CAPITOLO VIII:
THIAGO E ROBINHO

thiabinho

Non ne sarebbe mai uscito vivo, emotivamente parlando, cosa che non poteva permettersi visto il tipo estroso e diretto che era.
Si rese conto, Roby, che non ne sarebbe mai uscito vivo quando il giorno dopo parlò con Thiago.
Il mattino successivo fu malamente buttato giù dal letto dal campanello e sebbene il giorno prima fosse stato il cellulare, non ci stava facendo l’abitudine ed intendeva non farla nemmeno in futuro.
Dopo tre squilli si ricordò che sua moglie ed il bambino erano usciti presto quel giorno e che era solo, per cui realizzando che doveva essere lui ad alzarsi e ad aprire, imprecando pesantemente e già di pessimo umore per quel risveglio, scese dal letto coi soli boxer con cui dormiva e in assetto da guerra andò ad aprire, peccato che quando vide Thiago si ammosciò subito spompandosi e facendo scemare tutta la sua furia omicida.
- Che cazzo ci fai qua a quest’ora, Thy? Che non diventi un maledetto vizio, porca puttana, perché giuro che ti spacco il culo la prossima volta! -
Ma non l’avrebbe mai fatto.
Il sorriso di scuse di Thiago divenne presto un capolavoro d’espressività dal momento che fu in grado di passare dal mortificato al gioioso e al colpevole nel giro di pochi secondi.
Roby lo notò ma notò anche il sacchetto con le brioche per cui decise di concentrarsi su quelle prima di dare retta a tutto quello che doveva dirgli il suo amico.
Certo che venire svegliato a quell’ora indecente proprio da lui non era poi male, a parte la voglia di tornare a dormire. Solo che c’erano anche certi effetti collaterali che già di norma erano la prassi appena si apriva gli occhi, figurarsi se poi davanti c’era l’incarnazione dei propri sogni erotici!
Prese la colazione dalle sue mani e piantandolo in asso all’ingresso, senza nemmeno salutarlo decentemente o fare gli onori di casa, gli diede le spalle dirigendosi in cucina. Nel tragitto si morse a sangue le labbra sperando che i bassi istinti andassero a cuccia. Thiago non era Alex che non si accorgeva delle cose nemmeno se spiattellate sotto il naso e spiegate in maniera elementare!
Si mise subito a trafficare col caffè e quando mise su una moka da sei per loro che erano due, Thiago chiese scettico:
- Aspetti ospiti? - Roby rispose con voce cavernosa, ancora dandogli rigorosamente le spalle sperando che la situazione là sotto si calmasse.
- No, ma se mi vuoi reattivo - e fece una smorfia su ‘reattivo’ dandosi dell’idiota per usare certi termini in certe condizioni - mi serve una dose tripla. -
Thiago non si stupì più di tanto e ridacchiando per una cosa che gli era appena successa, lo rese partecipe pensando che questo l’avrebbe fatto ridere.
- Sei paurosamente simile a Kevin! Anche lui appena sveglio se ne beve una dosa doppia se non tripla addirittura! Specie dopo una notte quasi insonne… - Roby sgranò gli occhi e divenne di pietra. Se non altro si svegliò a colpo pur senza caffè.
Giratosi di scatto, con la magica contro reazione delle sue parti basse, lo guardò come se avesse appena bestemmiato e senza mezzi termini ringhiò brusco:
- Non dirmi che ci hai scopato davvero! - Thiago non riuscì a spaventarsi sebbene chiunque sarebbe scappato a gambe levate, al contrario si dipinse sul suo bel visino carino un’aria da ‘perdonami, hai ragione, ma non ho proprio potuto evitarlo’.
Non servì parlare, Roby sbuffando e spompandosi si girò dandogli la schiena, fingendo di guardare il caffè.
Era drammatica la situazione, stava precipitando sempre più.
Lui era innamorato di Thiago e quello non solo lo considerava solo un amico ma andava con un altro di cui si stava seriamente prendendo ed ora doveva sorbirsi le sue paturnie che sapeva sarebbero arrivate. Quell’altro era uno stronzo, insomma, non un angioletto buono buono!
