CAPITOLO XXI:
PER NON DIRE ILLUMINANTI

- Dovevi proprio metterti a dialogare amabilmente con lui proprio ora? - Chiese seccato José dopo aver lanciato bruscamente il telefono contro la sedia dei vestiti. Per sua fortuna cadde sul tappeto senza rompersi.
Karim ridacchiò premendo il viso contro il suo petto, poi riemerse con occhi straordinariamente brillanti per uno che era rimasto sempre spento:
- Mi interessavano le sue vicende! - José storse la bocca con molta espressività, era oltremodo seccato delle interruzioni e non ci voleva un genio per capire che un po’ era comunque geloso di Ricardo.
In risposta, quindi, gli mise le mani sui fianchi e lo spinse per farsi spazio dal momento che lo stava schiacciando. Quando ebbe un minuscolo spazio fra i due corpi nudi stesi l’uno sopra l’altro, riuscì ad infilarci la mano raggiungendo il suo inguine premuto contro il proprio fino a quell’istante.
Ora stimolato diversamente.
- Anche ora ti interessano più le sue vicende? - Chiese provocante e seccato. Karim ghignò e soddisfatto gli tirò il labbro coi denti per poi rispondere divertito ma anche basso e suadente:
- Non saprei… - Fece finta di essere indeciso mentre era evidente quanto fosse preso dalla sua mano che gli provocava piacere con fin troppa facilità e quando compiaciuto di quella sfida lanciata si impegnò anche con le labbra che erano corse sul suo viso e poi sul suo orecchio, Karim decise che poteva dargliela vinta e dargli la sua risposta seria.
- Bè, se la metti così… - Disse infatti ormai eccitato fino al punto di distacco totale.
José sorrise malizioso soddisfatto di questo e quando lo sentì separarsi da sé per alzargli le gambe e piegargliele sopra le spalle possenti, non si stupì di quel gesto e non si ribellò per niente nonostante preferisse fare l’attivo nella coppia. Aveva sempre quella mania di comandare ma non disdegnava chi sapeva prendere iniziativa, anzi.
Specie considerando che poi l’avevano fatto per la prima volta solo la sera precedente e che ora erano di nuovo lì a ripetere l’esperienza coi ruoli scambiati, c’era da pensare che avessero potuto fare quello dalla mattina alla sera a vita.
Entrambi non avevano niente in contrario, di posizioni da provare c‘erano a volontà!
Quando Karim entrò in lui, José si tese appena ormai ampiamente pronto grazie al piacere che si erano scambiati prima della fastidiosa interruzione di Ricardo. Le dita di Karim si erano occupate con molto impegno di quella parte del corpo ed ora poteva prendersela senza riserve.
Fu strano farsi possedere in quel modo ma lo fu molto di più per Karim prenderlo ed entrargli via via sempre più in profondità e velocemente, l’intensità crebbe completamente fuori dal suo controllo fino a diventare quasi violento e José in questo perse totalmente la testa al suo stesso livello.
Non riusciva proprio a fermarlo e calmarlo perché era esattamente quello il modo in cui amava fare l’amore.
Si diedero e si presero fino a raggiungere le loro anime e ad incendiarsi, senza lasciare più niente di loro.
Lo fecero quasi con follia fino a trovare quel fuoco e a dargli un nome che rimase comunque in loro e non uscì dalle labbra, seppure ormai entrambi lo pensassero.
Parlare d’amore era presto per entrambi anche se avevano bruciato ogni tappa e si erano dimostrati diversi dalle coppie comuni. Molto diversi.
Per Karim venire in José fu il definitivo inizio di una nuova vita, un buttare via il vecchio perdente, buio e anestetizzato sé stesso per lasciare spazio ad un altro che aveva fame di vita, una fame tale da incendiare e bruciare le tappe con violenza sconcertante, tanto che ne voleva.
Al mondo l’unico in grado di dargli proprio la vita nel modo in cui lui la desiderava era proprio José.
Perfezione, a modo loro.


