CAPITOLO XIII:
NON SAPEVA

Karim si sentiva cullato come non era mai stato in vita sua, Ricardo stava provando qualcosa di nuovo. Un piacere ulteriore che andava oltre il cercare di confortare un quasi amico. Era un piacere diverso, somigliava al modo in cui si era sentito prima quando era venuto a svegliarlo e l’aveva visto nudo. Quando aveva capito che gli piacevano i ragazzi.
Era bello carezzarlo, sentire le sue spalle forti, i suoi muscoli tonici sotto le dita attraverso quella maglietta senza maniche che aveva. Era bello infilare i polpastrelli sotto per stare a contatto con la pelle e tenerlo a sé in quella specie di abbraccio.
Non era per avere lui nello specifico, era bello esplorare in qualche modo, sia pure accennato e blando, un corpo maschile.
I suoi primi contatti coi ragazzi, contatti dopo la sua scoperta. Non sapeva che era normale e che dopo di quello avrebbe provato sempre più desiderio di esplorare oltre quel mondo per mettersi alla prova e perché fare una cosa consapevole che gli piaceva era sempre diverso.
Karim non si accorse delle sue sensazioni di piacere puro fine a sé stesso nel toccarlo con dolcezza, lo trovò fraterno, lo trovò come nessuno mai era stato nei suoi confronti, lo trovò la prima cosa piacevole e dolce della sua vita. José era diverso. José era la prima cosa bella della sua vita e di lui ne era dipendente, ma si bruciavano a vicenda, si divoravano, c’era passione, non c’era dolcezza o delicatezza, era per questo che non era sicuro di cosa stessero vivendo e se a lui importasse veramente qualcosa.
Non sapeva.
A quel punto Karim non sapeva più niente e non voleva scoprire che era tutta un’illusione, che vedeva in José il suo salvagente e che non era veramente niente che avesse a che fare con l’amore o i sentimenti. E soprattutto non voleva scoprire di essere una meteora nel cielo di José, uno dei tanti. Solo un cavallo selvaggio da domare che appena ci fosse riuscito l’avrebbe abbandonato senza più interesse, non rappresentando più una sfida interessante.
Con molti subbugli interiori e scoperte troppo nuove e forti per essere vissute serenamente e con calma, Karim alzò il capo dalla sua postazione calda e piacevole per guardare in viso qualcosa di altrettanto caldo e piacevole.
Ricardo era un bel ragazzo dalla bellezza delicata e soprattutto era dolce, si interessava sentitamente a lui, voleva aiutarlo e capire cosa non andasse. Perché non poteva innamorarsi di lui?
Perché non poteva essere lui quello che gli faceva uscire la ragione e che lo mandava fuori di sé?
Perché non poteva decidere per chi affondare?
Non volendo assolutamente piangere visto che non lo faceva da anni e riteneva fosse meglio così, sfidò sé stesso a non provare veramente niente nel baciare quel bel ragazzo alla sua portata che era lì per lui, che si dispiaceva sentitamente solo per lui.
Si sfidò e prendendogli il viso fra le mani lo baciò annullando quel soffio che rimaneva fra i due.
Intrecciò le labbra e le lingue con la sua tipica irruenza, con disperazione e forza, per sbaragliare ogni fantasma e spingerlo a non fermarsi, non affondare, non guardare dentro di sé, non vedersi altri che un morto che cammina come tutti già lo vedevano.
Si sfidò e sebbene fu un bel bacio piacevole, non provò assolutamente niente. Niente di paragonabile a quello che era stato con José.
E fu lì che capì che non bastava volere con tutto sé stesso una persona di sesso maschile per volerne automaticamente anche gli altri. Non bastava a lui, cioè. Perché lui non voleva una persona di sesso maschile. Lui voleva una persona e basta.
Una persona specifica.
Lui voleva José, degli altri non gli interessava niente. Poteva farci sesso, poteva farci qualunque cosa ma non gli interessava, non sentiva nulla, non si eccitava, non desiderava veramente.
Per Ricardo fu diverso perché anche se non se l’era aspettato nella sua eterna ingenuità, l’aveva poi accettato per sperimentare e capire se gli piacesse baciare un ragazzo. Con Cristiano era stato deleterio, si era totalmente staccato da sé e dal mondo ed aveva avuto degli orgasmi fantastici, i primi della sua vita. Però non era stato capace di mettere a fuoco niente, di capire sé stesso. Ora poteva, ora ci riusciva a rimanere cosciente.
