CAPITOLO V:
LA CRISI
Aveva faticosamente superato il ritiro
più o meno intatto, il campionato era cominciato ed i due erano
sempre più legati, stavano bene insieme, il legame si rafforzava.
Però c'erano quei momenti di forte imbarazzo quando sembrava che
Cris ci provasse con Riky.
Lui era convinto che lo facesse per
spingerlo ad accettare la sua omosessualità, ancora evitava con cura
di fissare i suoi compagni nudi.
Ce n'erano alcuni davvero belli, Iker
aveva un viso dolcissimo, Sergio un corpo da urlo. Karim era un tipo
intrigante così come Gonzalo.
Un giorno si era perso ad analizzarli
per capire quanto e chi potesse creargli problemi.
Gli era venuta l'erezione.
Del resto per capirlo aveva osservato
per bene i loro corpi mentre si cambiavano.
Era stato un errore, ma per testarsi
c'erano solo quei sistemi.
Non li aveva più guardati, decidendo
di non fissare nessuno punto e basta.
Specialmente Cris.
Riky con la convinzione che Cris fosse
suo amico e volesse solo spingerlo ad accettarsi e che quindi lo
stuzzicasse per questo motivo, non prendeva in considerazione altre
opportunità.
Ovvero che lui ci provasse davvero
perchè era interessato a lui.
“Cris è una persona molto diretta e
capricciosa, se vuole qualcosa se la prende senza giri. Se non ha
ancora cercato di fare certe cose, come baciarmi, e non mi ha detto
chiaro e tondo cosa vuole da me, significa che non ci prova davvero.”
Come poteva immaginare che in realtà
voleva solo lavorarselo lentamente per non bruciarselo e spaventarlo?
Cris passava i giorni a fissarlo, sia
da vestito che da nudo. Riky sentiva sempre il suo sguardo addosso,
lo trapassava e lo faceva sentire senza un solo vestito addosso.
Anche in campo lo guardava in quel
modo.
Così sexy.
Cris era sexy, per cui se lo guardava
in modo sexy era deleterio, si sentiva male ogni volta che captava
quello sguardo.
Arrivava anche a leccarsi le labbra. A
volte faceva un sorrisino malizioso appena accennato che gli
illuminava gli occhi, sembrava dire 'ti mangerò'.
Rky si sentiva un cibo prelibato, in
quei casi.
Cercava di evitare il suo sguardo, ma
al tempo stesso non poteva fare a meno di stare con lui, parlarci,
riderci, scherzarci e confidarsi.
Il tempo passato con lui era sempre
bello in ogni caso e via via che procedeva, la cosa diventava più
forte.
Cris ogni tanto gli carezzava i capelli
e lui si irrigidiva, certe cose, certi gesti non erano proprio da
semplici amici, ma si rispondeva che forse i gay semi dichiarati che
si vivevano così apertamente, si comportavano in quel modo. Erano
affettuosi, toccavano e carezzavano di continuo i loro amici.
Però non lo vedeva farlo con altri.
Stava tanto con Pepe e Marcelo, ad
esempio, ma non carezzava anche loro. Con loro rideva molto.
Riky non sapeva come comportarsi.
A volte pensava seriamente ci provasse
con lui e non aveva idea se dovesse parlargli chiaramente e dirgli di
non farlo. Ma poi se gli avesse chiesto 'perchè non dovrei'?
Che gli avrebbe potuto dire?
Non poteva dire che non gli piaceva,
non era vero. A Riky piacevano quei modi, quegli atteggiamenti.
Quando gli toccava i capelli provava un tale calore dentro da
sconvolgerlo. E sperava lo abbracciasse, si appoggiasse a lui,
sperava gli facesse qualunque cosa. Anche se poi si irrigidiva e
pensava che non era conveniente.
Fra il dire ed il fare c'era di mezzo
un mare immenso.
Altre pensava di sbagliarsi. Cris non
ci provava davvero. Aveva solo atteggiamenti equivoci ma lui era
tutto equivoco, quindi non serviva prenderlo sul serio.
Un giorno i suoi dubbi furono
completamente sbaragliati.
Il campionato era iniziato da un paio
di giornate, la squadra si allenava a pieno ritmo ma siccome Riky
faticava un po' in generale ad inserirsi in squadra e si sentiva
indietro, capitava si trattenesse un po' per completare degli
esercizi speciali.
In realtà il suo problema era che
aveva bisogno di conoscere meglio i giocatori con cui giocava, i loro
tempi ed i loro modi. Però Riky era un tipo che se si sentiva in
difetto lavorava su sé stesso a prescindere da quale fosse il vero
problema.
