13. GUAI ALL’ORIZZONTE


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Stavo felicemente vegetando in attesa di cominciare con gli allenamenti, scherzando beato e felice con James e Luka, quando sento entrare Sergio e Cristiano discutere.
Affilo le orecchie per capire se litighino o se parlino di qualcosa che li ha indignati, perché Cris e Zizou stavano avendo la conferenza mentre noi ci preparavamo e Cris non aveva voglia perché sapeva che l’avrebbero innervosito con delle domande del cazzo, come sempre, cercando di provocare una brutta prestazione.
L’ha detto.
‘Non fatemela fare, poi rispondo male!’
Zizou ha insistito dicendo che lui è il giocatore più richiesto per la conferenza e che questo è il brutto di essere i migliori.
Così Cris ha detto col suo broncio seccato ‘bene. Ma sappi che risponderò male se mi rompono le palle e che me ne vado appena esagerano!’
Zizou ha riso e gli ha detto che andava bene.
Ed ora arriva tutto fumante di rabbia.
- Che c’è? - Chiede James che se si tratta di Cris è sempre suscettibile.
Cris inizia a cambiarsi per gli allenamenti e Sergio risponde al suo posto.
- Ha dato diverse rispostacce, in generale meritate. Ma una mi ha lasciato un po’ perplesso. - Cris sbuffa e sbatte le scarpe per terra, seduto al suo posto poco distante da me.
- Ho detto quello che dovevo, quella domanda veniva dopo mille cretine e non ne potevo più! Hanno passato tutta la conferenza a cercare di innervosirmi e mettermi in una brutta luce e alla sparata del secolo non ne potevo più! - Si giustifica molto indispettito, non mi aspettavo diversamente. Sergio a questo punto si rivolge direttamente a me, forse non vuole che lo sappia dalla bufera che potrebbe scoppiare domani sui giornali.
- Hanno chiesto se gli MSN hanno un rapporto migliore dei BBC e lui prima ha detto giustamente se lo dicono perché l’hanno letto o l’hanno scritto loro. Come per chiedere da dove gli venga fuori questa invenzione. E poi ha continuato dicendo che anche allo United non aveva rapporti in privato con tutti, ma in campo erano un grande team. E così non ha bisogno di uscire a cena con te o Gareth per avere un’ottima prestazione in campo, che conta quello che succede lì e non a casa. - Silenzio, sospira per capire se ho realizzato il significato di questa frase ed io piego la testa di lato inarcando le sopracciglia, mi sento sotto esame, mi guardano tutti e noto che anche Cris lo fa, così lo ricambio un po’ smarrito.
- E con questo? Non andiamo a cena insieme, è vero. Ma abbiamo un bel rapporto, siamo uniti. Non come Cris può esserlo con Marcelo o io con Raphael, però lo siamo… - Insomma, è vero.
Sergio allarga la mano indicandomi e si rivolge a Cris.
- Questo ti dicevo. Dirlo così era diverso. Adesso si scaglieranno contro di te per primo dicendo che non vai d’accordo con loro fuori dal campo, ma solo per giocare e poi demoliranno la valenza della BBC, per far credere che sia meno forte perché meno affiatata. -
Io intervengo aggrottato.
- Ma non è vero! - Sergio alza le spalle.
- A loro non importa! Non hanno idea di come siete davvero, hanno sparato la cosa del rapporto. Cris è caduto nella loro trappola, volevano proprio quello che ha detto. Così possono rigirarsi le sue parole e creeranno una faida interna che non esiste! Ma queste cose portano stress perché devi stare lì a sopportare un caso che non esiste. Sarai di nuovo messo nel mirino dei media dopo un po’ che non succedeva. Non dovevi dirlo in quel modo. Potevi dire che va tutto bene, stop! - Sergio questa volta insiste, di solito non è uno che bada molto a questo genere di cose, ma evidentemente ci tiene al suo ruolo di capitano. In effetti sembra di sentir parlare Iker.