Il luogo del ritrovo non era molto lontano dalla città, avevano allestito un piccolo campo per ripararsi dal sole cocente che colava a picco proprio nelle ore più calde della giornata ed i tecnici erano già al lavoro col montaggio del set.
Il video era una specie di cortometraggio nonostante la canzone non parlasse della storia mostrata con esso.
Erano soliti fare video che poi non c’entravano con la canzone anche se poi un qualche collegamento c’era sempre.
Le famose rocce del deserto in periferia di Los Angeles erano famose e dopo di questo non sarebbero rimasti che dettagli tecnici come effetti speciali e cose da rifinire a computer.
Né ai ragazzi né tanto meno a Ricardo stesso era molto chiara la storia poiché avevano girato il giorno prima tutti gli interni e quelli sarebbero stati gli esterni, di conseguenza non c’era una visione consequenziale d’insieme e capire quale sarebbe stata la storia del video era praticamente impossibile.
Quel che era certo, era che Cris doveva cantare di continuo e di conseguenza Ricardo doveva essere sempre in mostra a guardarlo per non farlo andare sottotono o addirittura stonare.
In realtà il ragazzo non pensava di essere così importante, era convinto che fosse solo una scena, quella del cantante, e che in realtà potesse benissimo cantare anche da solo, però gli piaceva guardarlo e non si lamentava.
Arrivati sul set, gli ultimi furono proprio José e Karim, Cris e Riky non se ne stupirono e dopo l’espressione soddisfatta di José nemmeno gli altri. Karim si manteneva piuttosto spento e tranquillo ma era evidente la serenità di fondo che albergava sul suo sguardo non più tormentato come prima.
Una volta sul posto, José andò subito dai tecnici e dal regista del video, colui che li ideava tutti e li dirigeva. Quando lo perse Karim non se ne preoccupò e individuando al volo Ricardo seduto sotto un gazebo montato per fare ombra, si avvicinò planando stanco nella sedia accanto.
Ricardo lo salutò con entusiasmo contento di avere qualcuno con cui parlare dal momento che Cristiano era già stato prelevato per essere preparato per le riprese. Dovevano per forza essere nelle ore di massimo calore e per questo dovevano sbrigarsi a finire tutto in fretta per non prendersi colpi di sole e star male.
- Sembra che non hai dormito nulla! - Esclamò Ricardo guardando bene l’amico che si strofinava il viso e gli occhi sbadigliando a ripetizione.
- Non sono abituato a stare tanto sveglio… - Commentò spontaneo con voce roca di sonno. Ricardo immaginò facilmente cosa l’avesse fatto dormire di meno e ridacchiando imbarazzato non riuscì a nascondere, suo malgrado, la felicità. Significava che per lui le cose finalmente andavano bene. Karim se ne accorse e stupito gli chiese:
- Come mai sei tanto contento che io abbia scopato? - Domande da non fare all’aperto. Ricardo per poco non cadde dalla sedia, fu Karim a tenerlo su prontamente e dopo aver riso ed essersi guardato intorno per assicurarsi di non avere orecchie prossime all’ascolto, continuò: - Puoi rispondere senza paura! Non ci sente nessuno! - Anche se fosse stato non gliene importava, al bassista.
Ricardo sospirò poi si decise a rispondergli anche se con il suo solito impaccio:
- Sono contento perché l’avete fatto con amore e per amore. Non è stato un gesto fine a sé stesso. È stato un passo importante in avanti per entrambi. - Karim non aveva nemmeno osato vederla così ma nel sentirselo dire ammise che non aveva torto.
Sospirò distogliendo lo sguardo da quello candidamente felice di Ricardo per cercare al di là del tendone la figura sicura di José, lo trovò che dava ordini a destra e sinistra come se fosse lui il capo di tutto e non semplicemente colui che gestiva gli impegni del gruppo.
Sorrise divertito e Ricardo capì quanto ragione avesse nel sentirsi contento e nel pensare che ora le cose erano andate a posto.
