CAPITOLO VII:
VERSO UNA STRADA
IN SALITA
Non voleva
andarci, in realtà successe per caso.
All’ora tarda in
cui si trovava, Karim si rese conto di non essersi portato la chiave
della
camera e dovendo bussare per entrare, sperò che i suoi compagni di
stanza
fossero ancora svegli.
Era consapevole
che probabilmente dormivano e che Mesut l’avrebbe maledetto, ma tanto
quello
dormiva poco di suo quindi non poteva lamentarsi!
Quando gli aprì,
però, non vide chi si aspettava e solo quando realizzò che doveva aver
sbagliato controllò meglio il numero sulla porta.
Era quello
sbagliato davvero!
José lo guardò
corrucciato. Nonostante l’ora non aveva l’aria di chi era stato
interrotto nel
sonno.
- Cazzo! Ho
sbagliato camera! - José istintivamente notò che era ancora in giro a
quell’ora,
poi mise da parte quella considerazione per farne un’altra altrettanto
spontanea…
- Hai finito le
tue porcate, sì? -
Karim capendo
che aveva sentito tutto, ridacchiò rilassandosi. Sulle prime aveva
pensato
fosse una pessima idea capitare da José dopo aver fatto sesso, poi però
l’idea
cambiò vedendolo così tranquillo. E poi perché sarebbe dovuto essere
teso o
arrabbiato? Non stavano insieme.
Karim alzò le
spalle menefreghista. A quel punto tanto valeva approfittarne…
- Sì e mi manca
una parte fondamentale! -
- Quale? -
Chiese José. Karim in risposta entrò senza troppi complimenti e
chiudendosi da
solo la porta alle spalle, si lasciò guardare allibito e scettico.
Adorava quel
suo tipo di sguardo.
- Tu che l’hai
fatto con loro sai di cosa parlo… quando si finisce ti escludono… - Era
chiaro
che si parlasse di Cris e Riky con cui aveva appena consumato.
José in quello
capì cosa intendeva e ridacchiando lasciò perdere l’idea di cacciarlo
per poi
tornare nel proprio letto. La luce del comodino era accesa, aveva un
quaderno
aperto, probabilmente i suoi soliti appunti; lo vide metterli via e
accomodarsi.
Aveva il letto
matrimoniale. Karim si chiese perché diavolo l’avesse visto che era
solo, ma
non glielo chiese e l’uomo gli rispose ironico:
- Capisco
perfettamente! Ma quelli sono praticamente sposati, cosa credi! -
Karim si tolse
la maglia con disinvoltura. Eppure anche se sembravano naturali ed
agivano
pratici come se già sapessero cosa fare, era strano. Lo era perché dopo
aver
fatto sesso il pomeriggio precedente, non si erano più guardati e
toccati come
se non esistessero, come se non si fossero poi detti di rifarlo.
Era stato tutto
stranissimo, dopo, e non avevano avuto la minima intenzione di parlarne
per tutto
il tempo.
Karim stesso non
sarebbe venuto lì di sua volontà se non avesse sbagliato.
- Ho sbagliato
camera ma vista l’ora e che dovrei svegliare Mesut e Sami, penso che
tanto vale
mi fermi qua… - Disse giusto per proforma.
José sapeva cosa
voleva e traducendosi mentalmente la sua frase, vi rispose sempre con
la sua
solita ironia:
- Non ti facevo
tipo… - Karim si tolse anche i pantaloni della tuta rimanendo in boxer,
all’altro
brillarono gli occhi davanti al suo fisico atletico.
- Da non
svegliare i compagni di stanza? - José si fece in parte per fargli
spazio nel
letto, quindi ridacchiò maligno:
- No… intendevo
da aver bisogno di quelle stupidaggini dopo il sesso. -
“Ecco,
per Riky sono coccole post-sesso, per lui sono stupidaggini! Che
diversi che sono!”
Rise fra sé e sé
Karim, suo malgrado non si imbarazzò troppo e fregandosene di come
appariva, a
quel punto, si accomodò nel letto disinvolto, il braccio piegato sotto
la
testa, voltato sul fianco a guardarlo. José nella stessa posizione. Non
si
sarebbero comunque toccati, fosse stato per quest’ultimo.
Rimasero ad
osservarsi per un po’, poi Karim perse la pazienza prima dell’altro e
senza
pensarci gli prese la mano e l’attirò a sé portandosela alle labbra.
Si passò le sue
dita con calma e José ne rimase sorpreso. Era un gesto molto strano.
Non gliele
stava baciando in modo dolce né tanto meno succhiando con fare erotico.
Si
stava semplicemente carezzando la bocca da solo. Con le sue dita.
