CAPITOLO
XXVII:
L’AVEVA
PERSO
Suonò
al campanello come un forsennato, poco importava l’orario indecente.
Quando
Gonzalo si decise ad aprire, non si dimostrò sorpreso e nemmeno
seccato, infatti dal sorriso divertito accolse Cristiano con una
battuta delle sue:
-
Mi aspettavo che arrivassi, hai fatto tardi, però… siamo riusciti a
farne, di cose, intanto! - Ancora la sua linguaccia che non conosceva
freni. Cristiano non lo colpì con un pugno solo perché lo conosceva ma
lo fulminò con uno sguardo terribile, infatti poi entrò ringhiando sul
piede di guerra:
-
Sono venuto a riprendermi Riky! - Come a dire che era sempre stato solo
suo e che non aveva il diritto di portarglielo via!
Gonzalo
rise facendosi da parte e chiudendo la porta. Aveva un accappatoio
bianco addosso e si capiva aveva fatto il bagno da poco, andò dunque di
filata sul retro attraversando tutto il piano terra. Quando uscì
dall’altra porta a raggiungere la piscina, lo vide subito seduto sulla
sdraia, avvolto in un accappatoio a sua volta, che si strofinava i
capelli con le maniche. Era bagnato anche lui.
L’espressione
di Cris si indurì nettamente e riducendo ad una linea sottile le labbra
e due fessure gli occhi castani, lo chiamò con un fischio come si
poteva fare con un cane. Ricardo saltando sul posto alzò la testa e
vedendolo sussultò sorpreso: su tutti non si sarebbe di certo aspettato
lui. Si alzò per andargli incontro ma si ritrovò sorprendentemente
bloccato da Gonzalo il quale si era messo davanti con aria di
rimprovero e mani ai fianchi:
-
Cos’è quello, un modo per chiamare una persona? A me sembrava quello
che si usa per un cane! - Entrambi gli altri due si sorpresero della
sua presa di posizione, oltretutto tanto seria e dura, quindi Ricardo
mettendogli le mani sulla schiena per calmarlo, disse allarmato:
-
Ma no, non importa, non prendertela! Non l’ha fatto con cattiveria… -
Poi guardò meglio Cristiano nella speranza che gli desse ragione ma
invece di sorridere scherzoso come avrebbe dovuto, si indurì tendendo i
muscoli del corpo e stringendo i pugni lungo i fianchi.
-
Non sono cazzi tuoi! Togliti e lascialo andare! - Come se gli impedisse
di muoversi. Ricardo per dimostrargli che non era così, sgusciò di lato
e si mise lui davanti a Gonzalo per fare da paciere. Non sapeva che
rapporto avessero, pensava fossero amici ma magari si era sbagliato…
-
Va tutto bene, andiamo… mi vesto e vengo. Non serviva ti disturbassi a
venire, comunque. Mi avrebbe portato lui a casa… non volevo
interrompere nulla. - Quando lo disse, seppure con tirata gentilezza,
fu chiaro perché invece era lì e Cris ci mise un istante a capirlo. Non
l’avrebbe mai creduto possibile, non pensava potesse essere un
comportamento da Riky, ma sapere che era stato solo geloso di lui e
Fabio non poté che calmarlo e rilassarlo. Fino al realizzare che
comunque Gonzalo poteva essere stato capace di farselo comunque, con le
sue capacità da jedi!
-
Sbrigati che ti aspetto. - Disse solo sciogliendo la propria durezza.
La rabbia scemò in un istante e fu grazie allo sguardo sincero di
Ricardo e alla consapevolezza che era andato via solo per gelosia.
Ricardo
sollevato a sua volta andò dentro lasciando uno sguardo di gratitudine
a Gonzalo, qualunque cosa avesse fatto era stato carino comunque a
volerlo difendere.
Non
che avesse torto, chiamare qualcuno con un fischio non era educato, ma
in quel momento aveva altre cose per la testa.
Rimasti
soli, i due tornarono a guardarsi male e la tensione salì ancora.
Non
perse tempo, Gonzalo, che fu il primo a parlare e dire quel che pensava
nonostante non fosse richiesto:
-
Dì, guarda che non è un cane e nemmeno una proprietà privata. Non è un
animale domestico od una cosa. È una persona e va trattata come tale!
Tu e la tua maledetta mania di considerare tue le persone finché non te
ne stufi! Lui è diverso, non se lo merita e lo sai! - Fu un rimprovero
molto secco e freddo, solitamente non era così e soprattutto non si
impicciava più di tanto, per questo era una persona piacevole che
andava a genio a tutti. Si parlava volentieri di tutto, stava al suo
posto ed aveva uno spiccato senso dell’umorismo.