- Tu invece? Che mi combini con Cris? - Ricardo preso in contropiede si ritrovò il suo sguardo inquisitore a due centimetri dal viso, sembrava voler capire i suoi pensieri senza che li dicesse e arrossendo si allontanò col busto automaticamente.
- N-niente, perché? - Chiese balbettando imbarazzato. Karim rise di nuovo, non era possibile per lui nascondere niente nemmeno volendolo.
L’amico gli batté il braccio con la mano e scivolò sulla testa a spettinargli i capelli mossi che gli si scomposero in modo delizioso, dopo di che rilassato e totalmente lontano dalla persona chiusa che era stata fino a quei giorni, proseguì la conversazione con naturalezza:
- Sei veramente ancora vergine? - Chiese diretto cercando con lo sguardo Cristiano. Sicuramente a momenti sarebbero venuti a prelevarlo per sistemarlo a dovere ma prima d’allora voleva parlare con Riky ancora un po’.
Quando lo videro Karim capì d’aver di nuovo perso l’amico poiché se prima era solo vagamente imbarazzato, ora era decisamente bloccato.
Cristiano, infatti, per girare gli esterni era quello meno vestito di tutti essendo il frontman del gruppo, il leder vocalist e quello più acclamato dai fan.
Farlo girare solo con dei jean strappati e sdruciti, per di più sullo stretto tendente, era davvero utile!
L’avevano anche bagnato facendo effetto sudore e truccato con qualche effetto da ferita strategica.
- Cosa dovreste essere, di preciso? - Riuscì a chiedere dopo un bel po’ senza riuscire a distogliere gli occhi dal cantante che sembrava perfettamente a suo agio in quelle vesti sotto il sole cocente.
- Non l’ho capito nemmeno io, naufraghi o qualcosa del genere… -
Ricardo cercò di capire quello che stava dicendo ma non era colpa sua se non aveva senso…
- Naufraghi in un deserto? -
- Naufraghi stellari, credo… non so di preciso qual è la storia, me l’hanno detta ma non ci ho capito un cazzo… ma sei vergine o no? Ti è saltato addosso? - Ricardo non sentì nemmeno una parola e constatando che oltre ad un fisico mozzafiato Cristiano aveva anche delle gambe ed un sedere meravigliosi, si trovò col cervello scollegato e la gola secca, proprio come se fosse lui sotto il sole cocente!
Karim non poté che ridere e spingendolo per deriderlo meglio, si alzò dopo essere stato chiamato dai preparatori del trucco e dei costumi.
- Mi sa che sarai tu a saltargli subito addosso… - Ma Ricardo non lo sentì ancora e nell’incrociare Iker già pronto e meno succinto del loro cantante, straordinariamente ridendo ancora divertito, Karim gli indicò il loro assistente ancora in crisi profonda dicendogli:
- Guarda che non salti addosso al nostro frontman per favore! Potremmo ritrovarci senza cantante da un momento all’altro! -
Iker sulle prime non capì ma quando vide Ricardo seduto sotto il tendone fissare Cris con tanta intensità, realizzò a cosa si riferisse e ridendo seguì il suo consiglio andando a sedersi accanto a lui in quello che sembrava essere il suo turno di confidenze.
In condizioni normali Ricardo si sarebbe sentito un confessionale…
- Terra chiama Ricardo, Ricardo risponde? È fra noi? - Disse dandogli una pacca sul piede fino a farglielo scendere dal ginocchio su cui era appoggiato. Questo lo riscosse e con aria ancora sognante vide che Karim era diventato Iker, solo dopo realizzò che dovevano essersi scambiati.
Iker era già pronto ed era meno indecente dell’altro, non fu traumatico guardarlo. Posto che era gay, Ricardo aveva paura di essere nei guai in mezzo a tanti bei ragazzi conciati in quel modo.
Guardando l’amico con altri occhi lo trovò davvero un gran bel tipo e realizzando d’averlo pensato con naturalezza e quasi fuori dal proprio controllo logico e razionale, Ricardo sospirò dicendo subito il risultato delle sue ricerche di quei giorni.
