*Ancora
nella mansione a fare l'album, fra una canzone e l'altra riescono anche
a divertirsi come imbecilli e a fare danni, tanti danni. Perchè in
realtà non sono mai cresciuti. Jerry prova a fare l'adulto, è sempre
stato quello meno scalmanato, però alla fin fine Jacoby riesce in
qualche modo sempre a trascinarlo con sé nelle sue follie. Del resto si
è messo con lui... Buona lettura. Baci Akane*
40. QUEL PAZZO PIACEVOLE
" Mi guardo attorno, qualche volta divento triste;
Perché non so in che strada devo andare,
Mi guardo attorno, qualche volta divento triste;
Perché la mia vita continua a girare senza sosta"
- Sometimes -
Dal ‘distraiamo Dave’ al giocare in casa a football non so come ci siamo finiti, ma in un attimo qua si scatena il disastro.
Jacoby appena ha
varcato la soglia della casa, definire 'casa' la mansione è un
eufemismo, si è trasformato come il giorno con la notte, ma è una cosa
che fa sempre. Appena arriva qualcuno degli altri lui si anima, ma non
perché è più felice di stare con gli altri. Lo fa per tenerli lontani.
Con me non sente questo bisogno.
Entra gridando:
- ALLORA BRUTTI STRONZI COSA SI FA? -
- Vaffanculo, ho mal di
testa, non strillare come una cornacchia spennata! - Grugnisce Dave di
malumore, Jacoby così prende un vaso e senza pensarci, chiaramente non
lo fa mai, glielo tira.
Io gli sono vicino e sbianco appena lo vedo, ma lui è più veloce del mio - NO JACOBY IL VASO NO! - che lui lo tira.
Dave, che per fortuna
in quel momento si era girato per ringhiargli contro, lo vede e grazie
al cielo ha ancora i riflessi da giocatore e lo prende al volo.
- CAZZO DI IMBECILLE, SEI FUORI? E SE LO ROMPEVI? - Grida come se il maggiore problema fosse che poi il vaso poteva rompersi.
- Si e magari rompeva anche la tua testa... - Gli faccio notare.
In tutto questo Tobin ride e visto che qualcuno ride, Jacoby si innesca ed è finita.
Fa un unico salto e
finisce sul tavolo facendo volare le ciabatte, il tavolo, che è un
signor tavolo così come il vaso che stava per rompere era un signor
vaso, trema e per poco non si rompe, ma per qualche miracolo rimane
integro. Jacoby con l’aria da pazzo scatenato fa il gesto a Dave di
ritirarglielo e così quell’altro passa dalla modalità rognoso a quella
compagno di giochi demente con lui. È una modalità specifica che in
realtà è in grado di acquistare solo lui.
Così Dave gli rilancia il vaso che Jacoby prende al volo, poi salta giù ridendo e gridando:
- TUTTO IL GIRO DELLA CASA SENZA FAR CADERE MAI IL VSO! -
- E magari senza rompere il resto della casa... - Cerco di ribattere, è comunque tutto vano.
I bisonti si mettono a
correre per casa come fossero dei bambini di dieci anni che pesano
venti chili a testa, si spargono nei punti strategici dell’immensa casa
in stile gotico o qualunque stile sia questo arredamento ricercato e
d’atmosfera e sicuramente molto costoso che sta per essere distrutto.
Jacoby rilancia il
vaso, per fortuna ha ancora il braccio buono e mira bene, Tobin ha una
buona presa e afferrandolo si mette a correre fino a trovare Dave in
un’altra porta, glielo tira e lui per afferrarlo si lancia sul divano
da cui scappo per un pelo e rimbalza, si sente un grande ‘SPAM' e penso
un piede del divano si rompa, ma il vaso è intero e trionfante segue la
risata folle di Jacoby. Io sospiro e vado a vedere quanti danni ha
fatto il salto dell’ippopotamo.
- DAI DAI JERRY, VIENI
ANCHE TU! - Strilla Jacoby che fa un’acrobazia lanciando da sotto la
gamba verso Tobin, il quale per prenderlo finisce contro una porta
lasciando un bel segno.
- Nemmeno morto. - Quando continuano a correre in giro per la casa facendo le scale, scuoto la testa e mi arrendo.
Che facciano quel che vogliono, io non voglio saperne nulla.
Questi sono matti, poi
ripagano loro tutti i danni. Non so proprio che hanno nella testa,
Jacoby sopra tutti quanti. Che bisogno ha di fare l’idiota?
Sentendo troppi rumori
di cose che si schiantano - o persone - mi metto le mani nelle orecchie
ed esco fuori dove c’è una graziosa piscina, mi siedo su una sdraia e
con le luci accese intorno al perimetro, di quelle piccole tonde poste
per terra che sono suggestive, guardo l’acqua sperando che tutti i
rumori che sento non siano della casa che sta andando in pezzi.
Spera, Jerry, spera.
