CAPITOLO
VII:
L'UNICA SCELTA POSSIBILE
Cris era sul piede di guerra, dopo aver
giurato a sé stesso che Riky non avrebbe avuto assolutamente scampo,
si ritrovò di nuovo Iker davanti il giorno dopo, a quel punto capì
che Riky era di nuovo corso a piangere da lui.
- Cazzo, non è così terribile! -
Esclamò esasperato Cris. Odiava che altri si intromettessero, però
se era Riky ad intromettere questi altri, ci poteva fare poco. Perchè
non la poteva gestire da solo?
Era così difficile?
- Cris, ma sei serio? Uno con la fede
come la sua, per di più marito e padre... tu davvero dici che non è
terribile? Per lui sì! - Rispose acceso Iker incapace di credere
alla sua insensibilità.
Cris sospirò insofferente
strofinandosi il viso, Iker quella volta gli era capitato a casa in
mattinata.
- Non intendo questo. Comunque per lui
è tutto terribile perchè non ha mai vissuto sul serio! Ma questa è
un'altra cosa, capisco che per lui sia terribile perchè è diverso
dagli altri e mi piace per questo! - Iker sbatté gli occhi senza
capire, si era perso.
- E allora che cosa non è terribile? -
Cris era molto preso dall'argomento e
acceso rispose allargando teatrale le braccia:
- Io! Quello che gli faccio! Guarda che
sono bravo... non può essere così terribile che ogni volta va a
piangere da te! - Iker si mise a ridere alla sua sparata, era certo
scherzasse per sdrammatizzare, così fece anche lui.
- Eh, magari ti sopravvaluti! - Non
l'avesse mai detto!
Cris non era geneticamente in grado di
non reagire esageratamente ad una provocazione sulle sue capacità
sessuali.
Se c'era una cosa, oltre al calcio, di
cui andava fiero era il proprio talento col sesso.
- So come far godere gli altri e ti
assicuro che lui godeva! Possono essere i più casti o i più
difficili del mondo, ma so come farlo! Non è terribile! Sta
esagerando! - Iker voleva discutere sulla sua teoria. Non bastava
godere per definire una cosa 'non terribile'.
Però voleva sgonfiare un po' il suo
ego.
- Guarda, conosco uno che ti batterebbe
sicuramente dieci a zero in questo campo, se pensi di essere così
bravo dovresti riconsiderarti! - Cris era effettivamente fastidioso
quando si poneva in questi termini megalomani.
- Di chi parli, David? - Cris era
incredulo e lo era così tanto che lo scherniva, convinto che lo
dicesse solo per zittirlo. Sapeva di essere bravo, di questo non
ammetteva ridimensionamenti.
Iker però aveva voglia di demolirlo,
per cui proseguì imperterrito su quella strada.
- Certo! Fidati che so cosa significa
avere a che fare con un che davvero in quel campo è imbattibile!
Evidentemente non sei in grado di convincere abbastanza Riky con le
tue argomentazioni... dovresti prendere lezioni da David! - Forse lì
aveva esagerato, ma Iker se ne rese conto tardi.
Cris, acceso come un fiammifero e punto
sul vivo, gli andò davanti, lo spinse sul tavolo del soggiorno e
tolse immediatamente il fiato ad Iker il quale se lo trovò addosso
senza capire che avesse intenzione di fare.
Ben dopo qualche istante gli fu chiaro.
Le sue mani gli stavano strofinando
l'inguine attraverso i jeans e schiacciavano così bene che aveva già
preso tutto lo stampino della sua erezione.
- Cris che diavolo... - E così Cris
gli rispose sull'orecchio.
- Ti propongo un confronto... - Iker
non ci poteva credere, gli mise le mani sul petto per spingerlo via,
ma poi la sua lingua gli si infilò nell'orecchio sensibile e si
trovò a piegare la testa. Non avendo più un buon accesso, Cris non
si perse d'animo e scese sul collo con la punta della lingua, lo
percorse fino al colletto della maglietta e infilò l'altra mano
libera sotto la stoffa, raggiunse i capezzoli e glieli tormentò con
le dita.
