10. IL COCCO DEL MISTER




- Karim! Karim! Karim! - Karim è il nome che in allenamento si sente di più e proviene sempre dalla voce di Zizou.
Dopo un’ora di allenamento la cosa appare chiara e cristallina, tanto che James si avvicina a me dicendo a bassa voce per farsi sentire solo da me:
- Qualcuno è il cocco del mister… - Così io ridendo gli do un calcio scherzando, allontanandolo.
Però si sente comunque Zizou che mi chiama di continuo dandomi ordini ed indicazioni o incitandomi o correggendomi o non lo so.
Non che mi dispiaccia, è normale per noi. Quando mi allenava in privato lui faceva così, mi dava continue indicazioni o incoraggiamenti, non stava zitto un secondo ed io ero abituato a sentire la sua voce parlarmi sempre. Eseguivo automaticamente e se facevo una cosa bene, sentire il suo complimento mi faceva fare meglio la cosa dopo. Io sono abituato, per noi è normale, credo che gli venga automatico, non se ne rende conto. Solo che gli altri lo notano. Anche qualcun altro viene a dirmelo ed io faccio più o meno la stessa cosa.
Zizou continua a parlarmi e a darmi indicazioni di continuo, anche solo per spiegarmi un esercizio o per dirmi di mostrare qualcosa che facevamo sempre. Tutte le volte che mi parla, James compare magicamente dietro di me ad ascoltare.
Quando mi metto a mostrare l’esercizio che diceva, mi sento strano così al centro dell’attenzione. Quello che mostra e non quello che esegue. Come se fossi qualcosa in più.
E’ esattamente qua che lo capisco, che lo realizzo.
Poi Cristiano me ne dà conferma.
- Sei il suo esempio. Lui ti ha aiutato ad essere quello che sei e vuole che gli altri siano come te. Ti usa come esempio. Voglio che siate come lui. Tu prima eri, per dirla alla Mourinho, un gattino che dormiva, poi grazie a Zizou sei diventato un leone. Ebbene vuole che succeda a tutti. Come posso dire? Sei il suo capolavoro! Sei la cosa che lo soddisfa maggiormente della sua carriera di allenatore iniziata da quando era al fianco di Ancelotti! - La cosa mi lascia senza fiato, anche se l’avevo intuita quando mi ha fatto riprodurre uno degli esercizi che facevamo sempre da soli.
E’ vero, è come dice lui.
Sono l’esempio che vuole gli altri seguano.
E la cosa è sconvolgentemente bella.
Bella perché sono il SUO esempio, e poi perché non sono mai stato l’esempio di nessuno. Non mi è mai importato ed ora non voglio farlo perché mi piace, però mi piace esserlo lo stesso. Lo faccio perché Zizou vuole lo faccia, però è bello.
E, senza rendermene conto, per il resto dell’allenamento smetto sempre più di considerare gli altri, specie James con cui di solito sono sempre a scherzare e a stritolarlo, per sentire quello che ha da dire Zizou, come se fosse il mio dio!

- Guarda che stai dimenticando qualcuno. - Aggrotto la fronte e guardo Luka che compare magicamente parlandomi di punto in bianco. Io e lui lo facciamo spesso, specie nell’ultimo anno ci siamo avvicinati. Lo guardo senza capire.
- Chi? -
Luka guarda James ed io inarco le sopracciglia senza capire, così spazientito si avvicina e mettendosi la mano davanti alla bocca, spiega:
- Si capisce che tu e Zizou avete una cosa, però… - Non lo faccio finire che salto subito su:
- In che senso? - E lui mi guarda male.
- Tu e lui vi allenavate insieme ed ora ti porta ad esempio, si serve molto di te e continua a darti più indicazioni che ad altri! Si vede che avete un rapporto allenatore-giocatore diverso. Capita, è normale. Però non è che per questo ora tu devi trascurare il cucciolo… se vedessi le espressioni che fa quando tu parli con Zizou e non lo calcoli… è struggente! - Luka non ride, penso lo dica sul serio e di solito spara solo cazzate, però lo ascolto chiedendomi cosa devo fare. Infatti inarco le sopracciglia scettico.
