CAPITOLO VI:
ADRENALINA
Riky cercava di guardarlo ma non
riusciva così gli alzò la testa appoggiata sulla sua spalla, quando
ebbe il suo sguardo corrucciato, continuò.
- Io penso che devi prenderti del tempo
da entrambi per capire cosa provi. Solo separandoti un po' lo
capirai. Questo è l'unico metodo veramente efficace. - Karim si fece
scuro all'idea di non vedere nessuno quando invece era nella loro
squadra. Come faceva a star lontano da loro?
- Gioco con Gonzalo, José è il mio
allenatore, come diavolo faccio? E poi resta il problema dell'ansia,
se non faccio niente poi finisce che... - Riky lo fermò con un dito
sulla bocca.
- Li vedi, ti alleni ma non ci devi
parlare se non è strettamente necessario. Stai il più possibile con
altri, e vedi come ti senti. -
- Ma l'ansia? - Disse col dito ancora
che cercava di zittirlo.
- Per il momento non avrai problemi di
ansia perchè sarai concentrato a capire questa situazione. Quando
l'avrai sgrovigliata, vedremo come ti senti e affronteremo il resto
che rimane. Un passo per volta. - Riky voleva solo capire se la sua
ansia fosse legata alla sua situazione sentimentale o meno.
Temeva che il suo subconscio stesse
cercando di dirgli che amava José e che doveva tornare con lui anche
se c'erano difficoltà e che faceva male a stare con Gonzalo. Gli
faceva solo del male.
Cris capì precisamente cosa aveva in
mente mentre Karim, ovviamente, no. Lasciò il broncio ben in
evidenza ed il portoghese rise vedendoli. Riky sembrava ancora suo
padre.
- Ok, ora che avete un piano posso
prendermi delle coccole più convincenti? - Disse tirandosi su per
raggiungere il viso del suo ragazzo. Riky lo guardò sorridendo,
sapeva che non avrebbe aspettato per sempre.
Così prima di poter rispondere si
trovò le sue labbra addosso. A baciarsi in modo che di dolce aveva
poco perchè Cris voleva solo stuzzicare un po' Karim e divertirsi
alle sue spalle.
Questi li vide baciarsi con tanto
impegno proprio a pochi centimetri da lui e stizzito si alzò dal
letto lasciando che Cris si sistemasse sopra il più grande dei tre,
a cavalcioni, in quegli atteggiamenti da puttana.
Karim voleva sparargli. Come osava con
lui lì? Aveva appena detto che poi senza sfogare gli ormoni stava
male...
Scosse il capo e sbuffò.
- Siete stronzi, però! - Riky smise di
baciarlo e separò da sé il viso di Cris che decise di alzargli la
maglietta ed occuparsi del suo petto fino a succhiargli e leccargli i
capezzoli. Come se Karim non ci fosse e non fosse sul piede di
guerra.
- Scusa ma a questo punto noi di
solito... ci sono molte camere libere, puoi sistemarti in una di
loro. - Karim si grattò la nuca e sospirò seccato.
- Il problema sarà anche l'astinenza
sessuale. Io so che non ce la farò! Alla fine non sono mai stato
senza scopare ed è stata una cosa che mi ha aiutato a controllarmi.
Come faccio se non posso toccare nessuno dei due? Non posso andare
con qualcun altro per passatempo? - Riky, il cui controllo stava
scemando velocemente per via della bocca di Cris che scendeva sempre
più in zone decisamente erogene, disse affaticato:
- No, non devi andare con nessuno, non
sei capace di far sesso senza prenderti. Devi sforzarti e non fare
niente con nessuno. Devi. -
- Si ma io non ci riesco, a me serve. È
una cosa più forte di me! Sarò ancora più intrattabile e già di
solito sono uno che si lamenta sempre, non ho pazienza, io. Aspettare
poi chissà quanto!? Non c'è una soluzione? - Era insofferente ed
era partito come un treno a vapore, Cris non voleva saperne di cedere
il suo momento ed ormai era arrivato ad abbassargli i pantaloni del
pigiama ed i boxer. Poté così impossessarsi della sua erezione.
