CAPITOLO
II:
A
COSA SERVONO GLI AMICI
Appena
uscirono, Roby e Alex gli saltarono addosso felicissimi, lieti di
poterlo finalmente salutare come si doveva, cosa che gira e volta non
erano ancora riusciti a fare.
A
loro si unirono tutti gli altri milanisti fra passato e presente,
quindi Ricardo stordito e comunque con le lacrime agli occhi per la
gioia di rivederli dopo tanto, si dimenticò per un istante di Andry;
gran bella conquista, pensò Marcelo che decise a malincuore di non
partecipare ai festeggiamenti per lasciare il momento ‘Milan’ a loro
per affrontare subito Fabio.
Sparì
per cercarlo ma alla fine trovò solo Pepe che gli chiese spiegazioni ed
in breve Iker stesso lo agguantò.
Iker,
che parlava con David fitto fitto e con sguardo sognante, aveva
ugualmente notato tutto e non potendo fare a meno di chiedergli
delucidazioni, lo fece davanti a David con cui comunque aveva sempre
condiviso tutto. Anche troppo.
-
Ma Shevchenko? - Chiese senza troppi giri di parole, sapendo che
Marcelo capiva. David no e si fece attento. Che cosa c’era di male
nella presenza di Shevchenko?
-
Shevchenko è un mistero! Qualcuno l’ha invitato e non era in lista,
credimi… -
-
Lo credo bene! - Esclamò spontaneo Iker con l’aria di chi prevedeva
tempesta. Con lo sguardo cercò infatti Cristiano che era poco più in là
rispetto a Ricardo e lo teneva d’occhio passando i fulmini tutti ad
Andry che parlava ancora con José.
-
Se lo becco gli faccio il pelo… - Gli sfuggì al brasiliano, Iker capì
al volo e con aria interrogativa gli fece cenno ‘chi’ con le
sopracciglia. A quel punto l’altro si chiese se a lui potesse dirlo.
Pepe era un conto, era il suo compagno, sapeva tutto. Poi si rese conto
che anche Iker sapeva sicuramente tutto, lui era il capitano ed in un
modo o nell’altro sapeva sempre tutto, un po’ come José, infatti… -
Fabio… - Dopo di questo si innervosì ulteriormente al suo sguardo
esterrefatto di chi non si aspettava per niente una cosa simile, così
se ne andò seguito a ruota da Pepe che cercava a sua volta Fabio
intenzionato a metterlo all’angolo e fargli sputare fuori tutto, anche
i denti se necessario.
Rimasti
di nuovo soli, Iker e David si guardarono e mentre il primo sospirò
perché sapeva cosa aspettarsi, ovvero un gran bel casino, David era la
curiosità fatta persona. Con discrezione, naturalmente, ma sempre
curioso era.
Iker
a quello rise, lui distingueva tutte le sue sfumature, non gli sfuggiva
mai niente…
-
E’ una storia molto lunga e complicata… vuoi sentirla davvero? - David
gli si avvicinò con un sorriso sornione e l’aria allusiva:
-
Tu comincia, poi in caso se mi annoio ti interrompo. Ho già un’attività
alternativa in mente, eventualmente… - Iker rise capendo a cosa si
riferiva e non replicò se non fingendo indifferenza. Quindi cominciò la
lunghissima e remota storia di Ricardo che in pochi sapevano così nei
dettagli e completamente.
Iker
era stato il primo confidente puro di Ricardo una volta arrivato al
Real ed oltre a beccarsi i particolari della sua vita passata col Milan
e quindi con Andry, si era beccato anche quelli del presente con
Cristiano.
Di
cose ne sapeva… forse più di chiunque altro…
Mentre
c’era chi in ogni caso lavorava per lui, Ricardo sembrava essere di
nuovo su un altro mondo, un mondo molto sereno e felice dove non
esistevano altri che i suoi vecchi amici che non vedeva da una vita.
