CAPITOLO XVIII:

NEI PANNI DI JAMES



James era nervoso.
Due sere prima aveva parlato con Cris.
Una volta per quel semplice fatto avrebbe camminato su una nuvola per giorni, ora era confuso e nervoso.
Era felice che si fosse riavvicinato a lui, ma si ripeteva sempre che lui lo vedeva come un prezioso amico e nulla di più.
Meno di Pepe, Marcelo e Fabio, ma comunque importante.
‘Mi piace un sacco passare il tempo con te, ridere, scherzare, giocare, tormentarti. Adoro il tuo sorriso, il tuo carattere, la tua allegria contagiosa… e quando sto tanto bene con qualcuno divento fisico e sto tanto con lui. Perché questo è il mio modo di fare. Ma sto con Riky, amo Riky ed anche se per disgrazia dovesse lasciarmi e stufarsi di me, io non potrei mai amare un altro come ho amato lui, non mi metterei con nessuno, non subito, non facilmente. Questa è la verità. Spero che piano piano possiamo tornare come prima, ma sappi che non sarà mai quello che pensi tu. Scusa se ti ho alimentato senza volerlo.’
Questo era stato il suo discorso quando gli aveva parlato settimane prima.
Poi era stato male. Poi era arrivato Karim a distrarlo.
Ed ora Karim gli stava facendo qualcosa.
- E’ Zizou? - Gli aveva detto agitato la sera prima, sul pullman di ritorno, dopo la partita conclusa col rapimento di Karim da parte di Zizou.
Cris gli fece il gesto di silenzio e di non dirlo a nessuno, poi si decise a spiegargli:
- Non lo sa nessuno, solo io e Raphael. Non devi dirlo a nessuno, Karim ha la fissa di tenere le cose sue segrete perché odia che si parli di lui, che si spettegoli. Pensa che nessuno ha capito se lui e la ragazza con cui ha avuto una figlia stanno ancora insieme o no. -
- Mi ha detto di no. Che collaborano, ma non stanno insieme. - Cris lo guardò aggrottato.
- Ma tu come sai certe cose? Anche che Karim amava uno… - James si strinse nelle spalle semplice e continuò a bisbigliare.
- Me lo ha detto lui. Abbiamo avuto alcune conversazioni ed incontri privati e… - Cris lo guardò circospetto pur sapendo già tutto perché gliene aveva parlato Karim stesso.
- Incontri privati? - James arrossì  e distolse lo sguardo.
- Io e lui insieme… non… non lo sai? Mi ha consolato quando sono stato male per te e poi siccome era bello quel che facevamo insieme e terapeutico per tutti e due, abbiamo fatto altre volte ogni tanto. In quelle occasioni si è un po’ confidato, ma non mi ha mai detto chi era lui, quest’uomo che doveva scordare, che amava un sacco. - Come Cris per lui, pensò James senza dirlo.
- Me lo ha detto, ma da poco… - Ammise Cris. James si mordicchiò incerto le labbra. Era ancora perso per lui, l’effetto che gli faceva parlargli non era normale, ma il contenuto della loro conversazione lo metteva a disagio. Era come avere due universi diversi e farli collimare improvvisamente.
Cris era uno e Karim era l’altro, i due universi erano sempre stati separati e a sé stanti, diversi, divisi. Ora era con Cris e parlava di Karim. Non capiva come far coincidere le due cose.
“Con uno faccio sesso e mi distraggo, l’altro lo amo ma non sarò mai ricambiato allo stesso modo. Ma lo amerò per sempre, non ho dubbi. E dunque? Sto bene con Karim e mi dà quello che mi serve per andare avanti e non soffrire troppo per Cris. Ora che sto riallacciando i rapporti con lui poi le cose sono così strane. Vorrei girarmi e baciarlo, ma so che mi respingerebbe e starei peggio. A quest’idea penso… vado da Karim e mi distraggo con lui, perché con lui sto comunque bene anche se non è Cris. Però non… non posso. Ora Karim è col suo Zizou…” James a quel pensiero tornò sulla questione principale che per qualche ragione lo aveva agitato molto.
- Ma quindi Karim si sta mettendo con Zizou? - E né James né Cris capivano come questo dovesse importare tanto al piccolo colombiano.
