11. LA MIA SCAPPATOIA
Il risveglio è dolce, fra
le sue braccia. Appena apro gli occhi la prima cosa che faccio è
cercarlo e realizzo che sono raggomitolato sul fianco rivolto verso di
lui e che lui è sul fianco a sua volta e mi tiene un braccio sulla
vita.
Trattengo il fiato.
E’ ancora qua.
Cazzo, sarà la prima mattina insieme. Il primo risveglio insieme.
Rimango immobile come sono
e lo osservo dormire per un po’, respiro piano e cerco di calmarmi, ma
l’emozione è davvero grande. E’ così bello stare fra le sue braccia,
svegliarmi e vederlo ancora lì.
Starei tutta la giornata a
guardarlo, ma la sua sveglia suona e trasalisco. Zizou apre gli occhi
poco dopo, si gira automaticamente verso il cellulare e senza aprire
gli occhi la chiude col tatto.
Sorrido guardando che tipo di risveglio ha.
Si rigira verso di me e mi
afferra trascinandomi più verso di sé, molto democraticamente. Io mi
lascio fare aumentando il sorriso. Mi accoccolo contro il suo petto,
infila anche l’altro braccio sotto la testa e mi stringe tutto a sé
come se fossi il suo gattino.
- Buongiorno. - Dice in francese con la sua voce roca e bassa. Gli occhi ancora chiusi, ma mi bacia la fronte.
- Buongiorno. - Dico io beato, avvolgendolo a mia volta.
Si prende ancora un po’ di
silenzio, poi apre gli occhi e porta indietro il capo per guardarmi in
viso e assicurarsi che stia bene.
- Dormito bene? - Io sorrido ed annuisco, gli occhi mi brillano, si capisce che sono felice.
- Benissimo. Tu? - Lui sorride dolcemente e mi bacia di nuovo la fronte.
- Molto. - Non serve che diciamo che è stupendo esserci svegliati insieme, finalmente.
Non so come sarà da qui in poi, ma so che sarà bellissimo svegliarmi con lui ogni tanto.
Non immagino che questo mi darà grande incentivo a tutte le partite che giocherò, facendomi segnare ogni volta.
Mi carezza il viso sciogliendo un braccio e mi sento la sua creatura delicata. E’ assurdo sentirsi così, però ha questo potere.
Non so quantificare la mia gioia.
- E’ meglio se vai in
camera, avrai tutto là… - Mi stringo nelle spalle ed annuisco. Stiamo
ancora un po’ insieme, i piedi si strofinano uno all’altro. Alla fine
ci baciamo anche se siamo appena svegli, accenniamo ad un bacio sulle
labbra fugace, poi mi bacia la guancia con dolcezza e mi libera
sistemandosi sulla schiena, mentre sospirando col broncio scivolo giù
dal letto.
Guardo i miei vestiti per
terra e mi infilo i boxer, poi invece di mettermi anche il resto, pendo
una delle sue magliette maniche corte con su scritto ZZ e con un ghigno
divertito e di sfida, me la infilo. Poi coi vestiti sotto braccio ed il
telefono spento nell’altra mano, gli faccio l’occhiolino ed esco.
Lui scuote la testa pensando che sia scemo, ma non mi ferma.
Nel corridoio mi assicuro che non ci sia nessuno visto che sono in mutande… a parte che poi ho la maglia di Zizou.
Ho sempre sognato di poter mettere la sua maglia o una sua camicia al risveglio, ora posso farlo.
Quando ho fatto un paio di metri mi rendo conto d’aver sbagliato direzione e correggo percorrendo di nuovo il corridoio.
A questo punto una porta si apre e mi spunta fuori James. Credo che sia assurdo che fra tutti esca proprio lui a quest’ora!
Dannazione, è presto!
Perché esce ora?
Appena mi vede si ferma
sorpreso, sta per dirmi qualcosa illuminandosi, ma poi mi guardo con
aria stranita e realizza che sono scalzo in mutande.
Poi guarda ancora meglio.
Ho la maglia di Zizou. Mi mordo il labbro facendo una smorfia.
Non voglio ferirlo, ma forse questo gli fa capire meglio come stanno le cose.
- Che fai in giro a quest’ora? - Chiedo come se io invece fossi normale in mutande.
Lui a quel punto ride e mi indica con aria un po’ più rilassata.
- Tu piuttosto! Se ti incontrava qualcun altro? - Alzo le spalle.
- Dipende da chi è… -
James mi affianca mentre vado in camera e mi guarda divertito.
