*Ecco un altro capitolo. Jacoby sarebbe il pazzo esagitato fuori controllo, ma cosa c'è dietro a questa sua follia che sembra eccessiva? E c'è qualcuno che lo può calmare, che vede altri lati di lui? Piano piano il ruolo di Jerry prende sempre più forma così come la sua consapevolezza di essere speciale per lui. Per quanto incomprensibile. Buona lettura. Baci Akane*

9. UN PAZZO ESAGITATO FUORI CONTROLLO




"Non è mai abbastanza
Non è mai abbastanza
Mi merito
Quello che ho?
Mi sento come se corressi
Tornando da dove cominciavo
Ti chiedi cosa c’è che non va in me e
Io non dico niente
Sta andando tutto bene?
C’è qualcosa che non va in me?
Spingendo e tirando sensazioni eterne
Il mio cuore è tuo [...]
Non è mai abbastanza
La vita mi demolirà"
- Never enough -

- Jacoby... Jacoby piano! - Comincio piano e teso insieme.
- Oh, l’altra sera dicevi ‘più forte più forte’! - Strilla l’idiota ansimando.
- Imbecille. - È la mia unica risposta laconica. - Comunque rallenta! -
- Ma dai, è fighissimo! - Ribatte esaltato.
- Sì, è bellissimo, ma rallenta! - Insisto. Lui ride ed in risposta aumenta la velocità.
Per la promozione gli è arrivata una macchina decente, non nuova, ma migliore del vecchio pick-up del nonno.
Così eccolo qua a correre come un idiota per le vie notturne californiane con qualcun altro del nostro giro. Perché deve coinvolgermi in queste cose?
Io sono solo il suo chitarrista!
- Wuooooo! Vai Jacoby vai! - Qualche idiota dietro di noi allarga le braccia fuori dal finestrino, l’aria ci taglia entrando nell’abitacolo dai finestrini abbassati e visto che qualche scemo gli dice di andare più veloce, lui ci va!
Aumenta l’andatura e ha l’aria proprio da pazzo, gli occhi brillano di quella strana aria.
È sempre avventato e scavezzacollo, però a volte raggiunge picchi di idiozia massimi!
Mi prendo al maniglia sopra la portiera e spero di non ribaltarci oltre quella curva, continuo a dirgli di rallentare, ma lui aumenta la velocità e a quel punto stiamo per deragliare. Jacoby perde il controllo per un momento in questa curva a gomito e invece di cercare di riprenderlo lascia il volante completamente ed alza i piedi dai pedali. La macchina fa il suo corso, fa alcuni testa coda e grazie al cielo non arriva nessuno, il bordo della strada non è a ridosso di un fosso od un fiume, perciò non succede nulla.
La macchina ad un certo punto si ferma e vedo che nel momento di follia in realtà è stato così lucido da mettere in folle. La macchina è ancora accesa, il motore ora è calmo ed i fari illuminano il lato della strada.
Dopo un attimo di silenzio e di panico di tutti tranne che del guidatore, tutti si mettono a ridere e gridare incitandolo e facendo i complimenti che è stato figgessimo e da rifare!
- Sì, beh, senza di me! - Rispondo secco e freddo sporgendomi verso di lui ad allacciargli la cintura che non aveva voluto mettersi.
Lui ride e mi prende il viso con le mani e mi bacia la guancia, è su di giri ovviamente.
Perché non posso vivere normalmente?
- Tu sei un pazzo, si può passare una sera ogni tanto con te, non tutta la vita! I tuoi colleghi dei Papa Roach dovrebbero rivedere i loro progetti! - Dice a questo punto uno dietro di noi, fra risate e scherzi la spara dritta.
Sospiro e mi giro a guardarlo annuendo sconsolato.
- Tu hai centrato il punto, amico! - Rispondo. Jacoby mi tira un pugno alla gamba che mi fa un male cane.
- Non dirlo nemmeno per scherzo! Noi diventeremo famosi! -
- Se sopravviviamo! - Ribatto sperando che ora la botta di adrenalina gli basti e si calmi un po’.
