CAPITOLO
XXIV:
TANTO
PER CAMBIARE
Non
dovendo cantare Cristiano andò da solo a fare l’intervista ed il
servizio fotografico, Ricardo ebbe così del tempo libero per sé stesso,
tempo che occupò in chiesa, col suo coro. L’ultimo appuntamento di
prove l’aveva saltato per star dietro al nuovo lavoro ma coincidendo la
giornata libera con il giorno delle prove, ci andò risollevandosi così
lo spirito.
Fu
come ritrovarsi dopo essersi perso, fu lì che capì che doveva mantenere
la mente lucida per aspirare all’amore e non ai desideri fisici.
Se
prima aveva faticato a rifiutare, ora sarebbe stato più fermo e si
sarebbe precluso anche gli altri preliminari che fino a quel momento si
era concesso poiché troppo piacevoli.
Erano
alla festa di lancio del nuovo album e di gente nuova Ricardo ne
conobbe tanto da fargli girare la testa. Il più gettonato per i saluti
era ovviamente Cristiano e ben presto il ragazzo lo perse di vista
incapace di stargli dietro e seguirlo. Fu comunque ben presto tratto in
salvo da Iker il quale vedendolo solo ed in disparte gli venne a fare
compagnia.
Erano
tutti vestiti molto eleganti e la musica variava, dovendosi esibire
solo a metà serata, per l’inizio erano liberi di accogliere e salutare
gli ospiti.
-
Mai visto tanta gente in vita tua, scommetto! - Il numero di persone
che giravano per la sala era davvero spropositato.
Ricardo
rispose spontaneo ed impressionato:
-
E’ pazzesco! - Iker rise porgendogli un bicchiere di pregiato vino
italiano per l’aperitivo e Ricardo lo prese senza sorseggiarlo,
consapevole che per rimanere in sé doveva evitarlo come la peste.
-
Come va? Ho saputo che Cris ha fatto una canzone incredibile per te! -
Ricardo arrossì cadendo dalle nuvole.
-
Ma non è per me, parla del suo cambiamento interiore, io non c’entro… -
Iker rise ancora in risposta e Ricardo non aggiunse nulla non sapendo
cosa rispondere a quello.
-
Non vedo l’ora di ascoltarla, José ha detto che non l’ha mai sentito
cantare e suonare così! Sono molto curioso! - Ricardo a quello cominciò
a decantare le lodi di Cristiano, di come l’aveva stregato con quella
canzone e di quanto bravo fosse stato. Ad Iker fu chiaro solo da quello
il suo grado di innamoramento. Non era al livello di amarlo ma c’era
vicino, il punto era che probabilmente era solo l’idea dell’amore,
quella che inseguiva in Cristiano, l’esaltazione di poterlo cambiare,
tirargli fuori il cuore che non aveva mai usato, la novità di ciò che
gli stava succedendo… un’insieme di cose che lo stavano portando a
vivere quell’idilliaco momento per quello che poi non era veramente.
Non
sapeva come aiutarlo per evitargli la cocente delusione che tutti
sapevano avrebbe vissuto prima o poi, era un bravo ragazzo, non si
meritava di soffrire così. Lui ci era passato e sapeva cosa significava.
- E
ti rispetta nella tua volontà di non andare sessualmente oltre? -
Chiese quasi a bruciapelo cercando di essere il più delicato possibile.
Ricardo arrossì e per rispondere bevve un sorso di vino che cominciò a
dargli la prima vampata di calore.
-
Sì, per ora sì. Cioè è successo un po’ qualcosa ma non siamo mai andati
fino in fondo, gli ho spiegato perché non voglio ed è sempre riuscito a
trattenersi. Penso che si stia impegnando seriamente per uscire da quel
suo mondo di specchi in cui viveva… -
-
Su questo non ne dubito. Che si stia impegnando. Già solo il fatto che
ti rispetti e non ti salti addosso comunque è indice di impegno serio.
Ma da quanto non si sfoga sessualmente? - La domanda avrebbe dovuto
porla a sé stesso ma nel conversare con lui gli era uscita spontanea e
quando la sentì Ricardo si strinse nelle spalle diventando di nuovo
color pomodoro maturo.
