CAPITOLO
XXVI:
ECCO
LA DIFFERENZA
Era
strano trovare in un perfetto estraneo il compagno di una sera,
qualcuno con cui parlare, aprirsi e passare del tempo. Era strano anche
fidarsi istintivamente.
Karim
l’avrebbe liquidato in fretta dicendo che era solo gay e che questo
spiegava tutto, ma lì Karim non c’era e Ricardo inesperto di
praticamente la stragrande maggioranza delle cose della vita,
semplicemente non poté che assecondare gli eventi così come si
presentarono.
-
Ti va se andiamo a casa mia? - L’idea di andare da Cris dove avrebbe
anche potuto incontrarlo con Fabio lo mandò in crisi e solo per questo
accettò al volo. Una volta nella sua auto sprofondò nel sedile e
guardando fuori dal finestrino alzato, con l’aria condizionata che gli
rinfrescava le idee, si perse nel paesaggio esterno che scorreva ad una
velocità ragionevole.
Certe
cose non le distingueva, altre si mescolavano, altre ancora, invece, le
notava come fossero dettagli indelebili.
L’immagine
di Cristiano e Fabio che ballavano insieme in quel modo, in perfetta
sincronia e soprattutto con una tale intesa, continuava a bruciargli
gli occhi e quando succedeva non poteva che stringere le palpebre per
ricacciare indietro quelle stupide lacrime.
Come
poteva esserci cascato?
Karim
glielo aveva detto ed anche Iker a modo suo, con più discrezione.
Cristiano non sapeva amare e finiva per far soffrire tutti. Si sarebbe
scottato e avrebbe sofferto. Glielo aveva detto.
Pensando
a loro gli venne una voglia immensa di sprofondare fra le braccia di
Karim e lasciarsi andare con lui. Il primo effettivo vero amico con la
A maiuscola di quando era venuto a stare lì. Iker gli si avvicinava
molto, gli altri erano simpaticissimi e ci stava bene, ma se doveva
affidarsi a qualcuno l’avrebbe fatto con Karim.
Cristiano…
Cristiano voleva solo cancellarlo, in quel momento.
Non
capiva perché la notizia di questo rapporto speciale con Fabio lo
mandava tanto fuori di sé, non poteva immaginare che era semplice
gelosia condita a quella che vedeva come un’orrenda delusione amorosa,
la prima della sua vita. Però la visse.
Quando
Gonzalo, in perfetto silenzio, si fermò a casa sua e lo fece scendere,
gli parve di riconoscere lontanamente il quartiere, poteva essere lo
stesso di Cristiano e José oppure uno simile e basta.
Sospirò,
non gli interessava.
Era
una villa molto grande e sul davanti c’era la classica fontana. Quando
entrò non registrò quanto grande fosse e nemmeno quanto arredata con
buon gusto.
-
Un tuffo in piscina? - Chiese Gonzalo a bruciapelo sapendo che non
avrebbe mai accettato qualcosa da bere. Improvvisamente l’idea di
rinfrescarsi ulteriormente gli piacque enormemente e come fosse una
delle poche cose buone della serata accettò timidamente.
-
Magari… - Fu così che sorridendo gentile e rassicurante sparì tornando
con un costume ed un asciugamano.
-
Tieni, vado a cambiarmi anche io. -
Sentitosi
atrofizzato fino al momento in cui si tuffò in acqua, non ebbe
veramente idea di che cosa stava facendo. Non l’ebbe fino a quel
momento e quando riemerse dopo una nuotata spedita su tutta la piscina,
lo realizzò e aggrappandosi al bordo vi premette il viso sopra.
Era
andato da un quasi sconosciuto solo perché si parlava bene con lui ed
era gentile e simpatico. E non solo. Stava pure facendo il bagno con
lui di notte in casa sua, da soli.
Perfino
lui lo capì quanto azzardato ed incosciente fosse ma non potendo sapere
che si era buttato per colpa di quel pizzico d’alcool e per il caos del
locale che l’aveva stordito e disorientato, cominciò sentitamente a
pregare immobile dalla parte opposta di dove si era tuffato.
Come
poteva fare certe cose?
Sospirando
si chiese anche come uscirne e se dovesse effettivamente preoccuparsi.
Dio
non gli avrebbe mai lasciato fare qualcosa di tanto pericoloso, ne era
abbastanza sicuro. Dunque doveva fidarsi? Dopotutto era stato
apparentemente incosciente anche ad accettare quel lavoro assurdo e poi
ad andare a vivere con Cristiano, ma in realtà era ancora vivo e vegeto
ed anzi aveva conosciuto Karim.