Certo se poi gli si faceva così davanti a lui era anche peggio!
Karim stava per dargli un calcio per
farlo smettere ma Riky si mise a sospirare incontrollato ed allora
capì che o si univa a loro -e la cosa non gli dispiaceva- o se ne
andava -e gli dispiaceva molto- andando come minimo di mano.
Lui ridotto a masturbarsi!
Poteva avere tutti i ragazzi che
voleva, dannazione!
Perchè non poteva?
Per capire cosa provava per due?
Ma dove stava scritto?
Riky ormai stava gemendo accompagnando
la testa di Cris sul suo inguine, dimentico del tutto di Karim lì
che li fissava torvo aspettando che finissero.
Alla fine brontolando uscì dalla
camera e li lasciò fare tutte le loro sacrosante coccole in forma
completa.
Li sentì fare tutto, ogni gesto,
parola, gemito, colpo e posizione.
E la mano non bastò.
Karim si svegliò più nervoso di
prima, gli pareva di non aver parlato con nessuno e quando incontrò
Cris e Riky in cucina per la colazione, aveva quell'aria truce tipica
sua.
Cris fece un sorrisetto ironico e Riky
strinse le labbra dispiaciuto. Erano il giorno e la notte.
Karim sbuffò e si sedette
strofinandosi il viso:
- Non andrà bene! Sono già nervoso!
Non posso scopare, non posso parlare con Gonzalo o José, non ho
risolto ancora un cazzo. - Cris gli batté la mano sulla schiena.
- Chissà perchè mi sa che la cosa
peggiorare di tutte è che non puoi scopare! - Karim immusonito a
livelli davvero leggendari, brontolò in francese e sbatté la fronte
sul tavolo cercando di farsi andare via l'idea fissa.
- E' solo perchè non puoi farlo, che
ora ce l'hai tanto in testa. Altrimenti non saresti così in fissa. -
Disse logico Riky, aveva ragione ma ormai era entrato in modalità
maniaco!
- Io non posso non scopare chissà per
quanto! Posso stare lontano da Gonzalo e da José, posso non avere
altre relazioni, posso anche sopportare le crisi di ansia ma senza
sesso non riesco, io mi conosco! Una sera verrò a bussare e dirti
che ho scopato e tu mi dirai di tutto! -
Riky rise divertito dalle sue sparate
seriamente convinte, poi semplicemente gli carezzò il braccio
incoraggiante per poi dire con dolcezza:
- Non ti sgriderò di certo... se cadi
ti aiuto a rialzarti. Non devi prendere le mie idee per legge, per me
non dovresti farlo però se non ce la fai agisci come credi. Non ho
la verità assoluta in mano! - Karim, sentendosi dire una cosa tanto
lieta, si alzò di scatto e si aggrappò alla sua vita abbracciandolo
di slancio. Riky rise ed in eco ci fu la sguaiatezza di Cris che non
sapeva proprio come si rideva senza farsi sentire.
Karim rimase aggrappato al suo amico in
quanto gli era mancato il calore fisico e Riky gli mise le mani sulla
nuca carezzando i capelli corti e pungenti.
- Però se riesci ad astenerti non
sarebbe male, lo sai? -
- Mi è venuta un'idea! - Fece allora
non registrando più niente altro. - Se il problema è che io poi
scopando mi innamoro, basta che scopi con una persona che so di cui
non mi innamorerò! - Riky non aveva idea di dove volesse andare a
parare ma fortunatamente per lui, Cris lo capì al volo.
- Solo se lo facciamo tutti e tre
insieme, altrimenti non se ne parla! - A questo Karim si accese come
un fiammifero, tutto contento alla prospettiva di qualche notte a
tre, mentre Riky avvampò imbarazzato.
- Non chiedo di meglio! - - Nemmeno per
idea! - Dissero insieme veloci.
Cris continuò a ridere in quel modo e
Riky sgusciò via dalle braccia di Karim intenzionato a non rifare
quelle 'porcherie' da peccatori col patentino!
