NOTE:
Buon San Valentino gente... questa fic mi è stata richiesta da Mary
ed Irene quindi è dedicata a loro in special modo, poi naturalmente
anche a tutte quelle che apprezzano i due. Sicché la mia inventiva
non ha mai fine nemmeno nelle avversità, ho deciso di metterla al
servizio delle mie dolci amori. Ah e poi non so se quello che ho
scritto sia effettivamente fattibile e preciso, teoricamente sì ma
potrebbe anche non esserlo. Comunque chi se ne frega. E' una fic!
Buona lettura. Baci Akane
PS:
in certi momenti è molto demente!
SAN
VALENTINO
Alex
sospirò scontento guardando il calendario, a giorni sarebbe stato il
14 e quello era il primo anno da fidanzati che lo passavano
separati.
Voleva
organizzare qualcosa ma sapeva che Zlatan detestava quella festa, gli
anni precedenti l'aveva festeggiata solo perché erano insieme ma
quell'anno separati dall'oceano era impossibile. Poteva chiedere una
licenza per qualche motivo con la scusa di tornare in Italia ma
l'eventualità che Zlatan l'avesse rifiutato perché era solo una
stupida festa del cazzo, le sue parole più usate, lo angosciava.
Zlatan non aveva peli sulla lingua. Sapeva che non aveva piacere a
festeggiare quella sciocca festa consumista ma ad Alex piaceva perché
era una scusa perfetta per avere il diritto di essere romantici senza
essere accusati di esagerare od essere fuori luogo.
Con
Barbara diceva che era una festa che non gli piaceva e siccome lei
era d'accordo, era facile evitarla.
Si
rassegnò a lasciar perderla quell'anno... Se fosse stato a Milano un
aereo per Parigi sarebbe stato uno schiocco di dita.
Era
vicinissimo prima, ora c'era solo tutto l'Adriatico di mezzo!
Fu
con frustrazione che rispose al telefono, il suo compagno lo stava
chiamando.
-
Ciao! - Salutò ostentando un'allegria che non gli apparteneva.
-
Che hai? - chiese cavernoso Zlatan captando subito qualcosa che non
andava.
-
Ora come fai a dire che ho qualcosa che non va! - Saltò su il
ragazzo convinto che se non lo vedeva non poteva sapere che era sotto
tono. Era stato attento.
Zlatan
sbuffò.
-
Per chi mi prendi? - Chiaro no?
-
Dai Zlatan, ho usato un tono normale! - Insistette.
-
Da quando ti sento più per telefono che dal vivo riconosco meglio
tutti i tuoi toni. Cosa c'è si può sapere? -
Alex
si arrese, ormai non riusciva a nascondergli nulla! Non ci riusciva
prima figurarsi ora...
-
Ecco... So che con te vado contro un muro di cemento armato e non te
lo dico per chiederti qualcosa ma solo perché me l'hai chiesto! -
-
Smettila di girarci intorno! - Tuonò il poco dolce Zlatan il quale
non lo guardava per niente il calendario.
-
Fra due giorni è San Valentino... - Silenzio. Alex ingoiò. - Sai
che a me piace quella festa, sono un sentimentale ed è la prima
volta che la facciamo separati e mi dispiace, tutto qua. Niente di
importante come noti! Tu come stai? Sei pronto per la Champions? -
Chiese tutto d'un fiato convinto di deviarlo, aveva la convinzione
che avrebbe potuto litigarci se ne avesse parlato.
Ma
Zlatan era famoso per sorprenderlo, l'aveva sempre fatto.
-
Mi dispiace, anche a me secca non vederti giovedì. -
Di
nuovo silenzio. Un silenzio carico di sorpresa. Alex di certo non si
aspettava una cosa simile.
-
Da quando ti piace festeggiare San Valentino? - chiese incuriosito.
-
Da quando lo festeggio con te! - esclamò seccato. Alex rimase a
bocca aperta e senza parole... Poi spontaneo non trattenne
l'esclamazione.
-
Che dolce che sei! -
Non
serviva dire che Zlatan arrossì imbarazzato ed in reazione si
inalberò.
-
Piantala, ho solo detto che mi piace festeggiarlo con te! - ma ormai
Alex era partito e riuscì a sentirsi di nuovo felice. Non gli
importava più che non lo poteva vedere, gli bastava sapere che
avrebbe voluto.
-
Grazie, anche a me piace... Ci rifaremo la prossima volta che abbiamo
più calma... -
Disse
con dolcezza. La conversazione prese connotazioni diverse e parlarono
d'altro.