Era bello baciarlo, non gli faceva senso e non lo lasciava indifferente, però non lo emozionava interiormente come con Cristiano.
Sentì delle vampate di calore che rimasero controllate e gestibili e quando si separarono pensò di essere vicino alle sue risposte.
Ovvero al capire cosa significava essere gay, cosa ancora non del tutto chiara ma quasi.
Rimasero a guardarsi da vicino e fu allora che Karim con disperazione nello sguardo dimostrò quanto peggio ora stesse e quanto male fosse andata la sua sfida con sé stesso.
Ricardo senza dire niente e senza chiedergli perché l’avesse fatto, consapevole che probabilmente non avrebbe mai potuto capirlo, si limitò ad abbracciarlo molto meno confuso e malmesso di lui.
Si sedette meglio sul tavolo spostandosi con le gambe in modo da averlo davanti, lo strinse con candore tenendolo a sé fino a fargli affondare il viso nel suo addome laddove arrivava poiché ancora seduto sulla sedia.
E se ci avesse provato ancora?
Era in una posizione comoda, era disposto, stava esplorando il suo essere gay, Ricardo ci sarebbe stato. Con un bacio magari non funzionava, ma forse con altro… la disperazione di Karim crebbe di pari passo alla paura di non essere per José la stessa cosa che era per lui e infilando le mani sotto la sua maglietta, sulla schiena, l‘accarezzò. La sua pelle era liscia, Ricardo rabbrividì al contatto delle mani ma non allentò la presa, lo tenne premuto al sicuro contro di sé.
Karim voleva poter scegliere di chi prendersi, chi voler portarsi a letto, di chi innamorarsi. Voleva poter scegliere perché Ricardo era perfetto e voleva poterlo fare.
Senza alzarsi continuò a viaggiare con le dita fino a raggiungere il davanti, gli slacciò i jeans e gli liberò la sua erezione.
Il ragazzo sul tavolo capendo cosa stava per fare trattenne il fiato sgranando gli occhi, si chiese come un forsennato cosa dovesse fare, il suo corpo reagiva con calore ai suoi stimoli ma lasciarlo fare in un momento in cui era più fuori di testa che sano solo per capire quanto gay fosse, non era davvero bello. Era davvero meschino e orribile.
Ma il corpo non reagì come la mente gli stava ordinando e liberandogli il capo, si appoggiò dietro, sul tavolo, lasciando le gambe ben aperte e tutto l’accesso che gli serviva.
Karim se lo prese e dopo aver mosso le dita per un po’ aggiunse la lingue e le labbra. L’avvolse con pienezza cominciando a succhiare con forza, irruenza e potenza nel suo tipico modo vulcanico di chi attirava tutto a sé facendolo poi sciogliere.
Ricardo si sentì subito stordito e fuori di sé, non poteva immaginare che fosse tanto diverso da Cristiano, ma era comunque bello.
A pensare a come l’aveva fatto l’altro ragazzo si eccitò immediatamente di più e con un Karim così impetuoso non ci volle poi molto a raggiungere un altro orgasmo.
Inaspettato ma non sconvolgente come quelli con Cristiano. Non devastanti. Non allucinanti.
Però bello e sentito comunque.
Capì che cambiava a seconda della persona ma capì anche che in ogni caso gli piaceva con un ragazzo e nella fattispecie coi ragazzi con una certa prestanza fisica, particolarmente mascolini o sensuali.
Fino a quel momento era riuscito a capire quello e si rese conto che probabilmente era molto più di quello che sarebbe riuscito a capire in una chiacchierata normale come quella che avrebbe voluto fare inizialmente.
Non poteva dire, sostanzialmente, che la pratica e le prove non erano utili o efficaci, anzi.
Il problema era che aveva vissuto fin’ora solo a suon di teorie, riflessioni e pensieri.
Ora il mondo che gli si stava aprendo era completamente diverso ed opposto da quello immaginato ma anche se lo stordiva e lo confondeva, poi era bello ottenere delle risposte importanti.
Non si era mai conosciuto meglio di così.
Karim tornò a cercare rifugio fra le sue braccia e lui glielo diede di nuovo con pazienza e dolcezza capendo che la sua tempesta era diversa e forse peggiore.
