CAPITOLO XI:
SULL'IDROMASSAGGIO
Si intrecciarono e si fusero giocando a darsi e ritirarsi fino a che Karim infilò la lingua cercando la sua.
James accaldato gli andò
incontro ed il bacio diventò più audace e profondo, mentre giravano i
volti e si premevano maggiormente per aversi di più.
Le sue mani incerte
scivolarono dai fianchi a dietro, tremanti ed eccitate raggiunsero i
suoi glutei e Karim sorridendo sulle sue labbra spostò una mano dal suo
viso portandosela dietro, su quella di James. Gliela prese e gli fece
stringere la presa, poi si separò di pochi centimetri dal suo viso e
malizioso disse:
- Se tocchi, fallo per bene. Togliti qualche soddisfazione. - James avvampò.
- Come fai a sapere? - Karim che stava per ribaciarlo si fermò.
- Cosa? -
James ancora rosso:
- Che mi piace il tuo didietro... - Il francese rise.
- Non lo sapevo, ma piace
a tutti... - Era una delle poche certezze della sua vita. Ridendo
insieme tornarono a baciarsi e carezzarsi sotto l'acqua e poi fuori, la
schiena, i glutei, il volto, il collo, il petto, i capezzoli.
Le mani di Karim scivolarono nelle loro erezioni a si spostò in modo da metterle a diretto contatto e strofinarle insieme.
Quella era la prima volta
che James aveva direttamente a che fare col suo membro, l'aveva visto e
considerato che era grande e di una forma perfetta, e sentendoselo
contro, spostò una delle mani lì insieme a quella di Karim ad aiutarlo.
In un istante si ritrovarono a masturbarsi a vicenda, ansimando uno sulla bocca dell'altro.
- K-Karim... sto... sto
per... - Karim capendo che stava per avere un orgasmo, si fermò e si
alzò in piedi sul gradino su cui sedevano, lo prese da sotto le ascelle
e senza un minimo di fatica lo alzò fuori dall'acqua, sul bordo della
piscina. A quel punto Karim si inginocchiò di nuovo come prima e
concluse con la bocca quanto iniziato con le mani.
James si appoggiò
all'indietro abbandonando la testa, lasciò che i gemiti si liberassero
nell'aria, come echi in contrasto con la cascata che scendeva poco più
in là.
La sua bocca che
stringeva, la lingua che accompagnava i movimenti sempre più veloci, il
mondo che spariva tutt'intorno, ogni passato e presente. Nemmeno il
futuro contava mentre lui arrivava a quel punto, al punto in cui godeva
così tanto che si dimenticava di tutto.
James al culmine si piegò
in avanti e gli mise la mano sulla nuca accompagnandolo con impeto e
spinse il bacino nella sua bocca.
Poco dopo venne con un prolungato gemito.
Rimase immobile, tremante,
liberando la testa di Karim il quale si levò su di lui guardandolo
mentre si asciugava la bocca con un sorrisino sornione.
Non parlò subito.
Il francese gli lasciò
qualche secondo mentre tornava a masturbarsi da solo, poi si alzò in
piedi sul gradino nell'acqua, uscì dalla piscina e si mise con un piede
di qua ed uno di là, davanti al viso di James.
Una muta richiesta, la sua erezione eccitata che stava dritta davanti ai suoi occhi che grandi e sorpresi lo guardavano.
- Non l'hai mai fatto? - Chiese roco mentre tornava a toccarsi da solo.
James inghiottì.
- So di essere gay, ma non
ho mai approfondito bene la cosa. - Disse cercando di riprendersi dallo
shock di quello che Karim voleva facesse.
- Hai l'occasione per
approfondire bene... - Disse ridacchiando. A quel punto James si diede
dello sciocco. Aveva sempre immaginato di farlo, era ora. Poteva.
Aveva sperato di farlo con Cris, ma anche con Karim andava bene dopotutto.
Sapeva farlo godere in un modo incredibile, riusciva ad estirpargli ogni pensiero su chiunque altro.
