CAPITOLO IV:
PIACERSI
Riuscire a finire in squadra con lui fu
una fortuna da destino segnato.
Cris si convinse che Riky al Real
Madrid era un'occasione troppo enorme per non approfittarne, fu così
che da che non intendeva andarci perchè stava benissimo al
Manchester United, a che accettò seduta stante appena Riky firmò.
Riky fu costretto dalla società, poi
fu fatto passare per una volontà da parte di tutti.
Solo dopo molti anni sarebbe venuta
fuori la verità, e cioè che Riky non se ne era mai voluto andare ma
che era stata una manovra della società.
Era molto triste, era stato un duro
colpo. Tutto l'opposto di Cris il quale invece era felice anche per
lui.
La vedeva come la volontà di Dio per
unirsi come una coppia vera.
Cris dal primo istante fece subito di
tutto per far suo Riky.
Di tutto.
Non avrebbe mai mollato.
Si occupò di tutto il portoghese.
Si sentirono moltissimo per telefono,
Cris gli diceva cosa c'era da fare -manco fosse il suo agente- e Riky
gli diceva che gli andava bene.
Era come una specie di robot depresso.
Era dovuto correre a Madrid per le
visite mediche e per firmare. Dopo non aveva voluto saperne di
niente. Non era tornato a Milano, non era rimasto a Madrid.
Se ne era andato in Brasile.
Carol si era proposta di occuparsi lei
del trasloco e della nuova casa ma Cris aveva chiamato così tante
volte che gli aveva detto che ci avrebbe pensato lui.
Che doveva già vedere per lui.
'Per te?!'
'Sì... vengo anche io al Real... non
sei contento?'
In effetti era stata l'unica nota
irragionevolmente positiva in quell'inferno.
Riky era emotivo e sentimentale, aveva
pianto giorni attaccato al figlio. Rispondeva solo a Cris che gli
chiedeva se quella cosa per casa sua andava bene o se voleva altro.
Per le scelte pratiche parlava con
Carol la quale ancora non capiva quando fossero diventati amici. Però
aveva accettato il suo aiuto come una mano di Dio.
Lei da sola con un Riky in quelle
tragiche condizioni non avrebbe mai saputo che fare.
Non sapeva giostrarsi, non reagiva a
niente. Stava con Luca e rispondeva a Cris.
- Vedrai che si riprenderà... -
Le diceva Cris.
- Sono spaventata, non l'ho mai visto
così... -
- Se vuoi posso provare a distrarlo un
po'... visto che sono l'unico a cui risponde al telefono... - Carol
si era illuminata all'idea di avere qualcuno in grado di occuparsi di
lui.
- Lo faresti? - Cris ci aveva pensato
ed aveva organizzato qualcosa velocemente.
- Beh, certo! Siamo amici! Lui avrà la
presentazione a fine Giugno io ai primi di Luglio... in quella
settimana in mezzo posso rapirlo e portarlo nella mia villa in
Portogallo, sul mare. Ho anche uno yot, magari riesco a distrarlo un
po'... o a farlo sfogare... -
Era stato decisivo il sì di Carol
perchè poi lei aveva convinto Riky ad andarci, gli aveva fatto il
borsone e l'aveva spedito a Madrid da Cris il quale era là per
sistemare le case.
Aveva preso due ville vicine e si era
occupato degli arredi.
Mentre le famiglie di Carol e Riky
avevano cominciato a vedere del trasloco pratico da Milano a Madrid.
Si erano offerti di aiutarli sapendo dello stato difficile di Riky.
Una volta che Riky era partito ed era
giunto a destinazione di Cris, lei era andata a Milano a concludere
il trasloco.
Quando era arrivata non li aveva
trovati lì, però la casa scelta da Cris era molto bella, alla moda
ed elegante.
Aveva un gran gusto.
“Quasi femminile, direi!”
Pensò allibita.
Cris subito dopo la presentazione di
Riky al Santiago Barnabeu, si era portato Riky in Portogallo, un'ora
di volo ed era attivato.
Riky non aveva mai sorriso né nulla,
però ci aveva provato nel trovarsi davanti un felicissimo Cris.
L'aveva comunque ringraziato.
- Cosa farei senza di te? Non so
nemmeno perchè ti prendi tanto a cuore questa cosa... - Riky non
aveva la testa per arrivarci da solo e Cris gli aveva risposto che
erano amici e che non ci doveva pensare.