Così anche quel giorno finì gli
allenamenti dopo gli altri.
Questo gli permetteva anche di non
fissare il pavimento nella doccia e negli spogliatoi, perchè quando
andava a lavarsi era solo.
Aveva trovato questo sistema efficace
per non avere un infarto ogni giorno.
Cris i primi tempi era andato via
appena concluso pensando che si sarebbe rifatto il giorno dopo, ma
vedendo che il giorno dopo era ancora così, quella volta si decise a
fermarsi e ad aspettarlo.
Se nonostante quello Riky avesse
continuato su quella linea, si sarebbe aggiunto esercizi anche lui,
tanto arrivava comunque prima per fare un po' di palestra in più,
andare via dopo non poteva essere un problema.
Riky arrivò che i suoi compagni
stavano ormai andandosene, si infilò nella doccia lieto che fossero
tutti vestiti e si lavò con calma aspettando di sentire lo
spogliatoio vuoto e silenzioso.
Non era forse una vera soluzione, ma si
ripeteva che ormai era sposato e che anche se accettava di essere
gay, non cambiava che non poteva dare sfogo a quel proprio lato.
Ormai era sposato ed anche se non era
attratto da Carol come lo era da Cris, non ci poteva fare nulla.
La realtà era una.
Quando uscì aveva l'asciugamano alla
vita ed era tutto gocciolante. E si fermò in mezzo alla stanza con
le pedane antiscivolo.
Cris era lì.
Seduto su una panchina, col sedere
scivolato in avanti sul bordo, le spalle all'indietro sullo
schienale, le gambe stese e le braccia conserte sul petto. L'aria
imbronciata.
Le palpitazioni salirono.
Cris era pronto, perchè stava lì?
- Che fai ancora qua? - Chiese cercando
di apparire normale. Cris alzò gli occhi su di lui, trattenne il
fiato e alzò le spalle.
- Ti aspettavo. - Riky avvampò per
qualche motivo, ma rispose che non serviva. - Volevo farlo. - Cris
sembrava indispettito per qualcosa, ma mano a mano che lo osservava
asciugarsi di schiena a lui, si stava sentendo meglio.
Riky non sapeva come fare.
Di norma, quando erano insieme a
cambiarsi, c'erano anche gli altri, c'era caos e lui riusciva a
nascondersi dietro uno o l'altro e vestirsi veloce senza guardarlo.
Ora non c'era nessuno, c'era solo lui,
nudo, che si spogliava per rivestirsi.
Cris non aveva altro da fare che
fissarlo e si sentiva così imbarazzato da morire.
Quando capì che era asciuttissimo e
che era ora di vestirsi si morse il labbro bordeaux in viso.
Cris era seduto vicino al suo borsone.
Dovette girarsi e avvicinarsi, cercò
di apparire normale ma sapeva di essere rosso.
Naturalmente Cris lo fissava, ma non
lui nella sua interezza per passare il tempo.
Stava fissando il suo inguine.
Riky voleva morire.
Era nudo a pochi centimetri da lui e lo
fissava in quel modo. Come lui, quel giorno, aveva fissato Andriy.
Era stato quello il modo?
Per questo era stato tutto così
chiaro?
Riky si chiese se Cris allora ci stesse
seriamente provando con lui, poi cominciò a fare quel sorrisino,
quell'aria maliziosa.
Riky cercava nervosamente nel borsone
il ricambio e non lo trovava. Non poteva fissarlo con quello sguardo,
lo stava bruciando.
Trovati i boxer si alzò ma gli occhi
scapparono su Cris, voleva vedere se lo stava davvero fissando od era
solo un'impressione.
Cris si stava anche leccando le labbra,
non lo stava solo guardando.
Era talmente erotico che il calore
avvampò in un'ondata che partì proprio dalle sue parti basse.
Riky si guardò automaticamente e si
vide sempre più reattivo. Così fece un'espressione in libera
difficoltà e rosso in viso si affrettò a mettersi i boxer
voltandosi di spalle.
- Sei imbarazzato? Ti ho visto nudo
tante volte, sai... - Rise Cris. Riky era imbarazzato e Cris rideva
di lui e del suo imbarazzo. Per un momento credette di odiarlo. Non
poteva prendersi gioco di lui in quel modo. Stava giocando, stava
solo giocando.
Era umiliante.
- Non sono imbarazzato ma tu mi guardi
in modo strano! - Rispose squittendo.
