CAPITOLO XI:
DOPO
LA TEMPESTA
Quando
se ne andarono veramente tutti e rimasero solo Marcelo, Pepe e Fabio
con Cris e Riky, quest'ultimo stiracchiandosi e sbadigliando con una
frenesia evidente di fondo fece un sorriso forzato e abbracciando il
suo compagno lo baciò a stampo sulle labbra. Cercava di apparire
naturale con tutto sé stesso ma sapeva che non poteva essere così.
-
Sono stanchissimo ma è stata una bellissima serata! Splendida la
sorpresa dei miei amici, non me la sarei mai aspettata, giuro...
grazie, amore... - Voleva andare in camera con lui e farsi una
doccia, scrollarsi tutto di dosso e dormire con lui abbracciato ma
era consapevole che probabilmente non avrebbe potuto prima di dire
almeno mezza parola a Fabio.
Però
non voleva e si sentiva male per questo.
Cristiano
gli cinse la vita sorridendo calmo, ricambiò il bacio e rispose
cercando di rilassarlo mentre Marcelo e Pepe parlottavano poco più
in là.
-
Sono contento, mi dispiace per il piccolo imprevisto. Puoi dormire
qua, ho avvertito Carol che non saresti tornato per ovvie ragioni...
- Non voleva forzarlo ad affrontare Fabio ma non poteva nemmeno
dirgli di andarsene. Se lui stava là ed aspettava...
Vide
con la coda dell'occhio Marcelo avvicinarsi a Fabio sempre più
versione cane bastonato, capì che gli stava dicendo di riprovare il
mattino e di lasciarlo dormire in pace ma Fabio non si mosse.
Intendeva risolvere il casino in qualche modo e probabilmente
l'avrebbe fatto.
Un
po' quell'atteggiamento gli piaceva, era così che doveva fare.
Lottare per la cosa giusta e non gettare subito la spugna cogliendo
il lato più facile.
-
Allora vado su a farmi una doccia, sono sfinito... ti aspetto in
camera. - Cris annuì incapace di immaginare cosa avrebbe fatto
poi... pensava di conoscerlo ma si stava accorgendo ora che si
sbagliava.
Ricardo
a quel punto lo lasciò, si voltò verso gli altri tre e guardando in
maniera evidente solo Marcelo e Pepe che lo fissavano stupiti ed
increduli, li salutò con ostentata serenità. Si capiva quanta
voglia di gridare contro Fabio avesse.
-
Grazie ragazzi, io vado a dormire... è stato fantastico, siete
proprio speciali ed io... non so cosa farei senza di voi. Gli amici
sono davvero la cosa più importante, forse anche più dell'amore.
L'amore può farti soffrire ma i veri amici no, sono sempre lì.
Grazie davvero... -
Con
questo, salutò Marcelo e Pepe con un abbraccio congiunto mentre
ignorò completamente Fabio, dopo di che si voltò e salì le scale
dirigendosi al piano superiore, quello delle camere.
Raggelati
ed increduli, nonchè fortemente sotto shock, i tre si guardarono
mentre Fabio si rannicchiava su sé stesso strofinandosi il viso.
Ora
e solo ora era chiaro precisamente la gravità di ciò che aveva
fatto. Cioè lo era in modo completo.
Perdere
l'amicizia di Ricardo dopo che lui te la dava in modo totale ed
incondizionato, come solo lui riusciva, era la cosa peggiore che
potesse succedere. Però capirlo troppo tardi era davvero da idioti,
si disse Cristiano pensando in tutta onestà che a quel punto
potevano solo tenere duro fino alla fine dell'anno calcistico, ormai
in chiusura, e vedersi il da fare durante l'estate.
"Non
aggiusteranno mai!"
Pensò
sicuro.
Guardò
poi Marcelo e Pepe che sembravano pensare la stessa cosa, quindi
stringendo le labbra dispiaciuto per la situazione in generale,
perchè dopotutto quella serata non era stata veramente perfetta e
perchè Riky aveva perso un prezioso amico, salì senza dire nulla.
Era
uscito dalla doccia ed avvolto in un accappatoio, quello di Cris
dalla stoffa più pregiata esistente per un accappatoio, si era
diretto in camera, lì trovò il proprietario che lo raggiunse
carezzandogli dolcemente la testa sui capelli bagnati e scomposti.