Non gli era mai
successo che facessero una cosa simile, quindi senza aggiungere niente
altro,
dopo un tempo interminabile passato così a guardarsi seri intensamente
e con la
mano nella sua e sulle sue labbra, Karim prese la seconda iniziativa ed
avvicinandosi nel letto, se lo scostò per baciarlo. José rimase inerme
a farsi
fare, non lo mandò via sebbene non sarebbe stato da lui una cosa simile
in
condizioni normali. Ma lì cosa c’era di anormale?
Karim nel suo
letto che chiedeva più o meno implicitamente delle coccole dopo il
sesso a tre
con altri due?
Bè, magari
questo era strano…
- Lo chiedi
sempre agli altri? - Chiese dopo aver giocato un po’ con la sua lingua.
Rimasero vicini e Karim confuso non capì cosa intendesse:
- Cosa? -
- Le
stupidaggini dopo il sesso… - Si sarebbe sempre rifiutato di chiamarle
come
aveva fatto Riky, Karim ridacchiò rendendosene conto.
- Cosa te lo fa
pensare? -
- Ieri non te le
ho fatte, deduco che tu sia andato da qualcun altro. Sei andato da
Riky? -
Karim non si stupì che fosse così intuitivo, dopotutto era José
Mourinho!
- Mmm… - Mugugnò
in risposta. José ridacchiò.
- Non sono tipo
da farne se non te le prendi da solo. - Asserì l’ovvio, era strano
essere così
disinvolti l’uno con l’altro in una situazione simile dopo che c’era
stata
tensione tutto il giorno. Forse, dopotutto, non avevano voluto altro
che
quello.
Non voleva fare
sesso con lui, voleva davvero solo che lo tenesse con sé e poter magari
appoggiare la fronte contro la sua spalla. Niente altro. Certo le
coccole di
Riky erano il massimo, ma non si poteva aver tutto dalla vita!
- Mi basta poco…
- Mormorò alla fine accoccolandosi in maniera quasi infantile, appoggiò
infatti
la famosa fronte contro il suo collo, vista la posizione l’uno di
fronte all’altro,
e rimase lì senza toccarlo in altro modo. Gli aveva mollato le mani e
non lo
obbligava a fare niente, fu così che José spiazzato da questo suo gesto
che
sapeva tanto da fidanzato, chiuse turbato la luce e gli mise, ancor più
turbato, il braccio intorno alla vita.
Così si
addormentarono senza aggiungere altro.
Con una
delicatezza che nessuno avrebbe mai dato loro.
Il mattino dopo
si svegliarono e Karim dormiva sulla sua spalla, José supino sulla
schiena che
lo circondava con un braccio mentre quello del ragazzo stava a sua
volta
intorno a lui. Come fossero due fidanzati che avevano fatto l’amore la
sera
prima.
La sveglia di
José li destò bruscamente e aperti gli occhi si soprassalto, non si
capacitarono del loro stato. Prima di capirlo si trovarono a spostare
gli
sguardi l’uno sull’altro per rendersene conto.
Si videro,
corrugarono la fronte e incapaci di tradurre tutto quello, rimasero
inebetititi
per un po’ cercando di ricordare che diavolo fosse successo e perché
erano così.
Quando tornò
loro alla mente, si alzarono a malincuore.
Non avevano
motivo per stare così in realtà ed era bene se lo ricordassero.
Non stavano
insieme nella maniera più assoluta e già aver dormito così era
incredibile.
Quando si
alzarono a sedere sul letto, si diedero la schiena a vicenda, si
strofinarono i
visi e rimasero un istante a cercare di svegliarsi. Quando i neuroni
furono
abbastanza attivi, il primo a reagire fu José che senza voltarsi a
guardarlo,
borbottò con poca gentilezza:
- Che rimanga
fra noi. - Come se avessero fatto un crimine che doveva andar nascosto.
O che
fosse qualcosa di grave di cui vergognarsi ed imbarazzarsi.
Karim si trovò
perfettamente d’accordo.
- Mmm… - Mugugnò
senza riuscire ad articolare una sola parola.
Dopo di questo
si lavarono ed ognuno tornò a pensare per sé come se nulla fosse mai
stato, di
nuovo come il giorno prima quando, dopo essersi visti in seguito al
sesso
insieme, si erano ignorati imbarazzati.
Uscito svelto
dalla camera, s’intrufolò velocissimo nella propria che era
effettivamente lì
accanto.
Bussò e gli
venne ad aprire un insonnolito Mesut.
Karim entrò
svelto, non voleva lo vedesse nessuno, poi lo guardò.
Capelli
arruffati, occhiaie profonde, occhi pesti…
- Non hai
dormito un cazzo, eh? - Aveva sempre quell’aria da pesce uscito
dall’acqua…
malignamente lo chiamava Nemo!