- Sembri troppo Iker! - Esclama Cris seccato ed imbronciato per non dire iroso. Si toglie i vestiti e si mette quelli per allenarsi e lo fa con gesti seccati.
- Magari lui ti farebbe capire perché non dovevi dirlo! -
Sospira nervoso ed io sospiro stufo, al mio tutti si fermano di nuovo dal vociferare e mi fissano per capire come la stia prendendo, chissà perché ce l’hanno su con me oggi.
Anche Cris mi guarda di nuovo, credo abbia paura che io me la prenda con lui.
- Karim, non so se hai capito che andrai di mezzo anche tu, eh? Perché anche a te chiederanno come va con Cristiano e lo faranno finché non troveranno un modo per infangare ancora di più l’immagine dei BBC. - Sergio me lo spiega meglio, ma io avevo già capito.
- Ho capito, dai, non è grave! Ho sopportato di peggio in questi mesi, ne sono appena uscito un po’, ma comunque le conseguenze non me le leverò mai di dosso! Rimarrò per sempre il ricattatore che pugnala un amico anche se non ho fatto un cazzo! Onestamente che mi infamino dicendo che non sono un vero amico per Cristiano guardate, questo è l’ultimo dei miei pensieri! Ho i miei che piangono perché vengono insultati per colpa mia e  i miei nipoti sono vittime di bullismo e tutto per aver cercato di aiutare un amico! Sapete che vi dico? Merda più o merda meno non me ne fotte! Sarò ancora più forte! Se Cris si sentiva di dire quello, ha fatto bene. Tanto sa come vanno queste cose. Adesso lo tormenteranno con questo discorso. Sono cazzi suoi! - Con questo, stufo, mi alzo e me ne vado fuori verso i corridoi alla ricerca di una palla.
Non era mia intenzione, davvero.
Non pensavo d’aver bisogno di scoppiare in questo stupido modo.
Non so cosa mi sia preso, sono esterrefatto da solo perché credevo andasse tutto bene ed invece BOOM!
Ed ora saranno tutti a cercare di sostenermi.
Una mano mi tocca la spalla e stringe, io mi volto pensando sia James, sperandolo perché è il solo che sopporterei ora. A parte un Zizou che starà diplomaticamente cercando di correggere il tiro in conferenza stampa.
Ma quando mi giro vedo Cristiano, l’ultimo che mi sarei aspettato. Lo guardo irrigidendomi automaticamente e lui mi lascia la spalla, ma mi accompagna verso il giro di questi corridoi infiniti. Non stiamo andando da nessuna parte, solo a scaricare i nervi, immagino.
- Scusa. - Io lo guardo sorpreso.
- Dai, hai detto quello che pensavi. E’ vero che non andiamo a cena fuori, al di là del calcio non abbiamo un vero rapporto, nella vita privata… cioè andiamo d’accordo e siamo amici, parliamo, ma non facciamo serate insieme. - Arriccia il naso. E’ già pentito. Credo l’abbia capito dalla mia reazione.
- Lo so, ma così sembra che non andiamo d’accordo o che ci ignoriamo. Non volevo dire quello, non pensavo trapelasse quello, ma sicuramente rigireranno le mie parole come vorranno. Sergio ha ragione. Noi ci vogliamo bene, ci aiutiamo in campo, ci troviamo. Il nostro è un bel rapporto. Non da vita privata, però è un bel rapporto. Un ottimo rapporto. Però sembrerà che ci ignoriamo, invece. Non volevo. - Sospiro ed alzo le spalle.
- Forse è un po’ vero. A parte quando è scoppiato quel casino e Zizou ti ha chiesto di starmi vicino e allora mi sei piombato a casa con la truppa, per il resto ci si ignora un po’ fuori dalle mura calcistiche… non hai detto una cagata… -
Cristiano sta un po’ zitto mentre camminiamo ancora a caso evitando qualunque forma di essere vivente.
