CAPITOLO
III:
NUDO
E PER NIENTE SOLO
La
festa che diedero la sera era a casa di Sergio, il porto di mare per le
feste che si dividevano solitamente fra casa sua e quella di Cristiano.
Invitati
i vari amici numerosi e tutti quelli che in qualche modo collaboravano
professionalmente con loro, furono un numero considerevole di persone a
presentarsi quella sera all’ultimo momento per quella festa
improvvisata per un motivo non molto chiaro.
La
musica era naturalmente forte e movimentata ed oltre a quello e alla
gente, scorreva a fiumi alcool e cibo.
La
villa di Sergio, la prima cosa che si era comprato appena era riuscito,
era piuttosto spaziosa e con un enorme giardino compresa naturalmente
di piscina. La festa si teneva principalmente lì ed in molti facevano
anche il bagno.
Tutti
sembravano a proprio agio, i divertimenti certo non mancavano, di
qualunque tipo, e proprio per quello Ricardo seduto in parte rimase ad
osservare contrariato tutto quello.
Un
mondo diametralmente opposto al suo.
Notandolo,
Iker si sedette accanto a lui offrendogli qualcosa di analcolico che
prese ben volentieri.
-
Cosa fai? - Chiese giusto per cominciare una conversazione come
un’altra.
Ricardo
si strinse nelle spalle ed asserì ciò che per lui era evidente:
-
Prego. - Iker inarcò incredulo le sopracciglia guardandolo ed il
ragazzo accennò a Karim addormentato con una bottiglia in mano al bordo
della piscina, poco distante da loro. - Quel ragazzo non sta bene… - Ed
era sincero mentre esprimeva la sua evidente preoccupazione. Iker
rimase di sasso nel comprenderlo e sebbene in una situazione normale
avrebbe riso, lì capì che non c’era proprio niente di normale.
-
Karim è un esemplare raro. Ora è bene, l’ha rimesso in sesto José.
Dovevi vederlo prima, quando l’ha tirato su dalla strada! Era un
tossico che per tirare su i soldi e farsi suonava il basso agli angoli
delle strade. Tutto lì. Non aveva un tetto, non aveva un lavoro, non
aveva nessuno, solo un aspetto pietoso e la sua autodistruzione. Josè
l’ha scoperto per caso e con la sua esperienza ha capito subito che era
una specie di purosangue dall’aspetto di un meticcio. Per essere
gentili nel paragone. - Avrebbe detto ‘porco’ ma non voleva offendere
l’evidente sensibilità di Ricardo che ascoltava colpito e preoccupato.
- L’ha preso con sé, l’ha pulito e disciplinato e fatto di lui un
fantastico professionista bassista, poi ce l’ha portato dicendo che
avrebbe suonato con noi. Non abbiamo potuto discutere. Ora tu lo vedi
dormire tanto, sembra assente, ha la testa costantemente da un’altra
parte, dimentica e perde tutto, perderebbe sé stesso se vivesse da
solo! Questo è bene, è una buona reazione. Dorme per non farsi. Sta
bene solo quando suona il basso. Poi insomma, alza il gomito ancora,
non è completamente rimesso, ma almeno non si fa più di cose pesanti.
José ci sta ancora lavorando su, non è facile ma penso che prima o poi
ce la farà del tutto. -
Ricardo
rimasto profondamente colpito da ciò che aveva sentito e sinceramente
impensierito per il ragazzo, disse ciò che credeva con fermezza, né più
né meno.
-
Ha bisogno di tante preghiere, Dio non l’ha abbandonato, gli ha mandato
José a salvarlo. Vedrai che ci riuscirà. -
Iker
pensò subito che era meglio José non sapesse di essere considerato un
messaggero di Dio visto che già si credeva direttamente sotto
l’Altissimo e che lo chiamava ‘il suo collega’, poi si intenerì per
quel tipo davvero raro, specie in quell’ambiente, e sorridendo con
dolcezza gli cinse le spalle amichevole.
Era
strano avere a che fare con uno così ma anche bello. Lo riportava su
una dimensione più umana.
