EPILOGO:
CANTO PER TE
Era
uno dei Festival internazionali più famosi, partecipavano sempre molti
gruppi e cantanti famosi, quindi il numero di persone presenti solo per
le prove e la preparazione dell’evento che si sarebbe tenuto quella
sera, era impressionante. Almeno per Ricardo che non aveva mai visto
niente di simile prima di un concerto.
Ci mise poco a perdersi.
La
scheggia umana si chiamava Karim e chiunque lo conoscesse nel raggio di
chilometri rimase senza parole a guardarlo correre da una parte
all’altra dell’ippodromo dove si teneva il festival quell’anno.
- Che ha Karim? È impazzito? Gli è morto il gatto? - Chiese Sergio vedendolo stranamente frenetico. Non era mica da lui…
- No peggio… - Fece Marcelo con autentica aria di funerale. - L’ha perso! -
- Cosa, il gatto? -
- Sì! - Sergio sgranò gli occhi e preoccupato come avesse avuto la notizia peggiore del mondo, quasi gridò:
- COSA? SI E’ PERSO RIKY!? - In quello passava Cristiano.
-
L’avete visto? - Anche lui in quanto a deliri non era messo bene…
sembrava che si fosse fatto di qualcosa, da tanto che era preoccupato e
fuori di sé, aveva il fiatone, addirittura!
- Il gatto? - Chiese Marcelo sempre serio.
- Sì! - Ormai Ricardo era il gatto e tutti si capivano così.
- No, mi spiace… - Cristiano non si soffermò un secondo di più.
Ora
oltre a Karim a correre come una pallina di flipper impazzita c’era
anche Cristiano che minacciava una crisi di nervi se non l’avesse
trovato subito.
Quando
ad un certo punto i due cercatori si scontrarono, si afferrarono
automaticamente le braccia -artigliandosi con le unghie nella carne- e
in perfetta sincronia dissero agitati allo stesso identico modo:
- L’hai trovato? No! Merda! Continua! - Sempre splendidamente sincroni.
Fu quando Karim correva da un’altra parte di quell’immenso spazio che sentì una frase al volo come se avesse un radar.
-
Allora è vero che siete froci e state insieme? - Le orecchie gli si
drizzarono e fermandosi di colpo si girò su sé stesso a
trecentosessanta gradi con sguardo da tigre acuminato alla ricerca di
un viso preciso, viso che trovò quando lo vide rispondere con il dito
indice alzato davanti agli occhi di un armadio alto come una casa
accompagnato da altre due palle di lardo.
-
Guardate che non dovete nascondervi, non c’è niente di male nel seguire
la propria natura. Se lo fate per amore è bellissimo e non c’è ragione
per non accettarvi. - Il fatto che non fosse una risposta provocatoria
a tono volta all’insulto ma che per lui fosse seria convinzione, fu la
chicca. Karim si sarebbe rotolato a terra dal ridere specie perché
Ricardo, che non era basso e mingherlino ma che confronto a quei tre lo
sembrava eccome, che sventolava maestrino il dito davanti a loro
convincendoli seriamente che gay andava bene perché li reputava tali e
non per insulto, era proprio esilarante.
Ma
quando vide uno dei tre inalberarsi e spingerlo con un ulteriore
insulto, Karim volò di filata verso di loro e mettendosi davanti a
Ricardo schiaffeggiò la mano che aveva osato spingere il suo amico.
Ricardo con stupore lo guardò ma non poté fare niente perché offese e
minacce a parte, Karim sembrava bello che incazzato e se lui lo era
c’era da preoccuparsi, lo capì quando dopo essere stato spinto a sua
volta ed essere quasi caduto, si era rialzato e aveva ricambiato con la
seria e vivida intenzione di passare ai pugni.
Ricardo
sapeva che avendo passato molti anni nelle strade era sicuramente
superiore a quei bestioni che dalla loro avevano solo la massa fisica,
quindi prendendolo per dietro cercò di fermarlo ma non riuscì a
smuoverlo nemmeno di un millimetro.
Chiedendosi
come avrebbe potuto fare poiché i tre continuavano a prendersela con
Karim che non intendeva proprio mollare, dall’alto gli venne un aiuto o
tale lui pensò. Si ricredette subito.
Cristiano
dopo essere arrivato ed essersi preso la benedizione del suo compagno,
si mise sì davanti a Karim ma per spintonare a sua volta gli altri tre
con fare ancor più rissoso ed incazzoso di quanto sfoderato dal
teppista del gruppo.