Il
rimpatrio milanista gli provocò non poche nostalgie ma erano scogli che
aveva ampiamente superato quando, all’opportunità concreta ed
addirittura logica di tornare da loro, aveva rifiutato per rimanere lì
al Real.
Ora
stava bene, andava tutto alla grande e non c’erano ombre per quel che
li riguardava, perciò li rivide volentieri e serenamente.
In
poco Roby ovviamente tenne banco coinvolgendo senza esitare Rino che
non si fece pregare molto per mettere in scena tutte le cazzate del
loro repertorio. Cazzate che coinvolsero tutti, specie Alex. Per un
momento parve a tutti di essere tornati indietro quando giocavano
insieme ed andava perfettamente.
Fu
esattamente a quel punto che accadde l’inevitabile perché all’appello
mancava praticamente solo uno. La punta di diamante principale di
quella che era stata la squadra dei sogni capace di vincere
praticamente tutto.
Andry
Shevchenko si unì a loro e per un momento calò di nuovo quello strano
silenzio carico d’aspettativa.
Il
tempo per Cristiano di uccidere José poco più in là che si strinse
nelle spalle mimando col viso ‘non posso fare tutto io’ e vederli poco
dopo ridere di gusto abbracciandolo, salutandolo e ridendo in allegria.
La
gelosia fu il meno, a quel punto, perché si innescò il meccanismo
d’esclusione.
Sentirsi
esclusi da qualcosa che invece voleva lo coinvolgesse a tutti i costi,
per lui era molto peggio e decisamente più grave.
L’espressione
del suo viso divenne di pietra e la rabbia che gli montò dentro non
ebbe eguali. Se avesse avuto sotto mano la causa di tutto quello
l’avrebbe demolito all’istante perché inizialmente il suo piano era di
lasciarlo ai suoi vecchi amici per un po’, poi di inserirsi in modo da
fare gruppo con loro per venir accettato in quanto nuovo compagno di
Riky, una sorta di presentazione di fidanzato -marito- alla famiglia!
Il
Milan per Ricardo era sempre stata la sua famiglia vista la giovane età
in cui era approdato lì, l’avevano cresciuto adorandolo…
Ora
non aveva la minima voglia di fare amicizia con loro, specie perché
aveva rovinato tutto Andry, ora al centro di tutto.
Ricardo
era teso come una corda di violino, i due infatti non si erano ancora
salutati e nemmeno parlati ed era strano per entrambi ma forse quel
modo era più facile. Farlo inizialmente insieme ai loro amici di sempre
per poi dopo, magari, staccarsi e farlo da soli, in privato. Era
giusto, a quel punto.
La
sensazione che provarono nel parlarsi ancora, seppure insieme a tutti
gli altri e tramite i soliti discorsi di circostanza, un po’ idioti per
di più, fu strano.
Come
se, appunto, fosse tornato tutto indietro.
Ma
sapevano che non poteva essere.
Il
tempo era stato riportato ad anni fa da un’idea geniale di Cristiano,
ma alla fine era solo una parentesi che sarebbe finita a fine serata.
Però
per quanto Ricardo stesse bene, seppure angosciato da Andry, gli
mancava qualcosa nel ridere lì alle battute comiche di Roby che metteva
in imbarazzo Alex o a quelle di Rino che prendeva in giro Andrea per
qualcosa che sapeva solo lui. Ed ancora davanti ad Alessandro che
spalleggiava Filippo fra un sacco di risa contagiose. Gli mancava
qualcosa davanti a tutto quello.
Gli
mancava Cristiano e la vita che aveva ora.
Ricardo
capì che sarebbe stato veramente perfetto poter fondere la sua vita di
prima con quella di adesso, il suo passato col suo presente, ma sapeva
che non era possibile.
Ringraziando
comunque quelle macchiette di Roby e Rino che tenevano banco con molta
esuberanza, lanciava spesso e volentieri sguardi in direzione di
Cristiano sempre nei paraggi che li scrutava attento e cupo, lo vedeva
contrariato e sapeva che non la stava vivendo bene e questo era
ulteriore motivo di dispiacere.
