NOTE:
che la ficcina consoli le povere animucce disperate per l’uscita dalla
Coppa Italia (ingiusta).
Attenzione
che nei dialoghi c’è un linguaggio spinto perché mi era venuto un lampo
di genio, ovvero… ma quelli che mentre fanno sesso effettivo lo fanno
anche a parole? E così ho subito scritto. Si tratta sostanzialmente
solo di una breve scena di sesso che voleva evidenziare, e si capirà
bene, quante cose provocano l’ingenuità di Alex! Io la scena me
l’immaginavo, spero anche voi!
Passiamo
ad altri punti… ho finito la long su Kevin & co. E direi che da
sabato comincio a pubblicarla. La company è composta da vari personaggi
che scoprirete leggendo ma confermo, ci sono (in secondo piano) anche
Zlatan e Alex, per la gioia di qualcuno, non faccio nomi. Grazie
dell’attenzione e a chi vorrà dirmi che ne pensa. Buona lettura. Baci
Akane
SESSO E
PAROLE
-
Prendimelo… - Mormorò roco sulle sue labbra mentre se lo stava
strofinando sopra di peso.
Alex,
troppo preso da tutte le molte sensazioni elettrizzanti che stava
provando, senza capire -come suo solito- cosa intendesse, rispose allo
stesso modo:
-
Cosa? -
Questo
ebbe il potere di smontare -quasi- del tutto Zlatan che seccato ed
incredulo borbottò brusco e schietto:
-
Il cazzo, Alex! Cosa vuoi prendermi, la mano? - Alex arrossì
violentemente, agitato all’idea che si fosse arrabbiato per non essere
stato capito subito, quindi scusandosi lo fece anche sbuffare. Per
calmarlo si affrettò ad infilare la mano fra di loro e trovata la sua
erezione, lo massaggiò come ormai molte altre volte aveva fatto.
Non
era proprio un imbranato cronico, però semplicemente a certe cose non
ci pensava, altre non gli venivano spontanee… però le faceva, ne era
oltremodo capace.
Zlatan
parve effettivamente calmarsi e tornando ad eccitarsi, spinse il bacino
contro la sua mano che si muoveva con maggiore sicurezza.
-
Stringi di più… - Gli indicò abituato ormai a farlo. Alex provò la
consueta carica portata da un’ondata di calore, sentirlo parlare in
quel modo era stordente ed eccitante, per quanto volgare poi finiva per
essere… non era uno che amava molto quel genere di cose ma con lui, in
quei momenti, era la fine del mondo.
Si
caricava molto di più di quanto il suo corpo non provvedesse già di suo
a fare.
Quando
lo sentì pulsare sotto le dita, capì che doveva essere prossimo
all’orgasmo, ormai aveva imparato e chiedendosi se volesse farlo finire
subito oppure andare avanti ancora un po’, separò la bocca dalla sua
per guardarlo con aria interrogativa.
Non
si rese conto di parlare…
-
Vuoi venire subito o aspettiamo? -
Zlatan,
seccato da questa interruzione si calmò subito sentendogli chiedere una
cosa del genere, era come fare sesso anche a parole, in un certo modo,
e sorridendo malizioso rispose staccandoselo dall’inguine.
-
Divertiamoci ancora un po’! - E alzatolo come se fosse un fuscello, si
stese sotto gestendolo a piacimento. Se lo posizionò in modo da avere
il viso fra le sue gambe e cominciò ad occuparsi del suo inguine con la
bocca; siccome Alex si limitava a gemere e non ricambiava nella chiara
posizione del sessantanove, disse carico di desiderio:
-
Succhialo… - Ma Alex era preda di un piacere troppo intenso per capire
di nuovo cosa intendesse e cosa volesse, gli stava facendo provare
delle cose indicibili steso su di lui al contrario e la mente non
voleva saperne di funzionare, specie se di tanto in tanto le dita
andavano a tormentarlo fra i glutei.