Continuava a strofinargli il pacco e
gli si schiacciava addosso.
Trovato un punto perfetto sulla
clavicola, glielo succhiò.
Iker trattenne il fiato smettendo via
via di spingerlo, Cris si sentiva già vincitore ma voleva
dimostrargli che era ancora più bravo di così.
Dopo il collo gli alzò la maglietta e
gliela tolse, separato dal suo inguine Iker si sentì mancare per un
momento, ma quando scese sul capezzolo e glielo leccò, si dimenticò
del resto.
Iker si inarcò all'indietro per dargli
un miglior accesso a sé, sentì che gli slacciava i jeans e si
appoggiò con le mani all'indietro.
Cris lentamente lo spinse fino a farlo
stendere con la schiena sul tavolo e proseguì il percorso dal petto
ai boxer con la lingua.
Una sensazione decisamente notevole.
Come quando gli tirò fuori l'erezione.
L'ebbe davanti ai suoi occhi lussuriosi e sorrise malizioso e
vittorioso.
Glielo leccò con la punta della lingua
su tutta la lunghezza, in breve divenne davvero duro e quando lo fu
l'avvolse con le labbra cominciando a succhiare.
Iker sospirava e gemeva mano a mano che
l'intensità saliva.
Stava per raggiungere l'orgasmo quando
il telefono gli suonò, per un momento decise di ignorarlo ma nel
capire con l'anticamera del cervello che quello era David perchè era
la sua suoneria, imprecò e rispose. Cris si fermò un istante per
ridere. Per poi riattaccare la sua erezione vicina all'orgasmo.
- David? - Chiese steso sul tavolo con
la bocca di Cris sull'inguine.
La voce era molto acuta.
- Iker, che stai facendo? - Solo da
come pronunciava il suo nome capiva che stava combinando qualcosa.
- Niente, perchè? - Cercava di
apparire normale ma il risultato fu pessimo.
- Iker, chi ti sta saltando addosso? -
Iker rimase in silenzio mordendosi spasmodicamente il labbro, ora se
respirava o rispondeva poteva solo gemere.
Cris, senza pietà, continuava a
succhiare con una certa esperienza.
- Iker... non può essere così bravo
da tenerti occupato mentre sono al telefono con te! - Iker voleva
rispondere che in effetti in quel momento non avrebbe saputo chi far
vincere. Si alzò a sedere e guardò la testa di Cris muoversi ancora
con convinzione, era difficile non respirare.
- Allora vediamo... il fatto che non
gemi significa che non è poi così eccezionale. Con me gridi quando
ti succhio il cazzo. Perchè ti tormento prima lì intorno e poi mi
occupo del cazzo. Io so qual è il tuo punto erogeno. Che quando lo
lecco tu ti ecciti subito e godi come un matto. - Iker
ricordandoselo, e sentendo la sua voce che ora si faceva erotica, gli
parve di impazzire e chiudendo gli occhi decise di mandare tutti al
diavolo e arrendersi ad un orgasmo meritato.
Con un gran bel gemito liberatore.
Cris vittorioso ingoiò e si tirò su
guardandolo trionfante quasi sulle sue labbra. Non intendeva baciarlo
ma ovviamente voleva il verdetto finale ed era sicurissimo di sé?.
- Allora? - Chiese David. Iker ora
faticava decisamente a capire lo spagnolo.
- Cosa allora? - Fece infatti.
- Allora, chi diavolo è! - Iker non
poteva non rispondere, ormai, e colpevole rispose.
- Cris... - che aspettava impaziente il
giudizio. - L'ho provocato dicendo che si credeva troppo bravo e che
se Riky non ci stava forse non gli era piaciuto molto. E lui così ha
voluto dimostrarmi che mi sbagliavo. Che era bravo. - Poi ci pensò
meglio. - In effetti ho detto che tu gli potevi dare delle lezioni in
merito ed allora lui mi ha chiesto un confronto. - A quel punto David
si mise a ridere così forte che Iker dovette allontanarsi il
telefono dall'orecchio.
Non ci poteva credere che rideva. Beh,
in effetti era da lui.