Lo prese nella mano al
posto di quella di Karim, riprese a muoverla e poi tirò fuori
innocentemente la lingua. Karim si morse il labbro senza distogliere lo
sguardo da quello che succedeva.
James era concentrato e
preso, iniziò a leccarlo dalla punta giocando con la cappella scoperta
perchè ormai era già parecchio eccitato. Poi scivolò di lato e lo
avvolse con le labbra morbide, si mosse in quel modo su e giù passando
anche dall'altra parte e quando lo avvolse completamente mettendoselo
tutto in bocca, Karim chiuse gli occhi e mani ai fianchi gettò la testa
all'indietro.
Quando iniziò a succhiare e stringere come Karim aveva fatto con lui le altre volte, capì che aveva talento.
- Hai una bocca nata per
questo. - Gli sfuggì mentre con la mano andava sulla sua nuca e
l'accompagnava spingendo contemporaneamente col bacino.
James era passato a
tenerlo per i fianchi, mentre era sconvolto da quanto bello fosse
tenere in bocca la sua erezione. Sentirla contro il palato mentre si
ingrossava, sulla lingua mentre pulsava.
Ed i suoi gemiti, e la sua mano sulla nuca, e le sue spinte sempre più impetuose.
L'eccitazione esplose insieme all'orgasmo meritato di Karim, il quale pensò che fra tutti, James era perfetto. Era perfetto.
“Perfetto per cosa?”
Si chiese poi spostandosi
dopo che gli era venuto in bocca senza ricordarsi che era la prima
volta e che avrebbe dovuto spostarsi.
Si accucciò accanto a lui e gli spinse la testa di lato, dall'altra parte.
- Sputa... - Così James
eseguì grato che si fosse accorto che per non ingoiare stava
soffocando. Karim poi si mise a ridere. - Io ingoio senza problemi, ma
in realtà non è una cosa da tutti. Scusa. Starò più attento. - James,
shockato ed eccitato, sputò per poi lasciarsi prendere da Karim dove
trovò rifugiò fra le sue braccia, contro il suo collo. Lo cinse
timidamente e rimase così accoccolato contro di lui, a sentire i suoi
battiti e a godere della sua pelle umida, dei suoi muscoli tonici. Del
suo silenzio che poteva essere dolce, confortevole, comprensivo o
qualunque altra cosa lui volesse.
Rimasero così, sul bordo
piscina, nudi, abbracciati, a calmarsi e tornare normali. Quando si
ripresero, Karim si alzò e gli prese la mano aiutandolo a sua volta, lo
portò agli asciugamani e lo avvolse nel suo accappatoio, James sorpreso
dalla sua premura quanto Karim stesso.
James suscitava un lato umano, dolce, protettivo.
Lo faceva sentire uomo ed era sconvolto dal capire quanto fosse bello ed inebriante.
Negli spogliatoi vuoti, si vestirono parlando di Griezmann, di Jese e di varie altre cose.
- Come hai notato Griezmann? - James sussultò alzando le spalle.
- Quando hai detto che
avevi avuto una storia ho provato a capire se lo conoscevo... ho
vagliato tutti quelli della squadra, poi ho pensato che potesse essere
uno della nazionale. A quel punto ho ricordato che Griezmann gioca a
Madrid, ma nell'Atletico. - Per Karim non era sufficiente, questi erano
ragionamenti logici, ma James aveva puntato diretto ad Antoine come se
sapesse cosa diceva.
- Ma hai cercato foto nostre? - A James cadde la maglia che riprese e Karim si mise a ridere: - Ti ho messo tanta curiosità? -
James ormai non riusciva a riprendersi, gli cadeva tutto.
- Scusa, sono stato ossessivo, invadente e fuori luogo... - Karim lo spinse bonariamente.
- Ma va, Marcelo è ossessivo, invadente e fuori luogo, non certo tu... - Con questo lo calmò. James riprese a vestisi.
- Quindi sei solo amico di Griezmann? - Karim alzò le spalle.