Poiché Karim era certo che prima o poi
Riky avrebbe ceduto nel vederlo tanto allucinato, decise che avrebbe
aspettato quel momento per il sesso.
Nel mentre andò avanti secondo i suoi
consigli.
Vedeva Gonzalo e José ma cercava di
non parlarci troppo se non lo stretto necessario, li fissava torvo
durante gli allenamenti, prima uno e poi l'altro, ma non diceva
niente.
José aveva intuito il consiglio di
Riky, logico sotto tutti i punti di vista, ma Gonzalo non sapeva cosa
avesse perchè i giorni precedenti non si erano cercati e parlati
però Karim aveva fatto molti tentativi.
Gonzalo si era sempre rifiutato ma
vedere che ora era il francese stesso a stargli lontano, aveva mosso
qualcosa in lui.
Quindi si lasciavano in quel modo e
Karim smetteva anche di lottare?
Allora davvero non gli era mai
importato niente di lui?
Sconcertato da tutte queste
considerazioni, decise che non se la sarebbe cavata tanto facilmente.
Quella sera Gonzalo andò a casa di
Karim.
Karim, sorpreso della sua presenza,
stentava a mantenersi calmo.
Era preso dal capire i propri
sentimenti, quindi tutte le sue forze restavano concentrate in
quello, ma la pace generale che aveva doveva ammettere che lo stava
urtando parecchio.
Fu così che nel vederlo indietreggiò
come fosse spaventato da lui.
Non sapeva cosa pensare, era così
confuso ed incasinato da non avere idea di come giostrarsi ora.
Doveva tirarsene fuori in qualche modo.
Rendendosi conto della tempesta interiore che la presenza di Gonzalo
gli aveva provocato, l'ansia che aveva minacciato di risalire si era
quietata immediatamente e così i nervi si erano distesi.
L'assurdità incarnata.
- Cosa c'è? - Disse difensivo col suo
solito muso duro.
- Sono venuto a riprendermi la mia
roba. - Disse piano Gonzalo. - Posso? - Chiese ironico.
Karim scrollò le spalle e lo fece
entrare.
- Hai le chiavi, perchè hai suonato? -
Gonzalo lo seguì dentro e si chiuse la
porta alle spalle e decise in quell'istante di provocarlo.
- Non è più casa mia... - Karim sentì
come una fitta dentro corrispondente ad una specie di pugno allo
stomaco.
Come osava?
Si voltò di scatto e lo fissò come
una tigre feroce, Gonzalo si fermò intimorito, incapace di tradurre
questo atteggiamento.
Lo provocava ma non pensava avrebbe
ottenuto qualcosa. L'aveva visto così disinteressato che pensava
sarebbe stato inutile.
- Lo sai che è anche casa tua! - Gli
urtava profondamente, a Karim, sapere che Gonzalo non riteneva più
quella la sua stessa casa.
Dopo tutto quello che si erano detti
come poteva?
Gonzalo si contenne e decise di
proseguire su quella linea di finta leggerezza e menefreghismo,
quindi tirandosi la sua valigia vuota andò in camera per svuotare
l'armadio.
- No che non lo è, non ci siamo
lasciati? - Karim arricciò le labbra in quel suo broncio tipico,
strinse i pugni fermandosi sulla porta, lo guardò cominciare a fare
la valigia ed il deja vu tornò prepotente nella sua mente.
Quella volta che Gonzalo voleva provare
a staccare un po' i contatti da lui andandosene in argentina, Karim
non gli aveva permesso di farlo.
L'aveva trattenuto.
Ora provò lo stesso istinto e siccome
non era uno che si fermava a pensare alle cose perchè la riflessione
la lasciava ai pensatori, agì subito. Entrò con foga, gli chiuse la
valigia e si piazzò davanti all'armadio aperto per impedirgli di
continuare a prendere i vestiti appesi.
Gonzalo sospirò paziente, vedeva Karim
arrabbiato ma volevo tirare ancora la corda.
