*Eccoci qua. Una delle passioni più famose di Jerry è la fotografia, perciò vediamo come potrebbe essere nata. Anche nella realtà Jerry non è uno che ama bere e avere vizi, gli piace leggere e stare tranquillo. Siamo nel tour di Getting away with murder e in quel periodo ogni tanto veniva anche Kelly per tenere a freno Jacoby, così adesso siamo in una specie di via di mezzo dove tutto sembra destinato a morire tranquillo e sereno così, in un eterno grigio spento. Eppure i momenti di colore ci sono, ci sono eccome. Buona lettura. Baci Akane*

27. QUALCOSA CHE SOLO LUI PUÒ



"Perché devi essere più grande,
essere più veloce, più forte
Se devi sopravvivere più a lungo
In questa vita,
è meglio essere al momento giusto
La prima volta potrebbe essere l’ultima
Sono un fallimento
se non ho niente da perdere?"
- Not Listening -

La sera dovremmo riposare perché il concerto è domani, ma chiaramente Jacoby torna tardi in camera ed io non voglio minimamente sapere dove sono stati lui e Dave e che hanno fatto.
Me ne sto in camera a leggere tranquillo e a rilassarmi, poi mi addormento.
Quando lui rientra credo sia molto tardi, mi sveglio di soprassalto perché fa un gran chiasso e solo dopo mi rendo conto che è lui a svegliarmi di proposito. Spalanco gli occhi mentre mi salta sul letto, per miracolo non sullo stomaco. Ha l’aria da bambino e capisco che deve aver fumato ed anche un po’ bevuto, ma non fino a distruggersi. Cerca di tenersi le sere prima dei concerti. La canna è diversa ovviamente. Quella è una medicina, no?
Prima che la mia mente molto lenta al risveglio riesca a connettere che sta blaterando qualcosa su di giri e che tiene un pacchetto in mano, ci vuole un po’.
- Avanti sveglia! - Ok, fin qua ci sono. Non sono uno che insulta ma in questo momento mi viene da farlo, con fatica mi tiro su a sedere ed appoggio la schiena alla spalliera, mi strofino il viso con fare infantile e lui è lì impaziente che molleggia sul letto, le ginocchia sotto di sé.
- Che c’è? - Vorrei chiedergli di cosa si è fatto ma non si sa mai come reagirebbe uno che si è fatto di qualcosa.
A questo punto mi rifila un pacchetto in mano e sbraita:
- AUGURI TRENTENNE! - E solo ora realizzo perché insisteva tanto sull’andare in giro ieri sera con lui.
- Wow, me ne ero dimenticato... - È il mio compleanno, ma quando fai la vita da tour non hai più la cognizione del tempo. Sai che data è quando cominci e sai quando finirà, ma quel che succede nel mezzo è sempre nebuloso.
Poi non ho mai festeggiato in modo particolare il mio compleanno.
Prendo il pacchetto spaesato e lui mi abbraccia con trasporto.
- So che tanto non ti ubriachi anche se sono 3o, così volevo almeno darti il regalo. - ho paura a vedere, conoscendolo potrebbe essere un vibratore. Il pacchetto è in realtà una scatola abbastanza grande. Accendo la luce del comodino e cerco di riprendermi, solo lui poteva svegliarmi per darmi il regalo di compleanno anche se siamo nella versione più instabile di noi.
- Apri apri apri... - Prima che lo uccida, decido di aprirlo e con mia grande sorpresa mi ritrovo una macchina fotografica probabilmente una delle migliori ed anche professionali in circolazione. Rimango spiazzato e senza parole, la guardo e me la rigiro fra le mani, altri accessori nella scatola.
- Jacoby... tu... tu sei... - Lui mi guarda in attesa di capire cosa sia questa mia reazione shoccata, la sua ansia potrebbe esplodere in uno stuolo di ronzii perciò mi affretto a continuare la frase sebbene sono senza parole:  - Tu sei pazzo! - E poi capisco che forse dirgli a lui se è pazzo non è saggio, lo guardo subito in ansia ma lui alza le braccia al cielo tutto felice come un bambino e mi abbraccia ancora.
- Allora ti piace?! - Annuisco e mi stringo nelle spalle.
