NOTE:
l'idea a me è venuta guardando una foto di Mark che si provava un
completo solette di quelli davvero belli... ed ho detto 'ma va ad un
matrimonio?', poi Mary, e chi altri?, ha detto: 'si al suo!' e Derret
dietro a dire 'certo, con Kevin!'. Ed io, scema, che ho pure scritto.
La gran parte deriva dalle conversazioni deliranti con loro due,
quindi non stupitevi se è idiota, però poi è anche dolce...
insomma, sono Mark e Kevin che si sposano... a modo loro, ecco... in
modo speciale!
Niente
di pretenzioso, qualcosa di dolce, coccoloso e divertente per chi
sente la mancanza delle nostre coppie preferite. Perchè loro non si
lasceranno mai!
Dedicata
alle mie dislessiche!
Buona
lettura.
Baci
Akane
SPOSAMI
L'idea
nacque dopo molte settimane di travaglio da parte di entrambi.
Era
facile dire che Kevin era uno stronzo e piantarlo, era più difficile
capire perchè andava con altri e trovare una soluzione.
-
Kevin è un ragazzo molto fisico e passionale, è di quelli che hanno
bisogno di continue conferme, continui contatti... è per questo che
è un rompipalle! -
Mark
non aveva la minima idea di come fosse finito a parlare con Zlatan
per telefono. Tanto più che non era a Milano nemmeno lui, quindi non
poteva dirgli di fare il vigilante e tenerlo a bada... bè, in realtà
era presto detto.
Zlatan
l'aveva chiamato imbufalito dicendogli poco gentilmente di tenersi a
freno il moroso che aveva troppe voglie che intendeva scaricare su
Alex.
-
Alex? - aveva chiesto Mark stupito. - Non Roby? - Poi Zlatan aveva
risposto sbuffando.
-
Per lui uno vale l'altro! - Però quello che gli interessava era
Alex, ovviamente.
Allora
Mark aveva cominciato a confidarsi con lui.
Non
erano due che parlavano molto insieme, non l'avevano mai fatto e per
comunicare usavano l'inglese perchè Mark nell'italiano era negato e
Zlatan lo era nel tedesco.
-
E tu pensa che ero convinto che sarebbe finito per usare Thiago come
anti stress! -
-
Sì bè... Thiago è qua con me, è diffiile lo usi... - Tagliò
Zlatan che non aveva certo avuto l'intenzione di proseguire a lungo
la conversazione.
-
Rimanendo solo con Roby ed Ale è normale si concentri su di loro. -
Lo
svedese pensava d'avere le visioni uditive.
-
Ma sei idiota? Hai messo in conto i suoi tradimenti? E ti va bene
così? -
-
E cosa dovrei fare? - Disse moscio Mark.
-
Scusa ma pensavo steste ancora insieme... - Zlatan pensò
naturalmente che i due si fossero lasciati, gli era sfuggito il
momento. Poi ci pensò meglio.
“No
dannazione, Kevin avrebbe fatto un casino assurdo!”
-
No che non ci siamo lasciati ma lui è in Italia ed io in Olanda caso
mai ti fosse sfuggito! Non posso controllarlo! - Mark si stava
seccando e Zlatan di rimando si stava accendendo, infatti il suo tono
divenne brusco.
-
Cosa cazzo c'entra, che siccome io e Ale ora siamo in Stati diversi
lui mi tradirà ed io devo accettarlo passivamente? Sai che c'è
gente che porta avanti relazioni a distanza da ben più tempo? - Era
vero, lo sapeva, ma cosa poteva dire? Kevin era diverso...
-
Sì ma lui è... - Non seppe proseguire e Zlatan sospirò calmandosi.
Ci stava male anche lui solo che cercava di non dargli retta.
-
Kevin è un ragazzo molto fisico e passionale, è di quelli che hanno
bisogno di continue conferme, continui contatti... è per questo che
è un rompipalle! - per l'appunto...
Mark
sospirò.
-
Vuoi dire che ha bisogno del compagno accanto altrimenti non riesce a
portare avanti una relazione seriamente? -
-
No... cioè sì... cioè.. dai, non sono cazzi miei! Saprai tu, no?
