*Ecco
un altro capitolo. Siamo alla teatrale festa di compleanno di Jacoby e
Jerry presenzia insieme a miliardi di persone, ma per lui sembra
proprio una missione, ovvero impedirgli di distruggersi e finire
dentro. Anche se poi non sa nemmeno lui perchè prendersela così a
cuore. Alla fine si ritrova a seguirlo ovunque e questo gli si
ritorcerà contro. Buona letturta. Baci Akane*
7. SEMPRE PEGGIO
"Quando sono sobrio, la mia vita mi annoia
Così mi ubriaco di nuovo, già, già
Sto perdendo tutti i miei amici
Alla fine, perdo"
In breve anche quei
pochi che non lo conoscevano, sanno chi è. È subito al centro della
festa e dell’attenzione e ad un certo punto sto bevendo qualcosa di
assolutamente analcolico e fresco quando sollevo gli occhi a vedere
perché non sento la sua voce fare baccano. Quando la sento di nuovo, lo
vedo su un impalcatura col microfono per fare il discorso di
ringraziamento e a quest’immagine sputo quello che bevevo, per poco non
mi viene un infarto e mi butto sotto di lui conscio che anche se cade
finisce che mi rompe l’osso del collo e lui probabilmente si spacca la
testa bacata che si ritrova, ma di certo non lo salverei.
Il discorso è
ovviamente sconclusionato come lui e mi trovo a pregare un Dio in cui
non credo, perché ha bevuto fino ad un momento fa e fa la scimmia su
delle sbarre orizzontali di ferro sopra cui c’è attaccato uno
striscione che dice ‘buon compleanno Coby’.
- Credo che in molti si
siano chiesti chi cazzo sia Coby! - Comincia col suo tono rozzo e
allegro. - O cosa cazzo sia! - Risate. - Anche perché molti di voi non
sanno proprio che cazzo sono venuti a fare! - E fra me e me, mentre
rido alle sue trovate, mi chiedo come si fa a non conoscerlo!
Dal pubblico si leva un’ovazione che dice pressapoco quello che ho appena pensato.
- Comunque Coby sono io
e se non mi ammazzo lo sarò anche domani. - Poi si ricorda il suo nome
completo e lo dice senza sbagliare il Dakota che ha per secondo nome.
- A parte che dire chi
cazzo è Coby, cioè me, - Sempre molto a posto quando parla… - volevo
ringraziare chi è venuto qua intenzionalmente e chi ci è stato
trascinato. E volevo ringraziare chi è venuto per me e chi è qua solo
perché ha trovato un fottuto volantino con una fottuta festa. - Tutti
ridono e brindano a lui. Coby per grazia divina non ha da bere perché
altrimenti non riesce a tenersi sull’impalcatura. Lo guardo da qua e
spero proprio che questa non sarà l’ultima visione che ho di lui.
- Grazie anche a chi ha portato qualcosa e un vaffanculo a chi non ha portato niente! - Altre risate. Quanto è scemo.
- Oggi faccio 18 anni, mi sono diplomato e mi hanno anche accettato al college, per cui che cazzo posso volere di più? -
Dal pubblico qualcuno
urla ‘una canzone’ e così lui ride, per poco non scivola col piede, a
me viene un coccolone, sto per salire e strapparlo giù da lì, ma per
grazia ricevuta decide che se rimane lì si ammazza sul serio.
- Ehi non potete avere una canzone gratis, siete già a scrocco, brutti stronzi! - Risate, io che prego.
Ok, adesso vieni giù imbecille.
- Però fra qualche anno
comprerete i miei biglietti per ascoltarci cantare, bastardi. Ricordate
questo nome ‘Papa Roach’. Che il nome risuoni in eterno nelle vostre
teste di merd- Ma non finisce la frase che per fortuna cade il
microfono e per un soffio non mi prende in testa, mi sposto all’ultimo
in tempo e sbianco quando vedo che col microfono sta per cadere anche
lui, rimane appeso come una scimmia all’impalcatura e questa volta
faccio davvero per salire mentre qualcuno grida, qualcuno ride e cazzo
aiutatemi no?
Mi arrampico con una
velocità sconcertante e non sapendo come aiutarlo, non posso certo
prendergli i piedi e metterglieli sul ferro, gli metto la mano sul culo
alla ricerca della cintura, visto che i pantaloni sono larghi devo
spingerlo da sotto, fra le gambe, in questo modo mentre il coglione
gracchia:
- Ehi Jerry
riconoscerei la tua palpata fra mille! - come se l’avessi mai palpato,
io lo insulto dicendo di alzare il piede. - Ehi stai calmo, non morirò.
- Ma non ne siamo sicuri.
- Sì ma tu alza il cazzo di piede! - E finalmente alza il cazzo di piede.
Ma ti pare che deve farmi invecchiare così presto?
Quando scendiamo la
gente è sollevata e torna a bere, la musica si alza e tutto va per
conto proprio, anche Jacoby che mi abbraccia ridendo.
E lui ride, cazzo!