Cris non capiva bene cosa succedeva,
era stupito del fatto che glielo avesse detto con tanta facilità.
- Allora? Mica ha vinto lui! - Chiese
David poi interessato.
Iker sospirò.
- Beh tecnicamente sono partito quando
tu ti sei messo a dirmi del mio punto erogeno... - Lo doveva
ammettere. Cris a quello si accese di nuovo come un fiammifero e si
raddrizzò sbottando:
- Non vale così! Lui non doveva
interferire! Non è un confronto valido così! Lo dobbiamo ripetere
senza che si metta in mezzo! - Iker ora non sapeva come spegnerlo.
Stava sbraitando con convinzione preoccupante ed a quel punto aveva
anche paura che lo violentasse. Si coprì l'inguine cercando la
maglietta.
- Che ha quello da gridare tanto? -
Cris gli prese il telefono.
- Non è valido col tuo intervento!
Guarda che stava godendo un casino anche senza di te! -
David, come che tutto quello fosse
normalissimo, rispose pieno di sé:
- Certo ma è venuto quando gli ho
parlato io! -
- Per questo non vale il giudizio! -
- Guarda che a prescindere da tutto
sarebbe di parte perchè è innamorato di me, direbbe me comunque! -
Cris cacciò il broncio capendo che aveva ragione e che con lui non
si poteva proprio fare.
Iker non credeva che stessero davvero
parlando di quello, quei due non erano normali. Una volta rivestito
Iker si prese il telefono e mise il viva voce pensando che fosse
assurdo.
- Non ha senso perchè tu mi conosci,
razza di idiota! Sai cosa mi manda fuori di testa! Lui no! Per questo
parte svantaggiato! Non perchè ti amo! - Questa risposta soddisfece
tutti i contendenti che si zittirono. Iker, lieto che si fossero
calmati, aggiunse: - E comunque non intendo ripetere mai più una
cosa del genere! -
A Cris non importava molto, avrebbe
sempre perso con un fidanzato che stava con Iker da anni. Specie se
quel fidanzato era David Beckham.
- Un giorno proveremo noi due, quello
sarà un confronto valido! -
- Beh, potremmo anche provare con un
terzo che non c'entra niente con noi. E poi lui potrebbe dare un
giudizio credibile! - Iker scosse il capo.
- Non se ne parla. Piantala di dire
stronzate! - Con questo mise giù prima che attaccassero a dire
cavolate ulteriori.
Cris rimase un po' a fissarlo senza
parole innanzi a quanto accaduto.
- Però non è normale che il tuo
ragazzo ti trovi mentre un altro ti fa un pompino e che ne parlate
così! - Iker a quello rise di gusto.
- Tu non hai idea di che tipo è
quello! - No, decisamente. - David è diverso da qualunque prototipo
di ragazzo tu abbia in mente. Se hai un'idea di lui fidati che non è
per niente vera! - Con questo disse tutto e mentre Cris diventava
curioso, Iker cercò qualcosa di breve con cui chiudere.
- Comunque c'è un patto. Lui continua
ad usare sua moglie per sfogare gli ormoni sessuali. Sai, è un tipo
molto caldo. Tanto. Ed io, se ne ho bisogno, posso fare altrettanto
purchè sia solo sesso. A volte lo faccio con Sergio. Sto meditando
di sistemarmi con una donna anche io. - Ora era chiaro.
Cris annuì ammirevole.
- Interessante... siete avanti. Non è
facile instaurare un rapporto simile. Vi amate davvero? - La domanda
era di pura indagine. Iker annuì.
- Sì, davvero. -
- Ebbene avete superato il problema
della lontananza oceanica con questo sistema. E funzionate bene? -
- Beh, direi... cioè a volte lo
impiccherei, non è una persona facile con cui avere un rapporto,
però sì... va avanti da... beh, il primo anno ci siamo scoperti e
conosciuti, direi nel 2004 inoltrato ci siamo messi insieme. Da
allora fra alti e bassi stiamo insieme. - Cris sorrise perdendosi le
proprie indagini per strada. Era bello sapere che c'erano coppie nate
in quel suo stesso ambiente e che, nonostante le varie difficoltà
tipiche sia del calcio che delle coppie, funzionavano. Era
incoraggiante.
