direttamente al resto, infine con un uso ammirevole delle parole raccontò per bene ogni cosa e quando concluse visionò le rispettive espressioni dei suoi amici.
Uno comunque scandalizzato e l’altro… bè, su Roby si soffermò di più. Non sembrava sconvolto o che, però era colpito e non capiva bene da cosa. Aveva una luce così strana negli occhi che… ma fu presto deviato dall’interessato che cingendogli le spalle strinse la presa ghignando malizioso:
- E bravo! Diventi sempre più intraprendente! Finirà che dovrai insegnarmi un paio dei tuoi trucchi… come diavolo li incanti? Credo sia la tua bella faccia da bravo ragazzo… - Fece tutto lui ed alla fine Thiago si rilassò sorridendo contento che riuscisse a sdrammatizzare anche in un momento simile. Non notò la strana occhiata di Alex in direzione dell’amico, quindi tornò presto sulla dose di pensieri che l’aveva impensierito per tutta la notte e la mattina.
- Sai, in realtà mi ha fatto capire che punta a qualcun altro, quindi mi ha sbalordito vederlo poi provarci con me. Cioè, una volta capito che mi voleva non mi sono fatto problemi ma… bè, mi è seccato poi, quando ci ho ripensato, sapere che ero… com’è che hai detto stamattina? Uno svuota palle? - tendenzialmente non diceva parolacce ma se serviva lo faceva.
Roby rise annuendo e Alex chiese:
- Cosa sarebbe uno svuota palle? - Roby si stese nel divano ridendo più che sguaiato e Thiago con pazienza ma sorridendo divertito glielo spiegò diplomatico:
- Quando uno ha voglia di un orgasmo che non sia auto indotto e si fa aiutare dalla bocca di qualcuno… - Ma Roby integrò traducendo a modo suo, perché non era capace di ascoltare una spiegazione così decente e non sporcarla come meritava:
- Cioè quando uno ha voglia di scopare! O si accontenta di un pompino oppure se è fortunato trova un buco vero e proprio! Nel suo caso a quanto pare era solo la sua bocca, il buco, quindi si è trattato solo di un pompino! Cazzo però, sei stato fortunato, quello ha ricambiato, non credevo fosse tipo! -
Thiago ancora una volta non fece una piega, sentirlo parlare in quel modo era un rito ormai a cui Alex comunque non si sarebbe mai abituato e rimanendo a fissarlo sbalordito non si intromise nella conversazione che ormai viaggiava solo fra loro due. Erano cose di cui non era proprio in grado di parlare…
- Mi ha stupito davvero. Comunque sappi che merita davvero, lo consiglio a tutti! Non è di quelli tutto fumo niente arrosto che sembrano bravissimi anche in quello ed invece poi sono deludenti da morire. Fama meritatissima! - A Thiago oltretutto piaceva parlare anche di quelle cose ed essendo che ci riusciva senza essere volgare come l’altro, non vedeva proprio perché non farlo.
Roby si rigirò in modo da appoggiare la testa sulle sue gambe e guardarlo dal basso, la mano che di tanto in tanto saliva fra i suoi capelli ordinati a giocherellare un po’ con essi e spettinarli. L’altro lo lasciava fare e l’ascoltava attento senza battere ciglio.
- E così comincia a piacerti seriamente? - Chiese a bruciapelo.
Thiago si strinse nelle spalle un po’ smarrito:
- Non saprei dire perché mi ha dato fastidio essere solo un passatempo notturno, una specie di scaccia pensieri, però credo sia normale. Però la sua compagnia nel complesso non mi è dispiaciuta in quei due giorni e… boh, non so proprio che dire… suggerimenti? - chiese sempre con lo sguardo diretto a Roby conscio che Alex non era minimamente in grado di parlare di quelle cose.
Il ragazzo sulle sue gambe scese a tracciare distratto i lineamenti morbidi e delicati del suo viso, sicuramente Kevin era impazzito quando aveva avuto quelle labbra sul suo corpo. Si eccitò di nuovo al pensiero, così come era successo quando l’aveva sentito raccontare nei dettagli poco prima. A continuare in quel modo avrebbe dovuto andare in bagno a finire il lavoro da solo!