Cris a quel punto aveva smesso di
ridere, si era alzato e gli era andato dietro fino a sfiorarlo, poi
aveva mormorato piano:
- Come, così? - Riky non aveva potuto
evitare di girarsi, anche se era indietreggiato un po', era rimasto
comunque troppo vicino.
Aveva paura di fare la parte dello
sciocco nell'allontanarsi di più. Però Cris aveva uno sguardo
lussurioso, carico di desideri e promesse.
Quegli occhi furbi brillavano e le
labbra incurvate in una posa maliziosa.
Riky annuì e non si rese conto della
distanza che si annullava. O forse se ne rese conto ma gli stava
bene.
Gli stava benissimo.
Perso nei suoi occhi così ipnotici, si
ritrovò davanti a lui a toccarlo e Cris mormorò basso e suadente:
- E' uno sguardo che apprezza. - Disse
infatti.
Riky schiuse la bocca ma non per
parlare. Quando si rese conto che lo stava per baciare si allontanò
di scatto, si vestì in fretta e con il cuore che galoppava fino in
gola, prese la sua roba e scappò.
Rossissimo, tremante, terrorizzato.
Perchè lo voleva tanto?
Perchè sperava gli facesse sempre
tutte quelle cose e non si fermasse?
Doveva solo accettarlo.
Forse l'aveva già accettato.
Era gay.
Ma non era il fatto che fosse gay.
Era che fosse Cris.
Però era anche gay.
Riky partì velocissimo in macchina e
prima di andare a casa si trovò a girare col cuore ancora impazzito
e la testa frenetica, non riusciva a fermarsi, era spaventato e se
fosse andato a casa in quelle condizioni, Carol avrebbe subito capito
che c'era qualcosa di strano.
Così si trovò a fermarsi davanti casa
di Iker. Iker era uno di quelli con cui si poteva parlare, era
disponibile e tranquillo, gli somigliava molto.
Non si era ancora confidato con lui, ma
doveva parlarne con qualcuno, doveva fare qualcosa.
Ogni volta era lì lì per baciare Cris
e lo desiderava come non mai.
Iker si stupì di vederselo davanti,
abitando solo lo fece accomodare dentro e fece gli onori di casa,
però Riky rifiutò qualunque cosa.
Stava per scoppiare a piangere, si
vedeva.
- Cosa posso fare per te? - Chiese
gentile.
Riky si morse il labbro e lo guardò
spaventato, poi prese respiro e vuotò il sacco.
Tutto.
Fino all'ultimo goccio.
Non tralasciò nulla nel raccontare
quello che gli stava succedendo.
Dai primi dialoghi ed istinti e dubbi
fino alle ultime pratiche certezze.
- E' perchè sono gay e non riesco più
a reprimere questo mio lato o perchè è lui? - Chiese alla fine
sperando potesse dargli una risposta.
Che risposta gli poteva dare?
Iker era spaesato da quel mare di
parole e di confidenze, da che ne sapeva poco e nulla a che sapeva
tutto.
Si grattò la nuca e si morse il labbro
cercando qualcosa di intelligente e utile da dire, era in una
situazione difficile.
- Ecco... direi... tutti e due? Sei gay
ed hai represso quel lato per troppo tempo, però c'è qualcosa di
speciale con Cris... - Ovviamente stava azzardando un'ipotesi, ma
Riky aveva bisogno di risposte sicure.
Sapeva che nessuno aveva la verità in
mano, ma non ce la faceva più così.
Si strofinò il viso e si appoggiò
allo schienale del divano dove era seduto.
- Come faccio a capire di cosa si
tratta? Come? Ho un disperato bisogno di capirlo. Se è qualcosa di
generale è un conto, ma se è Cris... Dio, se è Cris è una
tragedia... come faccio? - Iker era convinto di parlare con un
alieno. Come si faceva a non capire se non ci piaceva qualcuno?
Con dolcezza gli mise una mano sulla
spalla e rivolto verso di lui, disse calmo:
- Riky, di solito è chiaro se uno ti
piace o no... come fai a non capirlo? - Lui aveva capito subito che
David gli piaceva.
Però era diverso. Non è che lui non
lo capiva, lui non voleva capirlo.
Riky lo guardò sconsolato e si fece
coraggio.
- Sono gay. - Dirlo era faticoso e
strano, ma Iker sorrise incoraggiante e teneramente, lo capiva bene,
ci era passato anche lui per una cosa simile.
Strinse la presa sulla spalla annuendo
e Riky continuò.
- E credo mi piaccia Cris. - Iker
inarcò un sopracciglio.
- Credi? - Riky arrossì.
