DI MORTE E RINASCITA
“Farai ciò che ti dico
Adesso ho la tua attenzione
Mi sono scordato di dirti che
Tutte le teste saranno infestate
Spero che a voi, gente, impariate la lezione
Perchè il gioco della vita è la pazzia”
- Infest -
PROLOGO
- Sì, sono Jerry, con chi parlo? -
- Sono Jacoby, Lily ti ha parlato di me? -
- Sì, sì certo... Jacoby, hai un gruppo giusto? -
- Sì appunto! Ho bisogno di un chitarrista! -
- Wow, vai subito al sodo eh? -
- Dai bello, so che sei un chitarrista! Perché non ti unisci a noi? -
- Mmm non so amico, non mi sembra una grande idea... -
- Come no? Per me è grandiosa! -
- Lily ha detto che fate un genere più funky, non è il mio stile... -
- Che centra, quella è
la partenza e poi senza un chitarrista abbiamo poca scelta, ma poi ci
possiamo spostare dove vogliamo, ascoltiamo anche i pareri del gruppo!
Insomma, siamo su da un mese, cazzo! -
- Sì, ma credo che siamo comunque troppo diversi, io non sono convinto... -
- Andiamo, vieni a
sentirci, che cazzo hai da fare? A noi servi, che te ne fotte di cosa
suoniamo? È solo per fare qualcosa! Chi non vuole avere un gruppo?
Andiamo, vieni a vederci! -
- Io non... beh, vediamo, magari una di queste sere vengo a sentirvi... -
- Ci conto eh? -
- Sì sì... -
- Altrimenti vengo a casa tua e ti prendo a forza! -
- O-ok, ok... -
1. A PRIMA VISTA
La prima cosa che noto di lui sono gli occhi.
Jacoby Shaddix è una
storia, ma non di quelle comiche e leggere come potrebbe sembrarlo al
primo sguardo. La storia di Jacoby è bella tosta e contorta, molto,
molto complicata.
Quelle storie che non dimentichi e non lasci perdere, quel genere di storie. Quelle che ti entrano in profondità.
Quando arriva la mia
ragazza mi dice che c’è una band favolosa che cerca un chitarrista,
salto subito su interessato. Quando poi scopro di chi si tratta mi
butto subito giù.
Chissà cosa mi pensavo…
è una band messa in piedi da poco, scapestrata ed incosciente, per di
più di un’altra scuola che fa qualcosa che ha a che fare col funky.
Papa Roach. Che nome, non faranno mai strada con un nome così strano, sa di vecchio e non so bene.
La mia ragazza inizia a
parlarne entusiasta dicendo che è una loro grande fan e che sono
bravissimi e nonostante la mancanza di un chitarrista, sono molto bravi
perché il cantante ha una voce pazzesca e tiene molto bene i live.
- Comunque fanno anche
del metal, cioè non proprio quello che piace a te, ma sai… non fermarti
al fatto che sono funky. Sono davvero bravi, ma senza chitarrista
possono spaziare poco. Non li hai mai sentiti? - Chiede shoccata come
se dovessi averlo fatto.
Sbuffo e la guardo disinteressato.
- Da quanto suonano? -
- Non so, due mesi?
Hanno fatto qualche live in giro, tipo festival o nei locali, fanno
qualche cover ma fanno anche canzoni loro. -
La guardo interdetto.
- E come fai ad essere
una loro grande fan? Senza la chitarra quanto bravi possono essere? -
Lei però insiste un sacco che devo ascoltare il cantante, Jacoby,
perché ha un grande talento e quando l’avrò ascoltato sarò in ginocchio
ai suoi piedi.
In realtà la
conversazione avuta con Lily è questa, prima che lui mi chiami e mi
urli brutalmente contro che devo andare e non è lei a convincermi ma
lui. A parte che, pur per telefono, è vero. Ha una gran bella voce.
Forse è questo od il fatto che sembra serio quando dice che viene a
casa mia. Posso andare a sentirli e dirgli che non è il genere di
gruppo a cui voglio unirmi.
Ho un brivido lungo la schiena quando lo guardo cantare in questo locale con un po’ di gente ad animarlo.
Quando entro lui è
accucciato che stringe il microfono e canta con gli occhi chiusi,
indossa abiti larghi e cadenti, i capelli sono corti e sparati, biondi,
il viso è rosso e sudato, credo suoni da poco ma qua dentro fa molto
caldo.
Urla con una certa
potenza vocale, lo ammetto, ma così non capisco bene il timbro e quanto
sia bravo, così aspetto che l’urlo viscerale, di tutto rispetto
comunque, finisca.
Quando smette si alza
in piedi di scatto e, sempre di scatto, apre gli occhi e sembra che
fissi me, proprio me, ad un paio di file più indietro.
