CAPITOLO
IX:
ZLATAN
E ALEXANDRE
Il
fatto che chiamasse Thiago invece che Roby indicava solo che aveva
bisogno di un consiglio serio. Il secondo tendeva sempre ad essere più
precipitoso mentre Thiago era quello giusto, non era uno che rischiava
troppo ma nemmeno troppo prudente, era la via di mezzo perfetta per cui
quando Alex aveva bisogno di un consiglio vero e proprio, di quelli
importanti, chiamava sempre lui.
Questi
si intenerì quando lo sentì al telefono con quella voce così confusa:
-
Secondo te faccio bene ad invitare anche Zlatan per la serata a casa
mia quando tornano anche gli altri ragazzi dai ritiri delle nazionali?
-
Thiago
capì perfettamente il motivo di quella domanda apparentemente stupida,
infatti sorridendo fra sé e sé rispose con la sua solita calma
composta:
-
Certo che fai bene… pensi che per la sua squalifica in nazionale sia di
cattivo umore e non abbia voglia di una serata fra amici? -
Alex
annuì come se attraverso il telefono potesse vederlo, l’altro intuì il
suo gesto e proseguì fraterno, era adorabile quando faceva così, veniva
voglia di coccolarselo fino a togliergli il fiato. Sembrava proprio un
orsacchiotto di peluche della Trudy!
-
Ascolta, lui sta già tornando, gli altri hanno ancora una settimana
perché hanno un’altra partita. Sì, è di cattivo umore per la squalifica
però secondo me appunto per questo ha bisogno più degli altri di una
serata fra amici, oltretutto tu ne fai tante ma non l’hai mai invitato…
secondo me gli farebbe piacere e non aspettare che tornino anche gli
altri, fanne una con quelli che sono rimasti a Milano, intanto… che ne
dici? -
Il
consiglio era proprio quello che in cuor suo Alex aveva sperato di
ricevere, solo che non aveva osato pensarlo da solo.
-
Penso tu abbia ragione, mi sembra una buona idea anche a me. Non ero
sicuro che Zlatan gradisse ma immagino che non sia tipo da accettare
una cosa che non gli va… -
Thiago
si sorprese dei progressi che stava facendo a vista d’occhio e
immaginando di carezzargli la sua deliziosa massa selvaggia di ricci,
proseguì sorridendo:
-
No di certo. Ma secondo me ne ha voglia. Non l’hai mai invitato a
queste cose, penso ne sarà contento, anche lui come tutti ha bisogno di
quelle cose fra amici… -
-
Ma lui ha il suo giro, sai… solo che non è il nostro, però non è che
non ha amici. - Disse Alex come se riflettesse ad alta voce.
-
Certo, si trova molto bene con Antonio, con Rino… -
-
Bè, chi non si trova bene con loro? - Thiago rise.
-
Sì, hai ragione… comunque il suo giro è quello, poi si trova bene anche
col capitano, con Cristian, Ignazio, adora Roby… -
-
Certo, non è che è isolato e fa l’individuale in una squadra… però non
è mai uscito con noi… - Concluse Alex convenendo con lui su quel fatto,
non sapeva perché gli sembrava tanto importante chiarirlo, ma si sentì
meglio ad evidenziare che Zlatan non era un vero lupo solitario. Non
che fosse l’amico del secolo, di Antonio che faceva amicizia con tutti
ovunque andasse ce n’era uno solo, dopotutto… però non era davvero
messo male come tutti credevano. A partire dai giornalisti che
sparavano cazzate sul fatto che non si trovasse bene al Milan e che
volesse già andarsene.