Oltretutto
aveva una pazienza che pochi avevano.
Trovando
curioso quel suo atteggiamento nuovo, Cristiano reagì sulla difensiva:
- E
a te che cazzo te ne frega? -
-
Me ne frega, invece, perché quando l’ho incontrato al bancone del bar,
stasera, era solo e depresso perché tu l’avevi piantato fra un sacco di
estranei per isolarti con Fabio! Insomma, io capisco tutto ma per certe
cose ci sono i momenti giusti. Quando gli ho spiegato il vostro
rapporto quello stava per piangere, mi è venuto spontaneo portarlo via,
si capiva che non voleva altro che andarsene da lì. Non so se lo sai ma
quello è innamorato seriamente di te e tu oltre a non dirgli molte cose
di te che invece dovrebbe sapere, ti limiti a considerarlo una tua
proprietà privata se non addirittura il tuo cagnolino! Non è giusto
perché invece è una persona in gamba con cui chiunque vorrebbe passare
del tempo piacevole! E tu lo sprechi così e lo tratti male! Non ti ho
mai detto niente, non me ne è mai fregato. Così come non ti ho mai
detto che sei uno stronzo ad usare in quel modo Fabio anche se sai che
in realtà è innamorato di te! Cosa pensi, di andare avanti così ancora
a lungo? Ricardo non se lo merita e nemmeno Fabio, se è per questo, ma
uno come Ricardo è raro. È veramente pulito e lo sai e se vuoi
sporcarlo per il guasto di farlo evita, posso occuparmene io di lui
molto meglio di te! - L’input che gli diede non fu volontario né
ponderato ma lo fece di getto. Pensava veramente, in sostanza, che di
Riky si sarebbe anche potuto innamorare e che avrebbe di certo potuto
trattarlo meglio di lui, farlo insomma più felice. Gli dava fastidio
quel modo di fare di Cris e vedendo che lo faceva con qualcuno che gli
sarebbe potuto piacere veramente, un giorno, lo aveva mandato fuori di
testa.
Cristiano
stupito per quella sua presa di posizione e per la sua reazione rimase
in silenzio ad ascoltarlo senza saper cosa dire, quindi al momento di
aprir bocca fu salvato in corner dal ritorno di Ricardo che con un
sorriso tirato, di chi non era proprio a suo agio, disse:
-
Sono pronto, possiamo andare. -Poi rivolto a Gonzalo con un sorriso di
sincera gratitudine: - Grazie, sono stato molto bene stasera, con a te.
- E non certo grazie a Cris, era il fra le righe che tutti capirono e
che l’interessato si meritava.
Stizzito
per tutto quello, lo precedette fuori dalla villa in silenzio e senza
salutarlo montò in macchina con un altrettanto silenzioso Ricardo. Non
sapeva come comportarsi e cosa dire, da lì in poi.
Cris
sembrava arrabbiato ma non poteva ne aveva il diritto: in fondo lui si
era appartato a parlare con Fabio, per questo lui, ritrovatosi da solo,
si era aggrappato al primo viso noto. Per non dire di quel che aveva
saputo. Gli ci era voluto un po’ per riprendersi e accettarlo e non era
comunque sicuro di esserci riuscito. L’idea che Cris stesse su per giù
con Fabio gli bruciava ancora molto. Non si definivano fidanzati e non
avevano rapporti sentimentali, ma sessuali piuttosto regolari sì e
questo, considerando che tipo fosse Cris, era quanto di più vicino ad
una relazione seria.
E
poi per quel che ne sapeva lui potevano anche essere innamorati e
tenerlo nascosto o magari non accettarlo per forma, partito preso o
qualunque strambo principio da star famosa!
-
Non volevo disturbarti… - Mormorò ad un certo punto per scusarsi di
averlo fatto venire.
-
Non abita lontano da me, non è un disturbo. - Cris non era veramente
ottuso, lo faceva perché non voleva affrontare discorsi scomodi, ma le
parole di Gonzalo tornarono nella sua testa a martellargli, il suo
rimprovero, la sua minaccia di portargli via Ricardo se non l’avesse
trattato bene… ma trattato bene come? Cosa gli stava facendo di
sbagliato? Riky era consapevole dei suoi difetti, stava cercando di
capire che tipo fosse sotto quei difetti superficiali… insomma, sapeva
cosa faceva, sapeva tutto…
Proprio
non capiva.