Sei tu il suo uomo, non posso dirtelo io! - Mark fece un suono con la
gola, tipo un ringhio insofferente.
-
Grazie, lo so anche io ma non so cosa fare! Gli manco e per non
diventare matto dietro alla sofferenza che questa lontananza gli
porta, cerca quel calore fisico che vorrebbe da me. Lo cerca in chi
ha vicino. Per questo gli ho detto che mi aspettavo che non mi fosse
fedele... ma non posso esserne contento e poi... -
Gli
si spense la voce e Zlatan completò per lui, la verità era che lo
capiva. Aveva la fortuna d'avere un ragazzo fedele però lo capiva lo
stesso.
-
Manca anche a te ma tu hai la famiglia, hai i figli. Lui suo figlio
lo vede poco, sta con una tanto per fare. Tu almeno hai l'affetto di
tua moglie... - Mark si stupì. Da quando Zlatan era tanto empatico?
Guardò il telefono frastornato come se potesse vedere il suo viso,
poi tornò a parlare.
-
Sì... cioè... abbiamo modi diversi di superare i momenti difficili
ma come hai detto lui è fisico e passionale, vive le relazioni con
tutto sé stesso. Come fa ora con me che sono così lontano? Deve
resistere almeno due anni, poi magari smettendo col calcio mi posso
avvicinare e... -
Zlatan,
pratico, lo interruppe.
-
E come pensi di fare per aiutarlo a resistere? -
Mark
sospirò.
Non
lo sapeva.
Il
senso d'oppressione crebbe malamente e gli occhi gli bruciavano.
-
E' davvero uno schifo! - Sbottò alla fine per non piangere. Era
debolezza. Con Zlatan, poi, non se ne parlava.
-
Vi siete scambiati qualcosa? - Chiese improvviso lo svedese pensando
a lui e ad Alex e a come avevano superato il trasferimento.
-
Qualcosa? - Mark pensava di aver capito male.
-
Sì... tipo... - Zlatan arrossì ripensandoci, quando l'aveva fatto
gli era piaciuto ma ora parlarne era diverso. Fortunatamente ora era
solo, nessuno lo vedeva. - tipo una promessa solenne... -
Silenzio.
Silenzio. Ancora silenzio. Mark divenne una statua di sale, rimase
fermo qualche istante poi cauto come se camminasse sulle uova, disse
piano:
-
Vuoi essere più specifico? - Aveva capito una cosa ma non era sicuro
fosse quella giusta. Zlatan glielo stava dicendo davvero?
-
Cazzo, Mark, sei in Olanda, lì i gay si possono sposare! Dannazione,
devo dirtelo io? - Si vergognava di dirlo ma era quello.
-
Cioè dovrei sposarlo? - Zlatan grugnì e Mark, quando provò ad
immaginarsi lui che si sposava con Kevin finì seduto per terra di
schianto ed il telefono gli cadde di mano. La faccia da perfetto
idiota. Fortunatamente era solo anche lui, nessuno lo vide e Zlatan
che capì cosa era successo si mise anche a ridere!
Gli
ci volle molto per riprendersi.
-
Tu ti sei sposato con Alex? -
-
Bè, non proprio però diciamo che più o meno sì... - Ora era di
nuovo imbarazzato. Voleva dirgli che erano cazzi suoi ma capiva che
Mark stava davvero male. Specie se pur di non lasciare Kevin
accettava i suoi tradimenti. Che poi non erano proprio tradimenti ma
qualcosa di più complesso.
-
O lo hai fatto o no! -
Zlatan
voleva mandarlo a quel paese.
-
Non ufficialmente ma è stata una promessa solenne con tanto di
anelli davanti a due testimoni ed una specie di prete che ci ha dato
la sua benedizione... -
Mark
provando a figurarsi il momento si mise a ridere, Zlatan con l'anello
davanti ad un individuo che si sposava con Alex!
Poi
vedendo Alex si intenerì. Lui sì che se lo vedeva a farlo...
