CAPITOLO
VI:
L’URAGANO
SI ABBATTE
Come
se il tempo si fermasse, la sensazione fu la stessa.
Ogni
cosa si sospese per un istante, un istante infinitesimale, poi la voce
familiare arrivò loro, eppure non la voce che per un momento avevano
assurdamente temuto entrambi.
-
Ah, eravate qua allora! - Alexandre li aveva trovati, come aveva
predetto Roby, quindi prima di dar loro tempo di rilassarsi o dire
qualsiasi cosa prese il telefono a chiamò l’amico. Riky era convinto
che non parlasse con Cris, sapeva che non avevano il minimo contatto.
Come poteva immaginare che invece si era alleato con Roby per trovarlo?
-
Roby, li ho trovati. Sono in mansarda! -
-
Tienili lì, non farli uscire! - Fu la risposta geniale di Roby. Alex si
preoccupò ma prese la missione seriamente. Bloccare Riky non era certo
un problema ma poteva esserlo bloccare Andry. Si immaginò a fargli un
occhio nero per poter uscire e si immaginò anche Zlatan correre in
Ucraina e sparargli…
Alex
però lo fece lo stesso. Se il suo amico gli diceva di tenerli lì ci
avrebbe provato a costo della vita!
Si
mise davanti alla porta che chiuse e con le braccia aperte appiattite
contro il legno come per sbarrare la strada, li guardò con angoscia
pregando che Riky lo difendesse, eventualmente.
-
Cosa… cosa fai? - Chiese l’altro brasiliano preoccupandosi, cominciando
a capire cosa stava per succedere.
-
Quello che mi ha detto Roby! Non vi faccio uscire! -
- E
perché diavolo dovremmo restare qua? - Andry, che si era fugacemente
asciugato le lacrime, rispose seccato cominciando ad innervosirsi.
-
Perché sì! Non lo so, ma io faccio quello che mi ha detto! -
- E
se ti dice di buttarti lo fai? - La solita domanda. Vedendo che si
stava scaldando, Riky gli mise la mano sul braccio e questi si spompò
immediatamente.
-
Dai, forse vuole solo assicurarsi che stia bene. - Cominciò pacato e
dolce. Andry rispose sforzandosi di non aizzarsi, la mano ancora sul
proprio braccio, quel contatto lo spegneva quasi del tutto.
-
Ma perché dovrei fermarmi anche io? - A questa domanda non rispose mai
perché la porta si aprì, Alex cadde all’indietro poiché vi era
appoggiato, fu preso al volo da Roby che l’aveva spalancata e li
sorpassò subito Cris.
Riky
sbiancò, Andry bestemmiò in ucraino, Riky lo rimproverò pure -ormai
capiva abbastanza bene la sua lingua- e Cris, con lo sguardo
immediatamente calamitato sulla sua mano sul braccio dell‘ex, cercò di
trattenersi. Per un istante. Poi vide gli occhi gonfi di lacrime di
entrambi, l‘aria provata e non ci vide più. Il suo amore aveva pianto
in compagnia di quell‘orco! Fu così che caricò di corsa l’intruso, gli
arrivò davanti alla velocità della luce e lo spinse via con forza.
Andry
finì all’indietro, per poco non cadde e Ricardo si mise subito in mezzo
bloccando Cris per evitare che gli andasse incontro calciandolo come
fosse una palla da calcio. L’istinto, in effetti, era stato proprio
quello.
Roby
e Alex entrarono e fu ancora tutto molto veloce.
-
LASCIALO IN PACE, PORCA PUTTANA! - Gridò fuori di sé Cristiano che
cercava di liberarsi per tornare su Andry, questi si raddrizzò e cercò
di andargli incontro per rispondere a tono.
E
con ‘tono’ non si intendevano parole.
Altro
insulto in ucraino che Riky capì e i due brasiliani accorsi di volata
si intromisero subito mettendosi davanti e spingendolo via.
-
NO ANDRY! -
I
due attaccanti cercarono ancora di liberarsi ma non ci fu verso e
fondamentalmente perché Roby ed Alex avevano abbastanza forza per
tenere testa ad Andry, mentre Cris comunque non ne avrebbe mai usata
troppa per paura di far male al suo Riky.