Ok, non aveva mai avuto niente contro Kevin, ci si era trovato piuttosto bene per una certa vaga somiglianza caratteriale e per certi modi di fare simili, ma ora che si andava in un altro campo, ovvero quello della gelosia, era tutta un’altra cosa, ovviamente…
- Roby? - Chiamò piano con quella sua vocina da ‘l’ho fatta grossa ma tu mi vuoi bene lo stesso, vero?’.
Roby sospirò pesantemente, aveva le spalle tese e si notava dai muscoli quasi del tutto in evidenza. La schiena un fascio di nervi. Stava cercando di domare l’istinto di spaccare la faccia a Kevin prima che gli facesse del male, Thiago lo sapeva perché conosceva il forte istinto protettivo del suo amico, però quella volta doveva lasciarlo fare. Probabilmente si sarebbe fatto male, era vero, ma non poteva evitare di viversela con tutte le conseguenze del caso. Era una cosa che voleva fare, punto e basta, se non altro perché non sarebbe mai stato capace di rifiutarsi a Kevin. Lo voleva troppo.
L’altro però continuava a stare rivolto verso il fornello e a dargli le spalle, quindi si avvicinò. L’unica cosa che non voleva non era una magnifica relazione di sesso con Kevin, bensì litigare con Roby.
Questi se lo sentì immediatamente dietro e capì che se si fosse girato ora la famosa reazione bassa bloccata con la rabbia, sarebbe tornata prepotente e fin troppo evidente.
La mattina lui aveva i riti.
Sveglia, cura particolareggiata di sé e doccia. Nella cura particolareggiata di sé comprendeva ovviamente ‘quello’. Se c’era sua moglie disponibile bene, altrimenti faceva da solo!
Quel giorno con Thiago lì non l’aveva fatto ed ora il suo corpo reclamava, oltretutto era anche in compagnia del suo famoso sogno erotico. Si stava proprio torturando.
Cominciò a pregare che se ne andasse in fretta per poter evitare di uccidere entrambi, Thiago perché apriva le gambe a Kevin e sé stesso perché stava lì con lui e soffocava tutte le voglie dannate che aveva.
Non poteva girarsi ora e guardarlo ma non poteva nemmeno rimanere così di schiena in eterno, Thiago non si sarebbe mosso fino a che non avrebbe avuto la certezza che era tutto a posto e l’avrebbe avuta solo quando avrebbero fatto una lunga colazione insieme prima di andare agli allenamenti mattutini.
Dunque che soluzione aveva?
O gli rispondeva male facendolo rimanere di merda o se ne andava lui piantandolo in asso. In ogni caso Thiago ci sarebbe rimasto male.
Questi invece, dal canto suo, proprio non capiva cosa prendesse al suo amico.
Sapeva che non l’avrebbe digerita bene ma su tutte le cose che quella mattina aveva pensato di fare, dopo aver visto Kevin andare via di buon mattino, prima fra tutte era stata fare colazione con Roby per dirgli tutto. Non esisteva che non gli raccontasse come erano andate le cose e cosa combinasse. Tanto lo sarebbe venuto a sapere, se era il primo magari si arrabbiava di meno.
Quel ragazzo era troppo protettivo verso di lui ed intenerito da questo lato, gli mise una mano sulla spalla tesa per girarlo. Era talmente tirato e rigido che non si mosse, così deciso a non andarsene senza una riappacificazione, gli mise l’altra sul fianco.
E dannazione, proprio sul fianco?, pensò Roby sussultando involontariamente.
Una vera e propria maledizione!
Thiago percepì il suo scatto e traducendolo in ‘non toccarmi cazzo perché altrimenti ti spacco i denti’, per contro lo girò di proposito obbligandolo a guardarlo.
Era assurdo continuare a fissare la sua schiena e non risolvere nulla!
Anche solo a gridarsi l’un l’altro andava bene, ma quel silenzio no, per niente.
