NOTE:
eccoci qua con Juraj! Premetto che tre quarti delle cose che scrivo di
lui non so se sono vere (la cosa dell’artigianato lo è però). E
chiaramente in questa serie sono tutti gay in sto Milan, ma per me è
sempre stato un puttanaio perciò non è che sono tutti gay,
semplicemente una volta che indossano la maglia lo diventano. Ad ogni
modo si inserisce un nuovo personaggio. Juraj cerca di fare chiarezza e
tenta di instaurare delle relazioni al di là del sesso, come suggerito
da Alessio. Ma a dirsi è più facile che farsi perché ormai quel che ha
iniziato col sesso è difficile correggerlo. Come gestirà quel rozzo di
Juraj la sua sgangherata vita? Chi dei suoi amanti ha speranza? È
davvero così come sembra o andando avanti le cose possono avere una
svolta imprevista? Buona lettura. Baci Akane
TENTATIVI
“Parlaci, dice lui…” Pensò
seccato Juraj mentre i brividi lo percorrevano dalla base della nuca
lungo tutta la spina dorsale. “Condividi, dice lui!” Continuò mentre
gettava all’indietro la testa chiudendo gli occhi in totale abbandono.
“Passa del tempo con loro senza scoparci!” Un gemito prolungato riempì
l’aria mentre i brividi arrivavano anche nelle proprie parti basse
sapientemente stimolate dalla bocca di Carlos. Lo prese sentendo che
stava per venire e lo sollevò poco gentilmente. “E come diavolo faccio
se ormai quando mi vedono passano subito all’assalto?” Così lo girò e
lo piegò in avanti, lo prese per un fianco con una mano e con l’altra
si prese la propria erezione dura e bagnata dalla saliva di Carlos,
infine con una spinta decisa fu in lui da dietro. Carlos si irrigidì
inarcando la schiena, mostrando tutte le linee dei suoi muscoli che
guizzarono, Juraj si leccò le labbra mentre con le mani scivolava dai
fianchi alla vita e carezzava la schiena possente.
“Forse loro stessi vogliono solo questo da me perché pensano che non possa dargli altro!”
Iniziò subito a muoversi e ad
ogni spinta affondò di più, fino a che il mondo non sparì sotto di lui
per lasciargli unicamente quel piacere così perfetto che non gli faceva
pensare e capire più niente.
Per quei secondi stava solo bene, bene in modo assoluto. Il resto non contava.
Ed era tutto quel che gli serviva.
Juraj scivolò via da Carlos
che si raddrizzò e con un sorrisino soddisfatto, si rivestì in fretta
uscendo dallo spogliatoio prima che arrivasse qualcun altro. Rimase a
guardare la porta che si chiudeva dondolando un po’, poi seccato si
sedette pesantemente sulla panchina.
Si erano trattenuti un po’ per
qualche esercizio in campo oltre la sessione regolare, di solito gli
altri poi finivano con un po’ di palestra se non andavano via subito.
“Gli avevo solo chiesto se
dopo gli andava di fare qualcosa insieme. Lui ha detto sì e appena qua
mi è saltato addosso inginocchiandosi! Forse dovevo essere più chiaro!”
Si sentiva insoddisfatto
nonostante l’orgasmo piacevole appena raggiunto. Alessio aveva ragione
a dire di provare a fare altro oltre al sesso, a provare ad instaurare
rapporti nonostante la sua paura per i legami, però ormai pur volendo
provarci era davvero difficile.
Si stava per rivestire, quando
la porta si aprì di nuovo, per un momento pensò che Carlos ci avesse
ripensato, ma poi vide Suso e si illuminò, magari poteva provarci con
lui. Ad uscire insieme, cioè. Lui aveva sempre voglia di fare festa!
- Ehi! - Lo salutò entusiasta mentre si asciugava il corpo nudo e bagnato dalla doccia appena fatta.
