NOTE:
Ci spostiamo su una coppia a noi molto cara, specie a me. Tornano
Sinisa ed Alessio! Questa l’ho scritta subito dopo Juve - Torino della
scorsa stagione, in quell’occasione Alessio era infortunato ed era una
sera dove Sinisa ha fatto show facendosi espellere dal campo e
litigando con tutti. Così mi sono immaginata Alessio che assisteva da
casa alla cosa e a come l’avrebbe calmato poi. È una fic breve, ma io
ogni tanto sento il bisogno di scrivere delle loro porcate a letto, non
ci posso proprio fare nulla. Buona lettura. Baci Akane
UN SISTEMA INFALLIBILE
Alessio sapendo che Sinisa
giocava sabato sera e approfittando della sua esclusione dalla partita
dell’indomani per via del mezzo infortunio che aveva ancora, andò da
lui a Torino senza avvertire, consapevole che probabilmente Sinisa se
l’aspettava.
Arrivò durante il derby che
aveva sentito per radio, guidando ad una velocità di certo non
consentita, non ci mise molto a ricoprire Milano-Torino.
Aveva pensato che comunque in
un modo o nell’altro il Torino avrebbe perso, ma sentire che erano in
vantaggio lo sorprese non poco.
Quel che non lo sorprese, invece, fu sentire della sua espulsione.
Quando arrivò sotto casa sua era appena successo e stava ridendo nell’immaginarsi la scena.
Scosse il capo capendo quanto
dura sarebbe stata calmarlo quella volta, così salì di corsa a casa
sua, un semplice appartamento di lusso, bello grande, nella zona vip di
Torino. Probabilmente era vicino di casa di chissà quale altro della
Juve e probabilmente l’avrebbe ucciso prima di rientrare in casa.
Alessio si immaginò diversi
scenari e aperta casa sua con le proprie chiavi, accese le luci e la
televisione dove trovò il canale di Sky con la partita che stavano
trasmettendo.
In una delle pause
probabilmente di sostituzione o di punti morti, stavano mostrando di
nuovo la scena di Sinisa che andava contro il quarto uomo prima e
l’arbitro poi con la sua espressione peggiore.
- Sembra una bestia in
procinto d’ammazzare! - Disse sorpreso, guardandolo attraverso lo
schermo. Doveva ammettere che così furioso l’aveva visto di rado, ma
era successo. Non era mai stato piacevole.
Alessio si fece un caffè per
passare una bella nottata col suo focoso uomo, tenendo d’occhio la
partita che mostrava un Torino che cercava di tenere testa in 10 ad una
Juventus. Sinisa, infatti, si era fatto espellere dopo il rosso
ingiusto ad uno dei suoi ragazzi.
Ripensò con mezzo cervello a quando era stato espulso col Milan, quella volta contro la Roma, e sorrise scuotendo la testa.
Stavano insieme solo per il
sesso, non era una relazione, non erano arrivati a quella fase e quando
era andato negli spogliatoi l’aveva incontrato nel corridoio che
gridava contro qualcuno e pensando gli venisse un ictus o che facesse
un omicidio, si era coraggiosamente messo in mezzo e con le mani sul
suo petto, l’aveva guardato negli occhi dicendogli pacato ‘calma,
mister’. Non sapeva se era stato quello o se a quel punto Sinisa era
effettivamente già esaurito, ma alla fine era andata bene e si era un
po’ dato tregua.
Alessio venne riscosso da quei
ricordi sentendo il goal di Higuain allo scadere del recupero e fece
una smorfia dispiaciuta per il suo compagno che sarebbe tornato a casa
ancor più arrabbiato. Almeno farsi espellere per una vittoria in 10 non
era male, ma così sicuramente, sebbene il pareggio allo Juventus
Stadium non fosse male poiché non avveniva da mezzo secolo, non era
comunque facile.
Alessio guardò il goal di
Higuain, molto bello fra l’altro, e lasciò la televisione accesa
abbassando il volume mentre preparava uno spuntino per entrambi da
ingurgitare più tardi.
“Anche qualche mese fa quando
ha giocato contro di noi era furioso alla fine. Mi ricordo che ci siamo
incontrati lì in uno dei bagni dei corridoi lì dietro e stava per
spaccare un lavandino. Quando è così furioso è davvero spaventoso, però
per qualche ragione non ne ho paura. Forse so che non mi farebbe mai
del male. Quella volta la scopata è stata particolarmente forte.”
Sorrise ricordandolo e scoppiò
a ridere nel sentire la sua voce dall’inconfondibile e roco accento
particolare, inveire come una iena contro Vialli, nel dopo partita.
Qualunque cosa avesse osato dirgli Vialli, era di certo fuori luogo.
