BENTORNATO
criskacriska

/Hangover - Taio Cruz ft Florida/
Ammetto che quando l’ho incontrato la prima volta a Madrid avevo dei pregiudizi. Me ne vergogno perché non vanno bene e lo so, però li avevo e non c’è niente da fare. Ho già fatto ammenda, per questo, specie perché poi mi sono ricreduto.
Giravano molte voci su di lui e la sua stessa immagine pubblica non era delle migliori, ero sicuro che questa volta sarebbe stata dura andare d’accordo con tutti i miei compagni di squadra.
Ero convinto fosse uno pieno di sé e basta, che non ci fosse niente di buono e positivo, in lui.
Poi però ci ho parlato e sono rimasto spiazzato.
Aveva davvero un gran bel sorriso solare, non ho scorto dietro della falsità. Gente così è socievole solo per facciata, normalmente.
Si dimostrò subito amichevole e ci salutammo come fossimo grandi amici, cosa che non eravamo mai stati in realtà.
Intavolammo subito una conversazione molto sciolta e proprio quando mi cominciavo a chiedere se mi fossi sbagliato sul suo conto -anzi, per la precisione tutti gli altri si fossero sbagliati ed io fossi stato sciocco a credere alle opinioni altrui- fummo interrotti perché la conferenza stampa doveva cominciare.
Cris era arrivato tardi quindi non eravamo riusciti a parlare molto a lungo, così seduti al tavolo davanti a fotografi e giornalisti, le domande cominciarono e dopo le prime assurde che come di rito cercavano solo di coglierci in fallo -più lui che me effettivamente… credo che con me non avessero problemi ma con Cris si sa…- ci trovammo a guardarci complici e perplessi dicendone tante di più con gli occhi che con la voce. E ridacchiavamo composti in una sintonia che sembrava consolidata da anni.
Quello fu il primo contatto fra noi due e mi bastò per capire che le voci che giravano su di lui non erano fondate.
Anzi, in realtà un po’ lo erano ma non c’era ben altro che nessuno riusciva a considerare, evidentemente.
Di fatto Cris in pubblico e con la maggior parte delle persone si comporta in modo discutibile, da spaccone, insomma… difficile da digerire, genericamente parlando, ma se si supera quella sorta di barriera iniziale che mette fra sé e gli altri come una sorta di selezione grossolana fra le persone che meritano e che non meritano, si arriva lentamente, di livello in livello, ad un ragazzo che è molto diverso da quello che appare, ricco di un sacco di particolarità che lo rendono invece delizioso.
Delizioso non nel modo in cui, penso, la gente intenda che lo sia io.
Invero nessuno considera Cris delizioso, nemmeno i suoi amici, quei compagni di squadra che hanno passato la ‘selezione’ e che si trovano bene con lui.
Non è difficile arrivare a quel punto, a pensarci.
Lui fa ridere tutti, solo che c’è a chi questo basta e c’è a chi questo non basta.
Nel primo caso possono aver voglia di approfondire il rapporto con lui, come è successo a me, oppure rimanere semplici compagni.
Nel secondo caso tendenzialmente si finisce per trovare in lui solo cose che non vanno detestandolo.
Questa seconda categoria non la capisco, io stesso non avevo una buona opinione di lui però quando ci ho avuto a che fare un po’ meglio mi sono ricreduto ed ho capito che non era tutto lì.
Successivamente ci siamo trovati insieme tantissimo. Entrambi siamo arrivati nello stesso periodo al Real ed etichettati come le stelle del momento siamo finiti per fare un sacco di interviste e servizi insieme.
Cose che faccio sempre senza discutere ma che comunque non mi fanno sentire mai a mio agio.
Non gioco di certo a calcio per i riflettori.
Lui invece sì. Cioè non dico che lo faccia per quello, non credo, però i riflettori sono come il suo pane. Li adora.
Starebbe ore a farsi fotografare anche se poi odia quando lo intaccano nei suoi momenti privati e lì reagisce male.
Vedendo la sua disinvoltura davanti agli obiettivi mi sono rilassato istintivamente e sono trascorsi tutti lisci e veloci, quei momenti insieme. Mi divertivo.
Lentamente dovendo trascorrere tanto tempo con lui per forza di cose, mi sono reso conto che semplicemente la sua compagnia mi piaceva.
Cris è una forza della natura se è di buon umore, ne spara una dietro l’altra e fa ridere tutti quelli che gli stanno vicino e non sorridere compostamente, dico proprio ridere fino a piegarsi in due!
Decisamente stare seri con lui accanto è un’impresa!
Se è di cattivo umore invece è tagliente, acido, prepotente, arrogante e profondamente cattivo. Diventa vendicativo e senza scrupoli. È in quei momenti che fa cose decisamente discutibili che io non condivido.