- E
con chi sta ora? Hai detto che non vive solo… -
-
Con José! Vive ancora con lui! E detto fra noi credo che punti a
trasformarlo anche in altri sensi, non so se mi spiego… - Non l’aveva
pensato prima di dirlo, l’aveva fatto ricordando le molte convinzioni
di Sergio che gliele ripeteva dalla mattina alla sera sul fatto che a
José piacesse Karim e che lo teneva con sé disciplinandolo solo per
poterselo fare! Peccato che sembrava un osso duro nel senso di
eterosessuale convinto… bè, ma uno come José poteva convertire
chiunque.
Ricardo
naturalmente non capì l’allusione ma credette di riuscirci, infatti con
candore e gioia disse illuminandosi:
-
Convertirlo a credere in Dio? Oh, gli farebbe tanto bene… - Iker si
fermò e per poco non cadde dalla sedia ma fu bravo ad impietrirsi. Per
un momento pensò di ridere ma capì che l’avrebbe distrutto, quindi
decise di non distruggere i suoi sogni deliziosi.
-
Sì, certo… Dio… è proprio questo che cerca di fare… convertirlo… - Ma
non concluse sperando che non capisse la profonda ironia con cui aveva
parlato.
Ricardo
non la colse e contento si convinse che sarebbe andato tutto bene per
quel ragazzo.
La
sua attenzione dopo un po’ fu attirata da del movimento poco più in là
e tirando il collo notò che c’era una specie di gara di ballo anche se
non proprio nel modo classico in cui chiunque avrebbe potuto
immaginarla.
I
due sfidanti erano Cristiano e Sergio e quando Ricardo ed Iker capirono
di che tipo di gara si trattava, il secondo si batté la mano sulla
fronte ridendo.
-
Non cambieranno mai! - Esclamò.
I
due ragazzi stavano infatti facendo dei balli sensuali e sembrava più
che la sfida fosse a chi era più seducente col proprio corpo che altro.
I
giudici erano Pepe e Marcelo, nemmeno a dirlo. Gli eterni dementi che
sicuramente avevano lanciato la sfida.
I
due si persero ad osservare la scena che comunque era gravitazionale e
vedendo prima uno e poi l’altro alternarsi su note particolarmente
erotiche, si resero conto che era la sfida adatta a loro.
Entrambi
cantanti, anche se Cristiano era il principale mentre Sergio quello
secondario, avevano la stessa mania di mettersi in mostra e la medesima
concezione di divertimento. Ovvero tutto ciò che avesse a che fare col
sesso.
I
bacini di entrambi roteavano alla stessa identica maniera ed era
difficile non ammirarli per un motivo o per l’altro. Ricardo arrossì
nel trovarsi gli occhi inchiodati al piacevole fondoschiena alto e sodo
di Cristiano. Anche Sergio non era male, aveva in più i tatuaggi ma per
il resto avevano degli stili alla modo e dei fisici atletici molto
simili.
-
Sono identici… - Mormorò Ricardo riferendosi ai balli. Iker rise
capendo che nella sua beata ingenuità intendeva proprio a livello
tecnico.
-
Come movimenti sì ma quello che devono giudicare è chi è più erotico,
non chi si muove meglio. - Oltretutto sapevano entrambi ballare meglio
di così, volendo potevano darsi più da fare ma non era quel genere di
gara.
Ricardo
allora lo guardò interrogativo con occhi sgranati pensando di aver
capito male.
-
Più erotico?! - Che razza di gara era quella? Non l’aveva mai sentita!
Cioè sapeva cosa significava ‘erotico’ ma non era mai stato capace di
associarlo a qualcuno e comunque non pensava ci si potesse sfidare ad
esserlo.
Iker
continuava a divertirsi non poco mentre l’immagine del nuovo arrivato
si completava meglio nella sua mente.
-
Sì… siccome si somigliano in molte cose e che quella che conta di più
per loro è chi è più sexy e seducente, chi acchiappa di più in pratica,
fanno spesso di queste gare. Sono proprio dementi. -
Ricardo
sperò non glielo chiedesse ma mentre pregava non lo facesse, Iker
asserì sorridendo divertito, curioso di sapere cosa avrebbe detto:
-
Tu chi faresti vincere? - Allo sguardo sbalordito di Ricardo, l’altro
aggiunse candido: - Chi ti sembra più sexy? - Uno dei due fenomeni al
centro dell’attenzione avrebbe detto ‘chi te lo fa venire più duro?’,
ma lui era Iker, una creatura gentile ed intelligente ma soprattutto
buona. Buona dentro.