Mesut, che era
più basso e mingherlino di lui, si strinse nelle spalle senza
guardarlo, si
grattò la nuca e andò al bagno.
Non parlarono,
era presto per impostare una qualunque conversazione e Mesut prima del
caffè
non articolava mezza frase, il suo cervello era proprio spento.
A farlo per lui
fu Sami appena sveglio.
Anche lui i
capelli arruffati ma l’aria da sonno e non da insonne… Karim si
spogliò, aveva
bisogno di una doccia anche se stava per fare allenamento.
- Che hai
combinato stanotte? - Chiese sapendo che non era rientrato.
Il francese si strinse
nelle spalle. Nessuno sapeva della sua situazione da neo gay
-bisessuale in
realtà- e voleva che rimanessero così le cose.
- Ne ho trovata
una… - Borbottò evasivo. Di suo comunque non parlava molto, tendeva ad
aprirsi
poco quindi era normale fosse così vago. Sami non se ne preoccupò e
ridacchiando si alzò stiracchiandosi e sbadigliando:
- Sei unico!
Come hai fatto solo tu lo sai! Il mister ci ha praticamente messi sotto
chiave!
-
Era vero ma se
uno voleva le risorse le aveva!
Karim non
rispose, una volta nudo entrò in bagno ignorando la presenza di Mesut
che stava
finendo di sistemarsi. Lo guardò, alzò un sopracciglio -cosa unica e
rara-,
quindi tornò allo specchio a mettersi a posto i capelli, Karim aprì il
rubinetto dell’acqua calda e mentre aspettava si scaldasse andò al
water a fare
i propri bisogni. Altra cosa normale fra ragazzi.
Mesut non se ne
curò e continuando a fare come se l’altro non esistessero, continuarono
fino a
che Karim e la sua doccia lampo non conclusero con Mesut ancora alle
prese a
dare un senso ai suoi capelli. Essendosi agitato parecchio nel suo non
sonno,
erano diventati astrusi.
- Ancora lì? -
Disse vedendolo dove l’aveva lasciato, un piccolo sorrisetto ironico.
Mesut
tornò a lanciargli uno sguardo sbieco e gli occhi furono
inevitabilmente
attratti dal suo inguine in evidenza. Oltre ad avere un gran bel corpo
e ad
essere momentaneamente lucido e attraversato da molteplici goccioline
che
correvano sulla pelle chiara, il suo membro era particolarmente gonfio…
Karim notò il
suo sguardo e si affrettò ad avvolgersi l’asciugamano alla vita.
Lo fece
istintivamente senza rifletterci provando un gran senso di fastidio.
O forse
imbarazzo?
Mesut non disse
nulla, uscì dal bagno chiedendosi solo perché avesse l’alzabandiera
così tardi.
Solitamente lo si aveva appena svegli… oltretutto era davvero ben
fornito, l’aveva
sempre pensato, ma aveva avuto la ‘fortuna’ di non vederlo mai così
attivo.
Non era di certo
immune al suo corpo, ma con un buon controllo riuscì a far finta di
niente e
Karim rimase a sua volta dentro a chiedersi che fosse successo in
quella
frazione di secondo.
Troppo breve per
capirci qualcosa, oltretutto a quell’ora del mattino…
Se fosse stato
presente José l’avrebbe capito al volo e probabilmente non l’avrebbe
presa
bene.
Quando scesero a
colazione erano chi più chi meno piuttosto assonnati, Ricardo e
Cristiano
soprattutto avevano gli occhi molto piccoli, quasi quanto quelli di
Mesut che
comunque nessuno batteva.
Il tedesco aveva
infatti problemi a dormire, per questo aveva sempre quell’aria sbattuta
e
sciupata.
Karim rimase
seduto coi suoi due compagni di stanza ed ignorò accuratamente i suoi
tre
inquilini notturni per non destare comunque il minimo sospetto in
nessuno. Su
José non aveva grosse paure ma temeva che Cris e Riky fossero troppo
espressivi
e che si facessero sfuggire qualcosa a proposito.
Solo dopo aver
bevuto il caffè Mesut si attivò e cancellando magicamente tutto quello
che era
accaduto prima, tornò a parlare con Karim come niente fosse ed il
ragazzo
gliene fu profondamente grato, per un momento, nonostante lo conoscesse
bene,
aveva temuto gli chiedesse delucidazioni sulla notte passata. Non
voleva che
nessuno, assolutamente nessuno pensasse a nulla.