Riprende la macchina col broncio e poi alza le spalle mentre riparte.
- Tu mi ami, non puoi fare a meno di me. E così anche gli altri della band! -
Che per stasera han pensato di salvarsi la vita e non stare con noi.
Del gruppo in realtà siamo legati a Jacoby solo io e Dave, con gli altri c’è un bel rapporto ma appunto è solo questo.
Però è vero, in qualche modo ci impedisce di stare sufficientemente lontani da lui!

Quando mi riporta a casa mi preoccupa perché ne farei volentieri a meno, ma il fatto che siamo soli in questo tratto di strada, per fortuna con poche curve, mi fa sperare di arrivare vivo.
Quando rimaniamo soli è meno esagitato e abbasso la guardia, mi godo la sua guida finalmente normale, l’aria dai finestrini, la musica dei Rolling Stones che crea sempre un’atmosfera strana considerando la stragrande varietà di canzoni che hanno fatto.
E finalmente sto bene con lui. Zitto!
Mi piacerebbe che riuscisse ad essere così anche con gli altri, non so perché non ne è capace.
Dopo un po’ interrompo questo bel momento mentre penso che sembra un’altro rispetto a prima.
- Perché con gli altri devi fare in quel modo? So che io sono calmo e quindi ti calmo automaticamente. Ma perché non puoi essere così anche con loro? Perché senti la necessità di fare il pazzo ed esagerare di proposito? - La domanda del secolo, credo. Lui mi guarda ed inchiodando gli occhi sui miei aumenta l’andatura senza guardare la strada. Eccolo di nuovo versione folle.
Mi tengo alla portiera ma non stacco gli occhi dai suoi che hanno sempre uno strano luccichio, mezzo sorriso sulle labbra e la sfida nel viso, ma non a me. A sé, al destino, non saprei.
Sono cose che fai per impressionare la ragazza che ti piace, il cuore inizia a battere per la velocità che aumenta e per il fatto che non guarda, poi improvvisamente frena ed io prendo un respiro di sollievo mentre lui ridacchia constatando che si è fermato ad uno stop.
- Conosco questa strada a memoria, la potrei fare ad occhi chiusi. - Spiega poi calmo, di nuovo come se fosse il Jacoby normale. Sempre che ne esista uno.
La musica impedisce ai rumori notturni di entrare, quei ronzii ed i grilli che lui odia profondamente. La voce particolare di Mick Jagger ci dà un’atmosfera in questo momento calmo, siamo su una ballata malinconica, Angie, e di nuovo la voglia di baciarci mentre penso che abbia comunque degli occhi incredibilmente belli, anche se strani. Sempre con mille sfumature di sensazioni.
- Perché devi fare così ogni tanto? Impressionare gli altri? - Jacoby guarda davanti a sé e aspetta a ripartire anche se non c’è nessuno e potrebbe, alza le spalle e ci pensa, poi scuote la testa e torna a guardarmi sporgendosi un po’ verso di me.
- Non lo so. Lo faccio e basta. - Ovviamente.
- Sei così inquieto. Devi trovare un modo di calmarti. - Alza le spalle.
- Ora sono calmo. -
- Solo quando sei con me. Dovresti esserlo sempre. Essere allegri è una cosa, essere fuori di testa ed esagitati è un’altra. Tu forzi quel tuo stato d’animo, non è spontaneo. È come se sentissi che tu devi. - Lo analizzo bene perché ci penso di continuo, lui rimane colpito e alza la mano, mi sfiora la guancia con un dito e scende sul mento, brucia questo contatto e trattengo di nuovo il fiato mentre il cuore torna ad andare stupidamente veloce. È sempre così imprevedibile che potrebbe succedere di tutto con lui.
- Non riesco a fermarmi. Mi vedo da fuori e penso che non serve, però non riesco a fermarmi,  quindi mi butto su di te per fermarmi. -
A questo punto mi fa sentire in colpa mentre un moto di gioia incontrollata fa a pugni con questo stato d’animo.