Ricardo
sempre con occhi sgranati ed aria liberamente sotto shock, si voltò
verso i due che continuavano su ET di Katy Perry i loro movimenti di
bacino provocanti e quando li percorse con attenzione passando dalle
gambe al fondoschiena al busto e poi al viso, lì ci rimase quasi secco
ed avvampò sull’espressione di Cristiano. Non solo aveva dei lineamenti
praticamente perfetti e non un solo minimo elemento sproporzionato
come, magari, poteva averlo Sergio -la sua bocca era un crimine-, ma
era anche espressivo. Era profondamente espressivo. Troppo. Quella
allusione, quella malizia, quell’ironia e quel… quel luccichio così
tentatore… gli venne sete ed inghiottendo a vuoto rispose con un filino
di voce sperando che lo sentisse solo Iker e che non fraintendesse. In
realtà non c’era niente di male, stavano solo dando il loro parere ad
una sfida sciocca ma magari divertente.
Da
come ridevano e fischiavano tutti lo doveva essere…
-
Cris? - Fece come se glielo stesse chiedendo.
Iker
lo fissò e quando vide il rossore nelle sue guance ebbe l’istinto di
abbracciarlo forte per rassicurarlo e dirgli che era perfettamente
normale avere voglie sporche riguardo quei due, ma cercò di
risollevarlo diversamente…
-
Io preferisco Sergio ma è questione di gusti personali… -
Ricardo
parve confortarsi, se anche lui diceva quelle cose non era tanto
brutto, allora.
-
Che… che tipi sono? - In realtà voleva solo sapere di Cristiano ma
ovviamente non poteva essere tanto sfacciato e dimostrare un non
interesse per gli altri.
Iker
però capì a chi si riferiva, non era ingenuo ed ottuso come l’altro,
quindi parlò direttamente di Cristiano con disinvoltura. Tutti prima o
poi cadevano nella sua tela, a tutti piaceva quel ragazzo, non c’era
uno che comunque in un modo o nell’altro non ci passasse, solo che
alcuni non ci andavano.
-
Cris è un tipo molto egocentrico. Gli piace dimostrare che può fare ed
avere tutto e tutti, non ha limiti e confini, passa spesso dei segni
facendo cose discutibili che vengono criticate da molti ma a lui non
gli interessa. Va dritto per la sua strada. Deve distinguersi e basta,
quindi niente recinti. Si ritiene illimitato. È molto narcisista e
pieno di sé, non si è mai innamorato. - Ricardo improvvisamente sentì
un forte contrasto interiore che non seppe interpretare bene. Forse
dipendeva dal fatto che sicuramente faceva una vita dissoluta che non
si sposava con la sua fede, ma ognuno era libero di fare come voleva.
-
Che cose discutibili sono? - Chiese curioso comunque di saperne di più.
A
quel punto Iker lo guardò e per un momento stupito che non l’avesse
capito da solo, realizzò fino a che livello arrivava la sua purezza e
si disse se non fosse il caso di proteggerlo.
“Bè,
è a questo mondo come miliardi di altre persone… lavorando per lui
comunque prima o poi dovrà svegliarsi. Si svezzerà a sue spese, non
posso fargli da angelo custode. Sebbene non mi dispiacerebbe… stimola
un forte senso di protezione!”
-
Lo scoprirai da solo. - Disse alla fine vago stimolando solo più
curiosità nell’altro.
Furono
comunque interrotti da delle voci più concitate e da degli applausi.
Evidentemente
i due giudici avevano deciso e provando a capire chi avesse vinto,
videro entrambi mezzi soddisfatti e mezzi no.
-
Devono aver avuto un ex equo… sicuramente Marcelo ha scelto Cris e Pepe
ha scelto Sergio… e sicuramente volevano entrambi i due voti! -
Ricardo
si strinse nelle spalle. Vincere una competizione simile non era nella
sua capacità di comprensione. Era tutto troppo strano, completamente un
altro mondo.