Gli
allenamenti andavano sempre meglio, aveva fatto bene a venire li ma
di questo non aveva avuto dubbi, il suo fisico rispondeva bene alle
terapie e all'ambiente.
Cercava
di dimenticarsi il conto dei giorni per non sentirsi male, contava
solo poter accendere Skype per poterlo vedere.
Fu
così che proprio mentre stava tornando a casa ricevette la sua
chiamata.
-
Zlatan, avevamo appuntamento fra qualche minuto! -
Esclamò
Alex.
-
Muovi le tue belle chiappe d'oro e vieni in aeroporto a prendermi
-
Alex
rimase in silenzio per un po' convinto di aver capito male, poi
guardò l'ora.
-
Ma che giorno siamo? Non dovevamo vederci fra due settimane? -
Si
erano fatti il calendario in base ai vari impegni. C'erano volte in
cui potevano fare la follia.
-
Siamo il 14 Alex, muoviti che fra poco atterro, non farmi perdere
tempo! -
Alex
rimase a fissare il telefono anche dopo che aveva messo giù,
convinto che fosse uno scherzo.
'Muoviti!'
Fu l'sms di Zlatan che gli arrivò subito dopo.
-
Ma allora è vero! -
Esclamò
Alex senza parole, da Zlatan si aspettava tutto ma non
quello.
Quando
arrivò all'aeroporto privato che gli aveva detto Zlatan, il jet era
già atterrato. Era la prima volta che lo vedeva, fino ad ora era
stato Alex a tornare in Europa perché più libero, però era andato
a colpo sicuro sul fatto che quello fosse il suo jet nuovo super
segreto, era da gennaio che gli diceva che l'avrebbe preso.
Quando
lo vide era vestito bene... Pantaloni in stoffa morbida e scura ed
una semplice camicia azzurrina lasciata fuori con un paio di bottoni
slacciati.
I
capelli sciolti
Alex
si emozionò. Era da settimane che lo vedeva solo per web cam,
rivederlo dal vivo era fantastico.
Gli
andò incontro e lo vide gesticolare con un pilota, Alex corrugò la
fronte senza capire perché parlasse a gesti e non a voce. Fra
l'altro sembrava lo minacciasse visto quanto brusco era!
Sistemato
il giovane Zlatan si girò, lo vide e si illuminò in un sorriso
davvero radioso, visto così Alex rimase spiazzato ed
inebetito.
Zlatan
lo raggiunse e lo abbracciò con impeto, Alex si distrasse e nella
confusione si dimenticò di tutto.
Ricambiò
nascondendo il viso pensando per un momento che il mondo potesse
anche scoprirli, non gliene importava.
-
È un posto sicuro... - lo rassicurò prima di qualunque cosa. Allora
Alex si ricordò di ciò che voleva chiedergli.
-
Ma senti, perché insultavi quel poveretto? - Zlatan fece mente
locale senza capire di chi parlasse, non gli pareva di aver insultato
nessuno...
-
Ma chi? -
-
Quel giovane là! - Quando Alex indicò il pilota, Zlatn rise di
gusto. Era sempre uno dei pochi che riusciva a farlo ridere tanto
senza farlo di proposito.
-
Ma è il pilota e non lo insultavo! -
-
Come no! E cosa facevi a gesti? -
-
Gli parlavo! -
-
E perché mai a gesti! - Zlatan sogghignò.
-
Perché è sordo muto! - Silenzio, Alex ci mise un po' a rielaborare
la cosa, dove aveva già sentito di un pilota sordo muto? Ah sì! Da
Zlatan e Cris!
-
Ma l'hai preso davvero? Pensavo scherzassi! - Alex si mise a ridere e
Zlatan assolutamente serio spiegò.
-
No ma che... È una delle idee migliori che quello abbia mai avuto!
Gli ho chiesto se aveva già qualche nome da passarmi e mi ha
presentato lui, è un suo amico, dice di fidarsi e che glielo devo
restituire quando Riky va via... In teoria fra due anni. Ma per
quella volta tu sei tornato in Europa! -
Alex
si rese conto che non scherzava.
-
Dio Zlatan, non dirmi che tu e Cris parlate di una persona come se
fosse una palla! - Zlatan lo fissò senza capire che ci fosse di
male...
-
Che c'è che non va? Lo paghiamo bene eh? -
Alex
scosse il capo e rise, erano unici quei due e si somigliavano molto
su certe cose.