Sono così importante? E se un giorno me ne volessi andare, se non volessi più suonare con lui?
Ma forse dentro di me sono felice perché so che non smetterò mai di voler suonare per lui.
Jacoby riparte come niente fosse, la canzone cambia ed arriva ‘Sympathy for the devil’ che mi fa morire dal ridere per via del tempismo. Jacoby capisce perché rido e mi fa compagnia urlando a squarciagola:
- SÌ BABY, IO SONO IL DIAVOLO IN PERSONA! - Con la sua aria tipica da pazzo.
Ed io qua che rido.
- E TU MI AMI! - Non so se lo pensa davvero o se travisa quella che pensa sia una semplice simpatia. In realtà non so proprio che cazzo pensa quello e non voglio saperlo.
Però la strada di notte è incredibilmente bella se siamo solo io e lui.


Certo fare il bagno di giorno è troppo facile, no?
Mi sembra proprio sciocco andare quando c’è un sole che spacca le pietre che ti permette di vedere bene il mare su cui non si scherza.
Siamo tutti qua, noi soliti, trascinati ovviamente dal motore del gruppo, Jacoby, che ha tanto fatto finché non ci ha portati tutti al mare sia pure di notte.
‘È più figo!’
E così siamo qua seduti sulla sabbia a guardare un mare sorprendentemente calmo, ma non certo piatto.
Inquieto lo fisso rimanendo impassibile mentre si spoglia per andare a fare il bagno.
- Non si vede niente, non dovresti andare... - Con lui però ci va qualcuno degli altri, così sono un po’ tranquillo.
- Tu non vai? - Chiede Dave il quale non ama spogliarsi. Io scuoto la testa.
- Mi fa paura il mare di notte. Troppo buio, se non vedo dove metto i piedi non mi muovo. - Dave alza un sopracciglio.
- E ti lascia in pace? - Ovviamente parla di Jacoby. Io ridacchio ed alzo le spalle.
- Conosco i suoi punti deboli. - Dave si gira sorpreso a guardarmi e da lì capisco che lui non ne sa niente. - Tu non sai? - Chiedo meravigliato.
- Avanti, spara! Ecco come lo controlli! Non capivo proprio come ci riuscissi! - Così scoppio a ridere e mi appoggio indietro coi gomiti che affondano sulla sabbia, non tolgo comunque gli occhi di dosso al beduino nudo che sguazza sulla riva del mare. Resta dove lo posso vedere, ma che bravo figliolo!
- Se non si è confidato non posso tradire la sua fiducia! - Dico serafico. Ed è vero, non la tradirei mai. Dave mi guarda imbronciato ed io rido ancora. - Davvero non ti ha mai detto niente? Non si confida? Pensavo vi conosceste bene... - Lui alza le spalle.
- Ci siamo conosciuti nel club di football del liceo. In realtà l’ho conosciuto poco prima che l’hai conosciuto tu! -
Abbasso le labbra impressionato dal realizzare che non si è confidato con nessun altro.
Credo che anche lui ne sia colpito.
- Vi vedevo bene insieme, ma non immaginavo che si confidasse e ti raccontasse dei suoi demoni! -
- Però ne sai qualcosa... - Indago curioso. Lui alza le spalle e come me guarda Jacoby in acqua che cerca di affogare gli altri, non si calma un secondo, è come se fosse sempre fatto di qualche eccitante!
- Ho intuito, ma non ne so niente. Con me fa il coglione. I discorsi più seri che facciamo sono sulla musica e su come vorrebbe fare una certa canzone... - Ascolto impressionato, questo da un lato mi riempie di gioia, dall’altro mi spaventa. Sono davvero diverso rispetto agli altri.
- Non si impegna per impressionarmi. Ogni tanto esagera su qualcosa, ma in realtà niente di paragonabile a... - Alzo il piede e lo indico mentre da sotto l’acqua fa lo squalo andando a mordere chiappe, gli altri strillano. - questo! - Esclamo ridendo perché è comunque divertente da vedere.
- Forse perché sei una persona calma e quindi lo tranquillizzi. - suppone.
