EPILOGO:
AMANDOSI
 
Era stata una delle ultime dichiarazione che Karim aveva fatto su José prima di partire.
Lui, in realtà, aveva ampiamente sperato di poter partire per la Francia ed il ritiro della nazionale così, senza vederlo di nuovo in modo che leggendo l’intervista non si sarebbe imbarazzato.
Bè, in realtà era un problema di entrambi… dirsi le cose serie e sentimentali senza vergognarsene.
Forse si sentivano troppo virili per ammettere certi sentimenti e se non erano nel pieno di un amplesso o nel momento subito successivo, non aprivano bocca nella maniera più assoluta.
Quindi i conti di Karim furono precisi.
L’intervista sarebbe uscita proprio quando lui era sull’aereo per la Francia, José l’avrebbe letta e avrebbe potuto fare liberamente un’espressione da pesce lesso senza sentirsi tale. Così non sarebbe stato male e lui non si sarebbe, per l’appunto, imbarazzato.
Peccato che fece i suoi calcoli male e l’intervista in questione venne riportata molto prima del previsto.
 
Si era concesso l’ultima bevuta con Cristiano e Ricardo, era naturalmente sera e si erano dati appuntamento al solito locale dove per passare inosservato dovevi essere uno dei tanti vip.
Loro lo erano.
Ricardo detestava quel posto ma la teoria che per non essere notati dovevi essere in mezzo a quelli come te, alla fin fine, era vera quindi si era deciso a lasciarsi trasportare, ogni tanto, in quelle serate.
Il locale era comunque normale, non era un night club con ballerine nude che si strusciavano sui pali della lap dance, come un paio di volte Cris, appena giunto a Madrid il primo anno, aveva frequentato.
- Come va col tuo innamorato? - Chiese Cris ridacchiando. Riky lo sgomitò e Karim gli fece pure il dito medio.
- Perché cazzo mi prendi per il culo? - Ruggì sbuffando.
- Va così male? - Fece preoccupato Ricardo pensando che si fossero anche lasciati.
Karim rispose svogliato guardando da un’altra parte.
- Ma no è che ora che non ci vedremo per un po’ sarà un’agonia e non abbiamo voluto organizzare incontri vari. Cioè non ci siamo promessi un cazzo ed anzi… l’ultima volta che l’ho visto abbiamo pure litigato perché non mi vuole dire che intende fare, se rimanere al Real o andarsene in Inghilterra… sapete, ha preso la casa a Londra mesi fa, quel coglione. E non mi vuole dire niente delle sue stupide intenzioni! Non so, forse cerca un modo per piantarmi… - Erano più che altro le sue paure e Ricardo lo capì, quindi sorridendo dolcemente e comprensivo fece cenno a Cristiano di tirarlo fuori.
Cristiano splendendo di un sorriso che definire radioso era poco, tirò fuori il giornale sportivo con in bella vista l’articolo che in Spagna spopolava al momento.
Karim lo guardò per poi sbiancare sorpreso. Di tutto si sarebbe aspettato tranne che quello!
‘José Mourinho rinnova col Real Madrid fino al 2016!’
- Non vuole andarsene… forse mesi fa ci stava pensando ed ha voluto prendere casa per chissà quale idea stramba, ma ha rinnovato. Rimarrà qua ancora! - Disse contento come un bambino Ricardo.
- Credo che volesse davvero andarsene mesi fa… sai, se avesse vinto la Champions non avrebbe avuto più stimoli -è fatto così- ma se l’avesse persa, come poi è stato, forse era convinto l’avrebbero cacciato. Ma in realtà vincendo la Liga ha rivelato di aver fatto comunque un anno più che buono e ci sono ottime prospettive per il prossimo. Di conseguenza ha cambiato idea in corso d’opera. Però io penso volesse andarsene davvero… -
- Ma ha cambiato idea non certo solo per la questione della Liga! - Si intromise Ricardo sognatore e romantico sporgendosi verso uno stordito Karim che fissava il giornale, poi uno e poi l’altro come una trottola.
- E cioè? - Chiese infatti non osando nemmeno pensarlo. Il brasiliano a quel punto fu lieto di dirlo con voce squillante più felice che mai.