-
Non so, penso da quando ci siamo conosciuti… cosa sarà, una settimana,
quasi? Per una cosa o per l’altra è quasi sempre rimasto con me e che
io sappia non… - Iker a quel punto non poté trattenere un’espressione
apertamente allarmata, oltre che stupita.
-
Così tanto?! - Non poteva crederci che non facesse sesso da addirittura
sette giorni.
-
Da quando vivo con lui sicuramente no… - Fece l’altro sperando che
l’argomento cambiasse, poi notò quello strano qualcosa che Iker stava
intendendo e preoccupandosi chiese in pieno allarme, con una vocina
sottile: - Perché? -
Iker
questa volta ci pensò, nell’osservarlo speranzoso ed in pensiero.
Essere crudelmente sincero e tagliargli le ali oppure farlo scontrare
da solo con la dura verità? Alla fine decise il suo lato onesto ma lo
fece con tatto e delicatezza:
-
E’ uno di quelli che non sa stare sessualmente inattivo per troppo
tempo. Lui è abituato a farlo anche ogni giorno, il fatto che non lo
faccia da una settimana circa è davvero incredibile e preoccupante… da
un lato è positivo ma dall’altro… insomma, o finirà presto per
violentarti o a mio avviso potrebbe cercare qualcun altro. Per lui sono
sfoghi fisici oltre che bisogni primari veri e propri… non riesce a
trattenersi a lungo e che l’abbia fatto così tanto per te è ammirevole
e fantastico ma io starei attento perché potrebbe non riuscire più a
fermarsi quando vuoi tu. - Quella era la sua paura principale, che
l’obbligasse a fare l’amore contro la sua volontà. Agli occhi sgranati
e terrorizzati volle tranquillizzarlo e lo fece circondandogli le
spalle fraterno: - Non ti violenterà mai, per carità, ma dopo un po’
che non lo fa dà di matto. È quel tipo di uomo. E il sesso più lo fai
più ne faresti, quando cominci e lo fai ai suoi ritmi non dico che
diventa una malattia ma non certo qualcosa di normale. Non voglio dire
che sia malato di sesso, che sia patologico, però è un fatto. Per
chiunque fare sesso è terapeutico e calmante, per uno abituato a farlo
spesso e che lo fa per puro piacere oltre che per abitudine e bisogno,
è quasi impossibile l’astinenza duratura. Stai solo attento, tutto qua.
-
Ricardo
si ammutolì e pensando e ripensando alle sue parole se le incise come
ferro e fuoco nella mente, non le avrebbe più dimenticate e per
riuscire a riattivarsi dal blackout in cui era caduto, dovette mandare
giù tutto il bicchiere di vino ritrovandosi pericolosamente
barcollante.
Non
riuscì veramente a riprendersi, Cristiano venne a prenderlo e
trascinarlo via da Iker come se l’altro nemmeno esistesse. Ricardo si
ritrovò in un attimo catapultato in mezzo ad un sacco di altri visi
nuovi, tutti amici del cantante fra cui uno spiccò in modo particolare.
-
Volevo presentarti dei miei amici… erano in tour e sono tornati solo
per questa festa. - Strinse stordito le mani ad altri quattro ragazzi
facenti parte di una band che ovviamente il ragazzo non aveva mai
sentito nominare.
Tali
Gonzalo Higuain, Xabi Alonso, Mesut Ozil e Angel DiMaria. Gonzalo era
un bel ragazzo ed era argentino, Xabi era spagnolo e sembrava un
principe per il portamento e l’eleganza, Mesut era tedesco e somigliava
al pesciolino Nemo ed invece Angel era una vera e propria chicca poiché
aveva tutta l’aria di essere una specie di alieno… orecchie a sventola,
naso pronunciato, viso magro e appuntito. Un capolavoro di essere
umano. Non era certo la bellezza -che non c’era- che risaltava in lui
ma Xabi e Gonzalo tenevano alti il nome del gruppo, in tal senso.