- Sì ma io non sono un fotografo, cosa ti è saltato in mente? - Non è per il fatto che sarà costata una fortuna visto che ormai i soldi è l’unica cosa che non gli mancano.
È che io non ho mai preso in mano una macchina!
- Ho visto che ti piace fare foto col cellulare! Solo che la videocamera del telefono è ridicola e così ho pensato che se magari avessi avuto una macchina seria avresti fatto delle belle foto, ti sarebbe piaciuto. So che non sei un fotografo, però potresti imparare! Mi hanno detto che questa è assolutamente la migliore! -
Mi copro il viso in un gesto estremamente spontaneo per me, mentre rido di gioia all’idea che abbia pensato tanto a me e che si sia pure scervellato, che io sia stato tanto al centro dei suoi turbolenti pensieri.
- Sei un gran pensatore, eh? - Rispondo poi riemergendo mentre rido ancora, lui annuisce e la prende in mano al mio posto.
- Mi hanno detto che fa mille cose, che questo serve a questo, e questo a quest’altro, ma non ricordo nulla. Forse è meglio che ti fai insegnare. Però insomma, ho pensato che ti potrebbe piacere usarla! - Che idee che gli vengono. Annuisco facendomi sorridente ma non ridente e la riprendo mettendola giù prima che me la rompa.
- È bellissima ed hai pensato molto bene, credo che mi piacerà imparare a fotografare. - Poi gli prendo il viso fra le mani e gli bacio l’angolo della bocca, non faccio altro altrimenti poi la cosa diventa spinta e fra noi basta davvero poco. Lui non insiste, ma la riprende, me la rimette in mano e continua:
- Avanti, usala! Dentro c’è già la cosa che serve per fotografare. -
- La memory card immagino. - Alza le spalle ed è ancora tutto un argento vivo, così senza sapere ancora come si usa, l’accendo e do un’occhiata cercando di capire. Senza le istruzioni è difficile, ma voglio solo fargli una foto per farlo contento.
Chissà se c’è il flash o lo devo impostare? Non ho proprio idea di come si usi, alla fine vedo che dal piccolo display si vede già l’immagine così provo a puntare. Davanti a me Jacoby ha uno sguardo acceso carico di gioia e speranza, ha un’aria che non gli vedevo da molto e forse non gli ho mai visto. In questo momento non ci sono paure, tristezze, pensieri nascosti ed affari personali. In questo momento ci sono solo io nella sua mente. Io che devo essere felice per questo regalo sicuramente originale. Ad un chitarrista che fa trent’anni regali l’ennesima chitarra, non una macchina fotografica!
Solo lui poteva.
Così faccio uno zoom sui suoi occhi sperando che si veda quello che vedo io. La bellezza dei suoi occhi in questo momento, in questo preciso momento dove la luce del comodino gli illumina il viso e gli dà un’aria quasi magica.
Ora si vede la gioia nelle sue meravigliose iridi ed io voglio catturarla.
Alla fine scatto e la stanza semi buia si illumina, si butta su di me completamente per guardare ed insieme fissiamo il monitor per vedere com’è venuta, penso che potrebbe essere venuto con gli occhi rossi per il flash, poi guardo e vedo che sorprendentemente non ci sono riflessi strani.
- Deve essere impostato in modo da evitare gli occhi rossi! -
- Ehi, è professionale, amico! Che dici! - Risponde fintamente offeso. In effetti credo abbia ragione.
La foto è veramente bella per essere la prima che faccio, c’è il primo piano del suo viso ed a fuoco sono in particolare gli occhi, la luce è particolare, ma si vede il suo azzurro e quanto brillavano.
- Bello! - Dico senza riflettere perché dico proprio che lui è bello, lui annuisce.
- Gran foto amico! Spero che ti divertirai! Così anche tu hai i tuoi passatempi, no? So che odi bere e fumare, ma saperti solo in bus od in camera ogni volta mi dispiace e... - Sorrido intenerito, mi sta ancora addosso, tutto appoggiato sul braccio, così lo alzo e lo circondo tenendolo a me.