- Mi piace molto stare con lui, ma può
essere anche in qualità di amici, no? E poi il fatto che sono gay e
che ho represso a lungo questa cosa, mi porta inevitabilmente in
subbuglio quando c'è un così bel ragazzo che ci prova con me... -
Poi esitò e si fece di altri mille colori. - Perché... lui ci prova
con me, giusto? - Chiese timido. Iker rise e lo abbracciò di slancio
nascondendogli il viso contro il proprio collo, spettinandogli i
capelli.
- Sei unico! Come fai ad avere dubbi? È
chiaro a tutti che ti muore dietro! Ma scusa, vi conoscevate già,
possibile che tu cada dalle nuvole? Non ti sei mai accorto di niente?
Lui è arrivato qua già perso per te! - Riky era sconvolto di ciò
che stava apprendendo. Si allontanò da lui per guardarlo in viso e
capire se era serio. Gli occhi sgranati dallo shock.
- Davvero? - Non se ne era mai accorto.
A quel punto il portiere spagnolo scoppiò a ridere incapace di far
altro.
- Mio Dio Riky! Seriamente! Cris ti
guarda con gli occhi a cuore e li alterna con quelli da lupo
affamato! Ha la bava alla bocca quando ti guarda! Ed è sempre ad
accarezzarti, toccarti, abbracciarti. Sta tantissimo con te! Fuori
dal campo che fate? - Chiese sapendo che sicuramente si vedevano.
- Beh, passiamo altro tempo insieme...
parliamo molto di tutto, anche se siamo diversissimi si parla
benissimo con lui. - Iker scosse il capo ridacchiando divertito.
- Cenate insieme anche? Fate le serate?
- Riky arrossì.
- Sì però se siamo soli no, di solito
c'è sempre qualcun altro tipo Carol e Luca o qualche altro amico...
-
- Non da soli? -
- Lui ci prova ma io sono imbarazzato,
ho paura che la cosa sfugga di mano... - Iker rise di nuovo.
- Ma lo sai benissimo allora! Che dubbi
hai? Tu piaci a lui e lui piace a te! - Riky era esterrefatto dalla
semplicità con cui glielo stava esponendo.
- Così ci piacciamo? - Chiese candido.
Iker si chiese se fosse giusto
rivoluzionare un così puro individuo.
Il dilemma di Andriy. Erano così rari
quelli autentici come lui. Però a Cris importava poco, sicuramente
voleva quella purezza per sé.
- Vi piacete anche tanto. Ti piace
stare con lui... quando ti tocca come ti senti? - Si sentiva un
terapeuta.
Riky avvampò, appoggiò la testa
all'indietro e sospirò sognante. Iker rise.
- E' chiaro. - Aspettò che si
riprendesse per poi proseguire. - Ascolta, qual è di preciso il
problema? Vi piacete... vi attraete... state bene insieme... c'è
alchimia, c'è un bel rapporto... - Riky tirò di nuovo su la testa
di scatto e lo guardò sorpreso che glielo chiedesse.
- Iker, sono sposato! - Era così
ovvio. Come poteva chiederglielo?
Iker lo guardò impallidendo. Diceva
sul serio?
Lo scrutò e capì che era serio.
Era la prima volta che uno in questa
condizione si faceva scrupoli perchè era sposato.
- La ami? - Naturalmente indagò. Lui
gonfiò il petto come per dire 'osi metterlo in dubbio?', ma poi si
sgonfiò amareggiato.
- Siamo sposati... - Ripeté come se
quello dovesse rispondergli. Avrebbe dovuto ma Iker per esperienza
sapeva che c'erano molte variabili e che non bastava più.
- Sì, ma spesso si sbaglia a sposarsi,
spesso lo si fa con le migliori intenzioni e si è convinti che sia
amore. Però magari era presto e poi col tempo capisci che non era la
tua persona. Riky, sei gay. Come puoi amarla? Forse provi un
grandissimo affetto e ti trovi bene come con una sorella... ma se sei
gay... come puoi dire di amarla? - Gli occhi di Riky si riempirono di
lacrime nel capirlo ed il petto venne schiacciato così forte che gli
fece male. Tanto male.
Si morse il labbro e la gola si chiuse,
non riusciva più a parlare, voleva soffocarsi.
Iker capì il suo dolore e lo abbracciò
con dolcezza, lo tenne con sé pensando di aver fatto un danno e di
non saper che fare.
Ed ora?
- Purtroppo esistono i matrimoni in
crisi, esistono queste cose. Se tu non ci pensi non significa che la
situazione non esista. Puoi anche fingere che vada tutto bene e stare
sposato con lei tutta la vita e fare il marito ideale. Ma la verità
è che non la ami e ti stai prendendo per un altro. È la tua natura.