- Roby, guardami, parlami! - Con un’insospettabile forza visto la differente muscolatura dei due, Roby si ritrovò imprigionato fra il fornello ed il compagno che continuava non solo a fissarlo inquisitore e deciso da quella vicinanza pericolosa, ma lo teneva ancora per i fianchi, ora con entrambe le mani.
Poteva morire così?
Sì, perché no!
Quando vide il suo volto cupo che si tratteneva dall’esplodere, Thiago si preoccupò e con delicatezza eccessiva da sostenere per Roby in quel momento, mormorò:
- Non arrabbiarti, devi farmela fare questa cosa perché sappiamo entrambi che quando tornerà io non saprò dirgli di no e non voglio fare niente di nascosto a te. Voglio che mi appoggi, ti prego. Posso parlare liberamente solo con te perché sei quello che mi capisce meglio, che sa tutto di me, che mi conosce. Non arrabbiarti, per favore. - Come avrebbe potuto?
Non era una puttana che si ruffianava un uomo di proposito per fargli fare quello che voleva, era un ragazzo sincero dai sentimenti particolarmente spiccati e dalla forte sensibilità. Non gli importava di fare la figura di quello poco mascolino, non gli interessava cosa potevano pensare gli altri, lui diceva quello che doveva dire. Come poteva immaginare che gli altri non lo vedevano come una femminuccia e che anzi associavano perfettamente fermezza, eleganza e sensibilità in un’unica persona senza che essa apparisse quel che non era?
Ma soprattutto come poteva immaginare il reale stato d’animo di Roby?
Come poteva sapere di averlo appena ucciso definitivamente?
“Ed io ora come diavolo faccio a togliermelo di torno, a vedere di me, a voltargli le spalle come so che è fottutamente giusto per me? Perché voglio stare con lui e lui vuole stare con un altro. Ma come cazzo posso troncare tutto per evitare di infognarmi più di quanto non lo sia già, se mi parla così? Oh cazzo, ma dove sono finito? Come diavolo ne esco, ora?”
Quando concluse quel giro di pensieri sul disperato andante, lo sguardo era talmente ammorbidito che non se ne era accorto nemmeno lui ma l’effetto che Thiago gli faceva, niente era in grado di farglielo.
Alla fine strinse le labbra piegandole in un’espressione di resa e quando mollò tutti i muscoli rilassandosi sotto il suo tocco, capì che solo se Thiago non avesse abbassato lo sguardo ne sarebbe uscito più o meno intero.
Più o meno.
Pregò ardentemente che continuasse a fissarlo negli occhi e che non si avvicinasse oltre, quindi buttando fuori qualcosa a caso per sigillare quella specie di pace a quella specie di litigio senza parole, disse alzando le spalle in un finto menefreghismo forzato:
- Va bene va bene, ora togliti che ho da bere il mio cazzo di caffè! Fa come ti pare, dannazione, tanto lo fai sempre! Comunque sai dove abito ed anche se ti caccio a calci in culo torni sempre! - Quello era poi il loro rapporto, dall’esterno uno non l’avrebbe capito ma a loro era così chiaro che a volte era Roby a pensare di essere impazzito ad innamorarsi di lui.
Insomma… uno per amicizia si faceva dire di tutto e l’altro sempre per amicizia -amore- gliele diceva!
Che rapporto era mai quello?
Alla fine nessuno si offendeva, continuavano a confidarsi e sostenersi, erano sempre più legati che mai.
Già… che rapporto era mai quello?
Thiago sorrise capendo che l’avrebbe avuto come sempre dalla sua parte e contento l’abbracciò di slancio buttandogli entusiasta le braccia al collo.
Roby per poco non ci rimase e prendendolo di riflesso per la vita cercò di allontanarlo per impedirgli di sentire le ormai note reazioni basiche, poi con una scarica fantasiosa di insulti al destino che gli aveva piazzato Thiago sul suo cammino, cominciò a blaterare:
- Sì sì, bravo, anche io, ora mollami che… -
Thiago sentendo che cercava di porre resistenza, cosa che non faceva mai, si staccò quel tanto per guardarlo in viso ma senza togliergli le braccia dal collo.