Ringraziò
Dio di averli fatti così intraprendenti e decisi e cingendolo con un
braccio decise di goderselo senza farsi più domande.
Mentre
guidava pensava a dove portarlo, l'aveva preso proprio in contropiede
e non aspettandosi una cosa del genere non aveva preparato
niente.
Zlatan,
mentre lui pensava, si ricompensava da solo per la strada fatta.
-
Se mi dai tregua riesco a ragionare e poi sono tutto tuo! -
-
Senti, portami a casa tua che tanto è li che finiremo fra poco!
-
Alex
riuscì anche ad arrossire.
-
Ok... Ma mi hai preso contropiede, non ti aspettavo e non ho nulla di
pronto e non ho regali... Ma come mai questa splendida sorpresa?
-
Zlatan
alzò le spalle.
-
Il mister ha dato un paio d'ore libere per San Valentino, per di più
c'erano gli allenamenti solo al mattino ed ho deciso di
approfittare... Con questo jet sto la metà del tempo a fare la
strada... Lo devi prendere anche tu! -
Alex
rise.
-
Fammi indovinare...te l'ha passato Cris pure quello in comodato
d'uso? -
Qua
fu Zlatan a ridere convinto che Alex scherzasse. Lui lo diceva sul
serio!
-
Mi ha consigliato il modello, ma questo resta a me! -
-
Anche perché Cris non è proprio tipo da prendere una cosa di
seconda mano! -
Era
verissimo.
Raggiunsero
presto casa del brasiliano. Viveva da solo in una casa grande, il
gatto Riky era con lui ma c'era un piccolo ospite, un nuovo
micio.
Zlatan
si chinò e lo prese sorpreso che il piccolo micio nero si facesse
toccare. Sembrava molto più coraggioso dell'altro.
-
Ehi e questo qui? Non mi avevi detto di averlo preso... -
Alex
sorrise vedendo il suo compagno grande e grosso con un fagottino
piccolo che gli si arrampicava sul viso.
-
È un nuovo arrivo... Si chiama Tatan. -
-
Tatan come Zlatan? - Chiese ironico capendo subito l'assonanza!
Alex
arrossì per essere stato scoperto.
-
L'idea me l'ha data mio nipote quando ha detto il tuo nome in quel
modo buffo... Siccome mi mancavi e che quando mi mancava Riky ho
preso un gatto che ora gli somiglia, ho deciso così. Ti somiglia
sai? - in quello il micio graffiò Zlatan sul collo e lamentandosi lo
mise giù.
-
Fammi indovinare, è aggressivo? -
Alex
rise prendendo il piccolo animaletto che si mise a leccarlo.
-
Non solo, graffia tutti tranne me che invece mi bacia sempre! Ha
proprio carattere! -
Zlatan
soddisfatto lo abbracciò da dietro baciandogli la nuca.
-
Ha buon gusto questo gatto! -
Alex
non ne dubitava e girandosi fra le sue braccia lo baciò sulla
bocca.
-
Mi sei mancato tantissimo! - mormorò poco prima di baciarlo meglio.
Approfondirono ma ebbe poco tempo perché Tatan si intromise subito
con gelosia. L'originale lo prese per il coppino e lo tirò sul
divano.
-
Ha rotto il cazzo ora! Mi piace di meno! -
Lo
cinse meglio mentre Alex rideva ancora.
-
In pieno tuo stile... -
-
Cosa, rompere il cazzo? -
-
Ed essere geloso! -
Zlatan
gli pizzicò il sedere!
-
Ma senti un po' il piccolo! Ti fa bene l'aria brasiliana, eh? Sei più
coraggioso! -
Alex
tornò a baciarlo furbo...
-
Non sai a quante altre cose fa bene quest'aria... -
-
Mm... Interessante... Vediamo di scoprirlo! - il bacio finalmente non
fu interrotto e poterono approfondirlo a dovere.
Alex
capendo che presto sarebbero finiti a fare ben altro, decise di porre
un freno iniziale per cenare.
Lo
respinse con sicurezza e poi, con aria di scuse, disse:
-
Mangiamo? -
Zlatan
voleva rispondere che aveva una fame soddisfabile solo in un modo ma
Alex sgusciò via dalle sue braccia e diretto alla cucina si mise a
spadellare.
Lo
svedese sbuffò e lo seguì.
-
Senti, mi va bene anche un panino, non perdiamo tempo! -
Alex
lo spinse in soggiorno.