- Sugli affari di cuore sono una bestia, lo sai… anzi… in generale, lo sono! Che mi chiedi a me? Sono bravo solo a scopare e nemmeno molto, direi, visto che la mia passione viene fraintesa per brutalità! Che cazzo posso dirti? Frequentalo e vedi come va! -
Thiago gli prese il mento fra le dita e strinse, il suo viso morbido si prestava bene a quel genere di gesto affettuoso:
- Ma cosa dici, se ha la fissa per… - Stava per dire ‘Alex’, ma alzando all’ultimo lo sguardo si ricordò di averlo lì e si rese conto che li stava ascoltando senza capirci poi molto. Pensò che fosse meglio così e che per quella volta non avrebbe spiegato nulla. Roby comunque capì e proseguì schietto:
- Allora non hai nulla da fare! Cioè, vedi che fa lui ora! Se è veramente stata una cosa da una notte non è che ti rimanga chissà che, cazzo! Vedi come procede, a meno che tu non voglia provarci seriamente con lui e vedere se riesci a farlo cadere nella tua dolce rete di sirena malefica! -
Thiago rise:
- Sono una sirena malefica? - Non che ne avesse l’aria, ma Roby si riferiva più ai propri sentimenti per lui e con un fugace lampo di serietà, disse:
- Non lo sai? - Ma non lo sapeva davvero, quindi Thiago per un momento si chiese fino a che punto scherzasse captando in lui un momento di convinzione.
Lo fissò da quella distanza ravvicinata e si dimenticò delle dita che gli stringevano il mento, rimasero così a fissarsi seri per un attimo fino a che non fu Alex a tossire.
La tensione che si era alzata fra loro non era pesante, nel senso che non era negativa, ma era strana, questo sì. Talmente evidente che perfino il loro amico ingenuo se ne era reso conto, impossibile non fosse così.
- Bè, suppongo tu abbia ragione. Intendo con l’aspettare una sua mossa. Se non è stato effettivamente nulla non ha senso nemmeno che provo a pensarci… altrimenti se torna alla carica allora magari mi darò pena per tradurre tutti gli intricati sentieri del mio animo. E del suo, magari. Può essere che verso… l’altro… non sia una cosa tanto seria e che uno valga l’altro… - Pensò ad alta voce ma sempre continuando a guardare Roby sulle proprie gambe. Questi si corrugò e stizzito parlò duramente:
- Fanculo, se è così col cazzo che tu ci stai! Non è che uno vale l’altro quindi prendiamo il primo disponibile! Non fare il coglione, Thy! Tu vali più di uno stronzo che ragiona così! -
Thiago si sorprese di questo suo scatto nervoso e accarezzandogli il petto lo calmò con la sua pacatezza stabile:
- Rilassati… erano solo riflessioni ad alta voce, non penso proprio di abbassarmi a quel livello, in quel caso… - Ma Roby lo conosceva troppo bene e tirandosi su a sedere, lo guardò battagliero e penetrante, tanto che mise a disagio il destinatario di tale sguardo cupo:
- Ti conosco Thiago, se a te piace seriamente saresti disposto anche ad umiliarti così! Puoi mentire a te stesso ma non a me! Non pensare che non lo sappia! - Thiago rimase sorpreso ancora di questa sua uscita come della sua intera reazione ed una fitta lo colpì dentro.
Aveva incredibilmente ragione, non poteva negarlo.
Era come diceva lui, solo che cercava di evadere la verità perché era piuttosto pietosa, dal suo punto di vista. Era obiettivo, se ne rendeva conto, così come si rendeva conto che Roby voleva solo evitargli un’altra ennesima botta, perché poi era da lui che ogni volta andava, più ancora che da Alex. Perché lui era più sveglio, sapeva già tutto, non doveva spiegargli niente con la consapevolezza che comunque qualcosa non gli era ugualmente chiara.
Con Roby si capiva subito al volo, lui sapeva subito già tutto, bastava gli accennasse qualcosa che già arrivava alla fine ed a volte lo anticipava anche sulla partenza!
