CAPITOLO II:
UNA CHIUSURA PER UN'APERTURA

- E' per questo che mi piace quando ci abbracciamo dopo i goal. O quando mi tocchi per caso in allenamento od in altri momenti, magari quando facciamo le foto? Ed è per questo che mi sento sporco da quando sono sposato? Anche se non ho mai fatto né pensato niente? - Chiese Riky con un filo di voce spaesato. Non poteva lasciarlo andare senza un niente.
Andriy si fermò, irrigidì il corpo, i muscoli divennero evidenti ma non si girò. Rimase di spalle e Riky appoggiò la fronte nella sua nuca, erano della stessa altezza.
I capelli di entrambi bagnati, i corpi anche. E le dita intrecciate insieme.
Gli occhi chiusi.
Tutti e due.
Andriy non sapeva più come fare per fermarsi.
- Devi rimanere puro come sei. - Ma non era una risposta.
- E come faccio? - Gli parlò sul collo e Andriy si morse la bocca. Non poteva fare così.
Stava male.
- Smettila di vedermi. Lontano da me andrà di nuovo tutto bene. Devi rimanere quello che sei perchè sei raro e sei bellissimo così. -
Riky però capiva le parole di quella sera e volle ripetergliele.
- E dopo che hai combattuto con tutto te stesso qualcosa che pensi che sia sbagliata e che non ce la fai a resistere? -
Andriy doveva trovare la forza. Era forte. Ce la poteva fare.
- Riky, non sei innamorato di me. Mi ammiri, mi rispetti, vorresti essere come me, mi vedi la tua guida, ma non sei innamorato di me e non mi desideri, non sei gay. Non sei come quelli che scappano dalla loro natura perchè ne hanno paura e si sposano... e poi ci cadono lo stesso perchè lo sono e basta. Non sei così. Tu sei una perla rara e devi rimanere così. - Ma perchè ci teneva tanto?
Perchè anche se si fosse arreso e l'avesse vissuta e fosse diventato come gli altri, lui ci sarebbe stato troppo male, lo conosceva, lo sapeva. Non poteva farlo stare male solo perchè viveva la sua natura.
Ormai era sposato ed era in quella situazione di cui aveva sempre parlato.
Se sei sposato perchè lo fai?
Se lo sei perchè ti sposi?
Perchè a volte ti trovi in quella situazione senza motivazione. Non te le cerchi.
E quando ci sei non combatti, ti arrendi e lo vivi.
O stai male e ti annulli.
Andriy era convinto che lui sarebbe stato male e si sarebbe annullato e non voleva.
- Dimmelo in faccia. - Andriy inghiottì, respirò a fondo, si girò e nel guardarlo si ferì talmente tanto che non riuscì a mantenere un'espressione levigata.
Era sofferente e si vedeva.
- Tu però lo provi. Per questo sei così dolce con me. - Disse Riky capendolo in quel momento.
Un momento in cui voleva solo che lo baciasse. Non si poteva fare?
Andriy non poté negarlo ma non lo confermò.
Gli mise l'altra mano sulla guancia, risalì sulla fronte e gli scostò la frangia bagnata, poi tornò giù e gli sfiorò le labbra con malinconia. Come che gli stesse dicendo addio dopo una decisione sofferta.
- Tu non sei così. Mi ammiri e mi adori ma non mi ami, non sei innamorato, non provi attrazione, pensi di sì ma non è così. Tu devi rimanere puro come sei. Non sei così, hai capito? - Però dirglielo mentre l'accarezzava sulle labbra era quasi come dirgli il contrario.
Riky capì che cercava di aiutarlo e non capiva perchè voleva che si soffocasse, sapeva solo che se l'avesse lasciato andare sarebbe scoppiato. Non poteva lasciarlo.
Gli posò l'altra mano sul suo fianco trovando il coraggio di farlo, quindi schiuse le labbra e gli baciò dolcemente le dita. Chiuse gli occhi e catturò quella sensazione che mai Carol gli aveva dato.