-
Tu sta lì che ci penso io, lasciami preparare qualcosa. Voglio fare
un San Valentino decente! -
Zlatan
si buttò sul divano sbuffando:
-
Quante cerimonie per una stupida festa... -
Alex
dalla cucina replicò divertito:
-
Una stupida festa che ti dà la scusa per vedermi! - Aveva ragione,
con una smorfia gliela diede vinta e si rilassò un po' guardando la
televisione e giocando coi gatti. Ormai Riky lo riconosceva e Tatan
l'aveva preso in simpatia.
Quando
cominciò a sentire il profumino della cena non nascose che,
effettivamente, non gli dispiaceva essere trattato come ai vecchi
tempi. Quando a casa Pato il piccolo gli preparava da mangiare e lui
aspettava sul divano era bello, sapeva di famiglia e loro alla fine
si sentivano tali anche senza figli in comune o matrimoni veri.
Le
loro promesse se le erano scambiate, niente cerimonie, qualcosa di
intimo e dolce -per Alex.-
-
Tesoro, è pronto! - Alex l'aveva chiamato così sovrappensiero e
Zlatan fece un largo sorriso scimmiottando:
-
Arrivo cara! - per prenderlo in giro.
Alex
era imbarazzato quando lo vide arrivare ed aveva un fantastico
grembiule addosso color rosso vivo.
-
Eccolo lì il folletto! - Alex aveva un pigiama rosso che ogni volta
che lo indossava, Zlatan lo chiamava folletto. Gli piaceva molto.
A
tavola lo vide inpiattare qualcosa di semplice e veloce, se lo
godette imprimendosi la sensazione di intimità che quelle semplici
cose gli davano e, proprio come ai vecchi tempi, in perfetta
familiarità, gli toccò il sedere. Alex saltellò squittendo e lo
ammonì giusto per abitudine.
Erano
belle cose, erano bei momenti.
Mangiarono
e conversarono, in realtà si tenevano molto aggiornati visto che si
parlavano al telefono ad ora di pranzo e si vedevano in web cam ogni
notte... di conseguenza era come riprendere da dove avevano
interrotto poco prima.
Non
c'era effettivo imbarazzo per il non vedersi spesso, sembrava quasi
normale.
Dopo
cena Zlatan fu orgoglioso di invitare il suo compagno in camera per
potergli dare il suo regalo.
Alex
nella sua beata ingenuità pensò seriamente che fosse il sesso, il
suo regalo, quindi non si aspettava assolutamente niente. Si sedette
sul letto aspettando Zlatan che per qualche strano motivo non era più
dietro di lui, quando riapparve aveva un sacchetto in mano che prima
non aveva notato.
-
E questo? - Chiese mentre glielo porgeva.
Aveva
una strana espressione.
Davvero
strana in effetti.
-
Che c'è? -
-
Aprilo, è il tuo regalo. Buon San Valentino! - Così dicendo si
chinò a baciarlo leggero, poi si sedette accanto aspettando lo
aprisse.
-
Ma non dovevi, Zlatan... io non ho niente... e adesso come faccio?
Già solo che tu sia qua è un regalo fantastico eOOMMIOOODDIOOO
COS'E'?! - Zlatan si stese ridendo, non poteva assolutamente
trattenersi. Non l'aveva preso per scherzare però sapeva che quella
sarebbe stata la sua reazione.
Alex
lo guardò scandalizzato chiudendo il sacchetto, era bordeaux e
balbettava con i suoi grandi occhi ben aperti.
-
Cosa ti salta in mente? - Chiese stridulo.
Zlatan
piangeva dal ridere, cosa che al ragazzo faceva piacere, ma doveva
avere delle risposte.
Visto
che non accennava a smettere tornò a guardare e a richiudere.
-
Ti prego, dimmi che è uno scherzo... - Lo pregò.
Zlatan
smise di ridere e si rialzò, gli prese il sacchetto e tirò fuori il
regalo al suo posto.
-
Ne ho uno anche io. Me l'ha scelto Thiago perchè mi sono rifiutato
di andare a prenderlo. E ha preso anche questo. Lui ha la faccia
tosta per farlo. -
-
Sì... ma... perchè? - Alex continuava bordeaux a fissarlo senza la
capacità di prenderlo.
Zlatan
allora lo tirò fuori dalla scatola e glielo mise forzatamente in
mano.
-
Non ti ricorda niente? Thiago è stato molto attento a comprare
quello giusto! - Alex tornò ad alzare la voce oltre i limiti
consentiti.
