CAPITOLO V:
CALORE UMANO
Quando Ricardo
ricevette quel messaggio, per poco non gli venne un colpo.
‘Ti prego. Ti
prego vieni da me subito!’
Quando lo vide
pensò che stesse male, si fosse picchiato con José, l’avesse fatto a
pezzi e
meditasse il suicidio, per questo si precipitò da lui mollando moglie e
figli
seduta stante. Ormai la cena era finita e stavano mettendo a dormire i
bambini,
quindi non fu un grave reato. Si giustificò dicendo che Karim stava
male e
sapendo che quella sera Cris era con Irina, andò da solo senza
avvertirlo.
Il cuore in gola
gli batteva impazzito per la preoccupazione, convinto che fosse
successo un
cataclisma.
Ci teneva a
Karim, il primo anno a Madrid aveva legato molto sia con Cris che con
lui perché
erano appena arrivati, erano stati loro tre il primo gruppetto a parte,
poi si
erano aggiunti i vari Marcelo, Pepe e compagnia.
Poi Karim aveva
faticato a rimanere nel gruppo che si allargava ed aveva preferito
l’eternamente
solitario Mesut che comunque a turno un po’ tutti cercavano di prendere
in
mezzo ai vari discorsi e giochi.
Ricardo teneva
molto a lui anche se capiva che doveva lasciargli i suoi tempi per le
cose.
Suonò il
campanello di casa sua e poco dopo la porta si aprì da sola, fece
capolino e
chiamò titubante non vedendo nessuno.
- Kariiiim? -
Chiamò allungando la i.
- Sono in
camera! - Una voce cavernosa arrivò dal piano superiore e chiudendo la
porta
dietro di sé, salì incuriosito e sempre più preoccupato. Qua la cosa
cominciava
a puzzare.
Infilata la
testa in quella che doveva essere la camera, lo vide nella penombra
steso nel
letto. Impallidì strizzando gli occhi per vedere meglio, Karim allungò
un
braccio e aprì la luce sul comodino.
- Ma stai male?
- Chiese Ricardo piano non volendo disturbare.
La sagoma si
mosse e spuntò la testa, quindi alzò di nuovo il braccio e con la mano
gli
indicò di venire.
Ricardo andò e
si sedette nel letto, si chinò e gli scostò un po’ le coperte per
vederlo
meglio.
Non aveva brutti
segni in viso, non sanguinava, non aveva lividi e soprattutto non gli
mancava
niente. Sorpreso ed interdetto, chiese:
- Ma Karim, sei
tutto intero! -
A questa
spontaneità Cris avrebbe sbaccanato dal ridere ma Karim gli mise la
mano dietro
al collo, sulla nuca, e tirò il ragazzo a sé. Ricardo dovette così
stendersi
senza scelta.
Solo quando
Karim se lo sistemò sotto le coperte e gli si abbarbicò addosso
abbracciandolo
come se fosse un cuscino, gli spiegò col viso nascosto contro il suo
collo:
- Sono stanco
morto, non riuscivo a muovermi ed ho bisogno di calore umano! -
- Hai la febbre?
- Chiese non sentendolo caldo.
- No. Ho fatto
sesso con José dopo che mi ha massacrato di allenamenti! - Ricardo
allora capì
prima di realizzare la notizia.
- Ah, vuoi le
coccole post sesso! Non è tipo da darne, in effetti… - Poi capì ed
esclamò
scandalizzato: - L’hai fatto con José! Ma non dovevi! Perché l’hai
fatto?
Pensavo non ne volessi più sapere e che foste in guerra! -
Karim premette
il viso contro il suo collo caldo ed accogliente -teneva gli occhi
chiusi e
mugolava in segno di lamentela-, alla fine, senza staccarsi dalla sua
comoda
postazione e continuando a stare stretto e accoccolato a lui, disse:
- Lo so ma
volevo farlo e sono contento, però non credevo d’aver voglia di…
questo… non ho
osato chiederglielo, mi sentivo idiota! Mi avrebbe riso in faccia! -
Ricardo
convenne con lui, però gli fece la domanda del secolo:
- E come mai, se
volevi solo del sesso da lui, per divertirti e basta, poi hai avuto
bisogno di
calore umano? Sono bisogni che vengono quando fai l’amore, quando ci
metti del
sentimento. - Non disse che tendenzialmente gli uomini non avevano
quasi mai
quel bisogno a parte che non avessero una sensibilità spiccata o che
non lo
facessero sentitamente col cuore. Due che facevano solo sesso e basta
era
impensabile che avessero voglia di abbracciarsi e scambiarsi dolci
effusioni
amorose.