-
Mm? - Zlatan seccato ripeté con più chiarezza ma ancora il brasiliano
cadendo dalle nuvole si trovò addirittura a chiedere fra un sospiro e
l’altro cosa volesse:
-
Succhia il mio cazzo! Alex, porca puttana! - Imprecò e l’altro si
mortificò di nuovo, quindi capendo che ne aveva fatta un’altra delle
sue, si affrettò ad accontentarlo e come prima, di nuovo, tutto tornò
piacevole e bello. Crebbero d’intensità insieme sebbene fossero
entrambi distratti da ciò che ricevevano, quando Zlatan capì che
sarebbero stati di nuovo due orgasmi imminenti, smise di occuparsi del
suo inguine e si spostò con la bocca e la lingua nella sua apertura.
Alex
non sapendo se dovesse continuare o smettere, smise di succhiare ma
rimase steso su di lui così com‘era.
-
Mi devo spostare? - Chiese abituato a sentirsi dire tutto ed in caso a
chiedere…
Zlatan
mugolò e dopo un po’ che si faceva strada in lui con la bocca, cercò un
miglior accesso che il ragazzo insisteva nel non dargli rimanendo fermo
in quel modo. Fu allora, realizzando che se non gli avesse risposto
sarebbe rimasto così, che tornò a parlare ma questa volta non seccato
ma eccitato all’idea di farlo in quel modo…
-
Raddrizzati e apri meglio le gambe, appoggiati sulle ginocchia così ti
tieni su e mi lasci spazio… - Alex, arrossendo, eseguì senza chiedere
‘spazio per cosa’. Aveva una vaga idea che avrebbe ricevuto una
risposta davvero imbarazzante…
Tirandosi
su pur rimanendo sul suo viso, lo sentì prendergli le cosce e
allargargli ulteriormente le gambe in modo da avere un accesso migliore
e quando fu soddisfatto, alla lingua aggiunse le dita che cominciarono
a farsi strada in lui.
Se
l’alzava e se lo tirava giù come se fosse un giocattolo ed Alex
sentendosi tale si eccitò come non mai…
-
Inclinati un po’… -
Gli
disse sempre sulla sua pelle sensibile che si stava preparando a
qualcosa di ancor più piacevole di quello.
Alex
lo fece tirandosi giù a metà, quindi per mantenersi in quella posizione
si appoggiò sul suo addome dove i muscoli si delineavano perfettamente
insieme ai suoi tatuaggi.
Si
perse a vederli e sentirli al tatto e in quella specie di carezze
ingenue, Zlatan si esaltò e continuando la sua missione, si beò della
sua voce che gemeva sempre più rumorosamente incitandolo a continuare.
Fu
allora che gli venne spontaneo proseguire come avevano cominciato…
-
Vuoi che ti scopi? - Alex avvampò di nuovo.
Non
glielo aveva mai chiesto ma sentirlo fu deleterio, non avrebbe mai
immaginato gli piacesse tanto sentirlo parlare così e contorcendosi,
inarcandosi, finì per affondare le unghie sulle sue cosce dopo essersi
allungato tutto come un vero gatto.
-
Lo vuoi il mio cazzo dentro? - Chiese infilando un altro dito dentro di
lui, Alex tirò all’indietro la testa gemendo più forte finendo per
rispondere senza rifletterci un istante di più:
-
Sì ti prego… - Zlatan decise con un lampo di sadismo di scendere al suo
livello mentre muoveva le dita dentro di lui facendolo praticamente
delirare…
-
Ti prego cosa? - Voleva sentirgli dire qualcosa in più osceno con quel
suo candore pieno di vergogna e non lo deluse perché non sapendo più
come mettersi, alzandosi e chinandosi di continuo, muovendo il bacino
su di lui, facendo leva sulle ginocchia per dargli modo di fargli
qualunque cosa volesse, rispose strascicato e con gli occhi chiusi:
-
Mettimelo dentro… -
-
Cosa? - Alex in stati normali avrebbe chiesto se fosse impazzito ma lì
non ci pensava minimamente, voleva solo che lo facesse perché ormai
l’aveva portato ad un livello tale che nemmeno sapeva cosa stava
dicendo. Per questo rispose trasportato dal suo stesso linguaggio
volgare e scurrile, risultando alla fine estremamente contrastante:
-
Il tuo cazzo… - Questo fu decisamente il colpo di grazia per Zlatan che
senza aspettare oltre, non potendo assolutamente, dimenticandosi con
chi aveva a che fare, se lo staccò da sopra e lo costrinse a carponi
davanti a sé. Si mise in ginocchio ed aprì le gambe per arrivare alla
giusta altezza, quindi dopo essersi velocemente preparato a sua volta,
lo prese per i fianchi e scivolò in lui quasi con rudezza.