Proprio
nel momento in cui si stava decidendo a fare qualcosa fu raggiunto da
Gonzalo il quale notandolo fermo si era preoccupato.
-
Tutto bene? - Chiese mettendosi accanto ma toccandolo con una mano
sulla schiena. Ricardo schizzò involontariamente e il ragazzo capì che
doveva essere bello teso, quindi sorrise alzando il braccio per
scusarsi:
-
Ehi, sta tranquillo non ti mangio! Cosa c’è? - Chiese sinceramente
preoccupato. Fermarsi in quel modo come se fosse disperso nel mondo non
era normale e capendo che era effettivamente una brava persona, Ricardo
cominciò un po’ a rilassarsi. Onde evitare problemi specificò
imbarazzato:
-
No è che mi sono appena reso conto della mia incoscienza. In realtà non
ti conosco e sono qua a casa tua a fare il bagno con te… non è molto
normale da parte mia. Potrebbe finire male, per me, dopotutto. - si
morse la lingua rendendosi conto delle brutte insinuazioni che aveva
fatto ma si riprese alla sua risata divertita.
-
Hai ragione, sei stato molto incosciente! Ti va bene che sono amico di
Cristiano. Cioè, a modo nostro lo siamo. Non farei mai niente di brutto
a nessuno, la violenza carnale non è nella mia fedina penale! -
Ricardo
ad occhi sgranati e preoccupato chiese spontaneo:
-
Perché, ne hai una? - Gonzalo rise ancora più forte sprofondando sotto
l’acqua per riprendersi. Quel ragazzo era spassoso per la sua spontanea
ingenuità. Era pulito.
-
No, stavo scherzando! Voglio solo rilassarti un po’! Non farò niente,
so che se Cris ti tiene con sé è perché ti considera in qualche modo
una sua proprietà e finchè è così odia che gli altri ti tocchino… - Lo
disse senza volerlo davvero fare ma poi si rese conto che per lui non
dire qualcosa che sapeva o che pensava era praticamente impossibile,
quindi stringendosi nelle spalle sorrise di circostanza. Non era molto
bello per Ricardo sapere di essere solo una proprietà privata.
-
Te la sei presa? - Chiese infatti abbassando il tono e facendosi serio.
-
Per la proprietà privata? -
-
Io avrei tirato un pugno a questo punto! - Ricardo sospirò.
-
Prima di ora pensavo di essere esattamente nulla, in realtà… uno usato
e basta, forse. Per passare il tempo in assenza del vero amico di
letto, come lo chiami tu. -
-
Ma ci vai a letto? - A quel punto non poté non chiederglielo schietto e
Ricardo arrossì dolcemente.
-
No. Credo che lui vorrebbe. Anzi. Me l’hanno detto in molti. E che se
voglio farlo solo per amore e non per passatempo dovrei evitarlo, che
non si tratterrà molto. - Anche lui non sapeva non rispondere
sinceramente alle cose che gli chiedevano e lo fece con la sua tipica
calma rassegnata.
-
Cos’è che vuoi? Farlo solo per amore? - Fu quasi una barzelletta, sulle
prime, ma vedendo che era serio capì che doveva aver trovato l’unico
fiore fra i rovi. - E tu stai in un ambiente simile? Dove
praticamente nessuno scopa per amore e in pochi si amano? Fra gente
superficiale ed insensibile dedita solo ai piaceri fisici, al successo,
alla carriera e ai soldi? - Il quadro di Gonzalo fu spietato ma
veritiero e capendo in che posto fosse capitato, parlando in generale,
Ricardo si rese conto di quanto ampia fosse la sua impresa di aiutare a
tirare fuori qualcosa di buono da Cristiano.
Perché
aveva pensato di poterlo fare?
Perché
l’aveva visto fragile e nudo?
Smarrito?
Perché
se ne stava innamorando?
Ma
di cosa, poi?
Di
chi?
Non
lo conosceva veramente.
Aveva
visto che c’era qualcos’altro in lui e non era solo la maschera d’oro
che aveva addosso, però forse quel qualcosa non bastava. Non era
sufficiente rispetto al resto.
Pieno
di pensieri contraddittori e smarrimenti, scosse il campo sospirando
sconsolato.
-
Non so, comincio a credere anche io di aver fatto una delle mie solite
incoscienze. Dopo stasera, poi… - La delusione riguardante Fabio era
stata cocente.