Poi aveva detto che ci avrebbe pensato
lui. A tutto.
Riky non capiva la gran parte delle
cose che succedevano.
Era rimasto malissimo del lato
arrivista della società. Non avevano minimamente considerato la sua
volontà, però aveva dovuto dire lo stesso che il Real Madrid era il
suo desiderio e cose del genere.
Non era stato giusto.
Cris era molto dolce e premuroso,
faceva tutto per lui e non gli proponeva cose troppo pesanti.
Giornate nella sua piscina privata o in
yot. Riky preferiva lo yot, stare solo con lui e tranquillo era
terapeutico.
Spesso piagnucolava come un bambino.
Poi lentamente smise di farlo.
Lentamente sorrise alle battute
continue di Cris e cominciò a trovarsi bene con lui. Le sue
attenzioni erano molto dolci, come non accorgersene?
La crema sulla schiena, il farlo
dormire fino a tardi, evitare di presentarlo ai suoi amici, limitarsi
solo a sua madre e alle sue sorelle.
E poi evitava di parlare di calcio, non
gli presentava nemmeno un passatempo inerente col calcio.
Lo fece appassionare alle corse alla
play e gli proponeva pranzi e cene sempre molto buone ed invitanti
che faceva diventare matta sua madre per prepararglieli.
Parlava di cose che liberavano la sua
mente e solo quando lo vide disposto e abbastanza rilassato ed
aperto, provò a fargli la fatidica domanda.
Erano in barca da soli.
Erano seduti vicini dopo aver appena
fatto il bagno.
Cris non intendeva provarci con lui
ancora, non lo vedeva presente con la testa.
- Come stai? - La domanda era bassa e
confidenziale, Riky capì a cosa si riferiva. Si fece serio, pesante,
malinconico. Guardò giù e sospirò. Il peso era così grande.
- Un po' meglio... male ma meglio. Non
so come hai fatto... - Cris si sentì al settimo cielo per quella
piccola conquista e sorrise stringendosi nelle spalle.
- Pensavo che avessi solo bisogno di
scappare e isolarti da tutto e da tutti e non pensare per un
momento... - Riky in effetti capì che era successo proprio quello.
Annuì e lo guardò con un sorriso tirato ma grato.
- Grazie davvero... senza di te questa
volta... - Non finì perchè la voce gli si incrinò, così alzò gli
occhi in alto verso il cielo terso nella speranza di non piangere. Ma
il nodo era tornato.
Cris capì che non parlarne non
aiutava. Si avvicinò.
- Se vuoi parlarne, però, io posso
ascoltare... - Riky aveva sempre evitato di farlo, anche coi suoi
amici o con Carol non ne aveva parlato, aveva reagito molto male.
Però improvvisamente capiva che a
volte era la sola cosa da fare.
Fu come provare voglia di parlarne.
- Non mi aspettavo una cosa simile.
Avevano già rifiutato proposte importanti. Anche del Real stesso.
Ero sicuro che, avendo ascoltato la mia volontà prima, l'avessero
fatto anche ora. Ne ero sicuro, per cui questo mi ha preso
contropiede. -
- E' così che funziona questo mondo.
Quando devono usarti per i loro comodi, ti usano. Sono un ammasso di
falsi! - Riky si morse il labbro forte e poi esplose dopo aver
passato i mesi a trattenersi per tutto, per ogni cosa, sempre, ogni
istante.
- Però fa così male! Perchè deve
fare così male? Io volevo solo stare là ed invece hanno aspettato
l'offerta più alta ed hanno venduto! Li ho implorati di non farmene
andare... ma non mi hanno guardato in faccia! È stato così... così
brutto! Così... - Ora le lacrime sgorgavano e Cris lo cinse col
braccio e l'attirò a sé, Riky gli si buttò fra le braccia e
nascose il viso contro il suo collo scendendo sul petto.
Scendendo con Cris mano a mano che si
stendeva sulla schiena e lo portava con sé.
Il suo cuore batteva forte, lo sentiva
mentre piangeva.
Cris era emozionato o forse colpito dal
suo sfogo.
Si sentiva sciocco a piangere per una
cosa simile, però quando stava male era con tutto sé stesso, così
come quando era felice.
- Ascolta... anche da una cosa brutta
che non vuoi può nascere qualcosa di bello... forse devi
concentrarti su questo, no? - Disse piano Cris con dolcezza.
