NOTE: Buon San Valentino gente... questa fic mi è stata richiesta da Mary ed Irene quindi è dedicata a loro in special modo, poi naturalmente anche a tutte quelle che apprezzano i due. Sicché la mia inventiva non ha mai fine nemmeno nelle avversità, ho deciso di metterla al servizio delle mie dolci amori. Ah e poi non so se quello che ho scritto sia effettivamente fattibile e preciso, teoricamente sì ma potrebbe anche non esserlo. Comunque chi se ne frega. E' una fic! Buona lettura. Baci Akane
PS: in certi momenti è molto demente!

SAN VALENTINO

/The Babysitters Circus - Everything's Gonna Be Alright/



Alex sospirò scontento guardando il calendario, a giorni sarebbe stato il 14 e quello era il primo anno da fidanzati che lo passavano separati.
Voleva organizzare qualcosa ma sapeva che Zlatan detestava quella festa, gli anni precedenti l'aveva festeggiata solo perché erano insieme ma quell'anno separati dall'oceano era impossibile. Poteva chiedere una licenza per qualche motivo con la scusa di tornare in Italia ma l'eventualità che Zlatan l'avesse rifiutato perché era solo una stupida festa del cazzo, le sue parole più usate, lo angosciava. Zlatan non aveva peli sulla lingua. Sapeva che non aveva piacere a festeggiare quella sciocca festa consumista ma ad Alex piaceva perché era una scusa perfetta per avere il diritto di essere romantici senza essere accusati di esagerare od essere fuori luogo.
Con Barbara diceva che era una festa che non gli piaceva e siccome lei era d'accordo, era facile evitarla.
Si rassegnò a lasciar perderla quell'anno... Se fosse stato a Milano un aereo per Parigi sarebbe stato uno schiocco di dita.
Era vicinissimo prima, ora c'era solo tutto l'Adriatico di mezzo!
Fu con frustrazione che rispose al telefono, il suo compagno lo stava chiamando.
- Ciao! - Salutò ostentando un'allegria che non gli apparteneva.
- Che hai? - chiese cavernoso Zlatan captando subito qualcosa che non andava.
- Ora come fai a dire che ho qualcosa che non va! - Saltò su il ragazzo convinto che se non lo vedeva non poteva sapere che era sotto tono. Era stato attento.
Zlatan sbuffò.
- Per chi mi prendi? - Chiaro no?
- Dai Zlatan, ho usato un tono normale! - Insistette.
- Da quando ti sento più per telefono che dal vivo riconosco meglio tutti i tuoi toni. Cosa c'è si può sapere? -
Alex si arrese, ormai non riusciva a nascondergli nulla! Non ci riusciva prima figurarsi ora...
- Ecco... So che con te vado contro un muro di cemento armato e non te lo dico per chiederti qualcosa ma solo perché me l'hai chiesto! - 
- Smettila di girarci intorno! - Tuonò il poco dolce Zlatan il quale non lo guardava per niente il calendario.
- Fra due giorni è San Valentino... - Silenzio. Alex ingoiò. - Sai che a me piace quella festa, sono un sentimentale ed è la prima volta che la facciamo separati e mi dispiace, tutto qua. Niente di importante come noti! Tu come stai? Sei pronto per la Champions? - Chiese tutto d'un fiato convinto di deviarlo, aveva la convinzione che avrebbe potuto litigarci se ne avesse parlato.
Ma Zlatan era famoso per sorprenderlo, l'aveva sempre fatto.
- Mi dispiace, anche a me secca non vederti giovedì. -
Di nuovo silenzio. Un silenzio carico di sorpresa. Alex di certo non si aspettava una cosa simile.
- Da quando ti piace festeggiare San Valentino? - chiese incuriosito.
- Da quando lo festeggio con te! - esclamò seccato. Alex rimase a bocca aperta e senza parole... Poi spontaneo non trattenne l'esclamazione.
- Che dolce che sei! - 
Non serviva dire che Zlatan arrossì imbarazzato ed in reazione si inalberò.
- Piantala, ho solo detto che mi piace festeggiarlo con te! - ma ormai Alex era partito e riuscì a sentirsi di nuovo felice. Non gli importava più che non lo poteva vedere, gli bastava sapere che avrebbe voluto.