- Oh sei stato velocissimo! Come facevi a sapere che sarei caduto? -
- Eh, chissà come eh? - Ovviamente sono ironico ed ovviamente lui ride. Ma chi lo capisce a questo?
La serata procede con una certa velocità, stare dietro a Jacoby è impossibile normalmente, figurati in questi casi.
Corra da tutte le
parti, non si esaurisce mai, ingurgita cibo e alcool con la stessa
incoerenza e sempre allo stesso modo passa da una persona all’altra.
Si diverte molto, fa
giochi idioti, abbraccia chiunque, fa idiozie che non immagino nemmeno
ed io non è che lo segua, nessuno lo può seguire specie per tutta la
serata.
Io mi limito solo a
sapere sempre dov’è, sono in questa posizione strategica dove posso
vederlo e ho d’occhio l’ingresso principale da cui eventualmente
potrebbe arrivare la polizia.
Di solito mi diverto,
non sono un prete, ma quando ho la sensazione che lui possa cacciarsi
nei guai non ci riesco. E non so perché diavolo mi debba importare
tanto se lui si caccia nei guai, onestamente.
Che poi perché dovrebbe mettersi a fare peggio di quello che sta già facendo?
Beve come una mucca e non acqua ovviamente.
Non so quanto starà su
ancora, quando lo vedo andare in bagno penso che sia la volta buona che
si mette a vomitare l’anima. Dovrei andare a vedere? Se vomita può aver
bisogno di una mano a star su, forse è ora che lo porti a casa e gli
altri si attaccano.
Alla fine mi decido a
vedere se è svenuto, con tutto quello che ha bevuto potrebbe essere
finito con la faccia nel cesso e nel suo vomito.
Lascio l’amico con cui
stavo parlando senza ascoltare una parola e vado al bagno che non oso
nemmeno immaginare in che condizioni sia.
C’è un po’ di gente in
fila, la salto e batto sulla porta chiusa e chiamo Jacoby, da dentro
risponde un’altra voce dicendo che non è lui.
Mi fermo e mi gratto la nuca, ero sicuro fosse venuto da questa parte e poi non l’ho più visto ripassare.
Sbuffo e aguzzo la
vista fino a che non trovo un’altra porta, dovrebbe essere una sorta di
stanzino o ripostiglio. Vado a vedere se è andato a vomitare lì vedendo
la fila, non mi sembrava ci fossero porte sul retro da questo lato.
Non busso, apro direttamente e quando vedo chi c’è dentro, per poco non mi viene un colpo.
La cosa assurda è che
non richiudo subito, rimango ebete qua a fissare e siccome dietro di me
non c’è molta luce non si accorgono subito che sto qua a fissare
impalato come un idiota.
I miei occhi rimangono
inchiodati al suo culo bianco che stringe e spinge. Ad ogni colpo le
natiche guizzano, va più intensamente, più veloce, la testa
all’indietro e geme forte ed io sono finito. In un momento io sono
finito.
Tutta la fatica fatta per evitare proprio questo ed ora eccomi qua.
A guardare Coby che
scopa. Come se sapessi che sarebbe finita così. Con io che lo fisso
come un maniaco e mi eccito malato di mente che non sono altro.
Sapere di avere una strana ossessione per lui è una cosa, arrivare a questi livelli… è tutta un’altra cosa.
Mi sono venute altre
erezioni a contatto con lui, ma ho controllato la cosa. Beh, sparandomi
seghe, però è un po’ diverso, ero solo.
Questa perversione è
oltre ogni limite. Lui si gira improvvisamente ed i nostri occhi si
incrociano, è un momento brevissimo. Mi sveglio, mi riscuoto e invece
di chiudere la porta che tengo aperta per un paio di centimetri, con
una bracciata potrebbe farlo subito, rimane com’è, tiene la ragazza per
i fianchi piegata in avanti e continua a spingere ed io sto per
andarmene, sto per chiudere ma vedendo che lui non mi manda via e non
chiude la porta resto, come se fosse di nuovo più forte di me.
Non penso a niente, non penso proprio a niente ed è la prima volta nella mia vita che non penso a niente, cazzo.
Semplicemente lui
viene, ha un orgasmo che lo rende maledettamente erotico ed io… io non
so proprio che fare, ora, perché ho un’erezione che se non si noterà
sarà un miracolo.
Oh al diavolo Jacoby! Che diavolo mi hai fatto?
Arrangiati, se viene la polizia ti porterò le arance!
Sono matto a fargli da baby sitter?
Perché dovrei? Quale cazzo di ruolo sarebbe il mio?
Non siamo niente, solo amici, compagni di band, niente!
Basta, falla finita, falla finita, cazzo!
Prendo e me ne vado senza dire nulla, senza salutare, senza assicurarmi di nulla.
Vado solo via.
E per tutto il tempo
penso a lui che scopava e ci penso anche a casa, in camera mia, sotto
la doccia. E la mia mano ripete l’opera che ogni tanto mi ritrovo a
fare sempre pensando a lui.
Cazzo, deve esserci una
donna in grado di farmi perdere la testa e riportarmi alla normalità.