Il
quinto che Ricardo conobbe fu un ragazzo portoghese dai capelli biondi
ed il taglio corto e moderno. Si chiamava Fabio Coentrao ed era
anch’egli un gran bel tipo, Ricardo senza rendersene conto li catalogò
tutti a livello estetico come a dare ulteriore conferma a ciò che Karim
aveva ormai ben assodato… era gay.
Quest’ultimo
non era membro del gruppo ma era molto amico di entrambi, soprattutto,
però, di Cristiano con cui era connazionale e a quanto pareva erano
cresciuti insieme.
A
Ricardo piacque subito anche perché non c’era uno che non gli piacesse,
a livello personale. Trovava fossero tutti persone interessanti e
simpatiche e difficilmente metteva un muro fra sé e qualcuno.
Fabio
era uguale nel senso che fu un ottimo impatto da parte di entrambi, si
salutarono allegramente e cominciarono a parlarsi come fossero amici di
vecchia data e Cristiano ne fu contento, ci teneva molto a Fabio, era
come il suo fratellino minore pur avessero la stessa età.
-
Lui ha un ruolo privilegiato, riesco ad imbucarlo un po’ ovunque in un
modo o nell’altro. Ora era via per un viaggio ed è tornato proprio
oggi, avrai modo di conoscerlo meglio perché solitamente sta sempre con
me. - E fu lì, esattamente lì che il campanellino d’allarme suonò
nell’inconscio di Ricardo. Campanellino che fu ignorato.
Da
lontano gli altri del gruppo videro Fabio parlare con Cristiano e
Ricardo e tutti, nessuno escluso, fecero delle facce davvero complesse.
C’era chi era carico di malizia e curiosità, chi di puro interesse e
chi invece sembrava in pieno allarme.
-
Prevedo guai. - Disse Karim a José che si guardò bene dal commentare.
Tutti
loro sapevano, infatti, che Fabio oltre che ad essere uno dei migliori
amici di Cristiano, gli moriva spietatamente dietro. Ma seriamente.
Il
punto naturalmente non era solo quello, in tanti morivano dietro a
Cristiano, anche seriamente. Fabio era l’unico che pur non essendo mai
stato il suo effettivo compagno, nemmeno per breve periodo, era
regolare amico di letto con la clausola di evitare le implicazioni
sentimentali. Sostanzialmente Cristiano faceva sesso con Fabio
abbastanza regolarmente per sfogare i famosi bisogni di cui parlava
prima Iker e manteneva i rapporti d’amicizia proprio perché era chiaro
che non c’erano sentimenti di mezzo. Amici di letto, appunto.
Almeno
da parte del cantante, da parte dell’altro c’era tutto l’amore di
questo mondo ma pur di averlo si accontentava anche così. Di fatto
Fabio era la persona più vicina ad ottenere il ruolo ufficiale di
compagno fisso.
Questo
era risaputo solo fra il cerchio ristretto di amici di Cristiano.
Lo
sguardo adorante che quando si posava su di lui brillava, Ricardo non
se lo perse e ci mise, nonostante la sua storica ingenuità e lentezza,
un nano secondo a capire quanto Fabio fosse dedito all’amico!
-
Ehi, si va in scena! - A richiamare i sei del Real fu José il quale
aveva inciso nella mente la scaletta dell’incontro.
Lasciandolo
andare a malincuore, Fabio rimase con Ricardo in prima fila ad
aspettare l’uscita del gruppo che dovevano presentare il primo singolo,
l’unica cosa che avrebbero ovviamente suonato quella sera.
Nel
momento dell’attesa fu diverso il dialogo che intercorse fra loro due,
diverso da quello avvenuto sulle prime che era stato molto amichevole e
spontaneo. Era come se anche Fabio avesse visto in Ricardo un
potenziale pericolo ed anzi. Molto più che potenziale. Un pericolo
effettivo.
-
Allora, com’è che sei finito a vivere con Cris così? - Chiese Fabio con
un gran sorriso sulle labbra che celava a stento tutta la sua ansia.