Suso sussultò e si fermò
subito facendo sì che Gerard poi gli andasse addosso. Con lui
arrivarono le lamentele e Suso così si ricordò di camminare e si spostò
dall’ingresso.
Suso lo guardò e capì che
nonostante avesse appena fatto la doccia, doveva aver appena fatto
sesso. Non c’erano prove, ma lui ormai capiva quando Juraj lo faceva.
- Aperitivo? - Chiese imitando
i suoi compagni quando, dopo gli allenamenti pomeridiani o mattutini,
proseguivano in un bar insieme o a casa di qualcuno.
Suso alzò un sopracciglio
scettico riprendendosi subito, ogni volta che lo vedeva c’erano mille
lotte interiori, da un lato gli piaceva, dall’altro voleva scappare e
salvarsi. Non sapeva mai come comportarsi.
A quella domanda per un momento si sconvolse, ma poi si tradusse mentalmente cosa poteva voler significare per lui ‘aperitivo’.
“Siccome c’è Gerard potrebbe
aver usato una parola in codice, non sarebbe da lui, ma è anche vero
che davanti agli altri non fa lo sfacciato!”
Suso così si avvicinò e gli diede uno schiaffo malizioso e divertito sulla chiappa soda e bianca.
- Dubito troveresti le forze anche per me! Ad un certo punto ti esaurirai anche tu, no? -
Gerard si mise a ridere
orgoglioso del suo rifiuto con stile, infine senza intromettersi si
spogliò sbrigandosi ad infilarsi sotto la doccia.
Suso e Juraj rimasero soli un
istante, mentre quest’ultimo si rivestiva un po’ deluso. Anche lui
aveva capito che voleva far sesso anche se in realtà cercava davvero
altro. Decise di non smentirlo e non perdere tempo a spiegare uno stato
d’animo che non era chiaro nemmeno a lui.
“Forse mi sento una puttana e sono stufo di questo!”
Si disse sfoderando un sorriso maligno ed una battuta velenosa.
- Peggio per te, un giorno ti
mancherà tuuuuutto questo! - Con questo imitò Jay di Tutto in famiglia
roteando il bacino e poi il torace come se avesse un culo e due tette
enormi. Suso scoppiò a ridere e si spogliò rispondendo sarcastico:
- Sì vedremo! - Convinto che
Juraj avesse appena fatto sesso con qualcun altro, Carlos forse, decise
che doveva sforzarsi di amare sé stesso almeno un po’ e senza dire
altro andò a raggiungere Gerard sotto la doccia.
- Sicuro? Guarda che potevi
andare con lui, non sei obbligato a star con me! - Disse Gerard in
spagnolo e piano una volta che Suso lo ebbe raggiunto, felicissimo di
vederlo ovviamente.
Suso alzò le spalle infilandosi sotto il getto accanto al suo.
- Non voglio i resti di un
altro. Lo ha appena fatto con Carlos, credo. Ad un certo punto inizio a
volermi bene. Se si consacrasse solo a me, pur rimanendo solo sesso,
allora potrei pensarci… ma per quanto si può andare avanti facendo
sesso con tutti? - Gerard voleva saltare di gioia, finalmente l’aveva
capito.
- E dov’è finito il divertimento e basta? - Suso iniziò ad insaponarsi.
- Dove è iniziato l’amor
proprio! Per un po’ lo fai, ma non per sempre. Lui non vuole relazioni,
ok. Ci siamo divertiti, adesso per me è ora di qualcosa di più, se lui
non ha la stessa voglia, bene, amici come prima. -
Sebbene l’ultima volta quel discorso non fosse andato a buon fine, ora si sentiva più sicuro. O forse solo più stufo.
Gerard lo guardò felice come
poche volte si era sentito e per cancellare quella faccia seria nel suo
amico, iniziò a spruzzarlo con l’acqua finendo per fare lotte poco
adulte sotto le docce.
Per poco non si ruppero una
gamba, ma erano riusciti ad approfittare entrambi di quei giochi idioti
per toccarsi abbondantemente.
