CAPITOLO VII:
THIAGO E KEVIN

kevin thiago


In tutta onestà non avrebbe mai immaginato di trovarsi in quelle condizione, al rivederlo qualche ora dopo.
Per quel pomeriggio il mister aveva voluto un allenamento di tattica, di conseguenza aveva dato a tutti appuntamento in sede, nella sala video, per visionare con i filmati i momenti salienti dell’incontro con la Juventus e poterli liberamente insultare con le sue perenni non espressioni e la sua placidità zen invidiabile.
Non faceva tecnicamente paura, quell’uomo, non si agitava quasi mai ed era raro che lo facesse, però ti guardava coi suoi occhi sempre fissi in un’unica costante inclinazione che era quella del ‘sei una nullità’ e sia che lo pensasse, sia che non lo pensasse, non la capivi la differenza e tu ti sentivi così lo stesso.
Un capolavoro di uomo!
Per questo tutti lo ascoltavano come fosse un terrorista o Gesù Cristo!
Thiago giunse in sala insieme ad un paio di altri compagni, era in perfetto orario e la testa ancora piena di nozioni su Kevin. Appena fu dentro cercò di individuarlo e lo trovò immediatamente. Era là, di schiena, in piedi accanto a Zlatan ed Antonio. Quest’ultimo infatti stava sparando un sacco di battute a raffica mentre un po’ Zlatan rideva, ed un po’ cercava di ucciderlo. Avevano un rapporto curioso, i due.
Kevin sembrava ridere e rispondere a tono a sua volta con qualche battuta probabilmente accattivante, ma gli sguardi fugaci di fuoco in direzione di Zlatan li mandava eccome, solo che era così abile da non farsi accorgere da nessuno, specialmente dall’interessato con cui altrimenti sarebbe finita.
Thiago da quello trovò conferma sull’idea che aveva avuto e gli parve tutto così chiaro e cristallino che gli sembrò di avere un libro davanti.
Kevin puntava ad Alex davvero ma aveva capito che c’era uno strano qualcosa fra lui e Zlatan ed ora voleva capire di che diavolo si trattasse e soprattutto se dovesse preoccuparsi e far fuori, eventualmente, il rivale.
No, si disse quindi con un sospiro, non c’era posto per lui.
Decise che si sarebbe messo subito il cuore in pace e che tanto era meglio così, prima di infilarsi in una relazione difficile con uno che probabilmente la parola fedeltà non l’aveva nel DNA. Non sapeva dire, Kevin gli dava quell’impressione. Del resto se si era separato dalla moglie un motivo c’era…
- Volete un caffè e dei pasticcini, per caso? - Si levò calma e apparentemente gentile la voce del mister.
I ragazzi presenti, tutti ormai, si girarono verso di lui smettendo di parlare. Il gran capo era entrato e da ciò che aveva detto si capiva che era profondamente seccato per la partita di ieri, se non altro dalle parole che per inciso si sarebbero dovute accompagnare a della ironia per avere un certo effetto. Così non fu e non solo, anche l’espressione rimase quella di sempre, ovvero faraonica. Per non dire della posizione del corpo!
Aveva le mani sprofondate nelle tasche e le spalle rilassate.
Tutto di lui tradiva quello che probabilmente era il suo vero stato d’animo e dalla fermezza con cui li guardò e con cui poi non aggiunse altro, capirono che non era aria.
Oddio, non che normalmente lo fosse, però magari a volte ci si poteva azzardare a scherzare di più, quello sì!
Thiago così si sedette insieme ad altri e quando Kevin cercò a sua volta posto seguendo Antonio e Zlatan, lo vide.
Lo vide e basta, non fece cenni di alcun tipo, però prese e si allontanò dai due con cui aveva parlato fino a quel momento per sedersi precisamente accanto a lui.
Thiago per poco non saltò letteralmente sulla sedia per la sorpresa.
Tutto si sarebbe aspettato ma non quello ed in tutta onestà non sapeva proprio come andare avanti da lì in poi, per questo decise di non fargli cenni a sua volta visto che non ne aveva ricevuti e di concentrarsi su quello per cui era lì.