-
Sono le voci che ti danno fastidio, vero? - Ma Thiago ancora una volta
ci era arrivato prima e Alex boccheggiò nel capire che aveva
sorprendentemente ragione. Come sempre del resto. Ci pensò un istante
poi con un filo di voce tenerissima rispose:
-
Immagino di sì… -
Thiago
sorrise ancora con la voglia di abbracciarlo, quindi lo rincuorò come
solo lui riusciva a fare:
- I
giornalisti devono scrivere giornali, non dicono la verità. Solo perché
Zlatan ha quell’apparenza di orso gigante non significa che lo sia
veramente… magari ha solo un modo diverso dagli altri di vivere la vita
di gruppo e di fare il suo lavoro, non è detto che debba per forza
saltellare sorridendo come uno sciocco per dimostrare quanto è felice
in un posto! -
Questo
diede l’imput giusto ad Alex per esprimere quello che poi era il suo
vero pensiero, una specie di dubbio che l’assillava o forse una stupida
paura, non sapeva bene.
-
La gente non lo conosce bene però lo giudica perché sembra facile
capirlo. Invece non è vero per niente! - Thiago sorrise ancora
intenerito, Alex sulla via dell’innamoramento era la fine del mondo…
Zlatan era davvero fortunato.
- E
lui ha bisogno di gente che riesca a capirlo. - Disse infatti con
delicatezza, Alex sussultò comunque sentendosi punto nel vivo. Thiago
scommesse con sé stesso che ora stava arrossendo come un adolescente!
-
Va bene, ti ringrazio per la chiacchierata… ora organizzo qualcosa per
quando lui arriva a Milano e ti faccio sapere. - Perché che lui e Roby
dovessero esserci assolutamente era scontato, naturalmente!
Quando
si salutarono, Thiago chiamò immediatamente Roby per riferirgli tutto,
fu una cosa automatica che gli venne naturale. Gli raccontava tutto,
vita morte miracoli di qualunque cosa facesse o gli capitasse, non ci
rifletteva nemmeno se fosse il caso o meno. Non avrebbe mai smesso, non
ci sarebbe riuscito.
La
voglia di demolire il mondo intero l’ebbe a lungo, la mantenne ben
salda in sé fino all’arrivo del messaggio di Alexandre, cosa che lo
stupì non poco.
‘Domani
sera faccio una bicchierata a casa mia per chi è rimasto qua a Milano…
ti va di venire?’
Capì
che ci aveva impiegato probabilmente tutta la settimana prima di
decidersi ad invitarlo e che alla fine si era deciso comunque con
rimasugli di incertezze infantili. Se lo immaginò a mordicchiarsi
l’interno delle guance come un adolescente alle prese con le prime
cotte e capì che doveva essere veramente una cosa simile, proprio come
sparava di continuo Antonio. Non si sorprese più di tanto ma all’idea
di un rossissimo Alexandre col cellulare in mano che gli spediva un
messaggio che l’aveva combattuto enormemente, fece il primo sorriso da
giorni di cupezza.
Non
si chiese cosa quello potesse significare, non era tipo da pensarci
troppo, viveva alla giornata e gli piaceva parecchio, proprio per
questo faticava ad instaurare legami seri e nel momento in cui ci
riusciva si sentiva subito stretto e bisognoso di cambiare aria. Era
una cosa insita nel suo DNA, non la controllava, ma era anche stanco di
questo schema inconscio che viveva dall’inizio della sua carriera
calcistica. Voleva stabilirsi in una squadra e rimanerci fino alla
fine, cominciava ad essere davvero stufo di cambiare sempre ed ogni
volta che sentiva quel senso di restrizione, si arrabbiava con sé
stesso fino a diventare universalmente intrattabile. In quei momenti
sembrava ce l’avesse col mondo ed invece era proprio l’opposto. Ce
l’aveva con sé stesso.
Ma
che problema aveva?
Andava
bene legarsi e stare bene con le persone, con una squadra, con degli
amici, in una città.
Perché
doveva venirgli l’ansia quando questo succedeva?
Non
era normale.
‘A
domani sera.’
Rispose
sorprendendo sé stesso.
La
verità era che non aveva voglia, specie in quel momento, di fare serate
fra amici o di legare con chi ancora non era riuscito, però fin’ora
aveva sempre fatto quello che si era sentito ed era finito per arrivare
ad un punto che definiva ridicolo… dunque la soluzione era di fare il
contrario di quel che voleva, magari si ridimensionava, magari qualcosa
cambiava, qualcosa poteva forse scattare…
Oltretutto
Alex aveva fatto di certo un notevole sforzo per invitarlo, l’idea di
vedere il suo faccino spaventato e combattuto fra il piacere di fare
amicizia con lui e quello di scappare più lontano che mai, sarebbe
stata impagabile. Lo stuzzicava parecchio, in effetti. Accettò solo per
quello.
