*Ecco
il secondo dei 3 capitoli. Qua riprendiamo Gigio ed il suo solito
disastroso modo di approciarsi a Manuel, ancora una volta Alessio
fratello maggiore cerca di dare una mano. Poi si cambia personaggi e si
passa a Juraj e a quella sua capacità innata di mettersi in mezzo alle
cose più equivoche e rigirarsele in proprio favore. Lezioni di ballo
latino dai maestri Carlos e Suso! Buona lettura. Baci Akane*
2. LEZIONI DI BALLO PROIBITE
- Senti, non ci sono solo i metodi alla Sinisa! -
- Come no? E quali altri metodi sono così efficaci? -
- Ti potrebbe sorprendere, ma esistono miliardi di altri metodi… -
- Non dire palle! -
Una porta dietro l’altra, fino a
che non trovò quella in cui c’era un disperato Gigio in quella che
doveva essere la camera di Gianluca.
Alessio si presentò col telefono
all’orecchio, Gigio lo guardò spaventandosi, poi vedendo che era lui si
rilassò e lasciò libertà alla disperazione:
- Ale ho fatto un casino! - Alessio sospirò e si avvicinò rivolgendosi velocemente a Sinisa.
- Senti, ti richiamo dopo, ok? -
- Ok un cazzo, voglio sentire! - Fu la risposta seccata dell’altro.
- Lo sai che non puoi. - Con
questo chiuse senza se e senza ma. Ovviamente Sinisa se la sarebbe
presa per quello, ma Ale sapeva come rabbonirlo.
Raggiunse così Gigio che al
momento stava sbattendo la fronte contro l’armadio, mise le mani sulle
spalle e dolcemente ma deciso lo tirò via. Sentendolo, il ragazzo si
voltò e gli gettò le braccia al collo con il tipico melodramma
adolescenziale mescolato a quello napoletano. Un mix devastante.
- Dai… dai, non sarà così grave… - Disse pacato fingendo di non sapere. Gigio scosse convulsamente la testa.
- Sì, sì che lo è! È terribile!
Non mi parlerà più! - Ale sospirò e se lo staccò di dosso con una certa
fatica. Lo accompagnò con la dolcezza del fratello maggiore, lo fece
sedere sul letto di Gianluca e si accomodò vicino a lui guardando il
suo profilo basso ed un po’ accentuato.
- Avanti… raccontami. - Così
Gigio aprì le famose dighe da cui fuoriuscì una quantità infinita di
parole in dialetto di cui Alessio capì la metà.
Fortunatamente aveva già sentito e sapeva ogni cosa, così si limitò a lasciarlo sfogare.
- Capisci? Adesso è finita di
sicuro! Perché non mi sono stato zitto? - Alessio a quel punto riuscì
ad inserirsi e mettendogli una mano sulla schiena lo calmò.
- Non dovevi andartene, secondo me lui ti stuzzicava perché è interessato… -
- Ah ma dai, se lo fosse stato… - Ma Alessio lo fermò subito.
- Manuel è timido, magari per
lui non è facile farsi avanti e sperava che tornassi a farti avanti… ma
poi te ne sei andato, non gli hai dato modo di reagire. - Alessio
cercava con tatto di fargli capire una situazione che lui, da fuori,
vedeva bene.
- E perché l’altra volta allora
non me lo ha detto? Ha avuto l’occasione quando l’ho baciato per
sbaglio… invece è scappato e mi ha costretto ad inventarmi quella
storia… - Alessio sospirò, perché gli adolescenti erano così complicati
e melodrammatici?
Sinisa gli avrebbe dato uno scappellotto e l’avrebbe obbligato a tornare da Manuel e baciarlo di forza.
- Gli ci voleva tempo per
assimilare la cosa… anche tu ci hai messo tanto, dopotutto… - Gigio non
era convinto, ma pareva pensarci quanto meno.
- Non lo so, secondo me ho solo
sbagliato tutto e basta! - Alessio non sapeva come spingerlo a
riprovarci, del resto dal suo punto di vista era sempre stato
rifiutato, anche se poi in realtà non era vero.