- Sì… però non volevo che venisse fuori o che si mettessero a pensarlo. Non siamo pappa e ciccia, non siamo due da cene a casa mia, però andiamo d’accordissimo. Abbiamo un bel rapporto. Siamo amici comunque. Mi sono espresso male, volevo puntare i riflettori sul fatto che siamo calciatori, non conta se siamo amici, conoscenti o cosa. Conta quanto bene facciamo in campo, perché siamo calciatori. - Ripete.
Annuisco.
- Ed è vero. -
- Ma in un momento simile ci butteranno merda, non aspettavano altro. Ecco, gli MSN vanno d’accordo mentre loro tre sono solo colleghi! Vedi la differenza fra i tre! - Io mi stringo nelle spalle.
- Per questo odio le conferenze e ne faccio poche… - dico ridendo. Lui alza gli occhi al cielo.
- Anche io! Zizou me la pagherà! - Io rido e le cose sono di nuovo a posto. Più o meno.
- Mi spiace che tu e la tua famiglia stiate passando questo problema. Spero che prima o poi finisca. - Silenzio, rallento e guardo per terra.
- E’ un inferno. E cerco di non pensarci, il calcio mi aiuta ad evadere, per questo vado bene. Però la verità è che in qualche modo si è rovinato tutto e non so nemmeno a chi dare la colpa. Io volevo aiutare un amico e da lì sono stato messo al rogo. Non so proprio come sia capitato. -
Cris mi ascolta ed io mi sfogo come non pensavo d’aver bisogno, poi si ferma e mi ferma. Ci guardiamo, mani nelle tasche, l’imbocco dell’uscita nel campo. In lontananza arrivano gli altri, piano piano, curiosi.
- Sono passato per molte tempeste mediatiche senza mai aver fatto nulla di male. Hanno rovinato la mia reputazione, in un certo senso anche la mia carriera perché avrei potuto essere io il Messi della situazione, osannato per partito preso, invece io sono quello che deve lottare per dimostrare che è capace. E tutto per una reputazione rovinata dai media senza motivo. Lo stanno facendo con te e mi dispiace, so cosa significa. Ma stai reagendo nel migliore dei modi. Se ti butti sul calcio prima o poi dimenticheranno, almeno un po’, e tu potrai respirare. - Sorrido grato per il consiglio ed il parere, spero abbia ragione perché è davvero difficile sopportare certe cose.
- Perché eri così nervoso? - Chiedo io. Sembra non mi interessi nulla, che non capisca nulla… però ci sono, so, vedo. E’ solo che sono i miei modi di fare, io e lui non ceneremo mai insieme la sera a casa di uno o dell’altro e parleremo solo nelle mura calcistiche, ma quel che conta è che in questo mondo, noi siamo amici e ci aiutiamo a modo nostro, come ci serve.
Cris guarda in basso e batte la punta del piede verso lo scalino. Si mordicchia il labbro.
- Da quando Riky ha ripreso a calcio ci vediamo di meno ed ora che eravamo tornati insieme da un paio di mesi… insomma, è difficile fare a meno di lui. Sai, ci siamo lasciati l’anno scorso, siamo stati alcuni mesi senza vederci e mi è mancato come l’aria, infatti ho avuto un pessimo anno a calcio. Poi torno con lui, mi riabituo a vederlo e sentirlo perché lui è in vacanza e può venire quanto vuole da me e finalmente è senza sua moglie ed io senza Irina e… e poi riprende col calcio. Non è facile. E poi c’è questa cosa. Segno di meno, è vero. Ho delle prestazioni meno brillanti, o meglio le ho ma non continue come al solito. E so che in parte è perché mi mancava Riky, ma in parte è perché ho superato i 30, no? E pensare a tutte queste cose e sentirmi dire ‘ehi, segni di meno eh?’ in tutti i modi che me lo possono dire, la cosa mi ha imbestialito. Lo so da solo! Cosa posso dire? Non sono eterno! Ma non lo direi mai, così reagisco male e dico cose che dovrei evitare. - Sorrido e gli do un colpetto sul braccio incoraggiandolo impacciato, non sono molto bravo in queste cose.
