NOTE:
siamo qua, i protagonisti oggi sono Juraj e... Mati! Partecipazione
super speciale e super apprezzata di Alessio, l’onnipresente! I toni
sono allegri e goliardici ed in certi punti anche molto demenziali per
poi scendere ad un certo punto nel sensuale. Spazio un po’ per tutto.
Juraj viene da una crisi, avendo scaricato Gianluca per paura di una
relazione troppo seria, ed avendolo fatto soffrire molto, si è sentito
così in colpa che è capitato da Alessio ubriaco e gli è quasi saltato
addosso (chi non lo farebbe?), ma lo ha salvato il suo amore, Sinisa,
il quale dopo averlo brutalmente riportato alla realtà gli ha fatto
psicoterapia. Juraj è nella fase più confusa della sua vita, vorrebbe
avere relazioni serie ma al tempo stesso ne ha paura. È intrigato da
Mati, conoscenza approfondita di recente, e non sa bene cosa fare. Se
sia giusto tentare o no, se per ‘i cattivi’ come lui ci siano le storie
a lieto fine o no. Ma, quando torna a Milanello con il caro Alessio
(una volta i due sono arrivati davvero in macchina insieme...), vediamo
chi incontra e come va. Guest Star: Gigio e Manu (piccolo cameo). Non
saprei dire nulla di preciso sulla vita reale privata amorosa di Juraj,
so che ha una figlia e teoricamente è sposato, ma da diverso tempo non
mi sembra compaia da nessuna parte nel suo profilo la sua signora,
mentre c’è abbastanza spesso la figlia. Non riesco a saperne
abbastanza, per cui sottolineo che questa fic è frutto di fantasia e
non vuole ledere nessuno. Buona lettura. Baci Akane
PS: la serie non è finita, ci sono ancora molte fic pronte da essere postate!
NUOVO CAPITOLO
Forse se l’avessero programmato non sarebbe venuto meglio.
Juraj ed Alessio arrivarono a
Milanello in macchina insieme e andarono negli spogliatoi a prepararsi
per fare un po’ di palestra visto che erano presto, quando videro anche
un’altra macchina non collegarono subito chi potesse essere, in arrivo
ce n’erano altre per cui non ci pensarono subito.
Quando videro Mati seduto
sulla cyclette a pedalare con gli auricolari alle orecchie, Juraj
inciampò e per poco cadde. Alessio gli finì addosso e lo guardò senza
capire per poi scoppiare a ridere nel notare chi altri era arrivato
prima di loro.
- Questo è destino, sai? -
Juraj rimase perplesso mentre l’amico lo spingeva proprio verso la
cyclette vicino alla sua, andando invece lui su un altro macchinario
per il riscaldamento appartandosi di proposito dopo un cenno al loro
compagno di squadra.
Mati riemerse dal proprio mondo e quando lo vide sorrise illuminandosi, si tolse gli auricolari e lo salutò.
- Ciao! Sei venuto presto! -
- Tu ancora di più! Sei qua da
molto? - Poi gli passò la mano fra i capelli ancora abbastanza
asciutti, la fronte non imperlata di sudore indicava che non era lì da
tanto. Mati sorrise mentre Alessio cercava di non andare subito a
prendere il telefono per scrivere a Sinisa che Juraj era già passato
all’attacco.
Decise di godersi il famoso e
misterioso sistema Kucka. Si era sempre chiesto come facesse a
conquistarne tanti, ora l’avrebbe capito. Come li corteggiava?
- No, no… sono qua da pochi minuti. Sei venuto con Alessio? - Chiese interessato. Juraj annuì.
- Gli ho dato un passaggio,
abitiamo vicini. - Mati annuì consapevole che più o meno la zona dei
calciatori solitamente era la stessa e non era strano che due
arrivassero insieme.
- Pensavo fossi tu quello che
approfittava dei passaggi! - Rispose divertito Mati riferendosi a
quella sera in cui aveva scroccato un passaggio.
Juraj capì, per qualche strano miracolo, e rise.
- Certo, di solito sono io
quello che approfitta! Tornerò a romperti le scatole volentieri! -
Alessio pensò che avesse le idee piuttosto chiare per essere uno
indeciso su come fare.
- Così ti darò altre lezioni di spagnolo! - Commentò felice all’idea di tornare a stare un po’ solo con lui.
A Juraj non era chiaro se fosse pura amicizia oppure se sperasse in qualcosa, ma in ogni caso l’avrebbe scoperto.
- Ricordo ancora qualcosa…
aspetta… buenos días, gracias… - Mati scoppiò a ridere per l’accento
terribile che usava, già il suo italiano era strano, lo spagnolo era
comico.
- Non così! La lingua deve
stare fra i denti quando dici ‘c’. - Spiegò Mati con aria da professore
sorridente, troppo tenero per essere un insegnante.
- Come fra i denti? - Fece
finta di non capire concentrandosi sulla sua bocca, Mati si protese
verso di lui mostrandogli come metteva la lingua quando faceva quella
pronuncia particolare. Juraj si sporse a sua volta guardando bene la
punta e cercò di imitarlo mentre voleva in realtà baciarlo di già.
- Così? GraCias? - Mati
ridacchiò, evidentemente non era una fonetica che gli slovacchi
avevano, si disse. Scosse il capo e tornò a mostrargli fermandosi con
la lingua fra i denti, se la indicò e Juraj provò a farlo bene.
- Un po’ più in fuori… no,
così è troppo… ecco così! Ricorda bene questa posizione! - Juraj non
l’avrebbe di certo dimenticata. Sorrise e istintivo gli diede un
buffetto sulla guancia, piuttosto tenero in realtà, facendo trattenere
il fiato a Mati.
“E vedi tu! Ridi e scherza lo
incanta! Non so nemmeno se lo fa apposta!” Pensò impressionato Alessio
che ricordava bene le prime volte che Sinisa ci aveva provato con lui
scombussolandolo a dir poco.