Ricardo
si strinse nelle spalle con semplicità, si vergognava di quella parte
della situazione…
-
Inizialmente mi avevano ingaggiato come assistente all’ascolto di Cris
e come personale di Karim, poi quando hanno scoperto che non avevo
soldi e che non mangiavo e non mi curavo di me, Cris ha deciso di farmi
stare con lui. Vivevo in un buco insano e umidissimo, mi stavo per
ammalare e… insomma, ha insistito per avermi con sé. - Era quasi una
favola a sentirla così e Fabio non celò a sé stesso la propria gelosia.
Non perse tempo a fingere, era chiaro che fra quei due era scattato
subito qualcosa o Cris non si sarebbe mai avanzato così.
-
Wow, è pazzesco… non si è mai interessato a qualcuno tanto da tirarlo
via dai guai in questo modo, credimi! - Disse spontaneo. Non era un
cattivo ragazzo, Ricardo lo capì subito, però era vero che lo guardava
in modo strano… si sentiva stranamente a disagio con lui nonostante ci
parlasse bene.
-
L’avevo intuito. È comunque una persona tutta da scoprire che appare in
un modo ma che in realtà ha molto da dare. Solo che non è mai stato
abituato a darlo e pensa di non esserne capace. Si è adagiato in quella
sua apparente superficialità ma io sostengo che non sia semplicemente
così e basta. - Fabio ne rimase profondamente impressionato ed
osservandolo di slancio non fece mistero della sua comunque sincera
ammirazione, in così poco tempo aveva visto così tanto di lui.
-
L’hai capito in così poco tempo? Io lo so perché lo conosco da quando è
nato e siamo come fratelli, poi comunque il rapporto è molto stretto,
ma tu in così poco hai capito così tanto? Complimenti! - E se voleva
poteva anche dirgli quello che aveva capito al volo di lui, si disse
Ricardo, ma temendo di essere invadente non l’avrebbe mai fatto.
Cercava sempre di stare al suo posto.
-
Grazie… - Si limitò a quello con un sorriso gentile ed uno sguardo
stupito. Fra le righe quel ragazzo gliene stava dicendo tante ma non
voleva sinceramente essere un’insensibile antipatico prepotente, capiva
che Ricardo non aveva colpa d’esistere.
Ci
fu un altro momento di silenzio che poi Fabio riempì in fretta con un
ghigno:
-
Allora ha preso te per quella stupidaggine dell’assistenza all’ascolto!
Solo a lui può venire in mente qualcosa del genere! - Esclamò finendo
per ridere del tutto. Ricardo che la pensava come lui ma non osava
assolutamente ridere di quello che in effetti era il suo datore di
lavoro, si strinse nelle spalle quasi dovesse scusarsi al posto
dell’altro.
-
Non avevo mai sentito di una cosa simile ma avendo bisogno di lavorare
ho accettato. -
-
Bè ci credo, chi non avrebbe accettato? Un’occasione simile… venir
pagati per ascoltare sempre Cristiano cantare è una di quelle cose che
tutti spererebbero di imbattersi! - Ricardo arrossì ritenendolo un
grave affronto da parte sua averlo sentito per la prima volta solo
qualche giorno prima.
-
In realtà non li conoscevo… io non ascoltavo musica quindi ero
completamente profano dell’argomento… però li trovo molto bravi e lui…
lui ha una voce… canta in un modo che… - Ma non trovò definizioni e
nonostante quello fu come se ne avesse tirate fuori, Fabio capì subito
quanto rapito da Cristiano fosse e non solo. Capì anche precisamente
quello che provava per lui nel momento in cui il gruppo uscì e
cominciarono a suonare il primo singolo.
Calò
subito un’atmosfera molto diversa da quella festaiola e subito un
coinvolgimento emotivo da parte di tutti i presenti li costrinse a
fermarsi e girarsi. Cristiano presentò la canzone e quando le note si
levarono, tutti furono immediatamente catapultati lì.
Tanto
Fabio quanto Ricardo rimasero incantati ma poi il primo si distrasse
per notare due particolari.
Come
Cristiano cantava guardando fisso Ricardo e come questi sognasse
letteralmente rapito da lui solo nell’ascoltarlo.
