CAPITOLO V
BEFORE I DIE
 

Sono qui per conto mio 
Sto tentando da solo 
Sto pregando in ginocchio 
C'è Dio che mi salva 
Sono stato un'anima infelice 
Dal mio cuore alle mie dita dei piedi 
Mi sono perso nella mia malattia 
Ed eri proprio lì a gridare 
Non cambiare quando è troppo tardi 
Forse ho detto giusto le cose sbagliate 
Ma all'ultimo tiro eri troppo lontano 
Ma se posso giuro che 
Vivrò per te prima di morire 
Forse ti ho spinto troppo lontano 
Ma se posso giuro che 
Vivrò per te prima di morire 
Dalla valle dei morti 
Ho sentito ogni parola che hai detto 
Sto cercando di scusarmi 
ma non posso sentire i miei sentimenti 
ti tuffi in un po' di spazio per crescere 
oppure scavi una buca più profonda 
stai uccidendo ogni briciolo di speranza 
per noi per crederci 
non cambiare quando è troppo tardi 
Forse ho detto giusto le cose sbagliate 
Ma all'ultimo tiro eri troppo lontano 
Ma se posso giuro che 
Vivrò per te prima di morire 
Forse ti ho spinto troppo lontano 
Tirati indietro da dove sei 
Vivrò per te prima di morire 
Sono qui per conto mio 
Sono stanco di essere qui da solo 
So dove appartengo 
ma non riesco a trovare la mia strada di casa 
trovare la mia strada di casa 
trovare la mia strada di casa 
trovare la mia strada di casa 
trovare la mia strada 
Forse ho detto giusto le cose sbagliate 
Ma all'ultimo tiro eri troppo lontano 
Ma se posso giuro che 
Vivrò per te prima di morire 
Forse ti ho spinto troppo lontano 
Tirati indietro da dove sei 
ma se posso giuro che 
vivrò per te prima di morire 
io vivrò per te prima di morire  “

Il periodo passa, lui continua a non cercarmi moltissimo, non come prima, io gli lascio i suoi spazi.
Sta con la famiglia, fa impazzire loro perchè si annoia ed io mi prendo una vacanza.
Non vado a trovarlo perchè ho bisogno di disintossicarmi anche se ho una voglia matta di rivederlo.
Alla fine non so come se la passi e come viva questo periodo, però quando lo rivedo è perchè mi chiede di accompagnarlo dal dottore per provare a parlare.
È la prima volta dopo due mesi, si saprà davvero una volta per tutte quanto bene sarà andata e vuole che ci vada io con lui.
È davvero strano ma non gli faccio domande e lo faccio.
Quando lo vedo lui mi fissa, è spaventato e non ha altro per la testa.
A volte penso che non abbia capito che sono innamorato di lui...
- Vedrai che andrà bene. -
Fa un'espressione da 'speriamo' ma non dice nulla.
Ovviamente.
Nel viaggio sto zitto.
È strano rivederlo dopo tutto questo tempo.
Però è bello.
Ci siamo scritti un po' ogni tanto ma abbiamo sempre fatto finta di nulla, alla fine è restato tutta una parentesi di quei giorni.
Forse possiamo davvero fare finta di nulla.

Il dottore gli dice di cominciare a parlare piano piano e lui con un'emozione evidente negli occhi terrorizzati mi guarda e lo fa.
- Ma come, inizio così come niente? - Si ferma. Non si smentisce ma poi si rende conto d'averlo fatto e gli vengono le lacrime.
Porca puttana, mi diventa un bambino ora!
Lo abbraccio perchè si copre la bocca. Penso vada tutto bene. Non sente fastidi, riesce a parlare, la sua voce è solo un po' roca ed atrofizzata ma va tutto bene.
Lo abbraccio per non farlo piangere e perchè lo trovo dolce. Dolcissimo. Indifeso, anche.
Ha una sua innocenza ma forse io lo vedo perchè ne sono perso.
Si aggrappa a me e quando ritrova sicurezza si separa.
- Insomma, posso davvero parlare! -
Torna al dottore che ride.
- Ne aveva dubbi? -
- Tutti! - Dice spontaneo. L'altro ride ancora.