- E cioè per te! Siccome le cose con te vanno bene vuole provare a farle funzionare ed ha deciso quindi di rimanere qua! Ora tu devi fargli capire che ha fatto bene e che non ha da pentirsene! - Era meglio specificare ed essere chiari, quello a volte dormiva un po’!
Cris si mise a ridere, il suo moroso sembrava Cupido, il Dio dell’Amore alle prese con una statua inanimata!
Karim però reagì aprendo la bocca e tornando a leggere il titolo, magari aveva visto male. No, intendeva proprio rimanere…
- Ma allora perché diavolo non me l’ha detto, quel coglione? - Era molto gentile nei confronti del suo allenatore.
- Bè, non so ma puoi chiederlo direttamente a lui! - Fece Cristiano illuminandosi nel vedere proprio il soggetto dei loro discorsi avvicinarsi al tavolino, fra la folla che fortunatamente non lo notava perché troppo basso e troppo spedito.
Stringeva un quotidiano anche lui e sembrava avercela a morte con lui.
Karim si girò, vide cosa teneva e sbiancò, poi imprecò in francese e, sempre in francese, si chiese come diavolo fosse possibile… Ricardo non capì assolutamente se non lo stretto necessario.
Ovvero che avevano bisogno di stare soli.
Quindi afferrando il proprio moroso impiccione che si era invece piantato lì ben comodo per osservarsi tutta la scena, lo tirò via tirando fuori una forza decisamente insospettabile ed invidiabile!
- Vieni via pettegolo! Non siamo mica davanti la televisione a guardare Beautiful! -  Già che se lo guardassero poneva qualche domanda sulla loro sanità mentale, ma dopotutto Cristiano era Cristiano e da lui uno si aspettava di tutto.
Quando Karim tornò a guardare non c’erano più ed il respiro successivo era al loro posto proprio José.
Si morse il labbro inferiore, quello più carnoso, e l’altro lo rimproverò come se fosse un reato:
- Piantala che così inviti tutti a fare la stessa cosa! - Karim lì per lì non capì e disse la prima stronzata che gli venne in mente:
- Mordermi il labbro? - Convinto che non fosse di certo quello che intendesse.
- Certo, cazzo! - Esclamò poi inviperito.
Karim rimase immobile e zitto qualche istante, poi lo mandò semplicemente a cagare.
- Si può sapere che diavolo hai? L’ultima volta che abbiamo parlato ci siamo insultati in portoghese e francese! - Disse spiccio Karim vedendo che anche a guardarlo sembrava ancora arrabbiato. José si incupì ancora di più e guardandosi intorno decise che non era luogo da parlarne, quindi prendendolo per la manica lo tirò e lo trascinò fuori dal locale.
Giunti in macchina, nel parcheggio dietro al locale, benedirono i vetri oscurati che non permettevano di vedere dentro, quindi José rivolto verso di lui gli tirò il giornale aperto su una pagina precisa.
- Cosa ti salta in mente di dire certe cose? -
Nel giornale era evidenziata una frase tratta dalla sua ultima intervista che teoricamente sarebbe dovuta essere pubblicata qualche giorno dopo.
“Karim Benzema potrebbe parlare all'infinito su José Mourinho. Se è riuscito a salire a quel livello, è grazie al suo allenatore, ha detto. "Per me questo è il miglior allenatore del mondo. E' così fiducioso in te che quando entri in campo vuoi prendere tutto." “
Karim sgranò gli occhi… c’era tutto! Scorse altre righe, ovviamente non aveva parlato solo di lui ma effettivamente di cose sul suo adorato Special One ne aveva sparate e quei giornalisti le avevano riportate tutte, una per una.
- Oh dannazione! Perché è uscita ora? Doveva uscire fra qualche giorno… e poi, cazzo… hanno messo tutto! - C’erano molti altri complimenti in suo favore e Karim finì, come previsto, per arrossire imbarazzato ed in reazione tirò il giornale dietro di sé, nei sedili posteriori.
- Perché è uscita ora?! Vuol dire che l’aspettavi quando eri già in Francia? E pensavi di non dirmi niente, non avvertirmi? Dannazione, Karim, ci mancava solo che dicessi che mi ami e poi eravamo a posto! - José non aveva torno e lo sapeva, per questo aveva sperato di non essere a Madrid quando quel maledetto giornale sarebbe uscito.
Karim comunque non si perse d’animo e girandosi a sua volta verso di lui gli porse il giornale che si era portato dietro, quello dove c’era l’articolo sul suo rinnovo.