Riky lo ascoltò e si aggrappò a
quella semplice logica molto vera.
Annuì e lentamente, ascoltando i suoi
battiti, smise di piangere.
Non si mosse. Stava steso su di lui e
con una mano appoggiata al suo petto, l'altra si teneva dietro, sulla
spalla. Cris lo circondava con entrambi i bracci ed era così
delicato. Non l'avrebbe mai fatto andare via.
Era lì che era nato qualcosa di serio.
Prima era una specie di tentativo, un
divertimento, qualcosa di intrigante ed interessante.
Ora c'era la voglia di proteggerlo e
farlo stare bene.
- Sono contento che ci sei. Almeno...
almeno ho un amico. - Cris sorrise.
- Te ne farai tantissimi... - Riky era
d'accordo, ma partire con un punto di riferimento era importante.
Così si alzò sul gomito per guardarlo
in viso, così da vicino. Il cuore cominciò a battere alla stessa
velocità di quello emozionato di Cris.
“E' davvero il più bel ragazzo che
abbia mai visto.”
Pensò Riky spaesato.
- Sono contento che tu ci sia... - Lo
ripeté piano spegnendosi mano a mano che si perdeva in quei
lineamenti perfetti e regolari, i capelli bagnati ed addirittura
ancora il suo profumo perchè ormai la sua pelle ne era pregna.
Cris ormai stava partendo sulla Luna,
era consapevole che era segnato e cominciò a chiedersi, perdendosi
nei suoi occhioni neri e lucidi, se l'amore fosse quello.
Non ne era spaventato, era incuriosito
ed eccitato.
Toccava all'amore, ora?
Proprio per Riky?
In quel momento ne fu felice, ne fu
talmente felice da non sapersi nemmeno dire perchè.
Però gli carezzò la schiena e risalì
sulla nuca, fra i capelli bagnati e scompigliati. E poi sul viso
dolce e perso.
Così bello anche il suo.
- Anche io sono contento che siamo
insieme, ora... - Ma era un sottinteso sottile. Poteva dire 'in
squadra' o 'nella nostra vita', però Riky si perse nelle sue labbra
così vicine e si ricordò i mille discorsi fatti sempre con lui e
prima ancora con Andriy.
Ed il desiderio, l'essere gay, i dubbi,
i tormenti, le ossessioni.
La voglia di baciarlo così come, quel
giorno, aveva avuto con Andriy.
“Cris mi fermerebbe?”
Si avvicinò impercettibilmente per
vedere cosa avrebbe fatto, a quel punto però Cris in effetti disse
qualcosa.
- Ne sei sicuro? - Riky trattenne il
fiato fermandosi sorpreso. - Non ti fermerò perchè voglio baciarti
anche io, ma ne sei sicuro? - Riky capì che per quanto egoista
potesse sembrare Cris, alla fine non lo era.
Capì che era ancora troppo fuori di sé
per fare qualcosa senza pentirsene.
Così scosse il capo come svegliandosi
e tornò giù, si appoggiò alla sua spalla e respirò a pieni
polmoni sperando di riprendersi.
Era eccitato, il cuore batteva
impazzito ma ce la poteva fare.
Per il momento.
Forse presto non sarebbe più stato
così.
Però ora, finche resisteva, era bene
provarci.
“Non ho idea di che cosa farei dopo,
per cui è meglio aspettare che sia più sano di mente!”
Cris ne rimase deluso però ebbe
comunque la conferma di qualcosa di importante.
Si sarebbero messi insieme, un giorno.
Sperava non un giorno lontano.
Quando Riky tornò a casa da Carol e
Luca, era come nuovo.
Rigenerato.
Stava bene, riusciva ancora a sorridere
anche se era un po' tirato. Giorno dopo giorno andò sempre meglio e
lei capì che l'aiuto di Cris era stato molto prezioso.
Riky comunque non era felice, non se
l'era messa proprio via, però dipendeva dai momenti, in alcuni
riusciva a risultare allegro e sereno.
Erano i momento in cui stava con Cris.
Le prime interviste al Real l'ebbe con
lui, passare il tempo con lui lo rallegrava automaticamente, Riky era
davvero molto felice di poter stare con lui.
Dal momento che Cris non gli si
staccava quasi mai, risultava sempre felice comunque.