Solitamente
quando si sentiva contrariato come in quel momento, ovvero con la
voglia di andarsene via e basta, usciva con Antonio e quel pagliaccio
riusciva a distrarlo e a non fargli pensare alle sue fisime, però a
parte che lui era impegnato con la nazionale, era arrivato prima
l’invito di Alex, perché rifiutare?
C’era
anche da vedere se quel fenomeno del suo amico aveva ragione con le sue
previsioni assurde su lui e quel papero. Che poi di papero aveva ben
poco. Si stava sviluppando in modo interessante, insomma.
Sospirò
sapendo che nel ricevere il messaggio di risposta, probabilmente quello
stava avendo la tachicardia e naturalmente ridacchiò all’idea.
“Che
tipo…”
Pensò
alla fine quasi contento di andare da lui a quella serata.
La
musica era abbastanza alta ma non hai massimi livelli, per le casse
passavano tutte canzoni tendenti all’house o comunque al commerciale
dell’ultimo periodo. Cose che a Zlatan avrebbe fatto vomitare se non
avesse avuto la compagnia di Rino che imprecava dietro alle stesse
robacce che uccidevano le sue orecchie. E naturalmente il gran buon
contributo di una qualche ottima birra di prima scelta.
Avrebbe
preferito la compagnia di Antonio, con lui si trovava meglio e riusciva
a stare un po’ ovunque, ma anche lui andava più che bene.
Alla
ricerca del proprietario di casa che pareva averla aperta a chiunque
avesse avuto in rubrica e che fosse in città, trovò Alexandre a
parlare, tanto per cambiare, con Roby, Thiago e Kevin.
L’ultimo
dei tre si era unito al gruppetto con molta abilità, dopo gli eventi
recenti che Zlatan non solo ignorava bellamente ma di cui se ne
sbatteva altamente. Salutati, vide Alex diventare immediatamente di
legno, un legno infiammato circondato da tante lingue di fuoco. Furono
le prontezze di riflessi di Thiago e Roby a salvargli la faccia, poiché
alla sua reazione evidente che impietrì Kevin al volo, lo salutarono al
suo posto prendendo in mano la situazione.
-
Ehi, ciao! Alla fine sei venuto! - Fece Thiago diplomatico mentre Roby
gli si buttava al collo abbracciandolo entusiasta. Aveva quei modi con
chi gli piaceva, mentre chi detestava era segnato, lo trattava come la
peggiore merda del mondo.
Si
capì da come, ad esempio, non aveva praticamente nemmeno parlato a
Kevin!
Roby
e Zlatan invece avevano un rapporto più che buono e ben presto si
misero a parlare insieme a Thiago che teneva su una conversazione che
avesse suoni vagamente sensati visto che a mettercisi anche Rino i
dialoghi erano degenerati ampiamente.
Il
suo occhio aveva ancora una benda e non sembrava avere degli effettivi
miglioramenti, ma non per questo evaporava dalla circolazione, questo
tutti glielo ammiravano.
Alex,
però, non riusciva a proferire ancora verbo. Rimase lì a fissare il
nuovo arrivato per qualche minuto, tutta la durata della chiacchierata
-che definire tale serviva coraggio visti gli argomenti che portava
Roby-, a sua volta fissato male da Kevin.
Non
che Kevin ce l’avesse con lui ma quel suo imbarazzo nei confronti di
Zlatan l’avrebbe visto anche Rino con entrambi gli occhi accecati, di
conseguenza il suo irrigidimento fu istantaneo e perfettamente visibile.
Avrebbe
potuto contenersi, volendo, ne era capace. Il punto era che non voleva.