Quando
Sergio venne a tirarsi via di peso Iker strappandolo al nuovo arrivato
che in teoria poi era il protagonista della festa, questi rimase un
attimo da solo a perdersi di nuovo in Karim, quel povero ragazzo più
morto che vivo che aveva problemi sentiti a stare al mondo.
Come
poteva andare avanti?
Era
seriamente convinto che la cosa migliore che potesse essergli successo
fosse stata incontrare José e di fatti non aveva torto visto come
l’aveva poi salvato, alla fin fine.
Non
rimase comunque solo a lungo perché nel giro di poco si ritrovò con un
altro individuo accanto.
Quello
che poi in teoria era il suo effettivo datore di lavoro.
Lo
riconobbe dall’aura forte che aveva -e che qualcuno avrebbe definito
erotica o magari solo tre litri di profumo griffato- e ancora prima di
girarsi seppe che era lui.
Vide
il bicchiere che gli porgeva e sorpreso della sua gentilezza lo prese
ringraziandolo con un dolce sorriso.
-
Grazie… - Avrebbe voluto chiedergli cosa fosse ma spaventato all’idea
che lo ritenesse un gesto di diffidenza e quindi maleducazione,
tintinnò il bicchiere e bevve il sorso a sua volta. Il sapore era molto
dolce ma anche molto forte, capì subito che fra lo zucchero di canna e
le fragole doveva esserci anche dell’alcool ma all’aria compiaciuta di
Cristiano alla sua smorfia spontanea, si chiese se non si sarebbe
offeso nel restituirglielo o nel non bere.
Decise
che per una volta si sarebbe sforzato e con un ‘buono’ che sembrava più
un ‘muoio’ bevve anche un secondo sorso con somma gioia dell’altro.
-
Allora, ti diverti? - Chiese dando per scontato che visto che lui c’era
allora tutti si dovevano per forza divertire.
Ricardo
si strinse nelle spalle e sforzandosi anche di parlare dicendo cose di
senso compiuto con un tono normale e convincente, rispose facendo
appello a tutto il suo auto controllo che al momento sembrava scemare
stranamente.
-
Certo, proprio una gran bella festa… volevo ringraziarvi per averla
organizzata solo per me… - Bè, era stato bravo e Cristiano vedendo
tanta sentita gentilezza si guardò bene dal dire che la serata ci
sarebbe stata in ogni caso perché tanto ne facevano una sera sì e
l’altra anche!
-
Figurati, ormai sei dei nostri e a noi piace dare il benvenuto a tutti
quelli che lo sono! - Proseguì Cristiano cercando di capire se oltre
che per farsi ammirare quando cantava avrebbe potuto usarlo anche per
qualcos’altro. - Ho visto che parlavi con Iker… - Proseguì interessato
solo a sapere se avessero parlato di lui. Ricardo ovviamente lo travisò
e prendendolo per un altro gesto premuroso nei suoi confronti, ovvero
un volerlo conoscere e fare conversazione amichevole con lui, rispose
lieto di farlo.
-
Sì, è una persona in gamba, si parla bene con lui… mi ha spiegato un
po’ di voi… - Esattamente quello che voleva sapere, si disse Cris. Con
quel tipo era fin troppo facile ottenere tutto quel che voleva e
vedendo che dopo i primi momenti di tentennamento continuava a bere
sempre più volentieri e che comunque rideva sempre alla stessa maniera,
rincarò la dose con abilità ed un sorriso irresistibile:
-
Ah sì!? Spero niente di compromettente… - Le solite cose che si
dicevano per sapere cosa avevano detto. Ricardo di nuovo cadde
ingenuamente nella rete, fin troppo facile…
-
Ma no… ha solo detto come si è formato il gruppo e mi ha parlato un
pochino di voi in generale, su che tipi siete… - Cristiano si avvicinò
con la sedia e toccandolo col braccio, intenzionalmente, lo guardò
intimo e complice. Non era molto lo spazio vitale che li separava ed
ora Ricardo cominciava a provare un gran caldo improvviso. Come
improvvisa era l’impressione che quel ragazzo fosse davvero bello.