Non
voleva che fosse così, sarebbe dovuto essere bellissimo per tutti…
perché non poteva essere?
Fu
ad uno degli ennesimi sguardi lanciati furtivamente a Cris che lo
stordirono istintivamente infastidendolo come non avrebbe mai voluto
succedesse.
Fabio
l’aveva raggiunto ed ora sembrava molto impegnato a distrarlo, tirarlo
su e farlo ridere.
Da
un lato poteva essere positivo che non rimanesse a fissarlo da solo,
dall’altro lo pensò fuori dal proprio controllo e si sentì male ma non
poté evitarlo.
“Perché
proprio lui? Non potevano essere i soliti Marcelo e Pepe?”
Ma
non trovò risposta e venne distratto da una domanda diretta di Andry
che lo stupì perché ancora non gli aveva effettivamente parlato come si
doveva.
-
Allora come sta il trentenne? - Aveva un tono strano anche lui, si
capiva che era teso a sua volta e che non vedeva l’ora di poter parlare
un po’ con lui, di stare solo, di…
Ricardo
arrossì e si sentì come la prima volta che l’aveva incontrato.
All’epoca Andry era già un giocatore affermato e lui l’apprezzava
moltissimo.
Aveva
subito all’istante il suo fascino, ma non aveva capito il senso
effettivo di quell’attrazione assoluta.
-
Bene… cavolo, non mi aspettavo tutto questo… sapevo della festa ma
pensavo fosse normale ed invece… che bello rivedervi tutti! E non ho
ancora salutato la divisione della nazionale… - Era a parte perché era
legatissimo anche a loro ma li aveva visti di più nel corso degli anni
rispetto a loro che invece non vedeva da più tempo.
-
Chi dobbiamo ringraziare? - Chiese Andry non sapendo ancora chi fosse
effettivamente quello che l’aveva invitato, alla fine…
-
Cris… - Ricardo lo nominò col suo modo molto familiare e privato,
quasi, e tutti notarono quel suo tono affettuoso, l’abbreviazione del
nome che potevano usare solo quelli di un giro ristretto… e capirono
anche che in quel ‘Cris’ c’era qualcosa di diverso. Qualcosa che
all’epoca era stata tanto uguale al modo in cui Riky nominava ‘Andry’.
Loro
lo conoscevano davvero bene e Roby ed Alex soprattutto capirono al volo
la situazione. Un po’ ne sapevano già qualcosa, un po’ potevano
intuirlo da soli.
-
Ronaldo? - chiese Andry per avere conferma… e lo chiamò per cognome di
proposito, lo capirono tutti, come per mettere una specie di paletto
immaginario. ‘Bello e fantastico, tutto quello che vuoi ma per me non
si va più in là di lì, con lui… ‘
Non
sarebbe mai stato Cristiano ma solo Ronaldo.
-
Bè, ma l’avete notato che a parte che il suo compleanno, questa è la
serata dei doppioni? - Roby forse l’aveva effettivamente visto quello
strano qualcosa di poco sereno nel momento in cui proprio loro due
avevano parlato di Cristiano, o forse gli era venuto spontaneo ma aveva
comunque agito d’impulso ed aveva fatto dannatamente bene. Tutti lo
guardarono ridendo già di partenza sapendo che stava sparandone una
delle sue e non furono delusi… - Ma sì… io e Marcelo che siamo i
risaputi sosia, Ronaldo e Ronaldo che sono omonimi… - Continuò la lista
di quelli che per lui erano doppioni per qualche motivo fino a che
concluse con Riky ed Alex spiegandoli con un assurdo ‘perché sono
entrambi carini e coccolosi’ che fece partire una risata fragorosa non
da poco.
