CAPITOLO
VII:
GIUSTO E SBAGLIATO
Karim piangeva e Gonzalo gli andò
volentieri dietro, scosso sin nel profondo da questa sua reazione
così viva e piena. Così da lui.
Gli stava facendo male da tanto che lo
stringeva ed era bello. Così bello.
Sentiva il suo amore come diecimila
pugni allo stomaco, ma la cosa buffa era che non gli facevano male.
Erano così belli!
Karim aprì di nuovo la bocca e aspettò
la sua risposta, le lacrime finivano dentro a salargli la saliva e
Gonzalo sorridendo commosso, con la luce fra le lacrime che
scendevano allo stesso modo, rispose lieto.
- Come posso lasciarti? Non ho mai
voluto farlo... ho pregato che facessi qualcosa, che tornassi, che ti
scusassi, che cercassi di rimediare. E vendendo che non lo facevi
stavo così male che... non sai quanto ho pianto. Io volevo solo che
me lo chiedessi. Che lo volessi. Ti amo, Karim. Ti amo da così tanto
tempo... - Karim lo spinse per il mezzo metro che rimaneva fra loro
ed il letto, lo fece cadere sopra e gli si stese addosso tornando a
baciarlo a piene labbra aperte, si prese la sua lingua con prepotenza
e Gonzalo, sconvolto da tutto quel fuoco, lo assecondò.
Le mani frugarono il suo corpo in
carezze incandescenti, da quanto lo voleva?
E non era un sesso sbagliato, era
dannatamente giusto, però era l'adrenalina migliore mai provata.
Karim non perse ulteriormente tempo,
non ne era capace, era il suo modo di spararsi la dose in vena. Era
il suo modo di fare sesso quando era preso davvero.
Si alzò, si aprì i jeans e si tirò
fuori l'erezione, poi tirò impaziente i pantaloni della tuta e gli
slip a Gonzalo. Dopo di che lo prese, gli alzò le gambe e gliele
piegò contro il petto, l'alzò per i fianchi, si leccò la mano
abbondando con la saliva, la frenesia alle stelle, la voglia che
minacciava di ucciderlo.
Si lubrificò come un cieco impazzito e
quando fu abbastanza liscio si avvolse le gambe di Gonzalo attorno
alla vita ed entrò. Il corpo era quindi leggermente alzato, la testa
e le spalle premute contro il materasso ed il resto attratto
completamente dal corpo di Karim che se lo prendeva e lo possedeva.
Lo teneva per i fianchi ed entrava ed
usciva veloce e vigorosamente. Aumentò e l'intensità fu tale da
impedirgli di controllarsi.
Affondò le unghie nelle sue cosce, la
testa all'indietro abbandonato al godimento più assoluto e Gonzalo
che lo chiamava e ne voleva di più.
Ogni colpo un affondo più completo.
Ogni affondo era maggiore adrenalina. Più adrenalina più piacere.
Più piacere più amore.
Karim non avrebbe più avuto un solo
dubbio in vita sua.
Lo amava. Gonzalo era quello giusto per
lui. Solo Gonzalo.
- Ti amo. Ti amo alla follia... ti amo
tantissimo... resta sempre con me... - Gonzalo, sconvolto nel
sentirglielo dire proprio durante l'orgasmo, provò un'ulteriore
ondata e capì che se quella era l'adrenalina, allora era
comprensibile come mai Karim ne volesse tanta.
- Se tu mi parli... se tu mi parli io
arriverò sempre a te, Karim... non smettere di parlarmi... -
Finirono per ripetersi insieme 'ti amo'
fino al crollo totale.
Karim era ancora vestito con il minimo
scoperto, Gonzalo era solo senza la parte inferiore dei vestiti.
Aveva il viso nascosto contro la spalla
di Gonzalo che se lo abbracciava lateralmente tenendolo parzialmente
su di sé.
E c'era la felicità dentro e fuori,
perchè finalmente si erano capiti di nuovo e trovati.
- Come faccio a disintossicarmi? -
Disse poi Karim ripensando a quello che doveva fare.