Karim si strinse
maggiormente a lui apparendo non più come una tigre ma come un gattino
piccolo
ed indifeso. A Ricardo venne tenerezza e cominciò ad accarezzarlo con
dolcezza
soddisfacendo finalmente il bisogno del francese.
- Non so, non
sono bravo in queste cose! Di solito scopavo con le donne e loro, anche
se era
solo una botta e via, poi volevano questa cosa… io non ci ho mai
pensato, le
accontentavo passivamente, però in effetti ora che è la prima volta che
non l’ho
avuta mi è mancata… solo che non avevo la forza di andare da Cris.
Oltretutto
non volevo lui ma te. E sapevo che a quest’ora eri a casa. - Ricardo
capì che
si stava giustificando sentendosi in imbarazzo, non erano da lui quelle
cose
però lo trovava estremamente dolce. Come un enorme orsachiotto!
Sorrise
indulgente e appoggiando la guancia contro la somma del suo capo, dove
i
capelli erano rasati corti e pungevano al tatto, parlò piano e suadente
come
sapeva fare lui, conciliando la calma e un’apertura interiore che in
pochi
riuscivano ad avere senza un aiuto simile.
- E’ più normale
di quel che pensi, evidentemente hai una sensibilità che non sapevi di
avere.
Finchè lo fai con le donne non senti quel bisogno perché loro lo
colmano prima
di fartelo sentire, ma con un uomo è diverso. C’è chi non vuole quel
genere di
cose e non ne sente il bisogno, di conseguenza nascono situazioni come
queste. È
bello essere così, sai? Cris si accoccola sempre su di me come fai tu.
Sembrerebbe il contrario, no? Lui che coccola me. Invece è lui ad
averne
bisogno. Secondo me per un tipo di persone è normale. -
Karim sarebbe
rimasto ad ascoltarlo in eterno, ma quando gli fece la domanda da un
milione di
euro, non poté che drizzarsi spiritualmente nel letto.
- Perché non hai
chiamato Mesut? Pensavo fosse il tuo migliore amico… - Se Riky chiedeva
una cosa
tanto anomala in un momento simile significava che doveva aver avuto
un’intuizione
delle sue e se lui aveva un’intuizione, erano guai!
- Perché lui non
sa niente di tutta questa storia, solo tu e Cris sapete. E poi non mi
avrebbe
mai accontentato, mi avrebbe mandato a cagare! - Il ragazzo in effetti
non era
molto per il contatto umano, ma secondo Ricardo se stimolato a dovere
diventava
anche lui un gattino mite e dolcissimo! - Perché? - Chiese consapevole
che
doveva avere qualcosa in testa.
Ricardo si strinse
nelle spalle continuando a fargli dei dolci grattini con le dita sulla
schiena
che facevano rabbrividire e morire ogni volta Karim.
- Nulla… - Fece
lentamente. - Non capivo come mai se sei tanto amico suo non hai
condiviso
questa cosa con lui ma con noi. - Aveva ragione, dopotutto, a
chiederselo.
Karim lo sapeva ma quello che non sapeva era dove stava per finire.
- Cosa vuoi
dire? -
- E’ una domanda
come un’altra… il mio migliore amico, qua, escludendo Cris che comunque
è il
mio compagno, è Iker. È da lui che vado ogni volta che ho qualche
problema, se
ho dubbi, se devo confidarmi su cose che non voglio far sapere a Cris.