-
Intendevo alla festa. Ti stavi divertendo, stavi parlando con Fabio,
non volevo intromettermi, mi pareva di essere di troppo e volendo
andare a casa ho raccolto l’occasione. È una brava persona, Gonzalo,
abbiamo parlato un po’ e mi è piaciuto. Volevo solo andarmene da là,
stavo soffocando… - Disse poi con sincerità ed un tono sempre più fine.
Si sentiva colpevole di qualcosa che non sapeva ma soprattutto
amareggiato. Voleva rinchiudersi in camera e dormire. Si chiese se
Karim all’inizio si fosse sentito così, quando si perdeva sempre
nell’alcool e nel sonno. Per non sentire quel tipo di sentimenti
schiaccianti e pesanti.
Cristiano
si sentiva sempre più in errore e odiava esserlo specie perché non
capiva di preciso cosa avesse fatto che non andava, sapeva solo che
qualcosa l’aveva fatta e non gli piaceva per niente perché non pensava
di aver agito male. Si era solo messo a parlare con un amico, cosa
c’era di sbagliato?
Poi
si ricordò delle parole di Gonzalo…
-
Cosa ti ha detto di Fabio? -
Quando
gliele riferì con completa sincerità -ovvero che Cris e Fabio erano
amici di letto ma che non stavano insieme-, erano arrivati a casa e
rimasti in auto per qualche secondo a finire il discorso, Cris disse:
- E
cosa c’è di brutto in questo? - Ricardo lo guardò stupito, come poteva
chiederlo? Era serio?
Vedendo
che lo ricambiava con sincera incomprensione nello sguardo, rispose
spontaneo e turbato:
-
Cris, ne sei innamorato? -
Ancora
non capiva…
-
No, non lo sono. -
-
Ma lui sì… -
-
Lo so ma sono affari suoi! Non lo obbligo a venire a letto con me! -
-
Ma perché lo fai se lui è innamorato e tu no? Per fare sesso e basta
potresti scegliere qualcun altro, ne hai che aspettano un solo tuo
cenno… - Aveva senso, il suo discorso, era quello di Cris che non
l’aveva eppure non riusciva a rendersene veramente conto. Strinse il
volante infastidito, si sentiva nel torto e non capiva perché, odiava
sentirsi nel torto e quando succedeva si accendeva automaticamente in
segno difensivo:
-
Perché mi va, insomma, che c’è di male? E poi non capisco cosa c’entra
questo con te! -
Ricardo
sospirò realizzando quanto lavoro ci fosse da fare su di lui. Si guardò
le mani e poi guardò di nuovo lui, seduto accanto che l’osservava
infastidito:
-
Non hai rispetto per lui, ecco cosa c’è che non va. Non è solo una
questione d’egoismo ma anche di… insomma, tu vuoi tenerlo legato a te e
se non provi niente per lui e dopo tutto questo tempo o è una bugia
oppure non potrà mai cambiare niente, bè, non è giusto. Così lui non
potrà mai andare avanti. Vuoi che rimanga innamorato di te a vita in
una relazione a senso unico dove tutto quello che gli dai è il tuo
corpo ogni tanto, quando ti va? - Era davvero un ragionamento sensato e
somigliava tanto a quello che aveva fatto Gonzalo poco prima.
Sospirando infastidito Cris scese dalla macchina facendosi seguire da
Ricardo. Non voleva mollare, era un argomento che andava affrontato.
-
Questo sono io. Non so innamorarmi, l’amore vero non esiste, finisce
comunque quindi per non soffrire come un coglione dopo, evito di
provarlo ed innamorarmi. Sono vissuto bene così, mi sono adattato al
mondo che va così! Se Fabio è innamorato di me sono cazzi suoi, può
piantarmi quando vuole, non lo obbligo. Mi trovo bene con lui, scopiamo
bene, è un mio caro amico ma non ci sarà mai più di questo perché non
voglio. È lo stesso discorso che c’è stato con Iker e a lui non è
andato bene quindi mi ha piantato e siamo rimasti amici. Punto. Lui è
andato avanti ed ora sta con Sergio ed è più felice che mai! Se Fabio
in una situazione uguale preferisce andare avanti così io non ho niente
in contrario, gliel’ho chiarito da subito che non mi innamorerò mai.
Che non ho un cuore da dargli perché quando mi deciderei sicuramente
dopo poco finirebbe tutto, ad ogni litigio starei male e uscirei di
testa. Io non voglio queste stronzate! Odio quando le cose finiscono.
Ovvio, quando le cose a cui tengo, finiscono. - Con questo il quadro di
Cris fu completo anche se un piccolo tassello mancava ancora.
