NOTE:
ebbene finalmente rieccoci qua! La presente fic si divide in alcune
parti, doveva essere one shot ma poi mi sono fatta prendere la mano.
Dunque… i protagonisti sono un po’ tutti quelli che ho preso in esame
in questa serie intitolata ‘Milan il Ritorno’, per cui ci sono Gigio e
Manuel, Alessio e Sinisa i miei onnipresenti adorati, e poi ci sarà
spazio pure per Juraj (Kucka), Gianluca (Lapadula)Carlos (Bacca), Suso
e Gerard (Deulofeu). Le cose sono pronte per complicarsi ed intrigarsi,
perciò la scusa è il compleanno di Gianluca il quale suona il piano sul
serio ed è un animo dolce. Basta, vi lascio alla lettura! Baci Akane*
UNA DI QUELLE FESTE
1. GIOCHI INNOCENTI E PURE DEFICIENTI
La festa a casa di Gianluca
era stata organizzata da Suso, il quale aveva deciso di approfittare
del compleanno del loro secondo attaccante per integrare un po’ anche
il suo amico Gerard.
Quando aveva saputo del suo
arrivo a Milano era stato al settimo cielo e ben presto aveva capito
quanto bello poteva essere averlo in squadra con lui.
Fu come riaprire un vecchio discorso mai concluso, ma nemmeno mai sondato a fondo.
Sbalzi ormonali salivano e scendevano nel suo effettivamente piccolo corpicino spagnolo.
Lui e Gerard erano connazionali
ed erano anche stati compagni nell’under della loro nazionale, ora
arrivava in Italia in prestito, proprio al Milan, e nel non sapere una
parola di italiano, chiedeva tutto a lui e lui gli dava lezione di
lingua.
Era stato da subito ben lieto di
aiutarlo ad ambientarsi e la scintilla era scattata subito come se non
si fosse mai spenta davvero.
Si era sentito elettrizzato dal
primo istante in cui aveva sentito che stava per arrivare, poi
lentamente ma inesorabilmente la gioia era salita ed ora era incapace
di stargli lontano. Per ogni scusa gli era addosso, anche quando aveva
fatto un’intervista per conto suo con Milan Chanel, Gerard gli aveva
chiesto se poteva stare nei paraggi in caso di bisogno con la lingua.
Ma lì era andato di gran lunga oltre, perché Suso non solo era stato
nei paraggi, gli era stato appiccicato e per giunta davanti alle
telecamere.
Appoggiato a lui, toccatine,
risate, complicità… la miccia era bella che innescata e quella
sensazione d’inebriante felicità era intossicante.
Così aveva approfittato subito
del compleanno di Gianluca, poco dopo l’arrivo di Gerard, per
organizzare qualcosa a casa del numero 9.
Erano venuti tutti, erano un
gruppo unito, aveva fatto un salto anche il mister giusto per
controllare che non esagerassero, ma aveva lasciato un regalo, aveva
scambiato quattro chiacchiere e se ne era andato.
Suso e Carlos erano i due più festaioli e allegri, sangue latino ad ogni modo non tradiva mai, di solito.
La festa era bella, tranquilla e
allegra al punto giusto. Qualcuno cominciò con gli scherzi idioti,
qualcun altro con le sfide ancor più idiote.
Gigio si fece subito coinvolgere
in entrambe, chiaramente, da bravo napoletano amava divertirsi e non
fuggiva da nessun divertimento.
Qualcuno lì con loro coinvolse
chissà come mai, proprio Manuel. Davide era felice purché fosse
attaccato a Mattia, il quale capiva la metà di quel che accadeva
intorno a lui, ma comunque dava man forte se interpellato.
Ignazio era la mente dei giochi scemi, non poteva che essere così, mentre Riccardo se ne guardava bene dall’aiutarlo.
Ovviamente lui controllava che non si esagerasse.
Luca era una buona spalla e si era fatto coinvolgere con Gigio ed un praticamente obbligato Manuel, in parte Juraj rideva.