- Io e James non stiamo insieme, non gli devo nulla. E poi non mi sembra di stare trascurandolo… - Luka sospira e mi dà uno spintone seccato.
- Sei un caprone! Nemmeno te ne rendi conto! Per mesi siete stati pappa e ciccia ed ora che c’è il tuo idolo ti scordi di lui, a malapena ci parli mezza volta! Prenditi le tue responsabilità! -
- Ma quali, di cosa parli! Cosa dovrei fare?! - Così mi aizzo seccato a mia volta, a braccia larghe, senza capire che diavolo dica.
- Scherza con lui, gioca con lui, allenati con lui, fai gli esercizi con lui. Come facevi prima. Parlaci, dannazione! E’ lì che aspetta che ti riavvicini… lo ferisci al cuore, è così sensibile… - Butto infuori il labbro guardando James per capire se sia vero quel che dice Luka e lo vedo effettivamente sospirare imbronciato. Effettivamente sembra particolarmente scuro. Davvero lo trascuravo per considerare il mio dio?
Per un momento ci rifletto, per quanto io sia stato chiaro, un conto è ‘vedere come va’, un conto è cambiare radicalmente atteggiamento da prima. Non è che devo continuare a scoparmelo se sento di volere solo Zizou, però non devo nemmeno togliergli la parola e l’amicizia. Io penso che Luka col suo contorto discorso intendesse quello.
Prima lo scopo e poi lo ignoro… non è che sia carino.
Non l’ho fatto apposta, ma forse ha ragione.
Così senza pensarci mi avvicino a lui e con un sorriso lo afferro per la testa tirandolo giù.
Lui, sorpreso, si lascia fare prendendo le mie mani intorno al suo viso e ride. La sua risata mi riempie di sollievo. Non voglio farlo soffrire, non è giusto che ci rimetta per colpa mia.
- Che hai, piccoletto? - Dico squillante ed allegro. Lo lascio poco dopo e lui è ancora lì a ridere ed è tutt’altra cosa rispetto a prima, Luka ci guarda felice e partecipa alla conversazione rendendola come sempre surreale.
- Io? Niente, perchè? -
- Ma se sembravi in procinto di tornare sul tuo pianeta con la classica frase ad effetto ‘il mio mondo mi aspetta…’ - Io e James lo guardiamo ilari senza capire da dove diavolo le tiri fuori e stiamo ridendo insieme, quando la voce tonante di Zizou si leva dall’altra parte del campo. Ed il mio nome, come sempre, si distingue.
Per il resto degli allenamenti non si sente altro che questo. Karim. Karim. Karim. Più del solito.
Però fra un Karim e l’altro, questa volta non dimentico di scherzare con James, farlo sorridere pare sia mia responsabilità. Non lo sapevo, ma secondo Luka è così e diciamo che se posso evitare di sentirmi in colpa, è meglio.
A fine allenamento mi sento mentalmente sfinito, fra il far felice uno ed il rendere soddisfatto l’altro.
Sospiro avviandomi agli spogliatoi, poi un braccio mi circonda le spalle.
- Qualcuno si sente come una principessa contesa? - Chiede Cristiano affiancandomi. Abbiamo finito le rifiniture sotto porta consuete, extra rispetto agli allenamenti regolari.
- Che dici? - chiedo cercando di non capire, purtroppo capisco bene. Lui ride rumorosamente come suo solito e mi lascia andare entrando negli spogliatoi.
- Ho idea che non ti annoierai più, sai? - Purtroppo, per quanto lo nego e lo insulto, mi sa che ha proprio ragione.
Il sospiro è di nuovo inevitabile. Questi casini non sono da me, ma come diavolo mi ci sono ficcato?

**
Zizou comincia ad essere effettivamente pressante, prima non lo notavo perché era del tutto normale, visto che nei nostri allenamenti, quando li facevamo, era così. Ma adesso effettivamente mi pare che ci sia più ‘Karim!’nella sua voce, molto più di prima. Come se tutte le volte che James mi si avvicina o che fraternizzo con lui, Zizou abbia cose da dirmi. Proprio in quel momento!