Alex
pensò anche ‘Scontro fra titani’ prima di mettersi a pregare che la
smettessero. Anche Roby pregò.
Pregò
che Alex non finisse con un occhio nero perché altrimenti Zlatan
l’avrebbe scuoiato vivo.
Gli
aveva affidato il suo moroso con quella di guardare che non gli
succedesse nulla… come gli avrebbe potuto spiegare che era finito in
mezzo alla rissa di Cris e Andry?
Poi
sarebbe stato capace di demolire tutti quanti in una volta sola!
-
ADESSO BASTA! TUTTI E DUE! - La voce di Ricardo si levò sopra tutte e
stupiti più per il fatto che gridasse che per altro, i due numeri sette
si fermarono magicamente. Roby e Alex ringraziarono Dio sotto forma di
Riky e tutti si mollarono smettendo di spingersi a vicenda. Pronti e
ricominciare subito, Riky ancora rivolto verso Cris ma a guardare anche
Andry e gli altri due con le mani alzate per riafferrare l’ucraino.
Gli
sguardi che si scambiavano i due rivali erano mostruosi, lo stesso
feroce odio l’uno verso l’altro. Non sarebbero mai e poi mai potuti
andare d’accordo, mai incontrarsi, mai nemmeno parlarsi.
-
Si può sapere chi diavolo ti ha invitato, porca puttana? -
Nessuno
lo sapeva, solo Marcelo che in quel momento preciso stava arrivando con
Fabio.
Quando
Andry lo vide sulla porta si illuminò riconoscendolo.
-
Eccolo, ho parlato con lui… - il mondo si fermò così come il cuore di
Riky e di Cris nello stesso istante.
-
Fabio?! - Mormorò incredulo il portoghese. Non ci avrebbe mai creduto
ma Riky sì, sapeva che Andry non si inventava le cose, non perdeva
tempo a mentire.
Marcelo
capì all’istante cosa era successo e non gli rimase che mettersi
davanti a Fabio, nell’esatto istante in cui lo fece Cris capì e
credette alle parole di Andry e sgusciò via da Riky correndo verso di
loro mentre gli altri gridavano - CRIS NO! -
Niente
riuscì a fermarlo.
Nemmeno
Marcelo che ci provò. Venne preso e spinto di lato, poi Cristiano,
infuriato come mai in vita sua, lo colpì con un pungo.
Fabio
cadde a terra e gli si inginocchiò sopra per continuare, lo prese per
la maglia e ruggì una serie di ‘perché’ furiosi mentre lo scuoteva per
caricare il pugno successivo.
Non
avrebbe mai smesso se Roby, Alex, Riky e Marcelo non fossero riusciti a
tirarlo via prima che continuasse a picchiarlo. Lo afferrarono da
dietro per le braccia tese fino allo spasmo e lo spinsero a terra di
lato, quindi Riky planò sul moroso e lo abbracciò forte premendolo giù,
impedendogli di tornare in piedi e riattaccare chiunque l’avesse fatto
tanto infuriare.
L’idea
che Andry ebbe da fuori vedendo quella scena fu quella di una tigre
selvaggia e furiosa. Una tigre ingabbiata e ferita.
Ferita
mortalmente nel punto più debole di tutti. Una tigre a cui qualcuno
aveva avuto la malaugurata idea di toccargli i cuccioli.
Arrivato
allo stipite rimase di ghiaccio ad osservare la scena incapace di
reagire, pensare o fare qualunque vaga cosa.
Marcelo
si inginocchiò accanto a Fabio e gli guardò il viso per vedere che
danni avesse, fortunatamente gli aveva preso lo zigomo, gli si sarebbe
gonfiato ma non era uscito nemmeno un po’ di sangue. Per fortuna.
Poteva beccargli il naso e romperglielo, o la bocca e fargli saltare un
dente. Con la forza che aveva usato c’era da pensare alla fortuna.