“Con Juraj non avrò mai quello
che chiunque vuole prima o poi. Con Gerard forse… se si decidesse a
provare questa strada… Gerard è romantico, oltre che allegro e alla
mano. È perfetto. Se solo gli andasse… “
Non era sicuro che non
volesse, gli era sembrato indeciso sulla cosa, forse doveva solo
giocarsela in modo più serio ed intelligente.
Magari c’era qualche possibilità.
Juraj si sentiva un cane randagio che andava in cerca di coccole e cibo, solo che non voleva le coccole e nemmeno il cibo.
Voleva amore, compagnia.
Si sentiva stupido a dirlo in
quel modo, così andava solo a chiedere se volevano fare qualcosa
insieme, peccato che lo prendevano tutti male; beh non proprio male,
più che altro lo prendevano nel modo in cui lui li prendeva sempre.
Da dietro, solitamente.
Quando suonò da Gianluca,
questi rimase molto sorpreso di vederlo. Gli saltò subito il cuore in
gola e spalancò gli occhi che iniziarono a brillare pieni di
un’inevitabile speranza.
Juraj lo notò subito sebbene
di norma non notasse nemmeno una balena che volava sotto il suo naso.
Perciò la felicità di Gianluca nel vederlo quella sera a casa sua fu
davvero evidente.
Per questo se ne pentì immediatamente.
“Non posso!”
Pensò subito come se avesse
una specie di attacco di psicopatia. Stava per girarsi ed andarsene
senza dire nulla, seguendo una sorta di istinto indomabile.
- Ciao! Che bello vederti qua!
Mi avevi cercato? A volte perdo il telefono in giro per casa… - Era
vero che Gianluca non era sempre attaccato al cellulare.
Juraj capì che stava cercando
di trattenerlo, ma sempre volendo scappare come se fosse chissà quale
crimine stare lì con lui, borbottò un vago:
- No no, ero da queste parti e
stasera non mi andava di stare a casa e… - Stava per andarsene senza
nemmeno saper cosa dire, quando Gianluca gli prese il braccio
trattenendolo istintivamente.
- Ehi, perché non resti? C’è
anche Mati, pensavamo di mangiare qualcosa e guardarci un film,
qualcosa di tranquillo! - Quando Juraj sentì che Gianluca non era solo,
pensò che forse per una volta non gli avrebbero saltato addosso, così
si rilassò e decise di dargli un’occasione.
- Beh, se non vi rompo… perché
no… - Gianluca si illuminò in un sorriso che la metà bastava quando
Juraj decise di fermarsi, così una volta dentro lo introdusse al loro
compagno di squadra cileno, Mati Fernandez.
Siccome anche Gianluca parlava
lo spagnolo, non era strano che facesse gruppo con chiunque fosse
spagnolo madrelingua, con Mati c’era un bel rapporto d’amicizia, erano
piuttosto simili come personalità, se non che Mati era più timido e
chiuso.
Mati era piccolo di
corporatura, capelli scuri e mossi intorno al viso, scomposti, pelle un
po’ scura tipica da sudamericano in concordanza con i lineamenti
latini. Un bel ragazzo, nel complesso. Sembrava giovane, Juraj dovette
fare un po’ di mente locale per ricordarsi quanti anni avesse e solo
dopo averlo fatto realizzò che stava calcolando se poteva portarselo a
letto o no.
“Forse dopo aver deciso di
smetterla di infilarlo in ogni buco e di provare delle relazioni, devo
piantarla di guardare le persone come se fossero probabili scopate!”
Non che poi il farlo proprio a
casa di una di quelle famose ‘scopate’, fosse un motivo meno valido per
non provarci con un altro.
Stava per chiederglielo, ma
realizzò che Mati sembrava piccolo, però in realtà doveva essere
intorno alla trentina, così si rilassò immediatamente, come se gli
avessero tolto un grande peso.
Se proprio gli fosse scappato, non avrebbe fatto il pedofilo!