La riunione.
Il mister con la sua flemma cominciò a parlare, ma da come scandiva bene le parole e dall’inclinazione alquanto gelida della voce capirono tutti quanto furioso fosse. Dovevano quell’atmosfera solo alla sua capacità zen, altrimenti avrebbero visto Satana in persona, alla Mourinho insomma!
I vari video spezzati ed interrotti dalla sua voce cominciarono e dopo i primi minuti il poco sonno si fece sentire un po’ per tutti.
Non erano delle grandi idee quegli allenamenti di tattica, ma quando la partita del giorno prima era un disastro, erano un rito. Così magari per evitare la noia mortale i giocatori giocavano bene!
No, macchè!
Thiago e Kevin, dunque, non fecero eccezione al sonno profondo e con un sospiro soffocato più somigliante ad uno sbadiglio, si appoggiarono in perfetta sincronia coi gomiti sui braccioli delle rispettive sedie. Che naturalmente coincidevano con lo stesso.
Si toccarono con spalle e braccia e per poco anche con le teste, se ne accorsero una frazione di secondo prima che questo succedesse e Thiago si raddrizzò come un grillo, quasi pronto a saltare sul posto.
Non era un idiota ingenuo qualunque, però il suo fascino lo subiva tutto.
Ed anche schifosamente, aggiunse fra sé e sé!
Kevin lo notò in pieno e ghignò sadicamente divertito, infatti non si spostò e rimase appoggiato al bracciolo che avevano in comune e osò anche accomodarsi meglio sulla sedia, in modo da scivolare più verso di lui.
Thiago non disse nulla, non pronunciò verbo e quasi non respirò ma le parole del mister furono arabo per tutto il tempo, così come le immagini che scorrevano davanti ai suoi occhi non corrispondevano a quelle che effettivamente vedeva.
Quando poi lo sentì anche spudoratamente appoggiarsi col capo in modo strategico da non far sembrare che fosse sulla sua spalla a dormire, il brasiliano non poté che girarsi verso di lui lentamente. Non fu brusco e arrivò fin dove riuscì, naturalmente in quella posizione non poteva vederlo bene in viso ma era così vicino che tanto bastava.
Come potevano stare così dopo la notte passata senza poi fra l’altro dirsi nulla?
Per Thiago, Kevin era sempre più un mistero e si chiese se mai si fosse decriptato!

La riunione trovò la sua fine con un Kevin quasi del tutto addormentato e sempre strategicamente appoggiato sulla spalla di Thiago.
Nessuno sembrava averlo notato, nessuno l’aveva ripreso, ma quando il mister uscendo gli lanciò uno sguardo -oddio, nulla di atroce visto che non cambiava mai modalità espressiva-, il difensore capì che l’aveva sgamato alla grande e che probabilmente non gli avrebbe detto nulla ma si sarebbe limitato a farlo sgobbare il giorno dopo.
- Kev…Kevin? - Chiamò piano ed incerto visto che non si muoveva, per lo meno doveva avvertirlo -oltre che l’incontro era finito- che il mister l’aveva beccato in pieno.
La non risposta da parte dell’altro gli fece pensare che dormisse davvero, quindi gli toccò il viso con la mano ed invece di scuoterlo per svegliarlo, si trovò quasi ad accarezzarlo involontariamente. Quando si rese conto di aver fatto un gesto insolito e fraintendibile, ritirò subito la mano ma ormai Kevin era bello che sveglio ed aveva tirato su la testa sempre rimanendo verso di lui e si era messo a fissarlo con un sopracciglio alzato e chiara espressione scettica in viso.
Thiago non si scompose e con la calma più assoluta rispose senza muoversi di un millimetro dalla vicinanza che li univa:
- Non ero messo bene, non ti vedevo. Non volevo certo accarezzarti la guancia ma solo scuoterti per svegliarti! -
Kevin però ammiccò, non ci aveva creduto o forse aveva voluto non crederci. Non importava perché comunque era vero che era una palla. Una palla egregia, ma sempre palla era.