Non capiva di cosa si trattava ma da come se l’era divorato doveva essere davvero interiormente devastato e si dispiacque non sapendo cosa fare per lui.
- Io credo che tu debba parlarne apertamente con lui… - Disse alla fine capendo solo che comunque il centro di tutto era sempre José.
Karim sussultò nel capirlo, aveva ragione ma non pensava di esserne capace. Non si era mai aperto con nessuno e riuscirci tanto con Ricardo era strano e bello, ma José era un’altra storia. Di José era dannatamente preso e forse anche seriamente innamorato.
Quella era di certo l’eventualità peggiore.
Sospirò sconfitto e tormentato.
Non voleva però aveva ragione, era l’unica per chiarire una volta per tutte e capire se doveva veramente disperarsi o meno.
Quanto gli interessava a José? Era una cosa passeggera, solo una sfida da vincere, un cavallo da domare, oppure era altro?
Comunque avere un obiettivo da portare a termine era qualcosa, per uno come lui vissuto sempre senza assolutamente niente, nemmeno il traguardo dell’alzarsi il mattino dal letto.
Si separò da lui rendendosi conto che non si era ancora sistemato e lasciandogli modo di farlo, si alzò andando a bere per scrollarsi di dosso quel ragazzo piacevole ma che non era chi voleva veramente.
Ricardo era molto rosso in viso ed ancora imbarazzato e si chiedeva come fare per sopravvivere ad un momento così carico di vergogna. Fu Karim a toglierlo dall’impaccio parlandone. In quei casi bisognava farlo e basta, anche se era pesante. Solo così ci si toglieva l’imbarazzo.
Quello lo sapeva.
- Tu cosa hai capito di te stesso, questa volta? - Chiese ricordandosi di quando l’aveva svegliato che si era scoperto gay nel guardarlo nudo!
Ricardo si sentì davanti alla sua prima interrogazione delle elementari. Aveva studiato ma non era sicuro di sapere tutto. Quando la maestra l’aveva chiamato si era sentito morire ma poi ci aveva pensato ad aveva risposto a tutto con esauriente conoscenza.
Fu così anche ora.
La tensione alle stelle, il caos e poi… le parole che si srotolavano da sole come il metro di un sarto.
- Ho capito cosa significa essere gay ed in che misura lo sono, più o meno. In realtà devo sperimentare ancora perché mi chiedo se con le donne sia la stessa cosa, non ho mai provato né voluto perché volevo arrivare vergine al matrimonio ma qua si tratta di conoscere sé stessi una volta per tutte e trovare delle vere risposte definitive. Dopo che avrò capito quale creatura sono potrò combattermi o risolvere in qualche modo. Mi piace che mi faccia tu certe cose ma in quanto ragazzo, non è niente di personale. Mi è piaciuto moltissimo anche con Cris ma è stato diverso, è stato più coinvolgente ed emotivamente devastante. Ho paura a rivederlo e parlargli e affrontarlo. Ho paura che torni a farmi sentire in quel modo spaventosamente meraviglioso e sbagliato. Insomma, se mi piace perché sono gay ed è la mia natura è un conto, se mi piace in quanto lui è un dramma per molti versi. E poi devo ancora capire a fondo questa cosa dell’essere gay. Insomma, è sbagliato, non dovrei accettarla e viverla, io voglio seguire una certa strada, quella che io ritengo giusta, che rispecchia la mia fede e quindi non voglio semplicemente dire ‘ok, sono gay, andiamo coi ragazzi!’. Però se mi innamoro di un ragazzo è diverso, quando diventa amore diventa una cosa pura e la posso accettare, ma non è che solo perché con Cris è più coinvolgente significa che sono sulla via dell’innamoramento e che lo amerò e che quindi posso andare avanti così, perché anche se così fosse lui non è capace di amare, vero? Iker mi ha detto che ne è totalmente incapace e che mi sconterei con un muro e che soffrirei. Cioè non è una vera soluzione. Da un lato è anche cercare di evitare di soffrire in partenza, quando ancora si può fare qualcosa, ma non penso che sia solo questo. Insomma, come si capisce cosa si prova per qualcuno? Se è solo attrazione più spiccata o altro? Per capire a che livello sono gay posso cercare di sperimentare ancora un po’ altrove. Insomma, intanto capire in modo passivo se mi piacciono le donne, poi eventualmente provare, sempre in modo passivo, a vedere cosa succede con altri ragazzi di altri tipi. Quando ho questa risposta sono a cavallo, poi manca lo scoglio più grande. Risolvere l’enigma Cris. Non so proprio come fare con lui. Mi basta che mi sfiori che finisco su un altro mondo e perdo il controllo… -
Karim inebetito da tutto quel vortice di parole, l’ascoltò captando solo il vago senso di quel che diceva e si chiese se fosse in grado di dargli una qualche risposta. In realtà non c’era perché le doveva trovare da solo e lieto che fosse così, dandogli una poco sensibile pacca sulle spalle, disse schietto:
- L’unica è sperimentare sul campo, proprio come dici tu. Io non mi limiterei alle sperimentazioni passive, però vedi tu. Con Cris… tanto che tu lo voglia o no ci finirai dentro con tutte le scarpe, tutti ci cadono! - Ricardo sgranò gli occhi un po’ sorpreso ed un po’ spaventato.