Per questo sapeva quanto male riusciva a stare in quei momenti, quando l’ennesima storia andava male, e cosa fare per aiutarlo.
Non che poi ci fosse molto, ma c’era. Scaricava insulti verso chi l’aveva fatto soffrire, minacciava di ucciderli e poi se lo coccolava teneramente come solo un caro amico sapeva fare.
Per questo ora voleva evitare che tornasse a cadere lì.
- Hai ragione, cercherò di stare buono. Non mi creerò noie, te lo giuro. Se torna da me per prima cosa mi assicurerò sulle sue mire e sulle sue intenzioni e solo dopo deciderò. Ti va di farmi da consulente anche in quell’occasione? - Chiese con dolcezza, accarezzandogli il viso come solo lui sapeva fare senza risultare imbarazzante o sdolcinato.
Roby avrebbe tanto voluto dirgli che se lo scordava, perché ascoltare le sue paturnie su un altro ragazzo non poteva sopportarlo, però alla fine sapeva. Sapeva che non avrebbe mai potuto negarglielo.
Ancora meno se glielo chiedeva in quel modo.
Come ci riusciva a gestirselo come voleva?
Era mai possibile che un essere umano avesse tanto potere su di lui?
- Certo che sì, che cazzo credi, che ti posso mollare a te stesso? Fesso come sei finiresti per impantanarti chissà dove senza più riuscire ad uscirne! -
Thiago sorrise ed Alex storse il labbro. Non ci aveva capito molto, ma era chiaro che non stava bene mentre lo diceva. Come poteva sopportare una cosa simile?
Per lui era inconcepibile, ma lui un amore simile non l’aveva ancora vissuto, nemmeno per la sua ex moglie.
Ma soprattutto non aveva vissuto un’esperienza come la sua, quando sprofondato nella merda più totale per le cazzate che era stato capace di fare, l’unico a stargli incondizionatamente vicino senza freni e remore era stato proprio Thiago. E non aveva dubitato un secondo sul fatto che fosse un enorme equivoco da cui nessuno avrebbe potuto tirare fuori la verità, ma non gli era importato di sapere se quella ragazza l’aveva violentata veramente come l’aveva accusato.
Non glielo aveva mai chiesto, non aveva mai avuto bisogno di saperlo.
Per questo Roby aveva perso la testa per lui, con una lentezza quasi disarmante. Per questo non poteva più negargli nulla.
Perché con la chiarezza del suo sguardo era sempre stato capace di dirgli che si fidava di lui e ricevendo una fiducia simile, nessuno poteva non sciogliersi.

Dopo pranzo fu il turno di Alex di confidarsi, considerando che Roby non poteva farlo con Thiago presente, non rimase che il primo del trio.
- Cosa pensate di Zlatan? - Sentendosi presi in contropiede e non avendo ancora la minima idea di che cosa fosse successo fra i due, risposero spontanei:
- E’ un bravo giocatore. - Fece Thiago con diplomazia e calma.
- Sembra un orco ma in realtà è tutta apparenza! Oddio, non che sia uno stinco di santo… - fece invece Roby.
Alex li ascoltò per poi sospirare pesantemente e pensieroso.
- Solo io ne avevo veramente paura? - Il termine al passato gli sfuggì e quando se ne rese conto si coprì la bocca, ma era troppo tardi. Nel giro di un nano secondo si ritrovò entrambi seduti sui suoi due braccioli a fissarlo da vicino. Roby era anche inquietante, oltre che inquisitore, mentre Thiago cautamente curioso.
- Racconta tutto al papà! - Disse il primo dei due.
Alex si fece piccolo piccolo sulla poltrona e tirò su le gambe, le abbracciò e poi mordicchiandosi la stoffa all’altezza delle ginocchia cominciò come se fosse stato platealmente battuto. In realtà solo scoperto in pieno.
- Mentre voi eravate presi uno da impegni di squadra e l’altro da cataclismi fisici, anche il sottoscritto ne aveva un paio e… - Così cominciò a spiegare tutto per filo e per segno con l’ingenuità più totale che solo lui sapeva metterci, non sapendo perché, poi, dovesse preoccuparsi di mitigare la realtà o sistemare le parole a dovere.