I
suoi probabilmente erano divorziati ed era cresciuto con esempi
continui di storie fallite. Anche le sue sorelle più grandi sicuramente
gli avevano mostrato il lato distruttivo e fallimentare dell’amore,
ecco perché poi era diventato così.
Ricardo,
una volta in casa, lo prese per il braccio e lo voltò verso di sé, era
importante snodare del tutto l’argomento e farlo fuori una volta per
tutte ed era importante che Cris capisse. Era dura ma doveva riuscirci.
-
Cris, è vero che per amore si soffre ma non c’è solo quel lato. Gli
aspetti positivi comunque ci sono e comunque valgono la pena di essere
vissuti lo stesso, anche se una storia dovesse finire e non è detto. -
L’altro scosse la testa testardo ed indurito nello sguardo ma senza
schivarsi dalla sua presa:
-
Tu credi nell’amore eterno e credi in Dio e sei puro e pulito. Sei una
vera perla rara. Ma la verità è che il mondo è diverso e l’amore eterno
non esiste. Esiste l’amore che finisce oppure quello falso. Io non ne
voglio sapere! -
-
Ma sei mai stato innamorato? - Possibile che non gli fosse mai successo
con tutte le esperienze ed i rapporti che aveva avuto?
-
No, ho sempre evitato sin da piccolo. E tu come fai a credere
nell’amore eterno se non lo sei mai stato nemmeno tu? - Era più che
altro sincera curiosità, perché parlava così se non sapeva niente? Riky
scese con le mani a prendere le sue e gliele portò all’altezza del
proprio petto, si sentiva chiaramente che il cuore batteva impazzito,
così agitato non era mai stato e ci teneva tantissimo a risolvere la
situazione e a fargli capire quelle cose. Ci teneva tantissimo a lui e
voleva che l’altro lo comprendesse.
-
E’ vero, non mi sono mai innamorato ma quello che sento ora mi dà
conferma che ne vale comunque la pena, perché quando sarò ricambiato
sarà esattamente quello che ho sempre cercato, per cui ho vissuto. -
-
Potresti non essere mai ricambiato… - Fece piano impressionato dai
battiti impazziti, ora era anche calmo ma comunque stupito di quel
ragazzo e della sua enorme forza interiore. Credeva contro tutto e
tutti in cose a cui ormai in pochi credevano ma non gliene importava,
andava avanti lo stesso. Dove la trovava tanta volontà?
-
Sì, ma non posso non provarci perché se invece va bene sarà fantastico
e non è una cosa che vorrei perdermi. -
-
Ma anche se venissi ricambiato potrebbe finire, un giorno. Tutto
finisce. -
-
Non tutto. E potrebbe finire, è vero, però ne sarà valsa la pena per
quello che avrò provato, per quello che avrò dato e ricevuto. -
Ammettere che poteva finire gli bruciava ma doveva dargli atto che
poteva essere. Doveva dargli le risposte giuste. Solo quello.
Cris
si avvicinò di un passo continuando a sentire il cuore che batteva, a
guardare i suoi occhi un po’ spaventati ed un po’ in subbuglio.
-
Cosa ti dà tutta questa sicurezza? -
Voleva
veramente capire.
-
Ho visto i miei genitori vivere l’uno per l’altro e solo la morte li ha
separati, ma poi sono tornati insieme nell’Aldilà e di questo ne sono
certo, perché non potrei essere così sereno, io, altrimenti. Se l’hanno
vissuto loro posso viverlo anche io. Bisogna solo trovare la persona
giusta. -
-
Cosa ti fa credere che sia io? - A quel punto era stupido non parlarne
e non scoprire il resto delle carte. Ricardo gli lasciò le mani per
portargliele ai lati del suo viso in una specie di carezza molto dolce,
Cris si sentì di nuovo più piccolo di lei e scivolando a prenderlo per
la vita, l’attirò a sé per quel che rimaneva scacciando tutto quel che
era stato prima.
-
Non lo so, lo sento. Come sento quando scrivo le poesie o dico qualcosa
su qualcuno che poi si rivela giusto. Sono cose istintive che sento
dentro. Non so se sei tu, ma se mi ricambierai, un giorno, so che sarai
veramente tu. Se non lo farai, se non riuscirai mai ad amarmi, allora
significa semplicemente che non eri tu e ci sarà qualcun altro, per me,
da qualche parte. E lo incontrerò, non ne ho il minimo dubbio. - Quella
sua granitica sicurezza non l’aveva mai vista in nessuno, così come
quella fede non tanto in Dio od in una religione quanto nell’amore
stesso. Davvero un fiore in mezzo ai rovi, come in più di uno l’aveva
definito. Da chiedersi se fosse vero.