Gonzalo
sorrise toccandogli di nuovo amichevole la schiena sotto l’acqua. Lo
sentì rimanere rilassato e capì d’avercela fatta.
-
Dai, non bisogna mai arrendersi. Magari sei quello che gli ci vuole. E
poi ti dico, per Fabio non prova amore, certo è un rapporto diverso
rispetto a quello che ha con altri, è un privilegiato, ok. Però non ne
è innamorato e se non lo è dopo tutto questo tempo dubito che possa
succedere ora. E poi ti ha preso con sé, no? In qualunque modo ti veda,
l’ha comunque fatto. - Sentendosi meglio, Ricardo si girò dando la
schiena al bordo della vasca per guardare il nuovo amico in viso,
voleva capire bene questa cosa visto che era l’ennesimo a dirgliela e
nessuno gliel’aveva mai spiegata bene.
Si
ritrovò involontariamente fra lui e la parete della piscina e Gonzalo
si tenne istintivamente ai lati come per imprigionarlo. Non lo
schiacciava, non lo teneva veramente, non lo toccava nemmeno ma
dall’esterno era l’impressione che poteva dare. Uno che lo stesse per
baciare e che l’aveva accerchiato.
-
Ma perché lo dite tutti? Cosa vuol dire che forse sono io quello che
gli ci vuole? - Gonzalo apprezzò il fatto che non facesse l’ingenuo ma
che lo fosse veramente e senza bisogno di rifletterci e conoscerlo
meglio, disse avvicinandosi a lui fino a sfiorarlo sott’acqua,
l’espressione indecifrabile:
-
Sei talmente pulito ed ingenuo che potresti benissimo contagiarlo
positivamente. Pulirlo un po’, insomma. Potresti dargli un po’ di buona
influenza… magari la pianterebbe di fare molte delle stupidaggini che
fa! -
Ricardo
ora che lo capiva e che glielo avevano detto con semplicità si
risollevò sorridendo, era una bella cosa e dopotutto aveva fatto bene
ad andare con lui, l’aveva oltre che illuminato anche rilassato e
tranquillizzato e per come era andata la serata mezza disastrosa non
l’aveva creduto possibile.
Fu
proprio allora che Gonzalo decise che era il momento di prendersi la
sua ricompensa per aver tirato su un tanto grazioso e delicato ragazzo.
Sapeva
che non l’avrebbe mai fatto con lui, uno che stava tanto male per
Cristiano e che pur vivendoci insieme si intestardiva per fare solo
l’amore e non sesso, non l’avrebbe mai fatto con lui. Però una piccola
innocente ricompensa se la meritava, ne era convinto.
Non
lo fece troppo in fretta, non voleva spaventarlo.
Lo
baciò quasi con dolcezza, ci mise della delicatezza per dargli modo di
abituarsi e capire che non era una brutta cosa e quando lo sentì
sciogliersi dall’irrigidimento atroce che l’aveva colto sulle prime,
con una mano risalì carezzandogli il viso, scostandogli i capelli
bagnati che gli ricadevano intorno mossi.
Non
fu brutale, esuberante, intenso o violento. Fu molto tranquillo, calmo
e caldo e Ricardo non se ne spaventò.
L’accettò
nonostante la confusione che lo colse ma principalmente perché sapeva
di non avere effettivi doveri, obblighi o legami con qualcuno. Aveva
creduto di averli, ingenuamente e precipitosamente, e Cristiano glieli
aveva indirettamente demoliti tutti. Non aveva obblighi, si ripeteva.
Poteva semplicemente fare quello che voleva. Era solo un bacio ed anche
molto dolce e piacevole.
Per
niente spaventato, continuando a tenersi al bordo della vasca con una
mano gli posò timidamente l’altra sul fianco e fu il turno di Gonzalo
di rabbrividire. Aveva un tocco talmente delicato e timido da dare alla
testa. Si chiese se sarebbe riuscito a trattenersi e a lasciare tutto
su quel piano ma quando sentì i propri piedi allacciarsi ai suoi capì
che probabilmente non si sarebbe fermato a meno che Ricardo stesso non
l’avesse voluto espressamente.
Del
resto provarci cosa costava?
Ricardo
non lo respinse, voleva mettersi alla prova e capire fin dove fosse
disposto a spingersi prima di sentirsi in una qualche colpa. Solo una
cosa l’aveva chiara. Non ci sarebbe andato a letto, ma ormai aveva
capito una cosa, stando con Cris. Bastava essere sfiorato un po’ nel
modo giusto e si scioglieva come neve al sole e per inciso quel modo
giusto era quello di un ragazzo che magari non gli dispiaceva
fisicamente o interiormente e che non lo forzava a far nulla che non
volesse.