-
E chi erano i testimoni? -
-
Thiago per lui e Roby per me. Ale ha detto che avrebbe affidato la
sua vita solo a loro! -
Mark
che sapeva bene il legame del brasiliano con Ricardo si stupì che
non avesse chiesto anche a lui...
-
E Ricardo? - Zlatan fece uno strano suono, come una risatina.
-
Lui era la specie di prete! - Mark finì piangendo dalle risa.
Mark
non fece che pensarci e dopo l'ennesimo litigio sempre per lo stesso
motivo, foto di Kevin che lo ritraevano troppo appiccicato a Roby,
prese la sua decisione e volando in Italia senza nemmeno avvertirlo
agì praticamente d'istinto.
Ma
non se ne sarebbe pentito.
Kevin
aveva spento il cellulare e per essere sicuro che non suonasse aveva
anche tolto la batteria e la sim.
Roby
gli aveva fatto notare che a meno di un miracolo, da spento comunque
non poteva suonare ed il ghanese gli aveva ruggito contro un insulto
in tedesco per poi andarsene brontolando dalla camera.
Il
giorno dopo avrebbero giocato quindi ora erano nel solito albergo,
avevano cenato insieme e poi all'ora di dormire Kevin aveva
pesantemente offeso un cellulare fatto a pezzi che osava non suonare,
chissà per quale arcano motivo!
Quando
Stephan gli aveva chiesto se fosse nervoso, il ragazzo aveva tirato
giù il mondo e Roby aveva fatto la sua sparata geniale sul cellulare
che spento comunque non poteva funzionare.
Tutti
sapevano che se la passava male ma solo loro due che gli stavano
sempre vicini ne avevano idea.
Aveva
chiesto di stare solo con Stephan in camera per essere sicuro di non
fare niente, Roby -che era una tentazione troppo alta- era con Alex
ed Alex aveva il divieto di stare con Kevin o Zlatan sarebbe arrivato
in picchiata.
Tutti,
però, quella mattina al campo da calcio, avevano sentito le urla di
Kevin al telefono e per un momento avevano sentito anche quelle di
Mark.
-
Smettila di fare lo stronzo con Roby! -
-
Non faccio niente! -
-
E' tutto da dimostrare! -
-
Pensi che ti tradisca con tutti? -
-
Mi aspetto che tu lo faccia e le foto mi danno conferma! -
-
Fanculo, tu non sei qua, non sai davvero cosa faccio, delle stupide
foto del cazzo non te lo possono dire! -
-
Grazie, non sono lì ma speravo che essendo adulti potessimo vivere
lo stesso questa relazione a distanza senza finire così! -
-
Così come? -
-
Ad urlarci contro come due coglioni! -
-
Avevi detto che sai che combatto il dolore col sesso e che sarei
andato con altri, che l'avresti accettato a patto che fosse stato
solo col corpo e basta e solo per non sbattere la testa sul muro e
rovinarmi! -
-
Confermi che l'hai fatto, allora! -
-
No non l'ho fatto, però avevi detto così! Te lo ricordi, cazzo? -
– Ed
io dovrei crederti? -
-
Fa quel cazzo che vuoi ma rispondimi! Ti ricordi che l'hai detto? -
-
Kevin, sei una specie di puttana, anche quando ero lì so che sei
andato con Thiago e Roby perchè ti facevo soffrire, ed ero lì. Ora
che sono qua pensi davvero che potrei crederti? -
-
Senti, io faccio solo finta, mi diverto ma non vado mai fino in fondo
perchè poi penso a te e vedo che loro non sono te ed io voglio te!
Stronzo! Però tu mi hai detto delle stronzate quando sei partito!
L'hai fatto solo per poter andartene! -
-
Senti, lo so cosa ho detto ma non ero ancora partito! È dura vederti
mentre ti diverti con gli altri ed io che so i tuoi trascorsi e le
tue tendenze e so come sei fatto faccio fatica a... a vivere qua e
non fare niente... e a non pensare che... che... -
-
Al diavolo, Mark! È dura anche per me, cosa cazzo credi? Io cerco
solo di distrarmi con gli altri perchè altrimenti penserei solo a te
ma cosa posso fare, uccidermi? -
-
E allora divertiti con loro e fottiti! -
-
Bene, lo farò volentieri, cazzo! Sai da quanto è che non lo faccio?