Gli stavano sulla fronte e gli davano un'aria da bambino. Non
sembrava affatto un trentenne, convenne lasciandogli un bacio subito
sotto l'orecchio.
Riky
si sciolse al breve contatto e in silenzio, pensieroso e ovviamente
cupo, cominciò ad asciugarsi distrattamente il corpo. Cris non era
meglio, l'osservava spogliandosi ma non c'era la minima intenzione di
fare l'amore. Ogni cosa aveva il suo tempo ed ora gli stava
sull'anima quella sua sofferenza fin troppo evidente, voleva aiutarlo
ma non sapeva come fare, quindi ci pensava senza arrivare da nessuna
parte.
Quando
il brasiliano fu nudo, indossò i boxer puliti di Cris perchè
ovviamente non era il caso di tenere la propria biancheria da lui.
Avevano la stessa taglia solo che non sapeva bene perchè all'altro
stavano diversamente... più divini!
Avrebbe
riso per la battuta che si era fatto ma non ne aveva nemmeno voglia.
Sospirò
e si stese nel letto dove le lenzuola di raso nere erano state
abbassate.
Cris
fece altrettanto rimanendo in boxer, apparendo proprio come Riky lo
vedeva. Divino.
Ma
non c'era la voglia di ridere o scherzare pur ci provassero entrambi.
Cris
si mise sulla schiena e allungando il braccio verso il compagno se lo
fece accoccolare sopra, Riky parve trovare l'ossigeno solo in quel
momento e rilassandosi in maniera esplicita, chiuse gli occhi e gli
baciò il petto sodo. Quel calore, quel contatto elettrizzante, quei
battiti erano i suoi, tutto ciò che voleva.
Il
suo amore, il suo amore del presente e del futuro era lì con lui e
non l'avrebbe mai lasciato.
Con
questo pensiero riuscì finalmente a parlare, avendone di nuovo
bisogno.
-
Sono una pessima persona... - Era quello che pensava seriamente e
Cris lo sapeva, ovviamente non era d'accordo.
-
Fabio è una pessima persona. Tu sei umano! Io l'avrei demolito. Se
non mi aveste fermato l'avrei fatto! - Commentò duro e stizzito al
ricordo. Riky accennò ad un piccolo sorriso per la sua spontaneità
e lo baciò di nuovo sul petto.
-
Ti ringrazio. Ma io mi sento male a non riuscire ad ascoltare le sue
scuse, le sue spiegazioni. Non si tratta di perdonarlo o no... si
tratta che non riesco nemmeno a guardarlo. Io devo per lo meno dargli
l'occasione di rimediare in qualche modo ed ora come ora... non
voglio... non ci riesco... sono bloccato... non arrivo proprio... e
non voglio nemmeno sapere perchè... potrei capirlo da solo ma mi
rifiuto... è qualcosa che va oltre le mie forze, la mia ragione, la
mia volontà. Non mi è mai successo... -
Cristiano
una spiegazione se la dava, forse era di parte ma per lui era così...
e non si stupì di quel suo discorso, dimostrava che era umano anche
lui...
Accarezzandolo
sulla spalla nuda e fresca, rispose.
-
Tanto è buona una persona, tanto poi, una volta delusa e ferita,
fatica a fare quello che ritiene giusto. Tu sei troppo buono e
vorresti vivere secondo questo tuo personale senso di bontà che
sfiora i massimi storici. Però alla fin fine sei umano ed il fatto
che ti sia messo con me nonostante la tua fede lo dimostra. Alla fine
sei umano. Per questo quando soffri tanto... bè, soffri da uomo...
solo che per te è inconcepibile ma fidati che è normale. Va bene.
Vedrai che fra qualche giorno riuscirai a guardarlo e ad ascoltarlo.
Fidati. -
Aveva
parlato calmo e pacato, la sua voce bassa e sfumata l'aveva cullato
insieme alle sue mani che non volevano lasciarlo. Quindi sospirò
sperandoci con tutto sé stesso.
-
Lo spero... -
Non
era veramente ignobile, ma lui si sentiva così proprio per quella
sua eccessiva bontà. Per questo era stato tanto male, in passato,
quando aveva scoperto di essere in crisi con Carol e poi quando aveva
scoperto le proprie pulsioni omosessuali. Ciò che una persona
normale affrontava ad occhi chiusi, per lui era un dolore
insormontabile ma era parte della sua bellezza anomala e rara.