Thiago non si preoccupò e sorridendo composto, rispose:
- Comunque la riunione è finita! Possiamo andare a casa! - Così facendo poi si alzò stiracchiandosi e sbadigliando.
Era stato piuttosto noioso se non per Kevin appoggiato a sé.
Guardò l’ora notando che anche lui si alzava e volendo cancellarlo alla velocità della luce prima di impantanarsi in qualcosa di doloroso per cui poi sarebbe potuta servire la consulenza di Roby, mormorò come parlasse da solo.
- Ora mangio qualcosa veloce e mi infilo subito a letto… - ma non fece in tempo a dire ‘ho un sonno allucinante’ che Kevin lo stava fissando con tutta la malizia del mondo e con la notte precedente ben stampata in testa non poté che arrossire al ricordo di quello che poi era stato dopo.
Traducendo perfettamente quello sguardo poco discreto, Thiago rispose con padronanza egregia di sé:
- Perché sono stanco, ho sonno. Ho dormito poco, stanotte. - Ma questo lo disse di proposito come innocente provocazione e Kevin se ne beò talmente tanto che decise, intanto che lavorava su Alex passando per Zlatan -doveva capire chi erano i suoi rivali… e già che una era niente meno che il neo presidente non era una sciocchezza!-, che si sarebbe divertito altrove lo stesso. Del resto avrebbe potuto impiegarci chissà quanto prima di ottenere ciò che voleva, nel frattempo mica poteva rimanere a digiuno!
- E ti va di dormire ancora meno, questa? - Chiese avvicinando il viso al suo fino a sfiorarlo. Sfiorarlo e basta. Gli parlò all’orecchio e questo bastò per farlo rabbrividire.
Se glielo avessero detto prima per prepararlo alla proposta, Thiago non ci avrebbe mai creduto, figurarsi ora che veniva preso in contropiede.
Suo malgrado fu encomiabile poiché sebbene dentro di sé morisse nel non capire perché diavolo ora voleva proseguire il discorso di quella notte mentre in contemporanea tastava il terreno Alex-Zlatan, rispose prima ancora di pensarci e di ricordarsi delle parole stranamente sagge e veritiere del suo amico Roby.
- Casa mia è sempre aperta. -
“Tanto più che mia moglie coi bambini in questo periodo è dai suoi per farsi dare una mano visto che io sono sempre via per le partite e lei non ce la fa da sola… di conseguenza ho veramente casa libera!”
Poi si diede del pazzo suonato e soprattutto del masochista, specie perché tutto quello per Kevin non significava altro che divertimento fisico e lui gli stava dando carta bianca per poter fare di lui tutto quel che voleva, anche spezzettarlo a brandelli se voleva.
Kevin brillò pericoloso quando lo sentì ma soprattutto quando lo guardò uscire dalla sala video come niente fosse, con passo calmo.
Quel ragazzo ne riservava di sorprese.
Sarebbe stato decisamente piacevole passare il tempo con lui in attesa di quello che considerava il suo autentico obiettivo, ovvero Alexandre.

Sapeva benissimo dove viveva, lo raggiunse senza nemmeno passare da casa, gli diede giusto il tempo di salire per primo e sistemare casa come era sicuro dovesse fare. Non sapeva quasi nulla della sua vita privata e di che tipo fosse fuori dal campo, sapeva che aveva appena avuto un secondo figlio ma se Thiago gli aveva detto che poteva venire, allora probabilmente moglie e figli non c’erano.
Non sapeva molte cose di lui, come ad esempio che era l’ordine fatto persona.
Attese in macchina qualche minuto, dopo di che salì.
Quando suonò provò ad immaginarlo agitato ma non ci riuscì, Thiago alla fine era rimasto sempre in sé.
Il ragazzo infatti lo fece venire in casa ed il suo tono di voce fu perfettamente tranquillo.
Quando entrò capì che non doveva aver avuto bisogno di riordinare e sistemare tutto poiché era di certo un tipo preciso di suo come la morte.
Un posto arredato con buon gusto ma essenziale e minimalista, poche cose extra in giro e soprattutto di sicuro niente fuori luogo. Sua moglie doveva avere buon gusto, poi ci pensò. Per aver sposato uno come Thiago doveva averlo per forza.