- Grazie, anche a me piace... Ci rifaremo la prossima volta che abbiamo più calma... -
Disse con dolcezza. La conversazione prese connotazioni diverse e parlarono d'altro.

Gli allenamenti andavano sempre meglio, aveva fatto bene a venire li ma di questo non aveva avuto dubbi, il suo fisico rispondeva bene alle terapie e all'ambiente.
Cercava di dimenticarsi il conto dei giorni per non sentirsi male, contava solo poter accendere Skype per poterlo vedere.
Fu così che proprio mentre stava tornando a casa ricevette la sua chiamata.
- Zlatan, avevamo appuntamento fra qualche minuto! -
Esclamò Alex. 
- Muovi le tue belle chiappe d'oro e vieni in aeroporto a prendermi - 
Alex rimase in silenzio per un po' convinto di aver capito male, poi guardò l'ora.
- Ma che giorno siamo? Non dovevamo vederci fra due settimane? - 
Si erano fatti il calendario in base ai vari impegni. C'erano volte in cui potevano fare la follia.
- Siamo il 14 Alex, muoviti che fra poco atterro, non farmi perdere tempo! - 
Alex rimase a fissare il telefono anche dopo che aveva messo giù, convinto che fosse uno scherzo.
'Muoviti!' Fu l'sms di Zlatan che gli arrivò subito dopo. 
- Ma allora è vero! -
Esclamò Alex senza parole, da Zlatan si aspettava tutto ma non quello.

Quando arrivò all'aeroporto privato che gli aveva detto Zlatan, il jet era già atterrato. Era la prima volta che lo vedeva, fino ad ora era stato Alex a tornare in Europa perché più libero, però era andato a colpo sicuro sul fatto che quello fosse il suo jet nuovo super segreto, era da gennaio che gli diceva che l'avrebbe preso. 
Quando lo vide era vestito bene... Pantaloni in stoffa morbida e scura ed una semplice camicia azzurrina lasciata fuori con un paio di bottoni slacciati.
I capelli sciolti
Alex si emozionò. Era da settimane che lo vedeva solo per web cam, rivederlo dal vivo era fantastico.
Gli andò incontro e lo vide gesticolare con un pilota, Alex corrugò la fronte senza capire perché parlasse a gesti e non a voce. Fra l'altro sembrava lo minacciasse visto quanto brusco era!
Sistemato il giovane Zlatan si girò, lo vide e si illuminò in un sorriso davvero radioso, visto così Alex rimase spiazzato ed inebetito.
Zlatan lo raggiunse e lo abbracciò con impeto, Alex si distrasse e nella confusione si dimenticò di tutto.
Ricambiò nascondendo il viso pensando per un momento che il mondo potesse anche scoprirli, non gliene importava.
- È un posto sicuro... - lo rassicurò prima di qualunque cosa. Allora Alex si ricordò di ciò che voleva chiedergli.
- Ma senti, perché insultavi quel poveretto? - Zlatan fece mente locale senza capire di chi parlasse, non gli pareva di aver insultato nessuno... 
- Ma chi? - 
- Quel giovane là! - Quando Alex indicò il pilota, Zlatn rise di gusto. Era sempre uno dei pochi che riusciva a farlo ridere tanto senza farlo di proposito.
- Ma è il pilota e non lo insultavo! - 
- Come no! E cosa facevi a gesti? - 
- Gli parlavo! - 
- E perché mai a gesti! - Zlatan sogghignò.
- Perché è sordo muto! - Silenzio, Alex ci mise un po' a rielaborare la cosa, dove aveva già sentito di un pilota sordo muto? Ah sì! Da Zlatan e Cris! 
- Ma l'hai preso davvero? Pensavo scherzassi! - Alex si mise a ridere e Zlatan assolutamente serio spiegò.
- No ma che... È una delle idee migliori che quello abbia mai avuto! Gli ho chiesto se aveva già qualche nome da passarmi e mi ha presentato lui, è un suo amico, dice di fidarsi e che glielo devo restituire quando Riky va via... In teoria fra due anni. Ma per quella volta tu sei tornato in Europa! - 
Alex si rese conto che non scherzava.
- Dio Zlatan, non dirmi che tu e Cris parlate di una persona come se fosse una palla! - Zlatan lo fissò senza capire che ci fosse di male...
- Che c'è che non va? Lo paghiamo bene eh? -
Alex scosse il capo e rise, erano unici quei due e si somigliavano molto su certe cose. 