-
Quando
aveva riattaccato aveva lanciato il telefono così forte e lontano
che Marco aveva dimostrato di essere davvero un ottimo portiere
prendendoglielo al volo prima che si schiantasse per terra.
Glielo
aveva restituito e lui, in tutta risposta, l'aveva spento e smontato.
Poi aveva gridato, urlato e fatto scintille.
Per
tutto il giorno Kevin era stato ingestibile, inavvicinabile,
inguardabile.
Com'era
sempre più spesso.
Sembrava
uno che soffriva di depressione bipolare.
-
Non lo sopporto più! - Esclamò Roby verso Stephan dopo che se ne fu
andato dalla camera a scaricare i nervi.
-
Tu invece sei molto più sopportabile, no? Con tutte le lacrime che
versi dopo che senti Thiago al telefono! -
Il
'vaffanculo' Stephan se l'era un po' meritato. Lui aveva Maxi lontano
ma aveva lì Marco. Situazione assurda a parte.
Kevin
dunque camminava per l'albergo come un'anima in pena, voleva sparare
a tutti, voleva demolire l'intero edificio e poi rimanere di
proposito sotto le macerie.
Quello
stronzo come poteva non capire che non aveva più voglia di andare
con altri anche se stava male ed aveva bisogno di calore umano e di
essere abbracciato?
Lo
voleva da lui, non dagli altri... ci provava... una volta il sesso
per dimenticare e distrarsi funzionava ma ora sembrava che tutto
fosse cambiato fino a quel punto. Al punto che niente bastava e che
anzi non voleva nulla.
Sospirò.
Dio,
come gli mancava.
E
come aveva fatto fuoco e fiamme, si era subito spompato diventando
amareggiato e abbattuto. Non sembrava nemmeno lui, sperava di non
venir beccato da nessun paparazzo perchè altrimenti la sua immagina
poteva andare nel cesso e gli seccava.
Ma
aveva bisogno di Mark, aveva bisogno di lui... ed il paradosso era
che poteva sopportare la lontananza ed il non vederlo ma non la sua
mancanza di fiducia... sentirsi accusare così ingiustamente proprio
da lui, visto poi quanto male stava invece, era davvero troppo
pesante.
Come
gli faceva capire che era cambiato e che anche se ci provava con
tutti come sempre poi non andava mai fino in fondo e si fermava
subito?
Non
aveva nemmeno baciato Roby!
-
Hai finito di girare come un coglione o possiamo parlare da fermi? -
La sua voce. Quella era di certo la sua voce, non c'erano dubbi.
Bene,
si disse. Ora aveva anche le allucinazioni uditive!
Sentiva
la sua voce dannazione!
Kevin
si strofinò il viso ed imprecò in tedesco ma non si girò. Allora
la presa sulla sua spalla, forte e decisa, lo strattonò obbligandolo
a voltarsi proprio nel suo stile. Senza troppa delicatezza.
Quando
lo vide si fermò.
Gli
parve che fosse il mondo intorno a fermarsi ma fu lui, persino il
cuore andò in stand by per un po'. Niente respiro, niente attività
cerebrale. Niente.
Ma
era lì, lui, fermo davanti, dritto, serio, arrabbiato. Il suo uomo.
Come
si poteva voler frignare solo al guardarlo?
Si
morse la bocca ed evitò, stava facendo uno sforzo non da poco. Non
doveva essere lì, che ci faceva? Dopo la litigata di quella mattina,
poi... cosa doveva fare?
Non
riuscì a dire niente. Mark lo trascinò fuori, su uno dei terrazzi
di quel piano. Era sera, era buio, erano soli. C'era ancora caldo.
Mark
lo mise contro la ringhiera e lo tenne per le braccia, come se
sapesse già la sua reazione.
Lo
guardò, alla penombra era tutto diverso. Era come vivere in uno dei
loro sogni.