Se proprio proprio!
Juraj non si era mai fermato
sul serio a guardare alcuni dei suoi compagni di squadra, a dire il
vero tendeva a vivere un po’ nel suo mondo e a notare le cose solo
quando gli sbattevano sul naso.
Quella sera Mati gli sbatté sul naso, in effetti.
Un po’ anche in senso letterale.
Gianluca era un eccellente
cuoco, ma anche Mati e Juraj in realtà erano bravi, così decisero di
fare ognuno qualcosa in quella che era una serata improvvisata.
Dopo un primo momento di
titubanza, Juraj rimase sorpreso di come finalmente Gianluca avesse
capito il senso di ‘passare del tempo insieme’. Gli altri avevano tutti
inteso che volesse fare sesso, lui l’aveva invitato a cena e a vedere
un film e per chiarire che non pensava al sesso aveva specificato che
c’era anche Mati!
Si sentiva felice, non lo poteva negare.
Inizialmente non aveva creduto
a quella cosa del provare una relazione prima di negarsela, però il
solo fatto che si stava divertendo con loro due per lui era un segnale
positivo.
“Ma è così perché è una serata fra amici, siamo in 3. Se fossimo in due finirebbe così oppure fra le lenzuola?”
Si disse ad un certo punto
mentre affettava le verdure che avrebbe fatto saltare in padella alla
maniera che aveva sempre preparato a casa sua da giovane.
Questo smorzò un po’ il suo entusiasmo.
“Ricorda che appena l’hai
visto illuminarsi quando ti ha aperto, hai sentito l’istinto di
andartene! A lui tu piaci sul serio e sarebbe disposto a provare una
relazione a tutti gli effetti. Ma tu lo sei? volevi andartene, hai
pensato ‘no non posso!’ Chi penso di prendere in giro? Non ci riuscirò
mai! Ormai ho iniziato così, non posso cambiare modalità da un momento
all’altro, perché dovrei? Come si fa? Siamo sempre andati a letto
insieme, anche se lui è preso ormai c’è l’abitudine. Come diavolo
dovrei uscirmene, poi? ‘Passiamo del tempo insieme e non scopiamo
finché non provo qualcosa?’ Ma siamo seri? Alessio parla perché non è
nei miei panni!”
Per lui era davvero difficile
vivere i propri sentimenti, con Gianluca un po’ ci era riuscito
aprendosi, però ormai aveva impostato il loro rapporto comunque sotto
un piano sessuale.
Aveva voluto provare con tutti e tre i suoi partner, però doveva ammettere che la teoria era ben diversa dalla pratica.
Come facevi a smettere di fare sesso per passare solo del tempo insieme?
Era perso nelle sue
elucubrazioni disfattiste, quando fu attirato da un discorso in
spagnolo che si consumava alle sue spalle. Quando si girò si rese conto
per la prima volta che erano entrambi madrelingue spagnoli.
- Ah è per questo che passate
il tempo insieme! Ma ci sono tanti madrelingue spagnoli! Non è che ve
la spassate anche? - Non lo pensò nemmeno, lo disse direttamente e
appena Mati capì cosa intendeva nonostante sembrava che parlasse del
gusto di gelato preferito, fece cadere il mestolo con cui mescolava, al
contempo Gianluca si mise a ridere e lo schizzò con l’acqua che aveva
riempito per bere.
- Perché pensi che tutti
abbiano quel vizio? Ci sono anche gli amici! - La reazione di Gianluca
non tradì alcun fraintendimento, non che Juraj avesse avuto dubbi: lui
non era tipo da farsene due contemporaneamente.
“Non penso nemmeno abbia capito che me ne faccio anche altri…”
Con uno sguardo divertito alzò
le spalle e andò ai fornelli spingendo poco gentilmente Mati che
intanto aveva recuperato goffamente il mestolo e l’aveva lavato per
tornare al suo mescolare.