Fu
subito evidente il salto di qualità vocale e tecnica di Cristiano,
Fabio non lo sentiva da qualche settimana e l’aveva lasciato che era
già ottimo ma lì lo trovò diverso, con una marcia in più, davvero
carico e decisamente molto interpretativo. Più del solito.
Dire
che ci rimase male fu un eufemismo ma fu bravissimo a celarlo anche se
atroce; si sentiva di troppo... Cosa normale visto che chiunque al suo
posto, notando come uno cantava per l’altro e come poi per questi
esistesse solo lui, si sarebbe sentito così. Di troppo.
Come
avere un paletto conficcato nel petto, rimase ammutolito senza la
minima capacità di reagire né dire o fare nulla.
Era
sempre stato convinto che niente in Cris sarebbe potuto mutare ma
soprattutto che nessuno avrebbe potuto farlo cambiare, gli parve come
di aver perso un treno. Il treno più importante della sua vita.
Non
sapeva quante fermate quel treno avrebbe fatto lungo il suo percorso,
prima di arrivare a destinazione.
Quando
la festa entrò nel suo culmine e la pista da ballo cominciò a
riempirsi, i protagonisti furono come sempre Cristiano e Sergio i quali
poi finirono per coinvolgere rispettivamente Iker e Ricardo.
Entrambi
non sapevano ballare ed entrambi avrebbero volentieri passato la sera
insieme a parlare.
A
nulla valsero i no e mentre Iker era tipo ciocco di legno sulla lezione
di ballo improvvisata, Ricardo era creta nelle mani del maestro.
Ovviamente
anche questa iniziativa era partita da una delle tante ed eterne sfide
fra Cristiano e Sergio, i ballerini professionisti. Invece di sfidarsi
come sempre a chi era più sexy decisero di sfidarsi a chi insegnava più
velocemente e meglio. Gli alunni furono presto scelti senza l’ombra di
un dubbio. I più impiastri in pista.
Per
un momento fu contemplata l’idea di prendere Karim ma quando si esibì
-solo per scrollarseli di torno- in una breve serie di mosse
acrobatiche da break dance -cose da testa a terra e gambe per aria-
rinunciarono all’idea e lasciatolo tornare da José, si presero,
appunto, Iker e Ricardo.
Iker
non voleva saperne di muoversi, era convinto che fare figuracce non
rientrasse nella categoria dei divertimenti, suo malgrado Sergio pareva
più testardo di lui.
Ricardo
fu la vera chicca perché naturalmente non aveva alba di come ci si
muoveva ma non fu tanto l’abilità effettiva del maestro quanto la sua
influenza seducente. A Ricardo infatti bastava essere sfiorato per
sciogliersi e Cristiano ebbe vita molto facile a fargli fare tutto quel
che voleva.
La
lezione numero uno fu sulla rotazione del bacino. Messosi davanti a lui
gli disse di ripetere tutto quello che faceva, quando capì che si
perdeva a guardarlo e che nemmeno provava ad imitarlo, gli si mise
dietro e appiccicandosi a lui lo prese per i fianchi, gli piegò le
ginocchia con le proprie che aderivano sulle sue e allo stesso modo,
con tutta la parte anteriore del corpo contro, cominciò a rotearsi
lentamente costringendolo a fare altrettanto. Ricardo non ebbe scelta
ma in ogni caso si rivelò, appunto, creta nelle mani del maestro che
non faticò a muoverselo a piacimento.
Totalmente
concentrato sul suo bacino premuto contro il proprio fondoschiena,
Ricardo quasi non respirava ed emozionato come poche volte ricordava di
essere stato, provò una tremenda vampata di calore.
La
musica da discoteca ingigantiva tutt’intorno stordendolo e quell’unico
bicchiere di vino che si era concesso all’inizio lavorava su di lui il
necessario per scioglierlo più del solito. Non era ubriaco ma nemmeno
rigido.
Cristiano
lo reputò un alunno perfetto e con un sorrisetto sadico soddisfatto
guardò come se la cavavano gli altri due. Iker non voleva saperne di
fare la stessa cosa e Sergio era preda di un’irrefrenabile voglia di
massacrarlo di botte.
