CAPITOLO XIV:
LA STRANA CONVERSAZIONE
 
- Dunque Alex? - Chiese Cris mitigando il tono arrogante assunto all’inizio.
- E’ occupato! - Non che avesse problemi a specificare che gli stava preparando una sorpresa per farsi perdonare la sua fuga a Madrid per Riky, ma non voleva far sapere i cazzi propri a quel pallone gonfiato. Tale reputava Cris.
Questi però sospirò e stendendosi di nuovo come prima, tirandosi dietro Cris J, si massaggiò gli occhi stanchi.
- E’ che… avevo bisogno di lui… -
- Per cosa cazzo avevi bisogno? Quello che sa lui lo posso sapere anche io! - Era solo un modo per indagare nei cazzi di Alex. Gelosia pura, in pratica. Cris la riconobbe e ridacchiò, poi alzò le spalle pensando che per disperazione poteva accettare i consigli persino di uno come quel killer…
- Ti avrà raccontato del casino di ieri sera… -
- Sì… non ha fatto altro! - Esclamò truce ed esasperato. Cris non se ne turbò minimamente e proseguì aggiornando anche lui. Se poteva avrebbe parlato di Riky anche al presidente degli Stati Uniti, pur di sapere come aiutarlo!
- Ecco, quindi ora è in questa fase schizofrenica dove diventa il re dei ghiacci se si parla di Fabio… ed io non so che devo fare a questo punto… mi preoccupa seriamente perché non è da lui. Cioè… per me sarebbe normale non parlargli ma per Riky no… lui è così buono che… e poi ci sta male lui stesso, vorrebbe sistemare ma ha un blocco… io sono preoccupato. Cosa diavolo dovrei fare? Si sbloccherà? -
Zlatan aveva ascoltato sorprendentemente paziente ed alla fine decise anche di rispondere seriamente.
- Alex è più o meno così… - Cris si drizzò di nuovo, il figlio tornò a cadere sul cuscino e a ridere, lui cercò di nuovo lividi che non trovò e poi rispose:
- Davvero? Ed è successo una cosa simile? -
Zlatan ci pensò.
- Bè… è successo che lui ed il mister non si parlassero per tre quarti di anno… -
- E andavano d’accordo, prima? -
- L’anno scorso sì, poi quest’anno… improvvisamente… silenzio! - Cris era molto preso dall’argomento, sperava gli fosse utile.
- E ne parlava con te? -
- No, non si poteva sfiorare l’argomento mister, era tabù. Non che io non ne parlassi per questo… ma vedevo che non voleva quindi non lo forzavo… -
- E cosa è successo, poi? -
- Poi è successo che era una tattica del mister per far reagire Alex… alla fine è successo… ha reagito esattamente come doveva fare, ha tirato fuori le palle, si è impuntato e finalmente si sono chiariti ed ora va bene… -
Cris rifletté sulle sue parole.
- Ok… quindi devo rispettare la sua volontà di non parlare di Fabio e aspettare che prima o poi reagisca brutalmente come dovrebbe? - Che per lui equivaleva a gridare e picchiare Fabio.
Zlatan alzò le spalle e si grattò la nuca, non si sentiva indicato a dare consigli… a Cristiano, poi… era davvero il caso di dire ‘la strana coppia!’
- Boh, che cazzo ne so… saprai tu come prendere il tuo ragazzo, no? -
Cris si inalberò… cosa facile.
- Ma vaffanculo, a te non è mai successo di non saper prendere Alex almeno una volta? -
Zlatan rise e Cris ci rimase secco un istante… non è che lo si sentisse ridere spesso, quello… ed anche ad immaginarlo non era facile…
- Io so SEMPRE come PRENDERE Alex. Credimi. E mi stupisci tu che non sai come prendere Riky… allora la fama che ti precede è immeritata! -
Cris capì subito di cosa parlava e tirando un cuscino dall’altra parte della sala, come un bambino capriccioso, rispose piccato:
- Io so perfettamente come scopare Riky! Hai capito cosa intendevo, stronzo! - Zlatan rise ancora un po’, dopotutto era molto divertente quel tipo. Cris ovviamente non gradì ma quando Alex arrivò decise di darci un taglio, voleva la sua dolce sorpresa.