- Quanti sanno che te la fai con Zidane? - Inarco un sopracciglio pensandoci assonnato.
- Jese e Cristiano credo… -
- Beh, quella maglia parla,
non so se lo sai… - James ironico indica il marchio ZZ sotto al
colletto ed io sogghigno sornione fermandomi davanti alla mia camera,
dalla tasca dei pantaloni cerco la chiave magnetica e lui sta fermo
vicino a me.
- L’ho messa apposta! -
- Per far sapere a tutti che hai fatto sesso con Zidane? - Chiede incredulo.
- No, scemo! Non hai mai
provato la stupida voglia di indossare un vestito del compagno al
mattino, dopo aver scopato? - James arrossisce.
- Qualche volta… - E
realizzo che credo abbia scopato con me, forse Jese, non saprei, ma di
certo non con chissà quanti ragazzi.
- Che ci fai in giro a
quest’ora, comunque? - Apro la porta e butto dentro le cose che ho in
mano tenendo solo la chiave e il cellulare.
Non credo che fare entrare James sarebbe una grande idea.
- In realtà tornavo in
camera mia… - Aggrotto la fronte e realizzo che la sua in effetti è
vicino alla mia e lui veniva da ben più in là. Arrossisce e inarco le
sopracciglia in attesa che mi illumini.
- Con chi sei stato? - James arrossisce ancora di più e abbassa lo sguardo imbarazzato.
- Jese… ogni tanto capita, se abbiamo momenti così così… - Non posso sapere in cosa consistono i loro momenti così così.
Non lo chiedo, non è da me. Gli pizzico la guancia e sorrido.
- Ben fatta! -
Con questo liquido la cosa
facendogli capire che non mi importa e che mi sta bene. Sarebbe una
gran cosa se quei due si mettessero insieme!
Poi entro e lo saluto dicendo che ci vediamo dopo a colazione.
Non voglio che si illuda e se riesce a passare del tempo con qualcun altro è meglio.
E pensare che scopava con me per dimenticare Cris. Ora che farà, scoperà Jese per dimenticare me?
Mentre mi sfilo la maglia di Zizou che poi annuso in cerca del suo odore che trovo, realizzo il resto.
Significa che smetterà di scopare con me?
A questa eventualità che gli farebbe obiettivamente bene se fosse davvero preso da me, un po’ mi dispiace.
Lui è la mia scappatoia. Se
con Zizou non va o non va come spero… o se diventa complicato, se ci
sfugge di mano e devo ridimensionare la cosa… beh, James è la mia
scappatoia. Per cui se non ci fosse avrei solo Zizou. Zizou ed il
potenziale fallimento, un probabile dolore. Ma magari andrà solo tutto
bene, così bene che non avrò bisogno di nulla.
Sospiro e mi sfilo i boxer andando al bagno.
E’ inutile pensarci tanto. Non possiamo prevedere il futuro.
Sarà quel che sarà!
**
Le cose vanno molto meglio di quel che avessi immaginato.
Ad ogni partita gioco o
molto bene o solo bene, in ogni caso al peggio che va segno sempre. Sto
segnando ad ogni partita e spesso sono il primo ad aprire le danze.
Si sta innescando un meccanismo particolare, perché me ne rendo conto da solo.
Quando sono in campo mi
sento nella testa la voce di Zizou che mi dà indicazioni come quando ci
alleniamo, sia quando lo facevamo da soli un anno fa, sia ora che lo fa
con gli altri. E’ sempre a chiamarmi e incitarmi o correggermi e questo
mi dà la spinta sia in allenamento che ora. Me lo sento nella testa, so
in quel caso cosa mi direbbe, cosa vorrebbe che facessi e so che se c’è
un momento in cui prendo fiato lui mi direbbe di muovermi. E allora
faccio. Faccio quello che so vuole che faccia. Poi ogni tanto mi giro
per assicurarmi che sia sempre lì e che non abbia sognato nulla e lui è
lì, mi fissa, fissa gli altri, dà indicazioni e poi torna a guardare
me.
Quando segno sono molto più
felice di prima, sono al settimo cielo e lo guardo sempre, lui esulta
un sacco e questo mi dà una carica diversa.
Più che carica, mi dà voglia. Voglia di segnare ancora, perché so che lui lo vorrebbe.
E’ una delle cose che mi ha detto.
‘Non accontentarti di un goal. Non devi averne mai abbastanza. Impara da Cristiano la sua fame di segnare.’
Così so che lui vuole che io segni ancora e cerco di farlo.