Era un caso da studiare in laboratorio,
quel ragazzo.
Senza fare una piega si girò verso la
cassettiera e cominciò a prendere la biancheria intima. Allora Karim
andò anche lì e gli chiuse il cassetto, per poco non gli tranciò
la mano.
- Karim la pianti di fare il bambino? O
parli o me ne vado, adesso mi sono rotto! Chi ti credi di essere?
Prima fai in modo che ti lasci e addirittura mi ignori ed ora che
accetto la cosa mi rompi le palle che non vuoi che me ne vada!
Allora, si può sapere che diavolo vuoi?! - Era esasperato, non
poteva agire in modo tanto incoerente e pretendere d'avere ragione o
che gli altri lo capissero.
Karim incrociò le braccia al petto, i
muscoli tesi, la mascella contratta, i respiri profondi, l'aria
battagliera. Non sapeva cosa dire, era questa la verità.
- Karim? - Insistette Gonzalo, vedendo
che non diceva ancora niente andò all'armadio di nuovo e Karim
allora parlò di getto.
- Non voglio che te ne vai! - Esclamò
sorprendendo sé stesso per primo.
Gonzalo si fermò e lo fissò di nuovo
incredulo.
- Cos'è, mi prendi in giro? - Ora si
stava arrabbiando sul serio.
Karim si morse il labbro, sapeva che
era assurdo però era così.
- No, io... io non voglio che te ne
vai... -
Gonzalo cercò disperatamente di non
esplodere per capirci qualcosa, ma ben presto capì che sarebbe stato
impossibile.
- Fammi capire! Tu sei pazzo e se non
hai una vita incasinata ti vengono le crisi d'ansia, quindi quando in
una relazione le cose vanno bene, cerchi un amante per ritrovare
l'adrenalina che ti rilassa. Per avere quei fottuti problemi che ti
piacciono tanto. Visto che nessun sano di mente, sapendolo,
resterebbe con te, ti ho lasciato. Dal momento che poi tu mi hai
evitato ho dato per scontato che ti andasse bene. Allora io vengo a
riprendermi la mia roba e tu non vuoi che me ne vada. Perchè poi la
tua vita diventa troppo facile? - In effetti era proprio così. Karim
lieto che avesse fatto un riassunto tanto chiaro e preciso annuì.
- Sì, è così! - Gonzalo sgranò gli
occhi ed allargò le braccia impaziente e plateale:
- E non pensi che ci sia qualcosa che
non va? - Karim sbuffò alla stessa maniera ma meno teatrale, era
stufo lui stesso di tutto quello.
- Certo che c'è qualcosa che non va!
C'è tutto che non va! Ma non so come diavolo sistemare le cose, sono
io fuori di testa ma sono questo! Sto cercando di lavorare su me
stesso, Riky mi ha suggerito di allontanarmi da tutti e di astenermi
dal sesso ma non è una vera soluzione! Se io ho questa mania del
complicarmi la vita quando va bene, cosa ci posso fare? Io non lo so,
cazzo! Forse un giorno risolverò in qualche modo o forse resterò
così per sempre! Cosa facciamo? - Gonzalo si mise a ridere isterico.
- Ah... segui il saggio consiglio di
Riky e stai solo senza rovinare la vita agli altri? -
- Ma non è una soluzione perchè anche
se sto solo poi questi attacchi mi vengono! Se è tutto troppo piatto
io sto male! -
Gonzalo si girò su sé stesso
strofinandosi il viso stralunato, non sapeva cosa dire, era tutto
così assurdo che era pazzesco.
- Tu sei uno da rischio, sei l'uomo
dell'adrenalina. Non è che ti viene l'ansia perchè passi dei
momenti piatti ed allora l'adrenalina è la cura. L'adrenalina è
esattamente la causa. Tu sei dipendente dall'adrenalina, sei come un
drogato solo che non ti fai di sostanze esterne ma di naturali!
L'ansia sono le crisi d'astinenza! Karim è come se fossi un tossico!
