CAPITOLO XV:
L’ODIO
E’ LA COSA PEGGIORE
Fabio
stava morendo dentro e non sapeva proprio come riusciva a fare
quell’espressione odiosa mentre gli diceva cose tanto tremende.
-
Lo amo anche io e farei di tutto per averlo, l’amore rende ciechi,
non capivo più niente e ci ho dovuto provare. Non ho giustificazioni
e non so dirti cosa mi sia venuto in mente. Io ero solo disperato
come lo sei stato tu quando hai ceduto a lui andando contro te
stesso. Ero disperato e basta e non sei l’unico ad essere stato
tanto male per amore ed io ora sto peggio di te perché Cris ha occhi
e cuore solo che per te, io alla fine ho preso l’inculata e tu sei
qua a piangerti addosso! Perché è questo che fai se non riesci ad
andare oltre! Pensi che solo tu stai male? Pensi che solo per te è
stata dura? Pensi che solo tu hai vissuto cose tristi e fatto scelte
amare? Anche per me è brutta e dura! Vivo un amore a senso unico
verso il mio migliore amico che sta con un altro mio grande amico!
Bella fregatura! Ed io che voglio lottare con tutto me stesso per i
miei sentimenti come faccio? Mi devo rassegnare e basta? E chi lo
farebbe? Chi non ci proverebbe comunque in qualche modo? Chi non ci
spererebbe? E sai che ti dico? Guardami, Riky! - Ma Riky non
guardava, gli stava di spalle e non poteva vedere la sua espressione
triste e angosciata che cozzava completamente con il tono scanzonato
e duro.
Riky
stava male, stava visibilmente male. Era immobile e rigido, non
tremava nemmeno più, non si muoveva proprio, guardava il muro e
stringeva i pugni, gli occhi e la bocca, si mordeva e non respirava.
Voleva piangere e gridare ma era lì a soffrire perché dopotutto
Fabio aveva ragione su tutto, no? Ed era uno di quelli che lo
conosceva meglio. E gli aveva fatto questo. Ma era anche vero che
amava pure lui e che poteva riuscire a capire questo ma non che
avesse fatto una cosa simile a lui per disperazione. Anche lui per
disperazione era andato contro sé stesso e la propria fede, ma
appunto contro sé stesso, non aveva fatto male a nessuno che a sé…
perché Fabio aveva infierito così facendo venire la persona che
l’aveva fatto soffrire tanto?
Per
amore di uno che comunque non era suo?
Allora
a Fabio non rimase che un’unica cosa.
Si
maledì, chiuse gli occhi, respirò silenziosamente, si conficcò le
unghie nella carne e pensando che no, non sarebbe mai stato così, lo
disse crudelmente.
-
Tu quest’anno potresti anche andartene, potresti essere mandato via
e scaricato da un presidente che tu stesso mi hai detto non è mai
stato felice di te per tutti i tuoi infortuni che ti hanno dimezzato
il valore in campo. Ed il mister deve vincere e per questo non può
più aiutarti ed aspettare, me l’hai detto tu anche questo. Non può
farti giocare quanto avresti bisogno perché deve vincere e basta. E
quindi tu alla fine di quest’anno potresti essere scaricato. Ed io
e Cris rimarremmo qua da soli insieme. Pensi che sia finita dopo la
tua festa? Dopo che Cris mi ha colpito con un pugno? Che finirà in
questo modo, dopo queste mie parole? Pensi che ci sia un modo in cui
la possiamo far finire? Ci rivediamo a fine estate, quando tu
potresti andartene da qua! E vedremo cosa mi dirai allora! Vedremo se
continuerai ad ignorarmi e a non dirmi niente! -
Fabio
pregò solo che lo picchiasse, non poteva continuare, era la cosa
peggiore che aveva da dirgli per farlo reagire.
Ricardo
in quell’istante sentì indistinto un rumore fortissimo interiore,
un rumore come di un osso che si rompeva. Con questo si voltò e
completamente fuori dal proprio controllo vide l’acqua uscire dal
proprio vaso, straripare fuori potente e devastante. Senza precedenti
la sua furia ed il suo dolore si abbatté.
Avrebbe
voluto prenderlo a pugni ma si limitò a prendere la panchina e a
ribaltarla usando una forza non indifferente. Poi, prendendola a
calci, continuò a spostarla creando dei boati pazzeschi.
Nel
mentre si mise a gridare.