- Non mi importa cosa hai detto su di noi, è tecnicamente vero per cui non importa. Mi spiace che avrai conseguenze. -
- Le avrai anche tu… è questo il punto… - Alzo le spalle.
- Con quello che sto affrontando, questo dettaglio è un puntino. - Lui sorride ancora un po’ in colpa, ma poi arrivano Marcelo e James e ci guardano apprensivi, ci giriamo e sorridiamo cingendoci con le braccia stretti stretti, così loro due si buttano su di noi ridendo.
- Tutto a posto? - Chiede Sergio dietro di noi. Ci sciogliamo e brontolo.
- Mi sento scemo. -
- Sì, direi tutto a posto. - Con questo anche lui ride, poi spiega che ha voluto prepararci a quello che sicuramente sarebbe successo per evitare nervosismi che potevano rovinare le prestazioni, perché ormai sa come vanno queste cose.
- Tu hai un auricolare nell’orecchio collegato ad Iker che ti dice cosa dire! - Marcelo gli prende l’orecchio e glielo apre guardandoci dentro, ovviamente lo tira e gli fa male ed ovviamente Sergio reagisce mettendosi a fare la lotta con lui e le risate non si sprecano.
Le cose vanno di nuovo bene.


Zizou è posizionato sulla porta d’uscita e abbraccia tutti i giocatori mentre escono, poi arriva il mio turno, sono l’ultimo, mano, mi aggrappo a lui e ci stringiamo a vicenda con entrambe le braccia in un abbraccio pieno e sentito, molto forte. Zizou mi dà un bacio veloce sul collo, è una cosa che mi dà spesso quando ci abbracciamo, a volte non lo controlla e non si rende conto che non siamo soli. E’ capitato me ne desse quell’anno in cui era il secondo di Ancelotti, quando uscivo o quando dopo un goal andavo ad abbracciarlo.
E’ come un’abitudine. Il bacio sul mio collo o sotto l’orecchio.
Mi ricopre sempre di brividi, solo che ora ha un’accezione ben diversa quel bacio e credo l’abbia dato solo a me, così come questo abbraccio sentito che mi dà una forte scarica d’adrenalina.
Poi invece del buona fortuna o del buona partita, mi dice che mi vuole bene e qua svengo perché poteva essere sentito e forse è sentito, ci stanno anche riprendendo. Lo dice molto piano al mio orecchio e velocissimo e soprattutto in francese, un borbottio fra noi perché ricambio ‘anche io’ e non credo che qualcuno capisca qualcosa di preciso, sicuramente è solo un brontolio fra noi due.
Poi scappo via verso il campo.
E’ incredibile quello che sta succedendo, ancora non me ne capacito.
Che mi vuole bene e che mi baci così davanti  tutti… beh, ok, non proprio. Il ti voglio bene me l’ha borbottato, non credo nessuno abbia sentito e poi erano rimasti solo i suoi collaboratori, la squadra era già passata. E il bacio però c’è stato, velocissimo. Non ci pensa, sono cose che gli vengono spontanee con me perché abbiamo questo rapporto.
Mi fa proprio morire di gioia.
Non capisce quanto.
Mi fa sentire realizzato, come se avessi tutto.


Seppure senza goal è una buona partita per me, il primo tempo è pessimo, ma nel secondo reagisco e cerco il goal spesso e l’azione che accompagna l’attacco, per cui diciamo che vado meglio. Purtroppo un po’ è sfiga ed un po’ il nervoso perché nemmeno oggi segno.
Ma alla fine non posso lamentarmi del tutto.
Poi Zizou non mi toglie e questo mi piace molto.

Ripartiamo subito dopo la partita, tempo di prepararci e siamo in viaggio verso Madrid.
E’ notte inoltrata e siamo tutti stanchi, in aereo dopo un primo momento di chiacchiericcio, nessuno parla. Le luci si spengono per lo più ed è un’atmosfera molto intima.
