BUON COMPLEANNO


CAPITOLO I:
IL REGALO PERFETTO

Ricardo era andato in crisi molto prima del cinque febbraio… già con l’arrivo del nuovo anno, in realtà, ci era andato…
Forse era un po’ esagerato ma lui era fatto così, era un ragazzo organizzato e solitamente aveva le idee chiare, era quando non le aveva che andava, appunto, in crisi.
Quella volta fu così e colpa fu, tanto per cambiare, di Cristiano.
Colpa in effetti era una parola grossa, in realtà non era colpa sua se era nato quel giorno… insomma, sostanzialmente non cambiava il giorno, cambiava solo il fatto che non sapesse cosa regalargli.
Non era uno che si faceva grossi problemi per quel genere di cose, poi a Cris piaceva la moda, bastava vedere qual era la tendenza del momento e prendere di essa la più costosa della categoria, ma dopo aver ricevuto l’anno prima il suo regalo, si era convinto che non bastasse più… in fondo lui gli aveva regalato niente meno che un appartamento pieno di foto loro… insomma, oltre che megalomane ed esagerato ed egocentrico, era stato anche utile, dolce e romantico perché c’era un bel significato dietro. Per non dire quanto servisse!
Dunque cosa poteva regalargli lui per i suoi 27 anni?
Aveva cominciato a pensarci con largo anticipo ma più i giorni proseguivano e più si era ritrovato senza un’idea degna.
Il piano di riserva era prendergli uno dei tanti nuovissimi super tecnologici accessori Apple di cui Cristiano andava matto, però non era una gran cosa anche perché probabilmente era già l’idea della sua famiglia o di Irina…
Insofferente i sospiri avevano cominciato ad essere sempre più frequenti fino a che arrivato all’ultima settimana di Gennaio era andato proprio in crisi mistica.
Se fossero stati in una pausa dal campionato gli avrebbe regalato una vacanza loro due da soli senza famiglie e seccatori, ma erano in piena Liga e il mister non gli avrebbe mai concesso nemmeno due giorni. E poi due giorni non erano abbastanza, confronto al suo appartamento.
Oltretutto voleva anche che fosse qualcosa che gli rimanesse.
Il trentun Gennaio giunse tragico e Ricardo ai sospiri insofferenti e pensierosi aveva cominciato ad aggiungere la sua proverbiale nonché pericolosa emotività.
Questo per lui equivaleva ad essere tetro e lugubre come un morto, a non sorridere più e a non scherzare con nessuno.
Cristiano si accorse subito che aveva qualcosa, sarebbe stato difficile il contrario, solo che capire di cosa si trattasse sarebbe stato troppo, infatti non ci arrivò proprio per niente.
Quando gli chiese cosa gli succedesse, se fosse per caso preoccupato per il suo rendimento a calcio, Ricardo aveva tragicamente risposto con un criptico ‘magari fosse solo quello!’ che aveva ampiamente preoccupato Cristiano tanto che non aveva potuto non chiamare niente meno che Caroline e chiedere a lei direttamente se a casa andasse tutto bene o se Luca per caso fosse gravemente ammalato… Ricardo ormai si riduceva così solo per suo figlio con cui era praticamente in simbiosi.
La ragazza aveva risposto cadendo dalle nuvole, dicendo che era tutto a posto e chiedendogli anzi cosa succedesse.
Cristiano si era maledetto ma almeno si era tranquillizzato… fino ad un certo punto.
Esposti i suoi dubbi sul fatto che Ricardo fosse seriamente preoccupato da qualcosa, Caroline aveva detto altrettanto ma che non riusciva a capire cosa fosse. Comunque non riguardando il matrimonio, la famiglia o il lavoro il mistero si infittì e sebbene lei cercò di tranquillizzarlo dicendo che avrebbe indagato, Cristiano non si mise affatto il cuore in pace.
Quando lo affrontò di petto ottenne l’effetto opposto.
Ricardo gli aveva risposto acido.
Quando mai lui era acido?
Gli aveva detto che l’esistenza non arrivava solo a casa e al lavoro ma che c’erano un sacco di altre cose a cui pensare e di non indagare che avrebbe solo peggiorato le cose.
I primi di febbraio arrivarono così nella tempesta dove Cristiano e Ricardo a malapena si parlavano. La cosa non pareva impensierire troppo Ricardo quanto il problema del regalo, poi avrebbe potuto spiegargli tutto ma nel frattempo doveva trovare subito una soluzione.