Gonzalo alzò gli occhi pensandoci.
- E che ne so?! - Karim tirò su la
testa e lo fissò stralunato: - niente situazioni che ti scaricano
adrenalina? Quindi niente che ti metta eccessiva eccitazione o... -
- Stai scherzando? - Karim brontolò
con un fucile al posto degli occhi.
- No, mica pensavi che fosse facile?! -
- No però... cioè non devo scopare? -
Gonzalo alzò gli occhi al cielo stufo già di partenza.
- Dai, non puoi essere malato di sesso!
Ci puoi riuscire! -
Karim aveva molto da ridire ma capiva
che aveva ragione.
- Però mi vengono gli attacchi d'ansia
dopo un po', sto male davvero... - Borbottò appoggiando il mento sul
suo petto con fare da gattino bastonato. Cosa che comunque stentava a
sembrare.
- Imparerai a conviverci, non ti uccide
un po' d'ansia... -
- Ma tremo tutto, sudo freddo, mi viene
la tachicardia, iperventilo... -
- Respira in un sacchetto e schiacciati
un pisolino! - Karim fece il broncio. Lui la faceva troppo facile e
sapeva che non lo era.
- Come se potessi dormire quando ho
l'ansia. -
- Quando senti che sta per arrivare ti
prendi qualche rimedio sano e naturale e dormi. Così i nervi li
distendi comunque senza usare l'adrenalina che ti scarica e ti sfoga.
- Gonzalo era fiero di sé e delle proprie intuizioni geniali.
Karim in effetti non aveva mai pensato
a qualcosa di tanto semplice. Aveva sempre scaricato.
- Dici che funziona? - Gonzalo rise.
- Certo! Invece di aizzarti ti rilassi!
Cavolo, non dirmi che non ci avevi mai pensato! - Karim si sentiva
talmente idiota da rasentare l'assurdo.
- No... io agivo istintivamente da solo
e... - Gonzalo scosse il capo e gli carezzò la testa affettuoso.
- Dai, l'affrontiamo insieme. Vedrai
che ne esci. -
Karim si sentì meglio sentendolo e si
mise comodo di nuovo. Dopo un po', però, tornò ad esprimere un
altro pensiero.
- Senti, ma poi ti piaccio anche se
divento una specie di cannato che vive al rallentatore? Io ero quello
rabbioso e scontroso, se ho i nervi troppo rilassati poi non sarò
più io... - Gonzalo rise cercando di immaginarlo.
- Scemo, non ti amo mica perchè hai
questo carattere di merda, anzi. Magari se lo migliori e diventi meno
stressante ti amo di più perchè ti sopporto meglio! - Karim fece il
broncio pensando se fosse una cosa positiva o negativa, ma alla fine
decise che contava che l'amasse.
Il resto poteva andare a quel paese.
Lui aveva il suo amore e la sua
soluzione. Non gli mancava più niente.
“E vaffanculo l'ansia!”
Il giorno dopo Karim andò a
ringraziare Riky e Cris spiegando loro che cosa aveva capito Gonzalo
ed entrambi convennero che aveva ragione e che era pazzesco non
averci pensato prima.
Poi Karim andò da José il quale
dimostrò d'aver visto ancora una volta più avanti di lui.
Seduti nello studio del mister, la
scrivania li separava e il più grande fissava serio ed illeggibile i
documenti che erano sopra come se fossero interessanti.
Karim capì che ci era rimasto male ma
piuttosto che dimostrarlo si sarebbe sparato.
- Ha ragione, sicuramente è come dice
lui. Vorrei averci pensato io ma di natura penso sempre alle cose
meno semplici e più complicate. Solo uno semplice e lineare come lui
poteva arrivarci. E sta bene con te per questo. Perchè anche se non
lo ammetti hai bisogno di uno che ti semplifichi la vita, non che te
la complichi. Alla fine è così. - Cercò di essere ragionevole e
logico, sperò che dal suo tono non trapelasse niente. Si sforzava di
non fare nulla nemmeno a livello fisico. Non muoveva un muscolo,
contava i secondi per poter respirare senza dimostrare agitazione.