Aspetto un po’ e mi guardo intorno, quando vedo che dormono quasi tutti e che quelli svegli comunque hanno uno sguardo perso per il proprio universo, mi alzo e vado vicino a Zizou che si è seduto per conto suo, a volte sta con qualcuno, ma altre come ora è lì da solo, davanti alla fila. Così mi siedo lì e siccome davanti a noi non c’è nessuno e dall’altro lato ci sono due che però dormono, mi mordo il labbro e lo guardo furbo e brillante. Lui dapprima è sorpreso di vedermi, poi indico il silenzio col dito sul labbro e mi sporgo verso di lui. Al sicuro nel suo angolino, coperto da sedile, ombra e parete, lo bacio. Lui sorpreso si lascia fare mentre gli apro la bocca con la mia ed infilo la lingua alla sua ricerca. Risponde senza respingermi e la voglia che ho di lui è allucinante.
Ma devo contenermi e mi sciolgo dalla sua bocca.
Alzo il bracciolo che c’è fra noi due e appoggio la testa alla sua spalla. E’ il posto ed il momento migliore, mi dico sicuro e pieno di voglia.
Zizou penso sia un attimo smarrito e sorpreso della mia intraprendenza davanti a tutti, però il fatto che dormano e che non possano vederci mi rincuora abbastanza.
Do un’occhiata all’altra parte e mi assicuro che ronfino. Così lascio scivolare la mano sul suo stomaco. Zizou trattiene il fiato e mi fissa, non lo vedo ma lo sento.
- Sei pazzo? - Chiede sottile e con un infarto in corso.
- Sss…. - Rispondo continuando a scendere con la mano sulla sua pancia. Quando arrivo alla cintola, gliela apro facilmente con una mano e la stessa va sotto i vestiti, trovo subito il suo cazzo, lo tocco e lo strofino per un po’, quando sento che si sta eccitando mi tocco da solo attraverso i pantaloni, strofino e schiaccio senza tirarmelo fuori.
In compenso lo faccio con lui e sta per darmi una gomitata quando mi chino su di lui e glielo prendo in bocca. Così invece di tirarmi via, si mette una mano sulla faccia per soffocare i gemiti.
L’altra mano, poco dopo, accompagna la mia testa su di lui, mentre mi muovo su e giù succhiando il suo cazzo che si fa duro e grande sulla mia lingua. Cerco di essere deciso ma silenzioso, senza rumori di risucchio e saliva vari.
Sono bravo e pulito e lui è duramente eccitato, non so come faccia ma alla fine viene in silenzio. Io non ci sarei riuscito così zitto zitto.
Prendo tutto ed ingoio e mi tiro su soddisfatto pulendomi la bocca con il dorso ed un sorrisino realizzato. Zizou è rosso, affannato e sconvolto e mi guarda come se fossi un alieno.
- Che è successo al Karim riservato ed attento che davanti ad anima viva non fa nulla? - Sussurra malizioso. Io altrettanto mi sporgo di nuovo e gli lecco l’orecchio prima di rispondere.
- E’ il premio per aver vinto la tua prima partita di Champions da allenatore. - Zizou fa un sorriso sornione e realizzato girando al testa verso la mia.
- Spero ci saranno altre occasioni per essere premiato, allora… - Mi dice sulle labbra. Io le piego in un sorriso beato come lo è il suo.
- Vedrai quante. - Dopo di questo sto ancora un po’ appoggiato alla sua spalla, entrambi svegli a sentirci e basta, in silenzio, le mani allacciate. Zizou è capace di una dolcezza infinita quanto di un erotismo deciso e sconvolgente. E’ una persona con molti lati che mi ha fatto perdere la testa come nessuno.
Spero non finisca mai, fra noi.
Quando siamo in dirittura d’arrivo, mi alzo e torno al mio posto, poco dopo viene annunciato l’atterraggio e i compagni si svegliano assonnati, Raphael vicino a me non si è accorto di niente, ma anche se fosse di lui posso fidarmi.
A volte le cose sono perfette, almeno ogni tanto, in certi casi.