- Sinisa è così incazzato e tu
che gli vai a dire? Ma sta zitto, no? - Non aveva seguito tutto lo
scambio, ma era stato sufficiente sentire la sua rispostaccia.
Ormai Alessio la buttava sul
ridere. Finito di preparare lo spuntino, andò a chiudere la televisione
consapevole che non c’erano più cose interessanti, poi andò in camera
dove portò il proprio borsone, tirò fuori i vestiti di ricambio per il
giorno dopo, si mise in ciabatte e recuperò quelli vecchi lasciati lì
l’ultima volta.
“Che poi quando uno dei due
deve calmare l’altro il sesso è sempre fantastico. Insomma, a noi piace
così. Non sempre, però considerando com’è iniziata è normale avere una
vita sessuale attiva e soprattutto con certe tendenze.”
Ridacchiò pregustandosi una bella nottata, infine mise in carica il telefono alla spina del comodino dove solitamente stava lui.
La famiglia di Sinisa viveva
in pianta stabile a Roma, come la sua, per cui quando riuscivano
andavano a trovarli e non era raro ci andassero insieme.
L’indomani era in programma di
incontrarsi ed andare giù, infatti, ma il suo uomo avrebbe avuto una
piacevole sorpresa nel tornare a casa arrabbiato come un toro e
trovarlo lì pronto per lui.
Iniziò mettendosi comodo in
tenuta da casa che consisteva in pantaloni di tuta larghi e comodi ed
una maglietta maniche corte, in casa faceva caldo. Si buttò sul letto e
prese il telefono evitando con cura di scrivergli e dargli indizi che
l’aspettava lì.
E poi, nonostante il caffè, si addormentò nell’attesa.
Il solletico si sovrappose
alla sensazione di umido e bagnato, poi sopraggiunsero i brividi e
mentre la sua coscienza si ridestava, Alessio realizzava che quello che
lo toccava sulle fossette sopra le natiche era una lingua.
Poi, in un secondo tempo, realizzò che le natiche erano nude e così spalancò gli occhi un istante. L’avevano spogliato!
Quando fu effettivamente
sveglio, capì che la presenza ingombrante che sentiva dietro di sé e
sopra doveva essere Sinisa, riconobbe il suo profumo D&G, ogni
tanto glielo rubava nonostante potesse benissimo comprarselo. A lui
piaceva indossare Acqua di Gio, però aveva sempre qualche maglia,
sciarpa o altro dove spruzzava D&G di Sinisa, specificamente il
suo, lo sentiva più personale e così sorrideva. Era una sciocchezza che
però funzionava, lo calmava sempre.
‘Cosa fai con quel
fazzoletto?’ Gli aveva chiesto una volta un suo compagno di squadra.
Alessio aveva sorriso e non aveva risposto.
- Per essere un bufalo
imbizzarrito sei stato incredibilmente delicato a spogliarmi e non
svegliarmi! - Poi torse un po’ il busto per poterlo vedere, Sinisa era
a cavalcioni su di lui, per dietro, ma non gli era appoggiato
effettivamente addosso.
Piegato sulle braccia e sulle
ginocchia, usava solo la lingua per disegnare sulle fossette proprio
sopra le natiche, nella zona sacrale.
In risposta, Sinisa scese con
la lingua nella fessura e Alessio si inarcò sollevandosi sulle braccia,
la bocca aperta, gli occhi chiusi e l’aria abbandonata al piacere che
sentiva.
- Mi è piaciuta la sorpresa! -
Rispose Sinisa mentre gli prendeva i glutei, li stringeva brutale
facendosi riconoscere di nuovo e li allargava per avere maggior
accesso.
Alessio ridacchiò portandosi
le ginocchia sotto di sé, sollevò così quella parte di sé a cui Sinisa
era tanto interessato e così fu ancora più felice di potersene cura con
la lingua e poi le dita che già entravano agevoli.
- Lo speravo. Volevo
aspettarti sveglio, mi ero anche bevuto il caffè… - Disse fra un
sospiro e l’altro, la guancia appoggiata sul cuscino, le mani a
stringere le lenzuola e lui che non gli dava tregua.
Oh, quello che gli stava facendo ora con la lingua di solito non lo faceva, preferiva andare stile demolitore.
- È stato ancora meglio salire e trovarti addormentato nel letto! -
Alessio sorrise sornione
mentre i sospiri fuoriuscirono subito dopo, immaginò la scena di lui
infuriato che probabilmente nemmeno notava la sua auto parcheggiata
fuori, specie perché per non farla notare a tutti l’aveva messa un po’
nascosta. E poi salendo andava in camera a vedere come mai c’era la
luce piccola accesa, sempre con la sua aria incazzata a bestia.