Puoi fare tutto quello che vuoi, non ci sono regole od obblighi. Però
fallo consapevolmente di ciò che sei e che provi davvero. - Iker
aveva imparato questi discorsi da David il quale era anche più
cinico, ma lui li traduceva in cose sensate.
Riky rimase a piangere aggrappato a lui
incapace di accettarlo e basta, dopo di che si alzò dalle sue
braccia, tirò su col naso e lo guardò sconvolto, confuso.
- Non so cosa dovrei fare. Ho passato i
mesi a chiedermi se fossi gay o no ed ora che ci sono c'è questo...
io credo in Dio, ci crediamo entrambi, siamo sposati davanti a Dio,
capisci? Lo saremo per sempre. E abbiamo un bambino. Non è facile
come per gli altri. Noi non crediamo nel divorzio. Come posso fare?
Non si merita di soffrire e non merita Luca di crescere in un clima
teso e... - Iker tornò ad abbracciarlo cercando di calmarlo.
Non era facile per uno così.
Per questo Andriy non aveva voluto
farlo. Perchè sapeva che l'avrebbe gettato nel caos più ancora di
quanto avesse fatto.
Per uno come lui era impossibile
affrontarlo e superarlo con facilità. Non poteva.
Ed ora stava così male che non vedeva
una soluzione, non ne aveva idea.
- Resta qua finchè non stai meglio. E
poi prenditi tempo per rifletterci, sforzati di tenere le cose ferme
e solo quando sarai lucido ed avrai capito cosa preferisci fare,
allora agisci. Non fare niente adesso, parlarne con lei senza sapere
che vuoi fare davvero è inutile, la faresti soffrire. -
Riky pensò ai discorsi coi suoi ex
compagni di squadra quando cercavano di fargli capire com'erano
diverse le situazioni per loro, come si poteva finire per tenersi la
moglie e l'amante, maschio o femmina che fosse.
Per tutti loro era sempre divertimento.
Però forse non aveva mai capito che il divertimento mascherava
qualcosa di più, per alcuni.
Andriy aveva cercato di farglielo
capire.
Che non era facile, non si poteva
generalizzare. Che trovasi sposati ad affrontare l'amore verso
qualcun altro era la cosa più complicata del mondo.
Ora sapeva com'era.
- Ma non sono innamorato di Cris. Sono
gay, sono attratto da lui, sto bene con lui... mi sto prendendo ma da
qui a dire che lo amo... non è successo nulla... - Cercò di
ragionare ma in quelle condizioni era impossibile.
- Non è questo, Riky. È che non ami
lei. È questo il punto. Ora puoi anche resistere a Cris, però
arriverà qualcuno che ti ruberà il cuore perchè è così la vita.
Tu devi munirti ora. Devi sapere a cosa andrai incontro, cosa potrà
capitarti. Non puoi vivere ingenuamente pensando che il mondo sia
semplice e perfetto. - Lui l'aveva imparato a sue spese ed ora
portava avanti una relazione complicata con la persona più difficile
dell'universo. Che era sposato ed aveva il matrimonio più famoso del
pianeta dopo quello dei reali d'Inghilterra.
I Beckham.
Riky si sentì togliere il fiato e non
disse più niente.
Aveva ragione. È che non la amava e
forse non amava Cris. Per ora. Però lo desiderava con tutto sé
stesso e cresceva sempre più, prima o poi non sarebbe più riuscito
a trattenersi e sarebbe stata la fine di tutto, di tutto.
Inevitabile fine.
Perchè non sarebbe più riuscito a
scappare.
Ma comunque rimaneva sposato con lei.
Anche se avesse scelto la propria
natura, i propri sentimenti, i propri desideri... un giorno avrebbe
dovuto affrontarlo con lei e dirglielo.
E Dio? Come affrontare tutto questo
sotto il Suo punto di vista?
Era inconcepibile l'adulterio.
Come poteva anche solo prenderlo in
considerazione?
Non poteva.
Non poteva assolutamente.
Su questa litania che era più una
preghiera che altro, Riky si addormentò nel divano di Iker che si
trovò a dover cercare nel telefono di Riky il numero di Carol e
chiamarla per avvertirla che dormiva con lui perchè aveva bisogno di
aiuto che stava male. Si inventò un problema per cui non poteva
passare la notte solo e così lei disse di non preoccuparsi.
Però ovviamente che chiamasse Iker e
non Riky le parve strano.