- Anche io credo sia per quello. Mi cerca molto, penso che una parte di sé cerchi di fermarsi e siccome da solo non ci riesce si attacca a me che ho questo potere soporifero. - Dave fa un sorrisino mentre lo guarda, lo noto dal suo profilo e capisco che pensa a qualcos’altro. Gli do un colpo con il ginocchio e lo obbligo a guardarmi. - A cosa pensi? - Dave si stringe nelle spalle, ma insisto e così me lo dice.
- Ho notato che a Coby piace moltissimo il contatto fisico, ma con te è proprio in fissa, ed ora questa cosa che con te sta calmo e si confida... comunque ha avuto una sorta di innamoramento. Non lo vedo così con nessun altro e te ne sarai accorto anche tu. - Il cuore mi fa il classico tuffo mentre mi batte forte da morire.
Ok, stai calmo. Ha solo detto che è innamorato di me. No, beh, ma intendeva a livello platonico. È diverso!
Però sono stupidamente felice.
Mi perdo nel suo viso che la sa lunga, ma non guardo lui, penso a Jacoby e a come potrebbe essere stare davvero con uno così. Non credo si possa stare con uno così per tutta la vita. Come amici è un conto, ed è comunque faticoso.
Mi distraggo pensando a questo tanto che non mi accorgo del suo arrivo.
L’elefante mi plana addosso tutto nudo e bagnato e dopo avermi schiacciato tutti gli organi e incrinato qualche costola, mi abbraccia ed inizia a leccarmi la guancia. Vorrei sapere perché deve fare così.
- Visto che non vuoi bagnarti, porto il mare da te! -
E subito dopo tutti gli altri intorno a buttarci la sabbia addosso e a ricoprirci come a sotterrarci. Io li ammazzo tutti.
Le mie urla non servono a nulla, come nemmeno gli insulti. Non si fermano e la cosa più assurda è che in tutto questo io noto il suo cazzo ben piantato sul mio inguine. Vestiti o no, qua la cosa si fa complicata.

Alla fine non ho scelta che andare in acqua anche io, rimango coi boxer che sembrano pantaloncini, mi sono tolto i vestiti per forza visto che fra acqua e sabbia si sono incrostati. Li ho sbattuti e stesi nella speranza che si asciughino, poi ho intimato agli altri idioti di non seguirmi perché non volevo annegare.
Jacoby sorprendentemente ha ordinato a tutti di stare lì perché ‘ha paura dell’acqua di notte’. Ovviamente lo ha strillato a tutti, questo mi fa pulsare la vena nella tempia, doveva farlo sapere a tutti?
Mi viene voglia di dire della sua fobia degli insetti.
- Se ha paura del mare di notte dovremmo accompagnarlo... se gli viene un attacco di panico? - Dice uno degli altri, lo sento mentre vado con lo stato d’animo di un condannato a morte. Mi chiedo perché non è andato su Dave.
- L’attacco di panico gli viene se ci andate con lui! - Commenta proprio Dave. Sospiro, qualcuno ragiona.
Mi sembra che non mi seguano, quindi metto un piede in acqua circospetto e cauto, è calda. Di notte emana tutto il calore accumulato di giorno.
È anche sufficientemente calma. Muovo qualche passo piano strizzando gli occhi fino a cercare di vedere qualcosa, muovo un altro passo fino a che l’acqua mi arriva ai polpacci, poi mi sembra che sia sufficiente e mi chino prendendola con le mani per mettermela sul corpo. Così starò un secolo, ma più avanti di così non ci penso propr... non finisco la frase che mi ritrovo tutto giù schiacciato in avanti come una mosca si spiaccica sul vetro.
Come sono stato spinto giù, vengo ripreso ed alzato dalla nuca, poi due braccia mi stringono intorno al collo da dietro e sento distintamente un cazzo che spinge contro il mio sedere.
E poi la sua morbidezza che in realtà pelle contro pelle è la prima volta che sento. Oh Dio, adesso vengo.
Brutto imbecille!