- Non sei stato rifiutato,
Gigio. - Disse infatti. - Tu hai creduto che lui ti rifiutasse, tu
l’hai prevenuto, hai preceduto ogni sua possibile reazione. L’altra
volta dicendo che non ti piaceva lui ma era una cosa generica
improvvisa, ora andandotene via… tu… tu devi dargli l’occasione di
risponderti, di comportarsi in qualche modo, insomma! Fai sempre tutto
tu! - Alessio un po’ lo stava rimproverando e Gigio rimase colpito a
guardarlo.
- Lo credi? - Chiese ancora sorpreso. Alessio annuì.
- Prova a farlo parlare, per una volta. Non sarà facile, ha un carattere introverso, ma… vedrai che vi capirete. -
Quante volte lui ci aveva
provato e riprovato con Sinisa che non voleva saperne di parlare di
sentimenti? Di pianti se n’era fatti molti. Ma poi era valsa la pena.
Gigio sembrò rischiararsi anche se nei grandi occhi allungati rimaneva ancora tanta paura.
- Dici? - Cercò di infondergli calma e sicurezza con un’altra pacca sulla schiena.
- Ne sono sicuro. Vedrai che ho ragione. Va a cercarlo. -
Gigio prese respiro e coraggio fino a che si decise ad uscire.
Purtroppo quando andò dagli
altri, si rese dolorosamente conto che Manuel era andato a casa e
quando provò a scrivergli qualcosa, si rese conto che non sapeva
proprio cosa dirgli, così decise che avrebbe provato a parlargli
l’indomani.
Quando Alessio tornò in salotto,
vide che le cose erano passate dai giochi deficienti alle lezioni di
ballo latino ed ovviamente al centro dei balli c’erano tutti quelli che
avevano a che fare col sangue latino, per cui spagnoli, sudamericani e
affini.
Carlos ci sapeva fare coi piedi,
così anche Suso. Gerard, nonostante fosse spagnolo, era un pezzo di
legno e quando si rifiutò di mostrare quel che sapeva fare, venne
tirato in pista da Suso il quale pareva aver bisogno solo di una scusa
per potersi attaccare a lui.
Quando Alessio vide la scena, lo sguardo corse subito a Juraj con un notevole interesse.
Juraj rideva in quel tipico modo che sembrava più voler cavarsi gli occhi dalle orbite e buttarli via.
Non era sicuro che fosse gelosia, Juraj geloso? In realtà decifrare Juraj era la cosa più difficile.
Quando Suso decise di far fare i
quattro passi base del ballo latino a Gerard, lo prese per i fianchi ed
iniziò a muoverlo di lato e poi avanti ed indietro e a scuoterlo come
se fosse una marionetta.
Era anche ammirevole il modo in
cui Suso, piccolo nanerottolo, riusciva a gestire alla perfezione uno
più alto di lui. Che poi chiunque era più alto di lui.
Gerard era creta nelle sue mani
e fu anche piuttosto calda la cosa quando per fargli vedere come doveva
ancheggiare, gli toccò addirittura il culo. Come se non ci fosse niente
di male.
- Guarda, funziona così! - Disse poi girandosi e mostrandoglielo per l’ennesima volta.
Gerard guardò il suo grazioso sedere roteare, come tutti, ma solo lui e Juraj si leccarono le labbra istintivamente.
Gerard addirittura arrossì.
- Senti, anche se io non imparo non succede nulla! - Ma Suso continuò ad insistere riattaccando le sue mani sui suoi fianchi.
- Non è difficile. Così. - Finì che Gerard chiese pietà.
- Mi darai lezioni private per
la prossima festa! - Disse scappando a gambe levate, rossissimo in
viso, a nascondersi dietro il primo che gli era capitato sotto mano.
Juraj. Uno a caso.
Alessio si fece ancor più interessato della cosa e guardò la dinamica.
Suso lo seguì con quella di non
mollare, poi però si fermò vedendo dove era nascosto e decise per
qualche strana ragione di lasciarlo respirare.
- Bene, allora adesso
insegneremo ad uno slovacco i balli latini. Che ne dici Carlos? -
Alessio stava bevendo in quel momento, ma si strozzò con la bevanda,
perché sapeva bene cosa stava succedendo.
Suso sapeva di Carlos e Carlos
di Suso, ma Juraj probabilmente non aveva la minima idea che uno
sapesse dell’altro, né tanto meno gli interessava se lo sapevano o
meno.