Me lo ha fatto notare Cris.
Un po’ mi piace, devo dire la verità.
Siamo arrivati alla sera prima della partita, per fortuna è in casa così dopo gli allenamenti che per oggi si sono spostati al pomeriggio, rimaniamo al centro sportivo.
Ci laviamo e ci rilassiamo un po’, qualcuno fa piscina, qualcuno si perde in qualche gioco scemo nella sala relax.
Io sono qua con James che guarda come sistemo gli adesivi delle partite che gioco il giorno dopo. Ho un programma facile per produrli e lui mi guarda mentre lo faccio col mio i-phone ultimo modello con cui posso fare qualunque cosa.
Mi sta appoggiato al braccio col mento e guarda come se producessi oro.
- Ed il gioco è fatto! - Concludo mostrandoglielo.
- Oh… - Esclama con il dito in bocca. Scuoto la testa e sorrido, a volte è così innocente che mi viene voglia di sporcarlo. - Sei proprio bravo, sai? - Ridacchio.
- Non ci vuole niente! -
- Eh ben per te! Io non ne sono capace! -
- Se vuoi ti insegno… - Poco dopo la voce di uno degli operatori ci chiama dicendo che è pronta la cena, così ci alziamo ed andiamo al tavolo insieme, si aggiungono a noi Luka, Gareth e Mateo.
Arriviamo insieme, mangiamo insieme e ridiamo tutto il tempo, è un tavolo molto attivo con James e Luka, ma forse lo è anche il suo flirtare con me. Me ne rendo conto quando Cris mi lancia un’occhiata dal suo tavolo con Marcelo, Pepe e Casemiro.
Io scuoto la testa e faccio finta di nulla, ma automaticamente guardo Zizou e lo vedo che mi fissa strano. Non severo o furioso. Strano.
Inghiotto e torno alla cena. Poco dopo James mi pulisce il mento da un pezzettino di cibo ed io corro a guardare Zizou sperando che non vedesse, ovviamente vedeva. Poi guardo Cris che ride come uno scemo.
Qua sta succedendo qualcosa sotto ai miei occhi ed io ne sono protagonista.

Me ne rendo davvero conto, comunque di sospetti ne avevo, quando dopo cena e dopo le solite chiacchiere di digestione con gli altri, viene chiamato il coprifuoco.
Si può stare su, non è che ci fustigano, ma conoscendo Zizou chi lo fa non viene messo in campo né prima né dopo!
Sto dirigendomi bello e beato nella mia camera sapendo che sicuramente mi chiamerà, me lo aspetto perché abbiamo aspettato tanto questa notte prima delle partite… sappiamo che dormiremo insieme e sono eccitatissimo all’idea. James è un disegno tiepido nella mia testa. Non ci penso più.
Sto andando chiedendomi se devo andare diretto nella sua camera o se devo aspettare che mi chiami, forse vuole aspettare che non ci sia nessuno in giro.
Vado in camera e mi metto il pigiama, poi guardo il telefono e finalmente mi scrive. Era ora!
‘Cosa aspetti?’
Dal tono particolare mi vien da dire che sia pure seccato. Aggrotto la fronte ed esco senza farmi domande.
Busso alla sua porta con su scritto ZZ. Sorrido sornione. Queste sono quelle cose che ho sognato da una vita.
Io che sgattaiolo di notte nella sua camera.
E lui mi apre, ho il cuore in gola, gli occhi lucidi, è così bello e… chiude la porta, mi prende e mi sbatte contro di faccia, voltandomi di schiena verso di lui. Mi si preme addosso senza riserve. Sento il suo avambraccio sulla nuca e il suo bacino contro il mio didietro.
Mi toglie il respiro. La guancia appiccicata al legno della porta.
- Z… Zizou? - Chiedo pensando per un momento di aver sbagliato camera. No cazzo, c’era scritto il suo nome!
- Pensi che visto che stai con me ti puoi permettere qualunque cosa? - Dice a denti stretti contro il mio orecchio. Ora è appoggiato anche con il suo busto.
Mio Dio.