Una
bellezza a cui nessuno era mai indifferente.
Dopo
un po’ di silenzio Cris tornò a parlare dell’accaduto, voleva
snodare ogni groviglio possibile ed immaginabile e fu capace di
tirare fuori una delicatezza inaudita che in pochi gli avrebbero
affiancato.
-
Mi dispiace che non sia stata una serata perfetta… volevo che te la
ricordassi così come io ricorderò quella dei miei 27 per sempre…
insomma, è stato più bello il tuo 29esimo compleanno… - Riky
colpito da ciò che lo impensieriva si girò a pancia in giù e puntò
i gomiti per arrivare a vederlo in viso, aveva un’espressione di
nuovo dolce… ‘alla Riky’…
Spostò
la mano dal petto alla guancia e la lasciò lì infondendogli quel
che provava. Cris lo sentiva molto bene ed era sostanzialmente amore
per lui.
-
Ma me lo ricorderò molto bene, fidati! - Cris fece il broncio.
-
Ma per una cosa bella, non per una cosa brutta… -
-
Bè, i miei veri amici che mi aiutavano a risolvere il mio dilemma è
una cosa bella… tu che ti preoccupi come un matto per me e che sei
pronto a fare a pugni perfino con il mio ex è bello. Tutte le
persone che c’erano erano lì per me ed era bello. Rivederle è
stato bello. E poi fare l’amore con te è stata la cosa più bella
di tutte, perché ci siamo avvicinati una volta di più. -
Eccolo
lì il ragazzo romantico, sentimentale e positivo. Cris sospirò
dentro di sé realizzando che il suo amore pian piano era di nuovo
lui.
Gli
carezzò la schiena con dolcezza, Riky rabbrividì e gli lasciò un
tenero bacio sul mento.
-
Anche Andry era bello? -
Riky
ridacchiò alla sua provocazione, lo faceva un po’ per alleggerire
un argomento tosto, un po’ perché voleva parlarne davvero.
-
Bè, non dirmi che non ti è piaciuto! È un bel ragazzo… ti sembra
dimostri 36 anni? -
-
No certo che no ed è pure figo ma non è questo che voglio sentirti
dire! - Sbottò sincero e schietto. Riky rise e Cris si rilassò
carezzandogli anche la nuca, oltre che la schiena. Ora stavano
davvero bene. Fabio era lontano ed Andry era sopportabile. Non era
più una nube nera ma chiara e graziosa. Una scia di passato
prezioso.
-
E’ stato bello poter chiarire una volta per tutte e davvero. Prima
di affrontarlo non pensavo d’aver qualcosa da dirgli però poi sì…
c’era… serviva… forse più a lui che a me. Ma ora che ci siamo
messi definitivamente via a vicenda, che lui ha visto che ti amo, che
mi ami e che siamo felici starà bene anche lui. E per me è un bel
pensiero, sai? È stato tanto importante per me ma prima di stasera
non ero capace di parlarne senza oscurarmi, angosciarmi o provare
rimorsi e rimpianti. Ora… vedi? Sto parlando tranquillamente di lui
con te. Non ti pare che sia un buon traguardo? -
Cristiano
ora si sentiva più leggero di venti chili… poteva respirare
sollevato e affrontare il suo sguardo senza l’angoscia di leggerci
dietro chissà quante cose.
-
Anche io ho parlato con lui, quando tutto il casino è finito. Dopo
aver parlato con Fabio tu eri sparito e nel cercarti ho trovato lui…
- Riky sospese il fato e lo guardò preoccupato ed attento. Scrutò
il suo viso. - Non ci siamo picchiati! - Capì che cercava lividi e
si mise a ridere, Riky si rilassò.
-
E come è andata? -
-
Anche io ho capito che non è effettivamente quel pezzo di merda che
prima odiavo solo perché era il tuo ex. Che… che ha avuto un
rispetto per te che nemmeno io ho avuto mai… e che se c’è uno
che non potrebbe mai veramente farti soffrire è lui. Anche se… bè,
io so quanto sei stato male per lui lo stesso. Insomma, è stato un
dialogo illuminante, ecco. Mi ha minacciato dicendo che se ti pianto
e ti faccio soffrire mi spezza le ossa! - Concluse ridacchiando,
lasciando definitivamente andare anche quel capitolo che li aveva
messi a dura prova.