- Anche tu? - Di Iker sapeva ma non pensava che anche lui…
- No, io no, ma so che tutti prima o poi ci finiscono, ha la capacità di sedurre un camion! Io non sono mai stato nel suo interesse, altrimenti ci sarei caduto anche io, credo. - Ricardo rimase impietrito seduto sul tavolo con ancora nemmeno la minima forza di muoversi. Cosa poteva fare?
Davvero c’era solo l’inevitabilità da vivere?
E l’inevitabilità era finire con Cris?
Poi Karim tornò a sé stesso e cambiando argomento, appoggiato al mobile della cucina più in là con le braccia conserte, disse a sé stesso:
- Io parlerò con José… -
Ricardo sospirò accennando ad un sorriso di conforto. Sperava solo di non ritrovarsi l’indomani entrambi lì a piangersi addosso nella versione peggiore di quella giornata.
Il silenzio in quel momento fu molto comunicativo.

Erano seduti sul divano a guardare un film per distrarsi dai rispettivi burrascosi pensieri, che a Karim venne in mente quella che parve la domanda del secolo e come se chiedesse che tempo facesse fuori, se ne uscì così:
- Ma senti, come pensi di capire se ti piacciono le donne? Parlavi di metodi passivi… cioè intendi guardarti dei porno? - Ricardo che stava bevendo dell’acqua sperando di stimolarsi la fame consapevole di poter mangiare solo lì in casa Mourinho, la sputò tutta in avanti, fortunatamente non su Karim il quale invece rimase immobile a guardarlo come se fosse lui il pazzo.
Curioso che Ricardo poi, paonazzo, avesse la stessa espressione!
- Sono cose da chiedere? -
Karim lo prese per un sì:
- Qua di sicuro non ce ne sono, José non è tipo anche perché va direttamente dal vivo, e in internet non si trova roba decente ma conosco qualcuno che potrebbe procurarmene un paio di buoni, se aspetti un attimo… -
Fece per prendere il cellulare e cercare in rubrica ma fu fermato da Ricardo che gli prese il cellulare e veloce come una saetta glielo nascose sedendosi sopra. L’aria shockata, ancora rosso in viso, gli occhi come due fari nella notte.
- Ce l’hai già a casa? Allora ti accompagno così sveli subito il mistero, sono curioso! - A questo punto cominciava anche a coinvolgersi delle sue vicende, non erano male i suoi problemi, li riteneva di facile portata rispetto ai suoi.
Peccato che Ricardo non fosse dello stesso avviso.
Cominciò a quel punto a scuotere convulsamente il capo come avesse un attacco epilettico e quando Karim chiese con lo sguardo che diavolo gli prendesse -rivelandosi uno che fissava un marziano su Venere- provò cauto:
- No che? No non ne hai? - Ricardo scosse ancora il capo senza la capacità di parlare e non sapendo come interpretarlo Karim continuò cercando di indovinare: - No non vuoi testare ora? - Ancora no. - No con me che ti guardo? - La testa quasi gli si staccò dal collo e Karim allora rise: - Ma dai, non sentirti imbarazzato, sono cose che si fanno fra uomini… - Ricardo continuava a guardarlo chiedendogli supplichevole di non prenderlo in giro e l’altro continuò: - guardare i porno, che male c’è? - A quello finalmente il ragazzo si decise a parlare:
- Tutto il male possibile! Non si fa, sono dissacranti, volgari e illegali! -
Karim scoppiò in una risata ancora più rumorosa tanto che se qualcun altro l’avesse visto avrebbe dubitato che era lui.