-
NON E’ TUO! NON E’ TUO! NON E’ TUO! - Questo a ripetizione,
come se non avesse senso.
Infine,
quando cominciò a sentire male al piede, le lacrime uscirono e
rivolto a lui coi pugni stretti e la voglia di scaglierglieli contro,
continuò a gridare.
-
PERCHE’ ANCHE SE IO SONO COSI’ E AMO GESU’ SOPRA OGNI COSA NON
E’ GIUSTO CHE LA GENTE PENSI DI FARE DI ME QUELLO CHE VUOLE! SOLO
PERCHE’ NON MI RIBELLERO’ MAI DAVVERO! PERCHE’ SONO BUONO!
PERCHE’ ACCETTERO’ TUTTO! E NON E’ GIUSTO! NIENTE E’ GIUSTO!
HO AVUTO DUE ANNI DI STOP FRA UN INFORTUNIO E L’ALTRO E NON E’
STATA COLPA MIA! SFIDO CHIUNQUE A NON PERDERE LA FORMA PERFETTA! ED
E’ VERO, IL MISTER NON PUO’ FARMI GIOCARE QUANTO AVREI BISOGNO
PERCHE’ E’ UNA SQUADRA CHE DEVE ASSOLUTAMENTE VINCERE PER TUTTI I
SOLDI SPESI IN POCHI ANNI! ED E’ POI ANCHE VERO CHE IL PRESIDENTE
HA SPESO TANTO PER ME ED HO RESO POCO! ED E’ VERO CHE CI SONO
PROBLEMI DI SOLDI E CHE SALTERANNO MOLTE TESTE E FORSE SARA’ LA
MIA! ED E’ VERO CHE POTREI SEPARARMI DA CRIS! POTREI SEPARARMI IN
OGNI MOMENTO DA LUI! POTREBBE ESSERE CHE UNO DI NOI HA UN INCIDENTE E
MUORE E SAI COSA TI DICO? ANDREMO AVANTI LO STESSO, SEMPRE, IN OGNI
CASO, DAVANTI AD OGNI DIFFICOLTA’ E NIENTE, NIENTE, NIENTE POTRA’
MAI SEPARARCI E NON SONO STUPIDE PAROLE DA RAGAZZINI PERCHE’ SIAMO
UOMINI ADULTI E NE ABBIAMO PASSATE TANTE PER ARRIVARE FIN QUA ED
ABBIAMO IMPARATO AD AMARE DAVVERO ANDANDO SOPRA OGNI COSA, SOPRA NOI
STESSI, SOPRA TUTTO. LUI E’ CAMBIATO PER ME, IO SONO CAMBIATO PER
LUI. SIAMO CAMBIATI ENTRAMBI PER STARE INSIEME, PERCHE’ SIAMO
IMPORTANTI L’UNO PER L’ALTRO E TU PUOI FARE QUALUNQUE COSA MA
QUESTO NON CAMBIERA’ MAI, NIENTE POTRA’ CAMBIARLO. ANCHE QUANDO
IO TORNERO’ A GIOCARE IN BRASILE E LUI RESTERA’ IN EUROPA
CONTINUEREMO A STARE INSIEME! ABBIAMO FATTO UNA PROMESSA ED E’
STATA SOLENNE! DI AMARCI E STARE INSIEME NEL BENE E NEL MALE, A
QUALUNQUE COSTO, SEMPRE! E TI GIURO SU CIO’ CHE HO DI PIU' CARO CHE
NIENTE POTRA’ FARMI MANCARE QUESTA PROMESSA! TU FA PURE TUTTO
QUELLO CHE VUOI, NOI ANDREMO AVANTI PER QUESTA NOSTRA STRADA! E
MENTRE VEDI CHE NIENTE CI PUO’ SEPARARE FATTI UNA DOMANDA! NE
VALEVA DAVVERO LA PENA? VALEVA DAVVERO LA PENA RIMANERE SOLO E TRISTE
E VUOTO E SENZA NESSUNO, SENZA AMORE, SENZA AMICIZIA SOLO PER PROVARE
A SEPARARE DUE CHE SI AMANO? DUE CHE ERANO I TUOI PIU’ CARI AMICI?