Lui
e le sue fantasie inesauribili… Rino ovviamente gli diede man forte
alimentando quell’assurda idea e prima di rendersene conto, proprio
perché tendeva a non attivare nessun neurone quando si metteva in campo
da solo, invece che continuare a migliorare e alleggerire la
situazione, l’appesantì improvvisamente.
-
Per non dire il confronto fra alcuni dei numeri sette più famosi del
calcio! -
I
numeri sette più famosi, fra i presenti, erano Alex, Andry e Cristiano.
Roby puntò all’immediato l’attenzione su Alex ed Andry ma Rino esclamò:
- Certo, però Cristiano gareggia a pieno ritmo… considerando quando
Andry era il sette, messo a confronto col CR7 di ora sarebbe tutto da
vedere. -
“Tu
lo vorrai vedere, io no per nulla!”
Esclamò
mentalmente Ricardo andando nel panico solo per quella frase che alzò
la tensione di Andry, il suo sguardo da tigre che sfoderava in certi
momenti non riusciva proprio a dimenticarlo.
Era
sempre tendenzialmente gentile e rispettoso, stava al suo posto, si
faceva coinvolgere dal marasma generale nella giusta misura ma se c’era
qualcosa che non gli garbava tirava fuori uno sguardo di quelli
micidiali e nessuno aveva il dubbio su cosa avesse.
Lo
notarono nell’immediato tutti i presenti e Roby penò non poco per
trovare qualcosa da dire che li distraesse e per riuscirci afferrò al
volo Marcelo che proprio in quel momento passava di lì puntando Cris e
Fabio come un caccia militare in assetto da guerra.
Lui
rideva sempre e vederlo così era strano, ma agguantato stranamente dal
suo connazionale Robi, rimase stordito per un attimo nel cercare di
capire che diavolo fosse successo.
Quando
capì il gruppo in cui era finito sbiancò, se possibile, ma poi si rese
conto del reale motivo ascoltando i deliri del suo amico nonché sosia
nonché ormai gemello adottivo.
-
Macchè confronti di numeri sette e numeri sette… qua l’unico confronto
autentico siamo io e lui… vi sfido a trovare le differenze! - Così
dicendo Roby aveva preso il viso di Marcelo fra le mani e gli aveva
schiacciato all’indietro la massa selvaggia e splendida di capelli del
ragazzo, quindi aveva appiccicato il viso al suo e sorridendo come un
idiota, obbligando di riflesso l’altro a fare altrettanto, aveva creato
una specie di contest su due piedi che fece ovviamente ridere tutti.
Marcelo
si dimenticò della missione punitiva capendo che doveva essere calato
il gelo feroce da parte del per niente santo Andry, quindi rimase lì a
dare man forte al suo compagno di nazionale immaginando ne avesse di
gran lunga bisogno.
Detto
fatto si mise in un attimo in modalità demente e alzò il livello di
comicità del gruppo finendo ben presto per coinvolgere anche i
brasiliani che aspettavano il loro turno.
Ben
presto si ritrovarono in così tanti a dire e fare cazzate che Riky e
Andry si persero praticamente e di questo ne furono in molti grati.
A
quel punto, quando il livello di divertimento dovuto alla piazza di
Marcelo e Roby raggiunse il picco massimo, si intromisero anche gli
attuali compagni del Real Madrid. Quasi tutti. Ricardo non li visionò
tutti, notò che c’erano anche loro e che si amalgamavano alla
perfezione e questo gli bastò per non pensare più a niente ed essere
felice. Riuscì anche a godersi la festa, a quel punto. Anche se David
ed Iker erano spariti e Cristiano e Fabio rimanevano testardamente in
disparte incapace, il primo, di unirsi allo stesso gruppo in cui c’era
anche quell’Andry.
Preferiva
guardarlo male da lontano.
Grazie
a Marcelo e ad un sorprendente Robinho la situazione sembrava
abbastanza tranquilla, sotto quell’aspetto. Insomma, sotto controllo.
Ma
sarebbe stata ancora lunga, la serata.