14. COMUNQUE UN OGGETTO



La voce canzonata e divertita di Cris mi arriva da vicino mentre facciamo macchine, parla al cellulare in portoghese e non capisco nulla. Dal tono e dalla lingua immagino sia con Riky e soprattutto da come ride scemo credo che Riky sia geloso, ultimamente mi pare di aver capito che è geloso di James, perché Cris scherza un po’ troppo con lui, e a Cris piace. Infatti lo guardo e capisco che lo fa maledettamente apposta!
Scuoto il capo. Povero Riky.
Poi do un’occhiata a James vicino a noi mezzo inconsapevole. Povero anche lui.
James ormai sa che Cris sta con Riky, ma siccome lui ogni tanto scherza in modo eccessivo, penso che la speranza di essere più che un amico si affacci.
Ad un certo punto a Cris scappa il mio nome e lo fisso torvo.
- So che parli di me e James, potresti anche farci sapere cosa dici! - Brontolo. Lui ride sguaiato e passa dal portoghese allo spagnolo.

- Tu guardi solo me e lui, ma non noti che James è così anche con altri che di carattere sono espansivi allo stesso modo. Con Marcelo, con Isco lui è uguale come è con me! - Io mi copro il viso continuando a ridere perché Cris ha una faccia di bronzo unica.
James mi guarda incerto, forse non sa nemmeno cosa pensare. Cris ascolta il fiume di parole di Riky e poi risponde sempre divertito. Io se facessi una scenata di gelosia a Zizou e lui mi deridesse, lo uccidere.
- Beh, se vuoi saperlo va a letto con Karim, invece! Perché James gli dà la dose di dolcezza e lo fa sentire uomo, visto che con Zizou si sente donna! - A questo smetto di pedalare e gli prendo il telefono fermandolo prima che cominci a sparare troppe boiate.
- Senti Riky! L’imbecille del tuo ragazzo non ti tradisce, se lo facesse non si spiattellerebbe in diretta mondiale davanti a miliardi di persone! E la mia vita privata sono cazzi miei! Se non gli credi ti comincia ad illustrare le mie posizioni a letto! Fatevi i cazzi vostri! E poi andiamo, è chiaro che lui lo fa apposta per ingelosirti! Lo conosci da un sacco di anni, come fai a non capire quando ti stuzzica di proposito? A lui gli piaci quando fai così e tu ci cadi sempre come un pero! - Con questo lo saluto e gli restituisco il cellulare. Cris lo riprende e mi dà un calcio scendendo dalla cyclette per andare a rimediare alla cosa con Riky in privato, sparisce nel magazzino e si chiude dentro, così io e James rimaniamo soli, io sbuffante e lui ancora molto imbarazzato.
Smetto di pedalare e vado al macchinario per il rinforzo delle gambe, mi siedo, incastro i piedi negli appositi pedali e comincio a sollevarne una per volta.
Da qua lo vedo ancora meglio. James sembra in crisi mistica.
- Dai, non prendertela. Lui è scemo! - Ma non capisco dove sia il problema. Anche se Riky sa di noi non è una tragedia.
James non dice nulla, pedala ancora un po’ e poi passa ad altri esercizi. E’ stranamente silenzioso, non insisto e lo lascio nel suo brodo, anche se allenarsi così è difficile.
Dopo il mio macchinario, mi alzo e passo a qualcosa per le braccia, però prima vado da lui seduto a gambe larghe in un altro simile al mio, ma un po’ diverso.
Mi accuccio davanti a lui, gli prendo le ginocchia con le mani e lo guardo con aria curiosa piegando la testa di lato. Lui ha un dolcissimo broncio e mi fissa fermando i movimenti.
- Che c’è? Perché ti ha dato fastidio? - James sospira e pensa se dirmelo o no, allora muovo i pollici all’interno delle ginocchia a stimolare un punto che gli piace. Alla fine risponde.