Lanciando
occhiate pessime anche allo svedese stesso che lo ignorava come non
esistesse, ad un certo punto sbuffò allontanandosi dal gruppetto
seccato, con quella di andare a prendersi da bere in qualche angolo
affollato della casa.
Thiago
captò subito il bat-segnale e pensando “Ci siamo!” si scusò con
nonchalance e lo seguì lasciando incoscientemente a Roby e Rino il
compito di tenere su la conversazione.
Se
prima aveva girato fra argomenti discutibili, ora fu davvero la fine!
-
Non fare caso a lui, si è mangiato una scopa! - Diceva Roby riferendosi
ad Alex il cui collo era cinto dal suo braccio fin quasi a strozzarlo.
-
Una scopa? Si chiama così ora? - Fece Rino malizioso, non se le faceva
sfuggire nemmeno una. Alex che non capiva cosa intendessero, sapeva
solo che poteva preoccuparsi ed infatti ebbe conferma con la risposta
dell’altro…
-
Bè, potrebbe spuntare da un momento all’altro Barbarina cara, sarebbe
difficile da spiegare cos’è che si è mangiato di preciso! -
-
Mi sono perso un passaggio… - Fece spaesato Alex capendo che la cosa
stava oltremodo sfuggendo di mano. Cominciò a guardarsi comunque
intorno preoccupato spaventato all’idea di vedersi effettivamente
spuntare Barbara proprio in mezzo a discussioni simili che, sebbene non
capisse, sapeva erano sconvenienti!
Lo
capì soprattutto dalle risate di Zlatan.
Fu
quasi abbagliante vederlo ridere di nuovo!
Com’era
possibile?
Ma
del resto sapeva che ne era capace, quando aveva avuto quella specie di
contatto con lui aveva capito che non era ciò che appariva.
-
Nascondi lati interessanti, dopotutto… - Fece infatti demolendolo
definitivamente.
Alex
non poté non chiederlo con un filino di voce quasi inesistente…
-
C-che lati? - E mentre Rino e Roby ridevano di gusto piegati in due,
Zlatan sgranava gli occhi incredulo non potendo credere ad una tale
ingenuità.
-
Ah, non lo so… forse il B? - Fece Roby infatti ironico al posto dello
svedese che aveva capito era meglio studiarselo ancora un po’, prima.
-
Il B? - Chiese Alex ancora non capendo nulla.
-
Il culo, Alex, il culo! Il lato B è il culo! - Fece esasperato Rino il
quale non aveva ancora il gene della pazienza, cosa risaputa.
- E
che c’entra il mio culo? Perché dovrebbe interessargli? -
Roby
ormai piangeva dal ridere e Rino gli andava dietro lasciando a Zlatan
il compito di gestirsela da solo, visto quanto compromettente il
discorso stava diventando.
La
sua ingenuità era famosa ma nessuno poteva essere veramente così,
eppure lo stava proprio scoprendo.
-
Ma è serio? - Chiese infatti agli altri due che ancora ridevano delle
uscite troppo divertenti.
- E
perché non dovrei? - Rispose da solo l’interessato.
-
Oh, fidati… è serissimo! Se pensi che ci faccia ti sbagli di grosso! Lo
imparerai a tue spese! - Poi Roby rendendosi conto che aveva esaurito
il carburante agganciò Rino e se lo trascinò a cercarne altro con
sporchissima intenzione di lasciare i due finalmente soli dopo averli
faticosamente e abilmente sciolti.
Soli
era comunque una parola grossa.
C’erano
quella trentina di persona, in fondo!
Rimasti
‘soli’, Alex si mise a fissare Zlatan con quel fare strano ed incerto,
non sapeva se sentirsi meglio o peggio. Quei due impiastri se ne erano
andati e magari una conversazione decente e meno imbarazzante sarebbe
riuscito ad impostarla. Del resto ora toccava effettivamente a lui.
-
Non… non dare retta a quelli… ogni tanto straparlano! - Disse sperando
di potersela asciugare in quel modo e cambiare discorso. Già. Ma poi
parlare di cosa?
- E
non c’è Antonio! - Aggiunse Zlatan creando una strana reazione in Alex
mentre si immaginava la serata in anche sua compagnia.