Nel
farsi quella domanda fra sé e sé e nel non saper più cosa dirgli, gli
carezzò le labbra con le proprie e chiudendo gli occhi si rese conto di
aver trattenuto il respiro e di averlo lasciato andare solo in quel
momento.
Chiunque
egli fosse, se avesse ragione o meno, ancora non lo sapeva e forse non
l’avrebbe mai saputo, però era sicuramente diverso dagli altri e,
sicuramente, per qualunque motivo avesse questa fissa, il fatto non
cambiava.
Lo
voleva.
Ricardo
si abbandonò a quel bacio prendendo l’iniziativa nello schiudere le
labbra ed infilarsi con la lingua nella sua bocca. Quando lo trovò lo
sentì stupito ma subito morbido contro di sé. Cristiano era turbato ma
non avrebbe mollato, era vicino e se tutti gli dicevano che forse era
quello giusto per lui, forse poteva crederci.
Non
poteva non mollare, con quello che stava provando giorno dopo giorno.
Non
poteva semplicemente arrendersi.
Era
tutto ciò che sapeva con la certezza più assoluta.
Che
poi sarebbe andata bene o male non gli era dato saperlo, ma che ci
avrebbe provato ancora ed ancora, questo nessuno glielo avrebbe tolto.
La
vera tempesta era comunque solo momentaneamente evitata.
I
giorni passarono più o meno allo stesso modo, i molti impegni col
gruppo dopo il lancio del nuovo album erano sempre più e l’inizio del
tour era alle porte. Prima di partire volevano registrare anche altri
tre video, quindi dopo averne fatto un altro dove avevano potuto
limitarsi a cantare sul classico grattacielo, ne fecero un altro a tema
sadomaso.
La
canzone era molto erotica di suo con dei giri di basso davvero sensuali
e il regista aveva voluto approfittare del tema della canzone e
dell’atmosfera della musica per mettere i sei su un set a luci rosse.
Almeno
uno per ogni album, quell’uomo doveva fare un video da censura e José
non si opponeva mai poiché trovava la provocazione vitale.
Quando
Ricardo assistette ad alcune riprese capì subito che quella volta la
storia sarebbe stata diversa e chiedendosi se avrebbe mai potuto
assistere a tutto senza morire d’imbarazzo, fu forte.
Erano
tutti e sei clienti di quella casa del piacere sadomaso ma se per gli
altri cinque i riflettori furono minori, per Cristiano furono molto
consistenti poiché si concentrò quasi tutto su di lui. Esaltato tanto
dall’idea quanto da ciò che gli stavano facendo fare, subì molto
volentieri le scelte di regia che lo vollero sotto le mani di due
dominatrici.
Ricardo
sudò molto quando vide come l’avevano conciato, con dei pantaloni in
pelle a vita ultra bassa e basta. Ma fu anche peggio quando vide le due
ragazze che avrebbero girato le scene con lui. Ovviamente vestite da
sadomaso con tutti gli accessori del caso e più scoperte che coperte, i
corpi da far girare la testa.
Al
turno di Karim di essere inquadrato come cliente che subiva i piaceri
sessuali di quel posto, José per il bene del video se ne andò dal set
come una furia.
A
Ricardo comunque andò anche peggio quando vide le scene di Cris: era
legato alle catene del soffitto che scendevano tenendolo per i polsi e
poi si attorcigliavano intorno alle sue gambe. Aperte.
Il
regista volle andarci giù pesante e non fu vero porno solo perché
comunque non l’avrebbero accettato come video musicale, altrimenti.
I
frustini scoccati per finta non furono niente e nemmeno l’uso, sempre
finto ma molto credibile, di altri accessori sadomaso. Il più furono i
baci, gli strofinamenti e le leccate delle due ragazze che sembravano
divertirsi parecchio almeno tanto quanto Cris che da oltre due
settimane che non faceva sesso si ritrovò con gli ormoni
pericolosamente riaccesi.
Il
colpo di grazia fu dato quando, sempre cantando dal vivo, Cris fu
spogliato anche dei pantaloni. La ripresa fu fatta per dietro dove si
vide tutto il suo magnifico corpo nudo con ogni muscolo al posto
giusto, con primo piano del suo piacente e sodo fondoschiena. Per
fortuna di Ricardo il davanti non fu completamente denudato e
trovandola l’unica idea sensata, sentì il ciak che gli portò finalmente
del sano sollievo. Anche perché per farlo cantare bene aveva dovuto
presenziare a tutte le scene di Cris ed essendo quelle molte, i suoi
ormoni erano saliti quasi allo stesso livello di quelli del cantante.