-
E’ tipico suo… sono contento però che vi siate parlati. Così
avete capito che qualcosa in comune l’avete e che non serve odiarvi
così… -
Cris
a quel punto non ebbe dubbi perché l’aveva perfettamente capito.
-
Sì. Abbiamo in comune te. L’amore che proviamo per te. -
Riky
rimase senza fiato, si riferiva a certi aspetti caratteriali e modi
di essere. Non si somigliavano molto ma qualcosa sì… però
sentirsi lui, la parte in comune fra loro, colui che quindi era stato
capace indirettamente di far seppellire le loro asce di guerra, era
bello. Era davvero bello.
Riky
sorrise e gli sfiorò le labbra con dolcezza:
-
Dio come ti amo… non so cosa farei senza di te. Questa è comunque
la serata più bella della mia vita. Nonostante tutto. Grazie. - Non
sapeva che altro dire e non voleva tornare a parlare di Fabio.
Era
ora di dormire, di buttarsi tutto il resto alle spalle e di
assimilare nell’inconscio tutto quello che era accaduto.
Cris
ricambiò il bacio facendolo più profondo, trattenne a sé il suo
viso, gli schiuse le labbra e si infilò con la lingua, Riky
l’accolse subito intrecciandosi a lui mentre la sensazione più
bella di tutta la giornata si imprimeva a fuoco nell’anima.
Quanto
amore da parte del suo ragazzo.
Quell’amore
era il regalo più bello dei suoi trent’anni!
Il
mattino successivo Cristiano si svegliò per secondo e quando non
vide Ricardo accanto si preoccupò. Ebbe uno strano pensiero.
Era
ovvio che non poteva essersene andato però lo angosciava non
vederlo.
Saltò
giù dal letto in un batter d’occhio e ignorando lo specchio per
non avere la tentazione di sistemarsi scese le scale con quell’ansia
interiore.
Quando
vide Fabio dormire nel suo divano lì per lì credette di sognare. Si
fermò, si grattò la nuca, arricciò il suo delizioso naso piccolo e
dritto e si guardò intorno.
“Ma
Riky? Se ne è andato e l’ha ignorato? “ Poi,
nella nebbia del suo sonno si corresse battagliero: “No
e che cazzo… prima mi saluterebbe!”
Cristiano
allora andò in cucina convinto di trovarlo lì e così fu, tirò un
respiro di sollievo e poi tornò a fare una delle sue molte facce
strane.
Stava
preparando la colazione per due.
-
Ma l’hai visto quello? - Disse ancora prima di salutarlo. Riky,
sorpreso, saltò sul posto e per poco non si scottò col caffè,
quindi si voltò, gli sorrise e l’avvicinò baciandogli la fronte.
Poi rispose calmo e con apparente nonchalance:
-
Sì, ha dormito qua. - Indifferenza.
Cris
sgranò gli occhi, non era da lui… se uno si dimostrava così
disperato da dormire sul divano pur di avere una possibilità di
chiarimento, lui sicuramente non poteva essere così gelido!
Per
un momento credette d’avere un estraneo davanti a sé e lo fissò
sbalordito.
-
E perché non fai la colazione anche per lui? -
-
Dovevo? - Cris si raggelò mentre lo guardava apparecchiare il tavolo
per due, gli occhi enormi, era quasi spaventato.
-
Bè no… dopotutto no… però sarebbe stato da te… l’avresti
svegliato con un caffè e l’avresti finalmente ascoltato… in
fondo ha dormito sul divano… - Gli fece delicatamente notare.
Ricardo
non reagì e come se non avesse detto niente cambiò amabilmente
discorso con un gran sorriso radioso.
-
E’ pronto, amore! -
Cristiano
si sedette esterrefatto, shockato e sconvolto come mai era stato in
vita sua.
Ora
aveva seriamente paura.
“Questo
non è il mio moroso…” Pensò
convinto fissandolo con faccia da pesce. Poi però aggiunse “E
cazzo, mi piace lo stesso! Me lo sbatterei sul tavolo! Specie perché
fa il gelido!”
Ma
forse uno non si conosceva mai abbastanza, nemmeno dopo tre anni. O
dieci. O una vita insieme.
Mai.