8. ADESSO E’ PERFETTO COSI’



La sera arriva in fretta, l’aspettavo impaziente.
Gli propongo di prendere qualcosa fuori, ma ovviamente cucina lui e fa qualcosa di assolutamente salutare e nutriente, adatto alla cena di un calciatore.
Sorrido mentre lo guardo fra i fornelli, non si smentisce mai.
Ripenso a quando è entrato e mi ha salutato con un bacio appoggiato alle mie labbra, naturale, ovvio.
E’ così bello.
Non abbiamo avuto molti momenti così intimi, dove comportarci in maniera naturale.
Mi piace, mi piace da morire. Specie guardarlo mentre cucina nella mia cucina immacolata.
- Allora? Come è andata con James ed Isco? - Chiedo dopo un po’ che mi perdo  ad osservarlo.
Lui mi chiede di passargli delle cose e mentre gliele do, mi risponde.
- Direi bene… gli ho spiegato che giocano nella stessa posizione e che hanno gli stessi meriti, per cui si alterneranno. Non potranno mai essere sempre titolari e comunque saranno sempre sostituiti uno con l’altro… salvo eccezioni dovute a infortuni e imprevisti… - Faccio un sorrisino. Come mi aspettavo.
- Apprezzeranno la sincerità… - Lui si stringe nelle spalle…
- Lo spero… non posso fare diversamente… - A questo mi avvicino a lui, infilo il braccio al suo fianco e alzo il coperchio della padella chiusa chiedendo cosa cucina, mi dà uno schiaffo alla mano allontanandomi, ma la mia indugia sul suo culo sodo che un normale 40enne se lo sogna!
Lui ridacchia.
- Non capisco se miri al cibo o al mio sedere! - Appoggio il mento alla sua spalla, da dietro, e ridacchio fissandolo di sbieco come fa lui.
- Secondo te? - Naturalmente la mia mano non vuole saperne di staccarsi dal suo culo.
Zizou sorride sornione e continua a girare le fettine di petto di pollo ai ferri.
- E’ quasi pronto, fai la tavola? - Dice appoggiando la testa alla mia. Sono momenti che non penso abbiamo mai avuto così e me ne sto ubriacando ancora di più.
Gli bacio la spalla dove poggiavo il mento e vado ad eseguire l’ordine, quando finisco mi chiama.
- Prova? - Mi porge una forchetta con le patate infilzate, una mano accompagna sotto per non far cadere nulla ed io mi avvicino prendendo la patata da lui. Scotta, ma mando giù.
Un buon sapore mi inebria e sorrido.
- Perfetto! - Lui annuisce soddisfatto e chiude il fornello.
E’ una cosa così da coppia!
Mi mordo il labbro e mi siedo aspettando che mi metta il piatto pronto a tavola e che si sieda con me. Me lo poggia insieme al suo e prima di sedersi mi versa l’acqua nel bicchiere e qua rido.
- Come sei servizievole! Dovevo fare io tutto questo! Sei tu il festeggiato! - Zizou scuote la testa.
- Mi piace cucinare per chi amo. - E così mi zittisce.
Ecco Karim! Prendi e porta a casa!
Non dico niente, rimango impacciato per un po’, poi mangiando commento che è molto buono e ricominciamo a parlare. Mi chiede se seguo la dieta che mi ha dato, io dico ovviamente sì e la cena va nella normalità più totale. Non ci sono più tanti imbarazzi, siamo di nuovo naturali, come una coppia che vive insieme e si riunisce alla sera, a fine giornata, dopo il lavoro.

- Allora… - Fa dopo un po’ che abbiamo finito di mangiare. E’ un ‘allora’ che introduce qualcosa. Io lo guardo curioso, in attesa.
- Allora… - Lo imito incerto.
Lui mi osserva penetrante, col suo solito magnetismo, e solo ora capisco che è lui che aspetta qualcosa, così mi illumino realizzandolo.
- Non ti ho preso regali! E’ stato troppo improvviso! E poi pensavo che non avresti gradito… - Lui fa un sorriso consapevole annuendo divertito.
- Mi conosci… - Così gioco con le posate, ormai inutili poiché finita la cena da un pezzo.
- Ti aspettavi qualcosa? -
- Speravo di no… sarei stato imbarazzato. Allenarvi è un sogno. - Dice calmo e pacato, riportando tutto alla normalità. Sorrido mite. - E allenare te è il mio regalo! -
Lo dice suadente, guardandomi negli occhi ed io arrossisco succhiandomi il labbro.
- Sei tu che sei il mio regalo. In realtà volevo farti qualcosa, ma non avevo proprio idea di cosa… non sono bravo in queste cose e non trovavo niente di adatto… - Alla fine sorride perché credo che lo sapesse e mi guarda sempre con quell’aria che mi destruttura, mi disfa e mi ricompone. Ha questo potere, un potere che non ha nessun altro. Mi fa sentire suo.