Era ormai il tre febbraio. Cosa poteva inventarsi in così poco tempo?
Il fatto poi che dovesse arrivarci da solo era ancor più segno di profonda testardaggine per lui.
Se avesse dovuto fare un regalo speciale a sua moglie che avrebbe dovuto parlare al tempo stesso di sé -come Cristiano aveva fatto con quell’appartamento- sarebbe stato facile. Sarebbe bastato costruirle una piccola cappella di preghiera in giardino.
Ma per Cristiano non era sensata una cosa del genere.
Oltretutto aveva idoli ma la maggior parte era già riuscito ad incontrarli e per il resto si arrangiava da solo in quel settore, bene o male…
Anche perché poi era tardi a quel punto anche chiamare il suo amico Ronaldo, il fenomeno brasiliano e suo grande amico, e chiedere a lui di trovargli qualcuno dei suoi famosi contatti disposto a fare un salto a Madrid per una cena esclusiva con Cris…
Non sapeva proprio dove sbattere la testa.
Fu quando venne a sapere che gli amici di Neymar avevano tanto fatto fino a che non erano riusciti ad organizzare una cena speciale per lui con due dei suoi idoli, che a Ricardo venne male.
Persino questo!
Tutti si prendevano in tempo ed avevano le idee meravigliose per i compleanni tranne che lui. Poi si era fermato ed aveva chiesto a Cris, portatore di tale notizia…
- Ma perché me lo dici tu? - Cristiano con orgoglio e pompato peggio di uno spogliarellista, aveva risposto trionfante al settimo cielo, tutto luminescente:
- Perché sono io il suo idolo! E per inciso ci sarai anche tu alla cena! In realtà è una festa… lo portano qua la sera del quattro perché il cinque deve assolutamente essere in patria per il club e non può mancare e a sorpresa alla festa spuntiamo noi e partecipiamo. Non dobbiamo fermarci tutto il tempo, un paio d’ore e poi andiamo… ma ci pensi ritrovarsi alla propria festa di compleanno il proprio idolo? Ricordo quando ho incontrato di persona il mio, Luis Figo… giocare con lui in Nazionale è stato fantastico! Un sogno che si realizzava! Sono passato dal tifare per lui all’averlo come compagno… incredibile! - Ricardo era sprofondato nel buio più totale… tutti ci si mettevano!
E Neymar che doveva avere Cris come idolo sportivo!
Ma si poteva?
Quello che non solo era gay ma anche una specie di porno star o qualcosa di simile, che viveva per il sesso e per portarsi a letto qualunque creatura di sesso maschile che gli piacesse… poteva solo immaginare se non ci avrebbe provato con Cris!
Quelli erano nati lo stesso giorno, fra l’altro… il ragazzino si sarebbe impegnato il doppio per quel segno del destino -sicuramente tale l’avrebbe visto…- non aveva certo problemi per quello, sapeva che Cristiano era ormai fedele. Se si escludeva la storia con Irina. Ad ogni modo non lo preoccupava, solo che doveva preoccuparsi per una pessima serata passata ad ingoiare tutte le mille avances di quel ragazzino troppo intraprendente verso il suo compagno.
Per non parlare di come quel disgraziato avrebbe gongolato.
Pessima serata.
E a parte quello, cosa cavolo regalava lui a Cris?
Niente!
Niente perché niente non aveva ancora in mano.
Questa volta non sapeva proprio cosa fare…

Il quattro, dopo la partita disputata con il Getafe, Cristiano e Ricardo come d’accordo andarono a presenziare alla famosa festa in onore degli idoli del piccolo e talentuoso Neymar fatta a Madrid solo per loro.
Ricardo era lugubre e allucinato ma riuscì a tirare fuori un sorriso per il connazionale che in risposta gli si appese al collo contento come una Pasqua. Dopo l’abbraccio si era ritrovato il viso pieno di baci e rimanendo di sasso si era chiesto come gli fosse sfuggito quella forza della natura.
Con Cristiano fu più o meno lo stesso, baci e abbracci entusiastici ma anche una lacrimuccia di commozione inaspettata.
Essere il centro di un sogno fu per Ricardo terapeutico e vedendo tutta la sua gioia incontenibile nello stare con loro fu davvero bello, i nervi finalmente si sciolsero e come per magia cominciò a rilassarsi, ridere e scherzare com’era nella sua natura.
A Cris non parve vero vederlo tornare in sé e contento più per questo che per qualunque altra cosa, si lasciò andare al divertimento e quando si ritrovò le mani di Neymar appollaiate strategicamente sul suo didietro non realizzò subito di cosa si trattava.