NE VALEVA DAVVERO LA PENA? MI HAI DELUSO, FABIO. MI HAI DELUSO COME,
FIDATI, NIENTE E NESSUNO MI HA MAI DELUSO IN VITA MIA! NEMMENO QUANDO
GALLIANI MI HA DETTO CHE IL MILAN MI VENDEVA PER BISOGNO DI SOLDI,
C’ERA QUESTA DELUSIONE! PERCHE’ TU MI ERI ENTRATO DENTRO, ERI
DAVVERO MIO AMICO E QUANDO IO MI DO COSI’ COME AMICO DO TUTTO DI
ME. E CREDEVO IN TE ED IN QUESTO RAPPORTO! E MI HAI DELUSO PERCHE’
PER DISPERAZIONE NON SI ARRIVA A FAR TANTO MALE AD UN AMICO VERO! MA
EVIDENTEMENTE NON LA PENSAVI COSI’ ANCHE TU! E ALLORA SAI COSA TI
DICO? LOTTA PER CIO’ CHE VUOI MA NON PIANGERE POI QUANDO TI
RITROVERAI SOLO! ED IO VOLEVO EVITARTI PERCHE’ TI STO ODIANDO ED E’
LA COSA PEGGIORE CHE MI SIA MAI SUCCESSA, DIO NON SONO MAI STATO
COSI’ MALE PERCHE’ ODIARE QUALCUNO E’ LA COSA PEGGIORE PER UNO
COME ME CHE HA QUESTA FEDE E TU NON CAPISCI ALTRIMENTI NON AVRESTI
MAI FATTO TUTTO QUESTO! VOLEVO IGNORARTI PER NON ARRIVARE A QUESTO
SCOPPIO DI ODIO MA NON POSSO PIU’… NON POSSO… - La voce
finalmente calò, roca nella sua gola che soffocò in singhiozzi. Era
stravolto, rosso ed in uno stato pietoso. Nessuno l’aveva mai visto
così ed impressionò davvero Fabio che ora piangeva, non avrebbe
voluto dirgli quelle cose però aveva dovuto o si sarebbe tenuto
tutto dentro a vita e quelle cose l’avrebbero divorato come un
cancro.
-
Non posso vivere con questo odio dentro… non voglio odiare… è
orribile odiare… è un cancro… è il male puro… non voglio
odiare… non voglio… volevo risolvere in qualche modo ma non ce la
faccio, ci ho provato ma non ci riesco… ed ora… ora è finita…
non sarà più come prima… non potrò mai liberarmi di tutto
questo… - La disperazione fu tale che non riuscì più a parlare,
si coprì la bocca con una mano cercando di smetterla ma non ci
riusciva, piangeva lacrime amare, singhiozzava e tremava e proprio
quando stava pensando di svenire, due braccia forti l’avvolsero da
dietro con una sicurezza tale da togliergli il fiato. Si abbandonò
all’istante, di schianto, come gli avessero tagliato i fili.
Aveva
riconosciuto quelle braccia.
Prese
agli avambracci che passavano sotto il mento ed intorno al torace,
quindi appoggiò la testa all’indietro contro le sue labbra e lo
sentì mentre sussurrava le uniche parole che avrebbe mai voluto
sentire in quel momento.
-
L’hai appena fatto, tesoro… ti sei appena librato di tutto quel
rancore e quell’odio. Ora potrai ricominciare a stare davvero bene.
Ora sarai di nuovo la persona che amo e che amerò per sempre. -
Ricardo
alle parole di Cristiano si voltò fra le sue braccia ed
aggrappandosi alla maglia nascose il viso contro il suo collo. Lì vi
rimase a piangere per un tempo addirittura interminabile, indefinito,
senza fine. Andò avanti a piangere per un sacco fino a che, senza
nemmeno più lacrime, capì che poteva separarsi dal suo collo e
guardarlo.
Non
stava bene ma meglio di prima, ora capiva la differenza. Ora e solo
ora.
Non
c’era più l’odio.
Stava
comunque male ma non con sé stesso. Ora stava di nuovo bene là
dentro. Stava solo fisicamente male per quello scoppio pazzesco e gli
ci voleva un po’ per digerire il tutto ma ci sarebbe riuscito.
Specchiandosi
negli occhi lucidi ma luminosi di Cris capì cosa aveva fatto per lui
e cosa era successo. Capì che ora sarebbe andato tutto bene.
Non
riusciva a sorridere ma il tentativo lo fece ed il suo compagno
l’apprezzò sorridendo teneramente al suo posto.
-
Grazie… - Riuscì a dire solo questo. Cris gli sfiorò le labbra
salate di lacrime, tremavano, erano dolcissime.