“Chissà che faccia ha fatto! Peccato che dormivo!”
Non poteva nemmeno immaginare
come si era spompato. Sinisa si era rimesso a respirare di nuovo, calmo
e tranquillo. Aveva sorriso quasi con dolcezza, poi si era tolto la
maglia ed il resto dei vestiti salendogli sopra, l’aveva spogliato
delicatamente solo la parte inferiore, poi sempre delicatamente si era
messo su di lui facendo attenzione a non toccarlo.
Era ben diverso dal solito ed
Alessio se lo godette molto, quando infilò la mano sotto per
masturbarsi poiché il piacere che gli stava dando da dietro era
particolarmente intenso, Sinisa smise di colpo e risalì fino a
raggiungere il suo viso, lo ricoprì bene col suo corpo possente e non
ebbe più l’attenzione di non schiacciarlo.
Alessio lo riconobbe di nuovo
e sorridendo girò la testa verso di lui, aprì la bocca e gli andò
incontro con la lingua che succhiò baciandolo, finì poi che al posto
della lingua, succhiò il suo dito. Alessio come sempre faceva tutto
quello che gli proponeva e gli piaceva.
Il dito tornò dentro di lui,
ma prima di entrare lo voltò e si alzò sulle ginocchia toccandosi
l’erezione dura, Alessio capendo cosa voleva si mise davanti a lui
appoggiato sui gomiti ed in quella posizione che a Sinisa dava sempre
alla testa, glielo prese in bocca e lo fece suo mentre lui spingeva col
bacino come se già lo stesse possedendo.
Alessio tornò a masturbarsi e
toccarsi da solo mentre lui faceva così; Sinisa cercò di resistere di
più, ma questa volta fu davvero difficile perché era già eccitato da
prima, quando l’aveva visto addormentato sul letto.
- Aspetta… - Mormorò roco.
Alessio si separò e non gli servì nessun comando, si voltò tornando
alla stessa posizione di prima, si chinò in avanti e gli si diede in
attesa che lo prendesse. Sinisa si leccò la mano e si succhiò il dito,
glielo mise dentro per riaprirlo di nuovo, poi veloce e brusco lo prese
per il fianco e si introdusse in lui con una sola spinta possente. Poi
gli diede il consueto schiaffo per rilassare i muscoli che lo stavano
stringendo come un matto. Alessio si tese, gemette e poi si rilassò
mentre la consueta sensazione di calore si espandeva e ogni cosa si
mescolava.
Non si rese conto di
sollevarsi e appoggiarsi a lui e nemmeno di masturbarsi ancora. Sinisa
lo tenne a sé e l’aiutò con la mano permettendogli così di alzare le
braccia e cercare la sua testa mentre si appoggiava con la schiena al
suo petto, la nuca sulla sua spalla, il volto rivolto verso il suo, le
labbra aperte a sfiorarsi, respirarsi, le lingue a giocare insieme per
poi venire. Alessio raggiunse prima l’orgasmo grazie a quella
combinazione deleteria fra dietro ed avanti, poi Sinisa lo piegò
bruscamente, lo prese di nuovo per i fianchi e nella posizione più
congeniale riprese a spingere forte e deciso in un crescendo brutale
che finalmente gli stava facendo dimenticare tutto.
Sinisa gli venne dentro,
rimase in lui qualche istante, occhi chiusi, teso, la testa
all’indietro, ansimante e sudato ma profondamente appagato. Poi scivolò
via e si stese giù di schianto. Alessio rimase a carponi un istante a
guardarlo ansimare sfinito ma chiaramente calmo e soddisfatto, così
sorrise malizioso, lo baciò con più dolcezza e poi si adagiò sul suo
petto.
Sinisa ricoprì entrambi con le coperte, poi gli carezzò la nuca dove i capelli ormai erano corti e continuò lungo la schiena.
- Sono contento che sei
venuto. - Disse poi senza vergognarsi di ammettere certe cose, sebbene
lo facesse di rado. Alessio sorrise e gli baciò il petto carezzandolo a
sua volta.
- Io sono contento di essere
venuto. - Poi ridacchiò. - In ogni senso. - Sinisa così rise e
scuotendo la testa gli diede il consueto schiaffo sulla natica.
- Ormai sei mio! - E con
questa sparata con mille sensi, i due si rilassarono parlando di tutto
tranne che della partita appena conclusa e delle mille litigate fatte.
Poi si alzarono, si
sciacquarono un po’, mangiarono lo spuntino preparato da Alessio,
tornarono a letto per un altro round più sulla mattinata nascente e si
decisero a dormire un pochino.
La mattina il risveglio sarebbe stato dolce e piccante insieme. Perfetto come al solito.