- Spero di avere qualcosa come il
vostro, un giorno... - Disse a fior di labbra, stupito per primo.
Iker, colpito dalle sue parole, capì
che sperava in Riky. Non tanto per avere una bella storia quanto
perchè ci teneva davvero. Era appena all'inizio ma lui lo capiva
bene, capiva bene tutti i segnali perchè a suo tempo ci era passato
anche lui.
Gli sguardi, il desiderio di stare con
lui, di toccarlo sempre, di ridere per ogni cosa. E l'insistere fino
a livelli impossibili.
-Senti. Se fai sul serio con Riky usa
ogni mezzo e non lasciartelo scappare. Uno come lui va colto. Però
se non fai sul serio... davvero... - Cris sorrise in un modo così
strano che Iker, ripensandoci, non avrebbe mai saputo tradurlo. Però
gli piacque e si sentì tranquillizzato.
Dopo di questo, Iker se ne andò.
Cris, naturalmente, era ancora più
convinto della sua idea.
Riky non sapeva dove sbattere la testa,
evitava tantissimo Carol e stava altrettanto con Iker il quale gli
dava un rifugio sicuro e un po' di pace.
Però raggiunte le ore fatidiche
dell'allenamento pomeridiano, per lui divenne una tragedia.
Non poteva andare in campo e basta.
Era fortunato che non c'era ancora la
partita ma a giorni ci sarebbe stata, doveva dormire in albergo come
sempre. Poteva anche pregare Iker di stare in camera con lui, ma era
assurdo scappare. Non poteva farlo per sempre.
Di fatto non sapeva ancora cosa fare,
come affrontarla, come andare avanti.
Restava sposato con Carol, doveva
troncare con Cris. Cris lo doveva accettare.
Quella era la teoria, nella sua testa.
Ma una vocina, cioè Iker, gli diceva che Cris non avrebbe mai
collaborato.
Cris lo lasciò in pace per tutto il
tempo dell'allenamento ed anche dopo negli spogliatoi non usò
trucchetti per restare solo con lui. Rky aveva imparato che era
meglio stare insieme a tutti gli altri, così alla fine non scappò.
Stavano per andarsene, Riky pensava di
poterla passare miracolosamente liscia, credeva che Cris avesse
capito d'aver esagerato quando lo fermò.
- Riky, dobbiamo parlare. - Disse
deciso.
Riky sospirò non riuscendo a guardarlo
in viso. Il cuore un martello pneumatico nel petto.
- Immagino di sì... - Potendo
scegliere avrebbe rimandato in eterno ma non poteva.
A quel punto non poteva che accettarlo
e parlarne apertamente.
- Vieni da me. Ti aspetto. - Con questo
Cris andò alla macchina e sfumò via prima di ogni risposta.
Riky con le palpitazioni a trecento,
prese il telefono e tremante scrisse un sms a Carol sperando non lo
chiamasse.
'Ceno con alcuni della squadra,
scusami.'
Carol ripose.
'Ma qualcuno ha dei problemi? In questi
giorni sei sempre via con loro...'
Dal momento che Riky evitava
l'argomento, la ragazza si trovò costretta a chiederlo così.
Riky si sentì definitivamente un
adultero e si odiò dal profondo per questo.
'Sì, Iker sta passando un gran brutto
momento, non ce la sentiamo di lasciarlo solo...'
'Mi dispiace. Mi hai fatto preoccupare.
Due notti che non torni.'
'Lo so, te ne parlerò domani,
promesso.'
Ma domani poteva essere anche morto,
visto che aveva una serata da passare con Cris.
'Ti amo.'
'Anche io.'
In quel momento gli venne una stretta
allo stomaco. Se fosse stato pieno avrebbe vomitato.
Amaro, scontento e risentito di sé
stesso, salì in macchina ed andò da Cris. Stette attento ad
arrivare per dietro senza farsi vedere nel raggio visivo di casa sua.
Vivere vicino a Cris era problematico, pensò.