Non
ci mise delicatezza, a volte cercava di esserlo, si sforzava, ma quando
facevano sesso vero e proprio non ce la faceva, andava ad istinto come
gli veniva e se gli veniva in quel modo era comunque solo colpa di Alex.
Alex
che non se la prese affatto per quella penetrazione improvvisa e voluta.
Dopo
un primo istante cominciò a muoversi a sua volta e a venirgli incontro,
aumentarono il ritmo in perfetta sincronia, fu ben presto la follia per
entrambi, coi gemiti ed i sospiri sempre più forti che si univano in
una fusione tale e quale a quella dei loro corpi, ormai un tutt’uno.
Zlatan
aumentò le spinte fino allo sfinimento e sentendosi ben presto fuori da
sé e da ogni remora, con i ‘sì’ ripetuti di Alex, finirono per
raggiungere finalmente l’orgasmo in un piacere intenso e sconvolgente.
Quando
si lasciò cadere sfinito sul letto, si tirò il compagno sopra e tutto
cominciò a tornare alla normalità.
La
volgarità, l’irruenza, l’erotismo scemarono per lasciare spazio ad
altro, a quelle sensazioni che ora li inebriavano stordendoli.
Ci
pensarono qualche istante a cosa fosse stato diverso e capendo che li
aveva caricati tanto il linguaggio ed il dirsi le cose in quel modo,
Zlatan lo disse per primo con enorme sfacciataggine:
-
Dobbiamo farlo più spesso così! -
Alex,
giusto per capire e non smentirsi, chiese:
-
Sesso a parole oltre che fisico? - L’altro ridacchiò stringendoselo
sopra… ogni tanto si chiedeva ancora se fosse vero uno così. Non ne era
molto sicuro.
-
Questo non era niente… ti farò ben vedere io come si fa seriamente,
usando le parole! - Alex avvampò più che altro per la propria curiosità
nel voler provare davvero, sapeva che si sarebbe imbarazzato ma come
tutto il resto che aveva già provato con lui, sapeva anche che gli
sarebbe piaciuto di sicuro.
-
Quando vuoi… - Mormorò infine nascondendo il viso contro il suo collo,
vergognandosi anche di quello.
Zlatan
in risposta rise poco delicatamente, i riguardi non sapeva proprio cosa
fossero e dopotutto funzionavano proprio per quella loro estrema
diversità. Dove uno non arrivava, ce la faceva l’altro.
-
Non dovresti darmi tanta carta bianca… - L’avvertì sdrammatizzando,
questo sollevò Alex che sorridendo si rese conto di essersi di nuovo
fregato da solo. Poi con la sua perenne sincerità rispose:
-
Non mi sono mai pentito d’avertela data. - Sarebbe dovuta essere solo
una risposta all’altezza del suo umorismo, ma si era rivelata
tutt’altro e Zlatan smettendo di ridere, colpito da quella sua
dichiarazione che riusciva a fargli senza nemmeno accorgersene, gli
carezzò la schiena. Lui non era capace di dirne ma non significava che
non provava la stessa cosa.
Alex
ormai lo sapeva.
FINE