Mati sussultò al contatto e
Juraj non se lo fece sfuggire, suo malgrado fece finta di nulla e
ridacchiando contento d’aver creato scompiglio, versò le sue verdure
tagliate nella padella dove si era rosolato l’aglio con un po’ d’olio.
- Quindi siete amici… - Disse Juraj quando Gianluca sparì al bagno proprio poco dopo.
Mati, gomito a gomito con lui,
annuì imbarazzato per l’insinuazione che aveva fatto prima. Juraj che
non aveva il dono di mordersi la lingua prima di parlare, disse subito
quel che aveva pensato.
- Ti piace? Per questo sei
sempre qua e non da, che ne so, Gerard, Suso, Carlos o gli altri che
parlano spagnolo? Ti piace Gianluca? - Mati lo guardò di scatto da
vicino, bordeaux, ed in quella frazione di secondo, mentre Juraj pensò
che effettivamente lui e Gianluca potessero essere una coppia, non
sentì un briciolo di gelosia e capì che tutti i suoi sforzi di
instaurare relazioni con uno di loro tre erano inutili.
“Suso forse… ma è lui che non
vuole e non gli do di certo torto. Pensavo che con Gianluca fosse più
facile perché è più dolce, mi piace quando mi coccola… però non sono
geloso. Penso che si piacciano, questi due, o che se la facciano. O che
se la faranno. Ma non mi dispiace. Per cui provare non ha proprio
senso. Non con Gianluca!”
A quella conclusione sentì
Mati rispondere sempre teneramente imbarazzato, di diversi centimetri
più basso di lui al suo fianco.
- Non nel senso che intendi
tu! Gianluca è un amico, ci si prende in amicizia più con alcuni che
con altri, tutto lì. Lui è tranquillo, come me, per questo sto bene con
lui! - Juraj annuì con gli angoli della bocca rivolti all’insù mentre
si immaginava a baciare quelle labbra così ben disegnate ed invitanti.
La timidezza cominciava ad
attirarlo parecchio e prima di rendersene conto, gli stava sistemando
una ciocca ribelle dei suoi capelli ingestibili e scuri. Lo fece con
una padronanza della situazione che lasciò senza fiato Mati, arrossito
di nuovo sulla pelle un po’ olivastra per via delle sue origini cilene.
Infine non trattenne l’istinto indomabile e gli toccò anche il neo che
aveva all’angolo della bocca e malizioso commentò piano:
- Hai un bel neo! - Mati
sorrise ancora imbarazzato, a stento respirava, perso in quei suoi
occhi azzurri così belli e maliziosi al tempo stesso.
Juraj aveva un suo fascino, specie se lo voleva esercitare. Ed ora voleva.
- Grazie. E tu hai dei begli
occhi. - Rispose istintivo senza nemmeno rendersene conto. Appena lo
fece, si coprì la bocca in un modo che non avrebbe dovuto per cercare
un po’ di contegno, ma il gesto fu così spontaneo e tenero che fece
ridere Juraj che non lo baciò solo perché in quel momento arrivò
Gianluca parlando su quale film avrebbero potuto vedere dopo.
Juraj si raddrizzò e tornò ai
fornelli con molta nonchalance, come se non fosse successo nulla,
mentre la cena di Mati finì per attaccarsi.
Gianluca non notò nulla,
troppo felice di quella serata che lo stava portando al settimo cielo e
nessuno dei due fece capire che si era appena creato qualcosa di strano
per la prima volta da quando la stagione era iniziata, e lo era da
molti mesi ormai.
“Non l’avevo mai notato, come
ho fatto? Del resto chiuso e timido com’è, è normale, poi non ha
praticamente mai giocato, è stato tantissimo infortunato e così non
l’ho proprio mai notato. Peccato!”
Pensò Juraj finendo di cuocere le proprie verdure.
- Quindi come si parla in
spagnolo? - Chiese improvviso Juraj entusiasta, come se imparare una
nuova lingua fosse un enorme divertimento.