Gli altri sono una
macchia indistinta, non so che strumenti ci siano, chi siano e se siano
bravi. Sento vagamente che manca qualcosa, ma non è quello che conta.
Quello che conta è che i suoi occhi sono azzurri e penetrano uno per uno chiunque si frapponga nel suo cammino.
Fissa e uccide con una
provocazione che penso non dimenticherò, ma quello che mi segna davvero
è quel buio che c’è nel fondo dello sguardo, quel tormento, quel
qualcosa di indefinito. Qualcosa che appena lo vedi lo noti ma non sai
proprio spiegare cosa sia ed in un momento capisco cosa piaccia tanto a
chi lo ascolta.
Ha una presenza nonostante non sia nessuno. Ti sa prendere.
Poi realizzo che oltre
allo sguardo ed al modo di fare, ha voce. Oh cazzo se ha voce. Non solo
ce l’ha, ma la usa in un modo incredibile!
È davvero dotato e può
solo che migliorare. Ha un timbro graffiante e basso, ma è in grado di
estendersi con una capacità sconcertante.
Manca il suono potente,
il batterista fa un gran lavoro, ma manca proprio qualcosa di più ed in
generale gli strumenti che ci sono non fanno gran che. Sembra un caos.
E poi manca la chitarra, una gran chitarra elettrica.
In quel gruppo manco io!
La canzone prosegue e
lui si muove, non sta fermo, grida, strepita, salta, passa da uno
all’altro e si agita come un forsennato ed ecco la terza cosa dopo lo
sguardo e la voce. Come tiene il palco, un palco che ancora non c’è sul
serio, eppure lo tiene, eccome se lo tiene.
In un momento sento un pugno allo stomaco ed è come se capissi il motivo per cui la mia ragazza insisteva tanto.
Jacoby finisce che è in acqua e ridendo prende l’acqua e se la butta addosso scrollandosi come un cane randagio.
Graffiante. Graffiante la voce e graffiante lui.
Ha un bel viso, una
bella bocca sottile e ben disegnata, un po’ a cuore forse. Fisico nella
media. Quello che continua a colpire è la zona occhi, ha un taglio
particolare o forse sono solo io che sono assorbito da quelli e dal
modo in cui fissa.
Quando si illumina in
un sorriso per un momento quello strano tormento sembra andare via e
sembra un altro, ma è più come se avesse una doppia personalità,
qualcosa che cerca di nascondere facendo il buffone.
Parla con la gente che
lo ascolta e interagisce tanto con loro, così come coi suoi compagni.
Gioca e scherza ed io mi perdo per un lungo istante mentre mi immagino
come potrebbe essere stare lì con lui a subire i suoi scherzi, io che
sono così notoriamente poco espansivo, di solito.
Così contenuto, tranquillo, calmo e poco felice.
- Ha un anno meno di
te, ha 17 anni. - Rimango colpito sapendo che ha un anno meno di me. -
Ha un futuro, vero? - Dice la mia ragazza attaccata al mio braccio,
tutta entusiasta.
Mentre lo dice capisco
perché è tanto fan di questo gruppo. È tutto per lui, non certo per la
musica, ma stranamente non riesco ad ingelosirmi, non riesce a darmi
fastidio. Quanto è strano?
Sorrido un po’.
La capisco, in realtà… io penso di essere innamorato della sua voce, cazzo!
Con questo realizzo che sono segnato a vita.
Dopo che me lo chiede per venti volte, me li presenta.
Lei è una delle fedeli
fan che vengono sempre alle loro serate, perciò si presenta con un
entusiasmo che viene accolto con un gran sorriso dai ragazzi.
Lily ovviamente punta
al cantante e sto già pensando che fra me e lei non durerà molto se
continua così. Che si tenga pure il cantante, se vuole!
In poco gli altri vanno
a prendere da bere e fumare, lui resta lì con noi un po’ obbligato da
lei che comincia subito dopo i complimenti:
- Questo è il mio
ragazzo, si chiama Jerry, ti avevo parlato di lui, ricordi? - Presenta
come se fosse la loro groupie. Il flash della nostra conversazione
telefonica mi assale mentre i nostri occhi si incrociano e mi sento un
pugno allo stomaco.
Jacoby mi guarda,
registra le parole di lei, probabilmente ricorda la conversazione avuta
e l’impressione che non sarei mai venuto e si illumina tutto
abbracciandomi di slancio come se ci conoscessimo da una vita e fosse
estremamente felice di vedermi. È sudato fradicio ed io odio gli
abbracci, ma non lo mando via, rimango rigido e lo lascio fare basito.
- ALLORA SEI VENUTO ALLA FINE! SONO FELICISSIMO AMICO! -
- Lui è Jacoby! - Dice lei come se avesse una sorta di visione nel nostro abbraccio.