Forse
era la novità, si era appena scoperto gay e per di più aveva anche
appena scoperto il mondo dei piaceri sessuali. Come aveva detto Iker
più orgasmi si aveva più se ne avrebbe voluto avere.
Darsi
piacere non era una brutta cosa, senza amore lo poteva essere però non
poteva nemmeno diventare matto a rifiutare qualcosa che era
tremendamente bella e che non faceva male a nessuno.
Unirsi
anima e corpo a qualcuno era un conto, scambiarsi un po’ di tenerezze
era un’altra.
Quando
Gonzalo si premette col bacino contro il suo, Ricardo si eccitò
paurosamente e tenendoselo addosso non lo fece andar via. Il cuore gli
saltò in gola impazzito, quando gli disse sulle labbra pulsanti:
-
Usciamo… - Con un’intenzione che non era chiara ma molto di più.
Ricardo
seppe di poter fermarsi, ebbe la certezza assoluta in quel momento
quando si trovò a quel bivio. Non era emotivamente coinvolto come
succedeva con Cris che non poteva proprio fermarsi se non era lui a
farlo per primo. Per questo accettò.
Non
c’era niente di male se le cose rimanevano su un certo piano e quel
certo piano l’aveva preciso indelebile nella testa.
Quando
scivolò di lato a raggiungere la scaletta, l’altro gli fu subito dietro
e non appena fu fuori, nonostante il fresco per essere bagnati in
contrasto col caldo estivo che di notte non era eccessivo, Gonzalo lo
prese per i fianchi da dietro, lo fece sedere su una delle sdraie lì
accanto e stendendosi sopra riprese a baciarlo con quella dolcezza
ferma ma non invadente o esagerata. Ricardo lo riprese per la vita
carezzandogli i fianchi con leggerezza e poi la schiena. Le dita
scivolavano sulla pelle bagnata mentre lui stesso si muoveva sopra
premendo il bacino contro il suo. Di nuovo l’eccitazione.
Era
diverso da quando era con Cris ed era anche curiosità, la sua, perché
voleva capire la differenza e non solo per quanto lo riguardava, per
capire cosa provava una volta per tutte. Voleva anche capire un pochino
cosa provava Cristiano a fare quelle cose con qualcuno di cui non era
sentimentalmente interessato.
Quando
la mano di Gonzalo si insinuò sotto il suo costume e glielo abbassò
appena per tirargli fuori la sua erezione, Ricardo non si oppose e
lasciò che si muovesse sempre più veloce e deciso fino a mandarlo in
estasi.
Fu
di nuovo un orgasmo ma sempre diverso da quello provato con Cris. Poté
paragonarlo a quello avuto con Karim. Ecco la differenza.
Erano
cose belle, piacevoli, sfoghi fantastici e sinceramente validi a modo
loro. Però vuoti, sostanzialmente. Con Cris c’era la frenesia, il non
potersi trattenere, il voler andare oltre, il non saper aspettare…
c’era… c’era qualcosa che non sapeva spiegare, c’era un orgasmo
interiore oltre che esteriore. C’era qualcosa che per lui non aveva
nome ma che non aveva trovato né con Karim né con Gonzalo, ora.
Sospirando
per il piacere e per le risposte trovate, si rassegnò a quella che era
l’unica verità a quel punto.
Era
semplicemente innamorato di Cristiano, ecco la differenza.
E
non poteva proprio capire come potesse lui farlo ripetutamente in quel
modo, vuoto e senza sentimenti. Come poteva preferire quello, il sesso
all’amore.
“Ma
non avendolo mai provato è ovvio che stia bene così. Pensa che non ci
possa essere di meglio ma si sbaglia. Il punto è… riuscirò a farglielo
capire? E se non sono io quello giusto, come dicono tutti?”
Si
oscurò e Gonzalo capì d’averlo di nuovo perso ed anzi di non averlo mai
avuto veramente. Accettando quello che aveva potuto prendersi, gli si
sistemò accanto carezzandolo e circondandolo con tenerezza. Quel
ragazzo stimolava un naturale senso di protezione, forse proprio perché
era così diverso dagli altri in quell’ambiente di squali.
-
Andrà tutto bene, ce la farai. - Disse alla fine cogliendo in pieno i
suoi dubbi. Nel sentirlo Ricardo si rilassò sorridendo di gratitudine.