-
CERTO CHE MI RICORDA QUALCOSA! MI RICORDA IL TUO! -
-
Dai Alex è solo un cazzo finto che vibra! - Alex sospirò
fissandolo. Era bello grande e realista, fra l'altro...
-
Ma come ti è saltato in mente? -
Zlatan
si stese e se lo portò con sé, Alex ce l'aveva incollato in mano
per lo shock e non riusciva a mollarlo.
-
Avevo deciso di fare la pazzia e venire e non sapevo cosa regalarti,
così ho fatto l'errore di parlarne con Thiago. Lui ha tirato fuori
idee tutte una più assurda dell'altra. Siccome a Thiago gli sta
incollato Zeze -Lavezzi- ed ha sentito tutto, se ne è uscito con una
cosa che effettivamente aveva anche senso. 'L'unica cosa veramente
utile in un rapporto a distanza è un cazzo finto!' Dapprima l'ho
mandato a cagare, poi Thiago mi ha fatto riflettere. Non aveva torto.
Insomma, alla pratica noi ci masturbiamo davanti alla web cam però
alla fine avere qualcosa di più utile in mano -che non siano
ortaggi- aveva proprio senso. Poi Thiago si è offerto di andare a
prenderne due per noi. Ha detto che quello per me l'ha scelto
pensando al tuo cazzo mentre quello per te al mio. -
-
Che gentile. Questo allora è più grande di quello che hai tu...
l'hai portato? - Alex si stava rilassando e Zlatan stupito gli chiese
come mai ora l'accettasse di buon grado.
-
Se è una cosa incitata da Thiago allora va bene... e poi l'ha scelto
lui pensando a noi! È stato carino! - Zlatan grugnì geloso.
-
Ma il regalo è da parte mia! - Alex rise e lo mise giù stirandosi
verso il compagno che aveva il broncio.
-
Non sarai geloso... -
Gli
sfiorò le labbra dolcemente e Zlatan fece un ghigno rilassandosi.
-
Mi ha suggerito i nomi e devo dire che per una volta ha fatto un buon
lavoro... -
Un
altro bacio.
-
Ah sì? -
-
Il mio è Lex, una variante del tuo nome. - Alex rise.
-
Mica sarà Tatan il tuo, poi mi sembra di farmi il gatto! -
-
No è stato più creativo. Ha detto che questo si chiama Natalz! -
Alex alzò un sopracciglio. - Il mio nome al contrario! -
Ecco
che riattaccò a ridere ma Zlatan lo imitò, era così assurdo farsi
scegliere i regali di San Valentino dall'amico...
-
Quando ci sposeremo in Spagna lui sarà il nostro testimone di nozze
assolutamente! - Disse Alex col viso premuto sul cuscino, non
riusciva a smettere di ridere e Zlatan decise che avevano cazzeggiato
abbastanza, infatti gli salì sopra mentre lo sistemava a pancia in
giù.
-
Intendi sposarmi seriamente, allora... - Disse suadente contro il suo
orecchio.
Alex
smise di ridere.
-
Tu no? - Per lui era normale che prima o poi l'avrebbero fatto
davvero, a costo di camuffarsi per non farsi riconoscere dal
celebrante del comune!
-
Certo... anche subito! - Alex sorrise sornione.
-
Bene... potrei accettare, sappilo. -
-
Prima dammi il mio regalo... -
-
Ma Zlatan, ti ho detto che non ho niente... -
Zlatan
allora scese sulla sua schiena, ignorò completamente la maglietta e
arrivò ai pantaloni. Li abbassò insieme ai boxer e sulle curve del
suo fondoschiena sodo, disse malizioso.
-
Qualcosa ce l'hai eccome! Qualcosa che voglio divorarmi! - Alex
premette il viso sul cuscino vergognandosi ma l'aiutò mentre Zlatan
lo alzava per i fianchi mettendogli le ginocchia sotto. Col suo
sedere ben alzato ed in posizione ideale, Zlatan cominciò ad
occuparsi del suo 'regalo'.
Gli
prese i glutei e li strinse per poi allargarli e passare nella
fessura con la lingua. Alex sussultò.
Lo
leccò con voracità, ne aveva una gran voglia e dopo essersi messo
in bocca anche le proprie dita, le inserì nella sua apertura.
Alex
sospirava di piacere mentre si tendeva come un gattino che ne voleva
di più. Mise anche un altro dito, era facile, si capiva quanto
abituato fosse... non certo alle dita di un altro, ma almeno si
teneva in allenamento e lui lo sapeva bene.