Il contatto dei nostri
corpi e dei nostri sguardi mi ricopre di brividi, la sua presa è forte
ma sfugge subito, sorride con mezzo ghigno ed un’aria completamente
indecifrabile, ma in qualche modo sono ancora aggrappato a lui, quasi
non respiro.
- Coby, amico! - Dice
subito. È sudato fradicio, la maglia maniche corte larga è quasi tutta
bagnata, del resto si è dimenato in pochi metri come se avesse un vero
palco, ma non è tanto quello quanto la partecipazione.
Però mi mette disagio quando sento la sua voce al di là del canto appena sentito.
La sua voce ‘normale’ è qualcosa che scava ancor di più di quando canta.
- Bella serata davvero!
- Mi trovo a dire senza rendermene conto, come per sentirlo ancora
parlare ed avere la sua attenzione su di me un istante ancora.
Lui si illumina e torna a guardarmi questa volta con più cura.
E per me c’è disagio.
- Wow ti è piaciuto?
Grazie! Siamo insieme da poco, stiamo facendo pratica… abbiamo in mente
molte idee ma come vedi senza la chitarra siamo fottutamente vincolati!
- Comincia a partire con un entusiasmo che mi spiazza così non so cosa
dire.
- Ed è per questo che
lui è qua, è un chitarrista! - Fa poi lei tutta entusiasta ed
orgogliosa non sapendo che io e Jacoby ci siamo già parlati per
telefono e lui sa la mia ritrosia.
- Lo so, ma non eri
convinto di unirti a noi, cosa ne pensi ora? Abbiamo potenzialità?
Posso subito dire che siamo disposti a spaziare anche in generi che ti
piacciono, basta che non mi parli del pop, ma non credo sia il tuo
genere... - Jacoby parla un sacco e fermarlo è impossibile, io mi
ritrovo a ridere ed annuire dinnanzi al suo entusiasmo e a quanto
parla, fa tutto lui, a momenti si inginocchia per convincermi! Lily
capisce che ci siamo già parlati e rimane incredula, sempre più esclusa
da noi che lentamente sembriamo in un altro mondo. Io annuisco
imbarazzato.
- No decisamente. Ma
nemmeno a questo miscuglio di funky e, non saprei, hip hop con qualche
scream? Io sono per il Metal! A parte poi il problema delle
scuole... - Non so perché lo dico, forse sono andato troppo
oltre, ma lui continua tutto animato e mi prende per le spalle, mi
circonda con un braccio e mi trascina via con questo contatto forte e
tutto sudato che mi turba, la mia ragazza rimane indietro e non ho la
minima idea di come la prenda, ma Jacoby mi porta via e non c’è verso
di opporsi. In realtà nemmeno voglio.
- E chi se ne fotte? -
dice. - Noi non suoniamo a scuola! Suoniamo nel garage di Dave! - Al
bancone alza il braccio e si fa notare dal barista che gli dà due
bottiglie di birra ed io lo guardo aggrottato.
- Ma non hai 17 anni? -
Jacoby ride forte e prende le bottiglie dandomene una. Io scuoto la
testa. - No, amico, non sono un fan dell’alcool! - Ma lui allora alza
la testa e sempre ridendo risponde semplice:
- Allora tienimela e me
la dai quando ho finito con la prima! - Dopo aggiunge sempre
trascinandomi, tenendomi con un braccio intorno al collo. - Vieni, ho
bisogno di una sigaretta e di sedermi! -
Perciò a 17 anni conosce il barista e beve birra senza problemi, non mi stupisce che fumi.
Lo accompagno stordito
e perplesso, Jacoby è una specie di fiume in piena, fa mille cose,
parla un sacco ed è sempre costantemente su di giri, tanto che penso si
sia preso qualcosa prima del concerto.
Una volta fuori si
rilassa un po’, la brezza fresca che schiaffeggia il suo viso gli dà
tregua, così mi lascia ma preferivo prima nonostante sia una persona
pesante in generale.
Lui si butta su un
marciapiede poco più in là, si accende la sigaretta e mentre tira con
un occhio chiuso, mi fissa con l’altro da giù, tutto scomposto, la
birra nella stessa mano che tiene la cicca.
Io in piedi davanti a lui, con l’altra bottiglia, imbarazzato eppure incapace di distogliere lo sguardo dal suo.
Mi scruta come se mi studiasse, mi spoglia, va in profondità.
- Ci sta bene. - Dice
poi sbuffando il fumo ed appoggiando i gomiti dietro di sé, è quasi
steso, non so come faccia a stare così in mezzo alla gente, sembra
vissuto allo stato brado, quasi! Mi viene uno stupido tuffo allo
stomaco quando lo dice in quel modo.
- C-cosa? - Per un
momento mi ricordo della mia ragazza, ma non riesco a distogliere lo
sguardo da lui. Io resto composto in piedi a guardarlo.