A modo suo era stato illuminante ed importante, oltre che
obiettivamente bello.
-
Grazie di tutto. - Mormorò infatti piano baciandogli l’orecchio con
leggerezza. Gonzalo sospirò e allungando le braccia sulla sdraia
accanto, prese un asciugamano e coprì entrambi con esso.
Sarebbe
rimasto così anche tutta la notte.
Cristiano
era nel pieno di un gran bel dialogo coinvolgente e stava decidendo di
andare a letto con Fabio per calmare gli ormoni e riuscire a non
violentare Ricardo, quando ricevette il suo messaggio e appena lo lesse
si incupì come il giorno che diventava notte con un incantesimo.
Fabio
che ben lo conosceva capì subito che doveva essere successo qualcosa e
preoccupato glielo chiese:
-
Che c’è? Brutte notizie? -
Ma
Cristiano si limitò solo a dire con durezza e sulla via dell’ira
funesta:
-
Gonzalo vuole morire! - Al che Fabio si allarmò pensando seriamente che
il loro amico volesse suicidarsi e che gli avesse scritto un sms
d’addio.
-
Davvero? Dov’è? Cosa ti ha scritto? Magari scherza, sai com’è fatto
quello… - Allungando il collo preoccupato si fece guardare sorpreso da
Cristiano che poi fece l’espressione da ‘che cazzo dici?’. - Scusa, ma
non hai detto che il Pipita vuole farsi fuori? - chiese per chiarire.
Cristiano
riuscì a ridere.
-
No idiota, intendevo che… lascia perdere, devo andare! -
Fece
per andarsene ma fu fermato da Fabio il quale deluso per un finale
tanto scialbo, chiese speranzoso di poterla risolvere in qualche modo e
soddisfare i bollenti spiriti:
-
Dai, non farmi preoccupare, che c’è? Sta male? -
-
No, era una minaccia mia per lui! Si è portato via Riky! - Fabio
dapprima rise poi si ingelosì e tutto in un nano secondo ma senza
farglielo vedere.
- E
cosa siete, fidanzati? - Lo chiese schernendolo, sapeva che era
impossibile ma almeno chiariva quegli strani comportamenti…
Cristiano
sgusciò la mano dalla sua presa e stringendosi nelle spalle disse con
un’espressione infastidita:
-
No che non lo siamo, non dire cazzate! Però è mio lo stesso, non può
andare con altri. Se vuole scopare ci sono io pronto che non aspetto
altro! - Non aveva avuto modo di spiegargli nulla e quando Fabio capì
di cosa si trattava per poco non fece cadere il bicchiere.
-
Cosa? - Chiese esterrefatto alzando il tono: - Vivete insieme e non
l’avete ancora fatto? -
Cris
sbuffò passandosi nervoso le mani sul viso sudato.
-
Sì, lui è una specie di prete. Più un angelo caduto dal cielo che
altro… comunque vuole farlo solo per amore e se non lo ricambio non lo
farà mai. -
- E
quindi tu che fai, aspetti di innamorarti? - Chiese sempre più scettico
con un vago tono di scherno. Lo conosceva bene, per questo parlava così
sembrando cinico. Non era da Cris un comportamento simile.
-
No, che stronzate. Aspetto… - Ma a dire cosa non seppe e Fabio cominciò
seriamente a preoccuparsi come mai in vita sua aveva fatto per lui.
L’ansia di prima mentre li aveva visti insieme ballare, quando prima
ancora aveva cantato per lui… quell’ansia tornò come un cancro a
divorarlo indecente.
-
Cosa, che Dio gli dica che può farlo? - Cercò di buttarla più che mai
sullo scherzo ma non era facile visto che voleva solo cancellare
Ricardo. Peccato che non era una persona antipatica…
-
No, stronzo! Che si decida a farlo lo stesso! Pensi che possa resistere
a lungo? - Cris credette di essersi salvato in corner e con la fretta
che cresceva poiché voleva andare a recuperare la sua proprietà
privata, Fabio non lo mollò. Lo conosceva troppo bene.
- E
tu fai il paziente che aspetta i suoi comodi pur di scopartelo. Dì, ma
lo sai che il mondo è pieno di ragazzi? A te che piacciono anche le
donne ed i trans, poi… - Fabio aveva ragione. Aveva dannatamente
ragione e nel realizzarlo Cris si infastidì enormemente. Volendo solo
dargli un pugno per tutta la ragione che aveva, non riuscì a
dimenticare Ricardo con Gonzalo, poi però si rilassò. Se non aveva
ceduto a lui perché a quell’altro sì?