- E tu allora? Rinnovi e non mi dici niente? Devo venire a saperlo dai giornali? Pensavi di dirmelo che quella dannata casa a Londra l’hai presa per hobby e non per andarci a vivere il prossimo anno? - Anche lui aveva cose da recriminare e José smise subito di blaterare, infatti si limitò a prendere anche lui il giornale a tirarlo dietro come l’altro. Poi si guardarono in cagnesco, evidentemente arrabbiati, ed infine alzarono le mani nello stesso momento, allo stesso modo, in segno di tregua.
Finirono per fermarsi come in un blocca immagine, spomparsi e prendersele nello scoppiare a ridere.
Dopo minuti abbondanti che erano lì Karim strinse la presa sulla sua con maggior intenzione, intrecciando le dita e costringendolo a non evadere.
- Senti un po’, tu… - Fece José additandolo con la mano libera… voleva rimproverarlo di nuovo ma ormai l’arrabbiatura era andata via e Karim gli prese anche quel dito abbassandoglielo. Ormai l’atmosfera era decisamente diversa.
- Senti tu, invece! - Karim sapeva come sovrastare quel testone del suo allenatore, era forse l’unico a riuscirci, per questo era anche l’unico che al momento poteva dire d’avere su di lui tanta influenza.
- So che queste cose ti imbarazzano e non volevo trovarmi davanti a te quando l’avresti letto, ma non sono pentito. Non posso dichiararlo al mondo che ti amo ma in ogni caso è vero e questo è quello che potevo dire, quindi l’ho detto. Fanculo, non me ne pento! Tu però vedi di dirmelo prima, quando deciderai di cambiare città… altrimenti avvertimi che non devo preoccuparmi, stronzo! -
José cercò di non pensare a quel ‘ti amo’ così in mezzo alla frase, tanto naturale quanto commovente, e replicò cercando di usare tanta cattiveria:
- Stronzo tu! Volevo farti una sorpresa… - Ma questo suonava ancora più sentimentale del suo ‘ti amo’ spontaneo.
Karim si bloccò a sua volta, strinse la presa su entrambe le mani e sorrise con una tenerezza che raramente usava. Specie con lui.
- Va bene, ci siamo fatti dichiarazioni e sorprese a vicenda. Direi missione compiuta. Ora posso baciarti come si deve? Domani parto e chissà quando ti vedo… -
José si protese verso di lui accontentandolo ma quando fu sulle sue labbra, le sue morbide labbra su cui spesso ci vedeva malatamente un cuore, disse:
- Potrei stupirti di nuovo… - Da questo Karim capì che intendeva venire a trovarlo durante il ritiro e di questo gliene fu intimamente grato visto che ci aveva sperato con tutto sé stesso.
“E’ il solito stronzo, vuole sempre avere l’ultima parola e fare la parte di quello che non chiede mai! Chissà perché poi odia esporsi tanto sui sentimenti…”
Senza rendersi comunque conto che era la stessa cosa che faceva lui.
Gli lasciò comunque l’ultima parola e fu lieto di potersi bagnare del suo sapore, di appropriarsene e di fondere le labbra in quel modo che sembrava una questione di vita o di morte.
Rallentò volutamente nel cercare di ricordarselo bene, di imprimersi ogni singolo istante della sua bocca aperta ed unita alla sua, della sua lingua dentro di sé che si intrecciava alla propria, del suo bisogno di averlo, marchiarlo e farlo suo.
Si strinsero le mani come se fosse l’ultima volta ma quella lentezza nuova nel baciarsi gli parve come quella di un primo bacio.
Rimasero di nuovo un’ora abbondante lì in macchina a fare solo quello, nient’altro che quello. Senza il sesso, senza altre cose a carattere spinto, senza esagerare. Senza fare assolutamente nulla che quello.
Baciarsi.
Come due ragazzini che scoprivano le gioie di quel gesto tanto semplice quanto bello e puro.
Come se avessero bisogno solo di sentimenti e non di fisicità e di erotismo.
Come se ora, il cuore e l’anima, sovrastasse il corpo nell’esatto contrario di come era iniziata.
Difficile a crederlo perfino per loro eppure reale.
Eppure così.
Riuscendo finalmente anche ad amarsi, oltre che possedersi.
 
FINE