- Però vorrei lo stesso il mio regalo. - E con questo tono, accompagnato da questo sguardo, un’ondata di calore mi invade ed esplode direttamente dalle parti basse.
Rimango immobile, incredulo, eccitato ad osservarlo alzarsi silenzioso e serio, fa il giro del tavolo e mi porge la mano. Io inghiotto a vuoto, emozionato, gliela prendo e intrecciamo le dita, mi tira e mi alza, poi mi conduce fuori dalla sala da pranzo e verso la camera. Silenziosi. Consapevoli. Eccitati.
Frenesia. Voglia. Desiderio.
Mi porta in camera, il cuore batte forte in gola.
Oggi l’abbiamo fatto velocemente e volgarmente sulla scrivania, ma quella era una sveltina.
Zizou si apre i bottoni della camicia bianca che indossa, i primi erano già aperti e appena arrivato si è tolto la cravatta.
Ho commentato il fatto che fosse vestito così formale, ma essendo stato il primo giorno è sceso in campo in tuta, poi una volta fatte le cose al club si è vestito bene perché ha avuto diversi impegni.
Ormai è un pezzo grosso.
Mi siedo sul bordo del letto guardandolo spogliarsi per me, mi guarda con quello sguardo sottile, magnetico, erotico.
Languido e con due dita si apre il resto dei bottoni, si tira la camicia fuori dai pantaloni e si apre la cintura. Sempre con la stessa calma e sensualità naturale, se la fa scendere dalle braccia, l’adagia con cura, ma velocemente, su una sedia poco distante, poi si apre il bottone dei pantaloni e si abbassa la zip, le scarpe e poco dopo è qua in piedi in slip.
Zizou è classico, non è tipo da boxer. Mi lecco le labbra guardandolo quasi tutto nudo.
Al momento di togliersi anche l’intimo, si ferma e rimane con le braccia lungo i fianchi, l’aria seria, in attesa. Io così capisco cosa vuole e allargo le gambe toccandomi in mezzo, attraverso i vestiti. Non faccio nulla, sto qua e lo fisso toccandomi.
Poco dopo fa quel passo che ci separava, si infila fra le mie gambe e si tocca a sua volta, serio e lento.
Non resisto oltre, mi infilo la mano sotto pantaloni comodi e larghi di tuta e ai boxer, l’altra mano la uso per abbassargli gli slip con un dito e mentre lo faccio appoggio il viso sul suo inguine coperto per poco.
Sa di lui. Sa di sesso.
Quando gli slip sono abbastanza giù, la sua erezione esce con uno scatto. In breve si accartocciano alle caviglie. Lui rimane fermo davanti a me in attesa, le braccia immobili, mi fissa in piedi mentre lo sfioro con una mano e con l’altra mi manovro da solo.
Nel silenzio più completo, un silenzio più erotico di mille parole volgari o provocatorie, apro la bocca e tiro fuori la lingua, infine inizio a leccare la sua lunghezza. Me lo indirizzo con le dita che muovo su e giù, l’avvolgo in parte con le labbra, arrivo sulla punta, la stuzzico, ci giro intorno, la bacio, scendo dall’altra parte, continuo a leccare ed infine apro la bocca bene. Lui con una spinta, si infila dentro, la mano scivola sinuosa sulla mia nuca ad attirarmi a sé, a comandarmi di farlo senza usare un filo di voce.
Il suo cazzo in bocca, mi muovo, stringo e succhio. Veloce, sempre più intenso, con impeto. Cresce, mi arriva in fondo alla gola. Continuo senza fermarmi, lo sento pulsare. Lui ansima. Ansima sempre di più.
Cazzo, se viene non mi levo. Ingoio tutto subito, poi glielo faccio tornare duro di nuovo per farmi scopare come si deve.
Ma mentre lo penso lui gestisce la cosa a modo suo, come sempre, e mi spinge via, facendo un passo indietro.
Mentre gli facevo il pompino, mi sparavo una sega ed ora il risultato ce l’ho in mano, bello grande.
A questo punto capita spesso di cominciare ad usare parole volgari, del tipo ‘succhiamelo’ o ‘scopami’, ma continuiamo a stare zitti e a guardarci in questo gioco di comando e desiderio.
Sono così fottutamente eccitato!
Zizou un passo indietro, mi prende il polso e mi tira su, una volta in piedi mi tira via la maglia, anch'essa comoda. Fissandomi negli occhi, intenso, pieno di promesse, scivola coi palmi sui miei fianchi, infila le dita sotto l’elastico dei pantaloni e ci vuole poco per farli cadere giù. Mi lascia i boxer, mi succhia il labbro inferiore che so adora, ci perde sempre un sacco di tempo. Faccio un sorrisino, lui lo nota e mi spinge sul letto, risalgo in mezzo e aspetto che mi raggiunga. Sale, gattona su di me, all’altezza del mio cazzo duro e di nuovo coperto, adagia la sua bocca aperta, lecca attraverso la stoffa stretta e mordicchia. Io mi appoggio tutto all’indietro, alzo le braccia e spingo sospirando.