Però era un po’ l’ideale, a
quanto pareva. Perché in molti erano un po’ per i fatti propri, alcuni
erano andati e non erano tutti lì a guardare quel che succedeva.
Luca e Andrea B erano nel loro mondo in un angolino, così come Andrea P e Jack.
Riccardo aveva accompagnato
Manuel a casa, Ignazio tormentava i vari Mati, Gustavo e Lucas, Alessio
era seduto accanto ad un depressissimo Gigio, Davide parlava fitto
fitto con Mattia e in realtà Gianluca era seduto con Alessio anche lui
a guardare i balletti, divertito.
- No non ci penso minimam. - Ma
non riuscì a finire la frase perché Carlos con la sua tipica forza lo
trascinò in mezzo e con un’altra canzone latina, gli mise le mani sulle
spalle costringendolo ad abbassarsi.
- Piega le ginocchia! - Ordinò
Suso dandogli un calcio da dietro, cosa di cui chiunque si sarebbe
lamentato ma non lui perché non sentiva proprio nulla.
- Sentite, io non… - Tentò.
- Adesso butta il culo all’infuori. - Continuò imperterrito Carlos che gli stava davanti.
- Nemmeno morto. - Ma Suso, che
gli stava dietro, gli prese i fianchi e tirò il fantomatico culo
all’indietro. Juraj girò la testa per guardarlo, stava sogghignando
divertito il piccolo spagnolo furbo come una volpe. Alessio non poteva
girarsi a guardare Gianluca, sperava che non ci stesse rimanendo male,
ma dal suo punto di vista era divertente. Juraj che si passava tutti
ora era lì a farsi passare da loro. Divertente era dire poco.
Così Carlos iniziò coi piedi.
- I piedi si muovono in questo
modo. Piccoli passi a ritmo, devi lasciarti trasportare, non è
difficile. - Gli mostrò come fare, dietro Suso faceva altrettanto
continuando a tenerlo per i fianchi, il corpo a poca distanza dal suo.
- Non sono capace. - Carlos così
veloce come un fulmine lo girò di schiena e si attaccò a lui da
dietro in modo da guidarlo con le proprie gambe, Juraj si trovò in un
attimo davanti Suso, dietro Carlos ed entrambi che gli ballavano
addosso trasportandolo in quei passi latini che, bene o male, stava
imparando davvero.
Imparava. Imparava eccome.
Imparava che in realtà una cosa a tre era del tutto fattibile.
Fu così che riuscirono a
svegliare il can che avevo dormito fino a quel momento e mentre passava
dalla fase ‘tonto’ a quella ‘lupo’, le sue mani finirono sul culo di
Suso, mentre girava la testa verso quella di Carlos che spuntava sulla
sua spalla. Per poco le loro labbra non si sfiorarono e con lo sguardo
divertito e provocatorio, disse sottovoce:
- Per me si può anche fare, eh?
- In un nano secondo fu chiaro a cosa si riferiva. Alessio non sentì e
nemmeno Gianluca, per fortuna, ma fu abbastanza chiaro che doveva aver
detto qualcosa di sconcio.
Dal punto di vista esterno di
chi guardava la scena, stavano giocando. Fra ragazzi spesso si
scherzava così, fingendo di provarci uno con l’altro. Non c’erano
problemi a giocare in quel modo ed era sempre molto divertente. Era la
prima volta che Juraj si prestava, ma non era strano vedere compagni di
squadra provarci per ridere.
Suso e Carlos si guardavano, i
visi di tutti e tre estremamente vicino uno all’altro, l’eccitazione
salì in un istante mentre i loro occhi capivano perfettamente cosa
intendeva Juraj appoggiato con la schiena al petto di Carlos dietro di
sé che lo teneva e lo trasportava in quella giostra. Le mani sempre per
nulla intenzionate a staccarsi dal sedere di Suso.
- Qua diventa porno. - Commentò
Alessio guardando Gianluca con la scusa di ridere, lo vide che anche
lui lo faceva, ma in quella tipica maniera forzata e gli dispiacque
perché era la sua festa e probabilmente sperava in qualcosa di diverso,
magari qualcosa ‘per lui’.
“Gianluca non è di quella pasta,
Juraj ha sbagliato a portarselo a letto. È sensibile, non doveva. Suso
è spagnolo, Carlos è colombiano… non hanno problemi ad avere diversi
partner e niente di serio. Ma Gianluca sembra decisamente diverso.”