Juraj aveva avuto una bella
cotta per Luca, il quale aveva scelto alla fine l’amorfo Andrea
Bertolacci, braccio destro di Riccardo ‘stiamo calmi’ Montolivo.
Le cose erano andate anche in
modo abbastanza tranquillo con Ignazio, fino a che non si era messo in
mezzo Suso a proporre giochi ed in breve Gigio si era trovato a dover
riconoscere i suoi compagni toccandoli bendato.
Era andato sorprendentemente
bene su tutti, fino a che non si era arenato su Davide e Manuel,
estremamente simili per capelli. L’altezza era differente, ma Manuel
era attualmente costretto a stare come Davide per confondere il
beniamino del gruppo che era effettivamente in crisi.
- Aspé! - Cominciò così a toccare prima uno e poi l’altro. - Sono sicuro che uno è Davide e l’altro è Manu. -
- EEEEH GRAZIE! MA DEVI DIRE CHI È CHI! - Strillò Ignazio in stile nazista.
Gigio imprecò in napoletano e continuò a scendere sul viso di Manuel alla ricerca di qualcosa che gli dicesse chi dei due era.
Gli occhi chiusi per non
ritrovarsi le dita infilate nella retina, il piccolo naso, praticamente
uguale all’altro, e poi la bocca.
Le bocche erano diverse, ma non riusciva a capire di chi fosse quella che stava toccando.
Voleva dire che poteva
riconoscerli baciandoli, perché aveva baciato Manuel quella volta e
aveva ben impresso a fuoco ogni sensazione tattile delle loro labbra a
contatto. Un bacio a stampo, innocente e veloce, ma del tutto
indimenticabile per lui che non aveva potuto rifarlo per non
sconvolgere di nuovo il suo Manuel.
Chiaramente si era guardato bene
dal farlo, sebbene fosse particolarmente allegro e gli avessero
concesso addirittura un bicchiere di spumante, non era così fuori da
farlo davanti a tutti.
- Andiamo, non puoi non distinguere proprio loro! - Lo incantarono maligni gli latri.
Gigio si sentiva proprio a
disagio, stava toccando la bocca di qualcuno e magari era proprio
quello di Manuel. Stava toccando la sua bocca e non la poteva baciare,
che situazione era?
Cominciò ad eccitarsi all’idea che potesse essere lui.
“Devo capire chi è e smetterla di toccarlo perché a momenti lo bacio a prescindere, perché sto per partire come un idiota!”
Si disse mentre sperava che il
fratellone Ale sarebbe venuto in suo soccorso quanto prima. Era l’unico
a conoscere la situazione, non aveva nemmeno avuto il coraggio di
confidarsi con Davide.
Poi si ricordò. Nella guancia di
Manuel c’era un delizioso neo che lo faceva diventare matto tutte le
volte che lo vedeva, per cui quasi dieci ore al giorno. Dieci forse
erano troppe, ma un paio di sicuro sì.
Così aveva preso il suo viso fra
le mani ed era risalito coi polpastrelli sui suoi zigomi alla ricerca
del neo che sapeva perfettamente dove doveva esserci.
Percorse la sua pelle liscia e
mentre lo faceva cominciava a sentire l’elettricità salire. Le risa
intorno erano un sottofondo, così come la musica che dalle casse
mandava reggetton e altre latine.
Ogni cosa sfumò per un momento, mentre cercava quel neo un pochino in rilievo.
Quando lo trovò, per lui fu difficile trattenersi.
Vittorioso gridò un istintivo:
- MANUEL! - E lo baciò proprio
sul neo sulla guancia, col suo tipico calore ed entusiasmo, fra il
boato che esplose tutt’intorno. Si tolse infine la benda dagli occhi e
lo vide rosso come un pomodoro che voleva sparire all’istante.
Gigio, non contento, lo abbracciò per rabbonirlo. Ovviamente ottenne l’effetto opposto.