Ricardo
imprecò -senza parolacce- e cominciò subito a pregare. Non avrebbe mai
potuto placarne due infatti non sapendo più da chi dei due andare
continuò a chiamarli supplichevole. Non c’era verso di mettersi davanti
a loro, al massimo poteva tirarli da dietro ma non funzionava.
Fu
solo l’arrivo di tutti gli altri, Sergio, Iker, Marcelo e Pepe -i quali
erano accorsi per alimentare la rissa- che le cose si ridimensionarono
infatti vedendo che erano un po’ tanti contro un po’ pochi, si decisero
a scusarsi e ad andarsene.
Iker
naturalmente era l’unico lì per non alimentare fuochi pericolosi ma la
sua altezza e la sua muscolatura di tutto rispetto aveva fatto
inghiottire a vuoto i tre ragazzi che alla fine avevano mollato.
-
Ragazzi, non serviva difendermi attraverso la terza guerra mondiale! -
Fece con un simpatico pizzico d’ironia che non guastava mai.
Cristiano
e Karim furono i primi a girarsi verso di lui e a parlare in perfetta
sincronia, ancora una volta preoccupati ed isterici:
-
E tu non andartene in giro da solo che il mondo è pieno di bastardi! -
A questo però gli altri quattro non poterono che ridere, aveva
dell’anormale la consacrazione che Cris e Karim avevano a Riky. In
realtà quella di Cris era normale e giustificata ma quella di Karim
lasciava perplessi.
Non
José che aveva capito cosa rappresentava Ricardo per lui, infatti era
il solo -stranamente- a non fargli mai storie per tutto quel suo
eccessivo senso protettivo.
Ricardo
per Karim era un po’ l’angelo salvatore, era come il Brail per i
protagonisti della pubblicità o un diamante per una donna… non lo
potevano toccare e basta, come non potevano farlo piangere o farlo star
male.
Era stata la sua scintilla di speranza per tornare a provare a credere nella positività della vita.
José
lo liquidava in breve con un semplicissimo e spiccio ’sono come
fratelli’ che poi non si scostava molto da ciò che era realmente,
peccato che Cristiano nutriva sempre seri dubbi ma solo perché lui era
un geloso cronico nonché patologico.
Poteva fare scenate persino perché si coccolava un cane in modo più dolce del solito!
-
Non mi sono allontanato di proposito, credevo di aver capito dove
eravate ed invece no… scusate, starò più attento… - Si difese piano
Ricardo.
-
Allora per essere sicuri facciamo così… - E sempre insieme Cris e Karim
lo presero per mano. Naturalmente quando se ne accorsero che lo stavano
trascinando entrambi allo stesso modo facendolo sembrare un bimbo
piccolo con mamma e papà, si guardarono male, si fulminarono alla
stessa maniera e poi senza dirsi una sola parola -iniziando non
avrebbero più smesso- proseguirono verso la loro postazione, sempre
tenendolo entrambi per mano.
Da
lontano José che non si era perso un istante rimase con le braccia
incrociate e scuotendo il capo non poté evitare di sghignazzare
divertito in quel suo modo tipico.
Non
sarebbero più cambiati. Dopo tanta fatica per farlo, una volta arrivati
a quel punto -un gran bel punto importante- non sarebbero più cambiati
assolutamente e non poteva dire, tutto sommato, che gli dispiaceva.
Erano
sempre strani ed anomali per un sacco di cose ed anche se potevano
essere ancora fraintesi, specie per quel che riguardava quel ragazzo,
il gatto, a lui appariva tutto splendidamente chiaro.
Solo a lui ma era quello che poi contava.
Lui e i suoi ragazzi, ovviamente.
Finchè
andavano avanti così, sempre insieme, senza più incubi come pesi morti
sulla schiena che li affondava giù negli abissi, sarebbero andati alla
grande, a vele spiegate e vento in poppa.
Naturalmente
i testi dell’album successivo furono scritti tutti da Riky e Cris il
quale poi contribuì alla gran parte delle musiche aiutato da Iker e
Karim, ci furono molti inserimenti di basso in più che diventarono il
tratto caratteristico del loro gruppo, ma ci fu anche un netto salto di
qualità sotto anche tutti gli altri aspetti, specie canoro.
Il titolo dell’album fu ‘Canto per te’.
FINE