- Un insieme di cose. Che Cris mi usi per far ingelosire il suo ragazzo oltreoceano ignorando la cotta che ho per lui… e poi che per te io sia solo… beh, quello che ha detto. Un modo per farti sentire uomo quando Zizou ti fa sentire donna. Sono un oggetto per entrambi. - Solo ora capisco quanto insensibili siamo io e quel buzzurro di Cris, così scivolo con le mani sulle cosce scoperte, dove solo degli shorts ci separano, infilo le dita sotto la stoffa e lui sussulta mordendosi il labbro. Tocco l’inguine attraverso gli slip.
- Ma almeno io ti faccio godere… - Non credo fosse la risposta giusta, infatti James, sebbene combattuto, lascia le maniglie del macchinario e mi sposta le mani seccato.
- Però sempre un oggetto! -
Non so bene cosa dovrei dire, perché è vero che amo solo Zizou e che per me James è un modo per sentirmi uomo e per non soffrire della mancanza di Zizou quando lui deve fare il marito ed il padre.
Però non voglio che si senta così, il piccolo James. Così mi guardo velocemente intorno e assicurandomi che non ci sia ancora nessuno, sposto le mani sopra la stoffa, sul suo inguine. Gli carezzo il pacco strofinando tutto per bene, poi quando prende forma fra i suoi sospiri trattenuti ed imbronciati, gli abbasso l’elastico e gli tiro fuori il cazzo.
E’ ben dotato il piccoletto.
Mi lecco le labbra, sogghigno e mi immergo in lui, fra le sue gambe che restano aperte. Lo lecco su tutta la lunghezza e poi lo prendo in bocca.
Non sono di nessuno, sono di chi voglio al momento perché non ho obblighi e nessuno mi garantisce nulla. Non posso pretendere niente da nessuno, solo quello che hanno voglia di darmi, per cui pretendo di fare quello che voglio per stare bene in un dato momento.
James geme presto, le mani sulla mia nuca mi accompagnano, poi comincia coi ‘sì, così’ e poi alla fine chiama in causa Dio e Gesù ed ecco che mi viene in bocca.
Io soddisfatto ingoio, poi mi allungo su di lui, con un sorrisino vittorioso, e gli faccio assaggiare il suo stesso sapore. Eccitato ed ansimante, mi accoglie morbido ed io sto bene, mi piace far godere gli altri. E poi penso che potrei stare meglio.
Infatti mi alzo davanti a lui, mi guardo ancora intorno e mi abbasso leggermente i pantaloncini, mi tiro fuori il cazzo e comincio a masturbarmi da solo davanti a lui.
- Pensi che sia giusto ricambiare? - Chiedo provocante. - Posso anche fare da solo, sai… - James inghiotte a vuoto, si lecca le labbra e lussurioso, con occhi che brillano, si sporge sul sedile del macchinario, mi prende per i fianchi e mi avvicina, poi prende il mio e lo massaggia. Dopo di che parte con la lingua dalla punta, scende giù di lato, mi succhia sotto e salendo lo circonda con le labbra, fino a che ecco, lo fa suo del tutto mettendoselo per bene in bocca.
E’ uno di quei momenti in cui il mondo sparisce, i ruoli, le regole e qualunque cosa dovessi per caso ricordarmi.
Il formicolio, i brividi alla base della nuca si espandono caldi in tutto il corpo, su ogni terminazione nervosa ed il piacere è fisico quanto mentale.
Spingo col bacino nella sua bocca mentre succhia con sempre più impeto e gli vengo anche io dentro. Il piccolo ha imparato ad inghiottire, seppure lo faccia con una smorfia. Del resto è più pratico in certi casi.
Mi lecca per bene, pulendomi ulteriormente, poi si stacca e mi guarda da sotto con questi occhi da cerbiatto. Io sorrido malizioso, gli prendo il viso fra le mani, mi abbasso e lo bacio.
- Sono stato onesto con te dal primo istante. Sai cosa sei e perché lo faccio. Potrei avere mille altri per il motivo per cui scopo con te. Però voglio te. - James annuisce ancora perso nell’orgasmo.
