CAPITOLO II:
DESIDERI

Fu come un bambino che si trovava in un intero centro commerciale pieno di dolci e giochi tutti a sua completa disposizione.
L’effetto per Cristiano quando realizzò qual era il regalo di Ricardo, ovvero Ricardo stesso, fu questo.
Andò anche in crisi perché non voleva sprecare la rara opportunità per fargli fare -o fare con lui- qualcosa che comunque potevano fare comunemente.
Ad esempio fare l’amore era normale, per loro.
Aveva una giornata intera dove Riky l’avrebbe accontentato in tutto e per tutto… avrebbe potuto fargli fare qualunque cosa che non gli avrebbe detto di no.
Anche dichiararsi il suo fidanzato al mondo intero. Naturalmente non era nel suo interesse una cosa simile, sapeva che poi avrebbero passato l’inferno, era il primo a non volerlo. Però l’idea che potesse farlo lo mandò in estasi talmente profonda che per tutto il viaggio del ritorno Cris lo passò come un ebete a fissare Ricardo guidare la sua stessa macchina.
Cosa fargli fare?
Avere Ricardo tutto per sé per ventiquattro ore di fila era fantastico ma alla fin fine cosa significava?
C’erano cose che non avrebbe fatto in un giorno normale?
Sì, parecchie, ma lui lo amava e non gliele chiedeva per questo dopotutto. Però potendo fare un’eccezione… od un paio… insomma, andando per ipotesi doveva trovare qualcosa.
Per ipotesi, desiderio dei desideri, cosa avrebbe voluto riguardo Riky?
Sicuramente qualcosa c’era…
Bè, ovviamente poterlo avere una giornata intera per sé e basta senza doverlo condividere con la sua famiglia. Questa la numero uno.
Forse poteva chiederglielo.
Poi… bè, magari qualche desiderio sessuale particolarmente spinto a cui Riky in condizioni normali non si sarebbe mai e poi mai prestato poteva anche esserci, qualcosa gli poteva venire anche in quel senso.
E poi? Qual era soprattutto il desiderio più grande?
Sposarlo, ovviamente, quanto stava a dirlo?
Ovviamente lui era evangelista e fra le altre cose già sposato. Non l’avrebbe mai fatto. E poi erano cose sdolcinate. Però lui era romantico. Non lo dava a vedere ma in realtà era romantico eccome. E Ricardo, invece, lo era e lo dava anche a vedere. Più romantico di lui non esisteva nessuno.
Comunque era un passo naturale volerlo fare e stranamente non aveva l’istinto di scapparne come solitamente fino a quel momento gli era successo.
Anche perché non aveva mai avuto relazioni serie e durature, solo un sacco di stronzate.
Con Irina la stava facendo seria per continuare con Ricardo, il che era diverso. L’avrebbe sposata per pace personale -anzi, comune- e poi perché stava bene con lei, era popolare, bella, ricca, scopava bene e potevano fare la nuova coppia del secolo, alla David e Viktoria Beckham per intendersi… era un po’ il suo sogno anche quello. Amava lasciare il segno, quello era solo uno dei tanti.
Oltretutto da quando erano tornati dalle vacanze estive e sembrava che lei e la dolce Caroline avessero una tresca insieme -non avrebbe mai potuto immaginarlo possibile nemmeno fra un milione di anni conoscendo Carol, ma c’era da dire che nemmeno per Riky nessuno l’avrebbe detto ed invece…-, era tutto molto ma molto meglio.
Insomma, una specie di sogno.
Per questo la naturale conseguenza era volerlo sposare, sapeva che non poteva essere, però si era parlato per ipotesi utopistiche e quelle erano.
Oltretutto aver provato la vita da padri-gay era stato fantastico… i rispettivi figli erano amici e sembravano fratelli.
Decisamente dopo averla assaggiata per caso non era nemmeno più capace di metterla da parte e non pensarci più.
Non c’erano altre cose che avrebbe voluto di più. Oltre che naturalmente stare con Riky a vita, ovunque ed in qualunque posto in qualunque modo ma sempre con lui.
Insieme a Madrid, insieme in Inghilterra, insieme in Italia, insieme ovunque volesse e con le rispettive famiglie e vite-specchietto ma sempre insieme.
Però per quello era presto, volendo con un po’ di fortuna e abilità sarebbero potuti riuscirci. Bastava scegliere sempre le stesse città o per lo meno vicine ed il gioco era fatto. Avrebbero continuato a stare insieme anche se fossero stati uno da una parte del mondo diversa dall’altro, però in quel caso sarebbe stato complicato, tutto lì.