Manuel non si riprese per il resto della serata, ma Gigio si sentì come avesse toccato il cielo con un dito.
Forse non avrebbe mai avuto il
coraggio di andare oltre per non rischiare di rovinare tutto di nuovo,
però quelle piccole vittorie se le teneva con tutto il cuore, come le
cose più preziose del mondo.
Fra risate generali ad Alessio
squillò il telefono, così vedendo che era ‘lo scemo’, tale l’aveva
salvato in rubrica, si allontanò divertito a rispondere.
- Ehi! - Salutò allegro.
- Che succede? - Chiese subito
con solito tono da generale, mentre la musica nel salone dove c’erano
gli altri si ovattava allontanandosi.
- Perché? - Chiese Ale abituato
a questi suoi toni perentori e indagatori. Da quando si erano detti che
si amavano, era diventato parecchio controllore nei suoi confronti, ma
era divertente perché appena glielo faceva notare lui faceva subito
marcia indietro e lo lasciava in pace. Sinisa non voleva essere
asfissiante, lo detestava, ma siccome si era legato a lui gli veniva
difficile il contrario.
Ale si infilò in una stanza
pensando di trovare il bagno o la cucina, invece trovò una sorta di
studio. C’erano una bella libreria piena di libri sicuramente
collezionati in tanti anni, rilegati in stile classico, una scrivania
su cui un computer portatile era chiuso ed ordinato insieme ad altre
cose comunque in ordine e poi, in un altro angolo, un pianoforte.
Ale lo vide e sorpreso venne attratto da esso come se fosse una sorta di calamita.
Si sedette davanti e sollevò il coperchio.
- Sapevi che Gianluca suona il piano? -
- Come mai sei a casa sua? - Alessio rise e schiacciò un pulsante a caso, il suono si levò breve.
- È il suo compleanno e Suso ha
organizzato una festa così poteva iniziare ad inserirsi anche Gerard… -
Praticamente i due si raccontavano tutto e tramite Alessio, Sinisa
sapeva ogni piccolo segreto della squadra.
- Vi state divertendo? - Chiese Sinisa più tranquillo nel sapere che c’era tanta gente.
- Sì, siamo solo noi squadra, è più una scusa per legare coi nuovi che altro… -
Oltre a Gerard c’era anche Ocampos che comunque qualcuno di loro già lo conosceva.
- Che state combinando? -
Alessio suonò ancora una nota, poi decise che era meglio lasciar
perdere per non rischiare di rovinarlo, chiuse, si alzò ed iniziò a
camminare a caso per la stanza dove la porta era socchiusa vicino.
- Niente di che, giochi cretini.
Gigio doveva distinguere bendato Davide e Manuel. - Alessio rise
ricordando. - Ignazio obbligava Manuel a stare basso come Davide per
confondere Gigio! - Sinisa ridacchiò immaginando la scena. Ignazio gli
era sempre piaciuto per i suoi metodi da nazista.
- E ha indovinato? - quando si parlava di Gigio c’era sempre un interesse speciale.
- Sì, quando gli ha toccato il neo sulla guancia. - Sinisa rimase sorpreso.
- Distinguere uno da un neo
significa che l’hai fissato per bene e a lungo, eh? - Alessio non
l’aveva pensato, però ora che glielo faceva notare doveva dargli
ragione.
- In effetti hai ragione. -
- Io ho sempre ragione! -
Ovviamente non si smentiva.
- Buuh! - Lo rimbeccò il ragazzo ridendo.
- Come va fra loro? Gigio e Manuel si sono decisi? -
Alessio si strinse nelle spalle passando vicino alla porta.
- Non saprei, Gigio ha detto che
aveva sistemato le cose con Manuel e che sarebbero rimasti solo amici,
visto che sembrava in procinto di piangere non ho chiesto ulteriori
dettagli… -
- Ma dai, devi dirgli di
insistere! Se usa il metodo giusto prima o poi Manuel cederà! È solo
timido! - Alessio sospirò paziente e divertito insieme, mentre si
appoggiava con le spalle al muro, vicino all’uscio della porta che dava
su un corridoio e poi su per le scale.