“Quello mi palpava con la
scusa delle posizioni corrette negli attrezzi ed io intanto morivo! Già
mi piaceva, poi lui mi toccava! E lo sapeva, quello stronzo!”
Ricordandolo si perse un po’ nei propri pensieri per poi ritrovarsi
quando Juraj aiutava Mati a sistemarsi in un macchinario particolare
che andava regolato sulla propria altezza, con la scusa gli toccò
caviglie e poi cosce, come se fosse necessario.
Alessio si coprì il viso
cercando di non farsi notare, stava morendo dal ridere, scosse il capo
incredulo nel vedere Mati diventare di mille colori, così dolce fra
l’altro.
“Non ci credo! Altro che ‘non
voglio complicazioni’ e puttanate simili! É più forte di lui, Juraj non
può fare a meno di provarci con uno che gli piace ed ora gli piace
Mati! Che l’abbia notato solo ora, ad Aprile, è assurdo, però è anche
questo il fascino di Juraj immagino. Che per tre quarti sta nel suo
mondo, qualunque esso sia!”
Così decise di lasciarlo perdere perché era chiaro che se la sarebbe cavata alla grande anche contro la sua stessa volontà.
“Spero solo che davvero non ci vada subito a letto!”
E per quello poteva solo sperare.
Juaj fece quasi violenza su sé
stesso per non provarci subito con Mati, aveva mille volte l’istinto di
farlo, però tutte le volte la voce di Alessio e Sinisa gli rimbombava
nelle orecchie come se fosse lì.
E poi le lacrime di Gianluca facevano il resto.
Lui non voleva programmarsi
nulla, non era tipo comunque, però non riusciva nemmeno a capire come
mai ogni volta che aveva Mati nei paraggi, finiva per ronzargli
intorno. Forse lo vedeva così ben disposto nei suoi confronti che lo
stuzzicava, se Mati l’avesse ignorato come aveva fatto per tutto il
resto dell’anno, sarebbe stato diverso.
“Non so cosa sia successo,
forse mi trovavo in una fase strana della mia vita e lui era lì, in
quel momento di voglia di cambiamento…”
Se la semplificò così, seppure sforzandosi di non toccargli il sedere.
“Piccolo e concentrato, stile
Suso. Forse mi piace quel genere più degli altri. Però è anche dolce e
sensibile, stile Gianluca. Anche quello effettivamente sembra mi
piaccia. Chissà se è pure allegro e maniaco stile Carlos! Se ha anche
questo è l’uomo perfetto per me! Tutti comunque che hanno a che fare
con il spagnolo in qualche modo, ma guarda il mio punto debole!”
Juraj pur cercasse di
frenarsi, non riusciva a non studiarselo ed una sera dopo cena i due si
ritrovarono con altri a fare due tiri a biliardo nella sala relax.
L’indomani avrebbero giocato
in casa e Mati probabilmente sarebbe stato titolare, sperava di giocare
con lui anche se per questa speranza si insultava.
“La cosa bella è che non ci ha
ancora provato con me, ma mi ha fatto capire che ci starebbe, gli
piacerebbe. È chiaro da come mi guarda e da come sussulta quando lo
tocco. Mi piace per una volta non ci sia il sesso di mezzo, non pensavo
l’avrei mai detto. È pazzesco!”
Con loro due c’erano Alessio,
obbligato da Juraj con il gravoso compito di fargli da controllore,
Gigio e Manuel, ormai una cosa sola più di prima.
Poco dopo arrivarono anche
Davide e Mattia, i due non stavano insieme e probabilmente non c’era
particolare speranza, però Davide era nella fase cozza, una fase che
andava avanti da mesi e sembrava non avere un epilogo né in un senso,
né nell’altro. Mattia forse non aveva minimamente capito di piacere a
Davide e lui non era sicuro che valesse la pena rischiare di rovinare
tutto.
Gigio e Manuel invece stavano
felicemente insieme e tutte le volte che li vedeva così innamorati, sia
pure impacciati nello stare in pubblico perché certe cose che magari
gli veniva spontaneo, preferivano non farla, ad Alessio veniva voglia
di piangere.
Erano bellissimi e al tempo stesso così invidiabili. Perché lui non aveva lì Sinisa?
Ricordava l’anno precedente, era stato così bello nonostante i molti pianti che gli aveva fatto fare.
“Beh, facile non lo è mai stato, però era bello averlo qua!”
Gigio sorrideva a Manuel ogni
secondo ed ogni secondo gli toccava la schiena o i capelli mentre
Manuel diventava di mille colori per quel genere di atteggiamenti in
pubblico che però adorava.
Si capiva che gli piaceva essere toccato in quel modo da lui.
“Chissà se sono andati oltre i baci? Sono giovani, nel pieno delle voglie ormonali… penso di sì!”
Poi però vedeva Manuel imbarazzarsi per un abbraccio particolarmente trasportante per una pallina in buca e rideva fra sé e sé.
“Gigio è così napoletano nei
suoi rapporti! Mi fa morire! Se potesse metterebbe anche i manifesti! È
Manuel che è timido e riservato! Che due!”
Sarebbe stato ore ad
osservarli, ma la sua attenzione venne attirata da Juraj che tentava di
insegnare le strategie a Mati in squadra con lui.
Era il suo turno e tentava di
colpire una delle palline da una posizione molto difficile e già prima
aveva dimostrato di non avere dimestichezza con quel gioco.
Juraj scosse il capo e lo fermò perentorio.
- No no, così non la sfiori nemmeno! - Mati divenne di mille colori.
- Ti ho detto che non sono
capace, perché insisti? - Era davvero tenero, lo ammise Alessio stesso
mentre rimase divertito a guardare la scena che sapeva, sapeva
perfettamente si sarebbe consumata di lì a breve.