Voleva inventarsi qualcosa per distrarlo, ma non ne fu capace e Gigio
appoggiando la testa alla sua spalla, piagnucolò che voleva andare a
casa. Così sorridendo dispiaciuto si scusò con Gianluca e si congedò.
Quando andò, vide i tre fenomeni in pista sfiorare un bacio che sarebbe decisamente andato oltre.
“Li salva che sono davanti a tutti, il gioco arriva fino ad un certo punto e lo sanno, ma se erano soli…”
Alessio ci azzeccò, perché non
fu Juraj a fermarsi dal dare vita a quel bacio a tre, ma Carlos e Suso.
Perché loro, al contrario dello slovacco, sapevano dove erano i
confini. Così si separarono in tempo ridendo e applaudendo l’allievo.
- Non è pane per ostie, eh? - Disse qualcuno intendendo che Juraj non andava stuzzicato.
- Sembra che dorma, ed invece… -
Fece eco un altro ridendo. Juraj ci rimase male, ma finse indifferenza
dileguandosi verso il bagno.
Suso così tornò al suo secondo
passatempo preferito, Gerard, il quale come Gianluca si era ingelosito
parecchio, mentre Carlos decise di darsi il colpo di grazia e senza il
minimo problema né ritegno, seguì Juraj al bagno.
Gianluca per fortuna non lo vide andargli dietro, distratto in quel momento da qualcun altro che attirava la sua attenzione.
Juraj aveva appena passato la
soglia del bagno, quando sentì la porta aprirsi dietro di sé. Si girò e
fece un sorrisino divertito vedendo Carlos che se la chiudeva alle
spalle.
I due si guardarono un istante,
non si dissero nulla. Un attimo, un respiro, poi le bocche si unirono
in un istante velocissimo, le lingue si ritrovarono a giocare insieme
mentre si scambiavano i sapori e con le mani si aprivano i jeans
abbassandoseli il necessario, solo quello e niente altro.
Carlos si girò subito dopo, si
chinò e col bisogno più sconvolgente mai provato, si prese al lavandino
sporgendosi verso di lui.
Juraj lo prese per i fianchi e scivolò velocemente in lui.
L’aveva sentito duro per tutto
il tempo contro di sé, prima durante il ballo, ed aveva sentito
l’irrefrenabile impulso di girarlo e prenderlo con forza, proprio come
stava facendo ora.
Carlos, dal canto suo, aveva voluto quello dal primo momento che aveva messo piede in quella casa.
Non aveva mai notato che Juraj
si faceva Gianluca ogni tanto, aveva notato però che si faceva Suso.
Non gli importava, non gliene importava proprio nulla. Per lui contava
poter fare sesso con Juraj quando ne aveva voglia, finché succedeva il
resto erano solo sciocchezze.
E Juraj era suo, in quei pochi minuti.
- Peccato che non è venuto anche
lui. - Disse Carlos ricordando l’allusione fatta da Juraj durante il
ballo. C’era stato un momento in cui entrambi avevano faticato a non
baciarsi sul serio, quell’istante in cui l’avevano voluto tutti e tre.
Juraj si immaginò a farlo con entrambi e impazzì dall’eccitazione che esplose poco dopo.
Carlos si girò poi verso di lui
e si appoggiò al famoso lavandino tenendosi l’erezione dura ed
insoddisfatta in mano, mentre Juraj faceva un passo indietro ansimante
e realizzato. Lo vide masturbarsi per arrivare all’apice da solo, ma
non lo fece andare avanti.
Si inginocchiò subito e lo prese in bocca.
Carlos rimase stupito di quell’attenzione, se Carlos veniva prima, bene, altrimenti non si sprecava dopo.
Quella sera, evidentemente, era in vena.
Decise di approfittare e godere, letteralmente.
E godette. Godette decisamente bene.
Note finali: Il prossimo concluderà la
fic e sarà ancora su Juraj, però scopriremo un lato di lui mai visto.
La questione Manuel-Gigio è apertissima e verrà sviscerata nelle
prossime fic (già pronte), così come avranno ancora spazio Suso e
Gerard e gli onnipresenti Alessio e Sinisa! Ma la storia più
interessante, secondo me, sarà quella dedicata a Juraj, anche quella
sviluppata in diverse fic.