Gianluca rise dicendo che non
era bravo ad insegnare, ma quando invitò Mati a farlo, Juraj si
illuminò ed in breve la cena divenne una lezione di spagnolo fra
prevalentemente loro due.
Loro che, a quanto pareva,
erano riusciti ad instaurare facilmente un dialogo nonostante non
avessero quasi mai parlato insieme.
La serata fu molto piacevole,
Juraj si concentrò molto su Mati il quale continuò a subire il suo
fascino particolare, Gianluca si divertì con la sua tipica ingenuità ed
anche il film che scelsero tenne su vivo l’interesse, in quanto era uno
della saga di Fast and Furious.
- Bene, io adesso toglierei il
disturbo, è stata una serata molto bella e vi ringrazio! - cominciò
Mati con la sua tipica gentilezza e dei modi estremamente dolci di
natura. Juraj voleva mangiarselo, gli faceva venire voglia di essere
molto volgare.
- Buenos! - Disse a sua volta
alzandosi mentre si grattava la pancia da sotto la maglia, l’aria furba
di chi la stava pensando bene.
I due ragazzi lo guardarono divertiti in attesa del resto della frase in spagnolo.
- Approfitto di te e mi faccio
dare un passaggio! - Il resto lo disse in italiano e in un primo
momento i due scoppiarono a ridere:
- Ehi e dov’è il resto dello spagnolo? -
- Due ore di lezione si
riducono solo a ‘buenos’? - Chiese Mati illuminato in quella risata che
gli faceva brillare tutto il viso.
- Sicuro? Guarda che puoi
restare a dormire, poi domani mattina ti riporto io… - Juraj alzò le
spalle e scosse la testa con un sorrisino furbo mentre raccoglieva
tutto quello che era suo sparso in giro.
- No, non preoccuparti, non
abito lontano da qua, sono venuto a piedi prima… è solo che visto che
va via, ne approfitto. - Gianluca iniziò a provare la prima cocente e
bruciante delusione, mentre non capiva cosa era appena successo. Aveva
pensato che dopo una bellissima serata avrebbe voluto concludere a
letto, ne era stato sicuro.
Dove aveva sbagliato? Cosa era successo?
Sapeva che con Juraj non avevi relazioni, ma solo momenti. Però pensava che quello sarebbe stato uno di quei momenti.
Mascherò bene la delusione
seppure lo stesse inchiodando al pavimento, incapace ora di camminare e
muoversi troppo. Juraj guardò Mati per capire se gli potesse andare
bene ed il ragazzo si strinse nelle spalle senza proferire lamentele.
- Se va bene a voi, per me non
è un problema! - Disse Mati mentre si faceva strada una strana gioia
incontenibile per poter avere ancora un po’ di tempo con lui, quel
compagno che aveva letteralmente scoperto e che gli aveva fatto dire
quella cosa imbarazzante prima.
Juraj così annuì ed abbracciò Gianluca per ringraziarlo della serata.
- È stato molto bello, grazie.
- Gianluca, stordito, batté diverse volte gli occhi per ricacciare
indietro il bruciore che si affacciava, riuscì a sorridere nel
separarsi da lui.
- Ma figurati, puoi venire
quando vuoi! - Juraj annuì e attese che Gianluca e Mati si salutassero.
Mati sembrava molto più entusiasta e questo non sfuggì allo slovacco
che non vedeva l’ora di rimanere solo un po’ con lui.
“Sicuramente si aspettava che
mi fermassi, vedi che anche lui pensava al sesso? Ormai sono rapporti
compromessi, qualcosa che nasce storto non si può raddrizzare. Però
forse posso iniziare bene quello dopo, posso evitare di fare tutti
questi errori e provarci. Provare a fare le cose bene, anche se ne ho
paura e sono convinto che comunque andrà male. Forse posso, no?”
Aprì la porta d’ingresso, fece
passare Mati mettendogli una mano sulla schiena come un’accompagnatore
e girandosi verso un Gianluca perplesso che aveva capito ci era rimasto
male, si ripromise di parlargli come si doveva. Almeno a lui.