- Può parlare senza problemi ma per un po' eviti di alzare la voce, cantare, sforzarla e soprattutto urlare. Miraccomando, è molto importante. Poi piano piano ricomincerà con tutto il resto ma per qualche giorno faccia così, parli normale. Tenga coperto il collo. Non prenda freddo ed eviti i posti umidi. - Gli dà una serie di indicazioni che mi accerterò segua e poi gli dà appuntamento per un'altra volta.
La vera prova sarà il canto ma per il momento può accontentarsi.

Una volta fuori ci guardiamo sorpresi, è come se stessimo per scoppiare dalla felicità ed io lo sono perchè finalmente sento la sua voce. La sua voce che amo tanto. Penso che piangerò quando canterà ancora.
- Allora, sei contento? - Annuisce in abitudine e gli do un pugno alla spalla. - Guarda che puoi parlare! - Ride.
- Cazzo, non sono abituato! Tu pensa che siccome mi seccava scrivere, cercavo di essere il più breve possibile ed evitavo pure le parolacce, porca puttana! Non ero più io! È fantastico parlare ancora... penso che potrei non smettere più! Sto dicendo un sacco di cazzate senza senso ma è fottutamente bello ed ora ti asfissierò coi miei discorsi, mi odierai ma finalmente posso parlare, capisci? Posso ancora parlare... devo dire a tutti quelli che conosco che posso ancora parlare. Mi odieranno... - Rido e non mi importa se ora mi ucciderà con le sue parole senza senso. Me lo godo.
È un suono così bello.
Poi dopo un po' che sproloquia si ferma di colpo, mi fissa ed io preoccupato ricambio.
- Grazie per avermi sopportato... - Questa poi...
- Cosa dici? -
- Sì tu... mi hai sopportato in certi momenti che... - Non è un ringraziamento che sta in piedi e gli spettino la testa bionda per zittirlo.
- Piantala, non ho fatto niente. -
- Ti ho detto che ero terrorizzato e tu mi hai sempre sostenuto. Stronzo, fatti ringraziare! - Sospiro.
- Vederti terrorizzato è stata la cosa peggiore che mi sia mai capitata, in effetti. Ma ce l'abbiamo fatta. - A volte parlo come se fosse il mio fidanzato ma lui mi ci fa sentire. Torno al mio posto ma non faccio in tempo a voltarmi che mi abbraccia di schianto, mi si butta proprio addosso prendendomi alla sprovvista.
Sono lieto di vedere che certe cose non cambiano mai. Guai se fossero cambiate.
Sorrido sollevato, chiudo gli occhi e lo ricambio.
Forse mi sono perso un passaggio e ci siamo messi insieme...
Quando si separa è imbarazzato ed è tenero, vorrei stropicciarlo ma evito, lo tolgo dall'imbarazzo e vado oltre, lo riporto alla macchina mentre riprende a parlare a macchinetta di un sacco di cose inutili.
Chissà cosa pensava nei momenti di silenzio alla fine...
- Cosa pensavi tutte quelle volte da solo e zitto? -
Guido e lui alza il piede sul cruscotto, sempre il solito scomposto.
- A molte cose... - Ecco, vuole escludermi.
- Una? -
- Ho pensato davvero tanto, Jerry... non so... sai che mi scoccia scrivere altrimenti ti avrei reso partecipe di tutto ma... bè, ho pensato tanto. E penso che la cosa più incredibile sia il suono del silenzio. Sai che rumore che fa il silenzio? È assordante! Insomma, mi perdevo ad ascoltarlo. Il suono del silenzio. Poi ho pensato a cosa significava per me parlare, la mia voce, cosa ho passato... ho pensato a... - Arrossisce?
- A noi? - Non risponde, è chiaro che è così. - Scusa, non dovevo. - Non mi sono trattenuto.
- Bè, anche. - Alla fine me lo dice.
- Senti, avevamo detto che non saremmo tornati sull'argomento... non dovevo. Volevo sentirti dire qualcosa con la tua voce. Non hai mai detto niente ed io non ho mai capito come l'avessi presa, cosa ne pensassi... questo tuo dover stare zitto ti è stato molto comodo in quell'occasione. O forse lo è stato per me. Non hai dovuto rifiutarmi ed insultarmi. Mi hai fatto un favore. - Ora sono io quello che parla tanto.