Casa propria era un casino, invece, specie da quando viveva da solo.
- Complimenti. - Disse spontaneo con aria sinceramente ammirata.
Thiago sorpreso dell’uscita lo ringraziò cominciando a sentirsi stranamente in imbarazzo.
Bè, era come se si fossero dati appuntamento per fare sesso ed era una delle cose che aveva sempre odiato ma allo stesso tempo non riusciva quasi mai a farne a meno. Cioè programmare le cose.
Era un po’ contraddittorio talvolta…
Spostò così lo sguardo da casa propria al compagno ancora fermo all’ingresso, quindi si grattò la nuca chiedendosi cosa fosse il caso di fare a quel punto.
Cioè, si era ripercorso il dialogo con Roby ed era anche stato tentato di chiamarlo intanto che l’aspettava, ma alla fine Kevin aveva suonato così niente consulto.
Bè, gli aveva praticamente dato il via libera per fargli tutto quello che voleva, non poteva certo tirarsi indietro a quel punto, sarebbe stato da idioti.
Specie perché lui non voleva tirarsi indietro per niente!
Kevin notò un po’ di conflitto interiore, un po’ gli piaceva quando erano indecisi, quindi gli lasciò del tempo per pensarci. Non si poteva rimangiare la concessione dopo averla fatta e non era nemmeno tipo da bruciare le tappe e saltare addosso all’altro come una stupida scolaretta.
Sapeva fare le cose con calma, lui!
- Guarda che non ho mangiato, sai… - Disse con un tono deciso avanzando da solo per l’appartamento, autoinvitandosi oltre che a letto anche a cena!
Thiago si ricordò che anche lui doveva ancora mangiare quindi riscuotendosi pensò che durante la cena sarebbe stato perfetto conversare e provare a capirsi un po’ meglio, visto che sembravano incapaci di riuscirci. O per lo meno come si doveva.
Che volessero fare sesso insieme era l’unica cosa evidente!
- Ordiniamo qualcosa? Non ho voglia di cucinare… - Disse consapevole che se l’avesse visto ai fornelli sarebbe stato troppo. Era lui il cuoco del gruppo e voleva che la cosa rimanesse segreta a chi non era dei suoi amici ristretti poiché era consapevole di avere un’aria da bravo ragazzo. Se si mostrava pure un bravo cuoco poi quella faccia non gli sarebbe mai più andata via e lui non voleva.
Kevin si strinse nelle spalle e annuì come se per lui fosse uguale, non aveva effettivamente fame ma voleva solo dargli il tempo di pensare come si doveva.
Oltretutto entrare e cominciare subito a scopare per poi magari andarsene subito dopo era squallido persino per lui!
Nell’attesa che la pizza arrivasse, si sedettero a parlare cominciando una qualunque conversazione diretta proprio da Thiago il quale era un maestro nel deviare gli altri prima di portarli esattamente laddove voleva, con la sua solita astuzia mentale.
Kevin non era molto concentrato e nemmeno particolarmente interessato alla riunione di quel pomeriggio che l’aveva per altro fatto addormentare, quindi quando arrivò la pizza e cominciarono a mangiarla, il proprietario di casa la vide come un’occasione perfetta per introdurre pian piano l’argomento X della serata, poi si sarebbe potuto dare a lui senza remore, indipendentemente dalla risposta. Cambiava la propria consapevolezza.
Darsi sapendo di essere un passatempo e darsi sapendo di essere nel mirino erano due cose diverse e per lui sembrava importante, se non altro per prepararsi in anticipo al futuro stato d’animo che poteva essere o devastante o al settimo cielo.
- Non hai altre domande da farmi? -
Chiese con fare misterioso Thiago. Kevin alzò un sopracciglio senza capire.
- Del tipo? -
- Del tipo se ho sentito Alex, ad esempio… - l’altro che stava mangiando una fetta, rimase stupito della sua abilità a giostrare l’argomento senza apparire impiccione o troppo diretto. Ammirandolo decise che sarebbe stato al suo gioco per vedere quanto abile fosse ancora.