Ma
Mark era serio, fermo e deciso. Sapeva cosa doveva dire, cosa doveva
fare, come. Era sicuro. Sapeva. Non vacillò.
-
Sposiamoci. - Nessuno l'avrebbe detto così. Chiunque una premessa,
specie nella loro situazione, l'avrebbe fatta. Anche dopo la litigata
di quella mattina. E non era normale che capitasse così senza
avvertirlo, viveva in Olanda, dannazione.
Ma
lui arrivava fra capo e collo senza avvertire, gli finiva davanti
dopo un litigio furioso, dopo averlo accusato d'averlo tradito e gli
chiedeva, senza nemmeno salutarlo e dirgli un cazzo, di sposarlo?
Kevin
aprì bocca pronto a dirgli tutte quelle cose, gridargliele,
insultarlo ed offenderlo pesantemente perchè non poteva fare quello
che voleva solo perchè lui era Mark Van Bommel il Generale.
E
quelli erano sempre i suoi fottutissimi modi.
Arrivava
ed ordinava, pretendeva quasi, non spiegava. E se uno non era
d'accordo gridava violento. Salvo poi tirare fuori una dolcezza che
sapeva solo lui.
Aprì
dunque bocca intenzionato a sputare fuori tutte quelle cose e
spingerlo via.
Però
alla fine si accorse delle proprie lacrime che scendevano ed invece
di chiedere per lo meno come pensava di fare, si trovò a terra, in
ginocchio, accompagnato da lui. Non riusciva a stare in piedi.
Era
quasi svenuto?
Bella
sfuriata, non c'era che dire.
Cioè
lui lo faceva impazzire e veniva e pretendeva quello che gli pareva e
Kevin sveniva, praticamente, fra le lacrime... fra le sue braccia...
e stava zitto come un idiota a fissarlo ebete.
Mark
a quel punto si preoccupò e pensò col secondo treno che forse una
premessa avrebbe dovuto dirla.
Si
morse il labbro e chiedendosi cosa fare, agì d'impulso come sempre.
-
E' un sì? - Non ne era mica sicuro... poteva anche essere un no...
no?
Fu
questo a riprendere Kevin e a riportarlo al presente, lì davanti a
Mark in ginocchio anche lui che lo teneva per le braccia e lo
fissava.
Kevin
lo prese a sua volta, il viso fra le mani, le unghie fra i capelli,
stringere e ringhiare a denti stretti e penetrante, quasi furibondo.
-
Certo che sì, deficiente! Come cazzo fai a chiederlo? -
-
Ma che cazzo ne so, non hai detto niente! -
Stavano
ricominciando. Cioè Mark era lì, gli aveva chiesto di sposarlo e
riuscivano a litigare di nuovo.
Fortunatamente
si rese conto della propria idiozia e quando si ripeté nella mente
che si sposavano, le lacrime tornarono. E le labbra furono sue.
Sue
e basta. Senza fiato. Senza respiro. Senza battiti. Solo le sue
labbra. E poi la sua lingua. Quel modo di farlo suo. Quel modo di
darsi e prendersi possessivi e violentemente, bruciarsi. Quel modo di
baciarsi.
Sposarsi.
La
cosa più assurda di tutte, specie fra due così problematici,
incasinati e lontani. Eppure sposarsi nonostante tutti quei casini e
quei deliri. Sposarsi e risolvere tutto. In che modo, visto comunque
la lontananza?
Sposarsi
e promettersi di vivere l'uno per l'altro lo stesso a costo della
vita. Sposarsi e promettersi l'amore assoluto davanti a tutto, con
ogni difficoltà, seriamente, fedelmente, realmente.
Sposarsi
e risolvere tutto.
E
poi, un domani, riunirsi.
Certamente
un'impresa da Dio, come citava il celebre film.
Anzi.
Molto peggio.
L'impresa
non fu tanto per l'organizzazione del matrimonio in sé e nemmeno per
tenerlo nascosto a chi non doveva saperlo e far venire chi invece
volevano lì.
L'impresa
fu tale per colpa dei testimoni.
Quando
Massimiliano seppe chi avevano scelto, disse loro se non si fossero
bevuti il cervello.