Sto per chiederglielo. Che me lo succhi per bene. Ma non serve.
Sfila la stoffa, mi denuda tutto e si avventa di nuovo, lento, calmo, con padronanza.
Non mi divora, sono suo senza gesti possessivi, violenti o volgari.
Sono suo, sono così suo che potrebbe farmi di tutto, non importa. E non deve nemmeno dire mezza parola.
Sono steso sul letto, lui mi sta sopra, mi lecca il cazzo, lo succhia e lo fa totalmente suo ed io sono qua a farmi fare, a darmi, a gemere e a volerne ancora. Ancora. Ancora.
Risale dopo che mi sente pulsare e gemere, lecca i miei addominali, succhia i capezzoli, li mordicchia, ci gioca. Mi carezza. Le sue mani ovunque, come la sua lingua e le sue labbra. Risale sul mio collo, mi lascia il segno, i brividi mi percorrono. Muoio quando si infila nell’orecchio, ci gioca ed io l’avvolgo con braccia e gambe, lo tengo a me, su di me, lui facendo leva con le braccia si strofina, il suo cazzo duro contro la mia coscia e poi sull’inguine.
I cazzi uno contro l’altro.
E poi si prende il mio labbro, se lo succhia, lo tiene fra i denti e riprende a farci quel che gli pare, mentre mi tortura col suo corpo, col suo cazzo che voglio solo sentire dentro.
Per me è follia pura, non sa quanto lo desideravo. Spesso ci siamo visti per una scopata veloce, come stamattina.
Però tendenzialmente è questo che cerca di darmi. Questo e di più.
Quando dice poco tempo, ma buono e come si deve, uno non capisce finché non lo prova. E fanculo, guai a chi lo prova, lui è mio!
L’avvolgo, lo tengo a me e poi sto per chiederlo di nuovo, tiro fuori la lingua, la succhia e poi giochiamo un po’ in un bacio molto umido.
Mi fa impazzire.
E lo sa.
Quando capisce che sto per implorare che mi scopi, mi lascia e scivola giù, giù. Mi alza le gambe, me le piega e sparisce sotto, mi infila la lingua dentro, mi bagna abbondantemente, poi usa le dita. Prima uno, poi l’altro. Si muove agevolmente. Torna a bagnare. Torna ad infilarsi. Spinge, gira. E’ la fine. Sospiro sempre più forte, sto morendo sul serio.
Questa volta davvero, davvero.
Come fa a giocare così col mio corpo, a farmi provare queste cose?
E poi finalmente sa e lo fa. Sa quando deve scoparmi.
Una mano mi tiene per il fianco, le gambe sempre alte, l’altra si indirizza dentro di me, poi mi afferra, mi avvolge intorno alla sua vita sottile ed ecco che inizia. Inizia ed io gioco con le gambe, le lascio e le stringo andandogli incontro, assecondandolo al meglio nei movimenti, spinta dopo spinta.
Il suo cazzo va sempre più in dentro, duro, eccitato. Lo sento così chiaramente in me, così forte.
Spingo la testa e le spalle contro il materasso, lui mi tiene a sé, aggrovigliato, stretto, e mi alza la parte inferiore, quella che si unisce a lui in un tutt’uno. Perpetuamente.
Più forte, più forte.
E lui lo fa. Va duro, dentro di me. Virile. Cresce d’intensità. Mi possiede. Mi fa suo, è come se mi marchiasse. Gli appartengo e sto così bene qua, qua così. Così. Fino a che spinge e raggiunge quel punto dentro di me che mi fa impazzire ed allora devo masturbarmi, mi tocco perché quando tocca lì i brividi cominciano ad espandersi e basta poco, basta un minimo stimolo in più ed è la fine.
La mia arriva con un orgasmo che non è paragonabile ad altri.
Schizzo, sento lo sperma caldo che mi bagna la pancia. Lui rallenta guardando, prende con un dito e se lo succhia, io lo vedo e mi perdo, apro la bocca e allora lui tira su ancora e me lo mette dentro, io gli succhio febbrile e folle il dito col mio stesso sapore, ma preso e perso come sono non capisco proprio un cazzo.
Se non che poi riprende a muoversi con più impeto ed è lui che ora trova il paradiso.
Lo trova in me mentre diventa più forte e le spinte mi bruciano.
Poi getta la testa all’indietro, si inarca, affonda le dita nelle mie cosce e viene in un fascio di nervi, la pelle imperlata e lui così erotico, così preso da me.