- L’hai sentito? - Chiese facendola sembrare una domanda dovuta alla sua uscita.
Thiago continuò a non scomporsi e dopo aver mangiato una fetta di pizza a sua volta, rispose come niente fosse:
- Sì, abbiamo mangiato insieme da lui, oggi. -
- Abbiamo? - Chiese interessato.
- Sì, io e Roby… sai, gli inseparabili amici! - Sapeva che li consideravano tutti così e non esitò ad usare un po’ di malizia. A Kevin piacque anche questo e continuò a mangiare pregustandosi il resto. Cioè il dopo cena.
- Come stanno? - Domandò fingendo che fosse ancora una delle conversazioni sul più ed il meno di prima.
- Oh bene… si stanno riprendendo pian piano, fisicamente. -
- E per il resto? - Non gli interessava di certo Robinho, ma era stranamente stato inserito nel discorso che gestiva magistralmente Thiago.
- Alex ha qualche dubbio di natura personale, ma è un po’ complicato da spiegare. - Non avrebbe spiattellato nulla delle sue confidenze, figurarsi, voleva solo tastare il famoso terreno e vedere quanto effettivamente gli interessasse.
- E si può avere la versione breve di queste? - chiese cercando di non dimostrarsi troppo coinvolto, purtroppo per lui fu tradito dall’allusione che usò. Allusione a ‘sappiamo bene di cosa stiamo parlando ma non lo diremo mai chiaramente’.
Qualcosa di molto strano, in effetti…
- Con lui non esistono mai versioni brevi. Diciamo solo che… sta scoprendo nuovi lati di sé! - più di così non avrebbe detto ed i tre pezzi a testa di pizza maxi che si erano ordinati ormai erano nei rispettivi stomaci, tutti a parte l’olio che rimaneva sulla bocca carnosa ed un po’ sul mento di Thiago.
Si stava infatti pulendo le mani, quando l’altro si avvicinò con la sedia in perfetto silenzio e senza aggiungere altro riguardo Alex e company, gli girò il viso con un dito. Il secondo dopo lo stava pulendo dall’olio della pizza, ma non con il tovagliolo.
Passò prima a leccare il mento che succhiò con lentezza esasperante, poi con altrettanta calma risalì con la lingua sulle labbra.
Thiago tratteneva il fiato e probabilmente si era appena sconnesso, immobile fra le sue mani.
Schiuse gli occhi per vedere fugacemente la sua espressione. Era liberamente nel pallone, shockato e teso. Non si aspettava un ‘attacco’ simile.
Compiaciuto proseguì delineando con la lingua le sue labbra, gliele ridisegnò come aveva voluto fare quella notte e dopo avergliele ripulite, gli prese le mani e l’alzò con sicurezza.
Non lo baciò e al compagno venne una sete tremenda.
La gola secca e la voglia di prendere lui l’iniziativa ed aprirgli la bocca per rispondere con la sua lingua.
Come osava fargli una cosa simile e poi non continuare?
Si rese conto che lo stava portando in camera avendola notata prima dalla porta aperta di una delle stanze che si vedevano dal soggiorno e dimenticò di nuovo di respirare.
Ma stava cercando disperatamente di pensare, cosa difficile con quello sguardo magnetico puntato addosso.
“Vuole fare sesso con me. Lo voglio anch’io. Bene perfetto. Che altro importa? Oh dannazione, cos’è che aveva detto oggi Roby? Di non darmi se ero solo un volgare passatempo perché altrimenti poi mi sarei sentito una schifezza? E come diavolo faccio?”
Poi si rese conto che effettivamente si era nuovamente interessato ad Alex e dunque quello confermava l’impressione che aveva già avuto. Per Kevin non era niente, ma per lui sì… perché gli piaceva dannatamente… e quando gli piaceva qualcuno a quel modo finiva sempre male, per lui, perché al novanta percento non era mai ricambiato.
Kevin lo vedeva indeciso, lo sentiva insicuro, stranamente, come se combattesse con sé stesso. Probabilmente aveva capito che puntava ad Alex e che lui era solo un passatempo e la cosa non gli garbava molto.