- Anche
se poi gli diceva tutto. - Se il tuo è Mesut perché non gli hai parlato
subito
di tutto ciò? Oltretutto mi pare d’aver capito che sia gay anche lui, o
che per
lo meno abbia tendenze, insomma… - Karim per poco non svenne ma era
combattuto
fra l’estremo piacere che provava dal suo trattamento delicato e
dall’argomento
estremamente minato. Lo stava portando davvero in un posto pericoloso,
lo
sentiva.
- Non so, non
volevo coinvolgerlo… forse per questo, perché lo è anche lui e non
volevo che
poi si finisse insieme come se fosse un obbligo. Insomma, lui è il mio
migliore
amico, è gay, mi scopro anche io con queste tendenze e quindi ecco che
finiamo
insieme per forza! Boh, non volevo che fosse una cosa forzata, forse… -
Era
contorto, come ragionamento, ma Ricardo non lo smontò, certe cose
andavano
vissute volta per volta, lui voleva solo che parlasse. Aprirsi faceva
sempre
bene ad uno così chiuso.
- E comunque com’è
stato farlo con José? - Lui lo sapeva, tecnicamente l’aveva fatto a sua
volta,
però era diverso il tipo di domanda, Karim ci cascò in pieno.
- Bello! Ho
fatto bene! Insomma, non ne potevo più! Continuava a fare lo stronzo
con me ed
alla fine sono esploso! Gli ho detto di tutto, poi negli spogliatoi
l’ho
obbligato! Per poco non lo violentavo. Alla fine c’è stato. - Ricardo
sapeva
che avrebbe fatto così, era proprio tipo da agire in quel modo!
Ridacchiò
immaginando la scena mentre, con le dita sempre lungo la colonna
vertebrale,
sotto la maglietta che indossava e direttamente sulla sua pelle calda e
liscia,
cominciò a sentire dei certi movimenti impercettibilmente sospetti.
Ormai era
bravo a percepirli.
Cercò di far
finta di nulla, era normale con quello che gli stava facendo.
- Però hai avuto
bisogno di dolcezza. È strano, se era solo sesso. Così brutale, per di
più. -
Non aveva bisogno di ulteriori dettagli per capirlo. Karim ormai non
alzava più
il viso dal suo collo, ci stava troppo bene e le sue mani lo stavano
uccidendo.
Era la cosa più bella che potessero fargli.
- E’ per questo
che volevo te, fra l’altro. A parte che tu mi avresti accontentato e
che sapevi
già tutto. Ma cosa ne pensi? Io credo sia assurdo volerlo… insomma,
sono
convinto fosse solo sesso, però… non so, poi ci siamo baciati, alla
fine, in un
modo che… ed anche per riuscire a farlo, tutti i litigi e la vita che
abbiamo
fatto… non è normale, no? -
Ricardo non
sapeva cosa poteva dirgli, era anche una situazione molto complessa.
Entrando
in campo anche Mesut in sordina c’era da chiedersi cosa, in effetti,
potesse
dirgli; a lui era tutto chiaro ma certe cose non si potevano esprimere.
Con che diritto
gli dava tutte le risposte?
Sospirò.
- Chi può dire
cos’è normale? Non ci si conosce mai abbastanza finchè non ci troviamo
dentro
in certe situazioni. Tu hai scoperto solo ora, di punto in bianco, di
avere
pulsioni omosessuali… -
- Bè… non
proprio… -
- Eh? -
- Non proprio di
punto in bianco… -
Ricardo si fermò.
- Cosa intendi?
-
Karim prese un
respiro profondo e rivelò.
- E’ successo
osservando Mesut e José. Ho pensato che avrei dato volentieri dei colpi
a tutti
e due. Poi anche a Cris e a te, ma voi dopo che José mi ha, diciamo
così,
aperto. E comunque per José è sempre stata attrazione fisica, mi fa
sesso,
insomma! Mesut… mi ha attratto in un modo che… - Ricardo si sarebbe
battuto le
mani!
Poteva aprire un
baracchino di chiaroveggente!
- Scusa, fammi
capire… per José provavi attrazione fisica e per Masut… per Mesut? -
Chiese
alla fine per non dire più di quanto potesse!
Ora Karim
cominciava seriamente ad agitarsi. E con seriamente si intendeva sia
sotto
-reazioni involontarie dovute al piacevole trattamento delle dita sulla
sua
pelle- che interiormente.