Però non mi ha mai intimorito, una persona con una tale forza interiore ed esteriore, uno che brucia a quel modo tutto e tutti sé stesso per primo, normalmente mi mette un attimo in soggezione, invece con lui non è successo.
Sono sempre stato l’unico in grado di calmarlo quando partiva di testa infuriato per qualche sciocchezza oppure quello che poteva avvicinarlo quando fuori di sé spaccava tutto quello che lo circondava.
Credo di avere un potere narcotizzante su di lui e non è una cosa da poco considerando il tipo iperattivo e focoso che è.
Servizio dopo servizio, allenamento dopo allenamento, dialogo dopo dialogo -ed il fatto che entrambi parlassimo portoghese ha aiutato molto il nostro legare- siamo semplicemente diventati amici.
Capta ogni sfumatura sul mio viso ed è stato il primo a notare che dopo il mio trasferimento dal Milan mi sono lasciato andare. Mi chiese perché ero così spento.
I suoi momenti seri sono rari e quando arrivano bisogna coglierli al volo perché potrebbero non ripresentarsi più. Credo che non ne abbia avuti molti, in vita sua, escludendo quelli con la sua famiglia naturalmente.
Con gli amici ad esempio non penso ne abbia avuti molti, forse è perché è convinto di non averne, non di veri.
Anche se era disposto a vedere in Raul uno che ci andava molto vicino a quel ruolo.
Cris non fa avvicinare nessuno.
Sembra socievole e aperto a tutti in ogni modo possibile, in realtà è solo apparenza.
Mi chiedo quando mi farà vedere il suo strato più intimo e sono fremente nel sapere com’è.
Però è rilassante stare con lui.
Non mi sono ripreso dal trasferimento e lentamente sono andato sempre più nel buio, diceva bene definendomi spento, però anche se il mio umore non era dei migliori e dovevo uscire di casa e fare tutte quelle cose che il manager della società mi imponeva, il fatto di farle con lui mi rischiarava e mi ritrovavo a ridere divertito. Cioè davvero divertito e non di circostanza.
Mi rilassava, mi distendeva e finivo per fare cose buffe io stesso, sebbene non ne avessi voglia.
Cose che lo stupivano, in effetti.
Come quando durante un servizio fotografico sulla neve, entrambi tutti bardati poiché faceva freddo, arrivando da dietro non sono riuscito a frenare e gli sono piombato addosso facendolo cadere. Bè, io mi sono fermato ed ero anche perfettamente in piedi!
Si è alzato e mi ha guardato stupito come se non mi credesse capace di certe cose. Poi ha riso spintonandomi a sua volta, ma tenendomi per non farmi cadere.
Ecco, quel genere di attenzioni.
Mi vedeva pensieroso e cupo, cosa difficile da credere, così mi arrivava accanto e sparava la prima cavolata che gli veniva in mente oppure semplicemente mi dava un innocuo buffetto sulla schiena e passava oltre. Mi distraeva dalle mie lugubri riflessioni e gli sorridevo andandogli dietro o cominciando la conversazione più insulsa esistente.
Quando il nostro rapporto si è consolidato egregiamente, negli allenamenti addirittura mi abbracciava da dietro per giocare.
Adoro quando lo fa.
Come mi sono mancate queste cose, quando mi sono dovuto fermare per cinque mesi.
Cinque.
Un’operazione al ginocchio ed io lontano dal campo, dagli allenamenti e dalla squadra. Certo li seguivo nelle partite e li andavo a trovare spesso e spesso loro venivano a trovare me, quando facevo riabilitazione o quando dovevo fare qualcosa di noioso sempre per il ginocchio..
Cristiano soprattutto, negli ultimi tempi, veniva a correre con me rallentando il suo ritmo e cambiando il suo percorso per farmi compagnia e farmi di nuovo ridere come quando ci si allenava tutti insieme.
Sempre rigorosamente in coppia a fare tutti gli esercizi. Sempre rigorosamente lui a parlottare ed io a ridere.
Non so se ha iniziato a fare così perché mi vedeva malinconico -eppure stavo attento a non mostrarlo- e voleva tirarmi su -e farmi ridere era l’unico modo che conosceva-, oppure se io ero l’unico con cui stava meglio fra tutti.
Ad ogni modo siamo diventati lentamente inseparabili sia in campo che fuori, fino a che ci siamo proprio messi insieme. Per lui ho messo in discussione tutto di me ed è stato traumatico. Lui ed i suoi modi tremendamente brutali mi hanno fatto passare dei momenti atroci ma mi ha aiutato, alla fin fine, e gli devo la mia attuale serenità.
A lui e al nuovo mister, Mourinho.
Anche lui si è messo d’impegno, appena arrivato, per risollevarmi e mi ha rivoltato come un calzino. In ogni senso.