- Mi hai detto tu di venire! - Non capisco proprio cosa intenda, il cuore galoppa velocissimo e per un momento sono davvero in ansia ed eccitato al tempo stesso. E’ allucinante, se devo dire la verità!
Però è meraviglioso.
- E James? - Inarco le sopracciglia. Oh. Dio.
Cris ha veramente ragione? Cioè io pensavo un po’ che vaneggiasse.
Zizou è geloso?
Zizou. E’. Geloso!
Cazzo!
- James… cosa? - Non so nemmeno come gestirla. Mi fa vagamente male. E mi piace.
- James la pianta di starti sempre intorno o devo rinchiuderti per tenerti lontano da lui? - Mi mordo il labbro, per un momento contemplo le occasioni a disposizione e scelgo.
- Ok, vallo a chiedere a lui. - Ma quanto sono incosciente.
Zizou ha esattamente la reazione che aspettavo.
- Vediamo se intanto riesco a far ragionare te! - E con questo mi abbassa i pantaloni del pigiama comodo, si lecca il palmo della mano e se la strofina sul cazzo che evidentemente si è tirato fuori.
Non avevo in mente questo come prima notte.
Immaginavo qualcosa di romantico e dolce, ma anche questa… Oh Dio… questa ha un suo perchè!
Si bagna e si prepara da solo, poi mi fa succhiare le sue dita con prepotenza e sempre schiacciandomi contro la porta, me le infila una per volta, torna a farmele succhiare e torna a rimettermele dentro e ripete l’operazione fino a che non ritiene che io sia sufficientemente aperto e scivoloso. Non ci pensa minimamente  ad usare la lingua, sarebbe un gesto magnanimo e lui deve darmi una lezione. Ed io la voglio. Mi lecco le labbra mentre sento che mi prende per i fianchi e si conduce dentro. Si accosta. Sento la sua punta dura contro di me, poi mi attira a sé per inarcarmi, in modo che io sia suo. E lo sono.
Entra ed io mi appoggio con le mani alla porta spingendo verso di lui.
Lo sento dentro in una spinta sola e lo sento già duro. Dio, com’è bello.
Duro, cattivo, virile e volgare.
- Vediamo se ti ricordi di chi sei… - Dice iniziando a muoversi fuori di sé. Non gli è mai successo, non l’ho mai visto così con me. So che può esserlo perché anche se mantiene sempre il controllo, ha un caratterino da demonio, però viverlo così è tutt’atra cosa.
Ed è fottutamente meraviglioso.
- Sì… sì, così…. - Mormoro fra un gemito e l’altro. Spinge in me possente, forte e senza riserve. Sento il suo cazzo duro che mi squarcia e mi fa suo, lo sento mentre si muove veloce e fino in fondo e poco dopo, il dolore viene sostituito dall’eccitazione che mi fa muovere contro di lui.
- Di chi sei? - Dice mentre mi prende e mi possiede.
 - Tuo. Sono solo tuo. - Sto impazzendo, non voglio essere solo suo e lui non vuole che io sia solo suo, però ora siamo qua e mi sta scopando come un maledetto ed io mi faccio prendere perché non voglio altro che questo.
L’eccitazione mi dà alla testa ed io sono fuori di me.
Fuori. Così fuori che chiedo che mi fotta più forte, più veloce. Ben presto sono solo i suoi gemiti ed i miei ‘più forte’. Solo questo. E lui mi sbatte davvero forte, così forte che vengo con lui dentro e, vedendo lo schizzo che scivola per terra, viene poco dopo in me.
Si tende e si inarca, si ferma, si sospende per poi accasciarsi contro di me, senza fiato, ansimante come me. Mi cinge la vita, appoggia la bocca al collo e mi respira, mentre rabbrividisco cercando di tornare.
- Scusa… - Fa poi. Io inarco le sopracciglia e giro la testa verso la sua, senza poterlo guardare bene.
- Per cosa? -
- Sono impazzito, non è il mio stile, ma non ce la facevo più! Sono giorni che vi guardo e ho capito che te lo scopi e so che non posso avanzare richieste verso di te, visto che io non sono consacrato a te. Però sono impazzito, non ce la facevo più. Puoi fare quello che vuoi, ovviamente. Io ora dovevo farlo o mi sparavo. - Come lo spiega è anche meglio. E’ quasi romantico!