Prima quando mi strappavo
un goal ero soddisfatto e cercavo di aiutare Cris perché lui aiuta me
quando sono in difficoltà, così lo faccio anche io per lui.
Ora però è diverso, è come
se non avessi tempo di pensare a lui… come se avessi bisogno di segnare
ancora per fare ancora più felice Zizou. Ogni volta che faccio qualcosa
di buono in partita, più ne faccio, più lui parla bene di me e amo che
parli bene di me, perché è lui che lo fa e lo fa davanti a tutti.
- Perché non mi passi più
la palla? - La voce irritata di Cristiano mi arriva come uno sparo a
ridestarmi da un sogno bellissimo.
Mi giro a guardarlo sbattendo gli occhi senza capire.
- Cosa? - E’ l’intervallo del primo tempo, ho segnato per primo, come sempre, e per ora è l’unico goal.
Abbiamo il fiatone e siamo
stanchissimi, ci asciughiamo il sudore e beviamo seduti con Toni in
mezzo perché le panchine sono disposte in questo modo. Dall’altra parte
ho James che si gira di scatto a guardarci.
- Non mi passi la palla!
Quando ce l’hai cerchi ossessivamente il goal e non mi guardi! Prima lo
facevi… se eri in una posizione brutta mi guardavi per vedere com’ero
messo e me la passavi! Ora non lo fai, non mi guardi nemmeno! Cerchi
goal impossibili che infatti non ti vengono ed io sono dietro di te e
sono messo bene e aspetto che tu faccia quello che fai di solito, ma
non lo fai più! Che hai? - Il suo tono è suscettibile, si è innervosito
parecchio ma cerca di non fare quello che vuole litigare. Io mi
aggrotto e lo fisso male sporgendomi oltre Toni che fa una di quelle
facce da ‘non voglio essere qua!’
Io e Cris non abbiamo mai
litigato, andiamo d’accordo da ormai sette anni, siamo amici ed io che
litigo con un compagno di squadra è qualcosa che non si è visto.
Se succede proprio fra me e
Cris, che ci chiamano la coppia d’oro del goal per quanto andiamo
d’accordo in campo, sarebbe assurdo.
Però ho come la vena della tempia che batte impazzita.
- Faccio quello che ci si aspetta da una punta! Cerco il goal! -
- Ho capito, ma eri in
grado di valutare lucidamente quando andava e quando no! Ora non lo
fai! - Lui replica sempre più indispettito.
- Mi sono scusato per quello dell’inizio, cosa vuoi? A volte non ti vedo, non ho tempo di ragionare, agisco d’istinto! -
- Il tuo era quello di
valutare il modo migliore per segnare, è diverso da cercare il goal a
tutti i costi! - Capirei la differenza in situazioni normali, ma ora mi
sta partendo un embolo perché nella testa ho solo Zizou e quello che so
che vuole da me.
- Senti, non ho tempo di
fare da baby sitter a tutti! - Il silenzio cala improvviso, è religioso
e mi irrita ancora di più, così butto per terra l’asciugamano nervoso e
mi alzo andando al lavandino per sciacquarmi il viso.
Cris non ribatte e James mi segue a ruota mettendomi la mano sul collo, si avvicina.
- Dai, che ti succede? - E’
il primo che prova a calmare gli animi ed è come sempre il solo che osa
avvicinarmi quando ho il muso. Adesso non ho il muso, sono arrabbiato.
Io e Cris segniamo tanto
insieme, ma secondo lui dovrei facilitare il suo goal a scapito dei
miei… prima mi andava bene, ma adesso voglio fare quello che ci si
aspetta da una punta, da una grande punta. E’ così sbagliato?
E’ questo che vuole Zizou.
Fame di goal.
Se cerco Cristiano, la fame non mi viene!
Scuoto la testa e mi giro
non sapendo come affrontare la situazione. Cris non ha reagito, credo
sia rimasto shoccato e così interviene Sergio perché vede che
continuiamo a non parlarci.
- Sentite, è una
sciocchezza. Avete sempre giocato benissimo insieme, oggi è solo una
giornata storta, non serve far volare parole che nessuno dei due pensa!
-
- Io non ho detto nulla, ho
solo fatto una domanda lecita, se lui pensa di essere il mio baby
sitter bene, non me ne serve! Che faccia quello che vuole! - Sergio
sospira ed io tiro i muscoli, James lo sente e mi stringe il braccio
per calmarmi, poi scuoto la testa.
Io sono quello che deve
capire e accontentare gli altri perché l’ho sempre fatto ed in risposta
non vengo considerato come uno dei migliori attaccanti se non dai miei
compagni di squadra.