- No, allora… è
successo che per Mesut cominciassi a sentire qualcosa che andava al di
là dell’amicizia,
ma non ero sicuro, così ho cominciato a chiedermi se fossi gay, se
avessi
voglia di fare del sesso con un altro uomo. Mesut fisicamente non è
molto attraente.
Così è spuntato José! In realtà pensavo mi sarei fissato per, che ne
so, Cris,
Sergio, Iker… chiunque, ma non José! Invece prima ci pensavo e poi mi è
arrivato in casa proprio lui per chiedermi cosa avessi! Insomma, ho
dato per
scontato di potere! Poi la storia con José la conosci. -
Ricardo voleva
gridare ma si trattenne. Come gli veniva in mente di trascurare il
particolare
su Mesut?
- E per Mesut? È
tutto congelato? -
Karim sbuffò,
non voleva proprio parlarne ma se lui gli faceva una domanda gli veniva
spontaneo rispondere, aveva una sorta di potere!
- Ma che ne so!
Sì credo! Penso sia una cosa più platonica! Boh! Mi sono impantanato su
José,
porca puttana! Che cazzo ne so! - Per calmarlo, sentendolo teso ed
arrabbiato,
Ricardo cominciò a sfiorarlo con leggerezza anche sul fianco, parte
ancor più
sensibile della schiena, e questo lo spense istantaneamente in un colpo
solo.
Come se gli
staccasse la spina.
Confusamente
Karim pensò che capiva sentitamente Cris, Riky aveva un tale potere che
nemmeno
se ne rendeva conto.
Dopo di questo
infilò la mano fra di loro, la portò nell’inguine, sotto ai boxer, e
mettendo
completamente da parte il discorso scomodo e seccante, continuò quello
che l’amico
aveva indirettamente -più o meno- cominciato.
- Che fai? - Chiese
Ricardo ingenuamente non arrivandoci. Quando però capì che la mano si
muoveva
sulla sua erezione, avvampò e si irrigidì fermando le carezze.
- Lasciami un
attimo finire! È colpa tua! - Ricardo guardò fisso davanti a sé
sforzandosi di
non abbassare lo sguardo su Karim ancora attaccato a lui ad eccezione
del
bacino. Non poteva crederci che lo stesse facendo sul serio!
Come poteva con
tanta tranquillità e faccia tosta?
Ma non disse
niente, alla fine lo lasciò e quando lo sentì sospirare per il piacere
che si
auto provocava masturbandosi, pregò che non gli venisse voglia anche a
lui, ci
sarebbe mancato solo quello!
Fortunatamente
parve finire in tempo, lo capì perché si girò di scatto per concludere
del
tutto.
Dopo un paio di
secondi ed aver trafficato in modo sospetto, tornò su di lui ma questa
volta si
limitò a circondarlo con un braccio solo e ad allacciare la gamba alla
sua, per
il resto rimase a pancia in giù col bacino, di nuovo rilassato, contro
il
materasso.
Ricardo,
obbligato dalla posizione poiché Karim si era comunque messo sul suo
braccio,
lo circondò come prima e non poté non notare i boxer che erano spariti.
- Karim? -
Chiese piano con un filo di voce, non osando muoversi di un millimetro.
- Mmm? - Fece l’atro
completamente soddisfatto e premendo il viso di nuovo contro il suo
collo, ci
stava decisamente bene lì.
- Non hai i
boxer! -
- Me ne sono
accorto. - Borbottò sempre calmo nella beatitudine più completa.
A quel punto
Ricardo, imbarazzato e lentamente, girò il capo in modo da guardarlo in
viso,
quindi spostò la testa per riuscirci. Lo vide, era vicino a due
millimetri dal
suo volto e gli occhi ora erano aperti. Fu un momento strano.
- Perché? -
Chiese piano e pacato.
- Perché li ho
sporcati. - Ovvio e semplice. Non si scompose.
- E non potevi
mettertene altri? -
- Non c’avevo
voglia! -
- Si ma…. - E
tanto logico era uno, quanto stralunato l’altro.