Cris lo guardò diretto e penetrante:
- Cosa te ne importa di preciso? Avevo capito che era solo sesso… se lui riesce a mettersi con Zizou dobbiamo essere felici per lui. E’ la cosa che vuole da una vita. Una vita davvero. - James si strinse nelle spalle ed arrossì di nuovo distogliendo lo sguardo a disagio.
- Sì è solo sesso, ma se lui si mette con Zizou, significa che non può più stare con me… è legittimo saperlo. -
Cris gli girò il viso facendolo morire per quel gesto.
- Ripeto: se è solo sesso cosa te ne importa? Probabilmente non ci andrai più a letto, ne troverai un altro. Mi sembra che sia più importante di quel che dovrebbe. - James sentitosi messo all’angolo e capendo che non era per un momento positivo con lui, reagì istintivamente.
- Perchè, a te importa qualcosa se io mi prendo troppo da Karim? Perché poi non lo sono abbastanza da te? Ti ricordo che mi hai scaricato e sappi che accettare l’amicizia quando vorresti di più non è facile. Io ci riesco perché ho un rifugio e quel rifugio è Karim, ma se se ne va io… io non ho il mio rifugio! - Lo stomaco gli si contrasse e gli vennero le lacrime agli occhi all’idea di essere solo ed abbandonato. Si zittì e si girò dall’altra parte cercando un posto libero per scappare da lui, trovatolo vicino a Jese si alzò ed andò da lui senza aggiungere altro, sentendosi un perfetto idiota.
Cris lo lasciò andare e Pepe e Marcelo, non vicini a lui, si girarono a chiedere con gli sguardi cosa era successo. Cris si strinse nelle spalle.
Non gli importava che James fosse consacrato a lui, ma si sentiva responsabile di entrambi perché li aveva manovrati per farli finire insieme, pensando di aiutarli.
Li aveva visti con la stessa problematica, ovvero dimenticare l’amore non corrisposto. E li aveva visti diversi e compatibili. Li aveva immaginati insieme ed aveva pensato che sarebbero stati bene, quindi si era dato da fare per realizzare la sua visione.
Per Karim perché era suo amico e ci teneva che avesse finalmente una storia sua da poter vivere, per James perché gli piaceva come persona, era un caro ragazzo e gli dispiaceva avergli spezzato il cuore perché era arrivato in un periodo particolare.
Adesso però il suo piano non stava funzionando sebbene avesse decollato. Stava atterrando male e non sapeva come rimediare, né se dopotutto fosse giusto.
“In fondo Karim ha sempre desiderato stare con Zizou. Se ci riesce è meglio così. Mi dispiace per il piccoletto. Non avrei dovuto rigirarli così. Dovevo lasciare che le cose facessero il loro corso, James ci avrebbe sofferto di più prima, ma adesso non sarebbe alle porte di una seconda delusione. Non ama Karim, è presto, ci andava solo a letto, era un ripiego, però anche i ripieghi possono far male quando mancano… e Karim è una di quelle presenze silenziose che mentre ci sono non te ne accorgi, ma quando mancano pesano moltissimo. “
Cris capì che non poteva rimediare, non subito, per cui si limitò a mettersi l’auricolare all’orecchio e a chiamare Riky dall’altra parte del mondo.
A volte intervenire non era una grande idea.

James sospirò confuso ripensando alla conversazione avuta con lui, si sentiva in colpa per aver reagito male e si sentiva strano perché non sapeva se poteva ancora contare su Karim.
“Ma poi contare per cosa? Lui ha le sue cose, io ero un contorno. Come lui per me. Sono sempre troppo dipendente dagli altri. E’ che vivo per i contatti fisici, per l’affetto, le coccole, l’amore, i sentimenti. Vivo per sentire questo calore vitale. Ma devo capire che gli altri hanno le loro vite, tutti hanno le loro vite.”
Jese poi gli aveva chiesto se andasse tutto bene e lui aveva detto un forzato ‘più o meno, passerà.’
Jese non aveva insistito, aveva sospirato e sorriso comprensivo.
‘Ti capisco bene’.
James si era chiesto con chi avesse problemi, chiaro che ne avesse. Ma non era dell’umore di indagare e farsi i fatti altrui.
Ripensando a quella sera, James scrisse un sms a Cris:
‘Scusa per l’altro ieri, ho esagerato.’