Ringraziò Dio di averli fatti così intraprendenti e decisi e cingendolo con un braccio decise di goderselo senza farsi più domande.

Mentre guidava pensava a dove portarlo, l'aveva preso proprio in contropiede e non aspettandosi una cosa del genere non aveva preparato niente. 
Zlatan, mentre lui pensava, si ricompensava da solo per la strada fatta.
- Se mi dai tregua riesco a ragionare e poi sono tutto tuo! - 
- Senti, portami a casa tua che tanto è li che finiremo fra poco! -
Alex riuscì anche ad arrossire.
- Ok... Ma mi hai preso contropiede, non ti aspettavo e non ho nulla di pronto e non ho regali... Ma come mai questa splendida sorpresa? -
Zlatan alzò le spalle.
- Il mister ha dato un paio d'ore libere per San Valentino, per di più c'erano gli allenamenti solo al mattino ed ho deciso di approfittare... Con questo jet sto la metà del tempo a fare la strada... Lo devi prendere anche tu! -
Alex rise.
- Fammi indovinare...te l'ha passato Cris pure quello in comodato d'uso? -
Qua fu Zlatan a ridere convinto che Alex scherzasse. Lui lo diceva sul serio!
- Mi ha consigliato il modello, ma questo resta a me! -
- Anche perché Cris non è proprio tipo da prendere una cosa di seconda mano! - 
Era verissimo.
Raggiunsero presto casa del brasiliano. Viveva da solo in una casa grande, il gatto Riky era con lui ma c'era un piccolo ospite, un nuovo micio.
Zlatan si chinò e lo prese sorpreso che il piccolo micio nero si facesse toccare. Sembrava molto più coraggioso dell'altro.
- Ehi e questo qui? Non mi avevi detto di averlo preso... - 
Alex sorrise vedendo il suo compagno grande e grosso con un fagottino piccolo che gli si arrampicava sul viso. 
- È un nuovo arrivo... Si chiama Tatan. - 
- Tatan come Zlatan? - Chiese ironico capendo subito l'assonanza! 
Alex arrossì per essere stato scoperto.
- L'idea me l'ha data mio nipote quando ha detto il tuo nome in quel modo buffo... Siccome mi mancavi e che quando mi mancava Riky ho preso un gatto che ora gli somiglia, ho deciso così. Ti somiglia sai? - in quello il micio graffiò Zlatan sul collo e lamentandosi lo mise giù.
- Fammi indovinare, è aggressivo? - 
Alex rise prendendo il piccolo animaletto che si mise a leccarlo. 
- Non solo, graffia tutti tranne me che invece mi bacia sempre! Ha proprio carattere! -
Zlatan soddisfatto lo abbracciò da dietro baciandogli la nuca.
- Ha buon gusto questo gatto! - 
Alex non ne dubitava e girandosi fra le sue braccia lo baciò sulla bocca.
- Mi sei mancato tantissimo! - mormorò poco prima di baciarlo meglio. Approfondirono ma ebbe poco tempo perché Tatan si intromise subito con gelosia. L'originale lo prese per il coppino e lo tirò sul divano.
- Ha rotto il cazzo ora! Mi piace di meno! -
Lo cinse meglio mentre Alex rideva ancora.
- In pieno tuo stile... -
- Cosa, rompere il cazzo? - 
- Ed essere geloso! -
Zlatan gli pizzicò il sedere! 
- Ma senti un po' il piccolo! Ti fa bene l'aria brasiliana, eh? Sei più coraggioso! -
Alex tornò a baciarlo furbo...
- Non sai a quante altre cose fa bene quest'aria... -
- Mm... Interessante... Vediamo di scoprirlo! - il bacio finalmente non fu interrotto e poterono approfondirlo a dovere.

Alex capendo che presto sarebbero finiti a fare ben altro, decise di porre un freno iniziale per cenare.
Lo respinse con sicurezza e poi, con aria di scuse, disse:
- Mangiamo? -
Zlatan voleva rispondere che aveva una fame soddisfabile solo in un modo ma Alex sgusciò via dalle sue braccia e diretto alla cucina si mise a spadellare.
Lo svedese sbuffò e lo seguì.
- Senti, mi va bene anche un panino, non perdiamo tempo! -
Alex lo spinse in soggiorno.