- Se lo vedessi ogni
giorno nella mia squadra chissà... - Lasciò la porta aperta e James
provò un'ondata di gelosia. Si insultò per questo. Non erano nulla e
non aveva il monopolio di Karim. Non doveva fare finta che Karim fosse
Cris perchè gli si dava tutte le volte che voleva. Doveva darsi una
regolata ad un certo punto.
Sesso a volontà, ma poi ci si fermava. L'aveva detto prima a Jese. Non era in grado di innamorarsi.
- Sapevi da tanto di Jese? - Chiese ricordandosi di lui. Karim si sedette infilandosi le scarpe.
- Quasi da subito. È stato Cris a notarlo. - James si sedette accanto a lui mettendosi le proprie scarpe.
- Ma non si è mai dichiarato? - Karim scosse il capo.
- Io ho cercato di non
alimentare troppo, per cui è sempre stato chiaro che mi piace come
amico, ma non di più. - James rimase con una scarpa in mano a
sorridergli ebete.
- Sei stato molto
premuroso e corretto... non è da tutti. In tanti ne avrebbero
approfittato! - Karim arrossì imbarazzato per la prima volta e alzando
le spalle finì di allacciarsi le scarpe.
- Ho fatto quello che ritenevo giusto. -
- Ma sei stato carino! - Insistette James infilandosi quella che rimaneva.
A quel punto, per
togliersi da quella complicata situazione dove uno gli faceva
complimenti, si alzò e prese il cellulare bofonchiando che doveva
chiamare il suo autista.
A quel punto James gli chiese come mai non guidava lui.
- A volte lo faccio, ma
tendo a farmi portare se posso. Ho avuto problemi di velocità. La guida
sportiva mi dà alla testa, così tendenzialmente mi faccio portare per
evitare di ammazzarmi guidando. - James impallidì.
- Oh... wow... - Karim si mise a ridere.
- Ognuno ha i suoi punti deboli. -
Uscirono insieme dagli
spogliatoi pronti per andarsene e a quel punto, nel desertico
parcheggio del centro sportivo, James disse:
- Dai, ti accompagno io... - Karim lo guardò sorpreso.
- Sicuro? -
James si mise a ridere.
- Se guido io sì! - Karim lo imitò.
- Allora va bene! -
I due salirono in macchina insieme, allegri come ormai spesso succedeva se erano insieme.
Karim si ricordò del fatto
che ad un certo punto gli era piaciuto farsi abbracciare da lui e che
aveva iniziato a farlo prima delle partite, come porta fortuna.
Ma scacciò il pensiero immediatamente, non volendo dargli alcun significato.
Parlarono dei punti deboli
rispettivi, che per Karim era la guida mentre per James la cucina.
Totalmente incapace di mettersi ai fornelli senza fare danni
stratosferici.
Quando arrivarono da Karim, stavano ancora ridendo.
- Io in compenso sono un
eccellente cuoco. Famiglia numerosa, sono scappato di casa presto e per
sopravvivere ho dovuto imparare a cucinare. - James, fermo nel
parcheggio sul retro della sua villetta, continuò a ridere.
- Beh, io ti ho dimostrato
che so guidare, tu dovresti dimostrare che sai cucinare. - Non avrebbe
mai avuto idea del motivo di tale frase con un chiaro sottinteso.
Ripensandoci James si chiese se fosse impazzito.
Ma Karim non era uno che si faceva pregare.
- Allora sali che te lo
dimostro. - e qua il doppio senso non passò inosservato. James guardò
in basso, poi guardò Karim e poi casa sua, momentaneamente tutti al
buio.
Poi si morse il labbro e tornando a sorridere accettò.
- Perchè no. - Scendendo
dall'auto sentì il cuore battergli impazzito in gola, aprì e strinse le
mani un paio di volte mentre cercava di respirare a fondo senza farsi
accorgere.
Non sarebbe servito vedere il viso enigmatico di Karim per capirlo.
Quella sera il piccolo James avrebbe perso la verginità.