- Che? - Ingenuo, quel tipo di ingenuità inconsapevole che era tremendamente deliziosa e che a Roby dava dannatamente sui nervi! Una persona che scopava con tutti gli uomini che gli capitavano a tiro e che lo faceva tradendo sua moglie, non poteva non arrivarci da solo al fatto che di mattina aveva l’alzabandiera, dannazione!
Alla fine esasperato non resistette più e stufo marcio di cercare di trattenersi, la sparò spontaneamente diretto sperando che questo lo facesse smettere:
- Che altrimenti ti uso per i miei cazzo di bisogni mattutini! -
- Bisogni mattutini? - Questa fu la ciliegina sulla torta. Colpa della testa che Thiago aveva da un‘altra parte altrimenti ci sarebbe arrivato.
Roby, però, ormai era andato e più concitato di prima ed estremamente seccato, sbottò infine:
- Seghe, Thiago! Io la mattina mi faccio le seghe perché mi si drizza come ad ogni uomo sulla terra e lo faccio perché altrimenti ragiono col cazzo per tutto il giorno e finisco per fare il coglione! O mi faccio mia moglie o, quando non c’è o non vuole, le seghe! Capisci? Non puoi strofinarti così su di me e chiedermi perché ti allontano, porca puttana! -
Thiago questa volta divenne di mille colori e tornando a sentirsi tanto Alex, lo mollò al volo, rigido come un cadavere.
Questo per lo meno ebbe il potere di far ridere l’altro che si rilassò un po’. Almeno la voglia di saltargli addosso era passata. Sì, perché lui con quelli così ingenui non ci riusciva minimamente a stare, per questo aveva perso la testa per lui. Thiago non era ingenuo. Normalmente. Quando non aveva la testa nel letto di un altro…
Alla fine riuscirono a fare una colazione pseudo decente evitando di guardarsi nelle zone a rischio, di avvicinarsi entro altre zone a rischio e di toccarsi sempre in quelle famose zone a rischio!

Quando Thiago dovette andare agli allenamenti, Roby si diresse di filato da Alex. Quel pomeriggio avrebbero avuto una seduta di fisioterapia insieme ma non era per questo che si presentò da lui già in mattinata.
Non si sprecò a suonare, sapeva che dormiva e che prima che fosse reattivo sarebbe morto, quindi fece il giro sul retro ed usò la copia di chiavi che l’amico aveva dato sia a lui che a Thiago per entrare da soli come volevano.
Salì subito le scale e con aria cupa di chi era sull’orlo di un crollo apocalittico, si fiondò nella camera dell’amico.
Stava dormendo e quando si sentì scuotere poco gentilmente da Roby, per poco non gli venne un infarto.
Aprì gli occhi gonfi di sonno e confuso non capì perché diavolo si stesse infilando nel suo letto, ma lo lasciò fare sperando che poi lo illuminasse.
Solo quando lo vide appallottolarsi in un modo che non gli aveva mai visto fare, venne illuminato dal flash del giorno precedente.
- Thiago? - Chiese con voce roca dimostrandosi sorprendentemente meno ingenuo del previsto. Roby ci aveva sperato ed annuendo lieto di non dover dire altro, spinse la fronte contro il suo petto, tirandosi su il lenzuolo fin sopra la testa col quale poi coprì anche l’altro che ancora non si era effettivamente mosso.
Alex sospirò dispiaciuto, non c’era bisogno che gli spiegasse, era evidente che le cose dovevano essere andate come entrambi avevano immaginato, quindi lo cinse delicato e se lo accomodò meglio contro. Entrambi su un fianco, rivolti l’uno verso l’altro, sembrava che fosse Alexandre il fratello maggiore e non viceversa come apparivano sempre di solito.
Non dissero nulla, assolutamente niente, e nemmeno dormirono.
Rimasero così, in silenzio, abbracciati, ad aspettare che Roby ritrovasse le forze per tornare nel mondo col suo solito piglio.
Attesero e basta.
Ma di soluzioni non ce ne furono in ogni caso.