Disse né più né meno ciò che era successo in quei giorni, poi si zittì continuando a fissare ostinato il pavimento.
Roby e Thiago si guardarono da sopra la sua testa deliziosamente ricciuta e con l’identico stupore negli sguardi, si rituffarono sull’amico spingendolo brutalmente all’indietro con la schiena, in modo da guardarlo per bene in viso:
- E? -
Alex allora alzò lo sguardo prima su uno, poi sull’altro; costatando che erano vicini si soffermò su Thiago poiché lo agitava di meno. Alzò le spalle e rimase stretto in esse, smarrito ed insicuro:
- E cosa? -
- E l’hai risentito? Ci hai parlato ancora? Com’è ora il vostro rapporto? - Chiese calmo Thiago comunque curioso.
- Ma soprattutto: e ci vuoi scopare insieme? - La domanda del secolo che tutti avrebbero voluto porgli giunse proprio da Roby il quale non sapeva proprio gestire il proprio tatto.
A Thiago premeva saperlo anche perché se lui si fosse messo con Zlatan, poi ci sarebbe stata ufficialmente via libera con Kevin. Non che avesse mai pensato che Alex potesse effettivamente interessarsi a lui, dopotutto era ancora fidanzato, ma queste cose potevano sfuggire sempre di mano.
Dunque quello poteva dargli una chiara visione di quello che forse sarebbe potuto essere da lì in poi!
Alex sgranò i grandi occhi neri, arrossì fino alla radice dei capelli e trattenendo il fiato credette di morire, quindi tornò a schiacciare il viso contro le ginocchia, ancora tirate contro il petto, e sperò che quei due diavoli sparissero.
- Alex? - Chiamò impaziente Roby, non poteva stare zitto proprio a quel punto!
Alla fine cercò di rispondere in qualche modo, giusto per farli smettere. Quel loro sguardo da poliziotti era tremendo, tanto più che uno sembrava il poliziotto buono e l’altro quello cattivo!
- Ma che diavolo dici, Roby? Piantala di scherzare… si parla solo di amicizia, sto con Barbara, lo sai… - questo non cambiava proprio niente per lui ed infatti lo disse spontaneo senza capire che problema ci fosse:
- E con ciò? Sai quante tentazioni ci sono continuamente per gente come noi? Guarda me e Thiago… sposati e con figli non ci precludiamo niente perché comunque sono cose diverse quelle che troviamo fuori casa con altri ragazzi. Crollare è un attimo, è normale, insomma! Non devi preoccuparti di queste cose. E poi non sei mica sposato, ti puoi sempre lasciare con lei! Non devi frenare i tuoi istinti, sai? - Roby lo diceva perché amava fare il cupido senza interessi di mezzo, ma Thiago lo incoraggiò, a modo suo, perché gli interessi li aveva eccome.
- Detta così suona male ma non ha tutti i torti, nel senso che se hai certi istinti verso qualcuno non devi soffocarli, sei giovane, è questo il momento di viverli. Anche perché poi ti si rivolterebbero contro rovinandoti la vita nel momento peggiore! -
Roby lo guardò di nuovo da sopra la testa dell’amico, profondamente stupito della sua abilità mentale che sapeva usare. Sapeva perfettamente perché voleva che lui ed Alex combinassero, non era un idiota. Quello che non lo sapeva era l’interessato!
Gli fece infatti una smorfia spontanea e mimò con le labbra ‘paraculo opportunista di merda’ a cui Thiago rispose con un sorriso angelico. Dopo di che tornarono entrambi sull’amico nella crisi più nera nella quale avrebbero potuto ignobilmente gettarlo.
Infatti sempre con gli occhi sgranati fissava il vuoto davanti a sé convinto che si aprisse da un momento all’altro una crepa e che sotto ci fosse il calderone ardente col Diavolo dentro.
Quello era l’inferno? Si chiedeva shockato.
Ma perché a lui quelle cose complicate?