- Tu sta lì che ci penso io, lasciami preparare qualcosa. Voglio fare un San Valentino decente! -
Zlatan si buttò sul divano sbuffando:
- Quante cerimonie per una stupida festa... -
Alex dalla cucina replicò divertito:
- Una stupida festa che ti dà la scusa per vedermi! - Aveva ragione, con una smorfia gliela diede vinta e si rilassò un po' guardando la televisione e giocando coi gatti. Ormai Riky lo riconosceva e Tatan l'aveva preso in simpatia.
Quando cominciò a sentire il profumino della cena non nascose che, effettivamente, non gli dispiaceva essere trattato come ai vecchi tempi. Quando a casa Pato il piccolo gli preparava da mangiare e lui aspettava sul divano era bello, sapeva di famiglia e loro alla fine si sentivano tali anche senza figli in comune o matrimoni veri.
Le loro promesse se le erano scambiate, niente cerimonie, qualcosa di intimo e dolce -per Alex.-
- Tesoro, è pronto! - Alex l'aveva chiamato così sovrappensiero e Zlatan fece un largo sorriso scimmiottando:
- Arrivo cara! - per prenderlo in giro.
Alex era imbarazzato quando lo vide arrivare ed aveva un fantastico grembiule addosso color rosso vivo.
- Eccolo lì il folletto! - Alex aveva un pigiama rosso che ogni volta che lo indossava, Zlatan lo chiamava folletto. Gli piaceva molto.
A tavola lo vide inpiattare qualcosa di semplice e veloce, se lo godette imprimendosi la sensazione di intimità che quelle semplici cose gli davano e, proprio come ai vecchi tempi, in perfetta familiarità, gli toccò il sedere. Alex saltellò squittendo e lo ammonì giusto per abitudine.
Erano belle cose, erano bei momenti.
Mangiarono e conversarono, in realtà si tenevano molto aggiornati visto che si parlavano al telefono ad ora di pranzo e si vedevano in web cam ogni notte... di conseguenza era come riprendere da dove avevano interrotto poco prima.
Non c'era effettivo imbarazzo per il non vedersi spesso, sembrava quasi normale.

Dopo cena Zlatan fu orgoglioso di invitare il suo compagno in camera per potergli dare il suo regalo.
Alex nella sua beata ingenuità pensò seriamente che fosse il sesso, il suo regalo, quindi non si aspettava assolutamente niente. Si sedette sul letto aspettando Zlatan che per qualche strano motivo non era più dietro di lui, quando riapparve aveva un sacchetto in mano che prima non aveva notato.
- E questo? - Chiese mentre glielo porgeva.
Aveva una strana espressione.
Davvero strana in effetti.
- Che c'è? -
- Aprilo, è il tuo regalo. Buon San Valentino! - Così dicendo si chinò a baciarlo leggero, poi si sedette accanto aspettando lo aprisse.
- Ma non dovevi, Zlatan... io non ho niente... e adesso come faccio? Già solo che tu sia qua è un regalo fantastico eOOMMIOOODDIOOO COS'E'?! - Zlatan si stese ridendo, non poteva assolutamente trattenersi. Non l'aveva preso per scherzare però sapeva che quella sarebbe stata la sua reazione.
Alex lo guardò scandalizzato chiudendo il sacchetto, era bordeaux e balbettava con i suoi grandi occhi ben aperti.
- Cosa ti salta in mente? - Chiese stridulo.
Zlatan piangeva dal ridere, cosa che al ragazzo faceva piacere, ma doveva avere delle risposte.
Visto che non accennava a smettere tornò a guardare e a richiudere.
- Ti prego, dimmi che è uno scherzo... - Lo pregò.
Zlatan smise di ridere e si rialzò, gli prese il sacchetto e tirò fuori il regalo al suo posto.
- Ne ho uno anche io. Me l'ha scelto Thiago perchè mi sono rifiutato di andare a prenderlo. E ha preso anche questo. Lui ha la faccia tosta per farlo. -
- Sì... ma... perchè? - Alex continuava bordeaux a fissarlo senza la capacità di prenderlo.
Zlatan allora lo tirò fuori dalla scatola e glielo mise forzatamente in mano.
- Non ti ricorda niente? Thiago è stato molto attento a comprare quello giusto! - Alex tornò ad alzare la voce oltre i limiti consentiti.