Non so quanto tempo stiano là, ma ad un certo punto escono ed io alzo gli occhi al cielo imprecando.
- JERRY È TUO! - Sento
la voce del fenomeno numero uno da un angolo imprecisato dell’esterno
senza che però posso ancora vederlo.
- Non penso proprio. - Rispondo gelido rimanendo seduto ed ignorandoli.
- SÌ SÌ - Strilla lui correndo verso di me, nell’ombra della notte ora lo vedo.
- No no. - Continuo io senza alzarmi.
- AVANTI ALZA IL CULO! - Mi alzo ma non per prendere il vaso, solo per spostarmi dalla loro avanzata:
- Jacoby, non mi
coinvolgerai in questo disastro che... - Ma lui, come se io non avessi
detto niente, mi tira il vaso ed io per prenderlo visto che l’ha
lanciato in una direzione impossibile, scatto con il cuore in gola
cercando solo di non farlo cadere. Non penso ad altro.
Purtroppo lo prendo, ma finisco dentro l’acqua in pieno. Vestito. Di notte.
- Fanculo, stronzo! -
Dico con il vaso ancora in mano, riemergendo poco dopo mentre
l’adrenalina scorre impazzita nelle vene. Jacoby pensa bene di
raggiungermi e sempre correndo si lancia dentro con me. Lui che ama
tuffarsi vestito, figurati se non lo faceva.
Alla fine è qua con me,
mi abbraccia e ride divertito. Poco dopo le bombe umane di Dave e Tobin
ci investono ed io cercando di mettere in salvo il vaso intero ancora
per miracolo, quasi annego, ma Jacoby mi salva tirandomi su per il
collo, anche se per farlo quasi mi strozza. Ride ancora l’idiota.
- Siete fuori di cervello voi tre! Quanti danni avete fatto? No, no non voglio sapere nulla, non sono vostro complice! -
- Disse quello col vaso
in mano che si è lanciato in acqua per primo! - Risponde Jacoby
trionfante stringendomi forte come un koala alle spalle. Faccio il
broncio e scuoto la testa mettendo giù il vaso nel bordo della piscina,
vorrei anche uscire ma ho una fatina sulla schiena che mi
impedisce di andarmene così mi rassegno e rimango qua fuori anche
se non è proprio temperatura da tuffi notturni. In breve inizia anche
la lotta in acqua ed io mentre mi chiedo quanti anni hanno, cerco di
sopravvivere finendo anche per divertirmi.
Ma perché il degrado è così bello?
Poi vedendo come ride
Jacoby mentre fa l’idiota penso al diavolo, che sia una posa o una
versione vera di sé, l’importante è che stia bene.
Usciti ci siamo spogliati, almeno questa non potevano farlo. Entrare dentro bagnati fradici proprio no.
Teniamo ognuno le rispettive mutande, per fortuna stanotte non avrò incubi vedendo Dave nudo.
- Quanti anni avete in
3? Dieci? - Dico freddamente mentre entro e mi metto le mani davanti
agli occhi per non vedere com’è ridotta la casa. - Ah io non tocco
questo macello! - Perché di solito sono io che metto un po’ a posto,
loro non ci pensano di certo. Mi sento una mosca bianca, ma credo che
ci debba essere uno così in tutti i gruppi. In ogni caso io lo sono.
- Ti amiamo perché sei
così diverso, amico! - Dice Jacoby ancora animato e divertito,
toccandomi il culo. Sembra che parli di un disabile. Io sospiro e
scuoto la testa ignorandolo, così infila la mano dentro i boxer bagnati
e allora salto e mi scompongo dandogli una manata in faccia che però
non sortisce l’effetto desiderato, visto che mi si appiccica anche con
l’altra mano che va dritta dritta sul davanti. Non so come fa senza
vedere dato che gli chiudo gli occhi, ma credo abbia un radar. Gli
altri sono avanti a noi e ridono per i fatti loro. Sembra che Dave stia
bene, ora. A volte non è facile, ma sorprendentemente sembra che Jacoby
sia capace di migliorare le cose.
- Oh non dirmi che non
ti piace... - Dice provocatorio al mio orecchio mentre saliamo le scale
verso le camere, io rassegnato alle sue mani nelle mie mutande.
- Dobbiamo dare
spettacolo? - Chiedo pudico come mio solito, sussurrando piano verso il
suo viso appiccicato al mio. Lui mi lecca la bocca incosciente anche se
gli altri non sono ancor spariti dalla vista, così gli metto subito la
mano sulla faccia per allontanarlo e fermarlo prima del secondo
tentativo.
- Piantala! - Ribatto a denti stretti cercando di non scompormi, odio scompormi ma con lui non ci riesco bene. Stronzo.
Lui comunque ride e
poi, sempre ridendo, entra nella mia camera. Solo quando gli sto per
chiudere la porta sul muso mi accorgo che è qua, così mi butto fuori
per vedere se guardano, ma per fortuna gli altri sono entrati nelle
loro camere.