Sveglio il ragazzo, si disse.
“Bè, ma lui non sa che i miei passatempi non hanno di che lamentarsi!”
Giunti davanti al letto, Kevin gli prese le estremità inferiori della maglietta e gliela tolse alzandogliela, Thiago gli facilitò il compito accompagnandolo con le braccia che tirò su e senza farsi pregare e prima ancora che venisse toccato dall’altro, si inginocchiò subito davanti a lui. Kevin non si sarebbe mai aspettato di vedergli vincere la sua lotta interiore con tanta facilità, ma fu piacevolmente colpito nel vederlo abbassargli i pantaloni della tuta del club che ancora indossava e con essi anche i boxer. Quando poi giunse subito con la lingua sulla punta della sua erezione che nel frattempo cominciò a stimolare con la mano, alzò un sopracciglio malizioso e sempre più incredulo, ma non certo lo interruppe.
Quando lo sentì prendere sempre più piede e lambirlo con le labbra, gli mise le mani fra i capelli mossi, sulla nuca, e cominciò ad accompagnarlo sul proprio inguine aumentando il ritmo fino a che l’eccitazione non salì vertiginosamente.
Abbandonando la testa all’indietro e sospirando di piacere, si rese conto che stava raggiungendo il culmine troppo presto, quindi maledicendo mentalmente quella sua incredibile capacità di bocca, lo staccò da sé quasi brutalmente e provocandogli un lamento contrariato spontaneo, Kevin per poco non ebbe la tentazione di riattaccarselo di nuovo fra le gambe per farlo continuare.
Che storie erano?
Vedere un bravo ragazzo comportarsi da tutt’altro che bravo ragazzo lo stimolava tanto?
Thiago aveva effettivamente quell’aria da carino per bene, uno tutto perfettino che poi vederlo così smaliziato e spedito riguardo il sesso, lo mandava decisamente fuori di testa. Molto fuori di testa.
E non gli era ancora accaduto.
Fu così che sul suo sguardo contrariato per l’interruzione, se l’alzò da davanti e spingendolo sul letto, rimase in piedi a spogliarsi.
Lo fece continuando a fissarlo senza staccare gli occhi dai suoi e lo vide come accompagnava ogni movimento vogliosamente. Gli piaceva da matti essere guardato così, voleva intensamente averlo e per Kevin essere desiderato tanto era come il pane.
Non fece grandi mosse stravaganti sebbene lui sapesse ballare ed anche bene, ma proprio per questo risultò estremamente sensuale ugualmente, perché sapeva spogliarsi senza esibirsi. Oh, se lo sapeva…
Thiago cominciò involontariamente a succhiarsi il labbro inferiore facendo venire voglia all’altro di fare altrettanto. Lo vide togliersi i vestiti uno ad uno con calma esasperante per poi, una volta conclusa tutta la lunga operazione, raggiungerlo nel letto.
Il brasiliano l’accolse indietreggiando sul materasso, spostandosi indietro per fargli posto, quindi l’osservò avanzare verso di lui a carponi e gli venne ancor più sete.
Come riusciva a fare cose tanto semplici risultando tanto sexy?
Kevin gli si avvicinò tanto da sfiorarlo con le labbra, tanto da fargli pensare per un assurdo momento che finalmente si sarebbero baciati davvero, ma non successe e si chiese se lui coi suoi passatempi evitasse quell’atto per principio o per chissà quale motivo.
Decise che l’avrebbe assecondato e che sarebbe rimasto a guardare.
Quando gli fu abbastanza sopra, Kevin gli prese pantaloni e slip insieme e glieli sfilò, dopo di che gli aprì le gambe e vi si sistemò in mezzo, infine lanciandogli un ultimo sguardo particolarmente caldo e allusivo che lo fece avvampare, ricambiò il piccolo favore di prima.