Ricardo fermò la macchina nel loro appartamento secondario che fortunatamente nessuno conosceva e Cris parve svegliarsi da un sonno profondo. Sbattendo gli occhi stordito infatti lo fissò ancora trasognato e chiese con voce roca e sorpresa:
- Bè? Perché qua? -
Ricardo sorrise consapevole:
- Scommetto che il tuo primo desiderio è passare queste ventiquattro ore comunque sempre insieme a me costantemente, senza dovermi condividere con la mia famiglia! - Cris annuì allibito, come faceva a saperlo? L’aveva appena pensato… Ricardo sorrise indulgente e si avvicinò a lui toccandogli il mento con la nocca dell’indice piegato, un gesto sicuro di sé ed adulto: - Posso combinare in qualche modo. Uscendo stasera non avevo idea di cosa potevo regalarti ma sapevo che comunque avremmo dovuto festeggiare in qualche modo, quindi ho detto a Carol che stanotte sicuramente non sarei tornato e che probabilmente i ragazzi avevano pensato qualcosa per i tuoi 27 anni che avrebbe richiesto la mia presenza costante… sai, cose come preparazioni di feste e via dicendo… ha detto di farle sapere se intendevo tornare ma di non farmi problemi e di festeggiare con te ed i nostri amici senza remore. - Cris sarebbe voluto riuscire a dire ‘è una donna fantastica’ ma Riky ancora una volta lo precedette con un sorriso consapevole e questa volta una carezza sulla guancia che lo riscaldò all’istante dal freddo che stava giungendo per la macchina ferma e spenta. - Non pensavo che questa cosa con Irina fosse tanto utile. Mi sento un verme strisciante meschino peccatore e prossimo all’inferno, per questo starò malissimo per il resto dei miei giorni di credente ma posso accantonarlo momentaneamente per te, perché ti amo e voglio che ti ricordi questo giorno per tutta la tua vita. - Cris ora aveva la bocca aperta in modo imbarazzante.
Ora stava pensando:
“Ecco, dicevo… è il più romantico della Terra! Ma non è che io sono da meno, mi sto sciogliendo come un cioccolatino al sole d’Agosto!”
Non ebbe comunque bisogno di dirlo ad alta voce perché Ricardo parve capirlo di nuovo e sorridendo intenerito e divertito al contempo, gli baciò leggerlo le labbra:
- Vieni, andiamo su. È tardi e fa freddo… - Che non era un ‘ho sonno andiamo a dormire!’ sapeva che non avrebbero potuto.
Assecondandolo come fosse un astronauta che calpestava la Luna per la prima volta, lo seguì giù dalla macchina e benedì l’idea che aveva avuto settimane prima di portare lì dei vestiti loro di ricambio per ogni evenienza. Ovviamente comprati insieme per non destare sospetti in nessuna delle loro dolci metà che si vedevano sparire dei vestiti dagli armadi!
Non poteva ancora credere a quello che stava capitando ed era comunque perso in Ricardo tanto che nell’ascensore aveva deciso pure di tenergli la mano come per fare veramente i fidanzati, come aveva desiderato in macchina senza osare dirlo.
Non poteva mica sposarlo veramente… però non voleva niente più di quello…
Sospirò e Ricardo si voltò a guardarlo mentre l’ascensore saliva all’ultimo piano di quell’alto palazzo.
- Che succede, non sai cos’altro chiedere? - Come sapeva leggergli bene… Cris arrossì, era assurdo ma era così. Lui che aveva sempre le idee chiare e non esitava mai, che appariva presuntuoso e antipatico spesso proprio per questo, ora non sapeva. Bè, non osava più che altro.
Sicuramente su una cosa non c’erano dubbi, comunque…
- E’ un regalo troppo bello, non me l’aspettavo, mi hai preso in contropiede e… cosa posso dire? Grazie… - Ricardo sorrise trovandolo oltremodo dolce. Cercava sempre di nasconderlo ma lo era, a modo suo e diversamente, ma non poteva non ricordare tutte le volte che piangeva per l’emozione di una partita importante vinta o per la delusione di una altrettanto importante persa. Piangeva anche per il nervoso, per l’eccessiva pressione, per le vittorie meravigliose… sapeva piangere ed un ragazzo che sapeva piangere era dolce e sensibile, per lui. Anche se si vergognava di dimostrarlo e dava di sé parti discutibili al resto del mondo.
Lo capiva, poteva essere pericoloso mostrarsi deboli, però non era debolezza quella sua emotività nascosta nel profondo che fuoriusciva raramente.
Le porte si aprirono e loro due si separarono pensando di trovare compagnia, solo in un secondo momento si ricordarono che il piano era completamente loro tanto che era grande l’appartamento all’ultimo piano.
Il più costoso, il più bello, il più esclusivo acquistato in gran segreto pagando fior di soldi in più per la riservatezza. E minacciando chi di dovere in caso contrario!