La risata di Ricardo l’aveva distratto.
Poi se ne era accorto.
Neymar buono buono e senza farsi accorgere da nessuno -solo lui sapeva come- ci stava praticamente provando con lui.
La sua -loro- fama lo precedeva ed era chiaro che il brasiliano pensasse di festeggiare ulteriormente a modo suo quella serata splendida. Non solo incontrare il suo idolo ma andarci anche a letto sarebbe stato il top, cosa chiedere di meglio?
Avrebbe riso e si sarebbe divertito sentendosi non poco lusingato, a lui piacevano da matti quelle situazioni dove ragazzi intraprendenti del genere e dall’ottimo gusto ci provavano strenuamente e abilmente con lui, però non in presenza di Ricardo.
In ogni caso non ci sarebbe mai stato, gli avrebbe dato un po’ di filo per puro auto compiacimento ma con Riky lì tornato sorridente e rilassato come per miracolo, non ci pensava minimamente.
Quando gli tolse la mano dal proprio piacente fondoschiena, Neymar lo guardò interrogativo non capendo come mai non gradisse… eppure era famoso il suo apprezzare il sesso libero con chiunque. Oltretutto sapeva di essere un bel ragazzo.
Cristiano stava cercando un modo per scaricarlo senza rovinargli la festa e soprattutto senza farsi accorgere dalla sua dolce metà quando la metà in questione li raggiunse per riferirgli chissà poi cosa di tanto divertente.
Non lo ascoltò nemmeno ma rise isterico ed eccessivo tanto che Ricardo capì al volo in un nano secondo netto che le sue paure iniziali si dovevano già essere dimostrate fondate.
Lo guardò e bastò per dirgli con lo sguardo ‘ci ha già provato?’ e Cris, capendo ciò che voleva dire, sempre con gli occhi più comicamente comunicativi mai visti, rispose: ‘dritto alla meta come un rugbista!’
La musica li salvò perché quando arrivò la canzone di ultima uscita che al ragazzino doveva piacere parecchio ‘Ai se tu pego‘, fu trascinato in pista poco più in là da un amico che benedirono in perfetta sincronia.
Rimasti relativamente soli, i due si avvicinarono un po’ più rilassati e continuando a fissare il festeggiato ballare con movenze molto provocanti ed esperte, di chi la sapeva molto lunga sulla sottile arte della danza seduttiva -ballava fissando Cristiano come se esistesse solo lui e nonostante il balletto in sé fosse idiota quello sembrava sensuale lo stesso!- commentarono a denti stretti fra sorrisi di circostanza e sorseggiando dei drink.
- E’ molto più intraprendente di quel che pensassi… -
- Non dirlo a me! -
- Che ora è? -
- Le undici… -
- Dici che si offende se ce ne andiamo ora? -
- Dico chi se ne frega! Alla prossima mi salta addosso! Sa già com’è fatto per bene il mio culo e fortuna che ho un’alta auto stima e che mi divertono queste cose! -
- Meglio evitare di trovarci qua quando sarà completamente ubriaco… -
- La canzone sta per finire. -
- Non possiamo andare via senza salutare… -
- Riky, vuoi che prenda il calco del mio cazzo, questa volta? Quello del mio culo ce l‘ha già! -
Ricardo rise trovandolo estremamente buffo e divertente… Cristiano che scappava da un bel ragazzo che ci provava strenuamente con lui… quando mai?
Non che avesse dubbi al riguardo, insomma, non poteva mica accettare… però era divertente lo stesso.