- E
che tipi siamo secondo Iker? - Ingenuamente Ricardo cominciò a parlare
anche di quel che gli aveva detto sugli altri lasciando Cristiano
proprio per ultimo, cosa che seccò l’ascoltatore che si sforzò di non
mandarlo a quel paese. Quando finalmente toccò a lui Ricardo arrossì
deliziosamente e all’altro questo non sfuggì, infatti pienamente
compiaciuto dell’effetto che sapeva di avere anche su di lui, se ne beò
cercando suo malgrado ancora di capire se poi avrebbe voluto portarselo
a letto o meno.
José
in realtà glielo aveva categoricamente vietato perché aveva l’insana
abitudine di litigare e stufarsi subito di chi entrava fra le sue
gambe, di conseguenza se quel ragazzino doveva essere il suo assistente
all’ascolto e dunque gli serviva per cantare bene, non poteva
sbarazzarsene. Ergo, niente seduzioni e scopate, parole testuali di
José.
Non
aveva tutti i torti ma negargli qualcosa per partito preso era come un
invito, era per questo che si era messo ad interessarsi a lui: per
capire se gli sarebbe piaciuto.
A
Ricardo sì, nessun dubbio. Forse lui non se ne era reso conto ma era
chiaro che se gli avesse detto di andare in camera si sarebbe
precipitato senza remore -questo comunque lo pensava Cris!-
Ma
il cantante a volte era selettivo, doveva essere gente di un certo tipo
quella che si portava a letto, di solito comunque oltre che bella anche
alla moda o importante e popolare. Insomma, doveva spiccare in
qualcosa. Quel ragazzino lì sembrava lontano anni luce dal suo mondo e
dai suoi soliti gusti, per questo tentennava.
-
Ha detto che sei molto egocentrico e che ti piace dimostrare che tu
puoi tutto e che non hai limiti e confini, quindi passi spesso dei
segni facendo cose discutibili. - Tutte cose vere, del resto Iker lo
conosceva bene.
Sorrise
compiaciuto a quelle parole e Ricardo arrossì provando ancor più caldo,
per contro finì di bere la bevanda nella speranza di provare un po’ di
sollievo.
Speranza
vana… si sentì anche peggio.
La
testa cominciò improvvisamente a girargli anche da seduto e mentre
tutto si appannava e confondeva, i ragionamenti andarono decisamente a
quel paese. Molto quel paese.
Non
capiva nemmeno più perché quella strana piega non andasse bene, non
ricordava proprio più…
-
Ti ha impressionato? - Chiese Cristiano facendosi sempre più vicino e
intimo. Ormai le ondate di calore erano indomabili e atroci, per
l’altro, che arrancava a fatica cercando di non fissargli gli occhi
troppo vicini ed uccidendosi da solo nel finire sulle labbra. Erano
invitanti. Non sapeva perché ma lo erano. E vicine.
-
Dipende da cosa sono queste cose discutibili, è stato vago dicendo che
l’avrei scoperto da solo. - questo ancora lo ricordava. Il sorriso di
Cristiano fu terribile, fu davvero deleterio, la fine, qualcosa di
assolutamente insostenibile perché sembrava così erotico e seduttore,
come se stesse alludendo a mille cose. Troppe da decifrare tutte.
Ed
ormai la testa era troppo in palla, troppo effervescente, troppo nei
bassi fondi, assurdamente.
Quando
Cristiano con quel fare intimo e strano gli circondò le spalle, Ricardo
vacillò paurosamente.
- E
vuoi vederlo ora coi tuoi occhi? - Quella fu una proposta in piena
regola e mentre Cristiano si stupiva per avergliela fatta prima di
capire se comunque gli sarebbe piaciuto andare con lui, Ricardo finì.
Finì
proprio di captare il mondo reale con lucidità.
Per
lui le ore successive e la notte furono buio assoluto e totale.
Buio
e basta.
Fino
al mattino in cui si svegliò in un letto sconosciuto con dolori atroci
di testa.
Nudo
e per niente solo.