Entrò nel cancello sul retro che gli
aveva lasciato aperto e parcheggiò insieme alle macchine
costosissime di Cris. Aveva un garage apposta di sua proprietà poco
lontano da lì, a casa ne aveva appena due, una per il giorno, una
per la sera. Ebbene Cris indossava le auto come i vestiti!
Riky scese e tremante, con il cuore in
gola e lo stomaco chiusissimo suonò il campanello.
Voleva sprofondare.
Cris gli aprì e senza sorridere lo
fece entrare.
Era in subbuglio ma si sentì peggio
nel vederlo così serio.
Si tormentava le mani torcendosele,
rimase fermo all'ingresso fissando il basso senza il coraggio di fare
qualcosa.
- Vieni, accomodati. Hai fame? Sete?
Dimmi. Cosa ti posso offrire? - Riky colpito dalla sua ospitalità
ringraziò e rifiutò.
Aveva la gola secca e lo stomaco
chiuso. Non voleva buttare dentro nulla.
Però lo seguì in salotto e si sedette
sul divano in punta, pronto per scappare via. Era così nervoso che
non sapeva nemmeno da cosa cominciare, non lo guardava, non osava
proprio.
Cris sospirò guardandolo, quindi si
sedette sulla poltrona in modo da rilassarlo.
Tanto aveva tutto in mano.
- Visto che non vuoi nulla direi di
andare al dunque... - Non era abituato a parlare, di solito andava
subito al sodo e poi scaricava. Non si era mai trovato in una
situazione simile.
Riky continuava col suo silenzio, così
cominciò.
- E' la prima volta che mi capita una
cosa simile. - Riky alzò di scatto gli occhi perchè ovviamente non
gli credeva. Cris sorrise e specificò: - Intendo prendermi
seriamente per qualcuno. Fin'ora era stato solo sesso. Non ho mai
avuto alcun coinvolgimento emotivo. Non come con te. - Lo disse con
molta calma e sicurezza. Riky stentava a crederci.
- Però sembri molto tranquillo e
sicuro di te. - Cris sorrise.
- Certo. Perchè sono sicuro di te e di
quello che provo. Non ho problemi a provarlo e ad ammetterlo. È
strano, però insomma... è così e basta. Nasconderlo o ignorarlo
non serve... - Voleva fargli vedere come si faceva.
Riky non sapeva ancora cosa dire, tornò
ad abbassare gli occhi imbarazzato ed in difficoltà.
- Ti sto dicendo che mi piaci
tantissimo. Credo che mi sto per innamorare. Io sento qualcosa che
non ho mai provato. È questo che sta succedendo fra noi. Da parte
mia, per lo meno. E sono abituato a lavorare sulle cose che vorrei
avere. - Cercava di non usare termini sbruffoni, memore del dialogo
con Iker.
A volte tendeva ad apparire arrogante e
forse lo era, ma era anche ciò che stimolava reazioni di rifiuto
negli altri.
Riky lo vedeva più morbido e
diplomatico del solito, però non riusciva ancora a guardarlo. Era
rosso, imbarazzato e voleva sprofondare.
- Io non so cosa dirti, Cris... -
Ammise finalmente.
- Cosa provi, Riky? - Chiese
delicatamente per spingerlo solo ad aprirsi e basta.
Riky ormai si stava rompendo le dita.
- Non lo so. - Ecco, facile così. Cris
ce la stava mettendo tutta per non spaventarlo ed esagerare, ma Riky
non collaborava.
- Lo sai ma ne hai paura. - Riky sapeva
che aveva ragione ma non ci poteva fare nulla. Ne aveva paura.
- Sono sposato, Cris. E credo in Dio. -
- A Dio non importa se ti scopi un
ragazzo od una ragazza! - Sbottò mandando a quel paese la
diplomazia.
Riky sussultò ma non osò guardarlo.
Cris fremeva. Voleva salirgli sopra e dimostrargli a fatti cosa gli
piaceva, ma si stava violentando per non farlo.
- Però gli importa che onori la
promessa che ho fatto davanti a Lui di amarla per sempre nel bene e
nel male! - Cris si morse il labbro.
- Però non la stai amando. Non la ami.