Non fecero in ogni caso in tempo perché proprio quando se ne stavano andando discretamente con l’intenzione di scrivergli un messaggio dopo, Neymar arrivò saltellando e planando addosso a Cristiano gli si fece tipo scimmia. Quando le mani cominciarono a scendergli dal petto al ventre in via evidente di inguine, Cris gli artigliò le mani per fermargliele con isterismo e fra le risa singhiozzanti di Ricardo disse con una vocetta addirittura imbarazzante di chi voleva mandarlo al diavolo ma cercava disperatamente di evitare:
- Senti, noi andiamo che siamo stanchi… stasera abbiamo giocato e non vediamo l’ora di andare a dormire! -
Bugia grande come una casa ma tanto avrebbe potuto dirgli qualunque cosa che tanto non avrebbe capito nulla, troppo concentrato sul cercare di arrivare al di sotto dei jeans. Cosa che non riuscì perché con una scrollata brusca di spalle riuscì a buttarselo giù. Preoccupato che se la prendesse e lo accusasse di averlo trattato male, Ricardo lo abbracciò prontamente affettuoso per salutarlo e questo infatti funzionò perché da burrascoso che era diventato, il festeggiato divenne di nuovo un cioccolatino sciolto al sole e ricambiando l’abbraccio del connazionale, si attaccò a lui con quella di non mollarlo…
- Sicuri che dovete andare? Speravo di poter fare la mezzanotte insieme, così la festeggiava anche lui… - Ricardo si separò con fermezza rispondendo risoluto ma gentile:
- Sì, mi dispiace… sono proprio sfinito, sto per addormentarmi e lui se non dorme le sue ore è uno zombie. Il mister ci ucciderebbe se domani arrivassimo agli allenamenti sottotono… - Il che era anche vero, poi…
Il faccino di Neymar divenne tutto un programma e notando la mano che non voleva saperne di lasciare quella di Ricardo, Cristiano provvide a staccarlo -per poco non lo fece a morsi- quindi con aria tiratissima lo salutò a sua volta con un finto ‘ci si rivede!’ che voleva essere un ‘a mai più’ che comprese solo Ricardo.
Neymar alla fine a malincuore dovette lasciarli andare e appena fuori al sicuro nell’auto di Cris, questi disse con un respiro di sollievo come se avesse mandato giù un boccone durissimo:
- Cazzo, non si staccava più! È una piovra! -
Ricardo rise completamente dimentico di tutti i problemi che l’avevano assillato per quei giorni e quando lo sentì partire a razzo, chiese notando che andavano da tutt’altra parte che casa loro:
- Dove andiamo? -
Cristiano rispose accantonando al volo la pratica Neymar che comunque gli aveva fatto piacere lo stesso, e senza esitare disse sicuro di sé:
- Ad incassare il mio regalo! -
- Cosa? - Chiese Ricardo senza avere idea di che diavolo intendesse!
Cristiano lo illuminò con fierezza e semplicità:
- Ho un desiderio e solo stasera con te lo posso realizzare. Andiamo. Ormai abbiamo la notte per noi, sanno tutti che abbiamo sta festa. -
Ricardo non trovò niente da ribattere anche perché improvvisamente si era ricordato dell’enorme problema del regalo… non sapeva ancora cosa fargli, come poteva dirgli ‘auguri’ a mani vuote?
Sarebbe stato terribile, di conseguenza almeno accontentarlo in qualunque cosa volesse, era il minimo.
Poi gli venne l’illuminazione.
Fu lì, esattamente lì, così, che gli parve il cielo notturno si illuminasse a giorno, le campane suonassero a festa ed i lampi attraversassero l’auto in cui viaggiavano a velocità più che folle.
Eccolo il suo regalo, ma come non pensarci prima?
Secondo i gusti di Cristiano e il tipo che Ricardo era, c’era solo un regalo più adatto di un qualcosa di tecnologico o alla moda.
Qualcosa che parlasse del loro rapporto, di quello che desiderava il festeggiato sopra ogni altra cosa, che gli servisse e che fosse utile a modo suo, in un certo senso. Ma soprattutto che potesse essere apprezzato come non mai.
E non doveva comprarlo, per questo era una cosa da Ricardo. Ma soprattutto era romantico come lui.
Quando Cristiano fermò la macchina, erano al belvedere appena fuori Madrid. Un rialto suggestivo dove si vedeva tutta la città dall’alto di quella collina. Mille luci illuminavano la notte dando vita ad uno spettacolo mozzafiato.
I due ragazzi scesero dall’auto appoggiandosi sul cofano, stretti per il freddo.
Era un posto buio ed isolato e potevano anche permettersi di circondarsi l’un l’altro con le braccia.
Alzarono gli occhi dallo spettacolo della città a quello del cielo e lo videro sereno e tempestato di stelle. Era pulito e splendido, nemmeno una nuvola.
L’aria soffiava fredda intorpidendoli, i fiati si condensavano al contatto con l’esterno creando nuvolette che venivano prese via dal vento. Non avrebbero resistito molto ma quello spettacolo caro a Cris non se lo sarebbe potuto perdere con lui.