- Bene, allora va e scopatelo così sai come prenderlo… che intanto io faccio altrettanto qua con Alex! -
Il brasiliano era arrossito e dalla risata accentuata di Zlatan, Cris lo capì. Nonostante alla fine non l’avesse aiutato gran che, rimase a sorridere lo stesso e addirittura lo salutò con gentilezza, alla fine.
Del resto cosa ci poteva fare?
Il ragazzo era il suo e quello stronzo aveva ragione… doveva saperlo prendere lui in qualche modo.
Ponderò sul metodo di Zlatan… starne fuori e lasciarlo fare.
- Prima o poi reagirà? - Chiese a suo figlio che intanto si era accoccolato contro il suo petto succhiandosi il pollice. Cristiano, ammorbidito da quell’immagine, sorrise e si stese di nuovo tirandoselo su.
In ogni caso qualcosa sarebbe successo di sicuro.
 
Le cose non migliorarono.
Cris seguì il consiglio di Zlatan restando accanto a Riky senza forzarlo in alcun modo sull’argomento Fabio e non si intromise mai, nemmeno davanti alle insistenze di Fabio che cercava di parlare col brasiliano.
Perfino Iker fu messo a tacere da Riky, seppure con dolcezza, riguardo all’argomento.
Niente e nessuno riuscì a fare qualcosa per lui e sebbene Riky stesso forse angosciato per questo fatto e pregasse ogni momento libero, non riusciva a concepire l’idea di ascoltare Fabio, quando ci provava doveva andarsene.
Non fu nessuno a far qualcosa di decisivo, a sbloccare la situazione.
Niente e nessuno se non uno.
Quello che aveva fatto il danno.
L’unico che in effetti avrebbe dovuto sforzarsi più di come aveva fatto fin’ora invece di arrendersi subito all’evidente restia del compagno al dialogo con lui.
Fu la domanda seccata di Cris che lo fece decidere.
- Pensi di rimediare, prima o poi? - Per lui solo Cris sarebbe riuscito a dargli la spinta, però aveva capito che aspettava e se lui aspettava non poteva deluderlo. Non poteva proprio.
Accadde così un pomeriggio subito dopo gli allenamenti.
Fabio colse l’occasione al volo una volta in cui Riky si era trattenuto più a lungo per completare una serie di tiri ad effetto, gli altri erano andati, Fabio, rimasto negli spogliatoi con Cris ad aspettarlo, chiese con un’espressione strana se poteva andare e lasciare Riky a lui, Cris ebbe l’istinto di dirgli ‘fottiti’ ma poi ripensò alla loro amicizia che fino a quel momento era stata ottima e sincera, dei livelli di Pepe e Marcelo. Non era giusto cancellare tutto il bene per un istante di male, una debolezza. Se non altro bisognava prendere in considerazione anche tutte le volte che Fabio era stato importante per lui, come amico. Che c’era stato durante i suoi sfoghi verso Riky… Riky che passava tanto tempo con la famiglia, Riky che non voleva nessuno sospettasse di loro ed in pubblico cercava spesso di evitare troppa vicinanza con lui, Riky che a volte era troppo affettuoso con tutti perché era così.
E Fabio era sempre stato lì ad ascoltarlo parlare del suo amore quando lui stesso era innamorato di Cristiano.
Pensò a questo. Che quella sarebbe stata la prova del nove e che meritava la giocata decisiva. Persa quella non avrebbe meritato più niente perché fino a quel momento non ci aveva provato davvero sentitamente.
Cris gli lanciò uno sguardo affilato e tremendo che parlò molto meglio delle parole che gli disse poi, parole basse e penetranti. Spaventose, quasi.