- Sono gay, Iker… alla fine ho perso la mia lotta… - Sembrava una colpa ma alle risa di Iker capì che forse aveva esagerato e si rilassò. Magari l’aveva presa troppo drammaticamente.
- Il mondo degli omosessuali ha guadagnato una perla vera e propria! - Esclamò divertito.
Continuarono a scherzare ancora un po’ fino a che Iker apparentemente sempre carico d’umorismo non fece la domanda seria fra le risa:
- E com’è con Cris? È già venuto allo scoperto? - Sembrava una domanda come tante, non lo era affatto e Ricardo capì all’istante il cambio d’argomento sebbene il tono fosse rimasto invariato.
Fu lui a riportare tutto alla normalità.
- Per quanto mi riguarda ho visto già più di quello che avrei dovuto e che lui crede di avermi mostrato. Non è venuto allo scoperto di proposito, pensa di essere quello di sempre, ma io ho già visto abbastanza. - Con questo Iker pensò di assistere ad un successivo disimpegno da parte del ragazzo, ma quando proseguì ne rimase non poco sorpreso. Specie dalla sicurezza e dalla serenità con cui lo disse: - Mi sto prendendo sempre più, me ne rendo conto benissimo e so che forse è sbagliato e finirà male per me, ma più vedo nel suo abisso più mi ci perdo. Ci sto proprio nuotando dentro. - Il commento di Iker venne dopo qualche istante di assimilamento e di riflessioni personali; la sua espressione improvvisamente seria ed indecifrabile, quasi malinconica e nostalgica.
- Attento a non annegarci… - Disse quasi a sé stesso. Ricardo si girò verso di lui per capire meglio cosa intendesse e chiedere chiarimenti, ma non fece in tempo perché il suo fischio d’apprezzamento lo interruppe dettando un nuovo brusco cambiamento d’argomento e di tono.
- Guarda là Karim! - Fece infatti come se non avessero parlato di nulla di serio.
Ricardo girò di nuovo il capo per cercare l’amico e quando lo trovò più che lui notò lo sguardo di José. Sembrava che se lo stesse mangiando con lo sguardo ed era anche sfacciato nel suo divoramento.
Tutti i membri del gruppo avevano un bel corpo ed i belli erano considerati Cris ed Iker, Sergio era più un tipo anche se apprezzato comunque dalla maggior parte dei fan, Pepe era proprio brutto somigliando ad un carline, Marcelo era carino ma più che altro simpatico mentre Karim aveva una bellezza tenebrosa e particolare se non altro per il tipo che era lui stesso, molto tormentato. Cioè visivamente tormentato.
Questo aveva fatto sì che nel conciarlo anch’egli con abiti malmessi e più scoprenti che altro, sbocciasse il fiore che era in lui. Indossava infatti dei jeans ma i suoi erano tagliati fino al ginocchio e sfilati, molto sporchi e trasandati. La maglietta era con le maniche strappate ed altri buchi in diversi punti che davano un tocco di punk che gli stava a pennello.
L’alone di dannato l’aveva tutto ed era proprio quello che gli stilisti avevano voluto conferirgli.
José apprezzava e non solo lui.
- Proprio il cigno che viene fuori! - Di suo Karim non era, appunto, il bello per eccellenza, niente di classico o notevole, però era un tipo e comunque aveva i modi, il carattere, il fare che contribuiva. Ad ogni modo il suo corpo da solo era più che sufficiente.
- Bè, però sei bravo! - Ammise Iker come se seguisse dei pensieri suoi, Ricardo non capendo assolutamente a cosa si riferisse lo seguì con lo sguardo mentre si alzava per unirsi agli altri nel cominciare le riprese.
Non poteva lontanamente immaginare che tutti imputavano a lui il merito del miglioramento di Karim. L’unico a non pensare di avere meriti era proprio Ricardo il quale rimase a fissarli senza capire per un po’ per poi perdersi di nuovo in Cris, nel suo viso, nel suo corpo e nella pelle che brillava sotto il sole cocente.