- Posso
baciarti? - Chiese Karim improvviso come se fosse normale buttando via
quella
famosa logica. Ricardo drizzò la testa per quel che poté, lo teneva
ancorato in
quella posizione quindi fu un movimento limitato. Gli sguardi si
incatenarono,
facile a quella vicinanza. Rimase senza parole, non sapeva cosa dire e
cosa
fare, per un momento si spaesò al punto da non ricordarsi in quali
rapporti
fossero.
- Perché? -
Domanda epica, faticava a mantenere la calma ma sembrava riuscirci per
un pelo.
Pareva di camminare sul filo del rasoio, entrambi si muovevano e
parlavano
molto lentamente e sottovoce.
- Perché mi va.
- Era ovvio.
Ricardo inghiottì
a vuoto, poi rispose.
- No. -
- No cosa? -
Sempre piano, sottovoce, confondendo i respiri.
- No non puoi
baciarmi. - Karim ne rimase un po’ deluso ma non si mosse ancora.
- Per Cris? -
- Perché non
voglio! - Esclamò alzando leggermente il tono, Karim ridacchiò. - E per
Cris. -
ammise poi riabbassandolo. Poi sospirò: - Siamo amici, Karim. Non serve
rovinare tutto! Hai gli ormoni in subbuglio, hai appena scoperto che ti
piacciono queste cose… non buttarti a capofitto con tutti i ragazzi che
ti
faresti perché sono carini o stimolanti o che ne so. Rilassati, dormici
su,
calmati, torna lucido! - Ma se Karim ultimamente tendeva a dare i
numeri
facilmente, Ricardo fortunatamente no.
Ripetendosi
mentalmente le sue parole capì che aveva ragione e che tutta quella
storia
delle pulsioni omosessuali gli stava dando alla testa in più di un
senso. Era
esaltante e bello; l’idea di poter fare qualunque cosa in quel campo
senza
freni era una specie di droga, come una cosa che tirava l’altra. Però
era
altrettanto vero che era la scoperta, era un momento, appena si sarebbe
calmato, abituato ed assestato, le cose sarebbero cambiate e si sarebbe
orientato nell’unica che voleva seriamente e realmente.
Ricardo sapeva
anche quello, era successo anche a lui… per questo erano riusciti a
circuirlo
in quel modo, Cris e José, e a fargli fare una cosa del genere… nella
foga e
nell’eccitazione del momento e delle scoperte, di cose incredibili ne
aveva
fatte.
- Va bene, hai
ragione… - Ammise alla fine sospirando. Con questo tornò a mettere la
testa
comoda sulla sua spalla, contro il suo collo, e a chiudere gli occhi
rilassato.
All’incirca.
- Karim? - Chiamò
di nuovo Ricardo non riuscendo più a guardarlo in viso e temendo che
fosse come
sembrava.
- Mmm… - Appunto…
- Non dormirai
così, vero? - Chiese piano e timoroso.
- Mmm… - Tutta
la sua risposta pigra ed illuminante!
- Ma devo
andare! - Fece per sgusciare via ma Karim rafforzò la presa.
- Voglio quelle
famose coccole post sesso tutta la notte! - Per un momento sorrise a
questa
uscita borbottata, poi scosse il capo. Da non crederci!
- Sei una
persona molto esigente, eh? - Con questo capì che era comunque tardi e
che
forse, per una volta, poteva fare qualcosa per un amico e non solo per
Cris.
Sospirando prese
il cellulare, gli stava venendo sonno anche a lui, dopotutto.
Scritto il
messaggio con mille scuse e ricevuto il comprensivo ‘ok’ di sua moglie,
si
rilassò sotto il suo braccio forte che l’ancorava al letto e mettendosi
più
comodo si lasciò cullare da quella piacevole sensazione.
Era stata una
serata strana, decisamente strana.
Quasi quanto,
nel dormiveglia, era stato sentire Karim muoversi fino a fargli sentire
di
nuovo, ma per sbaglio, il suo inguine scoperto.
Strano ma quasi
normale.