Quando si parla di punte
migliori d’europa tutti nominano Lewandowski o Suarez. Io non ci sono!
Perché non segno abbastanza, ecco perchè! Perché sono una punta
atipica, che fa anche tanti assist.
- Karim! - La voce seria e
ferma di Zizou mi richiama ed io mi giro trattenendo il fiato. L’ho
deluso di nuovo? Cercavo di entrare nell’ottica che vuole lui. L’ottica
del campione. Fame di goal.
Muove la testa per chiamarmi fuori ed io sospirando lo seguo.
Quando gli sono davanti mi
fissa senza arie particolarmente furiose, ma so che l’ho deluso di
nuovo. Sicuramente non vuole che litigo con Cris. Cazzo, non l’ho mai
fatto!
- Che ti succede? - Mi stringo nelle spalle.
- Cerco di evolvere! Fino
ad ora pensavo che importava che qualcuno segnasse. Adesso è solo che
voglio farlo io! Perché lui è la stella ma se non gli passano la palla
non lo è più e allora che si fa? Dobbiamo privarci noi del goal perché
la regola numero uno è far segnare prima lui e poi noi? Non capisco! -
Zizou aggrotta la fronte e cerca di capire cosa mi stia succedendo.
- Vuoi dire che la sua
gloria deriva da meriti tuoi? - Suona davvero male così. Sospiro e mi
strofino il viso sempre più nervoso, mi sto odiando, non mi piace
essere così.
- No, sto dicendo che la
gloria di uno è merito di tutta la squadra, ma non viene mai
riconosciuto. Senti, io non voglio sentirmi dire che la grandezza di
Cris dipende da me, però quando penso un po’ a me stesso Cristiano
spesso non si vede in campo! E’ un fatto! Però io voglio evolvere,
essere un vero numero nove. Come mi hai detto tu. Voglio fare quello
che tu ti aspetti, che mi hai chiesto. Non accontentarmi di un goal
solo! - Ed ecco qua, è venuto fuori. Lui si strofina nel labbra e si
guarda intorno per vedere chi c’è, purtroppo sono troppi e sospirando
non mi tocca, ma gli occhi sono dolci.
- E voglio che continui ad
avere quella fame, ma non a discapito di quella cosa bellissima che
avete creato tu e Cris. Tu e lui avete messo su un’opera d’arte! Il
modo in cui giocate insieme in campo io non l’ho visto fra nessuna
coppia d’attacco. Non voglio che lasci perdere questo. Si può fare
entrambi, non devi dimenticare questa tua dote che è speciale, gli
altri grandi attaccanti di cui parlano tutti non ce l’hanno. La cosa
che ti contraddistingue dagli altri è che tu fai un orchestra, loro
fanno assoli. E le opere più belle sono quelle con l’orchestra. -
Capisco cosa vuole dire e mi smonto subito, mi sento stupido ed
egoista. E l’ho deluso di nuovo.
- Non riesco mai a
soddisfarti, a farti felice. Voglio che tu sia orgoglioso di me, cerco
di realizzare quello che vuoi, ma non ci riesco mai! - Sorride e mi dà
una pacca sulla spalla perché da qua non può fare altro.
- Non fare lo scemo, mi
rendi molto orgoglioso. Stai segnando ad ogni partita e spesso apri tu
i goal per tutti. Stai andando benissimo, mi stai già rendendo felice.
Ed è vero, voglio che segni di più. Ma voglio rivedere quelle belle
giocate con Cris. Una partita è di novanta minuti, eh? Cosa pensi di
dover segnare 5 goal per volta? Fanne fare qualcuno a lui… - Chiudo gli
occhi e sospiro, poi sorrido e scuoto la testa.
- Scusa. - Scuote anche lui la testa, sorridendo, e mi stringe la spalla con la mano, poi mi dice di andare dentro.
Quando entriamo c’è un’atmosfera strana, tutti ci guardano, Cris tiene la testa bassa, il corpo duro.
L’ho trattato ingiustamente, lui mi ha sempre aiutato quando andavo male.
Sragionavo proprio.
Faccio l’aria colpevole, mi
avvicino a lui e mi chino prendendogli la nuca con la mano, poi gli
bacio la tempia e mi risiedo al mio posto. Non diciamo niente, ma lui
alza la testa e mi cerca. Fa un espressione strana, non sorride e non
fa occhiolini, penso stia assimilando la pace.
Zizou prende poi l’attenzione e comincia il suo discorso d’incoraggiamento e le indicazioni pratiche.