-
Non a me. Ha fatto tutto Fabio. - E fu lì che capì il restante
pezzo del puzzle. Ricardo impallidì di nuovo mentre i flash di prima
gli tornavano. Ecco cosa gli era stonato.
-
Non gli hai detto tu di… - Cris scosse il capo sicuro e tranquillo.
Era la sua colonna.
-
Gli ho solo detto di risolvere o di non disturbarsi a salutarmi più.
- Riky se l’immaginò e rabbrividì. Chiunque all’idea di non
ricevere più il suo saluto avrebbe fatto di tutto.
Bè,
lui sì.
-
Ha fatto tutto lui? Solo per farmi reagire e gridare e tirare fuori
tutto e poi stare meglio? - Chiese con una vocina sempre più fine.
-
Amore, chiediglielo. - Cristiano adorava quando faceva così, già di
norma sembrava piccolo ma così era la fine del mondo.
Ricardo
si fece forza e girandosi pur rimanendo al sicuro fra le sue braccia,
lo guardò di nuovo.
Fabio
era ancora lì a qualche metro e lo guardava sconvolto, amareggiato,
shockato e… piangente?
Ricardo,
stupito, lo fissò come se pensasse d’avere delle visioni.
Piangeva. Allora era vero che non aveva pensato tutto quello…
-
E’… è stata la cosa peggiore che abbia dovuto fare… perché
volevo solo poter implorare il tuo perdono e basta. Però non era
sufficiente ed allora ho dovuto fare il necessario. E so che è il
minimo, che ho pagato il prezzo per la mia bastardata e che non è
comunque sufficiente. E se non vorrai comunque parlarmi ti capisco
ma… ma ti prego… se puoi… almeno non togliermi il saluto
perché… bè… non lo merito ma mi sono pentito di tutto. Io non
ho pensato. Semplicemente non ho pensato. Non ho scusanti, ma non ho
pensato a niente, quando ho chiamato Andry. Però ero disperato e non
potevo rinunciare e poi non so… speravo che ci fosse un’occasione
e che se ci fosse potesse darmela lui. Mi sbagliavo e non merito
niente ma… spero che tu stia meglio, ecco. - Riky rimase colpito da
quella raffica di parole diametralmente opposte a prima e capì che
quella era la sincerità e che se gliene avesse dato modo l’avrebbe
fatto molto prima senza tutte quelle false cattiverie atroci di
prima. L’aveva spinto lui a dirle e anche se non le pensava gli
avevano fatto molto male perché era Riky a pensarle nel profondo.
Però
era vero, se ora stava bene lo doveva a lui ed anche se prima l’aveva
ferito in un modo incredibile, ora poteva anche riuscire a
guardarlo quando prima non ci riusciva più.
Ora
stava anche bene.
Ora.
Anche
se a pezzi.
Sospirò
e cercò un piccolo sorriso, fu faticoso e forse non gli venne, ma
senza la forza di dire niente, non subito, si sciolse da Cris e gli
andò davanti. L’abbracciò di slancio prima di perdere il
coraggio, quindi una volta fra le sue braccia lo sentì sciogliersi e
piangere più forte, come se avesse ricevuto una redenzione dal
Cielo, la migliore, la più importante.
Nel
darla, Riky capì che stava perdonando e che per questo era giusto
sforzarsi di farlo sempre. Non perché lo voleva Gesù, ma per poter
essere in pace con tutto. Con sé stessi, col mondo, con le persone,
con Dio. Con ogni cosa.
Quella
pace reciproca non l’avrebbero dimenticato e diede la forza a Riky
di dire un’ultima cosa. Piano, al suo orecchio.
-
Voltiamo pagina. -
Quello
era il suo ragazzo, si disse Cris vedendoli e sorridendo orgoglioso e
felice.
Il
suo Riky che riusciva a perdonare sempre e comunque in un modo
anomalo che nessuno sarebbe riuscito ad imitare.
Non
era concepibile e comprensibile. Lui non ce l'avrebbe mai fatta,
nessuno avrebbe potuto, ma era questa la bellezza superiore e diversa
di Ricardo.
Che
lui era così. Incomprensibile. Di un altro pianeta.
Pulito
dentro.
Come
nessuno.
Per
questo l’amava tanto e l’avrebbe sempre amato in ogni caso. Sia
che sarebbe rimasto lì sia che no.