Mai.
- Non so cosa sono. Non ne ho idea. Però tu lo sei. Tu sei tutto quello che stai dicendo. - Andriy tolse il dito, gli mise la mano sulla guancia e appoggiò le labbra alla fronte. Per miracolo non lo baciò.
Riky si emozionò al punto da stringere gli occhi e trattenere il fiato, voleva piangere.
Era quello che per anni l'aveva ossessionato? Era un gay represso che si scopriva troppo tardi e che non sapeva come domare ciò che era?
Si poteva?
Il suo dilemma era appena all'inizio, prima di molti anni non avrebbe trovato risposta. E comunque non con Andriy.
Dopo di questo, in quella decisione sofferta appena presa, Andriy lo abbracciò lasciando la sua mano, lo strinse così forte che gli parve di inglobarlo in sé.
Era un amore così puro che trascendeva addirittura l'attrazione fisica fine a sé stessa, non voleva fare l'amore con lui, voleva solo proteggerlo e preservarlo da ogni tipo di sofferenza.
Voleva che stesse bene.
Riky non l'avrebbe mai vissuta serenamente una storia con lui, non ora che era sposato, non uno come lui con una fede del genere.
Dopo di questo lo lasciò andare a malincuore, non lo guardò mai nemmeno una volta. Si vestì in fretta ed uscì senza guardarlo. Perchè altrimenti non se ne sarebbe mai potuto andare.

Andriy parlò con Galliani e gli disse che voleva andarsene dal Milan.
Andriy non fu mai felice al Chelsea, non per una colpa della nuova squadra. Aveva solo lasciato la persona che amava. Lasciata davvero. Aveva rinunciato ad una felicità superiore a qualunque altra che avrebbe mai potuto raggiungere col calcio.
Anche la sua vita familiare era andata sempre più nel peggiore dei modi fino a diventare due estranei in casa.

La sera in cui Riky venne a sapere che Andriy aveva raggiunto un accordo col Chelsea e che stava per volare a Londra per firmare, ne rimase sconvolto.
Arrivò da lui piangendo, Andriy si era chiuso fuori con lui e si era messo in un angolo cieco del giardino lontano da qualunque sguardo potesse raggiungerlo.
Riky non aveva saputo dire nulla, solo piangere.
Andriy l'aveva abbracciato forte e l'aveva consolato.
Poi alla fine aveva chiesto perchè.
- Mourinho, l'allenatore del Chelsea, mi faceva una corte da mesi. Alla fine ha convinto il presidente ed ha convinto me. Sarà un'avventura interessante, una nuova sfida. -
Riky scuoteva il capo.
- Te ne vai per colpa mia! - Non sapeva essere preciso e dire niente. Sapeva che era per lui.
- Riky no. Non sei tu... -
- Sì, sì sì che sono io! - Riky disperato si era separato dal suo collo e l'aveva baciato ma solo sulla guancia ed era rimasto fermo così.
Stava cercando il coraggio di baciarlo davvero e dimostrargli che ce la poteva fare, ma Andriy sapeva che non poteva.
- No... non sei tu. Mourinho mi ha convinto, mi ha chiamato ogni mese negli ultimi tempi. Mi ha convinto. È solo per il calcio. Tu non c'entri! E poi a mia moglie piace vivere a Londra! - Riky scosse il capo ancora, allora gli prese il viso fra le mani, si mise davanti al suo e gli guardò le labbra con gli occhi gonfi di lacrime che ancora scendevano, voleva che si convincesse. Voleva che ci credesse. Che ce la poteva fare.
Era disposto addirittura a farlo, pur di non farlo andare via.
Non era mai stato tanto male in vita sua. Mai.
Andriy attese un bacio che non arrivò mai e sapeva non poteva arrivare a meno che non era lui a darlo per primo. Ma non lo poteva violare.
Riky era puro, doveva rimanere puro. L'aveva sporcato abbastanza.