- Non è facile. Manu è molto giovane. -
- Anche Gigio. -
- Ma Manu non ha mai ventilato
l’idea di essere gay o bisessuale e provare certe cose… affacciarsi a
quel mondo non è facile in nessuna età, ma la loro ancora meno… -
- Gigio però ci è riuscito bene! -
- Gigio ha un altro carattere… -
- Appunto, Manuel è solo timido, se insiste ce la può fare! -
- O lo può tramortire a vita! -
- Io con te ho vinto! -
- Tu non volevi conquistarmi,
volevi solo ‘tirarmi fuori il carattere!’ - Le discussioni non
mancavano mai, perché Alessio non mollava mai un discorso con lui e a
Sinisa piaceva così.
Sinisa stava per rispondere
quando Alessio sentì voci in corridoio e riconoscendo quelle di Gigio e
Manuel, lo zittì perentorio con un ‘sssh’.
- NON DIRMI SSH! - Rispose offeso Sinisa.
- Ci sono Gigio e Manuel in corridoio! -
- Oh, che fanno? - Così sebbene
Alessio avrebbe voluto lasciar loro la privacy, seguì automaticamente
l’ordine di Sinisa, si accostò e guardò dalla fessura. Siccome nella
stanza Alessio non aveva acceso la luce perché gli bastava quella dei
lampioni che venivano da fuori, non potevano vederlo.
Manuel tirava Gigio per un
braccio, quando guardò l’aveva appena lasciato in un angolo. Gigio
aveva l’aria mortificata, evidentemente Manuel era arrabbiato.
- Cosa ho fatto? - Chiese con aria da cucciolo ferito, per quanto un ragazzo alto quasi due metri potesse sembrare un cucciolo.
Manuel, mani ai fianchi, lo guardò dritto negli occhi con aria alterata.
- Lo sai! - Sibilò arrabbiato.
- Dai, mi sono lasciato
trasportare, lo sai come sono… quando si gioca io… - Manuel si smontò
subito mentre lui faceva il broncio e fissava in basso.
- Va… va bene… dopotutto non è grave… - Gigio si rianimò subito guardandolo di nuovo felice.
- Scusami, non lo rifarò più, giuro! - Ma Manuel si mise a ridere improvvisamente.
- Sarà la centesima volta che lo dici! - Gigio si strinse nelle spalle e si grattò la nuca.
- Eh, che vuoi, gli ormoni… -
Alessio stava ridendo con la mano sulla bocca, Sinisa sentiva poco
ovviamente, ma stava aspettando che la scena finisse per farsi
aggiornare. Lo sentiva solo ridere sommessamente.
- Pensavo che avessi risolto la
questione degli ormoni con la tua ragazza… cosa… cosa c’entro io? -
Gigio si strinse nelle spalle per l’ennesima volta e, per l’ennesima
volta, si grattò la nuca.
- Ma lei è una ragazza… -
Mormorò piano, anche loro erano in penombra perché nell’angolo del
corridoio dove erano, non c’era luce se non quella del salotto.
Si parlavano vicini per non
farsi sentire e per vedersi sufficientemente, perciò pochi centimetri a
separarli. Manuel sembrava non essere poi così a disagio, come se
invece sperasse in qualche gesto ‘eccessivo’ di Gigio, il quale
sembrava del tutto intenzionato a violentarsi e ad evitare la cosa.
Alessio iniziò a sospettare che
Manuel avesse assimilato la notizia dell’attrazione verso il proprio
migliore amico ed anzi l’accarezzasse con curiosità.
- Forse hai ragione. - Disse pianissimo Alessio a Sinisa.
- Io ho sempre ragione. - Esclamò subito pieno di Sé. - Su cosa? - Alessio ridacchiò ma non rispose.