Gli altri lì a guardare sempre
divertiti a loro volta perché con Juraj alla fine ridevano tutti per
qualche motivo. Forse per i suoi modi di fare.
- Perché tu mi hai insegnato
lo spagnolo, io ti insegno il biliardo! - A questo tutti alzarono un
sopracciglio scettico e Mati invece raddrizzò il dito con fare da
maestro puntiglioso.
- Se vogliamo essere onesti tu
non hai imparato lo spagnolo, ma solo quattro parole e non hai ancora
capito come devi fare la C! -
Juraj si leccò divertito e
pericoloso le labbra, Alessio riconobbe lo sguardo, ormai lo osservava
da un po’ ed aveva capito i suoi modi.
- Ed ora vediamo come te la
cavi tu con questo tiro. - Mati sospirò esasperato scuotendo il capo,
imbarazzato perché stava cercando di fare una cosa che non era capace
ed era convinto di fare una figura di merda.
- Ti stai vendicando? - Juraj non rispose, ma tutti pensarono che fosse così. Solo Alessio sapeva la verità.
“Altro che vendetta! Ne sta approfittando, questo!”
- Ok, piegati bene! - Cominciò
perentorio. Mati lo fece, ma Juraj lo spinse in avanti più deciso -
Ecco! - Poi gli si piazzò dietro e gli prese la mano che faceva da
appoggio. - Intanto le dita vanno messe così. - Così dicendo gliele
sistemò nel modo corretto, il contatto delle loro mani stava mandando
in tilt Mati che non aveva capito ancora che posizione aveva assunto
quella volpe. Alessio faticava a non ridere, mentre Gigio e Manuel si
ammutolivano improvvisamente ammirando l’intraprendenza di Juraj e
appuntandosi di fare -od evitare- posizioni simili.
- Adesso devi farti due
calcoli. Quando la palla che devi mettere dentro è fuori dalla tua
linea di tiro, puoi usare la sponda. -
- Cos’è che dovrei usare? -
Chiese Mati girandosi verso di lui senza aver capito. In questo si
ritrovò il viso di Juraj vicino e realizzò finalmente come era messo:
piegato su di lui, una mano appoggiata vicino alla sua sul tavolo
verde, l’altra che teneva la fine della stecca, vicino alla sua
impugnatura. E gli era tutto piegato dietro, come se fosse in procinto
di fare qualcosa di spinto e poco casto.
Mati andò completamente in
confusione in quel momento, Juraj tecnicamente non lo toccava con
nessuna parte di sé, però era come se gli fosse completamente addosso e
lo schiacciasse, adesso gli mancava proprio l’aria, era asfissiante.
Alessio si strofinò le labbra divertito e curioso. Mati era andato, era chiaro. E Juraj pareva non avere pietà.
“Forse è questo genere di cose che dovevo evitare facesse, ma sono così interessanti!”
Non l’avrebbe di certo fermato, Sinisa ogni tanto agiva tramite lui.
- La sponda. - Disse, Mati lo
guardò senza ricordarsi più di cosa parlava, Juraj fece finta di nulla
con il suo sorrisino divertito stampato in faccia. - Colpisci la palla
bianca contro la sponda e fai in modo che rimbalzi contro quella che
deve finire in buca. Calcola il buco, la distanza di tutto quanto e
cerca di immaginare la traiettoria della pallina bianca una volta che
colpisce la sponda, in modo che spinga quella colorata dentro. E poi
devi anche usare la forza giusta, se è vicino tira piano, se è lontano
tira forte, però deve essere un colpo secco, non incerto e sporco. Mano
ferma! - Con questo gli prese il polso direttamente. Mati smise di
respirare, non lo fissava più, ovviamente era troppo vicino, per cui
era meglio osservare bene quella stupida pallina bianca di cui parlava.
- Non ho capito un’accidente. - Brontolò il cileno con il suo forte accento spagnolo delizioso.
- Te lo mostro, così sarà più
chiaro. - Così dicendo colpì nel modo corretto, la palla bianca colpì
la sponda e poi la palla colorata che finì veloce in buca, dalla
squadra avversaria si levò un coro di fischi ed insulti di
disapprovazione perché quel tiro l’aveva praticamente fatto Juraj e non
Mati, ma Juraj si raddrizzò soddisfatto ignorandoli tutti, mani ai
fianchi ed aria da re del mondo strafottente.
- Capito ora? - Disse.
- Non era valido, era una
dimostrazione! Ora rimetti quella pallina lì e fai fare a lui! -
Brontolava Mattia puntando la buca dentro cui era sparita la pallina
colorata.
Juraj lo ignorò completamente,
mentre Mati era in una sorta di crisi mistica ed era convinto di non
poter sopportare un’altra dimostrazione simile.
- Sì, credo di sì, ma tu sei
più bravo, io non so se… - Mati stava blaterando cose senza senso,
quando Juraj gli carezzò la testa indicando di farlo lui.
- Ce la puoi fare! - Mati
avvampò perdendosi completamente in lui, Mattia tirò fuori la pallina
al loro posto e la rimise dov’era e Juraj indicò dunque a Mati di
rifarlo uguale. Questi prese un gran respiro e guardò il tavolo mentre
una lavagna nera si formava nella propria mente.
Non ricordava un minimo gesto di quelli che gli aveva mostrato. Nemmeno mezzo!
Solo la sensazione di Juraj addosso, quel brivido continuo seppure non l’avesse toccato, solo le mani.
Alessio lo guardò bene e capì quanto già perso fosse, sperava che Juraj avesse resistito ancora ma non ci sperava molto.
Mati così si piegò sul tavolo
come prima, come prima Juraj lo spinse in avanti con una mano sulla
schiena e per miracolo evitò l’altra sul sedere, che comunque gli
guardò con cura. Alessio si coprì la faccia senza più sapere che
pensare.