- Aspetto fuori ma giuro che se non risolvi, questa volta è finita. - Mentre, si disse fra sé e sé, se Fabio sarebbe riuscito a fare il miracolo, non solo l’avrebbe rivalutato ma l’avrebbe tenuto come il suo amico più caro. Perché uno che cadeva in quel modo e riusciva a recuperare, sistemare e redimersi meritava oltre che rispetto e fiducia anche stima e affetto.
Ma doveva ridargli il suo Riky intatto com’era prima, prima di tutto quel disastro.
Fabio annuì serio e grave, non rispose però rimase fermo sulla panchina a guardare la porta come se fosse il suo nemico.
Cris uscì, era scettico, allibito e teso. Se fosse andata male avrebbe dovuto abituarsi a quel Riky per il resto della loro vita?
Per quanto lo riguardava era sempre lo stesso ma un Riky che non perdonava non era il vero Riky…
 
Ricardo finì i tiri e quando andò negli spogliatoi si stupì di trovare Cris fuori e non dentro, con un sorriso dolcissimo dei suoi lo guardò e gli chiese come mai fosse lì. Cris si strinse nelle spalle e non rispose, si limitò a ricevere le sue labbra leggere e veloci, aveva sempre paura di essere visto da qualcuno anche se sapeva che erano rimasti solo loro due.
- Faccio in fretta. - Poi avevano il solito appuntamento a casa prima di cena.
Quando entrò non vide subito Fabio, era in un angolo a sinistra quindi andando a destra non lo notò proprio.
Si spogliò veloce, non voleva far aspettare Cris. Rimasto in boxer si voltò verso i locali delle docce con l’asciugamano ed il necessario per lavarsi e quando vide una figura in piedi davanti alla porta chiusa, si spaventò non poco saltando all’indietro.
Distinse Fabio e ci rimase male, divenne livido. Fece impressione.
Non prese davvero colore però fu come se diventasse nero. Era impossibile, a lui non succedeva mai… ma quella serietà e quella cupezza nello sguardo fu come una spada affilata che si conficcava nel ventre di Fabio.
Solo allora, davanti a quegli occhi bui, il portoghese capì cosa aveva cercato di dirgli Cris… capì davvero cosa aveva fatto, in che modo l’aveva rovinato, quanto male gli avesse fatto.
Non l’avrebbe mai perdonato.
Vacillò, fu un momento, il tempo per Riky di ignorarlo e voltarsi verso la doccia. Non voleva parlargli, non voleva ascoltarlo. Il suo corpo si rifiutava, non c’era verso.
Fu esattamente lì che Fabio seppe precisamente cosa fare e giurò a sé stesso che in qualunque modo sarebbe andata, se un giorno magari i due si sarebbero davvero lasciati per un qualche miracolo assurdo, lui non si sarebbe mai e poi mai messo con Cris, non ci avrebbe mai più provato perché perdere certe persone, persone pulite e vere come Riky, era molto peggio che prendersene altre. Di queste se ne potevano trovare altre nella vita, gli amori andavano e venivano.
Le amicizie vere no, quelle belle, quelle pure con persone splendide dentro.
Si odiò e si maledì, poi agì.
Ricardo non ebbe nemmeno il tempo di aprire il rubinetto della doccia che si ritrovò affacciato proprio Fabio.
Inghiottì a vuoto e fu un boccone molto duro, però aprì e, una volta nudo, si mise sotto il getto caldo. Sperava di finire subito, non ce la faceva più, era come una tortura stare lì. Non voleva parlargli, non voleva proprio anche se doveva.
- Sei proprio patetico! - Esordì Fabio velenoso, un sorrisetto di quelli antipatici. Dio, come si stava odiando.
Riky si bloccò istantaneamente e si voltò verso di lui, sembrava convinto. Perché gli diceva questo, ora? Voleva farlo reagire dicendogli una volta per tutte quello che pensava?
Respirò. Doveva resistere, non poteva reagire come avrebbe voluto, non poteva, andava contro la propria fede e non poteva essere che ormai tutto quello che faceva ci andasse contro.