-
Lo vedi che avevo ragione? Ti avrebbe massacrato! Come diavolo hai
fatto a non pensarci da solo? Credevi davvero di passarla liscia e che
tutto si fosse mosso in tuo favore? Cazzo, devi sapere le cose prima di
agire e farti dei piani di merda! -
Fu
allora che Ricardo capì di cosa si trattava, mentre era occupato a
stringere Cristiano e ad ascoltare i suoi battiti impazziti calmarsi
insieme ai muscoli che si rilassavano lentamente. Quando smise di
tirare per tornare in attacco, il brasiliano lo lasciò e si girò verso
quello che credeva un suo caro amico.
Era
seduto a cavalcioni su Cristiano, ancora steso immobile livido di
rabbia che cercava di riattivare la propria mente per fare qualcosa che
non fosse distruggere, e quando spostò il suo sguardo su Fabio i suoi
occhi impressionarono tutti i presenti.
Ad
Alex venne su un nodo enorme e gli occhi gli divennero lucidi,
immedesimato fin troppo bene nel suo migliore amico, capì come doveva
sentirsi e morì un po’ con lui in perfetta empatia.
Roby
si mise le mani sul viso e se lo strofinò sperando che il pericolo
fosse finito, pronto a mettersi davanti ad Alex se ci fosse stato altro
casino. Dispiaciuto comunque per Ricardo anche lui.
Marcelo
si morse il labbro non sapendo cosa dire e si fece in parte lasciando
questa volta Fabio a sé stesso, questi rimase gelido appoggiato sui
gomiti a ricambiare quello sguardo inorridito, incredulo e ferito.
Estremamente ferito. Ferito come mai l’aveva visto.
Quel
dolore di cui Marcelo prima aveva solo accennato per fargli capire la
cazzata che aveva fatto.
Quel
dolore che rimontò rabbia tanto in Andry quanto in Cristiano.
Cristiano
che si tirò su di nuovo di scatto e afferrò la maglia di Fabio
attirandolo a sé. Ebbe il suo viso a due centimetri, deformato dalla
rabbia, e a quel punto cominciò a parlare in portoghese stretto, lo
capirono tutti tranne Andry il quale non si interessò a lui ma a Riky
ancora immobile.
Era
lui?
Era
lui la vera causa? Un’arma per ferire Riky? Ma perché quel ragazzo gli
voleva così male ad uno adorabile e mite come Riky? Molte domande gli
balenarono nella mente, mentre osservava e cercava di capire, ma
dispiaciuto per il suo ex compagno si chiese cosa potesse fare per lui.
Voleva
saperne di più, voleva capire, voleva aiutare Ricardo ma poté solo
rimanere lì.
Fu
Alex a fare quello che avrebbe voluto lui.
Si
inginocchiò a terra e abbracciò forte Ricardo nell’esatto istante in
cui capì -e non poteva certo vederlo bene- che stava per piangere di
nuovo.
Uno
dei suoi migliori amici lì al Real Madrid che lo tradiva in quel modo,
ferendolo fino a quel punto… e perché? Ricardo non riusciva a capire,
non riusciva nemmeno a capacitarsi che fosse veramente lui….
Quando
sentì le sue braccia protettive ed estremamente confortevoli e dolci
avvolgerlo, Riky si sciolse e pianse con più impeto ma silenzioso e
scuotendosi.
Come
poteva essere che Fabio, Fabio, gli avesse fatto una cosa del genere?
Non
riusciva a smettere di pensarci e Andry vedendolo in quello stato ebbe
l’istinto di riprenderselo e portarlo di nuovo via, lontano da loro che
l’avevano ferito in quel modo… portarselo a Kiev e farlo suo a vita.
Sapeva
che non poteva ma trattenersi fu una tortura.
Cristiano
lo vide e capì che per il momento quell’Alex era la soluzione ideale,
quindi guardò Marcelo e chiese a lui direttamente, visto che Fabio era
sotto shock e non riusciva nemmeno a rispondere:
-
Si può sapere perché diavolo l’ha fatto? -
Marcelo,
poco distante, sospirò sconfitto non sapendo nemmeno lui che pesci
prendere. Lui che sorrideva sempre e che scherzava in ogni caso, ora
non sembrava nemmeno più lui.