Mentre
una mano si occupava di quella parte, l'altra andò a stimolare
l'erezione fra le gambe, la lingua leccava quel piccolo pezzo di
pelle che collegava il dietro all'avanti. Così sensibile che Alex
gemette più forte.
Una
mano per parte si muovevano facendolo impazzire molto presto e quando
lo sentì già eccitato, decise di farlo respirare un po'.
Voleva
goderselo bene.
Lo
girò e lo stese, quindi alto sulle ginocchia si tolse la camicia
lentamente, osservandolo voglioso. Alex si leccò le labbra
riempiendosi di quella visione. Il suo amore che si spogliava in quel
modo, così serio mentre lo desiderava.
I
pantaloni ed i boxer del brasiliano erano abbassati alle cosce ma non
accennava a muovere un muscolo per finire di spogliarsi da solo e
quando Zlatan si fu tolto tutto, gli sfilò i pantaloni e l'intimo.
Leccò le gambe nel risalire e questa fu una nuova sensazione, le
cosce erano sensibile e andando oltre l'inguine che ignorò
volutamente, gli alzò la maglietta e proseguì l'assaggio sensuale
fino a raggiungere i capezzoli che succhiò.
Alex
immerse le dita fra i suoi capelli, li radunò sulla nuca e li annodò
sulle sue dita. Adorava quella sensazione almeno quanto Zlatan
adorava la sua pelle sotto la lingua.
Però
voleva sentirla anche là sotto, lo voleva tantissimo, e non si
accorse di spingerlo in basso.
Quando
Zlatan ridacchiò ormai era lì, sull'inguine, e lui gli guidava la
testa avanti ed indietro intensamente.
Aumentò
la velocità ed insieme raggiunsero subito un ritmo piuttosto
elevato, Zlatan non voleva che venisse ancora e smise per risalire
sulla bocca, si avventò su di essa e se la prese, giocarono con le
lingue anche fuori, mentre si separavano e si riunivano, si
succhiavano all'infinito in quel gioco erotico. Avrebbero potuto
andare avanti ancora in quel modo e basta ma la voglia di avere anche
la bocca di Alex in tutto il proprio corpo, spinse Zlatan ad alzarsi
in ginocchio e ad attendere che gli venisse incontro.
-
Zlatan? - Lo chiamò spaesato per un istante.
-
Pensi di fare qualcosa anche tu? - Alex sorrise timidamente.
Ne aveva naturalmente voglia, ora che l'aveva li aveva un sacco di
idee che voleva attuare.
Era
già nudo.
Lo
sguardo gli cadde su Natalz e sorrise.
-
Vediamo se il falso è meglio dell'originale! - questo piacque a
Zlatan che con un sorrisetto rimase con le mani ai fianchi.
Alex
si chinò sul suo inguine. Disegnò con la lingua le linee che
scendevano dal suo ventre, erano perfette, le adorava. Quando in tv
vedeva che si abbassava i pantaloncini della divisa fino ai limiti
della decenza, e spesso nemmeno quella, gli veniva sempre male.
-
Mm... A proposito... Evita di fare spettacolo quando giochi! Non sei
una porno star! - il tono severo di Alex piacque molto a Zlatan che
lo scanzonò.
-
Oh ma guarda un po'... Il piccolo micio è geloso! -
Alex
gli mordicchiò la pelle vicino all'erezione e l'altro sospirò.
-
Così mi fai un favore sai! -
Alex
ridacchiò.
-
A te piace tutto! -
-
Se lo fai a me sì! - questo gli diede un'idea niente male e cercando
di avere quanto più coraggio poteva, si stese lasciandolo a bocca
asciutta!
Zlatan
lo fissò torvo ma quando lo vide prendere il vibratore a forma di
pene, si sistemò meglio seduto accanto.
-
Devo provare quello finto! - disse malizioso.
Così
dicendo cominciò a toccarlo a piene mani, lo massaggiò con
intenzione provando la consistenza che effettivamente era buona.
-
Wow è fatto davvero bene... Sembra vero! -
Zlatan
alzò un sopracciglio scettico.
-
Non ne hai mai toccato uno? -
Alex
arrossì.
-
No! - Esclamò convinto. Zlatan continuò a ridere e così stufo che
si prendesse gioco di lui lo leccò. Chiuse gli occhi convinto gli
facesse senso ma con sommo stupore dovette constatare che invece era
incredibilmente interessante. Non era caldo come quello vero ma
nemmeno freddo, sembrava vero a livello di tatto. Mancava il suo
odore ma poteva sforzarsi. Lo avvolse con le labbra curioso di come
dovesse essere e si stupì ancora. Il problema era che non cresceva
però era già grande e non si poteva lamentare.