A casa si abbatteva un po', quando
succedeva stava con Luca e tutto tornava più sopportabile.
Via via la malinconia e la mancanza fu
sbaragliata dalla conoscenza di nuovi compagni in gamba, simpatici e
a posto.
Immettersi in un ambiente completamente
nuovo era facile a livello personale ed amicale perchè era uno che
si integrava subito, ma era difficile a livello calcistico perchè il
suo calcio presupponeva un'approfondita conoscenza di tutti i
giocatori.
Se non era così, non dava il meglio.
Però nonostante faticasse sotto questo
aspetto, risultava giorno dopo giorno sempre più sereno e felice.
Cris si alzò dal letto con un gran
sorriso, era di buonumore ancora prima di mettere a fuoco il mondo
intorno.
Al ritiro stava in camera con Riky ed
ogni sera lo vedeva sempre più preso da lui e dal suo corpo. Di
giorno parlavano moltissimo, stavano tanto insieme e scherzavano di
continuo, ma era la sera la parte veramente interessante.
Non ci voleva provare strenuamente però
gli lanciava tanti piccoli avvisi.
Spogliarsi, ad esempio, era un avviso.
Ricordava che Riky gli aveva detto che
cercava di non guardare mai i nudi maschili.
Così lui girava nudo per camera.
Riky teneva gli occhi fissi sul
pavimento fino a che non si metteva almeno i boxer. Non che poi la
cosa migliorasse, in quel caso si fissava sugli occhi.
Il cuore andava a mille ed era
imbarazzato, però non poteva stargli lontano.
Cris sapeva di piacergli, era sicuro.
Era questione di giorni e sarebbe stato
suo.
Così quella mattina si era alzato con
l'intenzione di testarlo.
In boxer si era infilato in bagno a
lavarsi i denti ed il viso.
Riky, addormentato, era sopraggiunto a
fare i propri bisogni, cosa che fra uomini non era irragionevole fare
insieme.
Lui tendeva a non farlo ma
evidentemente quella mattina era così addormentato che non ci era
riuscito ad attivarsi prima.
Cris si era girato a guardarlo con un
sopracciglio alzato, scettico.
Riky, una volta finito, si era messo a
posto e si era girato verso di lui per lavarsi le mani e l'aveva
notato.
Aveva lo spazzolino elettrico in bocca
che si muoveva senza alcun senso preciso e l'aria da 'ma l'hai fatto
davvero?'
Riky si paralizzò e divenne di mille
colori diversi.
- Oh mio Dio non ti avevo visto
proprio! Scusami, scusami, scusami! - Cris si era messo a ridere ed
aveva ripreso a lavarsi.
Una volta finito Riky stava ancora
dicendo 'scusa scusa scusa.'
- Ehi va bene, si fa! Si piscia
insieme... solo che tu sei pudico e mi hai stupito! Ma per me posso
anche farti vedere il cazzo... ops che dico te lo faccio già vedere!
Sei tu che non lo guardi! - Riky tornò di quei colori e Cris rise
come un sadico che poi era.
Perchè faceva così?
- Cris... - Si lamentò ficcando
volentieri il viso sotto l'acqua per sbollirsi.
- Dai, che c'è? Non ti piace vedermi
nudo? Non mi guardi mai! - Sapeva bene perchè, come poteva
chiederglielo?
Riky si mise lo spazzolino in bocca
altrettanto volentieri e Cris ridendo andò in camera lasciandolo ai
suoi denti.
Tanto non gli scappava.
E non gli scappò visto che, proprio
quando lui usciva, si toglieva i boxer per mettersi gli altri.
Riky sgranò gli occhi, ormai il suo
colore non sarebbe più tornato normale, e si girò di schiena.
- Oh mio Dio Cris, la smetti? -
Cris voleva giocare ancora, quindi non
intendeva smetterla.
Gli piaceva mettergli soggezione, Riky
aveva un debole per lui ma voleva sedurlo e farlo innamorare. Voleva
prendersi tutto di lui, quindi se la voleva giocare bene.
- Ma dai Riky! Siamo due ragazzi! -
Riky era stralunato e non era in grado di controllarsi, ancora.
Per cui isterico rispose come se lo
vomitasse.
- Sì ed io sono gay! Piantala! - Dirlo
fu shockate, naturalmente. Si mise la mano sulla bocca e si coprì e
mentre l'altro rideva come un maledetto, Riky moriva.