I due continuavano a guardarsi negli occhi da vicino, quasi al buio, e a parlare piano.
- Ti piacciono tutti i ragazzi?
Solo i ragazzi? Come funziona? - Gigio si morse il labbro ed iniziò a
ciondolare con la testa a destra e sinistra distogliendo a disagio lo
sguardo.
- No, non so… diciamo che mi piace qualcuno, non tutti… un po’ come con le ragazze, non ci piacciono tutte, no? -
- Ma sei bisessuale? Lei ti
piace o ci stai solo per soffocare l’istinto che ti è venuto su ora? -
Era la prima volta che Manuel indagava su questo e ne parlava con
interesse.
“Forse ha bevuto un po’ di spumante ed ora è più coraggioso…” Pensò Ale divertito.
- Lei mi piace abbastanza, però
è solo per… beh sai… non portare avanti questa cosa troppo complicata
dei ragazzi… non è che sia facile, è meglio stare con le ragazze… -
Contorto ed incomprensibile come sempre, se Manuel lo capiva era un
genio.
- Insomma, ti piace qualcuno che
non ti ricambia e vuoi soffocare la cosa stando con questa qui? -
Ebbene Manuel lo conosceva e lo capiva molto bene.
Gigio lo guardò boccheggiando e in fiamme, improvvisamente la testa si svuotò, non aveva idea di come uscirne.
- Beh… ecco… - Manuel non aveva bisogno di conferme.
- Chi è lui? Davide? - non
poteva immaginare altri per Gigio, stava solo con loro due… Alessio
vide che si ingelosiva, il tono si induriva e diventava una sorta di
mastino, si avvicinò anche fisicamente toccandolo col suo corpo.
- No non è lui… - Gigio non la stava gestendo per niente bene, Ale voleva aiutarlo ma non poteva fare niente per lui.
- Adesso se non lo bacia è idiota! - sussurrò Ale a Sinisa.
- Se ha preso da suo padre, lo bacerà! -
- Ma tu non sei suo padre! -
- Dettagli! -
- Chi è? - Chiese Manuel severo.
- Avanti, sono tuo amico, ho fatto da cavia inconsapevole per te, dimmi
chi è! - Ed improvvisamente era troppo importante saperlo. Così come
era troppo difficile nasconderglielo ancora.
Gigio lo guardò negli occhi così da vicino e capì che non avrebbe potuto mentire.
- Scusa. - Disse poi prendendolo
per le spalle improvvisamente. - Ma sei tu. - E con questo prese e
scappò a gambe levate in pieno stile adolescenziale. Manuel rimase
imbambolato a fissare il vuoto senza muoversi e respirare e Alessio si
colpì la faccia con una mano.
- Ha fatto il solito disastro! Ma da chi ha preso quel ragazzo? Non puoi dire ad uno che ti piace e poi scappare così… -
- L’ha fatto? Gli ha detto che gli piace ed è scappato? - Sinisa non poteva crederci.
- Sì ed ora Manuel è shoccato.
Solo che fidati, Manuel voleva che Gigio lo baciasse, sperava di essere
lui quel ragazzo ed ora che ha avuto conferma, quello è scappato! Gigio
è un idiota, Manuel l’aveva scritto in faccia ‘baciami stupido’! -
- Vai da Gigio e dagli un
ceffone! Tiragli le orecchie e mandalo da Manuel! Ordinagli… anzi, no,
digli ‘tuo padre ti ordina di baciare Manuel!’ - Alessio si mise a
ridere e decise di uscire dallo studio fingendo indifferenza, sempre al
telefono.
- Vado a cercarlo… -
- Ma lo sgriderai? -
- Me ne occupo io, sergente!
Lascia che lo faccia a modo mio! - Manuel lo guardò ancor più shoccato,
Alessio sorrise e lo salutò senza fargli capire che aveva visto e
sentito, poi sparì per casa alla ricerca di un traumatizzato Gigio.
La notte sarebbe stata lunga.