Non
l'aveva detto così ma quasi.
-
Cosa vi aspettavate? -
Erano
tutti pronti, tutti. Ogni invitato, ogni elemento. Tutto perfetto.
Persino
la sbronza di Kevin era stata egregiamente smaltita, quella
dell'addio al celibato organizzata dal Milan. Ex e presenti.
Devastato si era svegliato in un posto sconosciuto, poi dopo un po'
aveva capito come tornare a casa e vomitare.
Mark
coi suoi amici del Bayern, del PSV e della nazionale ci aveva dato
dentro più di Kevin ma non si era ubriacato, reggeva sempre troppo
bene.
Massimiliano,
dietro al banco in qualità di guru che avrebbe celebrato quella
sottospecie di giuramento solenne, aspettava paziente. Lui non aveva
certo fretta.
Kevin
e Mark, sul sentiero di guerra, si fissarono con la stessa
espressione. Era davvero tardi, l'appuntamento era passato da un
pezzo e non era possibile che si aspettasse i testimoni e non gli
sposi.
-
Visto? Dovevate scegliere noi! - Esclamò Roby gongolante. Mark lo
fulminò con uno sguardo a dir poco gelido.
-
Scusa sai se non ho voluto che gli ex di Kevin facessero da
testimoni! - Era già tanto che gli avesse permesso di venire.
Roby
e Thiago, vicini e felici, avevano già fatto la loro promessa
solenne e avevano preso spunto da Zlatan ed Alex usando Riky come
pseudo prete ed i suddetti come testimoni, invertendo quindi solo i
ruoli.
Unico
modo per non morire dietro alla lontananza e a tutto ciò che
comportava.
Un
modo per non affondare nei momenti difficili e sapere che niente li
avrebbe separati. Un modo per vivere un po' meglio, un piccolo aiuto,
una prova di quanto si amavano.
Quello
che speravano di poter fare anche Kevin e Mark.
Speravano.
Stephan,
che portava gli anelli -fedi non troppo vistose che non avrebbero
potuto indossare negli anulari sinistri ma si sarebbero accontentati
dei medi- ridacchiava impune beccandosi le occhiatacce del fratello
maggiore adottivo.
Era
stato a dir poco nervoso ed intrattabile in quel periodo e Stephan si
era divertito a tormentarlo e prenderlo in giro.
Davvero
uno spasso.
Lui
non ci pensava minimamente a sposarsi, erano tutti matti loro!
-
Appena arrivano li uccido, non me ne frega un cazzo, non possono
farci tardare così quegli stronzi! - Kevin ormai non ne poteva più,
smaniava nel suo splendido e costosissimo completo nero, la giacca e
la camicia lo stavano sciogliendo e voleva mettersi nudo e ficcarsi
in piscina, dove si sarebbe tenuta la festa. Una piscina con dentro
un locale... un posto che era tutto un programma voluto da lui a
tutti i costi. Così pur beccandoli nessuno avrebbe capito che poi
erano ad un matrimonio.
-
Appena arrivano ci sposiamo, direi! - Fece Mark sbuffando. Non ne
poteva più nemmeno lui.
-
No ma dico... sono proprio stronzi! - Kevin continuò finchè gli
elementi ignobili arrivarono.
Zlatan
ed Alex erano trafelati, Alex era di mille colori più uno, tutto
arruffato ma splendido e luminoso, Zlatan probabilmente non era mai
stato più rilassato e felice di così. Aveva proprio l'aria
soddisfatta!
-
Stronzi, era il momento di scopare? Non potevate aspettare dopo? -
Kevin
li attaccò ma ovviamente insultò solo in direzione dello svedese
che rispose senza problemi.
-
Senti, non lo vedevo dalla scorsa settimana, non potevo resistere! E
poi che c'entra, poi lo rifacciamo! - Alex rigido come un monaco
buddista non disse niente e quando Kevin aprì bocca per proseguire
la sua sfuriata solenne, mentre tutti alzavano gli occhi al cielo
stufi di aspettare ancora, Mark mise la sua magica mano sulla sua
spalla. Come se non bastasse disse anche.