- Smettila. - Dice brusco. Non è da lui. Non lo è con me. Mi zittisco di colpo e lo guardo mentre cerco di stare attento alla guida. Guarda in basso, le sue mani. Si osserva il palmo pulito.
- Se non avessi avuto te avrei mollato la speranza un sacco di volte... vivere senza speranza è la cosa peggiore, c'è stato un periodo in cui vivevo in quel modo e stavo davvero di merda. Se non sono impazzito di nuovo è solo grazie a te... - Mi dà meriti che non penso di avere.
- Sei tu che hai la forza in te. Non puoi crollare ancora. Hai superato tutto con le tue forze. E non sei mai stato veramente pazzo. - E' un argomento che gli sta molto a cuore, lo si vede nei testi che scrive. E poi basta conoscerlo ed io lo conosco. È ossessionato dalla follia. Pensa di esserlo stato e pensa di poter tornare ad esserlo un giorno.
- Ho superato tutto con chi mi è stato accanto e tu sei stato uno di quelli più presenti. Non sono uno che nega i meriti agli altri. Taci e fatti ringraziare, stronzo! - Sorrido imbarazzato e grato. È bello sentirlo così.
- Va bene. -
Sta un po' in silenzio e penso che l'argomento 'noi' sia caduto. Alla fine non lo voglio obbligare.
Però mi stupisce come sempre.
- Sei molto importante per me. Però mi hai preso alla sprovvista ed ho bisogno di pensare ancora. Ho pensato tutto il tempo a noi, dopo che me l'hai detto. E quel bacio è stato bellissimo. Ho pensato che mi piace quando mi tocchi, quando mi abbracci... cioè quando succede. Spesso sono io a cercare i contatti, te ne sarai accorto. Ho pensato a queste cose. È strano dopotutto. Quindi se tu sei innamorato di me ed a me piacciono questi contatti, il minimo è capire bene cosa significa. Ho pensato molto. - Tossisco. La gola arsa.
- E... sei arrivato ad una conclusione? - è tutto sospeso per un momento, penso che il cuore mi si fermi, il fiato mi uccide. Sto morendo, è sicuro. Alla fine si decide.
- No. - Ecco, morto. Bè ma cosa mi aspettavo? - Non so, non sono capace di pensare. L'ho fatto forzatamente in questo periodo ma davvero non so... quindi... quindi se lo vuoi sapere non so cosa dirti. - Bè, va bene. Pensavo peggio.
- E dunque? Cosa facciamo? - Si gratta la nuca infantile, si morde il labbro e poi mi fissa con aria di scuse, come se sapesse che non è accettabile quello che mi chiede.
- Aspettiamo? Cioè... prima o poi mi verrà su ma... boh... io vado ad istinto, faccio quello che mi viene. Ho pensato a forza e non mi è uscito niente, forse non devo pensarci ma lasciarmi andare. Io penso tu aspetti una risposta però non te la so dare e... prima o poi mi verrà, credo... - Non è per niente bravo in queste cose, mi fa proprio ridere. È dolce. Intenerito da lui e da quanto è impacciato in queste cose, lo guardo dopo aver parcheggiato a casa sua. Gli faccio l'occhiolino e sorride tranquillo.
- Va benissimo, non pensarci che ti si fonde il cervello. Già ti resta un solo neurone, poi dopo come scrivi i testi? - Scherzo e lui gradisce, ride e mi pizzica il fianco magro.
Ora va meglio.
- Userò il tuo! - Risponde pronto. Sospiro fra me e me. Ho evitato il tracollo?
Prima o poi qualcosa dovrà dirlo o farlo nei miei confronti, in quel senso.
Aspettare non è un problema, lo è se poi non è una cosa positiva.
Se fosse una non reazione mi andrebbe bene, se fosse un accettare i miei sentimenti ed addirittura ricambiarli sarebbe ancora meglio... fantastico... un sogno... ma se mi rifiutasse... sarebbe davvero duro. Anche perchè rischieremmo di rovinare tutto, potrebbe non essere più spontaneo, potrebbe essere un disastro poi...