Sul
momento non lo capirono come avrebbero inciso quelle riprese,
l’avrebbero capito solo quando avrebbero potuto vedere il video in
anteprima, ovvero il giorno dopo.
Cristiano
e Ricardo non avevano più parlato dell’argomento fatidico ed il
portoghese a parte qualche approccio sempre fermato in tempo, non aveva
più insistito sulla linea del sesso, ma col tempo che passava e la sua
astinenza che aumentava vertiginosamente, quel video arrivò davvero nel
momento più sbagliato di tutti.
Se
le cose erano andate all’incirca bene fino a quel momento e Ricardo
aveva potuto parlare molto con lui tirandogli fuori dettagli del suo
passato -come ad esempio che in realtà lui era il frutto di un
tradimento e che quindi era rimasto con la madre e le due sorelle avute
invece dal suo vero marito da cui poi si era comunque separata- dopo
quella sera tutto precipitò come se non ci fosse stato prima alcun
lavoro di rinforzo interiore e morale. Come se si tornasse indietro o
semplicemente come se si trovassero ad affrontare le problematiche più
sostanziose del loro rapporto effettivamente bloccato ad un punto
cruciale.
-
Sono proprio curioso di vedere come è venuto! - Esclamò Cris mettendo
su il disco che gli aveva mandato José in copia anche a tutti gli altri
membri del gruppo -eccetto a Karim ovviamente.-
Ricardo
non poté dire altrettanto ma rassegnato si preparò a riaffrontare le
visioni già avute dal vivo. Non sarebbero potute essere peggiori.
Sul
nudo completo -dal dietro- finale, il regista aveva lodato Cris dicendo
che la gente avrebbe pagato oro per vederlo se non altro per quel pezzo
e lui non poteva che essere d’accordo.
Anche
Riky lo fu.
La
canzone era molto sensuale ed erotica, lui e Sergio tiravano fuori
delle voci particolarmente basse e seducenti che si erano sapute
fondere insieme al basso; aveva avuto molto spazio su suggerimento di
José che aveva detto di imparare a riscoprire quello strumento
magnifico che poteva riservare sorprese. Di sorprese ne aveva riservate
molte.
Quando
però la ‘Casa del Piacere’ fece provocante sfoggio di sé con tutte le
atmosfere porno del caso, Ricardo strinse le gambe e cominciò a
mordersi il labbro arrossendo impietosamente.
Sarebbe
stata molto dura guardare fino in fondo.
Quando
arrivò davanti alle scene di Cristiano, l’impressione che ebbe Ricardo
fu molto peggio di quella avuta guardando dal vivo. Vedere il video
montato in quel modo era tutta un’altra cosa e avvampando cercò una
scusa per andarsene da lì, eppure ipnotizzato dalle immagini non ne fu
capace.
Cristiano
in quel video era magnetico e lo erano anche le due donne che gli
davano piacere in quel modo aggressivo ma sensuale. Non trovò belle
loro ma le invidiò in quanto capaci di infondere un evidente piacere
molto sentito in Cristiano e ricordandosi come si era sentito quando
gliene aveva dato lui con la mano quell’unica volta che aveva voluto
buttarsi, si rese conto di cosa poteva significare un’intera seduta del
genere. Sempre ammesso che fosse poi effettivamente piacevole.
Bè,
frustate e cattiverie a parte, il resto doveva esserlo. Non poteva
dirlo, non ne aveva la più pallida idea ma alla fine si rivelò molto
più interessato di quel che aveva immaginato all’inizio. Incuriosito,
più che altro, oltre che effettivamente eccitato e ampiamente
imbarazzato.
Per
Cristiano fu peggio. Il giorno prima era stato deleterio, quelle due
ragazze ci avevano saputo proprio fare ed anche poi in camerino
rifiutare le loro avances aveva avuto dell’incredibile, per lui; la
vera tortura visto che il suo corpo non sfogava gli ormoni da molto da
che era abituato a farlo giornalmente. Però rivedere tutto ora, montato
a dovere, era anche più atroce.
Eccitato
come poche volte si era sentito e solo per il semplice fattore
astinenza che lo stava facendo uscire matto, si trovò male, molto male,
alla fine del video.
E
se era partita in un modo, finire tutto all’opposto fu quanto mai
strano.
Quando
il video si spense e rimase tutto nero sullo schermo, Ricardo non osò
guardare il compagno seduto accanto sul divano e pronto a scattare per
scappare, fu come sentire le sue intenzioni e le sue sensazioni.