- Ma che dici, non sono illegali! - In realtà non ne era nemmeno sicuro, viveva fuori dal mondo ma in ogni caso niente fermava le persone dal guardarsi i porno! Erano una cosa buona e giusta, tutti lo sapevano!
- In ogni caso vanno contro al mio credo, non mi piace la volgarità specie quella fine a sé stessa. Quelle ragazze svendono il loro corpo solo per soldi e non va bene, è una cosa orribile, si maltrattano da sole ed è tristissimo! - Karim capì che sarebbe finito per mettersi a piangere guardando un porno invece che eccitarsi o capire se gli piacesse o meno, così decise di cambiare argomento seppure con il singhiozzo per aver riso troppo.
- Ok, ok, niente porno! Come pensi di fare, comunque? Ne chiamiamo una e le chiediamo di farti uno spettacolino gratis solo per il tuo bel faccino? - Il resto era sottinteso. Lo spettacolo non si sarebbe limitato allo sguardo.
Sapeva chi chiamare se voleva quel genere di cose, c’erano molte disposte a non farsi pagare.
Ricardo sgranò gli occhi come se avesse bestemmiato di nuovo e Karim alzò gli occhi al cielo cominciando ad esasperarsi.
- E che cazzo ho detto ora! -
- E’ sempre una forma di svendita del proprio corpo, non per pagamento ma per un favore, ma non va bene! Non è edificante, è egoista da parte nostra chiederglielo e umiliante da parte sua farlo solo per una cosa simile! Andrebbe bene se ci fossero sentimenti di mezzo da parte di entrambi ma non c’è niente! Ora non dico che la gente debba fare l’amore solo dopo il matrimonio, non tutti devono seguire queste meravigliosa via, ma almeno farlo se ci sono dei sentimenti. Non mi sembra un’oscenità! Il nostro corpo è il nostro tempio, dobbiamo averne cura! -
Karim si stava per addormentare, quando capì che aveva concluso si risvegliò. Di tutto aveva solo capito che in qualche modo centrava la religione, come sempre del resto. Sbuffando seriamente stufo provò con un terzo tentativo:
- Allora andiamo in un locale, ti guardi intorno, vedi se te ne piace fisicamente una e provi almeno a parlarci e conoscerla? Questa è una possibilità valida o è sconsacrante? - Ricardo non discusse una tesi sui termini giusti da usare associati ad un tono altrettanto giusto e non così polemico, ma avrebbe voluto. Suo malgrado fu fermato dal fatto che finalmente aveva tirato fuori una buona idea!
- Bè, questo mi sembra fattibile! -
Karim si alzò in piedi di scatto rivelando un’insospettabile attivismo e alzando le braccia al cielo lo guardò vittorioso:
- Alleluia! - Ricardo alzò il dito per ammonirlo riguardo quell’invocazione religiosa che sulla sua bocca appariva come una blasfemia, ma si fermò con l’altro che tornava alla carica: - E poi per la fine della serata provi a scopartela. Quando cominci capisci subito se ti va o no. Se ti va vuol dire che sei bisessuale e che hai ancora qualche possibilità di non bruciare all’inferno -quello lo aveva capito- mentre se non ti va possiamo sempre provare con qualcun’altra e riprovare l’esperimento. - Ricardo storse il naso.
- L’hai capito che non voglio fare l’amore prima del matrimonio? -
A questo punto Karim fu brutale:
- E come diavolo fai ad arrivare al matrimonio se non sai se ti piace scoparti una figa piuttosto che un cazzo? -
Ricardo sgranò gli occhi e sparì col viso contro il cuscino, era talmente imbarazzato da non saper proprio come fare per andare avanti nella conversazione. Come faceva quello a parlare in quel modo?
Karim rimase basito a quella reazione infantile e si risedette sospirando, non capiva nemmeno se considerarsi sconfitto o cosa.
Nell’attesa che si riprendesse tornò a guardarsi il film comodo comodo. Non ci aveva capito niente ma normalmente non cambiava molto.