Per questo poi, quando ho dovuto stare fermo dopo l’operazione, lontano da loro, mi sono mancati. Tutti ma soprattutto Cris. Cris in modo diverso dagli altri.
Mi mancava l’allenarmi sempre accanto a lui mentre mi faceva ridere, mi mancava il suo farmi sbellicare durante qualche foto dove dovevo stare serio.
Mi mancava la tensione prima di una partita, specie di quelle importanti. Mi mancava il giocare con lui, segnare ed abbracciarci, cercarci sempre in campo, giocare spesso e volentieri l’uno per l’altro. Mi mancavano queste cose da giocatori e mi mancavano con lui nello specifico.
Certo ci vedevamo lo stesso quanto più potevamo, però non è mai stata la stessa cosa.
Per me tornare a giocare è stata come una liberazione da una specie di prigione in cui per cinque mesi sono stato -e forse anche più considerando il mio buio personale del primo anno-.
Ottenere l’ok dai medici e dal mister, tornare ad allenarmi proprio coi ragazzi e non più da solo, tornare a calpestare il campo, di nuovo negli spogliatoi insieme, di nuovo una partita da bordo campo e di nuovo con tutti in un vero incontro, nello stadio, davanti a mille mila persone… è stato tutto fantastico, però il punto cruciale, per me, non sono stati gli applausi di tutti, e dico proprio tutti, anche i sostenitori avversari, a farmi commuovere e nemmeno lo sfiorare il goal o le pacche di tutti i miei compagni e la carezza dell’allenatore quando sono uscito.
È stato quello scambio di sguardi fra me e Cris mentre correvamo. Quel modo di fare di quando stavo bene.
Quando abbiamo iniziato a correre insieme, a cercarci per passarci la palla, a fare attenzione ai nostri scatti e ai passaggi… quando giocavamo insieme… è stato lì che mi sono commosso.
Ecco cosa mi mancava, mi sono detto, e paradossalmente prima di viverlo non mi ero reso conto che era stato quello nello specifico!
Avere la benevolenza di tutti, compagni, avversari e pubblico, è appagante e bellissimo, ma giocare con la persona che più ti ha dato in assoluto in un anno e mezzo, con quella che è diventata maggiormente importante e che ti ha sconvolto togliendoti dalla crisi in cui eri, è qualcosa che non so descrivere.
Ed ora che è finita, che siamo usciti dagli spogliatoi, abbiamo fatto tutte le interviste e le cose che dovevamo, ora che finalmente siamo riusciti a giungere in albergo, mi crogiolo in questa stanchezza che mi mancava a cui non ero abituato. Cinto dal suo braccio sicuro e rilassato che mi tiene su di sé ad ascoltare i battiti regolari mentre sta per addormentarsi, dopo aver fatto l’amore, posso finalmente dire qualcosa riguardo a questo mio ritorno ufficiale. Un ritorno che intendo in tutti i sensi.
Ma cosa dire?
Ci penso dopo aver ripercorso quello che è Cris ed il rapporto che ho costruito da quando lo conosco, poco tempo in fondo, e non so ancora cosa dire sebbene di solito trovi sempre le parole giuste. Non sono uno che si fa problemi ad essere sentimentale, anzi, lo sono spesso ed anche per lui.
Però ora ne vorrei forse dire troppe e penso dopotutto che nessuna sia sufficiente.
Così sapendo che ancora non dorme, dico semplicemente quello che probabilmente riassume tutto:
- Grazie. -  
 Lui fa finta di non aver sentito e per togliersi dall’imbarazzo che so prova, ne spara una delle sue mantenendo gli occhi beatamente chiusi e la mano che carezza lieve la mia schiena:
- Mi mancava da morire il sesso dopo una partita! - Poi aggiunge baciandomi la fronte: - Inteso, con te! - Io allora nascondo il viso contro il suo collo e rido.
- E a me mancavano le tue cavolate nei momenti più inopportuni! -
Non ci rinuncerei per niente al mondo ed anche se so che per noi calciatori il futuro in una città ed in una squadra è sempre incerto, spero vivamente che tutto questo duri il più possibile.
- Bentornato. - Dice dopo un po’ che la mia risata si spegne e torno a riaccomodarmi per dormire.
Nel silenzio la sua voce mi scalda più della trapunta che ci copre.
So che è arrossito quindi non lo guardo, anzi, spengo la luce del comodino e lascio che il buio ci avvolga.
Ora sono io che ho un sorriso beato.
- Grazie. - Ripeto questa volta per la sua frase che, detta da Cris, è il massimo del romanticismo a cui posso aspirare ora.
Dopo di ché mi abbarbico a lui comodo comodo e lascio che il sonno mi prenda.
Non ricordo da quanto non stavo così bene.

FINE