Fu durante la
partita che Karim lo capì, dopo uno dei suoi goal più belli fatti
durante l’anno…
Prima l’aveva
intuito ma lì, come se fosse successo poi qualcosa di particolare, se
lo disse
chiaro e netto.
“Il
sesso va bene ed è bello e voglio continuare ad oltranza, ma voglio
anche una
storia seria. È questo che cerco. Tutto. Voglio tutto.”
E si rese conto
che era stato naturale, una specie di tutt’uno fra il capire di avere
tendenze
gay ed il voler provare quel famoso tutto.
Peccato che poi
fra il dire ed il fare ci fosse di mezzo decisamente troppo.
Lo sguardo che
lanciò a José a bordo campo mentre esultava per il suo goal fu fugace e
nessuno
lo notò ma gli bastò per capirsi una volta di più.
Non poteva
pretendere quel tutto da lui, era assurdo, il suicidio più masochistico
che gli
sarebbe potuto venire in mente.
E proprio per
questo, probabilmente, sarebbe successo davvero.
Karim, ad ogni
modo, non fu l’unico ad avere certe illuminazioni.
A non riuscire a
smettere di pensare alla notte appena passata era anche José perché poi
si era
ritrovato ad un certo punto ad osservarlo dormire e chiedersi come
fosse
possibile essere finiti a quel punto.
Da che l’anno
scorso non si erano praticamente parlati e si odiavano cordialmente, a
che
quest’anno di punto in bianco non solo avevano avuto contatti sessuali
di vario
genere, ma stavano anche dormendo insieme!
Karim era
strano, non aveva paura di lui, gli diceva le cose in faccia e gli
rispondeva
malamente, cosa che normalmente lo mandava in bestia.
Forse era questo
che gli piaceva… che lo sfidasse, che non si tirasse indietro, non
avesse
timore…
A fine incontro
era entrato negli spogliatoi con quella di fare i complimenti ai
ragazzi e fare
come quasi sempre vita di comunità -la chiamava così-.
Insomma, faceva
l’idiota con loro per fare gruppo e aiutarli in questo.
Inizialmente
avevano faticato, erano molto disuniti, c’era una netta spaccatura fra
giocatori spagnoli e stranieri, l’unico che era sempre andato d’accordo
con
tutti era stato Ricardo, cosa che non l’aveva stupito. Era la classica
mascotte
per cui tutti erano felici se lui era felice e segnava o preoccupati se
era
depresso ed aveva qualcosa che non andava.
Era stata la
prima cosa su cui aveva puntato, fare gruppo.
Alla fine ci era
riuscito al punto che li aveva un po’ disuniti dalle rispettive
nazionali. Bè,
in realtà solo quella spagnola. Aveva acceso una tale rivalità per far
fare
loro gruppo nel club che avevano trovato faticoso staccare i due
momenti,
ovvero club e nazionale. Poi più o meno ci erano riusciti.
Il talento di
José era questo, legare.
Con Karim non ci
era mai riuscito fino a quel momento, l’aveva bastonato consapevole che
era ciò
che gli serviva.
E dunque, come
fare, ora?
Ora che le cose
erano così strane… ora che avevano dormito insieme senza scopi sessuali
dietro.
Solo perché fondamentalmente il ragazzo aveva avuto bisogno di quelle
assurde
stupidaggini dopo il sesso e lui aveva pensato bene di dargli la sua
presenza.
Come aveva
potuto?
Quello aveva
segnato qualcosa e ne era indelebilmente consapevole.
Sarebbe stata
dura, ora, andare oltre. Ne era certo.
Quando lo vide
uscire dalla doccia, rideva allegro come se si fosse tolto un peso.
Quella mattina l’aveva
visto cupo e di nuovo chiuso, non si era avvicinato nemmeno a Cris e
Riky per
la paura che gli altri capissero cosa fosse successo. E con lui non si
era
parlato. Gli era andato bene ma alla fine perché vergognarsi fra
compagni che
spesso condividevano le stesse cose?
Era un po’
confuso nei suoi confronti… preferiva persone che vivevano sé stessa
senza
paura, Karim si limitava a vivere gli altri, senza paura, ma di sé era
come se
si vergognasse. Non diceva di mettere su piazza tutto, era il primo che
non
voleva e a non farlo. Intendeva che comunque era troppo rigido coi suoi
compagni riguardo alla sua natura e a quel che faceva.
Ad ogni modo non
era una cosa che doveva toccarlo più di tanto.
Si fece
trascinare facilmente dalle stupidaggini degli altri ragazzi e finse
ancora con
Karim come se non fosse successo nulla, nessuno sapeva che in realtà i
due
avevano legato eccome, solo Cris e Riky che comunque erano dispersi
sotto le
docce per conto proprio, in un mondo a parte, il solito loro.