Sospiro e chiudo la porta, mi giro col dito puntato e severo attacco.
O vorrei, però la sua bocca chiude la mia e il resto non esiste più.
Come sempre fa di me ciò che vuole, ma solo perché in questo periodo è di quel matto piacevole.
Insomma, danni e chiasso a parte, mi piace quando è così. Bisogna vedere quando diventerà pesante, esagerato e manesco.
- Il risucchio. - Dice
poi Jacoby mentre Tobin lancia la palla che dovrei colpire con la
mazza. Ovviamente giro a vuoto e la palla finisce nelle mani di Dave
che ride.
- Che cazzo centra il
risucchio ora? - chiedo seccato perché dopo avermi convinto a giocare,
mi distrae ogni volta che tento di colpire.
Tobin fa il lanciatore,
Dave il ricevitore, io il battitore e Jacoby teoricamente dovrebbe
prendere la pallina sempre ammesso che io riesca a colpirla se la
pianta di sparare cagate.
- No, mi chiedevo... -
Tobin ci riprova, io mi preparo a colpire, la palla è in volo e... - vi
piace quando ve lo succhiano col risucchio? - Così giro di nuovo male
per la sparata geniale del genio. Tobin e Dave ridono e gli danno corda
ripassandosi la palla.
- A chi non piace il risucchio? - Certo, sono tutti insieme questi. Tre idioti contro l’unica sano.
- Sì appunto, a chi? - Tobin si appresta a lanciare ancora, io però sospiro visto che Jacoby continua a parlarne.
- Sì perché non a tutti piace, sapete quel rumore che fa la bocca... -
- Il risucchio... -
- Sì, ma non solo,
anche la saliva. Vi piace sentire tutto quel rumore? A me piacciono
quelli silenziosi mentre lo succhiano. Mi piace scopare la loro bocca
mentre mi stanno in ginocchio davanti... - E visto che Tobin ridendo
lancia e lui straparla incasinando i pronomi femminili con quelli
maschili, io batto una splendida pallina di proposito indirizzata a
Jacoby il quale, totalmente impreparato al fatto che potessi beccarla,
si gira di schiena invece che cercare di prenderla al volo come
dovrebbe.
Lo colpisco per bene sulla chiappa e si butta a terra rotolando mentre se la tiene, naturalmente grida.
Tobin e Dave ridono
mentre io lo fisso freddamente. Brutto idiota. Se non chiudi quella
ciabatta ti ficco la mazza nel culo, penso che potrebbe anche piacerti!
Jacoby si alza col
broncio e l’aria sconvolta come sempre, i capelli lunghi sono lasciati
totalmente a loro stessi, io invece li tengo sempre più in ordine.
Vorrei farli crescere, ma bene, non come un selvaggio come fa lo scemo
che viene a prendermi la mazza per battere lui.
- Sei cattivo!- Mi dice con l’aria da bambino.
- E tu sei un idiota! -
E non serve che specifico il motivo. Non ho idea se gli altri abbiano
capito qualcosa, spero di no. Insomma, diceva cagate, potrebbero mai
aver notato che parlava al maschile?
Sto coglione!
A questo punto si mette
in posizione ed io mi allontano per prendere la pallina nello strano
caso in cui lui la colpisca, ma dopo che si mette in posizione col culo
accentuato all’esterno di proposito, si ferma e si lamenta:
- No, ma a me questa posizione non sta bene. Ho il sole in faccia, come faccio a colpirla? -
- Jerry ci è riuscito! -
- Eh, Jerry odiava il
football! - Non so questo in che modo dovrebbe c’entrare, mi gratto la
nuca e mentre si girano cambiando posizione, non faccio in tempo a
dire:
- Ehi no, fermi, di là Jacoby rischia di... - Che il rischio si realizza subito davanti ai miei occhi.
Lancio, swing e stuk!
Allo stuk segue un
crash ed io mi copro la faccia con una mano sospirando, arrendendomi
alla finestra che il genio del male rompe con la pallina che ha colpito
bene.
- Non ci daranno più questa casa! - Dico sconsolato. Tobin si gratta la nuca cercando di vedere la finestra rotta.
- Ho quella sensazione. - Risponde poco preoccupato.
Dave e Jacoby ridono chiaramente.
Ma che cazzo ho fatto di male per meritare tutto questo?
E poi sto pulendo con
cura la mia chitarra, tiro le corde, stringo le chiavi, la lucido e ci
sto tipo tre ore perché per me pulire la mia chitarra elettrica è il
mio antistress, poi arriva Jacoby silenzioso, stranamente, me la prende
di mano, e lecca il manico con aria da ‘adesso scopiamo’.
Poi me la ridà, si mette a cavalcioni su una sedia, piega la testa di lato e mi fissa in attesa che io risponda.
Io guardo la mia
chitarra leccata da lui, guardo lui affamato di uccello, poi scuoto la
testa e riprendo a pulirla come niente fosse.
A volte lo preferisco depresso!