Era romantico, forse, e magari poco da lui, ma…
- Madrid è la prima città dove starei a vita. Non cambierei. Se potessi scegliere sceglierei di stare qua per sempre con la formazione di quest’anno, niente cambiamenti. Con la squadra così com’è, con te al mio fianco. È tutto perfetto così. Madrid è il primo posto dove vorrei fermarmi. Volevo imprimermi questo ricordo, stanotte, nella speranza che questo desiderio venga realizzato. Che tutto rimanga così. - Sapeva che era impossibile, che per gente come loro tutto cambiava sempre di continuo e che forse a giugno stesso avrebbero dovuto affrontare qualche distacco importante, ma non importava. Ora poteva anche crederci e sperarci.
Ricardo guardò l’ora al cellulare e sorridendo si voltò verso di lui, gli girò dolcemente il viso toccandolo con le mani fredde ed una volta che ebbe i suoi occhi all’ombra della sera, fra mille brividi, disse sereno e carico di quei sentimenti che solo lui riusciva ad esprimere tanto bene e con naturalezza:
- Buon compleanno, tesoro. - Prima del regalo lo baciò con calma scaldandosi brevemente in quello scambio delicato e sentito di sapori. Cristiano in silenzio rimase ad ascoltare il resto che sapeva c’era: - Ero in crisi, in questi giorni. L’hai notato. Non sapevo cosa regalarti. O meglio… ti conosco, c’erano tante cose che potevo prenderti, ma erano cose materiali, non da me e soprattutto non veramente adatte. Volevo qualcosa che parlasse di me ma che tu desiderassi comunque sopra tutte le altre, che ti rimanesse in qualche modo e che te lo ricordassi. Volevo qualcosa di speciale e… non so… che fosse all’altezza del tuo regalo per me… - Cristiano fece una strana espressione, gli occhi gli divennero lucidi. Tutto quel tempo, tutti quei problemi solo per lui… già questo era più che sufficiente, ma quando gli disse cosa aveva trovato alla fine… bè, quello fu il colpo di grazia.
- Il mio regalo è questo. Me per ventiquattro ore. Completamente. Interamente. Unicamente per te. Tutto quello che tu desidererai, tutto, io lo farò. Non ci dovranno essere limiti, qualunque cosa tu vuoi io faccia io la farò o che tu vorrai fare io ti accontenterò. Non riesco a pensare ad altro che questo. Niente di materiale da comprare ma che abbia un senso ed un significato profondo e sentimentale. Forse non rimane come un i-phone, è vero, però io lo so che come questo momento ti resterà per sempre, anche l’intera giornata ti rimarrà se farò in modo che questo istante si allunghi anche alle ventiquattro ore successive.
Qualunque cosa, Cris. Per te. -
Più sentimentale di così si poteva morire, per non dire di quanto fosse da Riky… non era nulla di stratosferico, niente di consistente e di costoso, niente che si poteva comprare ma grandioso al tempo stesso, se si pensava poi che Cris avrebbe potuto chiedergli di tutto e che l’avrebbe fatto era davvero preoccupante!
Un segno di fiducia cieca e totale e di amore incondizionato.
Tutto quello che poteva dargli era lui stesso come Cris voleva e desiderava e questo fu davvero il regalo più bello di tutti.
E veramente l’avrebbe ricordato per sempre.
Sempre.
Commosso, questa volta lasciò andare le sue lacrime che gli rigarono le guance congelandogliele. Non riuscivano ad arrivare al mento che erano già asciutte e con la pelle ormai intorpidita non sentì le dita altrettanto gelide di Riky tenerlo a sé e carezzarlo, ma sentì le sue labbra chiudersi sulle proprie e fu sufficiente perché tornò di nuovo a sentire quella splendida ondata di calore acuta.
Indimenticabile.
- Ti amo, Riky… e non so come tu faccia sempre a leggermi dentro, ma il mio desiderio più grande, quest’anno, eri tu. Ed eccoti qua. Grazie. Ti amo. - Ricardo stesso si commosse nel sentirlo sulle labbra, così emozionato, e stringendolo forte a sé per quel momento non sentì il freddo, solo lui e quel senso di perfezione totale e gioia incontaminata.
Che durasse o meno non importava. Quella notte, quel giorno, nessuno glielo avrebbe tolto.
Come nessuno gli avrebbe mai tolto quei sentimenti. Mai.
- Ti amo anche io Cris. Farei di tutto per te. - E forse solo uno come lui avrebbe potuto dire una cosa tanto sentimentale e romantica fregandosene di come poteva apparire. Ma la felicità di Cristiano lo portò là insieme a quelle stelle che tempestavano il cielo blu scuro.
Perfetto così.