- Juraj, smettila di toccarlo,
deve farlo lui! - L’ammoni ancora Mattia ed alla fine Juraj alzò le
mani in alto in segno di resa e di innocenza.
“Innocente come un lupo! Mati ormai è perso!”
Mati infatti appena non sentì
più la calorosa presenza dello slovacco dietro di sé, si dimenticò la
questione sponda e tirò completamente a caso, la palla bianca si alzò e
finì fuori dal tavolo e gli altri risero divertiti, mentre Juraj faceva
una smorfia piegando la testa di lato incapace di capire come avesse
potuto sbagliare tanto.
- Cos’è che non era chiaro
della dimostrazione? - Chiese perplesso. Mati si raddrizzò e lo guardò
completamente rosso in viso, quel viso così grazioso dai tratti
tipicamente cileni.
- Ecco… tutto! Forse è meglio
più pratica prima di una gara così! - A quel punto Alessio rimase
incredulo a capire che lo stava velatamente invitando a dargli lezioni
private. E Juraj ovviamente non si sarebbe mai tirato indietro.
“Ok, domani Mati perde la sua verginità anale!”
E su questo ci mise un’altra pietra sopra.
Juraj fece un sorrisino soddisfatto e malizioso che lo mandò a fuoco ancor più di prima e così lo cinse con un braccio allegro.
- Sarai il mio allievo! -
- Sì, sì allievo! Fatevi da parte che qua c’è qualcuno che gioca sul serio! - Brontolò Mattia facendo ridere gli altri.
- Ecco appunto! - Fece eco
Davide. Gigio ancora nel suo mondo mentre cercava di immaginare se
potesse farlo anche lui con Manuel quel giochino interessante, Manuel
ovviamente lo guardava ammonitore come a dire che se avesse osato
davanti agli altri, l’avrebbe ucciso.
E anche lì ad Alessio fu tutto chiaro in un attimo.
A volte le cose bastava guardarle con i giusti occhi per capirle.
- Con chi sei in camera? -
Chiese innocentemente Mati mentre andavano in camera dopo aver vinto la
partita a biliardo contro un ridente Davide ed un brontolante Mattia.
Alessio guardò Gigio scherzare con Manuel che rideva e lo spingeva,
doveva aver fatto qualche battuta maliziosa.
Li trovava davvero carini.
- Con Alessio. - Disse Juraj
il quale si era trovato spesso a cambiare a seconda delle proprie
esigenze. Alessio era TEORICAMENTE il suo compagno di camera, ma di
fatto lo era stato poco. L’anno precedente perché era Alessio a
scappare sempre in camera del mister, questo perché era Juraj che
chiedeva cambi di compagni a seconda di chi voleva avere in camera con
sé quella notte.
Mati annuì pensieroso.
- Tu? - Chiese Juraj intuendo che dietro quella particolare domanda potesse esserci qualcos’altro.
- Ah, Gustavo… - Rispose con un tono un po’ strano.
- Non ti piace? - Chiese
Alessio lì con loro intuendo subito che doveva avere qualcosa con lui.
Mati si affrettò a negare come se insinuare che non gli piaceva
qualcuno fosse un’offesa che non si poteva arrecare a nessuno.
Juraj lo guardò interdetto.
- Come fai a dire che non gli piace? - Alessio alzò gli occhi al cielo.
- Come fai TU a non capire che
quello era un tono non entusiasta? - Replicò polemico. Juraj cominciò a
gesticolare come se fosse stato preso in contropiede e superato.
- Oh andiamo, tu capti cose
che non ci sono e poi sono io che non capisco niente! Mati, vuoi dire
che hai qualcosa con Gustavo sul serio? - Alessio e Juraj lo guardarono
inquisitori ognuno per portare acqua al proprio mulino e Mati rallentò
sentendosi in un angolo. Si era messo in una posizione terribile, ma
non sapeva proprio come uscirne. Così si guardò intorno ed alzò le
spalle grattandosi la nuca dove la capigliatura fluente gli stava come
sempre come voleva, ingestibile e selvaggia intorno al viso minuto.
- Non è che non mi piaccia, è
che non ho legato molto con lui, sta un po’ sulle sue. Non c’è niente
che non vada fra noi, siamo solo due che siamo in camera insieme, tutto
lì! -
- Ma Gianluca? Pensavo che
fosse lui il tuo compagno! - Mati scosse la testa mentre Juraj fissava
Alessio incredulo, senza concepire proprio come ci fosse arrivato. Per
lui era impossibile!
- No, mi piacerebbe, ho legato
bene con lui, ma mi sembra brutto chiedere un cambio di compagno… -
Juraj piegò le labbra all’ingiù senza capire minimamente quale fosse il
problema.
- Ma per favore! Che problemi
ci sono? Io lo cambio di continuo, Ale mica se la prende! Te la prendi?
- E fu un miracolo che gli venisse il dubbio. Alessio lo guardò
incredulo della sua insensibilità e scosse il capo sospirando.
- Lascia perdere. Comunque non
c’è niente di male, puoi dire che è Gianluca che ha chiesto di stare in
camera con te perché siete amici e amen. Non credo che gli interesserà
molto visto che non avete legato. - Mati guardò Alessio che suggeriva
qualcosa di apparentemente logico, ma si vedeva che non era convinto.
Era sempre stato cresciuto in una certa maniera ed ora fare tutt’altro
non era facile.
- Dai, facciamo cambio noi. Ad
Ale non dispiace, è abituato. Gli dirà che mi devi dare lezione di
spagnolo e se chiede perché gli dirà che sono cazzi nostri! - Mati
spalancò gli occhi shoccato a quell’eventualità, come si poteva
rispondere a qualcuno così. Al contrario Alessio si mise a ridere
divertito.
“Sembra il figlio illegittimo di Sinisa!”
- Sono commosso che pensi sempre a me e che mi chiedi il parere! - Disse ironico consapevole che Juraj non avrebbe capito.