Per curarti devi disintossicarti e basta, è la sola cura! - Fu come
se Dio scoperchiasse il cielo dopo una tempesta spaventosa durata
quaranta giorni e quaranta notti.
Karim, paralizzato nel sentirlo, si
rese conto che era esattamente quello il fottuto e maledetto punto di
tutto.
Non respirò, non sentì nemmeno il
proprio cuore battere ma la scarica d'adrenalina che sentì per aver
appena ricevuto una diagnosi giusta, finalmente, ed una soluzione
vera, lo mandò completamente in sovraccarico d'eccitazione e prima
ancora di battere ciglio il francese era sull'altro ragazzo e lo
stava baciando.
Gli occhi gli brillavano di gioia e
speranza insieme perchè capiva che questa volta era così, che ci
era riuscito, che aveva ragione.
Mano a mano che la sua lingua violò
con forza ed irruenza Gonzalo, questi preso completamente alla
sprovvista lo tenne per i fianchi mentre lui gli afferrava il viso
con pienezza.
Non poteva che rispondere al bacio, la
sua lingua marciava nella bocca come un caccia impazzito, lo
risucchiava nel suo universo di euforia e velocità.
Karim era semplicemente uno che amava
l'adrenalina in circolo perchè gli dava la sensazione di essere più
vivo che mai. Si sentiva euforico, eccitato o anche solo stressato ma
pur sempre in carne ed ossa.
Era il tipo da buttarsi giù da un
grattacielo e vedere se poi beccava il trampolino elastico o si
ammazzava.
Era quello che finchè era preso dai
problemi stava bene perchè c'era il rischio che tutto degenerasse,
c'era il rischio di un qualcosa di inaffrontabile, c'era sempre
quell'incognita eccitante.
E quando andava tutto bene doveva
comunque sentirsi in qualche modo, quindi anche il sesso sbagliato
andava bene. Perchè ormai il sesso normale non bastava più, dopo
che diventava abitudine non gli dava la stessa scarica di prima.
Gonzalo pensò a tutte queste cose
mentre la sua lingua lo divorava letteralmente bruciandolo
riaccendendogli il suo stesso desiderio.
Quando riuscì a staccarsi per
respirare, dopo avergli preso il viso a sua volta fra le mani,
mormorò ansimante e sconvolto sulla sua bocca.
- Tu vuoi solo sentirti così vivo da
impazzire! E non importa se lo sei per cose positive o negative, ti
interessa solo sentirti vivo ad un livello tale che è inumano! -
Karim più lo ascoltava e più capiva che era così, lo sentiva
dentro che aveva ragione perchè la famosa adrenalina continuava a
scorrergli nelle vene ed era certo che sarebbe andato in overdose.
E Dio, stava così bene finalmente.
Gli succhiò il labbro frenetico per
poi mormorare ansimante:
- Mi disintossicherò. Farò di tutto,
ma ti prego non lasciarmi. - Ed era la prima volta che sentiva che se
Gonzalo l'avesse lasciato, sarebbe morto.
L'adrenalina non sarebbe bastata, il
cuore si sarebbe fermato.
- Lo vuoi davvero? - Disse Gonzalo con
le lacrime agli occhi mentre ripensava sconvolto al dolore che aveva
provato quando l'aveva lasciato in quel modo.
- Dio, è così giusto... è così
giusto stare con te... non lo senti? Sei il solo che mi abbia capito
davvero! Tutti hanno cercato di aiutarmi in qualche modo ma nessuno
ha mai saputo come, arrivi tu, mi parli un secondo e lo capisci ed io
mi sento così bene che... Dio è questo il mio posto. Accanto a te.
Per me questo è il segno più grande di tutti. Io lo sento dentro
come sento l'ansia che mi acceca. Sto così bene che... non posso non
amarti. Ti prego... sei tu... sei solo tu... sei il solo... non
lasciarmi... ti prego, non lasciarmi... - Continuò a ripeterlo
implorandolo con forza e convinzione. Sfociò nella disperazione e
nella speranza.
Concluse con le lacrime e l'amore.