- Lo so… lo so… non chiedo e non voglio nulla… mi sta bene. Anche io non so cosa provo, né se provo qualcosa di particolare oltre al piacere. Mi piace quello che facciamo e mi piace farlo con te. E non voglio nulla, davvero. - Gli carezzo la guancia e mi raddrizzo sistemandomi, cosa che fa anche lui.
- Se hai problemi con Cris parlagliene. Altrimenti non hai diritto di deprimerti. - Non lo dico con durezza, però non sono molto dolce. Lui annuisce ed io vado a prendere una bottiglietta d’acqua, un’altra la tiro a lui. Bevendo gli faccio l’occhiolino e poco dopo Cris torna, passandomi davanti gli tiro un calcio amichevole, lui ride, ma non ne parliamo, come se non fosse successo nulla.
Se io sono insensibile?
Sì, ma lo so bene. Sono sensibile solo con Zizou e mia figlia, con gli altri sono una bestia. Ma lo sappiamo tutti.
Però Cris che pretende di essere sensibile, dolce, carino e gentile beh… dovrebbe ricordarsi che non può usare gli altri a piacimento se vuole solo essere amico di James.
Però non volendo intromettermi nei suoi casini, torno a farmi i cazzi miei come sempre e tutto riprende da dove si era interrotto.



Non so se lo fa anche con gli altri, non credo onestamente. Sono un po’ nel mio mondo, ma non fino a questo punto.
Insomma, appena emetto un suono, di qualunque tipo sia, anche se borbotto incomprensibile e nessuno può sentire, Zizou arriva e mi chiede cosa ho, cosa succede o risponde a quel che ho detto anche se nessuno può averlo sentito.
Così anche oggi, uscendo dagli allenamenti con l’intenzione di trattenermi a fare un po’ di esercizi sotto porta, faccio una smorfietta per una strana fitta alla gamba dopo un movimento che non pensavo nulla di particolare.
Zizou non mi era proprio vicino e comunque parlava con degli assistenti. Liquida il collega e si avvicina alzando il mento con aria interrogativa. Io mi distendo in un sorriso e chiedo cosa abbia, così lui:
- Sono io che lo chiedo a te! - Io faccio finta di nulla, di non capire, così sbuffa. - Hai fatto una smorfia toccandoti la gamba! - Io non mi ero nemmeno accorto di essermi toccato!
- Cazzo Zizou! Ma l’emisfero destro si occupa degli altri ed il sinistro solo di me? - Zizou sorride un po’ imbarazzato, poi torna al punto della questione.
- Hai male alla gamba? - Alzo le spalle.
- Forse… ho avuto una fitta all’altezza dell’anca… - Nessuno ci farebbe caso, un bel riposo potrebbe essere sufficiente e se domani ho ancora male, mi tiene in panchina.
Però lui mi prende per il braccio e delicatamente, ma molto deciso, mi tira verso la struttura.
- Andiamo, vai a farti controllare. - Sospiro alzando gli occhi al cielo.
Non è la prima volta che è così apprensivo.
Quando in campo ho un brutto scontro e dopo magari zoppico per un po’ o mi tengo troppo il punto colpito, lui mi cambia. Per fortuna non è successo molto. A volte sono riuscito a non farmi togliere convincendolo che stavo bene.
E’ molto, ma molto apprensivo e la cosa è dolcissima da parte sua, ma spero che gli altri non mi guardino male pensando che sia il suo cocco. Che è vero, per carità, ma non vorrei che mi odiassero.
Mi lascio accompagnare dal fisioterapista della squadra che chiama con un fischio, spiega che accuso un dolore all’anca e mi chiede dopo quando e cosa ho fatto e com’è il dolore, glielo spiego e mi fa stendere piano sul lettino. Zizou sta in disparte con le braccia conserte e l’aria seria e concentrata.
Il fisioterapista lavora sulla zona che mi fa male, mi manovra e mi massaggia, poi dopo un po’ mi lascia andare.
- Non dovrebbe essere nulla di grave, lo devi tenere caldo, stasera fatti fare un altro massaggio ed un altro domani. E’ una leggera dislocazione. Passerà presto, non hai nemmeno bisogno di giorni. - Zizou allora lo fissa a dir poco severo.