Forse non sentì
imbarazzo perché stava praticamente dormendo o forse perché davvero non
c’era
altro che una sana amicizia, fra i due, ma ad ogni modo si lasciò
andare con l’incoscienza
che spesso sapeva disarmare un carro armato da guerra.
Il risveglio
sarebbe stato decisamente tutt’altra musica.
Certamente non
si era nemmeno reso conto di aver avvertito anche Cris di essere
rimasto da
Karim perché non stava bene, però da lì a ritrovarselo in casa di buon
mattino
ce ne sarebbe passato.
Eppure fu così.
Essendosi
addormentati tardi avrebbero dormito ad oltranza ed anche saltato la
sessione
mattutina di allenamenti, se fosse stato per loro due, ma quel giorno
avevano
la trasferta e dopo di quella dovevano andare diretti nella città dove
avrebbero, il giorno dopo, disputato l’incontro di Liga, di conseguenza
non
avevano tutto il giorno come volevano.
Ricardo non sentì
il campanello e Karim non si accorse nemmeno d’aver aperto con il
telecomando
che aveva in camera, lo fece in automatico nel sonno, cosa anche
effettivamente
pericolosa visto che sarebbe potuto essere un chiunque malintenzionato.
Tuttavia
Cristiano arrivò dopo aver esplorato tutta la casa, non sapendo dove
fossero ma
soprattutto cosa stessero facendo.
A quell’ora del
mattino, cosa mai potevano fare?
Strano che
comunque la prima stanza controllata fosse stata il bagno, come se
avesse
potuto trovarli a fare una vasca erotica insieme.
Nonostante tutto
le sue fisse le aveva e quando li vide nel letto a dormire insieme in
quel
modo, lo pensò seriamente.
Erano coperti,
si capiva che Karim era sopra Ricardo ma non poteva capire bene le
posizioni e
soprattutto si perdeva certi particolari.
Cristiano rimase
per un attimo interdetto in un misto fra il contrariato, il geloso e
l’intenerito.
Sembravano un cane ed un gatto addormentati abbracciati, erano dolci a
modo
loro. Poi si corresse. Era Ricardo che dava quell’idea.
Karim comunque
gli era abbarbicato sopra per metà e si rivedeva in lui quando
passavano la
notte insieme e dormiva così.
Intenzionato a
svegliarli col caffè, poco prima di andarsene l’occhio gli cadde a
terra, ai
piedi del letto. C’erano dei boxer. Li mosse col piede e quando li
riconobbe
come quelli di Karim alzò un sopracciglio scettico. Avevano
un’inequivocabile
macchia chiara sopra che non sarebbe potuta essere scambiata per altro
nemmeno
fra mille anni luce.
In quel momento
Cristiano si incupì e si irrigidì tutto in un unico momento e quando
tornò a
guardarli gli parvero meno teneri e dolci.
Contrasse la
mascella e tese i muscoli, il resto fu veloce.
Alzò le coperte
e li vide, quindi tutto si fermò, fu davvero un fulmine a ciel sereno,
una
specie di tuono che lo trapassava da parte a parte.
Fu un attimo, il
necessario per impedirgli di ragionare.
Ricardo l’aveva
avvertito che era lì, se avevano davvero consumato come poteva
sembrare, non
gli avrebbe scritto. Ma lì per lì, vederli in quel modo, non gli fece
ricordare
del particolare logico.
Del resto Karim
indossava la maglietta che era tutta attorcigliata sopra, la mano di
Ricardo
era sulla sua schiena, a diretto contatto con la pelle, e non aveva i
boxer.
Non solo.
Il suo bacino
era sfacciatamente attaccato alla coscia di Ricardo e le gambe erano
attorcigliate.
L’unica fortuna
era che Ricardo era rigorosamente vestito, fortuna mandata all’aria
dall’erezione
vistosa di Karim che, dopo una notte di strofinamenti involontari
diretti,
aveva avuto una reazione inevitabile.
E soprattutto
dalla sua mano che, sfacciata, era infilata sotto la sua maglia e
precisamente
su un capezzolo.
“Poteva
andare peggio, poteva essere sul suo cazzo!”