Avrebbe sofferto nel trovarsi sporco.
Era ancora così piccolo.
Così gli baciò l'angolo delle labbra, sorrise e sospirò.
- Non cambiare mai, ti prego. - Non poteva dirgli di essere felice, di vivere in un modo od in un altro. Però voleva solo che non cambiasse e sperò che fosse così.
Se il suo istinto più grande era proteggerlo, non poteva mettersi egoisticamente con lui perchè così non l'avrebbe protetto. Un puro come Riky ci sarebbe stato solo male.
Quello era il suo modo di proteggerlo.
Non costringerlo a vivere qualcosa che poi l'avrebbe logorato.
Così se ne andò.

Quando Riky avrebbe visto Mourinho, qualche anno dopo, l'avrebbe sempre inevitabilmente visto come quello che indirettamente gli aveva portato via Andriy. Probabilmente il sentimento contrastante nei suoi confronti che in futuro avrebbe avuto con lui, sarebbe dipeso proprio da questo particolare anomalo inizio.


Dopo la partenza di Andriy, per Riky era stato veramente più facile come aveva previsto l'ucraino.
Fino all'entrata in scena del prossimo tentatore. Un tentatore non così altruista, in effetti.
Riky aveva continuato ad evitare di guardare i suoi compagni nudi ed in generale non era andata poi così male.
Aveva potuto ignorare gli istinti nati con Andriy identificandoli come un caso isolato. Non aveva provato altre cose simili per nessun altro, soprattutto non istinti sessuali.
Si era concentrato su sua moglie, anche se poi alla fine a volte aveva creduto di essere più che altro un suo grande amico ed un complice che condivideva molte cose con lei e basta. Non sentiva un trasporto immane, anche fare l'amore con lei era quasi un dovere, una cosa da fare e basta.
Naturalmente per un ragazzo era facile comunque perchè dopo un po' c'era il bisogno fisiologico di farlo, però rimaneva tutto molto controllato.
A segnarlo sul serio era stato un altro ragazzo.
Un ragazzo che aveva incontrato altre volte sul campo, anche se non assiduamente, ma che di fama conosceva.
Una fama un po' particolare in effetti.
Dicevano che fosse gay e che andasse per locali gay con amici gay, lui non negava mai. E dicevano che facesse anche spesso cose a tre, come orge o festini di dubbio gusto.
Gli affibbiavano un sacco di altri comportamenti discutibili.
Quello su cui Riky si focalizzò, nel rivederlo nel 2007 per la semifinale di Champions League, fu il fattore gay.
Avevano avuto dei contatti normali, durante scontri precedenti. Non si erano incontrati in altre occasioni.
Quella sera ci fu qualcosa di diverso.
Riky non sapeva dirlo con precisione di cosa si trattava.
Forse era lui ad essere diverso.
Per la testa c'era quella strana domanda che si ripeteva.
“E' gay? E se è gay come lo vive?”
La voglia di saperne di più di lui era enorme. Grandissima, in effetti.
Però naturalmente era una partita. Non vedeva proprio come potesse essere.
Prima di giocarla era stato impossibile trovare l'occasione di parlare con lui e approfondire l'amicizia e arrivare così all'argomento, si era quasi ossessionato con i calciatori gay. Osservava chiunque si dicesse che lo era e provava a capire. Ma non sapeva nemmeno lui cosa dovesse capire.
Avere il dubbio di esserlo lo rendeva ipersensibile all'argomento.
Durante la partita, comunque, avvenne qualcosa che spinse Riky a pensare.
Ci fu uno scontro fra loro due e quando si alzarono e si avviarono per riprendere la partita, si erano presi per mano istintivamente senza guardarsi, come per dirsi 'ok, tutto bene, scusami.'
un gesto estremamente particolare che non si era soliti fare.
Era la mano destra di uno e la sinistra dell'altro, erano uno accanto all'altro, gli sguardi dritti davanti.