Non so, spero solo che vada tutto bene in qualche modo. Non ho poteri nelle mie mani.

Non ne parliamo più.

Arriva il momento in cui può provare a cantare e ovviamente comincia coi vocalizzi. Siamo tutti riuniti con lui, c'è anche sua moglie ed io sto male, sono insofferente, vorrei sparire ma poi lui comincia a vocalizzare ed è l'anticamera del canto.
La sua voce fa la magia come l'ha sempre fatta ed io mi rilasso.
Dovrebbe provare gli acuti, dovrebbe provare certi toni alti, dovrebbe provare ad urlare ma appena si sente cantare comincia subito con una canzone. È sempre il solito indisciplinato, non lo puoi mettere in riga.
Allora parte e va con una versione a cappella e delicata di Before i die. E' davvero bella ma lui... dannazione, sono solo io che piango?
Tengo gli occhi bassi, non oso alzarli per mostrare le mie lacrime. Mi sta commuovendo perchè io so cosa significa per lui cantare ancora e lo sta facendo e la sua voce così in questo modo mi era così mancata.
Lui ha un potere pazzesco e la sua voce è quel potere. Come la usa nel canto... se non fosse tornato a cantare penso che si sarebbe ucciso davvero ed io l'avrei seguito.
Stringo convulsamente le mani e percepisco intorno a me che tutti sono messi male o colpiti, sua moglie piange, Tobin e Tony sorridono estasiati... e lui.
Lui piange come me.
Non è che sta solo piangendo, mi sta guardando.
Mi guarda, canta e piange però non sembra perchè la sua voce non trema molto anzi, è impercettibile.
Non ne ha risentito.
Deve allenarla ancora, deve riabituarsi ma sono sicuro che andrà tutto per il meglio.
È andata.
Ha vinto.
Ed io mi sento una fontana imbarazzante!
Lo amo ed ora lo amo ancora di più!
Quando finisce ha l'istinto di fumarsi una sigaretta ma ha dovuto smettere forzatamente per ovvie ragioni. Però gli serve una boccata d'aria, è scosso e dice che si sente soffocare.
Lo lasciamo tutti per conto suo capendo che quando ti manca la cosa più importante della tua vita, cambi. Capisci molte cose e diventi un altro.
Dopo poco mi arriva un sms.
'Esci?'
Non faccio capire niente agli altri che intanto parlano, Kelly sta preparando qualcosa da mangiare e Tobin e Tony non mi notano sgusciare fuori.
Lo raggiungo in terrazzo, lo stronzo è uscito senza la giacca, gliela metto e gli copro meglio il collo con la sciarpa.
- Allora? Come ti senti? - Chiedo dopo aver fatto il papà. Lui si stringe nelle spalle. Ho giurato di odiare questo gesto però alla fine mi piace. Sorrido intenerito.
- Io ho pianto. È stato bellissimo, un'emozione unica, ti giuro. - Non mi vergogno di dirglielo ed allora si scioglie.
- Quando ho visto che piangevi ho pianto anche io altrimenti avrei resistito! È colpa tua, stronzo. - I suoi soliti modi. Sorrido ancora e gli carezzo il braccio per incoraggiarlo, lui però mi si aggrappa come un salvagente. Cerca sempre lui questi contatti più profondi, non sono mai io a farlo per primo. Penso di piacergli inconsciamente.
Vorrei baciarlo ma se non è lui a farlo per primo non posso ovviamente.
Me lo tengo contro e gli carezzo la nuca.
È dolce e forse lo so solo io, però lo è. Un dolce innocente, infantile. Poi lo vedi con gli altri ed è un animale. Ha solo molte facce, ma sono tutte splendide.
È da scoprire.
È un autentico universo.
- Hai visto che sei tornato? - Dico piano riferendomi a ciò che gli avevo scritto sulla mano quella volta.
Strofina la testa sulla mia spalla e me lo mangerei.
Non dice nient'altro. Penso non sia ancora abituato o forse ha scoperto quanto è comodo il silenzio... lo è davvero... bè, mi va bene così. Pur di poter averlo in questo modo, almeno, mi sta bene così.
Lo amo.