Forse non l'hai mai amata, per quel che ne sai dell'amore! Sei gay,
cazzo! Come puoi amarla? Sono i ragazzi che ti piacciono e puoi
passare una vita a negarlo ma è così! - Riky si morse il labbro,
era contrariato da questa cosa ma non se ne poteva andare. Era facile
andarsene ma si imponeva di affrontarla e risolverla. Ma come?
- Non mi aspetto che tu capisca. Però
che io la ami o no, che io sia gay od etero... sono sposato ormai!
Non la posso lasciare, capisci? Non posso andare con un altro. Quindi
non cambia nulla cosa provo, cosa voglio o... o cosa sono... - Si
spense dopo essersi acceso. Ancora lo sguardo basso.
Cris lo fissava e lo trapassava con
sguardo bruciante, gli occhi brillavano fin quasi a piangere. Lo
stava ferendo.
- Tu stai nascondendo la testa sotto la
sabbia e non ti servirà perchè prima o poi cadrai e lo sai! -
- Ma è giusto cercare di combattere! È
facile arrendersi prima di combattere! Io sono sposato che ci piaccia
o no! - Cris voleva alzarsi, ma rimase piantato in poltrona ad
afferrare i braccioli.
- Però ti piaccio. Sono io che ti
piaccio. Io che desideri. E scommetto che provi anche qualcosa! -
Riky inghiottì. Ora lo stava accusando senza pietà però aveva
ragione. Non lo poteva ammettere comunque.
- Cris, non ha importanza. Sono sposato
e basta. Non la tradirò. -
- Lo stai facendo già dentro di te,
perchè mi desideri. Forse un giorno mi amerai anche... che farai
allora? -
Riky scosse il capo stringendo gli
occhi come a rifiutare il tutto.
- Non ha importanza, lo capisci? Io
devo provare a fare quello che è giusto! Devo combattere questa
cosa! Devo! - Stava quasi urlando, non ne poteva più. Cris si zittì,
doveva arrendersi?
Era la persona più testarda che avesse
mai incontrato.
- Ti prego. Ti prego, rispetta la mia
scelta. Non fare più nulla... - Non osava essere specifico e lì
capì cosa doveva fare.
Siccome rimase in silenzio per un po',
Riky pensò che fosse un sì forzato ma pur sempre un sì. Così si
alzò e sfilò accanto a lui per andarsene. Nel passarlo, Cris gli
prese la mano e lo trattenne. Riky voleva piagnucolare di lasciarlo
ma trovò un po' di dignità.
- Cris... -
- Guardami. - Riky ancora aveva lo
sguardo dall'altra parte. Cris lo sapeva anche se rispetto a lui non
gli era davanti ma dietro. Lo stava solo trattenendo per la mano e
quel contatto lo mandava fuori di testa, fremeva tutto.
- Cris, per favore... -
- Riky, guardami e dimmelo guardandomi.
- Disse con fermezza. Riky rimase fermo così Cris lo tirò
obbligandolo a mettersi di lato fino a poterlo guardare.
Alzò lo sguardo sul suo viso, aveva
gli occhi chiusi, tremava.
- Riky... - Lo chiamò ancora.
Finalmente aprì gli occhi, lo guardava
per la prima volta.
Gli occhi pieni di lacrime, la voglia
di cedere. Sapeva cosa voleva e lo sapeva ora che lo guardava. Non
gli era mai successa una cosa simile.
Aveva passato giorni e notti a
scapparne, a non guardarlo, a non pensarci, a non toccarlo.
Ma ora era lì davanti a lui e voleva
piangere.
Non era solo attrazione e desiderio ed
essere gay.
Era Cris.
Era che gli piaceva così tanto da
pensare, ogni volta che gli occhi si posavano su di lui, quanto fosse
bello. E quanto volesse perdersi in lui.
Voleva quelle cose che erano solo sue.
La sua sicurezza, la sua irruenza, la sua arroganza addirittura,
voleva quel fuoco. Voleva che continuasse a corteggiarlo, a toccarlo
e poi a fare battute e a dirgli qualunque cosa gli passasse per la
testa. Da quanto non scherzavano insieme? Voleva anche poter stare
solo con lui senza averne paura.