Pensò
istintivamente capendo che comunque il fatto che Ricardo fosse
completamente
vestito era confortevole. Quello gli permise di ricordare il
particolare del
messaggio. Decisamente non l’avvertiva se decideva di tradirlo.
Questo fece sì
di calmarsi e rilassarsi, quindi provando ad immaginare cosa fosse
successo non
ci riuscì comunque e decidendo di vedere fin dove potevano spingersi a
lasciarli fare, si sedette silenzioso su una sedia poco più in là.
Voleva svegliarli
e sbranarli ma l’idea di osservarli e studiarli era meglio.
Ad ogni modo era
ancora dell’opinione insana di fare un po’ di sesso a tre, quindi
poteva anche
provare ad abituarsi in quel modo a loro due insieme. Certamente se lui
stava
in mezzo era diverso, ma in teoria stavano solo dormendo.
Anche se…
insomma, che diavolo ci faceva Karim praticamente nudo?
I suoi boxer non
lasciavano niente all’immaginazione, era ovvio che avesse avuto un
orgasmo,
quella notte. Ma con il suo moroso lì?
Un momento! Mica
gliel’aveva fatto avere lui?
Passando da alti
e bassi degni di una donna incinta, finalmente notò qualcosa muoversi.
In più di un
senso.
Fu la famosa
mano assassina di Karim che, da sotto alla maglia di Riky, aveva deciso
di
spostarsi lentamente al di sotto dei pantaloni. Indossava una tuta da
casa,
indice che era scappato in fretta e furia dopo cena, probabilmente.
Grugnì.
Ora la mano era
anche sotto i suoi boxer e aveva decisamente raggiunto il suo inguine.
Ricardo dormiva
ancora e probabilmente anche Karim, magari nemmeno si accorgevano di
fare
quello che stavano facendo, anche se poi Riky non stava facendo niente.
Lo sentì
mugolare strascicato nel sonno e Karim si spostò in modo da avere un
miglior
accesso alla sua erezione che cominciò a massaggiare con sempre più
intenzione.
Quando lo vide
eccitarsi e reagire in modo chiaro ed evidente, Cris si morse la bocca.
Non era una
visione così oscena. Cioè, ora gli stava venendo una certa voglia.
Era divertente,
a modo suo, e fonte al tempo stesso di forte incazzatura e gelosia.
Cioè,
voleva unirsi ai giochi, però a tutto quello si sommava la voglia di
vedere fin
dove potevano andare avanti senza sapere della sua presenza.
Fin’ora era
certo che Ricardo dormisse e che Karim fosse mezzo sveglio.
Ricardo alzò le
braccia in alto, come se si arrendesse al piacere indicibile che
provava e
cominciando a succhiarsi il labbro proprio come stava facendo Cris nel
guardarli, aggiunse anche i gemiti.
Karim,
continuando con gli occhi chiusi ed un sonno ormai decisamente
sospetto,
raggiunse con la bocca il suo collo e lo succhiò accompagnando a tutto
quello
che già stava facendo, e non era poco, i movimenti di bacino.
Era paurosamente
eccitato, ora il suo membro era duro e muoversi contro il lenzuolo non
era
sufficiente. Fu così che pensò bene di scendere e attaccare la propria
erezione
-staccata qualche minuto prima- alla gamba di Ricardo in modo da poter
continuare a masturbarlo con libertà di movimenti.
Ora la bocca si
era spostata sul suo capezzolo, proprio a diretta portata.
Ricardo era
completamente abbandonato a lui.
Cristiano stava
per urlare ma rendendosi conto che non sarebbe stato credibile con
l’eccitazione
da paura che aveva, pensò bene prima di darsi una calmata, poi di
demolirli.
Alla fine si
trovò ad auto stimolarsi nel guardarli in quei panni a dir poco erotici
e ad
apprezzare invece che seccarsene.
Ebbero tutti e
tre un orgasmo nello stesso momento, senza rendersene veramente conto,
non
tutti, non pienamente, non subito.
Per Cristiano, l’unico
completamente cosciente di tutto, fu un momento di delirio assoluto e
fu lì che
si rese conto che comunque l’avrebbero fatto davvero, a quel punto.
Non restava
altro.