Non si erano messi d'accordo, non si erano chiesti 'tutto ok?', ma si erano risposti lo stesso capendosi, sincroni come fosse un gesto solito. Non era una stretta di mano fra rivali, era un prendersi le mani fra amici.
A Riky era piaciuta quell'intesa, era piaciuta tantissimo ed aveva trovato il gesto di una dolcezza e sensibilità enormi.
Decisamente la fama che aveva doveva essere immeritata.
Non era arrogante, era stato dolce, no?
Il giocatore era Cristiano Ronaldo, giocava nel Manchester United ed era portoghese.
Un campione destinato a grandi cose nel calcio. Era chiaro guardandolo giocare.

La partita finì con la vittoria del Milan che accedeva alle finali e con Cristiano in lacrime, inconsolabile, che si trascinava negli spogliatoi incredulo di come fosse andata.
Lo trovò dolce e tenero e gli si strinse il cuore nel vederlo così, capendolo sentitamente. Sapeva cosa significava perdere partite tanto importanti.
Uno capace di piangere era di certo sensibile.
Riky seguì né più né meno il suo istinto, quando andò da lui di corsa affrettandosi a fermarlo prima del suo rientro negli spogliatoi della squadra.
Lo chiamò a gran voce e quando Cris si fermò e si girò, rimase stupito nel vederlo corrergli incontro. Quindi gli tese il braccio, gli prese la mano e strinse con dolcezza, poi lo abbracciò appoggiando la testa alla sua spalla come faceva con tutti.
Cris rimase abbagliato da quel gesto e soprattutto della mano che andava sulla sua testa e lo carezzava.
Si sciolse del tutto e continuò a piangere aggrappato a lui come se lo conoscesse da sempre e fosse il suo più grande amico.
Fu solo qualche secondo, Riky si strinse il cuore e non sapendo che altro fare, rimase ad abbracciarlo, poi gli prese il viso fra le mani, lo guardò da vicino e mentre piangeva ancora come un bambino, gli parlò cercando di fargli forza.
- Mi dispiace davvero, siete stati grandi... sei un giocatore incredibile, mi hai colpito tantissimo... sei completamente un'altra cosa da quello che ti dipingono, sei sensibile ed in gamba... volevo farti i complimenti. - Questo tolse del tutto il fiato a Cris che, guardandolo fra le lacrime che si sospendevano, si trovò a pensare che fosse il ragazzo più dolce e bello che avesse mai visto.
Quello fu l'inizio di tutto.
Il vero autentico inizio.
Poi scivolò sulle mani, gliele prese ancora e strinse fino a che non lo vide accennare ad un sorriso.
- Grazie... siete stati pazzeschi. E tu incredibile. Incredibile davvero. Complimenti. - Disse tirando su col naso fra un singhiozzo e l'altro.
Riky sorrise ancora e fu più divertito per quel suo modo di fare infantile eppure dolce.
- Andrai alla grande! - Con questo si lasciarono.
Naturalmente non era il momento per parlare e approfondire certe cose, però Riky sperò di trovare un'occasione la prossima volta.

Riky era rimasto colpito da Cris.
Dimenticare Andriy non era stato facile, si era aggrappato molto a Carol, ma ora avere una nuova ossessione per la testa più che spaventarlo lo rendeva euforico, come di nuovo vivo.
Non si sentiva così da molto.
L'ossessione era riuscire a trovare un modo per parlare con lui, con Cris. Non sapeva perchè volesse tanto farlo, però sentiva profondamente che lui gli avrebbe potuto dare delle risposte.
Fu così, nel chiedersi se magari non fosse la conferma che fosse gay e che fosse rimasto colpito da Cris per questo e non perchè sembrava vivere la propria natura alla luce del giorno, che in uno scatto di terrore si buttò su Carol come quando aveva fatto alla partenza di Andriy.
Era una sorta di reazione alla propria omosessualità, quando la sentiva vicina, lui si attaccava a Carol.
O quando si rifiutava, più che altro.
Quando ne aveva paura.