Per
sbaglio avviò il vibro e cominciò a tremare nella bocca. Spaventato
smise e Zlatan rise così riprese per dargli un altra lezione. Ci
stava effettivamente trovando gusto e per lo svedese vedere il suo
piccolo angelo che succhiava un cazzo finto era la fine del mondo,
non poteva negarlo.
-
Com'è - chiese. Alex si separò e lo guardò.
-
Non ha il tuo odore ma vibra... Sembra quasi vero... -
Zlatan
capi che lo diceva sul serio e decise di provvedere a quel grave
problema facilmente risolvibile con un trucco.
Gli
prese Natalz di mano, era già lubrificato della sua saliva, si
stese, si allargò le gambe e se lo portò in mezzo, se lo strofinò
contro e sempre senza staccare gli occhi di dosso da Alex che si
succhiava il labbro chiedendosi cosa avrebbe fatto, si penetrò da
solo.
Non
aveva bisogno di grosse preparazioni, lui era già abituato di suo a
quel genere di cose... con Alex lontano quelle attività erano
l'unico sollievo per i suoi ormoni.
Si
rilassò e se lo infilò dentro e fuori un paio di volte trovando
l'attività effettivamente piacevole.
Sospirò
chiudendo gli occhi, abbandonò la testa contro la spalliera a cui
appoggiava per stare mezzo seduto e continuò un po' fino a che non
si sentì troppo eccitato per proseguire.
Se
lo tolse e lo porse ad Alex con malizia strofinandoglielo leggero sul
petto.
-
Ora scommetti che ha il mio odore? -
L'odore
di cui parlava Alex era particolare, si definiva odore di sesso, non
era un vero profumo, era l'odore intimo che ognuno aveva che
normalmente non era particolarmente gradevole ma che quando si
accendevano i sensi, quello contribuiva a rimescolarli e ad
alimentare il desiderio. Era un gioco d'associazione d'idee...
quell'odore lo si sentiva quando si faceva sesso, questo accendeva le
voglie automaticamente.
A
molti piaceva quell'odore specifico e nessuno ne restava
indifferente.
Quando
Alex lo sentì trattenne il fiato e Zlatan gli lasciò il vibratore
sopra per prendergli la nuca, immerse le dita fra i suoi ricci un po'
più mosci del solito. A Milano erano più arruffati per l'eccessiva
umidità, lì che non ce n'era era diverso ma era sempre splendido.
-
Ora devi provare l'originale e vedere se è meglio dell'imitazione! -
Per un attimo Alex pensò che Thiago avesse fatto un calco al pene di
Zlatan, lo pensò nel toccarglielo.
Ma
quando dopo che la mano cominciò a muoversi lo sentì pulsare e
scaldarsi, provò sollievo.
Era
vivo. Era decisamente vivo.
Zlatan
accompagnò la sua testa sul proprio inguine ed il ragazzo lo leccò
brevemente per poi cominciare subito a pompare con maggior passione.
Ne
aveva voglia, ora che l'aveva in bocca. Ne aveva una gran voglia.
E
cresceva mentre il ritmo aumentava grazie anche ai movimenti che gli
imponeva la mano di Zlatan. Era così eccitante, gli piaceva sentirlo
ingrandirsi nella bocca.
Senza
accorgersene si trovò la propria stessa mano fra le gambe a
stimolarsi ma quando l'altro se ne accorse gliela tolse e ci pensò
lui.
Era
difficile fare due cose insieme, da un lato voleva concentrarsi sul
proprio godimento, dall'altro voleva darne al suo piccolo, però alla
fine si trovarono entrambi più che soddisfatti e quando Alex si alzò
per prendere fiato, lo svedese gli chiese malizioso.
-
Allora qual è meglio? - Alex sorrise allo stesso modo.
-
Non saprei... mi sa che devo testarlo meglio! -
Era
come stendere un tappeto rosso. Zlatan che non aspettava altro si
tirò su e lo prese per i fianchi, lo baciò languido e con un'aria
da mille promesse e una notte, mormorò piano.
-
Allora testiamolo come si deve... - E detto questo girò Alex di
schiena, lo piegò in avanti, lo sistemò a carponi davanti a lui
tirato su in ginocchio. A questa visione non resistette molto, lo
prese per i fianchi ed entrò semplicemente.