- Oh, non c’è di che. - Anche
se non era sicuro d’aver effettivamente pensato a lui in quella
proposta. Mati guardò Juraj interdetto senza capire se scherzasse,
Alessio scosse il capo e lasciò perdere, sia pure si stesse divertendo.
- È meglio che la motivazione
la gestisca io. - Asserì poi Alessio entrando in quella che un tempo
era la sua camera e che poi era diventata solo una breve tappa
all’interno della stagione.
Prese le sue cose non ancora
disfatte ed uscì facendosi accompagnare da Mati alla sua camera per
prendere a sua volta le proprie cose e fare il fantomatico scambio.
- Juraj stai qua per carità! -
Ordinò il difensore milanista indicando l’amico che era del tutto
intenzionato a seguirlo. Juraj lo guardò corrucciato.
- Perché? Se fa domande vi aiuto a rispondere. -
- Appunto, stai qua! - E con questo Alessio uscì seguito da un perplesso Mati.
- Ma è davvero così ingenuo o lo fa di proposito? - Alessio guardò il cileno allibito.
- Ingenuo è una parola carina, ma io userei più ‘ottuso come una merda!’ -
Mati scoppiò a ridere illuminandosi tutto, aveva una bella risata ed Alessio capì da cosa doveva essere stato catturato Juraj.
“Sono tutte persone positive,
comunque. Aperte, allegre o dolci… quelli con cui è stato sono tutte
positive. Ed anche Mati lo è. Credo che abbia davvero bisogno di un
cambiamento nella sua vita, ma non sa quale e come. Spero davvero che
non bruci le tappe, Mati è in gamba e sembra molto dolce. Forse dovrei
fargli un discorso?” Si chiese Alessio mentre andavano alla sua camera,
si sentiva stranamente responsabile per Juraj, anche se non capiva come
mai.
- Senti Mati… - Esordì rallentando un po’.
- Sì? - Fece subito il ragazzo accanto che era comunque più grande di Alessio sebbene sembrasse più piccolo di tutti quanti.
- Juraj è un po’ particolare, l’avrai notato… - Mati rise di nuovo.
- L’ho intuito, sì! È questo
che mi piace di lui, è diverso dagli altri e ti fa stare bene. Credo
che sappia far star bene tutti, non so come fa! Ho visto che va
d’accordo con tutti, gioca con tutti, abbraccia e scherza con tutti… -
Alessio piegò la testa annuendo mentre trovava conferma di quello che
aveva già capito, a Mati piaceva Juraj e più ne aveva a che fare, più
gli piaceva.
- Sì, è proprio così. Però è
anche molto diretto, non filtra. Quel che vuole fare, lo fa subito
senza chiedersi se all’altro vada. - La prese un po’ sottile, Mati però
sembrò capire cosa intendeva e Alessio si commosse nel realizzare che
non doveva spiegare venti volte le cose.
- Ho capito che è così, ma mi
piacciono quelli con le idee chiare… - Alessio lo prese per il braccio
delicatamente e rallentò mentre teneva la borsa in spalla e si
fermavano nei pressi della camera di Gustavo. Il corridoio del
dormitorio di Milanello era momentaneamente deserto e semi buio,
un’atmosfera perfetta per delle rivelazioni. Si fece serio a quel
punto.
- È questo il punto, è diretto
e non filtra, ma è in una fase particolare della sua vita, non ha le
idee chiare come sembra, è molto confuso ed ha passato un anno… forse
due… senza saper bene cosa voleva e come realizzarlo ed ha provato
molte esperienze e credo che con sua moglie non vada bene, ma poi c’è
una figlia di mezzo e… insomma. Voglio dire che è da molto tempo che ha
le idee confuse e fa esperienze di vario genere e potrebbe essere che
magari ora si comporta con te in un modo e vuole fare una cosa, ma poi
magari dopo un po’ cambia idea e sparisce o non so… ecco, devo
avvertirti. Mi aveva chiesto di tenerlo buono per un po’, siamo amici.
Però è impossibile ‘tenerlo buono’! - Fece le virgolette in aria e Mati
sorrise annuendo, aveva capito perfettamente il senso di quel che
intendeva Alessio, così lo ringraziò.
- Sono consigli importanti,
grazie. Juraj è difficile da capire e ti fa girare la testa. Sapere che
è in una fase delicata della sua vita e non ha le idee chiare è molto
utile. Grazie. - Ringraziò venti volte Alessio per la gentilezza,
davvero colpito della sua premura. Alessio annuì sorridendo, poi mise
le mani avanti.
- Con questo non voglio dire
di fare o non fare qualcosa, segui quel che ti va, solo sappi questo,
ok? Se credi di poterti fare un programma con lui preparati che
potrebbe completamente cambiare. O magari andare bene, non so. Gli
auguro che capisca cosa vuole una volta per tutte. - Mati sorrise
ancora e lo abbracciò dolcemente come facevano sempre dalle sue parti.
In America latina erano tutti affettuosi ed era normale abbracciarsi di
continuo. Alessio rimase un po’ interdetto, poi ricambiò sperando
vivamente che quello scemo di Juraj non lo facesse soffrire come aveva
fatto con Gianluca.
“Io sapevo che Gianluca non
era adatto a quelle cose, infatti avevo ragione. Ma ormai aveva già
fatto tutto. E poi ha iniziato a confidarsi troppo tardi. Ho dovuto
avvertire Mati, mi sentirei in colpa e complice di uno stronzo, se le
cose poi vanno così.”
In camera con Gustavo a cui
aveva rifilato una scusa piuttosto convincete del tipo ‘sto per
uccidere Juraj, ho bisogno di scappare, facciamo a turno, ogni tanto lo
rifilo ad altri compagni, prima o poi verrà il turno di tutti’, più o
meno quella che diceva a tutti i vari compagni dei vari partners di
Juraj, lì steso poi sul letto scrisse a Juraj.