L'aveva detto davvero. L'aveva detto
per la prima volta così e lui rideva.
Si girò arrabbiato e dimenticò
l'inguine di Cris ancora scoperto e lo fissò battagliero negli occhi
nella speranza che la smettesse di essere così convinto di quei modi
sconvolgenti.
Gli puntò anche il dito contro.
- Senti, lo sai! Non è facile! È da
anni che ci penso, per me è difficile dirlo e tu ridi! Faccio di
tutto per rimanere in carreggiata! Ormai sono sposato, ho un figlio.
Se riesco ad evitare certe situazioni non mi fa schifo! - Cris smise
di ridere e si avvicinò sinuoso, l'aria sicura di sé, un gatto.
- Situazioni? Come guardare un bel
ragazzo nudo? - Poi si fermò e con arroganza, disse: - Mi trovi
bello, Riky? - Riky voleva insultarlo ma non ne era capace, quindi
boccheggiò, arrossì e si girò di schiena velocissimo.
- Dai, che domande mi fai? - Cris si
avvicinò ed aderì a lui, sulla sua schiena, sul suo sedere
contratto.
Aveva i pantaloni ma lui era nudo,
ancora.
Non lo toccò con le mani, ben col
resto del suo corpo.
- Non mi trovi bello? -
Riky sperava che rispondendogli la
smettesse, così gettò la testa all'indietro esasperato e rispose di
getto.
- Sì che sei bello, sei bellissimo e
lo sai! Smettila! -
- Che io sia bello è un conto, che tu
mi trovi bello è un altro... - Disse piano e suadente aderendo le
labbra al suo orecchio. Riky andò in avanti di scatto come per
scappare, bruciava il suo contatto, bruciava Cris, bruciava tutto.
Cris però tornò a raggiungerlo, gli
mise le mani sui fianchi e lo spinse accompagnandolo deciso ma senza
violenza, contro la porta finestra chiusa dalle loro camera.
Lo appoggiò al vetro freddo, la sua
guancia, i suoi palmi. E poi il petto ed il bacino.
Lui gli era dietro. Completamente.
- Mi trovi bello? È una risposta
semplice. - Riky voleva scappare. Non gli stava facendo niente di
speciale. Più o meno.
Forse.
- Sì, ti trovo bello... ti prego,
lasciami... e vestiti... - Disse veloce, bisognoso di scappare, di
respirare, di essere lasciato in pace.
Cris sorrise soddisfatto e lo lasciò.
Si vestì e senza dire nulla uscì. Riky faticò a ricomporsi, specie
perchè ormai gli ormoni erano stimolati.
“Ora capisco cosa intendeva quella
volta... quando mi ha chiesto come gestisco gli ormoni. Non si
gestiscono una volta che partono. Ma cosa vuole da me? Pensavo fosse
mio amico. Forse vuole aiutarmi ad affrontare la mia omosessualità,
a trovare delle risposte.”
Nella sua beata ingenuità non aveva
ancora capito di piacere tantissimo a Cris.
Riky evitò comunque di affrontare
l'argomento.
Riky risolveva evitando tutto.
Le cose scomode, complicate e
potenzialmente pericolose, lui le evitava.
Evitava di guardare Cris nudo, evitava
di trovarsi troppo vicino a lui se lui era solo coi boxer. O senza.
Evitava di parlarne troppo.
Evitava in generale.
Però gli piaceva tantissimo parlare e
scherzare con lui. Lo facevano sempre e su tutto, avevano un rapporto
stretto dal primo giorno e tutti gli chiesero se si conoscessero già.
Parlavano in portoghese escludendo
tutti, per cui chi era sveglio e parlava portoghese a sua volta, era
il benvenuto, ma loro non integravano gli altri.
Per cui risultò facile come rapporto.
Esistevano quasi solo loro.
Riky era combattuto perchè trovava
Cris brillante e piacevolissimo, voleva stare con lui, era il primo a
cercarlo in allenamento e ad accettare le cene o i pranzi con lui, ma
cercava sempre di evitare di starci solo.
I primi tempi.
Dopo le cose sarebbero cambiate di gran
lunga.
Per cui era in conflitto con sé
stesso. Anche se controllava il lato fisico, non riusciva a staccarsi
da lui emotivamente.
Gli piaceva.
A Riky piaceva tantissimo Cris, sempre
di più.
E Cris sapeva come piacere.