Cristiano stava arrivando al limite e fu chiaro come se glielo avesse
proprio detto. Una delle sue famose intuizioni.
-
Ehm… bello… - Tentò un approccio qualunque per spezzare l’imbarazzante
silenzio che si era creato, normalmente era abbastanza bravo a
sciogliere le tensioni, aveva sempre qualcosa da dire ma lì era tutto
così palpabile che non trovò molto da dire…
-
Già… - Fece Cristiano. Non era imbarazzato ma a disagio. Stava facendo
una gran bella lotta con sé stesso. Saltare addosso a Ricardo oppure
andare da Fabio? Una cosa era certa, non poteva continuare l’astinenza
a quel modo, specie perché non la stava facendo per propria scelta ma
per aspettare Ricardo ed anche lì avrebbero avuto di cose da dirsi…
perché si intestardiva tanto ad aspettare proprio lui?
Non
era ancora riuscito a rispondersi, si limitava ad agire e basta.
Quella
sera l’azione però sarebbe stata diversa.
Una
sera che per essere rispettata a dovere pioveva.
Non
c’erano fulmini né tuoni, era una pioggia scrosciante e fitta senza
vento e lampi che avrebbe dovuto esaurirsi entro la notte.
- E
lo manderete davvero in onda? - Chiese scettico Ricardo realizzando che
non era un vero video porno ma un singolo. Il loro singolo. Il terzo.
-
Certo! Perché, tu non lo manderesti? - Chiese Cris guardandolo
provocante. Ricardo ingoiò, aveva quella luce pericolosa nello sguardo…
-
No… è troppo volgare! Non avete problemi voi a mandarlo? - Fosse stato
per lui non l’avrebbe mai fatto ma se loro avevano accettato di girarlo
-cosa discutibile di sé- doveva dedurre che erano anche disposti a
farsi vedere in quel modo.
Cris
alzò le spalle.
-
Non ce ne importa molto. C’è un video da censura per ogni album, questa
volta è toccata a questa canzone ed era immaginabile. Pensa che questa
l’ho scritta con Sergio e le musiche invece le ha fatte sempre lui ma
con Karim per i giri di basso che voleva José. Il risultato è stato
molto sensuale e provocante, no? -
-
Sensuale e provocante è dir poco! - Gli sfuggì spontaneo all’altro in
seria difficoltà ormonale. Cris lo capì e sorrise sadico. Ancora non lo
toccava in alcun modo, si limitavano a guardarsi da quella vicinanza
dove le spalle e le braccia si sfioravano. Non sembrava ci stesse
veramente provando con lui ma le sue espressioni erano più che
sufficienti, dopo quel video. Se l’avrebbe toccato sarebbe finito sul
lampadario.
- E
di come la canto cosa ne pensi? - Chiese infatti. Avvicinando il viso
al suo, la voce più bassa, lo sguardo intenso e ammiccante.
Ricardo
si morse il labbro, non poteva certo dirglielo…
-
Sei molto… caldo… - Alla fine trovò quel termine che gli parve
accettabile ma nel vedere la luce maliziosa accesa sul suo sguardo
bruciante, se ne pentì subito. Forse aveva detto qualcosa di troppo.
Forse.
O
forse le sue labbra erano a due millimetri dalle sue ed aspettavano
solo per torturarlo.
Forse,
magari, quella volta Cristiano non sarebbe riuscito a fermarsi in tempo
e, forse, lui stesso non avrebbe voluto si fermasse.
Forse
quell’eccitazione che era nell’aria era anche distorta e per il motivo
sbagliato.
Per
astinenza per uno e per un video per l’altro.
Non
era quello il motivo per cui avrebbero dovuto cedere ai loro desideri.
Assolutamente no.
In
un faticoso e lampante momento di lucidità, proprio quando Cris lo
stava per baciare, proprio quando poi l’avrebbe fatto definitivamente
suo senza remore, Ricardo lo fermò mettendogli una mano su una guancia
in una carezza estremamente dolce. Ma non era la dolcezza che voleva.
Lo
guardò coi suoi grandi occhi neri molto espressivi e con tale
espressività lo implorò sentitamente:
-
Ti prego, non farlo ora. Non sarebbe per il motivo giusto. Non c’è
ancora quel sentimento da parte tua e… ed io non voglio se non c’è… io
lo farei perché so quello che provo ma tu non lo sai… o non lo provi
ancora… quindi non farlo ora perché ne hai voglia e basta. So che è da
molto che non lo fai ma non farlo con me ora in questo momento per
questo motivo. -
Fu
una specie di stilettata ben in profondità per Cristiano, come sentirsi
dire che finchè non mi ami non mi tocchi, come dire che non l’avrebbero
mai fatto perché lui era convinto di non saper veramente amare.