‘Se non tieni il cazzo nei pantaloni stanotte ti eviro!’
Poi mandò un secondo messaggio.
‘Eviro significa ti taglio le palle!’
Terzo messaggio.
‘Mati è una bravissima
persona, ricorda quanto male è stato Gianluca perché l’hai usato prima
di essere sicuro di quel che volevi.’
‘Cosa dovrei fare quindi?’
Alessio guardò sconvolto la sua risposta, non gli aveva mai chiesto
così esplicitamente consiglio sebbene poi ne avesse ricevuti.
‘Frequentalo, sii romantico e
dolce, però non scoparlo, non andare oltre. Prova come va. Sforzati. Si
vivono così di solito le relazioni. Mati è una splendida persona, non
rovinare tutto!’
Juraj si limitò poi ad un ‘grazie’ e lì Alessio sospirò sperando davvero d’aver fatto il possibile.
Il resto della sera, prima di
addormentarsi, la passò a scrivere con Sinisa che gli mandava la foto
del suo pene per torturarlo un po’, sapeva che era in camera con altri,
perciò era solo una delle sue solite bastardate.
Ma, ovviamente, erano i loro soliti modi di stare insieme. Tutto regolare!
Juraj si era appena infilato i
boxer quando Mati entrò in camera e se lo trovò con una mano dentro
all’intimo a sistemarsi i sacri averi. Il ragazzo si fermò e lo guardò
con occhi spalancati arrossendo subito.
“Idee confuse, dice?” Cercò di
ricordare le parole di Alessio mentre realizzava che forse poi così
confuse non erano. Juraj rimase immobile con la mano che acchiappava le
proprie palle per metterle per il verso giusto, avendo dei boxer
attillati doveva mettersi tutto bene o gli dava fastidio, ma in un
secondo momento capì che forse questo non era un buon inizio e si tolse
subito la mano alzandole entrambe in segno di resa.
- Scusa! - Disse facendo venire un colpo a Mati per quella premura che non pensava avrebbe mai avuto.
- Figurati. Non fa niente…
anche io mi sistemo quando indosso i boxer! Sono più comodi per certi
versi, ma se non ti metti bene poi… - Non sapeva come andare avanti in
quel discorso davvero complicato, così si morse la bocca e scosse il
capo chiudendo la porta con una piccola smorfia.
- Tutto a posto comunque? - Chiese Juraj cambiando discorso mentre si metteva i pantaloni del pigiama.
Mati sospirò per quella bella pensata e si avventurò nella camera mettendo giù la propria borsa con il necessario per dormire.
La mise sul letto e l’aprì tirando fuori il pigiama e il beauty-case con il necessario per lavarsi, rispose tranquillo:
- Alessio è stato epico. Tutto
bene. - Non sapeva se era carino dirgli quel che aveva detto Alessio,
ma Juraj volle saperlo così lo riferì. - Ha detto che siccome ti stava
per uccidere, prende fiato e ha chiesto un cambio di camera. Ed ha
aggiunto che ogni tanto lo fa anche con gli altri perché così tutti ti
sopportano e non solo lui! Penso che scherzasse… - Si affrettò a
spiegare avendo capito che non percepiva bene l’ironia. Lo scrutò e lo
vide ridere mentre si buttava sul proprio letto.
A Milanello le camere erano
con due letti singoli ciascuna, mentre negli alberghi dove andavano
ospiti capitavano anche molte camere matrimoniali.
Mati pensò che stare lì in un letto proprio fosse l’ideale.
- Non te la sei preso vero? - Chiese ancora dispiaciuto per vederli litigare eventualmente.
- Alessio è un genio, riesce a
dire qualunque cosa senza far rimanere male nessuno. Non so come fa! -
Mati si sentì subito meglio nel vederlo divertito e così rilassato
iniziò a spogliarsi per mettersi il pigiama a sua volta.
Dopo che si fu tolto la felpa
e fu rimasto a torso nudo, si pentì d’averlo fatto davanti a lui, Juraj
lo stava sfacciatamente fissando in un modo a dir poco inquietante.
Non si perdeva un movimento ed
era come se lo studiasse, come se lo guardasse per la prima volta e non
volesse perdersi proprio nulla. Mati si mise così di profilo pensando
che se si fosse girato di schiena sarebbe sembrato un ‘piantala di
fissarmi’ e poteva essere brutto.
Di profilo era anche meglio, ma lui non lo sapeva.
A Juraj stava piacendo molto quel che vedeva. Davvero molto.
Mati era basso, ma con un fisico atletico asciutto ed era messo bene in ogni zona.
Quando si tolse i pantaloni
della tuta e rimase in boxer, non se li cambiò decidendo di farlo il
mattino seguente in bagno al sicuro.
Per Juraj non fu un problema.
Aveva un bel sedere alto, piccolo e sodo e sul davanti sembrava sufficientemente dotato.
“Che poi basta che lo sappia usare. E poi la parte che interessa di più a me sta proprio dietro e sembra adatto a me!”
Per qualche ragione si stava già immaginando mentre lo piegava in avanti e lo faceva suo. Chissà poi perché.
“Magari invece lo stendo sotto
di me e lo prendo per avanti, mi metto le sue gambe sulle spalle e lo
schiaccio tutto. Così piccolo di corporatura mi viene voglia di
spalmarmelo addosso.”
Stava già immaginando la
posizione quando si rese conto che la mano si stava carezzando poco
formalmente la pancia fino a scendere sul basso ventre.
“Porca puttana, sto avendo un’erezione!”
Lo realizzò mentre il calore partiva dalle parti basse sotto forma di tanti piccoli brividi.
“Meraviglioso!” pensò comunque.
Mati si guardava bene dallo
spostare i propri occhi su di lui, ma finì comunque per farlo alla
fine, nonostante sapesse benissimo che non era una grande idea.