Delle gran belle riprese. Interessanti soprattutto.
Per non dire illuminanti!

Ricardo non si perse un istante delle riprese, attratto tanto dai soggetti sotto le telecamere quanto dai meccanismi della regia. Era ammirato da quell’uomo eccentrico che dispensava ordini a destra e a manca tenendo testa allo squalo José che metteva becco in tutto.
Ma soprattutto quando fu il turno di Cris di cantare, perché lui cantava dal vivo anche nei video, Ricardo fra la sua mise misera misera e la sua voce, si sciolse, ma forse fu anche per colpa del sole.
José infatti dovette accompagnarlo sotto il tendone vedendolo barcollare paurosamente.
Quando lo spinse nella sedia all’ombra e gli buttò in faccia una bottiglia d’acqua senza troppi complimenti, gli si sedette accanto finendo per brontolare seccato:
- Piantala di trascurarti, non possiamo farti da baby-sitter, sei tu che lo devi fare a loro! - Fece indicando col capo Cristiano e Karim.
Ricardo imbarazzato per l’essere stato di nuovo tratto in salvo in quel modo che lo faceva apparire fragilino come non voleva essere, sorseggiò l’acqua trovando sollievo e lucidità per rispondere calmo:
- Chiedo scusa, non lo faccio apposta… dovevo guardarlo cantare e così mi sono fatto coinvolgere troppo… - Per José non era affatto una novità, quella, infatti scoccandogli un’occhiata ironica tornò su Cristiano che ora aveva una serie di riprese senza dover cantare.
- Sì, immagino! - Era chiara l’allusione. Anche troppo chiara.
Ricardo la capì anche se non di preciso, ma era difficile fraintendere quel tono e quello sguardo maliziosi e mordendosi il labbro sperò di riuscire a cambiare discorso con la frase successiva sparata senza pensare:
- Allora mi pare che con Karim vada tutto bene! - A cambiare discorso era decisamente bravo, in effetti. José spostò lo sguardo sicuro da lui e Cris a Karim seduto più in là su una roccia, fuori dalle riprese, a dormicchiare al sole per abbronzarsi come anche altri del gruppo a cui non toccavano gli obiettivi nell’immediato prossimo.
Erano fanatici dell’abbronzatura ed era normale che non andassero a coprirsi. Tutti ad eccezione di Iker che invece detestava il sole.
Sospirò senza rendersene conto e piegando il capo si immerse nel suo compagno. Stava dannatamente bene in quelle versi da naufrago… con la pelle che brillava strategicamente.
- Mi si cuocerà e poi sarà inservibile! - Fu il suo commento fin troppo cristallino che fece ridere Ricardo.
- Insomma bene! - Dopo il giorno precedente non poteva esserne sicuro ma dal risveglio di quella mattina come minimo poteva stare tranquillo. La conferma l’ebbe col suo sguardo ammiccante estremamente comunicativo.
‘Non bene, molto di più!’
- Si è deciso a fare il passo da solo senza che gli dessi calci in culo! - Ricardo capì solo allora le motivazioni che avevano spinto José ad essere così severo con Karim ed anche se non l’aveva capito bene subito, ora era chiaro e non poteva che essere d’accordo, infatti con serenità asserì tranquillo:
- Bisogna darsi da fare per i propri sogni. Bisogna essere i primi a combattere per essi. - José stesso non aveva dubbi che sarebbe stato d’accordo e con una pacca sul ginocchio che rappresentava il suo ringraziamento, si alzò fischiando con quel suo modo acuto e traumatico.
- KARIM! TOGLITI DAL SOLE CHE TI AMMAZZA E SE NON LO FA LUI LO FACCIO IO! - Le sue grida le udirono tutti e tutti capirono con certezza assoluta che non gli interessava un bel niente degli altri ma solo di lui. Gli sghignazzi vennero praticamente da ogni essere vivente e finirono in risate vere e proprio quando lo videro fiondarsi come una scheggia dal bassista che pareva per nulla intenzionato a scrostarsi dalla sua postazione luminosa.