Però
era solo una speranza.
Solo
dopo si rese conto di cosa stava facendo.
Stava
sperando che Ricardo non andasse con Gonzalo. Quando mai gli era
successo?
No,
Fabio aveva ragione… non era normale. Lì cera decisamente qualcosa di
sbagliato e strano.
-
Lui… lui è una mia proprietà… non voglio che lo tocchino prima che sia
stato io a farlo. Non sono veramente stronzo, non posso violentarlo. Se
non vuole… però si capisce che lo desidera. È gay e l’ha appena
scoperto grazie a me. Vedrai se non me lo faccio. -
Fabio
sotto shock non poté che asserire sconvolto e sincero:
-
Cris, non hai mai avuto problemi a farti uno, specie se lo volevi con
tanto impegno. Non è normale che tu li abbia ora, che quello ti resista
ma soprattutto che tu lo rispetti e gli lasci il tempo che vuole!
L’unica cosa normale, qua, è il discorso sulla proprietà privata.
Sempre ammesso che sia così. - Non poté trattenere la frecciata e
immusonendo Cris ulteriormente per poco non si beccò un pugno. Non lo
fece solo perché era il suo migliore amico.
-
Non dire fottute stronzate! Lasciami andare, ne riparliamo! - Liquidato
così comunque sostanzialmente per Ricardo, Fabio rimase sotto shock a
contemplare la sua di delusione cocente e bruciante. Una delusione che
sul momento non realizzò a fondo ma che poi l’avrebbe schiacciato.
Cristiano…
aveva sempre creduto fermamente che se si sarebbe innamorato sarebbe
stato di lui… perché? Perché no? Cos’era andato storto? Perché ora
arrivava uno sconosciuto e glielo portava via così?
Ritorno
peggiore non avrebbe potuto averlo.
Prima
di uscire Cristiano cercò qualcuno degli altri per avvertirli che
andava ma quando trovò Iker ad amoreggiare in un angolo nascosto del
locale con Sergio, decise di sperare in José e Karim. Loro avrebbero
dovuto aver finito… con somma gioia li trovò che parlavano con altre
persone. O almeno José parlava e scherzava e Karim si annoiava sperando
che la serata finisse. Era anche tardi.
Avvicinatolo,
lo tirò in parte e Karim ne fu anche contento.
-
Ehi, io vado… - Il bassista si stupì.
-
Come mai così presto? - Presto in quanto solitamente era l’ultimo…
-
Devo andare a recuperare Riky! - Karim si fece subito attento e si
rabbuiò all’istante.
-
Dove l’hai perso? - Come se l’accusasse di chissà quale misfatto, per
un momento Cris ebbe voglia di picchiare anche lui. Come osava essere
tanto protettivo verso Riky? In fondo era suo!
Perché
la gente non se lo ricordava?
-
Non l’ho perso, me l’ha portato via il Pipita! - Karim immusonito
mugugnò un appena distinguibile:
-
Pezzo di merda, come hai potuto perderlo di vista così? - Che per poco
non gli valse veramente un occhio nero. Ma poi fu distratto da Karim
che lo spinse quasi con un calcio: - Sbrigati! Gonzalo riesce a farsi
chiunque perché, al contrario di te, non brucia chi ha davanti ma se lo
lavora ai fianchi con calma! - Modo di dire da pugile che però fu fin
troppo chiaro a Cris il quale già sapeva da solo quali erano i metodi
di quel tipo. Non aveva niente contro di lui, gli piaceva ed erano
amici da molto tempo ma per quel discorso di Riky stava giusto giusto
per finire sulla sua lista più nera. Nessuno poteva osare toccargli il
cucciolo!
E
se avesse saputo che comunque Karim se l’era baciato due volte e gli
aveva dato un bell’orgasmo sarebbe stata la fine.
Volando
via da lì, non ci pensò su molto. Conosceva Gonzalo, sapeva che per
farsi seriamente qualcuno se lo portava a casa e ci faceva il bagno
insieme in piscina. L’aveva fatto anche con lui, solo che in
quell’occasione si erano fatti a vicenda visto che l’intenzione era
stata la stessa!
Non
ce l’avrebbe fatta, si ripeteva. Glielo avrebbe assolutamente impedito.
Ricardo
era suo. Questo era tutto ciò che sapeva. Per il resto, tutte le altre
anomalie, le lasciava agli altri, non gli interessavano.