Così maledettamente mio.
Si abbandona poco dopo, come se i fili gli venissero staccati improvvisi.
Si lascia andare di schianto accanto a me, sul letto. Rimaniamo ansimanti, sulla schiena, a guardare sconvolti ed eccitati il soffitto. La consueta pace dei sensi lenta arriva placando questa follia generale che ci ha spinto in orbita.
E quando comincio a calmarmi, mi arrampico su di lui tirando su le coperte. Ti amo. Forse se glielo dico adesso non sembra abbastanza vero. Gliel’ho detto in altre occasioni, lui lo sa.
Mi avvolge col braccio, mi accoccolo su di lui. Siamo entrambi ansimanti e sudati, ma ci stringiamo a vicenda, gli bacio il collo dove mi sistemo meglio e lui mi carezza.
Dio, le sue carezze. Dolci, leggere.
Chiudo gli occhi e catturo il momento.
Se avessi un desiderio, chiederei di vivere per sempre così come stasera.
Per sempre.
Io e lui insieme, vivere insieme, lavorare insieme, dormire insieme. Niente famiglie, niente impegni, niente nascondigli e finzioni. Io e lui e tutto questo per sempre.
Però so che è un’illusione. Ora è così, ma poi tornerà a casa da sua moglie, farà il marito, il padre. E sarà di altre persone.
Poi probabilmente per un po’ avrà così tanti impegni che lo vedrò solo in allenamento ed io tornerò a fare il matto, fino a che o lui o James non mi calmeranno.
Ed il ciclo ricomincerà. Fra una pausa ed un sogno.
Però per ora è mio ed è qua.
- Ti amo. - Dice dopo un po’ interrompendo il silenzio perfetto.
- Lo so. - Faccio io sorprendendo me stesso. - Ti amo anche io. - Aggiungo poi. Mi tiro su sul gomito, lo guardo e inarco un sopracciglio. Poi sorrido facendogli capire che va tutto bene.
- Quando devi tornare? - Chiedo consapevole.
- Fra poco. Non ho un coprifuoco, ma solitamente cerco di non fare mai troppo tardi. - La risposta è sempre questa. Perché lui è coscienzioso. Sa quello che gli altri si aspettano e cerca di accontentare tutti, senza però destrutturarsi o andare troppo contro sé stesso. Infatti sta comunque con me, alla fine. Ce ne ha messo molto, ma ce l’ha fatta.
- Vai quando devi andare, non preoccuparti. Ci rivediamo domani mattina. Ed è così bello dirlo. - Prima era diverso. Non sempre si riusciva a vedersi pur ritrovandosi comunque al centro sportivo per gli allenamenti rispettivi. A volte non riuscivamo a conciliare le cose e poi lui preso dai suoi compiti e dalla sua famiglia, non poteva concedermi molto tempo. A volte stavo molto senza vederlo. Me l’aveva detto. Lo sapevo.
James è nato per questo. Per sopportare il non averlo quando volevo.
Ora sarà diverso, credo. Comunque lo vedrò almeno una volta al giorno. Credo di potermi ritagliare del tempo nostro in un modo o nell’altro. A volte sarà solo una volgare sveltina o niente di che, altre sarà meraviglioso ed intenso come ora. Sicuramente meglio di prima, nel complesso.
Un micro pensiero va a James e alla sua domanda. Come sarà ora?
Un’idea ce l’ho, ma è inutile fasciarsi la testa.
Io non riesco a programmare il futuro. Potrebbe succedere di tutto. Potrebbe andare male in panchina ed essere cacciato subito, potrebbe partire per chissà dove.
Potrebbe succedere di tutto. O magari no.
Non posso dire come sarà.
E forse il punto è che non voglio immaginarlo e programmarlo. Perché non voglio dover fare qualcosa con James. Non voglio chiudere per forza, non voglio definire le cose. Mi sta bene averlo a necessità, se serve. E’ un piano di riserva.
So che sono un bastardo, ma è la mia cura. Non credo che per un po’ mi servirà, però se vuole chiudere deve essere lui. Io non voglio doverlo fare. La verità è che voglio avere la spiaggia.
Pensandolo lucidamente egoista, mi do del bastardo.
“James è grande e vaccinato, io sono stato chiaro ed onesto. Zizou viene al primo posto, mi serve solo un ‘piano d’emergenza’. Non ho mai detto di volere o poter dare altro. Se rimane è perché lo vuole nonostante tutto. Non lo costringerò a nulla. Lui è innamorato di Cris che non può avere e mi usa per sopportare la situazione, dopotutto facciamo la stessa cosa.”
E le mani di Zizou mi cullano fino a che mi addormento su di lui. Dolcemente. Felice e basta. Gli appartengo, sono suo. Adesso è perfetto così.