Quando Ricardo si sentì vagamente meglio, si rialzò dal cuscino e timidamente lo guardò:
- Per il momento limitiamoci solo a conoscerne una che mi ispira, ok? Poi ci penso. -
Karim tornò a guardarlo e quando lo fece il suo sguardo sembrava risoluto:
- So io cosa ti ci vuole a te! Ti ci vuole un Cristiano al femminile che ti prenda e ti faccia un pompino e ti apra le gambe davanti alla faccia senza chiederti il permesso! Se ti viene da vomitare è ovvio che sei solo gay se invece ti viene duro e vieni come un indemoniato -ed uso di termine peggiore non avrebbe potuto trovarlo- vuol dire che ti piacciono tutti! - Al che non sembrava più tanto meglio che essere semplicemente gay.
Ricardo tornò a morire sul cuscino e non si riesumò per lungo tempo.
Quando i titoli di coda del film passarono e Karim era bello che ronfante, Ricardo risalì dal regno dei morti e dopo aver pensato a lungo scosse l’amico per il braccio, quando fu sveglio -o a lui parve così- disse ancora imbarazzato con una vocina sottile:
- Solo guardare e conoscerne una, eh? -
Karim annuì senza sapere cosa diavolo avesse detto finendo poi per tornare a dormire.
Ricardo si riappoggiò allo schienale e sospirò provando a pensare a quella sera. Sarebbe stato traumatico di sicuro ma necessario. E poi conoscere ragazze non era un crimine, era una bella cosa se si rimaneva nel campo a lui congeniale. Ovvero niente sesso.
Certo, perché nel caso avesse capito che avrebbe voluto e che quindi gli piacevano anche le donne, poi prima del matrimonio non se ne parlava. Il punto era che per capirlo in modo efficace era dare ascolto ai propri istinti profondi e basici.

- Ho un’idea! - Esclamò improvviso Karim dopo aver dormicchiato per un’altra mezzora dopo il film.
- Mm? - Fece Ricardo sulla via del timore più che giusto. Aveva un’aria zombiesca ma se aveva un’idea c’era da preoccuparsi.
- Visto che ci andiamo subito dopo le prove e che sicuramente non hai niente di adatto e che devi essere al meglio per avere più possibilità con chi ti interesserà -sempre ammesso che una ce ne sia- andiamo a fare spese e a sistemarti come si deve! -
Karim solitamente odiava quelle cose ma l’idea di trasformare Cenerentola nella principessa, perfino un orso come lui si accendeva.
Ricardo si spostò di lato sul divano ritenendolo contagioso nella sua schizofrenia.
- Non ho soldi e poi sono sciocchezze, ci si deve piacere così come si è. E poi già stasera? Non è presto? - Chiese sperando che gli desse retta. Il carro armato Karim non l’ascoltò nemmeno e sproloquiando di nuovo proseguì dritto per la sua strada:
- Hai un bel faccino e non avrai problemi, ma bisogna valorizzarti come si deve. A partire dai capelli! - Ricardo allarmato si toccò i capelli.
- Che hanno i miei capelli che non va? - Karim non era un esteta per niente, nemmeno si sapeva vestire come Dio comandava. Cioè non seguiva la moda e nemmeno uno stile che gli valorizzasse il corpo, però riconosceva che c’erano momenti in cui bisognava consegnarsi in mani esperte. Quel ragazzino sembrava troppo un contadinotto poveraccio, serviva una degna trasformazione.
- Sono vecchi. - Asserì brusco mortificando il ragazzo che rimase zitto. - Io non ho la più pallida idea di come si faccia, se fossi una donna lo saprei ma in questo caso conosco la persona ideale per questo genere di operazione! - Senza dargli tempo di ribattere prese il cellulare ancora sotto il sedere dell’altro e chiamò qualcuno.
Dopo pochi minuti si presentò un Sergio più pimpante e felice che mai. Quel genere di cose le adorava.
- E’ lui la donna perfetta per questo genere di cose? - Chiese ironico Ricardo. Karim annuì convinto e Sergio rise sentendosi definire donna. In certe cose lo era.
- Allora, diamo inizio all’operazione Cenerentola? - Ricardo finalmente capì cosa significava amor proprio e sentendosi una fanciulla si ricordò di essere un maschio!
Comunque non si ribellò.