- CERTO CHE MI RICORDA QUALCOSA! MI RICORDA IL TUO! -
- Dai Alex è solo un cazzo finto che vibra! - Alex sospirò fissandolo. Era bello grande e realista, fra l'altro...
- Ma come ti è saltato in mente? -
Zlatan si stese e se lo portò con sé, Alex ce l'aveva incollato in mano per lo shock e non riusciva a mollarlo.
- Avevo deciso di fare la pazzia e venire e non sapevo cosa regalarti, così ho fatto l'errore di parlarne con Thiago. Lui ha tirato fuori idee tutte una più assurda dell'altra. Siccome a Thiago gli sta incollato Zeze -Lavezzi- ed ha sentito tutto, se ne è uscito con una cosa che effettivamente aveva anche senso. 'L'unica cosa veramente utile in un rapporto a distanza è un cazzo finto!' Dapprima l'ho mandato a cagare, poi Thiago mi ha fatto riflettere. Non aveva torto. Insomma, alla pratica noi ci masturbiamo davanti alla web cam però alla fine avere qualcosa di più utile in mano -che non siano ortaggi- aveva proprio senso. Poi Thiago si è offerto di andare a prenderne due per noi. Ha detto che quello per me l'ha scelto pensando al tuo cazzo mentre quello per te al mio. -
- Che gentile. Questo allora è più grande di quello che hai tu... l'hai portato? - Alex si stava rilassando e Zlatan stupito gli chiese come mai ora l'accettasse di buon grado.
- Se è una cosa incitata da Thiago allora va bene... e poi l'ha scelto lui pensando a noi! È stato carino! - Zlatan grugnì geloso.
- Ma il regalo è da parte mia! - Alex rise e lo mise giù stirandosi verso il compagno che aveva il broncio.
- Non sarai geloso... -
Gli sfiorò le labbra dolcemente e Zlatan fece un ghigno rilassandosi.
- Mi ha suggerito i nomi e devo dire che per una volta ha fatto un buon lavoro... -
Un altro bacio.
- Ah sì? -
- Il mio è Lex, una variante del tuo nome. - Alex rise.
- Mica sarà Tatan il tuo, poi mi sembra di farmi il gatto! -
- No è stato più creativo. Ha detto che questo si chiama Natalz! - Alex alzò un sopracciglio. - Il mio nome al contrario! -
Ecco che riattaccò a ridere ma Zlatan lo imitò, era così assurdo farsi scegliere i regali di San Valentino dall'amico...
- Quando ci sposeremo in Spagna lui sarà il nostro testimone di nozze assolutamente! - Disse Alex col viso premuto sul cuscino, non riusciva a smettere di ridere e Zlatan decise che avevano cazzeggiato abbastanza, infatti gli salì sopra mentre lo sistemava a pancia in giù.
- Intendi sposarmi seriamente, allora... - Disse suadente contro il suo orecchio.
Alex smise di ridere.
- Tu no? - Per lui era normale che prima o poi l'avrebbero fatto davvero, a costo di camuffarsi per non farsi riconoscere dal celebrante del comune!
- Certo... anche subito! - Alex sorrise sornione.
- Bene... potrei accettare, sappilo. -
- Prima dammi il mio regalo... -
- Ma Zlatan, ti ho detto che non ho niente... -
Zlatan allora scese sulla sua schiena, ignorò completamente la maglietta e arrivò ai pantaloni. Li abbassò insieme ai boxer e sulle curve del suo fondoschiena sodo, disse malizioso.
- Qualcosa ce l'hai eccome! Qualcosa che voglio divorarmi! - Alex premette il viso sul cuscino vergognandosi ma l'aiutò mentre Zlatan lo alzava per i fianchi mettendogli le ginocchia sotto. Col suo sedere ben alzato ed in posizione ideale, Zlatan cominciò ad occuparsi del suo 'regalo'.
Gli prese i glutei e li strinse per poi allargarli e passare nella fessura con la lingua. Alex sussultò.
Lo leccò con voracità, ne aveva una gran voglia e dopo essersi messo in bocca anche le proprie dita, le inserì nella sua apertura.
Alex sospirava di piacere mentre si tendeva come un gattino che ne voleva di più. Mise anche un altro dito, era facile, si capiva quanto abituato fosse... non certo alle dita di un altro, ma almeno si teneva in allenamento e lui lo sapeva bene.