-
Così è facile! Lui fa tutto quello che gli dici tu, stronzo! Se gli
dici di inginocchiarsi e farti un pompino te lo fa davanti a tutti! -
L’idea piacque a Cristiano che con un sopracciglio preoccupatamente
alzato pensò di testare l’esperimento, Ricardo si riprese e staccandosi
si girò mettendosi davanti per tenerlo sotto controllo e guardarlo.
-
Ma anche no, direi! - Anche se fra le sue braccia, appoggiato a lui a
roteare il bacino insieme ci stava anche molto bene.
Cristiano
scosse il capo ridendo, era davvero uno spasso e decidendo di premere
ulteriormente la mano, tornò alla carica con la lezione numero due: i
passi.
Per
i passi fu più difficile perché non poteva caricarselo sui piedi e
muoverlo, quindi dovette rallentare. Solo per insegnargli un
semplicissimo passo incrociato ci vollero dei minuti interminabili, per
aggiungerci la giravolta fu ancora più complicato sennonché Cris tornò
a gestirselo prendendolo per i fianchi e di nuovo Ricardo fu creta.
Con
aria vittoriosa giunse ai passi all’indietro in stile Walk Moon ma
naturalmente tutto quel che riuscì a tirare fuori fu una semplicissima
camminata all’indietro. Rinunciato all’idea tornò alla rotazione del
bacino, quando riuscì a fargliela fare da solo senza manovrarlo da
dietro e quindi poté guardare da solo il suo capolavoro, seppe d’aver
vinto poiché il delizioso Ricardo aveva finalmente tirato fuori la sua
sensualità innata che era una sorta di delicata eleganza. Nel vederlo
tutti fischiarono e applaudirono decretando loro due i vincitori, ma
l’espressione più vittoriosa di tutti fu quella di Cristiano il quale
invece che complimentarsi ed esultare si limitò a mangiarselo
letteralmente con gli occhi.
Quella
volta l’ondata di eccitazione colpì il cantante e per riflesso anche lo
studente che accorgendosi della sua espressione si fermò a colpo
pensando di aver fatto chissà cosa di grave.
-
Hai un talento innato, bellezza! - Esclamò Sergio spingendo via Iker
con cui poi avrebbe litigato per avergli messo tanto i bastoni fra le
ruote.
Ricardo
arrossì e si grattò la nuca sudata, si asciugò con il polso un altro
rivoletto di sudore dal mento e pensando comunque che a breve sarebbe
morto, si sentì talmente euforico e contento da non saper proprio
gestire tutta quella felicità. Non si era mai sentito meglio e
soprattutto non aveva mai provato tutte quelle belle emozioni. Come
d’appartenenza, come di essere finalmente nel posto giusto seppure
diverso da tutti loro. Come se andasse tutto bene così.
-
Però non è una sfida valida… in realtà ad aver vinto è Riky e la tua
capacità di scaldarlo solo toccandolo, non fa testo! Per una vera sfida
di ballo fra noi due ho l’idea giusta! - E mentre tutti si
preoccupavano ed Iker andava a nascondersi onde evitare altri problemi,
Cristiano gli si avvicinava in pista più esaltato che mai.
-
Spara! -
-
Sfida in coppia! Ci scegliamo un partner che sa ballare e ci esibiamo
in veri e propri freestyle! -
Cristiano
non ebbe nemmeno da pensarci.
-
Ci sto! Scelgo Fabio! - Fabio era naturalmente molto bravo a ballare e
se la cavava in vari generi, dall’hip hop, contemporaneo e moderno ad
anche veri e propri passaggi di break, anche se non ai livelli di
quelli che aveva sfoderato Karim.
-
Io Karim! - E per l’appunto, la nuova scoperta della break, colui che
non era più solo un bassista od un soprammobile ma anche una persona
viva e vegeta.
Karim
Benzema.
Le
ire funeste di José non si scatenarono per il semplice fatto che era
lui quello che voleva vederlo ballare più di tutti gli altri messi
insieme, fu solo per questo che si convinse. Perché José lo obbligò
spingendolo a calci in pista da Sergio.
- E
sfida sia! - Tanto per cambiare.