Si insultò nel vedere subito quell’inequivocabile rigonfiamento sul suo pacco, coperto da un largo pigiama blu.
La mano poi era infilata sotto la maglia leggermente alzata e si carezzava la pancia lascivo.
E lo guardava, lo fissava in silenzio senza dire nulla.
Non aveva nemmeno un’espressione decifrabile.
“Che faccia sarebbe quella? A cosa pensa? Così mi mette a disagio! E cosa dovrei dire? Dannazione!”
Mati tossì cercando di domare l’imbarazzo che sperava non si trasformasse in eccitazione.
Aveva avuto a suo tempo un’esperienza omosessuale. Una l’avevano tutti, o quasi. Insomma, dalle sue parti non era così strano.
Poi non si era fatto tutti i
propri compagni interessanti, però adesso con Juraj che sembrava essere
interessato a lui, era tutto tornato più acceso che mai.
“Essere forse corteggiato
accende voglie che non pensavi nemmeno di avere e poi lui è così
particolare… e quegli occhi così azzurri e penetranti… ed i suoi
tatuaggi in qualche modo mi piacciono un sacco!”
Finì per leccarsi le labbra e
sentire caldo fra le gambe, così si rivestì in fretta e quasi
scappando, si infilò in bagno strofinandosi il viso mentre sconvolto
non aveva idea di cosa fare.
“Se avesse parlato, se
stessimo avendo una conversazione potevo far finta di nulla. Adesso è
strano! Mi ha fissato zitto mentre mi cambiavo e non ha detto nulla!
Cosa devo fare?”
Se lo chiese mentre si allargava i vestiti per vedere com’era messo e capì che la reazione era bella che viva.
Imprecando andò al water e
fece i propri bisogni e mentre se lo toccava con due dita, pensava se
non fosse meglio sfogarsi bene ora per stare buono dopo.
Se lo chiese, ma poi scosse la testa dandosi del pervertito.
Doveva andarci piano e forse non sarebbe comunque mai successo nulla.
“Juraj è strano e confuso, non
devo pensare di averci capito qualcosa. Magari mi fissava e si
carezzava ed aveva un’erezione ma pensava a qualcun altro!”
Quando tornò in camera, Juraj
era sotto le coperte ed aveva spento la luce grande tenendo quella del
comodino, Mati fece la stessa cosa e si sentì sollevato nel non vedere
più quanto eretto potesse essere il suo pene.
Era girato sul fianco, un
braccio piegato reggeva la testa, l’altro trafficava col cellulare.
Quando lo vide, lo mise giù e tornò a quello che pareva il suo
passatempo preferito.
Fissarlo.
Improvvisamente non si
ricordava più perché era venuto lì. Non lo capiva proprio. Cosa gli era
saltato in mente? Forse anche Juraj non lo sapeva.
Era lì, steso, sembrava intenzionato a non fare nulla.
“Meglio così!”
Anche se sotto sotto ne era deluso, non lo poteva negare.
In silenzio, non sapendo cosa
dire, con un imbarazzo strano ed un’atmosfera ingestibile, si stese
sotto le proprie coperte ad una distanza sufficiente dei due letti,
anche se non eccessiva da impedire di vedersi.
La mano che prima aveva il
telefono sparì sotto le lenzuola e non la vide più, a Mati venne una
fissa strana. Cosa stava facendo ora sotto le coperte? Era fermo? Si
toccava?
“Oh, sono malato! Questa
incertezza mi uccide. Chiaro o confuso? Vuole o non vuole? Forse ho
immaginato tutto, fa così con tutti, non ci ha mai provato.”
- Come si dice in spagnolo
‘sono eccitato’? - Chiese poi di punto in bianco Juraj ricordando a
Mati che i due si erano trovati con la scusa di insegnare lo spagnolo
ed impararlo.
Improvvisamente la vedeva come un’idiozia.
- Estoy emocionado. - Juraj
vedeva un’evidente somiglianza fra italiano e spagnolo e si traduceva
automaticamente certe parole in italiano.
- Come emozionato? - Mati
sorrise annuendo, ingoiando per la domanda particolare e mirata. Juraj
era furbo. Dicendo così aveva detto tutto ed anche nulla. Cos’era? Un
messaggio subliminale? E se avesse capito male sarebbe stata colpa sua,
non di Juraj. Tecnicamente non aveva detto nulla.
- Eccitato si dice anche excitado, ma di norma si dice così. - Spiegò.
Juraj annuì, poi si leccò le labbra e continuò sempre senza mostrare il braccio.
- E come si dice invece ‘ti
vorrei baciare?’ - Mati trattenne il fiato e spalancò gli occhi, non
era capace di nascondere l’imbarazzo e la speranza che succedesse.
Per un momento si dimenticò la propria lingua madre e dovette fare mente locale.
- Quiero besarte. - Non stava
affatto bene, Mati sperava che Juraj si alzasse dal suo maledetto letto
e lo facesse, ma stava lì steso a fare forse nulla o forse un lavoretto
di mano.
“Mi sta facendo impazzire! Perché non è chiaro?”
Alessio l’aveva avvertito e seppure sapendolo, non era facile gestirlo.
“E se gli chiedo di essere chiaro? Forse lo sorprendo?”
- E ‘voglio farti mio?’ - Mati
ora si pentì di non essersi sfogato prima in bagno, per fortuna era
steso sotto le coperte e non si vedeva che la propria erezione era
ancora dura.
Tossicchiò, si morse il labbro e suo malgrado rispose.
- Quiero hacerte mío. - La
voce di Mati era roca, a momenti non riusciva a parlare e non voleva
mettere il braccio sotto le coperte e toccarsi, sebbene fosse eccitato
da morire.
Juraj era serio, non era mai stato così serio da quando aveva iniziato a parlarci e a conoscerlo meglio.