Si voltò di schiena per non guardare i suoi occhi un tempo gentili guardarlo con derisione. Si insaponò in fretta e furia, le mani tremavano.
Fabio si morse il labbro, voleva darsi giù in testa. Era la cosa peggiore che aveva mai fatto.
- Pensi di essere l’unico ad amare Cris? Pensi di essere l’unico che farebbe di tutto per lui? Non hai fatto altro che dirmi durante tutto l’anno che per lui sei andato anche contro la tua fede, la cosa più cara che hai. Non l’avresti mai fatto per niente e nessuno. Per te questo è come buttarti nella fossa dei leoni disarmato. Non hai fatto che ripetermelo, so bene che tipo sei, ti conosco. Sei buono, ami Gesù prima di tutto, ti ha salvato la vita quando eri piccolo e ti sei consacrato a lui, sei arrivato vergine al matrimonio, hai sposato una con la tua stessa fede, cresci i tuoi figli allo stesso modo… e vivi di nascosto contro quello che Gesù insegnava! Ed intanto ti ripeti che comunque il primo comandamento di Gesù era quello dell’amore e non della discriminazione. E che Dio è perfetto e non fa niente di sbagliato e che se la natura di certe persone è quella di amare persone dello stesso sesso va bene, allora è giusto. E che se è con amore, amore vero, allora si può fare. Basta non far male a nessuno. Le so a memoria queste cose, quante volte me le hai ripetute? - Ricardo si sciacquò in fretta, stava tremando sempre più vistosamente, aveva le lacrime agli occhi.
Ecco il punto. Si era sentito preso in giro da Fabio. Si era aperto tantissimo e lui in cambio si era innamorato del suo ragazzo ma non solo… aveva cercato di portarglielo via.
Come aveva potuto?
- Ed ora guardati! - Fece poi con cattiveria mentre Riky chiudeva il rubinetto e bagnato come un pulcino usciva dal locale delle docce passandogli davanti. Tutti i muscoli tirati, l’asciugamano avvolto alla vita. Voleva gridare, voleva piangere, voleva implorarlo che la smettesse ma Fabio continuò senza pietà. - Ora sei qua e non sai perdonare più! Ed è la cosa peggiore che potessi arrivare a fare e lo sai, lo sai bene, per questo ti stai odiando tanto, ma non riesci a farne a meno. Gesù può passare sopra al tuo amore per Cris, perché è la tua natura, non te lo sei cercato, non l’hai scelto, sei stato scelto. Però a questo no, mai. Non perdonare qualcuno che ti ha chiesto perdono? Non ascoltarlo nemmeno? Escluderlo così dalla tua vita? È davvero ignobile! Questo Gesù lo biasimerà! Ti stai allontanando da lui! Ti ho ridotto così, hai visto? È colpa mia! - Ricardo voleva gridare che era vero ed insultarlo ma non poteva, non poteva proprio sarebbe stato peggio.
Già comunque pensare quelle cose era sbagliato.
E quanto gli faceva male che Fabio sapesse così tanto di lui, che lo capisse fino a questo punto e che invece infierisse per… per cosa, poi? Cosa voleva? Spingerlo ad andarsene e lasciare libero Cris? Non l’avrebbe mai fatto. Ma il male per quel che gli diceva era tale da impedirgli di pensare e capire.
Cominciò a vestirsi mentre Fabio, seguitolo, proseguì amaro e derisore.
- Ebbene la verità è questa! Amo anche io Cris e non è bello ma nemmeno io l’ho cercato né l’ho voluto, è successo… e come tu hai fatto di tutto per stare con lui, anche andare contro a Dio stesso, anche io ho fatto così. Sono andato contro alla cosa più grande in cui io crede, l’amicizia. E quella con te era enorme. - A Ricardo cadevano le cose, ci impiegò il doppio del tempo per prepararsi e lui poté proseguire ancora mettendo il dito in tutte le piaghe. Molte. Troppe.