- Grazie, è un pensiero molto carino. - Jacoby si rilassa e si lascia andare, si stende e appoggia la testa sul mio petto scivolando giù fino a che si raggomitola di lato sulle mie gambe, sembra un cagnolino che appoggia la testa sul proprio padrone. Lascio la mano sul suo braccio e per un momento ho l’istinto di carezzargli la testa, dove i punti sono ormai rimarginati ma se si scosta i capelli si vedono le cicatrici.
Ma non lo faccio. Mi appoggio con la schiena, mi metto più comodo e lascio che stia lì com’è.
Prendo le istruzioni ed inizio a leggerle, poi guardo il riscontro nella macchina e passo il resto della notte così a studiare ed imparare, poi faccio un’altra foto a Jacoby in questa posizione infantile da animaletto delizioso, lui non si sveglia.
Improvvisamente sono felice.
Forse Jacoby non è ancora guarito, non guarirà mai, non è equilibrato e non ha speranza, ma non è male come prima. A volte me lo fa pensare. A volte riesce a distrarmi da quelli che sono i suoi lati peggiori, riesce a farmi dire ‘beh, anche se non è perfetto va bene comunque’. Poi, però, di solito tutto torna sempre alla normalità e mi fa ricordare perché è meglio che gli stia lontano.

Non ci fermiamo sempre in hotel, come non è che viaggiamo sempre e basta. Al terzo album i tour sono composti da più date ravvicinate in modo da fare dei viaggi ragionati e fare qualche pausa fra una rata e l’altra. La rata americana, quella sudamericana, europea e poi asiatica. Piano piano andiamo un po’ ovunque e nell’arco di un anno giriamo molto, perciò quando siamo in America solitamente vengono le nostre compagne e se si sta in albergo, loro stanno con noi chiaramente.
Capita perciò che Kelly mi faccia rivoltare lo stomaco anche se da un lato  mi fa pena e la compatisco.
Dopo che lo scorso tour si è sparato dei punti in testa ed ha scritto Scars come per ricordarsi che certi segni non passano, ha seguito il mio consiglio e la fa venire più spesso, solo che quando si va dall’altra parte del mondo non è proprio facile. Però cerca di contenersi ed in questo tour non è mai andato con altre donne, almeno che io sappia. E non ci ha mai provato con me, ma è anche vero che io mi sono allontanato decisamente ed ho sempre fatto in modo di non stare mai solo con lui in certe situazioni.
Diciamo che fino a qua le cose non sono andate male.
Il tour completo di Getting away with murder non è male, ricordo che con Infest e LoveHateTragedy è stato molto più massacrante parlando di Jacoby, ha avuto un escalation evidente di totale non controllo e forse è vero che fra Kelly e la marijuana, o cucaracha come la chiama lui, riesce a stare molto più calmo.
Per questo vedere Kelly mi irrita, perché forse in qualche modo lei gli fa davvero bene. Lui con lei si trattiene seriamente, però è anche vero che non è proprio sé stesso, perché non si lascia andare, si controlla di continuo proprio perché è per questo che l’ha fatta venire, ha una funzione più che di calmante, di freno.
Funziona, ma non è la cura, così come non lo sono le canne.
È come curare i sintomi ma non la malattia, ma non ci sente, non capisce. Penso che in una situazione di stress, se dovesse capitargli qualcosa d’improvviso, tutto questo non basterebbe più e tornerebbe ad avere dei crolli e lui quando ha crolli si lesiona per smettere di sentire quei suoni in testa.
Comunque questo di Getting è un bel tour, ogni tanto lo vedo pensieroso nell’angolo del bus che si tocca la cicatrice sulla testa, fra i capelli, ed ha quell’aria assente e sempre un po’ triste, in quei momenti vorrei sapere a cosa pensa, poi lo vedo che scrive qualcosa nel suo quaderno ed io una di queste volte gli faccio una foto per catturare questi momenti quasi magici dove è tutto silenzio e tranquillo, qualcuno dorme, qualcuno guarda la tv e poi c’è lui che scrive.
Chissà cosa pensa? A volte vorrei chiederglielo però ho paura di avvicinarmi troppo, così mi limito ad osservarlo silenzioso e da lontano.
Poi si rianima, di solito con Dave, e si mette a fare il buffone. Di norma per qualche scherzo, ama gli scherzi.
A volte sembra che sia impossibile per lui stare per troppo tempo inattivo.