Sentendosi
invaso da un’ondata di piacere incredibile, Ricardo si svegliò
definitivamente
realizzando che non aveva sognato ma che era successo veramente e
quando aprì
gli occhi la prima cosa che vide fu il proprio ragazzo seduto a
fissarli a poca
distanza. Con la mano fra le gambe e il suo sesso ampiamente stimolato
in
eccessiva mostra.
A quel punto
tutto si fermò, fiato e cuore compreso. Sgranò gli occhi, si tese come
una
corda di violino, impallidì e disse chiaramente:
- Un momento. Se
tu sei lì… - Cristiano non aveva molti dubbi sul fatto che nel sonno
aveva
pensato fosse lui a fargli quel trattamento piacevole. Doveva essere
stato a
dir poco shockante svegliarsi e trovarlo a guardarlo.
Quando spostò lo
sguardo su Karim e lo vide, anche lui aveva alzato la testa ed aperto
gli
occhi, visto Cristiano, capito che li aveva beccati e che gli era anche
piaciuta la visione e, in tutta risposta, si era pure messo a ridere.
La reazione di
Ricardo però non era stata tanto rilassata, infatti senza la forza di
gridare,
arrabbiarsi o dire qualunque cosa, si era alzato di scatto sfuggendo
alla ormai
poco ferrea presa di Karim e altamente imbarazzato per tutta la
situazione in
generale, era scappato in bagno vergognandosi come un serial killer
furioso.
Cristiano e
Karim si erano così fermati, si erano guardati, avevano riso e poi si
erano
alzati in perfetta sincronia per raggiungere il ragazzo.
- Riky! - Chiamò
Cris sapendo come trattare con lui.
Karim però non
perse tempo ad aspettare risposte ed aprendo la porta, facendo poi a
gara a chi
doveva occuparsi prima del ragazzo.
Quando furono
dentro videro Ricardo che si lavava il viso ed il ventre che alla fine
si era
sporcato al culmine del suo amplesso.
Fortunatamente
non si era macchiato boxer e pantaloni perché Karim gliel’aveva tirato
completamente fuori, però ritrovarsi in quello stato di primo mattino
fu
deleterio e traumatico.
Guardandoli
chiuse il rubinetto e si asciugò seccato, rimase in silenzio per un po’
fino a
che, appoggiato al lavandino con le braccia conserte ed aria severa,
non riuscì
a parlare gelido:
- Siete malati!
- Breve, conciso e veritiero!
- Hai ragione. -
Disse subito Cris con un tono basso e la coda fra le gambe. Era
assolutamente
vero. Karim lo guardò incredulo.
Stava calando
metaforicamente le braghe!
Non l’aveva mai
visto così arrendevole. Solo Riky aveva quel potere.
- Non era programmato,
comunque. - aggiunse poi chiarendolo.
- Lo so. -
Replicò Ricardo più calmo. Sentirsi dare ragione aiutava. Karim si
sorprese.
Quei due avevano un modo di approcciarsi l’un l’altro che era qualcosa
di
fenomenale!
Tutto da
imparare!
Meglio di un film!
- Facciamo che
per il momento sospendiamo questa faccenda, ci calmiamo tutti, lasciamo
che i
bollenti spiriti si raffreddino e poi, in caso, se saremo ancora
dell’idea, più
avanti, ne riparleremo ed eventualmente risolveremo. - Questo era il
suo modo per
dire che, magari, forse, più avanti, avrebbero potuto farlo davvero.
Cris capì ed
esultò non poco per la questione. Non era normale riuscire a fargli
fare tutto
quello che voleva e Karim, stordito delle doti di Cris, rimase in parte
a
guardarli mentre si riappacificavano con un bacio. No, niente di quella
situazione era ormai normale e la sua nebbia invece che diradarsi
aumentava di
brutto, ma il punto era che era estremamente bello e piacevole. Fare
semplicemente tutto quello che capitava a tiro e che aveva voglia,
semplicemente tutto, senza freni e problemi.
Non l’aveva mai
fatto a quei livelli però doveva ammettere che era a dir poco esaltante.
Proprio il
discorso che aveva fatto quella notte Riky.