Quando si voleva negare.
Lui stesso era una risposta alle proprie stesse domande, però non se ne rendeva conto.
Carol rimase incinta complicando notevolmente le cose, complicandole al punto che un domani, solo un domani, Riky avrebbe potuto capire quanto.
Sul momento lo prese per un dono di Dio, una specie di indicazione al neon che doveva stare con lei, che lei era la donna della sua vita, il dono di Dio per lui e che doveva continuare per quella strada.
Non era gay, dunque?
Riky era sempre più nel caos ed in quello stato d'animo, incontrò di nuovo Cris.
La premiazione del Fifa World Player 2007.
Riky aveva saputo dei nominati ai primi tre posti con qualche giorno d'anticipo e quando gli avevano detto che avrebbe dovuto sostenere un pomeriggio di conferenza stampa con gli altri due, si era sentito al settimo cielo.
Nella sua beata ingenuità non ci aveva visto niente di male, rivedeva un amico.
Od uno che sperava potesse diventare tale.
Aveva pensato così tanto a quel ragazzo così controcorrente che viveva sé stesso senza nascondersi e che poi era tanto dolce a modo suo, che sapere di poterlo rivedere l'aveva reso felice al cento percento.
In giornata aveva raggiunto il posto della conferenza dove poi ci sarebbe stata la premiazione.
La prima cosa che aveva fatto appena messo piede dentro, era stato guardarsi intorno con occhi accesi e cercarlo.
Ancora non c'era.
Lo chiamarono e gli spiegarono il programma e cosa sarebbe successo, poi gli misero dei microfoni e delle cuffie per la traduzione delle domande che avrebbe ricevuto e, dopo di che, lo misero ad aspettare in una saletta in attesa di cominciare.
Arrivò Leo Messi, uno dei tre. Lo salutò, si scambiarono poche parole perchè lui era timido e parlava solo spagnolo mentre Riky italiano, portoghese, un po' d'inglese e di spagnolo, ma molto stentato.
Si era appena seduto con lui quando si sentì un tumulto fuori dalla sala, Riky guardò con frenesia la porta e quando lo vide comparire il cuore gli fece capriole sospette mentre lo stomaco si contorceva.
E la sua testa osava pensare che fosse più bello di qualche mese fa.
Bello da togliere il fiato.
A quel punto era quasi impossibile non capire che di pulsioni omosessuali ne aveva eccome.
Cris lo vide e si illuminò come aveva fatto anche lui, si alzò ed andò da lui a salutarlo con una calorosa stretta di mano e l'imbarazzo del volerlo abbracciare e del non osare.
Con Leo fu molto più freddo ed a momenti nemmeno lo vide.
Cris e Riky si misero a parlare subito insieme in portoghese chiedendosi come stavano, parlarono poco, furono interrotti subito perchè arrivarono a microfonare Cris e a spiegargli che fra poco avrebbero iniziato la conferenza.
Cris si sedette accanto a Riky, il quale stava nel mezzo.
Prese una palla e cominciò a rigirarsela fra le mani nervosamente.
Riky notò il gesto e si chiese se per caso non gli andasse di vederlo o fosse imbarazzato per qualcosa. Voleva riuscire a trovare un momento con lui da solo per approfondire il loro rapporto, voleva riuscire a parlargli di cose private e chiedergli come faceva ad essere così spontaneo, se era davvero gay, come la viveva... era un argomento che lo ossessionava troppo e lui era certamente il solo in grado di aiutarlo.
Lui rappresentava tutto ciò che secondo lui i calciatori gay dovevano essere.
Non si dichiarava apertamente, ma non si nascondeva e non fingeva di essere etero sposandosi.
Era perfetto, era come lui voleva che fossero le cose.
E poi voleva delle risposte personali che probabilmente Cris non gli avrebbe potuto dare. Risposte su sé stesso. Ma magari sentendo la sua versione poteva trovare un aiuto indiretto per sé.