Eppure
perché lo aspettava?
A
quell’ennesima domanda senza risposta e quell’ennesimo rifiuto da parte
della persona che assurdamente desiderava di più al mondo, Cris si
ribello e decidendo di dimostrare a tutti, sé stesso per primo, che non
gli importava di niente e nessuno e che nessuno lo poteva manovrare a
piacimento, con una durezza allucinante nello sguardo di ferro, si alzò
di scatto e prendendo il cellulare salì le scale. Nello sparire su
Ricardo, esterrefatto da quella reazione strana, lo sentì chiamare
Fabio e fu l’inizio della fine.
L’aveva
perso.
Quella
convinzione gli rimase a lungo e per tutto il tempo lavorò in lui
uccidendolo, demolendolo, facendolo a pezzi perché non si poteva amare
così senza un riscontro; salì a sua volta in camera, vicino a quella di
Cristiano.
Non
gli servì vedere Fabio arrivare e salire dall’altro, non gli servì
sentire i rumori del letto per sapere cosa avrebbero fatto, non servì
ascoltare le loro voci per sapere che ormai Cris aveva deciso di
tornare sulla stessa strada sbagliata di prima, di sempre.
E
non rimase lì un secondo di più. Quando capì che Fabio era arrivato e
che era nella sua camera, uscì di filato senza preoccuparsi di prendere
il telefono né qualunque altra cosa gli potesse servire, come, ad
esempio, un ombrello.
Forse
lo fece proprio perché pioveva, perché la pioggia gli lavava via i
pensieri dolorosi, di solito, e quando era triste perché gli mancava la
sua famiglia od i suoi amici andava sotto la pioggia e poi stava meglio.
Lo
scroscio lo ricoprì e capendo che nessuno avrebbe capito che stava
piangendo, liberò le lacrime.
Aveva
perso Cristiano ancora prima di riuscire ad averlo.
Ma
poi cosa poteva dire? Non era una cosa da avere, era una persona da
conquistare, da avvicinare, da convincere… non ci era riuscito
semplicemente e con quella presa finale di posizione era stato tutto
chiaro.
Tanto
lui lo conosceva tanto se ne innamorava come un kamikaze che andava
incontro alla propria fine con consapevolezza. Non era stato ricambiato
dall’altro e dopo tutto quel tempo di tentativi, di scavarsi a fondo,
di capirsi e accettarsi per quel che si era, alla fine la parte più
istintiva di Cris aveva avuto la meglio e per di più con un altro.
Proprio l’unico che non avrebbe mai potuto sopportare.
Se
fosse stato uno sconosciuto qualunque di passaggio sarebbe stata una
cosa, ma così no. Così era stato peggio.
Fabio
era innamorato, si conoscevano da una vita, lo facevano ripetutamente
insieme da molto ed era l’unico rapporto effettivo che aveva con
qualcuno. Farlo con lui significava spazzare via tutto, tutto. E
ferirlo come nessuno mai l’aveva ancora ferito.
Camminò
a lungo senza accorgersene, senza sapere dove andare, senza avere la
minima idea di nulla. Camminò ascoltando la pioggia, sentendo le gocce
lavarlo e scivolando sul marciapiede ad ogni passo di piombo.
Perché
doveva fare così male?
Era
da questo che Cris era scappato da tutta una vita?
Quel
tipo di delusione, di dolore, di sentimento?
Allora
forse aveva ragione perché lui in tutto quel tempo aveva sì imparato ad
amare e a vedere dei lati bellissimi e nascosti di Cris, ma non era mai
stato ricambiato, non aveva mai avuto niente, si era solo dato, l’aveva
solo aiutato ed ascoltato per poi avere un treno a velocità folle
investirlo proprio al culmine dei suoi tentativi.
Era
bello che lo rispettasse e che non lo obbligasse a fare sesso, era
anche bello che nel frattempo non l’avesse fatto con nessuno ma non lo
era che poi avesse deciso di farlo solo per astinenza, per un video
volgare e delle voglie riaccese nel modo sbagliato.
Era
tutto sbagliato.
Tutto.
E
come aveva detto Karim all’inizio di tutto quello, si era solo illuso e
ferito. Ferito come non mai.
Pensando
a Karim e alle sue parole di quando aveva deciso di intraprendere
quella via con Cris, non poté poi che finire in quel modo.