Sorrido divertito e intenerito, poi cerco la sua bocca che mi dà. Ci raddrizziamo, una mano contro la porta, l’altra sul suo braccio intorno al mio petto. I corpi stretti, mezzi vestiti e sudati.
- Se vuoi che non vada con altri me lo devi dire. - Dico impazzito io stesso. Non resisterei nemmeno una settimana.
Lui ride.
- Non potresti, non ci riusciresti! - Infatti mi conosce bene, mi aggiungo a lui alle risate e mi giro fra le sue braccia, mi appoggio con le spalle alla porta e lui mi coccola tenendomi sempre a sé, mi guarda con cura, quella sua cura che riserva solo a me.
- Se me lo chiedi lo farei. -
- Ma diventeresti nervoso ed intrattabile, perché io non sono solo tuo, ho la mia famiglia, le mie cose da fare. Ci vediamo ogni giorno, faremo più coppia di prima, ma non sarei sempre solo tuo e tu in quei momenti impazziresti. Non posso chiedertelo, non è giusto. Voglio che tu abbia uno sfogo, una scappatoia con cui stare bene anche senza di me. Devi. - Sospiro. Che saggio che è. E’ quasi irreale.
- Ma sei vero? - Chiedo ad alta voce. Lui sorride e mi bacia dolcemente. Questo cambia radicalmente tutto il sesso selvaggio e volgare appena fatto.
- Fai quello che devi. Solo non dimenticarti di me, non mettermi da parte, non stufarti… - Il fatto che me lo dica lui mi sconvolge e lo abbraccio stringendogli la testa con le braccia, nascondo il suo viso contro il mio collo mentre chiudo gli occhi.
- Ti amo così tanto che l’idea di metterti da parte o di stufarmi di te è così impossibile da non poter essere nemmeno una barzelletta! -
Questo lo tranquillizza.
- James è innamorato? - Chiede. Io alzo le spalle e lo sciolgo per guardarlo in viso.
- Non lo so. Ma gli ho sempre detto tutto dall’inizio. Che io sto con te, amo te e ho bisogno solo di qualcosa di leggero e facile da fare ogni tanto, quando mi va o quando ne ho bisogno, quando con te diventa pesante, difficile o quando non puoi esserci. E lui c’è. Gliel’ho detto. - Zizou fa una di quelle sue espressioni indecifrabili mentre infila le mani sotto alla maglietta carezzandomi la schiena, tirandomi a sé verso il dentro della camera, verso il letto.
- Non voglio che soffra, è un bravo ragazzo e un grande talento, ma è di quelli che se soffre per amore, ne risente il calcio. - Sorrido divertito.
- Sei venale! -
- Sono realista! - Commenta. - Comunque sii delicato. Stai attento a notare quello che non noti mai… - Inarco le sopracciglia senza capire.
- Del tipo? -
- Del tipo se si innamora di te! - Sospiro pensando che chiederò a Luka e Cris di stare attenti alla cosa. Io non le capisco da solo, ha ragione Zizou. Però capisco che ora, dopo che mi ha tolto la maglia e aver fatto scivolare pantaloni e boxer, vuole che ci mettiamo sul letto. Gli tolgo la maglia a mia volta e si fa cadere i pantaloni. Poi apre le lenzuola, si stende e mi prende la mano attirandomi su di se. Mi accoccolo al suo fianco e lo bacio, poi chiude la luce e stiamo così.
Insieme.
Dolcemente.
Dormiremo insieme tutta la notte e al mattino saremo ancora qua insieme.
Non riesco a pensare a niente di più bello.
Non ho bisogno di nulla, non mi serve altro.
Ora ho tutto quello che nella mia vita avrei potuto desiderare.
Il Real Madrid, una stagione in cui vado bene, l’allenatore dei miei sogni e l’uomo che penso di amare da quando capisco cosa sono i sentimenti.
Sono felice, sono felice così.