La sua risposta era arrivata pronta: ‘Non pensarci, è tutto ok.’
James si era sentito meglio, non voleva rovinare il loro rapporto, anche se non era quello che aveva sognato.
Poi aveva scritto a Karim, non potendo resistere:
‘Come va?’
Karim però non aveva risposto e James era arrivato agli allenamenti col viso cupo.
La stessa espressione vista in Jese, incontrato al parcheggio.
I due si erano salutati e riconoscendo il medesimo stato d’animo, di nuovo, si erano sorrisi.
- Il momentaccio continua, eh? -
Disse Jese dandogli un’amichevole pacca sulla schiena. James annuì sentendosi meglio nell’essere capito e non violato. Lui e Jese non avevano mai avuto effettivi contatti ed intrecci, non avevano proprio fatto amicizia. Eppure erano i due che condividevano lo stesso cognome.
E, non lo sapevano, ma anche una predilezione per Karim.
Anche se James l’aveva pure per Cris.
- Passerà… - Fece James sorridendo, mettendo da parte i propri problemi di ragazzo confuso.
- Lo spero… - I due cambiarono discorso sforzandosi di distrarsi, stavano sorridendo insieme quando incontrarono in corridoio Cris e Karim che avevano finito la loro oretta preparativa in palestra. Nell’occasione specifica Karim aveva fatto esercizi di recupero, Cris di rinforzo.
I due facevano insieme un’ora prima ed un’ora dopo la sessione di allenamento. Erano considerata la coppia stacanovista della squadra, ma i risultati si vedevano in campo.
A parte che per il rendimento effettivo, si vedeva la loro sincronia nel gioco, la combinazione degli schemi, il modo in cui tiravano fuori delle giocate sempre vincenti.
Karim era il giocatore che aveva fatto più assist in assoluto a Cris e considerando quanto segnava ed aveva segnato, era un dato importante.
Del resto con tutte le ore che passavano insieme ad allenarsi, era ovvio quel risultato.
Si capivano al volo e come se non bastasse si concordavano anche per alcune manovre in partita.
- Ehi… - Fece Jese accendendosi nel vedere Karim.
James rimase zitto a disagio sia davanti ad uno che all’altro, il ragazzo accanto lo guardò stranito per quello strano silenzio e per la mancanza del solito baccano che faceva, Karim e Cris si unirono a lui nello sguardo e il portoghese sgomitò il francese come per ricordargli una conversazione appena avuta.
Karim sospirò e dopo aver sorriso a Jese dandogli la mano nel loro tipico modo ed abbracciato unendo le spalle, da bravi gangstar quali cercavano di essere, si rivolse a James e con un gesto del capo gli chiese:
- Ti posso parlare? - James annuì, fece un sorriso incerto a Cris il quale ricambiò incoraggiandolo e poi guardò con aria di scuse Jese per averlo abbandonato su due piedi mentre stavano parlando di una seduta di esercizi particolare da fare insieme.
- Però ci sto per quegli esercizi, ok? Ci fermiamo dopo, va bene? - Disse allontanandosi dietro a Karim. L’altro annuì stranito, non piacendogli i due che se ne andavano insieme con quella strana atmosfera.
- Ci conto! - Rispose. Una volta solo con Cris gli chiese cosa succedesse e Cris, sorridendo, lo cinse per le spalle allegro trascinandoselo nello spogliatoio dove dovevano entrambi prepararsi per la sessione mattutina.
- E’ una lunga storia, perché non chiedi a Karim? Siete ottimi amici, no? - Jese sorrise.
- Sì, ma certe cose non me le dice… - Poi guardò Cris col cuore in gola. - Mica stanno insieme… l’altra sera Karim è andato via con Zizou, ora va a parlare con James con quell’aria strana… - Jese voleva sembrare normale, ma si capiva che ci teneva a sapere, che era preso male dalla questione.
Cris sospirò e lo lasciò una volta dentro prendendo un asciugamano con cui si asciugò.
- No, non stanno insieme, ma è una storia complicata. Non spetta a me parlarne, sai come è riservato Karim, mi ucciderebbe. Comunque nessuno sta con nessuno. Questo è quanto. Fidati. - Cris poi pensò:
“Per ora.” Ma non lo disse e Jese sospirando rimase pensieroso per il resto del tempo, poco partecipe.
Le cose si stavano complicando molto.