-
Allora, ci sposiamo? - Questo fu meglio del valium. Kevin staccò la
spina del tutto e voltandosi sfoderò quell'espressione ebete da
Nobel per cui tutti l'avrebbero sempre preso per il culo.
-
Si amore... - Anche per questo l'avrebbero preso tutti per il culo a
vita.
Zlatan
benedì Mark e posizionandoglisi vicino in quanto testimone
-dopotutto l'idea era venuta grazie a lui- si sistemò i capelli
legati in una coda bassa e stretta per l'occasione. Il suo completo
lo stava uccidendo ed i primi bottoni della camicia erano slacciati.
Tali sarebbero rimasti. La cravatta persa da tempo.
Alex
allora prese posto accanto a Kevin. Kevin avrebbe voluto scegliere
Thiago o Roby ma, ovviamente, Mark si era opposto concedendogli al
massimo Alex.
-
Siamo qui riuniti per celebrare... - Massimiliano, con un sorriso che
sembrava come sempre una smorfia dovuta alla colica renale, cominciò
la parte che si era gioiosamente studiato. Era orgoglioso del suo
ruolo e ci teneva a dire quelle parole. Parole che furono comunque
interrotte da Kevin che stava per ridere.
-
Sì dai, saltiamo questa parte. Non sei un vero prete. O guru. O quel
che dovresti essere... sei solo il testimone solenne. - Massimiliano
lo guardò come se fosse un appestato, ovviamente senza cambiare
espressione, e dopo aver ottenuto il suo silenzio con calma e
pacatezza riprese da dove era stato interrotto, congiungendo le mani
imponente e serio.
Davvero
un guru coi fiocchi, insomma!
Dopo
aver fatto tutto il suo bel discorsetto e aver fatto ridacchiare
tutti, finalmente si decise a dire:
-
Ed ora scambiatevi le promesse. -
Stephan,
che si era appisolato contro Marco, fu svegliato da lui e porse gli
anelli ai due ragazzi.
Mark
si sentiva vagamente idiota ma sapeva che era anche il momento più
importante. Non era il modo, era ciò che rappresentava ed era bello
farlo davanti a tutti loro perchè fossero testimoni di una solennità
che per loro era vitale.
Mark
gli prese la mano e gli infilò il piccolo semplice anello al medio
sinistro e mormorò le sue promesse.
-
In qualunque situazione, a qualunque costo, ad ogni modo. Sempre.
Niente cambierà mai. La nostra lontananza non spegnerà ciò che
siamo e mi impegno solennemente a portare avanti in eterno questo
rapporto che per me viene e verrà sempre sopra ogni cosa. Ti amo
Kevin. -
Ora
che toccava a Kevin questo aveva gli occhi lucidi e si insultava
perchè non voleva piangere. Che figure avrebbe fatto? Tutti
aspettavano questo momento per poterlo fregare.
Sospirò,
gli mise l'anello e gli strinse la mano cercando la forza di dire
qualcosa. Se l'era preparato, ci aveva pensato. Poi la mente si era
svuotata, dannazione.
Tutta
quell'emozione...
Alla
fine non ebbe scelta che improvvisare.
-
Ti amo anche io Mark, ti amerò per sempre e ne sono certo come che
sono vivo in questo momento e ti sto guardando. E sono stato una
puttana ma ora passerò il resto della mia vita a farti cambiare idea
e a farti capire che voglio scopare solo con te. Perchè ti amo e ti
amerò per sempre, testone. Lo giuro. - alla fine il primo a piangere
fu Mark e questo commosse anche gli altri. Kevin pianse quando poté
baciarlo ed il farlo davanti a tutti lo rese davvero solenne. Lo rese
indelebile. Come un marchio a fuoco.
Non
si tornava indietro. Non sarebbe mai successo.
Quella
promessa l'avrebbero mantenuta per sempre.
Loro
come gli altri che prima di loro l'avevano fatta... persone come
Zlatan e Alex, Roby e Thiago e Riky e Cris a Madrid...
Perchè
certi amori, semplicemente, non finivano.
FINE