- Mi dispiace. Dovresti picchiarmi
perchè ti ho illuso di nuovo e penso che ci sia un limite a tutto.
Sono un autentico bastardo. - Disse Karim, sapeva che José lo
pensava ma non voleva dirlo. Per non dargli soddisfazione? Perchè
aveva paura di tradire emozione?
Comunque José aprì il cassetto e gli
mostrò un foglio firmato.
Non disse nulla, il ragazzo lesse e
quando capì di cosa si trattava inarcò le sopracciglia incredulo.
Per un momento tutto si fermò in lui, tutto venne spazzato via in
modo incomprensibile.
Lesse la data.
- E' di giorni fa. Perchè non me l'hai
detto? - José sorrise amaro.
- Non mi parlavi. -
Karim si alzò nervoso.
- Sai che non è per questo. Dovevi
dirmelo. Perchè non l'hai fatto? - José si appoggiò allo schienale
stendendo le gambe sotto la scrivania.
- E perchè? - Disse provocatorio. -
Perchè dovevo dirtelo? -
Karim respirò profondamente cercando
di domarsi, ma poi sbottò allargando furente le braccia.
- Perchè hai firmato un accordo
rescissorio con Perez, a giugno tu puoi andare dove vuoi e lui può
prendere un altro allenatore! Significa che te ne andrai, José! Non
ti sembrava una cosa da dirmi nello stato incasinato in cui eravamo?
Potevamo tornare insieme e tu che fai? Te ne vai?! Allora se non lo
volevi bastava che quelle volte tu... tu non... non facessi tutto
quello... - Da furia ad un perdersi repentino fino a che non si
spense, fermo in mezzo alla stanza.
José ancora seduto al di là della
scrivania non si muoveva ma decise, fissandolo dritto negli occhi, di
dirlo.
- Perchè non mi ami più come prima e
mano a mano che andiamo avanti il sentimento si raffredda sempre più.
Io ti servivo per scaricare l'ansia. Mi hai usato ed onestamente non
sono uno che si fa usare. Così ho pensato che se la sarebbe vista
Gonzalo. - Era ancora un tono ragionevole. Era un po' freddo ma
andava bene lo stesso. Riusciva a non essere agitato.
Karim si ribellò a quello.
Se era un addio definitivo, non
potevano parlarsi mentendosi a quel modo.
Si avvicinò, appoggiò le mani sul
tavolo e si protese verso di lui, ancora separati da dei centimetri
sicuri.
- Non è così perchè tu mi ami ancora
e ci speravi che fosse la volta buona. Uno ci spererà sempre anche
dopo mille fallimenti, finchè ama. E posso dire di tutto, di te. Che
sei il pezzo di merda più egoista del mondo, specie come allenatore.
Ma per qualche strana ragione mi ami davvero. E sei sempre lì a
sperare che quando mi avvicino sia la volta buona. Non serve che lo
nascondi, io lo capirò sempre. Perchè ricordati bene, José. Anche
io ti ho amato e riesco a riconoscere questo sentimento. In te lo
riconoscerò sempre perchè so come lo esprimi. Non come gli altri.
Cerchi di soffocarlo e di non darlo a vedere. Ma hai quei piccoli
minuscoli atteggiamenti. -
José si sentì nudo e sventrato, le
ossa molli, l'incapacità di controllarsi.
Era la vera fine?
Andava così?
Karim che lo scopriva e lui che non
sapeva cosa fare?
Alla fine lasciò che gli occhi gli
brillassero di dolore e sentimento e si disse che solo quella volta
l'avrebbe permesso. Strinse le mani sulle gambe che chiuse e Karim
lesse ogni cosa. Appoggiò un gomito per essere più vicino, gli
prese la cravatta e l'attirò a sé, in avanti. I movimenti sicuri e
ancora un po' bruschi ma non arrabbiati.
Era triste. Autenticamente triste.