Non posso semplicemente fare così e accettarlo, sono deviato, non va
bene. A lui fra l’altro piacciono le ragazze!
Smettila, devi smetterla.
Devi.
Il giorno dopo non lo vedo per nulla e un po’ ne sono sollevato, un po’ sono preoccupato.
Era così ubriaco che potrebbe essere morto in coma etilico, se è vivo è moribondo chissà dove in mezzo al suo vomito.
Forse non ricorderà nemmeno che l’ho guardato scopare.
Fisso il telefono con insistenza. Lo faccio o no?
Il fatto che non si
faccia vivo mi preoccupa perché potrebbe essere che è morto o che ce
l’ha con me perché l’ho guardato. Cioè, non sarebbe da lui, ma cosa
dovrei pensare? Mi piomba in casa quasi ogni giorno!
Alla fine alzo il telefono e uso un compromesso.
Chiamo Dave.
Lui purtroppo non ha idea di che fine abbia fatto Jacoby perché non è stato fino alla fine.
- E se è in prigione? - Chiedo convinto che qualcuno debba aver fatto venire la polizia.
Dave ride.
- Chiama lo sceriffo e
chiedi se ha arrestato un coglione per atti osceni in luogo pubblico! -
A questo mi gelo e fisso il telefono come se ci fosse uno schermo che
mi mostra il suo viso.
- Che atti? Che ha fatto? - Chiedo facendo finta di niente.
- Beh non ne ho idea ma
a perte che per il bere per cosa potrebbe finire dentro lo scemo se non
per atti osceni in luogo pubblico? - Dave ride ed io mi rilasso. Stava
scherzando.
- Sì in effetti è plausibile! -
La conversazione chiude
con nessuna notizia utile. Ovviamente non chiamerò l’ufficio dello
sceriffo chiedendo se hanno messo dentro Jacoby, ma penso sia il caso
di chiamare lui. È strano che non si sia fatto vivo con me.
Alla fine mi rassegno e lo chiamo. In fondo suoniamo insieme, dovrei sapere se il mio cantante è ancora vivo.
Ma a chi la voglio dare a bere?
Che idiota che sono!
La voce da fata di sua madre risponde facendomi sorridere, con una madre così lui non poteva di certo venir su dritto.
Chiedo di Jacoby e lei
dice che non sa e che va a controllare. Tralasciando il fatto che non
sa se suo figlio sia a casa o no, l’ansia cresce nell’attesa, ci mette
più di quel che dovrebbe e mi immagino che lo cerchi nell’armadio o sul
tetto, perché da una così mi aspetterei anche questo. Forse non c’è.
Sto per perdere le
speranze convinto di dover cominciare con gli ospedali invece che con
la polizia, quando finalmente mi risponde una voce rauca e da linea
erotica.
Oh cazzo!
- Sì? - Biascica. Jacoby era a casa e dormiva, probabilmente in coma. Guardo l’ora attonito.
- Sono le cinque del pomeriggio, Jacoby! - Gli faccio presente sconcertato.
- Davvero? Ho dormito tutto il giorno? - La voce erotica sembra riprendersi un po’, ma resta sempre meravigliosa.
- Non lo so, quando sei
tornato? - Chiedo spontaneo, meno spaventato all’idea che ce l’abbia
con me. Forse non si è accorto di nulla e non ricorda niente.
- C’era già il sole! - Il fatto che non sappia nulla non mi stupisce.
- Chissà com’era quel posto... - Dico riferendomi al magazzino usato.
Jacoby ride e mi rilasso del tutto.
- Non ne ho idea! -
- Dovremmo tornare a
sistemare? - Sono pazzo? Chi vorrebbe fare una cosa del genere? Con lui
poi, dopo che ieri mi sono eccitato guardandolo trombare?
- Sei fuori? Sai come sarà quel posto? - Dice spontaneo e shoccato.
- Sì, però è un buon
posto per fare feste, non ce lo affittano più se non lo lasciamo
pulito, no? - Jacoby sospira seccato, probabilmente alza gli occhi al
cielo e sa che ho ragione, credo di essere la voce della sua coscienza.
- Chiamo qualcuno che
ci aiuta... - Immagino come lo farà. ‘EHI BRUTTI STRONZI VI SIETE
DIVERTITI IERI? BUTTATE GIÙ I CULI FLACCIDI E VENITE AD AIUTARCI!
PORTATE SACCHI!’
Al che uno potrebbe chiedere ‘quali cadaveri dobbiamo sotterrare?’
Le conversazioni senza
senso di Jacoby ormai le conosco bene. Sorrido ed improvvisamente sono
felice e sollevato ed anche euforico di fare questo con lui, di
rivederlo subito e che sia tutto a posto.
Basterò stare
maniacalmente attento a non avvicinarmi a lui quando è con una. Ieri mi
sono distratto, diciamo che anche se si distrugge con l’alcool o
rischia di finire dentro non è un mio problema.
Non sono il suo baby sitter od il suo angelo custode e di certo non sono la sua coscienza. Sono solo un amico.
Un. Amico.
Ricordalo Jerry!