Thiago capì dalle sue non risposte che dovevano aver esagerato e messo troppa carne sul fuoco, quindi facendo marcia indietro cercò di correggere il tiro. Non potevano certo lasciarlo in quelle condizioni…
- Ascolta… - Cominciò più dolcemente accarezzandogli i capelli ingarbugliati: - Non devi deciderlo e capirlo ora, solo comincia a pensarci con calma. C’è anche la possibilità che tu voglia legare con Zlatan perché magari ti piace, solo che ti intimorisce tanto che ti blocca e non riesci a capirlo. Magari invece è solo amicizia punto e basta, chi lo sa… rilassati, hai tutto il tempo che vuoi per capirlo. -
Alex parve tornare alla vita ed ancora una volta Roby provò l’insano istinto di saltargli addosso. Come poteva essere così delicato e sensibile senza risultare una checca assurda?
Finì per perdersi nel suo viso elegante e per ascoltarlo come se parlasse direttamente a lui.
- Ed ora cosa dovrei fare intanto? - Chiese Alex con un filo di voce flebile, alzando lo sguardo insicuro sul suo fermo e maturo.
- Continua a sentirlo, no? Coltiva questa cosa che è cominciata, torna a chiamarlo per qualche bicchierata, invitalo quando fai le serate da te con gli altri… insomma, continua come hai iniziato, stai andando bene, con la tua solita calma. Vedrai che verrà tutto da sé. Solo che è giusto che consideri che c’è anche quell’opportunità, quell’opzione, insomma. Ok? - Alex sospirò e figurandosi il viso deciso e poco delicato di Zlatan arrossì col batticuore d’adolescente. Non era facile pensare a lui, figurarsi averci a che fare.
Ancora una volta gli venne in mente Ricky, uno come lui che si era messo con uno come Cris. E sorvolando sulla questione fede, matrimonio e omosessualità… ma Cristiano Ronaldo!
Certo che su di lui anche un prete faceva pensieri sconci, ma chi osava poi avvicinarlo? Appunto per questa sua inarrivabilità portata da quel carattere così egocentrico, egoista e narcisista, come si poteva entrare nelle sue grazie?
La fama che aveva quel ragazzo era assurda ed uno angelico e buono come Ricky -sempre lasciando perdere la fede ed il matrimonio- come poteva poi essersi messo con Cris, amorevolmente ricambiato per di più?
Questo diede conforto e forza ad Alex.
“Bè, se ci è riuscito lui a venirne a capo e a vincere in un’impresa simile, perché io non devo? Insomma, non è mica tanto diverso da me, no? Magari più coraggioso e più religioso, ma fondamentalmente siamo simili. Forse lui più maturo. Tanto più maturo. Ma per il resto…”
Pensò Alex.
Effettivamente avevano un paio di somiglianze, lui e Ricardo, ma non eccessive e non molte, alla fin fine.
Con un sospiro si rasserenò un po’ volendo per lo meno provare a venirne a capo, se non altro per capire cosa voleva effettivamente da Zlatan. Ovvero se era da rinchiudere o no!

Una volta che Thiago se ne andò per gli allenamenti pomeridiani, Roby rimase lì con Alexandre e di nuovo steso sul divano dell’amico si premette il polso sugli occhi che chiuse stretti.
La tensione scivolò via facendolo crollare in più di un senso.
Era dura, così.
Dannatamente dura.
Ma più andava avanti, più si rendeva conto che non poteva farne a meno di Thiago e di entrare nella sua vita in ogni modo possibile. Sia pure per prendersi le briciole.
A quello sorrise amaramente.
“Io che mi accontento delle fottute briciole? Devo essere impazzito…”
Ma non fu in grado di aggiungere altro e quando sentì Alex sedersi ai suoi piedi e appoggiargli le gambe sulle proprie, non si oppose alla sua presenza, così come al suo tocco gentile ed ingenuo.
Un contrasto curioso fra questo e ciò che disse, che di ingenuo aveva ben poco…
- Quanto pensi di andare avanti così? -
Roby capì il senso della domanda ma non seppe rispondere.