Lo guardava in un modo sconvolgente. Non sapeva più come fare.
- È questo che vuoi davvero? -
Si fece coraggio alla fine e si decise a scoprire le carte. Juraj si
stupì che si facesse avanti e se ne compiacque.
- Tu lo vorresti? - Chiese lui in contropiede. Mati non vacillò a questo.
- Non si risponde con un’altra domanda. - Juraj sorrise soddisfatto piacendo a Mati molto di più con quell’aria maliziosa.
- Sì, lo voglio davvero. Però
sto cercando di fare il bravo. Per me è difficile, però. - A quel punto
Mati realizzò che se gli avesse detto di venire e baciarlo, Juraj
l’avrebbe fatto ma non era giusto visto quanto indeciso fosse. Anche
per lui era tutto molto presto. Aveva capito che era stuzzicato da lui,
ma non poteva già andarci a letto o saltargli addosso. Era presto, la
situazione doveva ancora svilupparsi, bruciare le tappe non gli
piaceva.
Juraj lo guardò con attenzione
per studiarlo e capire la sua reazione, cosa ne pensava, se magari
fosse disposto. Se gli avesse dato un minimo cenno si sarebbe alzato,
sarebbe andato da lui e l’avrebbe fatto.
- Allora è una fortuna che i
letti sono separati. - Disse Mati infine facendosi coraggio. - Perché
se fossimo più vicino ti avrei detto che andava anche a me. -
Juraj si inceppò. Non capiva
più se era un invito oppure no. Non gli aveva proprio detto che lo
voleva, però nemmeno che non lo voleva.
Si morse il labbro e si
aggrottò, Mati realizzò che si era perso in quella forma indiretta di
costruzione della frase e si mise a ridere. Fortunatamente la magia e
l’erotismo svanirono quel necessario per farlo tornare in sé. Juraj lo
guardò male perché aveva spezzato tutto, ma poi capì che era meglio
così.
“Alessio può essere soddisfatto di me!” pensò infine sospirando mentre si girava sulla schiena, supino, scuotendo la testa.
- Se vuoi dopo le lezioni di spagnolo ti do lezioni di ironia e frasi indirette! -
- Frasi indirette?! - Chiese Juraj senza capire.
- Quando dici una cosa senza dirla sul serio. -
- Quel che hai appena fatto! - Mati rise ed annuì. - Ma vuoi o no? -
- Buonanotte Juraj! A domani! - Con questo Mati riuscì a sopravvivere un’altra notte, chiuse la luce e si girò di spalle.
Juraj rimase col broncio per
un po’, insoddisfatto, poi scosse la testa e si arrese a concludere il
proprio lavoro sotto le coperte. Mati sentì dei certi movimenti, nel
silenzio della camera, ma non si girò verso di lui e non respirò
nemmeno.
Faticò molto a non fare la
stessa cosa, ma ad un certo punto riuscì a calmarsi tornando a pensare
alla sua faccia quando gli aveva detto che voleva ma non voleva in quel
modo geniale.
Era proprio impossibile che non piacesse.
Juraj fu bravo e si beccò i complimenti di un orgoglioso Alessio, il mattino dopo a colazione.
- Dillo a tu sai chi che sono
stato così bravo! Non ci crederà mai! - Nemmeno lui ci credeva, ma aver
resistito alla tentazione lo faceva sentire così orgoglioso che era da
molto che non succedeva.
- Ehi, avete un Voldemort
nelle vostre vite? E chi è? - Chiese Gigio seduto al tavolo con
Alessio, Juraj e Mati. Ovviamente con lui anche il solito Manuel e non
poteva mancare Davide che aveva deciso di dare un po’ di tregua a
Mattia.
- Colui che non deve essere nominato! - Rispose geniale e sornione Alessio con un sorriso furbo.
- E grazie, l’avevo capito! Il
Signore Oscuro, alias Voldemort, si chiama anche così. Ma il vostro
com’è? - Insistette Gigio curioso come una scimmia.
- Terrificante! Non può essere
nominato. - Continuò Alessio semplice, sottolineando che non l’avrebbe
mai detto. Gigio fece il broncio e cominciò l’opera di convincimento
mentre Juraj rideva perché sapeva chi era e capiva quanto appropriato
fosse paragonare Sinisa Mihajlovic a Voldemort!
“Vedrai quanto rido quando
glielo dico!” Pensò Alessio divertendosi da morire nel rispondere così
al figlio prediletto del Signore Oscuro. “Lo metterò così nel telefono
adesso!” Ed ovviamente così sarebbe stato.
Juraj era stato molto bravo la notte passata, per non parlare della mattina successiva.
Si sentiva orgoglioso di sé ed al settimo cielo. Aveva avuto la tentazione ma aveva resistito, non poteva che sentirsi fiero.
Così tanto che poi, quel
giorno, quando giocarono e Mati segnò il suo primo goal della stagione,
una stagione dove aveva giocato molto poco fra infortuni e varie scelte
tecniche, Juraj si fiondò nel gruppo ad abbracciarlo con tutti gli
altri e non contento fece il giro, lo arpionò da dietro e prendendogli
il viso con una mano glielo girò verso di sé e lo baciò senza
trattenersi nemmeno per sbaglio.
La sua bocca finì sull’angolo
della sua ed il bacio fu bello chiaro e del tutto intenzionale e demolì
Mati che si sconnesse sentendolo.
Quale modo migliore di
festeggiare la propria bravura nel non essergli saltato addosso la sera
precedente, se non baciandolo in mezzo a tutti i loro compagni e ai
tifosi?
E lui che continuava ad essere orgoglioso perché gli aveva dato un bacio all’angolo della bocca e non sopra, come aveva voluto.
Alessio, vedendolo, gli diede uno scappellotto sulla nuca che nessuno notò nella bolgia, poi si mise a ridere.
Juraj rimaneva Juraj, su questo non ci poteva proprio piovere!