Sentendo le sue labbra sulla propria erezione, si lasciò cadere sul cuscino e stendendosi completamente si abbandonò al piacere che già cominciava a salire in lui. Non avrebbe pensato di poter riprovare le stesse cose della sera prima, forse anche più intense, o magari frustranti visto che non gli lasciò raggiungere l’orgasmo finendo invece per interrompersi sul più bello. Tornò a guardarlo enigmatico e Thiago provò il fortissimo istinto di prendergli la testa e rimetterla dov’era prima, ovvero fra le proprie cosce, ma fu meglio sentirlo scendere con la bocca.
Kevin lo prese infatti da dietro le ginocchia e gli tirò su le gambe piegandogliele per prendersi un miglior accesso, appena Thiago capì cosa gli stava per fare, l’aiutò tenendole lui stesso in quella posizione, quindi cominciò dapprima con le dita e poi con la lingua. I suoi gemiti furono alquanto appaganti per uno dall’ego così grande. Sapere che stava facendo godere tanto qualcuno, specie uno come lui, non era di certo male…
Crebbe d’intensità e quando lo sentì talmente eccitato da sentirgli chiedere il resto, sia pure con una certa padronanza invidiabile del linguaggio che neppure in quel caso si rivelò volgare, Kevin non esitò e decidendo di accontentarlo e non spingerla troppo per le lunghe poiché… bè, dopotutto era solo un passatempo -dannatamente piacevole-, lo prese di nuovo per i fianchi e lo girò di schiena. Thiago collaborò immediatamente come se non aspettasse altro che quello e di nuovo quel meraviglioso contrasto fra la sua apparenza di ragazzo per bene e quello invece pronto a tutto, eccitò Kevin che si trovò praticamente senza controllo ad entrare in lui, senza il minimo riguardo, senza chiedersi se fosse la prima volta o se così andasse bene.
Nel momento in cui cominciò si sentì brutalmente risucchiato completamente in un altro universo, ogni cosa dimenticata, contava improvvisamente solo quel piacere istantaneo che sembrava capace di farlo esplodere nell’espandersi sempre più.
Tenendolo per i fianchi cominciò a muoversi in lui da subito intensamente, ma quando sentì Thiago gemere di piacere e chiamarlo per averne di più, proprio lì si trovò a tuffarsi in lui con impeto e sconvolgente fervore.
Non avrebbe mai nemmeno lontanamente immaginato che quel ragazzo potesse fargli un effetto tanto devastante.
Thiago, da parte sua, pensava la stessa cosa sebbene nella passione che lo incendiò ad un certo punto, quando spingeva come impazzito senza riuscire più a controllarsi, gli riportò assurdamente alla mente il viso di Roby.
Non l’aveva mai fatto ma sapeva che quello era anche il suo modo di fare sesso, fu così che proprio nel culmine del piacere, mentre ormai i loro corpi erano fusi in un’unica forma sensuale, si trovò a chiedersi se farlo con Roby sarebbe stato così… eppure fu ancora più strano raggiungere l’orgasmo esattamente con questa domanda nella mente.
Stranissimo e sconvolgente.
Crollati insieme sul letto, si sistemarono poco romanticamente uno accanto all’altro, ansimanti e sfiniti ma ancora eccitati. Dopo qualche istante in cui cercarono di riprendersi si girarono di lato fino a guardarsi in viso, non si sarebbero più toccati e Thiago ebbe la conferma di quel che aveva pensato prima. Kevin non baciava quelli che considerava solo passatempi.
Pensò che fosse squallido ma poi si corresse. Dopotutto sarebbe stato ipocrita farlo. Un bacio non era forse qualcosa di più intimo di un atto di sesso vero e proprio?
Improvvisamente, nel capirlo, seppe in anticipo cosa gli stava per dire, per cui non si stupì di ascoltarlo.
- Ti va di rifarlo ogni tanto? - Eppure sembrava più una domanda retorica. Thiago non si stupì nemmeno di quello e nonostante le parole del suo amico risuonassero con tanto di trombe nella mente dicendogli di non accettare per non ridursi come uno zerbino e soffrire in seguito, rispose incapace di fare ciò che sapeva era giusto.
- Perché no… -
Spesso ragione ed impulso non andavano di pari passo.
Impulso, non sentimento.
Erano cose diverse.