Voleva stare con lui.
Voleva conoscerlo meglio. Voleva
vederlo per bene.
Voleva lui.
E soprattutto voleva che non smettesse
di toccarlo.
Cris a quel punto si portò la sua mano
sulle labbra e parlò ancora, piano.
- Dimmelo ora. - Gli occhi magnetici lo
stavano ipnotizzando, non era mai stato così serio.
- Cris... non possiamo... non fare più
niente, per favore... - Tremava così tanto la sua voce che sul
finale si spezzò. Non voleva quello. Non voleva.
Cris a quel punto mormorò:
- Cose come questa? - schiuse le labbra
e gli leccò il dorso della mano, scese sulle dita con la punta della
lingua fino a succhiargli il medio.
La lingua sul dito, il calore, la
saliva, il suo succhiare. E lo sguardo che lo catturava, quel
desiderio così carico.
Riky si morse il labbro respirando
veloce.
- Cris... - Un lamento. Con l'altra
mano libera si infilò nell'elastico dei pantaloni della tuta, fece
per abbassarglieli ma lasciò perdere per massaggiarlo da fuori.
Trovata la sua erezione la percorse con le dita schiacciando e
premendo su tutta la sua lunghezza.
Riky ormai respirava a scatti. Si stava
eccitando tantissimo. Al medio sostituì l'indice continuando a
succhiarlo.
Il brasiliano voleva che mettesse la
sua lingua su un'altra parte di sé, ormai non poteva resistere
ancora.
Però doveva andarsene. Doveva mettere
fine a tutto quello.
Stava per cedere all'orgasmo solo per
quel massaggio attraverso i vestiti e per la sua lingua, che
improvvisamente smise di toccarlo. Ritirò entrambe le mani e sfilò
la bocca dalle sue dita; poi fissandolo come un diavolo, disse
pacato.
- Se è questo che non vuoi che faccia
più... allora hai solo da andartene. Altrimenti mettiti davanti a me
e dimmi chiaramente una volta per tutte cosa vuoi. E sii sincero. -
Riky si rese conto che poteva impazzire nell'andarsene ora.
Non poteva portarlo a quel limite e
smettere. Però era quello che gli aveva chiesto. Che non lo facesse.
Davvero se andava via non l'avrebbe più
toccato?
Riky si mordeva il labbro, ora era
eccitatissimo, gli sembrava di scoppiare, voleva solo che
continuasse. Non poteva nemmeno immaginare di non avere più, mai più
quelle cose. Le sue mani addosso, la sua bocca, la sua lingua.
Era impensabile.
In quel momento Riky si guardò e capì
quale era la verità.
Poteva vivere una vita con ipocrisia,
ma avrebbe solo preso in giro tutti, sé stesso, sua moglie e Dio!
La verità era che desiderava Cris ed
era sbagliatissimo, ma non poteva andarsene.
Le sue gambe si mossero da sole e si
mise davanti a Cris. Era ancora estremamente imbarazzato, però non
gli staccò più gli occhi dai suoi.
Inghiottì e con un estremo coraggio si
abbassò i pantaloni ed i boxer rivelando la propria erezione testa
ed eccitata.
Non disse nulla.
Si limitò a guardarlo.
Però Cris voleva che glielo dicesse,
che non se lo rimangiasse più, voleva sentirglielo dire.
- Cosa vuoi una volta per tutte? -
A quel punto, semplicemente, lo disse
con liberazione togliendosi di dosso il peso più grande che avesse
mai avuto.
- Voglio te, Cris. E voglio le tue mani
addosso. La tua bocca addosso. La tua lingua. Voglio che tu sia solo
per me e basta. -
Cris ora doveva stare attento a non
venire subito.
Non era mai stato più felice di una
vittoria come ora.
Si alzò con la schiena, si spostò in
avanti, aprì le gambe e si infilò Riky in mezzo. Poi prendendogli i
fianchi lo tenne fermo mentre, aprendo la bocca, tirava fuori la
lingua e andava sulla punta della sua erezione.