- Uno come minimo sì. - Io lo guardo come se mi avesse pestato un piede. - Domani non giochi! - Esclama severo. Io mi corrugo.
- Andiamo, ha detto… -
- Per quanto leggera sia, è una piccola dislocazione! Stai a riposo e poi vediamo come sei domani e dopo domani! - Sbuffo vistosamente in disaccordo e lui uscendo replica fermo. - Tanto sono io che faccio la lista dei convocati, decido io. Non ti rischierei per nessuna ragione al mondo! Tanto ormai la Liga è un miraggio, punteremo a superare l’Atletico per ritrovare la faccia, ma non facciamo miracoli. Per cui se ci sono partite che puoi perdere, sono proprio di Liga. - Zizou si prende anche la briga di spiegarmi tutto, poi sbuffando mi ferma prima di entrare nello spogliatoio dove alcuni compagni si stanno ancora cambiando, altri escono. Noi stiamo qua vicino, aspetta che il via vai si calmi, poi mi mette una mano sulla spalla aspettando che lo guardi. Quando lo faccio è calmo e indulgente.
- Faccio il mio lavoro. Fidati di me. - Sospiro arrendendomi. Non gli andrei comunque contro.
- E va bene. - Lui fa un sorriso di incoraggiamento, torna a guardarsi intorno e cogliendo l’attimo, si avvicina e mi lascia un bacio fugace sulla guancia. Spessissimo mi saluta così anche se non siamo proprio in ambienti sicuri, però è una cosa che fa fuori dal suo controllo perché quando ci incontriamo e siamo soli, mi bacia sempre.
E’ una persona molto dolce, in realtà. Sembra freddo e sulle sue, ma con chi ama, con chi ama davvero, è estremamente dolce e molto presente, attento, apprensivo. Infatti ha un rapporto splendido coi suoi figli.
- Vai a cambiarti e fatti fare un massaggio stasera. - Annuisco e vado. 
Quando entro James si sta cambiando e mi guarda sorpreso, così sospiro e mi siedo proprio vicino a lui perché abbiamo i posti numerati in ordine ed io ho il 9, lui il 10. Nel movimento torno a sentire fastidi all’anca e per stare meglio devo allungare la gamba in modo da stendere il fianco e non fare angoli. James lo nota.
- Non posso giocare domani, ho una piccola dislocazione dell’anca ed il mister non vuole rischiarmi. - Altri qua presenti sentono e si girano preoccupati o colpiti, anche James ovviamente non sembra da meno ed io sorridendo gli do un pizzicotto alla guancia. - Dai, non è niente davvero! E’ solo molto apprensivo e basta! - James fa un bel broncio.
- Meglio apprensivo che incosciente! Fa benissimo! - Io sorrido e scuoto la testa.
- In questo siete uguali! - Forse l’unica cosa. James mi guarda capendo che mi riferisco a Zizou.
- Davvero? - Io annuisco sfilandomi la maglia dopo essermi tolto le scarpe, mi muovo piano e cerco di non piegarmi in avanti.
Quando mi alzo per togliermi i pantaloncini e gli slip e questi si bloccano sulla coscia perché sono ancora un po’ sudaticcio e gli slip sono stretti perché devono tenere fermo tutto, sbuffo cercando di chinarmi, ma una fitta all’anca me lo impedisce. Alzo gli occhi al cielo e James si china davanti a me e me li toglie lui. Lo guardo con un sorrisino e penso che se stessi meglio approfitterei di lui.
- Ma che servizievole! - Commento malizioso. Lui ridacchia.
- Sempre e comunque, monsieur! - E’ uno dei miei soprannomi.
Una volta nudo, prendo le cose per lavarmi, mi giro e gli carezzo la guancia.
- Grazie. Buona partita per domani. - Con questo vado in doccia, da solo, Cristiano è ancora in campo ad allenarsi ai tiri di punizione e alle rovesciate.
Quando esco, però, James è ancora lì.