- Il tuo gusto per il
Metal, io sono un fan di Hendrix! Mi piacciono molti generi, sai, anche
il Metal. Ti racconterò come sono finito a fare questa strana cosa
mezza funky. Comunque per me se abbiamo gli strumenti giusti possiamo
spostarci anche sul Metal, o magari fondere dei generi che piacciono ad
entrambi, sai... perché no? Tu facci sentire come suoni, dopo! Ai
dettagli ci penseremo. - Lo ordina, non lo chiede. Il punto è che
la sua prepotenza mi piace anche se è l’opposto di me, che sono una
persona a modo, schiva e chiusa.
Mi sento stupidamente emozionato, ma lo controllo bene. Alzo le spalle ed annuisco.
- Però siamo in licei
diversi, secondo me non è tanto fattibile anche se poi in caso ci
andremmo bene a vicenda. - Jacoby alza le spalle e continua a fumare e
bere steso per terra, sempre fissandomi.
- Noi non suoneremo
solo finché siamo a scuola, sai? Continuiamo anche dopo! - questo è un
punto molto ragionevole in effetti. Pensavo fosse solo sconclusionato.
A questo punto mi convince e do un ok più affidabile, lui sorride
soddisfatto sempre continuando a fissarmi in quel modo che denuda, o
forse sono così attratto da lui per qualche motivo che mi sembra mi
fissi, ma in realtà non fa nulla.
Sto per cominciare una
conversazione che però è bloccata per il mio imbarazzo e la mia sciocca
emozione, quando viene chiamato da qualcun altro, lui salta su come una
cavalletta e si butta sull’amico che è venuto a salutarlo e a fargli i
complimenti: gli salta letteralmente addosso e non so come fa a non
rovesciare la birra.
Tutti ridono, li circondano ed in un momento Jacoby non è più mio ma di mille altre persone.
- Vieni! - Io scuoto la testa e gli do la birra:
- No no devo ritrovare la mia ragazza, l’ho piantata senza calcolarla! - Jacoby ride e indica di tenere la birra.
- Tienila! Più tardi
andiamo da Dave così puoi farci sentire qualcosa, vieni? - Sembra ci
tenga a questa cosa, così io spaesato e perso annuisco anche se non è
una cosa che farei e non volevo proprio. - Ci conto, non sparire! -
A questo punto faccio il primo sorriso spontaneo.
- Resto nei paraggi! -
Lui così è soddisfatto e mi fa l’occhiolino tornando dagli altri che lo
trascinano in mezzo ad un gruppo consistente.
Resto ancora un po’
stordito da questo uragano che mi ha subito conquistato, è una forza
della natura e penso che sarebbe bello lavorare con uno così.
Gli altri onestamente
non sembrano tutti all’altezza, soprattutto il bassista ed il
trombettista… non mi sembra abbia senso la sua presenza lì! Il
batterista mi pare bravo invece. Diciamo che in generale la band si
basa tutta su Jacoby e sul suo talento che può solo crescere. Sono
acerbi, lui soprattutto, e molto caotici in quel che fanno.
Sono un po’ slegati, insomma, hanno tanti difetti, però contando che sono insieme da 2 mesi non è nemmeno male, direi.
Quando torno da Lily,
sta parlando con delle amiche e si illumina quando mi vede, mi chiede
come è andata e le dico che dopo dovrei fargli sentire come suono.
- Sono perplesso per
via dei licei che frequentiamo, ma dice che non è un progetto
scolastico anche se è nato a scuola. E poi sul genere dice che possono
cambiare su qualcosa più congeniale. Comunque fargli sentire non costa.
E devo ammettere che ha una voce proprio da Metal, quel ragazzo! - Lei
si illumina tutta e mi irrita la sua immensa gioia nel sapere che forse
posso entrare nel loro gruppo.
Se ci entro col cazzo
che resto con te! Finiresti per scoparti Jacoby ed io per dargli un
pugno e non voglio dare un pugno a Jacoby, voglio essergli amico ed
andarci d’accordo. Punto!
È vero che: il primo
contatto fra Jerry e Jacoby avviene proprio per telefono, il cantante
cerca un chitarrista per il suo gruppo messo su da appena due mesi, i
due si sono conosciuti attraverso la ragazza di Jerry dell’epoca (che
non so come si chiama). Inizialmente il gruppo era composto da Jacoby,
Dave (il primo batterista storico della band) e da altri che poi sono
andati via e rimpiazzati e facevano un genere più funky. Jacoby ha
convinto Jerry rompendogli un sacco le scatole ed alla fine in un po’
di tempo la formazione è diventata quella che ha debuttato
ufficialmente nel mondo. All’inizio Jerry non voleva entrare perché gli
piaceva il metal e loro suonavano funky.
Jerry non beve alcool.
Ebbene sì, Jacoby in realtà è biondo!