Riky chiuse gli occhi in quella visione
dall'alto che aveva del viso di Cris e della sua lingua che andava
sul proprio membro. Chiuse gli occhi, aprì la bocca e sospirò di
piacere gettando la testa all'indietro.
La sua lingua finalmente era su di sé,
sul suo inguine. Lo leccò e ai suoi gemiti lo avvolse stringendo con
le labbra facendogli sentire quanto bello fosse tutto quello, quanto
impossibile da rifiutare.
In risposta Riky gli mise le mani sulla
nuca e l'aiutò a muoversi avanti ed indietro. Lo sentiva succhiare e
tirare con la gola, lo sentiva come se volesse ingoiarlo ad ogni
movimento.
C'erano i rumori che faceva con la
bocca nel succhiare, c'era tutto un insieme di cose e persino un
odore sessuale.
C'era ogni cosa.
Il caldo fu insopportabile, ansimava e
accompagnava la testa di Cris che lo teneva per i fianchi. Quando
staccò una mano, Riky aprì gli occhi, si staccò appena dalla
propria estasi per vedere cosa stava facendo. Cris si stava
masturbando. Quando glielo vide nella mano, teso ed eccitato quanto
il suo, i gemiti aumentarono e si inarcò tutto spingendo col bacino
con uno scatto quasi violento.
Con la stessa violenza venne nella sua
bocca sospirando il suo nome.
Cris venne poco dopo.
Era la fine, si disse Riky
accasciandosi sulle sue gambe, salendogli a cavalcioni dopo essersi
coperto febbrile coi vestiti.
Nascose il viso contro il suo collo,
Cris si appoggiò con la schiena all'indietro e lo prese per la vita
sorpreso di quel gesto di mancamento. Cercava un rifugio.
Tremava eccitato e terrorizzato.
L'aveva fatto, si diceva. Era successo. Ed ora non si poteva più
tornare indietro.
- L'affronteremo insieme, non ti
lascerò solo. Mai. Andrà tutto bene... - Cominciò a dirgli
dolcemente accarezzandogli la nuca e la schiena. Fu come balsamo per
Riky che era alla ricerca proprio di quello. Lentamente cominciò a
sentirsi meglio. Davvero non era solo un desiderio erotico, per Cris.
Davvero ci teneva. Lo sentiva da come
lo carezzava. Come se fosse la cosa più importante dell'intera
esistenza.
- Ti aiuterò io. Non sarai mai solo.
Vedrai... - Riky così dovette arrendersi, consapevole che sarebbe
stata la cosa più difficile della sua vita. Ma era un modo per non
prendere più in giro nessuno, tanto meno Dio, il quale era stato
consapevole di lui e di quel che voleva sin dall'inizio. Fingere era
stato inutile comunque.
- Non lasciarmi mai solo. Perchè
adesso avrò i sensi di colpa e starò male e... ed io avrò bisogno
di te o non ce la farò. Mantieni la tua promessa e aiutami sempre. -
Cris gli prese il viso fra le mani e lo guardò. Gli occhi lucidi,
pieni di quell'amore, di quella voglia, di quel sentimento
incontaminato e mai provato per niente e nessuno.
Ci si sentiva amati ad uno sguardo
simile. Quando uno ti amava e ti guardava in quel modo lo percepivi,
lo vedevi, lo avevi dentro quell'amore. Era proprio così.
- Mi sto innamorando. Non ti lascerò
mai. Non sarai mai solo. Ce la faremo insieme. - Dopo, le loro labbra
si ritrovarono e fu come suggellare una promessa doverosa ed onesta a
cui entrambi non potevano che arrendersi con dolcezza.
Le labbra si fusero, le lingue si
unirono ed un mondo intero si srotolò davanti a loro, mentre
catturavano dei sentimenti e delle sensazioni completamente nuove.
La sensazione che in qualche modo fosse
giusto, per assurdo.
Forse l'avrebbero capita solo molti
anni dopo, quanto giusto era. Nonostante tutto, a modo suo, lo era.
Lo era nella misura dell'amore provato
uno per l'altro, un amore vero, puro e assoluto. Per questo giusto
quanto qualunque altra cosa.
Quello fu l'inizio.