Quel
ragazzo era una forza della natura, peccato che a volte partisse e
nessuno potesse fermarlo!
Ci
fu a quel punto un istante di silenzio imbarazzante fra i due, un
silenzio durante il quale Zlatan si chiedeva che diavolo dovesse fargli
ora per sbloccarlo. Aveva sperato che il dialogo di prima l’avesse
sciolto ma a quanto pareva non era così e scoprire che era ancora tutto
come sempre, ovvero l’altro terrorizzato da lui e lui insofferente
verso quelli così, fu davvero pesante.
Avrebbe
retto qualunque cosa ma non uno che non spiccicava parola perché si
vergognava solo lui sapeva di cosa.
Aveva
venti e passa anni, Santo Cielo! Possibile che fosse così frenato nei
confronti del genere umano?
Non
era mica possibile…
Fu
in quel momento che passarono da quelle parti un furente Kevin seguito
da un paziente Thiago.
Era
evidente il primo avesse voglia di uccidere qualcuno e che l’altro
cercasse di impedirglielo.
Non
sarebbe stato chiaro a nessuno il motivo di questo recente
avvicinamento e questa nascita di rapporto come dal nulla e a Zlatan
stesso normalmente non si interessava a quel genere di cose, ma in quel
momento fu quanto di meglio di cui parlare…
-
Che diavolo succede su quel fronte? - Alex seguì il suo sguardo
distratto dal cambio di argomento e quando notò che dopo aver guardato
un Kevin nero ed un Thiago esasperato fissava un Roby furibondo poco
distante da dove se ne erano andati i primi due, si allarmò rispondendo
automaticamente senza riflettere che non erano cose di cui parlare con
uno che dopotutto non era nel loro giro.
-
Una situazione un po’ difficile… Kevin e Thiago hanno cominciato una
relazione sessuale ma a quanto pare a Kevin piace un’altra persona ed
usa Thiago come tappabuchi sostanzialmente. Questo non va affatto bene
a Roby perché è innamorato di Thiago solo che essendo il suo migliore
amico non vuole dirglielo e non lo farà mai. Solo che probabilmente
finirà per uccidere Kevin. Devono essersi scontrati di nuovo! - Quando
si rese conto di aver parlato troppo, era tardi e girandosi di nuovo
verso l’altro più alto di diversi centimetri, lo fissò colpevole
mettendosi la mano sulla bocca in un ‘ops’ deliziosamente non detto.
Zlatan
non rise ma ci mise molta fatica a non farlo, lo fece solo perché aveva
fondamentalmente un’altra domanda da fare, una domanda che sarebbe
stata solo un’intuizione se nei pochi minuti in cui Kevin era stato con
lui non avesse notato uno sguardo particolarmente furente proprio nella
sua direzione.
Non
seppe dirsi perché, lo disse e basta prima ancora di aver ponderato e
riflettuto.
- E
saresti tu la persona che piace a Kevin? - Nel sentirlo Alex sgranò gli
occhi ancor di più apparendo come un bambino che scopriva che i
genitori facevano sesso.
-
Ma cosa dici?! - Eppure fu tutto lì quello che riuscì a dire poiché
anche se il resto sarebbe stato ‘è impossibile, non dire cazzate’, la
verità era che sarebbe stato davvero orrendo se avesse avuto ragione. -
Perché lo dici? - Chiese infatti per assicurarsi, prima di tutto, che
avesse detto una cavolata.
Eppure
non era tipo da scherzare, no?
Forse
era stato proprio questo a metterlo tanto in allerta, dopotutto…
Zlatan
stupito di quella reazione si strinse nelle spalle e cercò di trovare
qualcosa di effettivamente degno da dire. Era una domanda legittima,
dopotutto.