“Agli altri due non serve,
Carlos non si è mai posto il problema, Suso ci è arrivato molto prima
di me, Gianluca dovrò gestirlo io. Gianluca tocca a me. Ho sbagliato io
con lui, non è di questa pasta, non avrei mai dovuto. Peccato perché è
una persona dolcissima. Forse troppo.”
Forse, ma non se lo sarebbe
mai detto coscientemente, stava scappando proprio per quell’enorme
dolcezza. Perché non era tanto un problema di come era iniziata tanto
di come aveva paura di perdere il controllo.
“E poi siamo onesti, non posso pretendere di avere storie serie mentre desidero altri!”
Non che volesse portarselo subito a letto. O meglio sì, ma voleva davvero provare ad instaurare prima un rapporto.
“E forse voglio provarci
perché siamo a Marzo ed anche se va male, poi finisce tutto subito.
Immaginando che uno dei due il prossimo anno non ci sarà.”
Una sorta di coperta di Linus!
In macchina fu subito buio,
Mati si mise alla guida dell’Audi in dotazione a tutti i giocatori del
Milan, i quali potevano anche usare altre macchine, ma in ogni caso
avevano quelle come sponsor del club.
Juraj rise nel vedere quanto
vicino al volante guidava e fece le tipiche battute sul fatto che
vedesse oltre il cofano visto quanto piccolo fosse nel complesso.
Mati rise e scuotendo il capo, avviò partendo:
- Adesso lo scoprirai a tue
spese! - Rispose con una certa calma. Juraj compiaciuto della risposta,
lo guardò giostrarsi al volante con una certa padronanza, mentre la
radio si accendeva automaticamente rimandando nell’abitacolo delle note
d’atmosfera molto suggestiva, una voce calda e corposa attirò
l’attenzione di Juraj stupendosi di non sentire qualcosa di
sudamericano, magari di reggetton.
- Chi è? - Chiese interessato e colpito.
- Rag N Bone. - Rispose mentre
una canzone molto bella di metà CD partiva. - Forse lo conosci con
questa, si sente in questo periodo. - Così dicendo rimandò la prima,
Human. Quando la sentì Juraj la riconobbe subito ed annuì ammirato.
- Bella, molto bravo! Hai gusti raffinati! - Mati sorrise compiaciuto di averlo colpito per qualcosa.
Rimasero un po’ in silenzio ad
ascoltare, poi svoltato oltre il viale della casa di Gianluca, Mati
chiese dove dovesse andare e Juraj decise di approfittare e gli fece
fare un giro più lungo.
- A te cosa piace invece? - Juraj alzò le spalle.
- Non ho la sensibilità per la musica, accendo la radio e sento quel che c’è! - Mati annuì.
- Cos’altro ti piace oltre al
calcio? - Juraj si sentì strano. Era la prima volta che gli facevano
delle domande personali, che non scherzavano con lui o non ci facevano
sesso. Sconvolto, lo guardò mentre si sentiva bene, mentre anzi gli
piaceva cominciare così.
“Allora è questo iniziare nel
verso giusto! Non aveva torto Alessio. Ti fa sentire diverso… meno
oggetto. Mati si interessa a me, mi piace che si interessi a me.” Juraj
sapeva che la colpa era sempre stata sua perché non aveva mai voluto
dare il minimo accesso a sé a nessuno, ma adesso che stava succedendo
perché un po’ l’aveva cercato, per testare la teoria di Alessio, allora
stava capendo. Capiva perché aveva senso farlo, perché fosse bello
andare anche oltre il sesso. Sentirsi persone e non oggetti.
“Però così poi se va male, fa più male. Ti sembra di aver scoperto il fianco!”
Eppure pur pensandolo non riuscì a coprirsi.
- Lavorare il legno. Lo trovo molto rilassante. Era il lavoro che avrei fatto senza il calcio! - Mati lo guardò stupito.