Ricardo riprese la mano di Cristiano volentieri raggiungendo la porta d’ingresso e quando l’aprì la sensazione di sentirsi a casa lo sconvolse come di consueto.
Era da meno di un anno, come facevano a sentirla già loro nonostante il comunque poco tempo che vi passavano dentro per via dei vari impegni?
Quando chiusero il caldo li investì piacevole non facendogli sentire quel freddo atroce di prima e sospirando si sciolsero per togliersi le giacche e mettersi comodi in casa.
Erano ancora vestiti elegantemente per la festa di quella forza della natura di Neymar e fu nel ripensarci che Ricardo si mise a ridere incontrollato allentando improvvisamente la strana tensione che poi tale non era ma solo pensieri.
Quando Cris lo guardò era chiara la domanda da ‘ti sei bevuto il cervello?’ e Riky rispose fra un singhiozzo e l’altro:
- Ripensavo a stasera… a quando Neymar ci ha provato con te e tu non sapevi come scrollartelo di dosso! La tua voce ad un certo punto ha superato la soglia della decenza! - Che probabilmente intendeva che era stata stridula!
Cris al ricordo si rischiarò e tornò a ridere come un disgraziato a sua volta:
- Si era appiccicato tanto a me che la sua mano aveva preso la forma del mio culo! Stava andando a prendere anche quella del mio cazzo! -
- Non pensavo fosse così, è incredibile! -
- Se questo viene a giocare in Europa e metti che ce lo ritroviamo anche in squadra ti immagini cosa succede? - L’ipotesi fece rabbrividire entrambi che smisero di ridere, infatti guardandosi rabbrividirono.
- No, per carità! È un giocatore che promette bene ma direi che possiamo evitare di averlo come compagno se poi dovremmo passare tutto il tempo ad allontanarlo! -
Poi si fermarono e Cristiano ripensò al motivo per cui, comunque, aveva voluto loro…
- I suoi idoli… - Ricardo sorrise sapendo che era stato un gran bel colpo per il suo ego non minuscolo, vedendolo rilassato pensò di tornare all’argomento principale, dopotutto doveva sapere cosa gli sarebbe toccato fare… sicuramente aveva qualche idea maniaca che non avrebbe mai accettato in casi normali. Si aspettava di tutto da lui.
- Allora, cosa vuoi che facciamo, festeggiato? - Chiese allegro sperando che non gli tornasse l’ansia di prima. Non avrebbe mai immaginato che all’idea di poter fare con lui qualunque cosa si emozionasse tanto, era rimasto spiazzato e naturalmente trovava questo atteggiamento estremamente dolce.
Cristiano tornò subito alle angosce di prima. In realtà una principale c’era ma non poteva chiederglielo nemmeno perché gli avrebbe dato la pena di dover rifiutare, sapeva che non avrebbero potuto…
Si morse così la bocca e la storse, era molto espressivo e Riky capì al volo che era tornato ai suoi dilemmi, per scioglierlo gli andò davanti a gli mise le mani sui fianchi, quindi suadente disse:
- Andiamo, non dirmi che non hai nemmeno una piccola idea… è notte, cosa mai potrai voler fare? - A Cris brillarono subito gli occhi e Riky capì, decise così di indirizzarlo ancora per incoraggiarlo: - Guarda che puoi chiedermi qualunque cosa, non avere riserve. - Sebbene una dormita se la sarebbe fatta volentieri, conosceva il suo ragazzo e sapeva che non si sarebbe mai fatto sfuggire certe occasioni!
Cris infatti riprese la malizia tipica sua e come se si accendesse, mise da parte i pensieri più complicati decidendo di tornarci successivamente. Per ora c’era la parte più facile del suo regalo, il piacere fisico… assai importante, fra l’altro!
Come cambiasse dal giorno alla notte, lo prese per la vita e l’attirò a sé e con nella mente già molte idee per quella parte del desiderio, fece preoccupare Ricardo.
- Qualche idea in effetti ce l’ho, per questa notte… - Il brasiliano tremò, certamente l’aveva stuzzicato lui, ma vederlo così indeciso era strano. Meglio così.
- Del tipo? - Cristiano però preferì fare il misterioso per non rovinargli la sorpresa. E poi per evitare lamentele. Sapeva che non avrebbe emesso un suono, però gli leggeva bene dentro anche se non parlava.
Baciandolo in risposta si allontanò acceso e malizioso:
- Aspettami in soggiorno, io devo trafficare un po’ e poi sono da te. - Naturalmente si sarebbe addormentato ma non sarebbe stato un problema, anzi, per niente. Forse era anche meglio in effetti… mentre andava in cucina il piano cominciò a prendere forma. No, decisamente se glielo avesse detto non avrebbe mai acconsentito però non glielo poteva negare, la parola data era la parola data!