-
Non so, è stata una sensazione di quando sono arrivato. Stavate
parlando insieme e… boh, ti guardava in un modo strano, poi sono
arrivato, tu ti sei imbarazzato in quel modo plateale e lui è diventato
furioso, infatti se ne è andato. - Alex a bocca aperta decise su due
piedi semplicemente di rifiutare quella che poteva anche essere come
una crudele ma effettiva realtà, quindi scuotendo il capo sforzandosi
di ridere ad una sciocchezza, disse:
-
Ma figurati se è così! Magari ha solo qualche problema con te! Che
centro io? Se così fosse… - Impallidì spontaneamente pensandoci per la
prima volta davvero. - se così fosse sarebbe un vero casino! - ma poi
fu come se, magicamente, si svegliasse e tornando a guardarlo con più
stupore che altro, chiese sincero: - E poi che c’entri tu con me, in
ogni caso? -
Zlatan
colpito da tanto coraggio che forse non era tale ma solo enorme
ingenuità, decise di rispondergli con altrettanta schiettezza. Tanto
non sarebbe stato capace di mentire.
-
C’entro, fidati! - Bè, quello per lui era essere diretti. Era una
risposta più che esauriente, gli sarebbe bastata.
Ma
non conosceva ancora bene Alex…
-
Sì, ma come? - Voleva capirla, quella cosa, perché tutti facevano mille
allusioni assurde e lui era davvero stufo di non capirle mai.
Magari
era la volta buona che qualcuno gliele spiegava!
L’altro
lo fissò per qualche istante cercando di capire quanto serio fosse, poi
vedendo che lo ricambiava addirittura deciso e senza paura, finalmente,
decise di premiarlo dicendoglielo. Tanto prima o poi l’avrebbe fatto
qualcun altro.
-
C’è chi è convinto che noi due non ci prendiamo bene perché in realtà
se i nostri mondi andassero seriamente in collisione ci prenderemmo
troppo bene. - Capì di non essere stato abbastanza chiaro quando gli
occhi di Alex divennero due punti di domanda. Alla fine alzati gli
occhi al cielo sbuffò sparandola quanto più diretta e chiara riuscì,
anche indelicata se era per quello… - Pensano che potremmo finire a
letto insieme! Che ci sia un interesse da parte di entrambi di quel
tipo ed è per questo che non ci prendiamo. Per evitare questa cosa! -
La
reazione di Alex fu quanto mai appagante e sapendo che sarebbe stata
così divertente, gliene avrebbe parlato anche prima!
Lo
vide diventare di un sacco di colori, irrigidirsi come una corda di
violino e poi boccheggiare letteralmente.
-
M-ma non s-scherzano? - Chiese con un filo di voce non sapendo più che
pesci prendere. Si sentiva bruciare anche nella punta dei capelli
mentre capiva le allusioni dei suoi amici. Come diavolo aveva potuto
non comprenderle subito?
Si
sentì talmente stupido da voler sparire ma a poco servì. Ormai era
andata e Zlatan ridacchiando gli batté la mano sulla spalla cercando
anche di confortarlo a modo suo.
-
Guarda che non è mica una predizione! Sono solo cazzate che sparano!
Non siamo obbligati! - Anche perché per il momento Zlatan
effettivamente non ci pensava veramente, era semplicemente divertito ed
incuriosito dalla situazione in generale e soprattutto da Alex stesso.
Tutto lì. Per ora niente di più.
Al
sospiro di sollievo dell’altro, infatti si trovò a ridere di gusto
capendo che in ogni caso la sua compagnia poteva essere molto più
piacevole del previsto.
Finalmente
si era rilassato e divertito dopo un periodo considerevolmente teso e
soprattutto non aveva più pensato ai vari problemi calcistici che
ultimamente riscontrava.
Osservandolo
impacciato combattere fra sé e sé quello stato sconvolgente in cui
l’aveva appena gettato, decise che se lo sarebbe tenuto stretto.
Solo
quello.
Non
si disse altro, non decise altro ma tanto gli bastò.
“E
comunque mi ha stupito… sembra uno fuori dal mondo che non capisce un
cazzo di ciò che gli succede intorno ed invece, magari con un decimo
treno, le capisce. Forse quelle che contano per lui… mah! Che tipo!”
Cosa
che si sarebbe detto per molto tempo ancora!