- Davvero? Sei un tipo
manuale, quindi! - Juraj fece un mezzo sorriso ed annuì e di nuovo i
loro occhi si agganciarono. Fu un momento breve perché Mati guidava,
però Juraj sentì il desiderio di tornare a quello scambio di sguardi di
nuovo.
- Tu? Che avresti fatto senza il calcio? - Mati sorrise felice che si interessasse a lui.
- Probabilmente a fare il corriere! - Juraj capì subito di che corriere si trattava e lo guardò ancora sorpreso e serio.
- Davvero? - Mati rispose senza spegnere il sorriso un po’ malinconico nel pensare alla sua vita senza il calcio.
- Dalle mie parti hai pochi sbocchi! - Spiegò senza andare nei dettagli. Dettagli che però Juraj voleva sapere, invece.
- Da noi c’è un po’ la
cultura, gli uomini imparano a scuola dei lavori pratici per darsi
subito da fare, da noi l’artigianato è quello che funziona meglio. Le
ragazze invece sono più nel campo o della sanità o della ristorazione.
- Mati annuì capendo, spiegando di rimango che invece da lui c’era poco
di tutto in generale.
- Ma il positivo è che poi ti
abitui a vivere con poco ed in realtà non ti manca quello che non puoi
avere. Non manca perché non lo assaggi, non sai cosa c’è che non hai. -
Juraj capiva il discorso, annuiva mentre lo ascoltava interessato fino
a che a malincuore dovette per forza farlo fermare sotto casa sua.
L’avrebbe fatto entrare ma non voleva iniziare col piede sbagliato, non
voleva proprio.
Così rimase lì per un po’, lieto che non avesse capito che l’aveva fatto girare a vuoto per parlare un po’ da solo con lui.
Mati lasciò il motore acceso
ma mise l’auto in folle, così poté girarsi a guardarlo bene,
finalmente. I due rimasero agganciati di nuovo, alla penombra
dell’abitacolo, dove non c’erano nemmeno lampioni di strada ad
illuminare quel tratto buio. Le luci interne che si vedevano col buio
erano rosse, così come quelle dello stereo. Queste permettevano
sufficientemente di vedersi, ma Mati voleva così tanto accendere la
luce per vedere meglio i suoi occhi che prima l’avevano catturato.
Juraj rimase in silenzio un
istante, lasciò che l’atmosfera facesse il suo corso, poi gli carezzò
il neo come aveva fatto prima, sulla guancia. E lì nell’angolo della
bocca, scivolò sulle labbra piccole e morbide. Lo testò per capire se
sarebbe stato disposto, se c’era terreno, se invece non fosse di quella
sponda.
Mati trattenne il fiato e non
si mosse, rimase a guardarlo con un’evidente speranza nel volto, così
Juraj fece un sorrisino soddisfatto.
“Mi sa che ho una di quelle
grandi occasioni fra le mani. Se sbaglio ancora sono un idiota.” E
proprio per non sbagliare, ritirò la mano e lo ringraziò del passaggio.
- Gracias chico! - Usò quel po’ di spagnolo che aveva imparato, Mati si illuminò in un sorriso che a Juraj piacque molto.
- È stato un piacere. Ci
vediamo domani in campo. - Sebbene morisse per vedere ancora una volta
l’azzurro così trasparente dei suoi occhi e morisse anche per un altro
contatto, un altro tocco, uno solo ancora.
Però non fece nulla. Venne
ricompensato quando Juraj aprì la portiera, la luce interna si accese
sopra le loro teste ed in quella frazione di secondo poté vedere quelle
iridi così chiare, così belle, che nascondevano chissà quante cose.
“Meravigliosi…” Pensò incantato.
Dopo la buonanotte, entrambi pronunciata in spagnolo, si separarono rimanendo poi in quel limbo pieno di pensieri.
“Una cartuccia.” Concluse Juraj a letto. “Devo spararla bene.”