Mentre una mano si occupava di quella parte, l'altra andò a stimolare l'erezione fra le gambe, la lingua leccava quel piccolo pezzo di pelle che collegava il dietro all'avanti. Così sensibile che Alex gemette più forte.
Una mano per parte si muovevano facendolo impazzire molto presto e quando lo sentì già eccitato, decise di farlo respirare un po'.
Voleva goderselo bene.
Lo girò e lo stese, quindi alto sulle ginocchia si tolse la camicia lentamente, osservandolo voglioso. Alex si leccò le labbra riempiendosi di quella visione. Il suo amore che si spogliava in quel modo, così serio mentre lo desiderava.
I pantaloni ed i boxer del brasiliano erano abbassati alle cosce ma non accennava a muovere un muscolo per finire di spogliarsi da solo e quando Zlatan si fu tolto tutto, gli sfilò i pantaloni e l'intimo. Leccò le gambe nel risalire e questa fu una nuova sensazione, le cosce erano sensibile e andando oltre l'inguine che ignorò volutamente, gli alzò la maglietta e proseguì l'assaggio sensuale fino a raggiungere i capezzoli che succhiò.
Alex immerse le dita fra i suoi capelli, li radunò sulla nuca e li annodò sulle sue dita. Adorava quella sensazione almeno quanto Zlatan adorava la sua pelle sotto la lingua.
Però voleva sentirla anche là sotto, lo voleva tantissimo, e non si accorse di spingerlo in basso.
Quando Zlatan ridacchiò ormai era lì, sull'inguine, e lui gli guidava la testa avanti ed indietro intensamente.
Aumentò la velocità ed insieme raggiunsero subito un ritmo piuttosto elevato, Zlatan non voleva che venisse ancora e smise per risalire sulla bocca, si avventò su di essa e se la prese, giocarono con le lingue anche fuori, mentre si separavano e si riunivano, si succhiavano all'infinito in quel gioco erotico. Avrebbero potuto andare avanti ancora in quel modo e basta ma la voglia di avere anche la bocca di Alex in tutto il proprio corpo, spinse Zlatan ad alzarsi in ginocchio e ad attendere che gli venisse incontro.
- Zlatan? - Lo chiamò spaesato per un istante.
- Pensi di fare qualcosa anche tu? - Alex sorrise timidamente. Ne aveva naturalmente voglia, ora che l'aveva li aveva un sacco di idee che voleva attuare.
Era già nudo.
Lo sguardo gli cadde su Natalz e sorrise.
- Vediamo se il falso è meglio dell'originale! - questo piacque a Zlatan che con un sorrisetto rimase con le mani ai fianchi.
Alex si chinò sul suo inguine. Disegnò con la lingua le linee che scendevano dal suo ventre, erano perfette, le adorava. Quando in tv vedeva che si abbassava i pantaloncini della divisa fino ai limiti della decenza, e spesso nemmeno quella, gli veniva sempre male. 
- Mm... A proposito... Evita di fare spettacolo quando giochi! Non sei una porno star! - il tono severo di Alex piacque molto a Zlatan che lo scanzonò.
- Oh ma guarda un po'... Il piccolo micio è geloso! -
Alex gli mordicchiò la pelle vicino all'erezione e l'altro sospirò.
- Così mi fai un favore sai! -
Alex ridacchiò.
- A te piace tutto! - 
- Se lo fai a me sì! - questo gli diede un'idea niente male e cercando di avere quanto più coraggio poteva, si stese lasciandolo a bocca asciutta!
Zlatan lo fissò torvo ma quando lo vide prendere il vibratore a forma di pene, si sistemò meglio seduto accanto.
- Devo provare quello finto! - disse malizioso.
Così dicendo cominciò a toccarlo a piene mani, lo massaggiò con intenzione provando la consistenza che effettivamente era buona.
- Wow è fatto davvero bene... Sembra vero! -
Zlatan alzò un sopracciglio scettico.
- Non ne hai mai toccato uno? - 
Alex arrossì. 
- No! - Esclamò convinto. Zlatan continuò a ridere e così stufo che si prendesse gioco di lui lo leccò. Chiuse gli occhi convinto gli facesse senso ma con sommo stupore dovette constatare che invece era incredibilmente interessante. Non era caldo come quello vero ma nemmeno freddo, sembrava vero a livello di tatto. Mancava il suo odore ma poteva sforzarsi. Lo avvolse con le labbra curioso di come dovesse essere e si stupì ancora. Il problema era che non cresceva però era già grande e non si poteva lamentare. 