Alex
non trattenne un forte sospiro che morì in gola, quando cominciò a
muoversi lentamente i gemiti aumentarono e mano a mano che le spinte
diventavano più consistenti, il godimento aumentava senza vergogna.
Lo
sentiva crescere dentro di sé e si chiedeva quanto gli era mancato
sentirlo.
Improvvisamente
le scosse furono talmente insopportabili che il desiderio di averne
di più fu follia pura, si alzò di scatto e si inarcò contro di lui
che lo avvolse con le braccia e continuò a spingere creando una
serie di onde perpetue e crescenti coi loro corpi uniti e fusi.
Gli
ansimi ed i gemiti riempirono insieme la stanza e le braccia di Alex
si alzarono oltre la testa, le mani afferrarono i capelli di Zlatan e
tirarono in preda ad un orgasmo che non poté che essere profondo
come poche volte gli era capitato d'averne.
Forse
l'aveva desiderato di più, forse per più tempo. Forse non vederlo
dal vivo per un po' rendeva le volte in cui lo facevano speciale.
Forse le fantasie che faceva davanti allo schermo del pc alimentavano
questo suo lato passionale.
Forse
un po' tutto, ma Zlatan non si sarebbe dimenticato quella notte
proprio come Alex.
Quando
sfiniti caddero stesi uno sull'altro, ci misero parecchio a ritrovare
l'uso della parola.
Alla
fine Zlatan glielo chiese con ironia.
-
Allora qual è meglio? -
Alex
sorrise e nascose il viso teneramente contro il suo collo.
-
Il tuo... - Era bello sentirglielo dire in quel modo, così timido.
Zlatan
se lo strinse e decise che non l'avrebbe più lasciato.
Era
una follia essere lì quel giorno, dopo poche ore sarebbe dovuto
ripartire.
Era
davvero follia.
Però
era valsa tutta, si disse.
Dopo
altro tempo che non passarono a dormire ma bensì a coccolarsi e a
bearsi l'uno dell'altro, Alex sussurrò dolcemente.
-
Auguri, amore. Ti amo. Grazie di questo splendido regalo. - E non
intendeva certo Natalz.
Zlatan
sorrise intenerito e gli baciò i capelli.
-
Ti amo anche io. Per te farò sempre queste pazzie. - Per Alex anche
una ogni tanto erano sufficienti, non voleva che si consumasse in
quel modo a viaggiare da una parte all'altra.
-
Amore ma sei stato matto... ti sei fatto... quante ore di volo? Solo
per poche che ne hai passate qua... -
Zlatan
sorrise alla sua preoccupazione.
-Con
un volo diretto normale Parigi-San Paolo sarebbero 11 ore, con il jet
e questo pilota formidabile sono 8 e mezza... dice che può fare
anche di meglio. Ho dormito prima e dormirò dopo, è comodo e non mi
stanco. Quindi non preoccuparti per me! -
-
Ma con gli allenamenti di domani mattina? -
-
Domani saranno solo il pomeriggio, non sono sempre di mattina e non
sono sempre due volte al giorno... -
Alex
si sentì meglio, con la differenza di quattro ore doveva fare i
calcoli bene...
-
Basta che riparto a mezzanotte locale che a Parigi saranno le quattro
di notte. Ho già fatto i calcoli. Dormo in aereo ed andrà tutto
bene. - Alex smise di pensarci, tanto ormai era lì...
-
Se dici a papà Carletto che sei da me ti lascia qualche ora di
congedo... - Disse senza pensarci molto. Zlatan si fermò e lo
guardò.
-
Ma sei diabolico! - Alex arrossì senza capire perchè ma si godette
il suo bacio e la sua risata.
Andava
meglio così!
-
Dobbiamo incontrarci a metà strada... io ho più tempo per
viaggiare... -
Il
resto del tempo lo passarono un po' a farsi le fusa ed un po' a
progettare il prossimo incontro.
Era
diverso da come erano abituati ma fattibile e lo stavano vedendo in
quel momento.
-
Ah... Thiago ti manda i suoi saluti... - Disse solo dopo ore.
Alex
rise.
-
Ricambia... e ringrazialo, digli che la scelta è stata perfetta! Ma
non dubitavo che ci prendesse! -
Zlatan
scosse il capo. Decisamente a volte gli pareva di avere una relazione
a tre, solo che il sesso era solo con Alex!
Bè,
l'importante era riuscire a prenderselo, come non importava e finchè
c'era la seria volontà di stare insieme, gli ostacoli in un modo o
nell'altro si superavano; o si sopportavano.
FINE