-
Non so… - Si strofinò la matassa ingestibile di capelli. - Dovrebbe
dirtelo lui… dovresti parlarci… io ci sono arrivato subito da solo ma
immagino che tu sia troppo infuriato per ragionare… - Cristiano per un
momento attaccò anche lui.
-
Ragionare? - Marcelo mise le mani avanti.
-
Devi parlare con Fabio! - Era fermo nel dirlo ma Cris non voleva
sentire ragioni.
-
MA NON PARLA ED IO VOGLIO SAPERE CHE DIAVOLO GLI E’ PRESO! INVITARE AI
TRENT’ANNI DI RIKY IL SUO PRATICAMENTE EX, UNO CON CUI HA AVUTO UNA
STORIA SOFFERTA CHE CAZZO ORMAI SANNO TUTTI… MA PORCA PUTTANA, SI PUO’
SAPERE PERCHE’ GLI VUOLE COSI’ MALE? - Non capiva proprio che era per
lui e non per Riky.
Del
resto Marcelo sapeva che quando avrebbe realizzato che il suo ragazzo
aveva sofferto tanto per colpa sua, praticamente, si sarebbe sentito
anche peggio.
L’amico
sospirò e si decise a parlare al posto di Fabio che non aveva più il
coraggio delle proprie azioni perché aveva capito finalmente ed in modo
esauriente perché avesse sbagliato. Cioè veramente.
-
E’ innamorato di te e sperava che Andry potesse portarti via Riky e tu
poi fossi libero. Che questo ti spingesse da lui… -
Come
una sentenza di morte.
Fu
il turno di Fabio di far uscire le sue lacrime. Sentirlo dire in quel
modo lo faceva sembrare così stupido che si vergognò come niente in
vita sua.
Convinto
d’averlo perso per sempre, si alzò da terra e barcollando per il colpo
subito se ne andò. Cristiano non lo seguì, sconvolto dalla notizia che
non avrebbe mai immaginato, e Marcelo sospirando si rassegnò ad
andargli dietro. Si alzò appoggiandosi alla spalla di Cristiano per
dirgli implicitamente che gli dispiaceva e che era dalla sua parte, poi
però fece il suo dovere di amico sopra le parti.
Non
poteva certo abbandonare Fabio.
-
Ti consiglio di affrontarlo quando sei calmo e lucido… - Si inserì Roby
mentre si accucciava accanto ai suoi amici ancora abbracciati. Carezzò
ad entrambi le schiene ed i capelli e preoccupato avvicinò il viso al
loro facendo capolino.
Riky
era premuto sul collo di Alex e sembrava incapace di staccarsi, doveva
star rivivendo tutta la sofferenza di quella sera, la sensazione di
morire ai ricordi legati ad Andry che aveva avuto dal primo all’ultimo,
la sofferenza nella sofferenza. E poi il dolore nel capire che era
stata tutta opera di Fabio e non uno qualunque. Uno dei suoi amici più
fidati lì a Madrid.
Come
poteva superare anche questa?
Pregò
chiedendo aiuto a Dio di ritrovare la forza di perdonare e andare
avanti ma sapeva che sarebbe stata dura.
Cristiano
incrociò per un istante lo sguardo pietrificato e serio di Andry. Anche
a lui non piaceva il modo in cui era stato trattato Riky, quanto male
stesse ora e come fossero andate le cose, specie perché era stato lui
fondamentalmente il centro di tutto il suo dolore… e vedeva che quel
Cris non era capace di proteggerlo e farlo stare bene, tanto meno
consolarlo, gli faceva venire di nuovo rabbia e voglia di
strapparglielo. Non era tipo da lasciare perdere tanto facilmente ma
non era idiota. Non toccava a lui rimediare, ora, però gli concesse
solo un’occasione. Arrivandogli davanti al portoghese seduto a terra
che lo fissava in cagnesco, disse basso ed incisivo:
-
Aspetto giù e se quando scende è ancora in queste condizioni giuro che
lo porto via. - Non avrebbe ammesso repliche o lotte. L’avrebbe fatto,
non era una minaccia infondata.
Cristiano
gli avrebbe dato volentieri un calcio ma si sforzò di evitare per il
suo compagno accanto che piangeva stretto ai suoi migliori amici
-quelli veri- che, fortunatamente, erano presenti.