Per sbaglio avviò il vibro e cominciò a tremare nella bocca. Spaventato smise e Zlatan rise così riprese per dargli un altra lezione. Ci stava effettivamente trovando gusto e per lo svedese vedere il suo piccolo angelo che succhiava un cazzo finto era la fine del mondo, non poteva negarlo.
- Com'è - chiese. Alex si separò e lo guardò.
- Non ha il tuo odore ma vibra... Sembra quasi vero... -
Zlatan capi che lo diceva sul serio e decise di provvedere a quel grave problema facilmente risolvibile con un trucco.
Gli prese Natalz di mano, era già lubrificato della sua saliva, si stese, si allargò le gambe e se lo portò in mezzo, se lo strofinò contro e sempre senza staccare gli occhi di dosso da Alex che si succhiava il labbro chiedendosi cosa avrebbe fatto, si penetrò da solo.
Non aveva bisogno di grosse preparazioni, lui era già abituato di suo a quel genere di cose... con Alex lontano quelle attività erano l'unico sollievo per i suoi ormoni.
Si rilassò e se lo infilò dentro e fuori un paio di volte trovando l'attività effettivamente piacevole.
Sospirò chiudendo gli occhi, abbandonò la testa contro la spalliera a cui appoggiava per stare mezzo seduto e continuò un po' fino a che non si sentì troppo eccitato per proseguire.
Se lo tolse e lo porse ad Alex con malizia strofinandoglielo leggero sul petto.
- Ora scommetti che ha il mio odore? -
L'odore di cui parlava Alex era particolare, si definiva odore di sesso, non era un vero profumo, era l'odore intimo che ognuno aveva che normalmente non era particolarmente gradevole ma che quando si accendevano i sensi, quello contribuiva a rimescolarli e ad alimentare il desiderio. Era un gioco d'associazione d'idee... quell'odore lo si sentiva quando si faceva sesso, questo accendeva le voglie automaticamente.
A molti piaceva quell'odore specifico e nessuno ne restava indifferente.
Quando Alex lo sentì trattenne il fiato e Zlatan gli lasciò il vibratore sopra per prendergli la nuca, immerse le dita fra i suoi ricci un po' più mosci del solito. A Milano erano più arruffati per l'eccessiva umidità, lì che non ce n'era era diverso ma era sempre splendido.
- Ora devi provare l'originale e vedere se è meglio dell'imitazione! - Per un attimo Alex pensò che Thiago avesse fatto un calco al pene di Zlatan, lo pensò nel toccarglielo.
Ma quando dopo che la mano cominciò a muoversi lo sentì pulsare e scaldarsi, provò sollievo.
Era vivo. Era decisamente vivo.
Zlatan accompagnò la sua testa sul proprio inguine ed il ragazzo lo leccò brevemente per poi cominciare subito a pompare con maggior passione.
Ne aveva voglia, ora che l'aveva in bocca. Ne aveva una gran voglia.
E cresceva mentre il ritmo aumentava grazie anche ai movimenti che gli imponeva la mano di Zlatan. Era così eccitante, gli piaceva sentirlo ingrandirsi nella bocca.
Senza accorgersene si trovò la propria stessa mano fra le gambe a stimolarsi ma quando l'altro se ne accorse gliela tolse e ci pensò lui.
Era difficile fare due cose insieme, da un lato voleva concentrarsi sul proprio godimento, dall'altro voleva darne al suo piccolo, però alla fine si trovarono entrambi più che soddisfatti e quando Alex si alzò per prendere fiato, lo svedese gli chiese malizioso.
- Allora qual è meglio? - Alex sorrise allo stesso modo.
- Non saprei... mi sa che devo testarlo meglio! -
Era come stendere un tappeto rosso. Zlatan che non aspettava altro si tirò su e lo prese per i fianchi, lo baciò languido e con un'aria da mille promesse e una notte, mormorò piano.
- Allora testiamolo come si deve... - E detto questo girò Alex di schiena, lo piegò in avanti, lo sistemò a carponi davanti a lui tirato su in ginocchio. A questa visione non resistette molto, lo prese per i fianchi ed entrò semplicemente.