- Avevo paura che nutrissi in qualche modo del rancore per me, a volte capita fra squadre che sono state particolarmente rivali o... - Non sapeva cosa dire per rompere il ghiaccio e Cris, guardandolo sorpreso, cercò di capire cosa stesse dicendo. - Voglio dire, a volte fra rivali si creano tensioni ed io ci tenevo a dirti che... - Cris capì e fu come se la sua tensione svanisse del tutto, calasse la maschera e diventasse la persona allegra e spensierata che era.
- Ma figurati! Ero troppo felice all'idea di rivederti e quando sono troppo felice divento teso! - E soprattutto schietto.
Riky, senza parole, rimase a sorridere incredulo.
- Davvero eri felice di vedermi? - Un inizio improntato chiaramente su un'unica direzione che solo un cieco non avrebbe capito.
O Riky.
- Certo, da quando mi hai cercato per consolarmi quella sera ho pensato che dovessero essere tutti come te! Sei una persona che merita di essere conosciuta! Merita tantissimo! - Non le mandava a dire e soprattutto non ne aveva paura. Fu lieto di quello, si sentiva caldo ed euforico ed era una sensazione ubriacante. Voleva che non smettesse mai di dire tutto quello che pensava su di lui.
- Che ne dici se andiamo a bere qualcosa insieme dopo l'intervista, prima della premiazione abbiamo tempo... - Chiese Riky cogliendo al volo l'occasione.
A Cris non sembrava vero. Riky voleva approfondire. Era perfetto. Magari era rimasto colpito anche lui, no?
Voleva fare i salti di gioia, ma si limitò a dire 'volentieri' sbrilluccicando stelline dagli occhi e a sbrilluccicarle anche durante l'intervista dove, seduti vicini, finirono per guardarsi e sorridersi molto spesso. Davvero tanto e con una complicità naturale che ricordava la stretta di mano in partita di mesi prima.
Trovarsi così con qualcuno senza conoscerlo davvero e sentirsi come se invece si era cresciuti insieme.
Sentirlo davvero tanto vicino a te.
Avere il bisogno oltre che la voglia di approfondire. Cercarlo e pensarci con ossessione.
Ed infine trovarsi e avere conferma.
Stare bene insieme anche solo nello scambiarsi quattro parole. Essere aperti uno all'altro.
Fu un meccanismo strano portato principalmente dall'enorme naturalezza con cui il tutto si svolse. Una naturalezza senza precedenti.

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E' vero che ...

Andriy se ne è andato al Chelsea quasi improvvisamente, da che ripeteva di stare bene al Milan a che ha chiesto il trasferimento. E non ha mai detto il vero motivo, c'è chi dice per fare carriera, chi perchè lo volesse la moglie ma lui alla fine non ne ha mai parlato. Al Chelsea c'era Mourinho che davvero era innamorato di Andriy e lo reputava una delle sue prime scelte per l'attacco, aveva passato mesi a cercare di convincere tutti per farlo andare, alla fine Andriy ci è andato ma era depresso e non è mai riuscito a risollevarsi, a Londra non hanno mai visto il vero Andriy, Mourinho ci ha provato in tutti i modi a squoterlo, con le buone e con le cattive. E con le cattive poi il rapporto fra loro si è completamente rotto, è finita che si detestavano cordialmente. Anche quando lui se ne è andato, Andriy non si è riscosso, ha provato a tornare in prestito al Milan ma non è andata perchè ormai si era spento calcisticamente.
La scena descritta di Riky e Cris che si danno la mano in quel modo in partita è vera, non saprei se era per uno scontro o perchè si amavano, ma hanno trovato un'intesa incredibile in un gesto dolcissimo.
Poi per la premiazione del miglior giocatore del 2007 (avvenuta a fine anno) i convocati erano Cris, Riky e Messi, Cris e Riky erano tutto il tempo insieme a parlare, a guardarsi adoranti e scherzare insieme.
Fine 2007 Carol è rimasta incinta di Luca.