Era un vero addio. Definitivo. Per
sempre.
- L'ho fatto perchè era ora di
finirla. Non sarebbe mai stata una relazione sana, la nostra. Sarebbe
sempre stata sbagliata per qualche maledetta ragione. E siccome ti
amo voglio che tu sia sereno, oltre che felice. E queste cose,
fanculo, le puoi avere solo con Gonzalo. Quindi a fine stagione vedrò
di me e mi riprenderò. L'ho fatto per me stesso, dopotutto. Così
potrò rialzarmi. - Karim però sorrise in modo strano, sentendolo.
Era sia caldo che consapevole e José si sentì di nuovo
maledettamente nudo. Come odiava sentirsi così.
- Grazie. Lo so che l'hai fatto per me.
Non puoi spiegarmelo così bene e poi dire che è per te. Hai perso
la tua capacità di raccontare palle! - José ridacchiò rilassato
almeno per il tempo di un respiro. L'aveva di nuovo scoperto ma stare
nudo davanti a lui, improvvisamente, era la cosa più bella e non
l'avrebbe mai dimenticata.
- Vivi la tua vita e sii felice, pezzo
di merda. Io farò altrettanto. È ora di finirla. Mi sono rotto. -
Cercò un po' di contegno e Karim, ridacchiando a sua volta, annuì.
- Lo farò. Anche tu fallo. - Con
questo tornò serio ed anche José fece altrettanto. Consapevolezza.
La consapevolezza di una fine che,
nonostante tutto, era dolorosa perchè il sentimento era esistito
davvero da parte di entrambi.
E per quanto folle fosse stata quella
relazione, per quanto dolore avessero patito entrambi, alla fine un
amore più bruciante sapevano benissimo che non avrebbero mai potuto
provarlo per nessun altro.
Karim allora volle salutarlo come
meritava perchè dopotutto aveva fatto di tutto per aiutarlo. Ed in
ultimo l'aveva fatto nell'unico modo veramente utile.
Lasciandolo nelle mani giuste.
Lasciandolo andare via.
Così sfiorò le sue labbra ora vicine
e José chiuse gli occhi nel suo stesso momento.
Catturarono l'inizio di quella storia,
catturarono il momento in cui si erano resi conto di amarsi,
catturarono le volte in cui avevano lottato per resistere nonostante
tutto. E catturarono quella fine. Una fine dolce-amara. Una fine che
in ogni caso, per quanto giusta e sensata fosse, era sempre dolorosa.
Fu un bacio leggero e a fior di labbra,
ma fu il migliore che si erano mai dati e nessuno dei due l'avrebbe
mai dimenticato.
Separati, ancora respirandosi coi cuori
sospesi, Karim mormorò piano:
- Ciao... -
- Ciao... - Rispose José alla stessa
maniera.
Dopo, il francese prese forza, lo
lasciò, si alzò, si girò e andò via. Oltre la porta, mentre
percorreva veloce i corridoi, mentre raggiungeva la piccola macchina
Smart messa a disposizione dalla stradale -l'unica che poteva guidare
ora-, in quel tragitto eterno Karim si trovò a piangere allo stesso
identico modo di José chiuso nel suo studio, chino sulla scrivania.
Pianti silenziosi per una fine
definitiva ma necessaria.
Una chiusura per un'apertura.
Una vera apertura.
La più giusta che mai sarebbe potuta
esserci.
Sarebbe andato tutto bene.
FINE
Pare che Mourinho abbia davvero firmato
un accordo rescissorio con Perez, ancora settimane fa. Così a fine
stagione può andare via e Perez prendere un altro. Ma non sono
notizie ufficiali, possono essere vere come no. Io però dal fatto
che ha già contattato il presidente del Chelsea e dal fatto che ha
detto che farà un ritorno ma non all'Inter, penso che sia vero e già
tutto programmato.
Se volete sapere cosa scrivo di nuovo e quando lo metto o provare a farmi richieste o sapere a che punto sono con data fic, questa è la mia pagina facebook!