Alex non trattenne un forte sospiro che morì in gola, quando cominciò a muoversi lentamente i gemiti aumentarono e mano a mano che le spinte diventavano più consistenti, il godimento aumentava senza vergogna.
Lo sentiva crescere dentro di sé e si chiedeva quanto gli era mancato sentirlo.
Improvvisamente le scosse furono talmente insopportabili che il desiderio di averne di più fu follia pura, si alzò di scatto e si inarcò contro di lui che lo avvolse con le braccia e continuò a spingere creando una serie di onde perpetue e crescenti coi loro corpi uniti e fusi.
Gli ansimi ed i gemiti riempirono insieme la stanza e le braccia di Alex si alzarono oltre la testa, le mani afferrarono i capelli di Zlatan e tirarono in preda ad un orgasmo che non poté che essere profondo come poche volte gli era capitato d'averne.
Forse l'aveva desiderato di più, forse per più tempo. Forse non vederlo dal vivo per un po' rendeva le volte in cui lo facevano speciale. Forse le fantasie che faceva davanti allo schermo del pc alimentavano questo suo lato passionale.
Forse un po' tutto, ma Zlatan non si sarebbe dimenticato quella notte proprio come Alex.
Quando sfiniti caddero stesi uno sull'altro, ci misero parecchio a ritrovare l'uso della parola.
Alla fine Zlatan glielo chiese con ironia.
- Allora qual è meglio? -
Alex sorrise e nascose il viso teneramente contro il suo collo.
- Il tuo... - Era bello sentirglielo dire in quel modo, così timido.
Zlatan se lo strinse e decise che non l'avrebbe più lasciato.
Era una follia essere lì quel giorno, dopo poche ore sarebbe dovuto ripartire.
Era davvero follia.
Però era valsa tutta, si disse.
Dopo altro tempo che non passarono a dormire ma bensì a coccolarsi e a bearsi l'uno dell'altro, Alex sussurrò dolcemente.
- Auguri, amore. Ti amo. Grazie di questo splendido regalo. - E non intendeva certo Natalz.
Zlatan sorrise intenerito e gli baciò i capelli.
- Ti amo anche io. Per te farò sempre queste pazzie. - Per Alex anche una ogni tanto erano sufficienti, non voleva che si consumasse in quel modo a viaggiare da una parte all'altra.
- Amore ma sei stato matto... ti sei fatto... quante ore di volo? Solo per poche che ne hai passate qua... -
Zlatan sorrise alla sua preoccupazione.
-Con un volo diretto normale Parigi-San Paolo sarebbero 11 ore, con il jet e questo pilota formidabile sono 8 e mezza... dice che può fare anche di meglio. Ho dormito prima e dormirò dopo, è comodo e non mi stanco. Quindi non preoccuparti per me! -
- Ma con gli allenamenti di domani mattina? -
- Domani saranno solo il pomeriggio, non sono sempre di mattina e non sono sempre due volte al giorno... -
Alex si sentì meglio, con la differenza di quattro ore doveva fare i calcoli bene...
- Basta che riparto a mezzanotte locale che a Parigi saranno le quattro di notte. Ho già fatto i calcoli. Dormo in aereo ed andrà tutto bene. - Alex smise di pensarci, tanto ormai era lì...
- Se dici a papà Carletto che sei da me ti lascia qualche ora di congedo... - Disse senza pensarci molto. Zlatan si fermò e lo guardò.
- Ma sei diabolico! - Alex arrossì senza capire perchè ma si godette il suo bacio e la sua risata.
Andava meglio così!
- Dobbiamo incontrarci a metà strada... io ho più tempo per viaggiare... -
Il resto del tempo lo passarono un po' a farsi le fusa ed un po' a progettare il prossimo incontro.
Era diverso da come erano abituati ma fattibile e lo stavano vedendo in quel momento.
- Ah... Thiago ti manda i suoi saluti... - Disse solo dopo ore.
Alex rise.
- Ricambia... e ringrazialo, digli che la scelta è stata perfetta! Ma non dubitavo che ci prendesse! -
Zlatan scosse il capo. Decisamente a volte gli pareva di avere una relazione a tre, solo che il sesso era solo con Alex!
Bè, l'importante era riuscire a prenderselo, come non importava e finchè c'era la seria volontà di stare insieme, gli ostacoli in un modo o nell'altro si superavano; o si sopportavano.

FINE