Ricardo rimase comunque solo per poco poiché Iker nel giro di un istante gli fu di nuovo seduto accanto.
Buttato sulla sedia che si liberava a turno, il ragazzo sorrise dandogli la sua acqua per rinfrescarlo, il tastierista la prese e la bevve volentieri e dopo essersi sventolato si lasciò sfuggire un lamento che solitamente non emetteva mai nemmeno sotto tortura:
- Odio il sole! Ho la pelle delicata e mi scotto sempre! Anche se mi sono messo tutte le precauzioni possibili vedrai come vado a casa stasera! -
Ricardo rise di gusto non invidiandolo per niente:
- Ti capisco, stavo per sentirmi male io! Sono matti a fare un video simile! -
- E questo è niente! Sapessi in che condizioni quel matto ci fa girare ogni volta! Sempre le più assurde! Una volta siamo andati fino ai limiti di un vulcano! -
Ricardo impallidì immaginandoselo.
- Ma perché fanno tante riprese a Cris? - Chiese senza controllare minimamente il suo enorme e spiccato interesse per il portoghese.
Iker sorrise vedendoci dietro a quella preoccupazione tutto quel che c’era veramente. Interesse specifico.
- E’ la testa di serie del gruppo, quello che interessa di più al pubblico, oltre che il cantante principale. È normale. Ne approfittano per fargli le riprese sulle parti musicali, quando nessuno canta. - Capendolo, Ricardo guardò l’ora ed il sole alto e cocente su nel cielo.
- Però a quest’ora è pericoloso… - Non celò il suo stato d’animo che intenerì Iker.
- Quel regista è matto ma piace a José proprio per questo! - Nessuno avrebbe potuto nutrire dubbi a tal proposito!
- Povero… - Fece poi sentitamente in pensiero per Cristiano.
Iker non riuscì proprio a trattenere il commento, a quel punto, ma non v’era ironia, malizia o quant’altro, dietro.
- Cris è proprio fortunato ad averti. Magari se fossi stato come te la storia sarebbe stata diversa… - Lo disse quasi ad istinto e senza ragionare, aveva solo un po’ di nostalgia nella voce, la stessa che aveva dimostrato prima. Ricardo la colse al volo e senza lasciarsela sfuggire approfondì subito:
- La tua e di Cris? - Era stupido ormai nasconderlo, ne avevano parlato quasi tutti!
Iker non si fece problema ad ammetterlo, era vero.
- Sì… al momento di fare le cose seriamente lui è scappato dicendo che non voleva sentimenti di mezzo e che non era innamorato. Ho troncato prima di prendermi troppo. -
E non seppe proprio da cosa lo dedusse, ma Ricardo parlò con una tale certezza nel tono e nello sguardo da impressionare l’interlocutore:
- Ma eri già preso… - Ed era proprio un’osservazione. Nessuno glielo aveva detto, l’aveva dedotto da solo e basta.
Iker lo fissò esterrefatto ma non si dannò a negare e dopo un momento di smarrimento, annuì:
- Sì, però non è cambiato nulla. Non ho insistito, ho ritenuto inutile anche perché era un dubbio che avevo dall’inizio. Ma sarà capace Cris di amare? Bè, alla prima occasione ho capito che era fondato. - Lo vide però pensieroso a quelle sue parole. Non proprio preoccupato e nemmeno turbato. Lo vide solo rifletterci con molta intensità sempre senza riuscire a staccare gli occhi di dosso dal soggetto interessato che si muoveva disinvolto davanti alle telecamere e sotto il sole.
- E’ davvero molto più di quel che non appare. - Commentò solamente quasi più a sé stesso. Iker colpito da quel suo ragionamento non poté trattenere nemmeno quella risposta finale:
- Spero tu ci riesca. - Ma al suo ‘a far cosa?’ l’amico aveva sorriso e si era alzato per andare a finire le riprese con gli altri.
Ricardo non l’avrebbe mai saputo, ma ugualmente aveva istintivamente sperato di riuscirci, qualunque cosa intendesse.